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TESTI E COMMENTI UFFICIALI SINODO SULLA FAMIGLIA 2014

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2014 16:33
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14/10/2014 15:02
 
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  procedimenti di parte (progressista) al Sinodo: CEDIMENTO AL MONDO





Il presidente dei vescovi polacchi: il documento di metà sinodo? Confusione e cedimento al mondo



In un’intervista rilasciata alla sezione in lingua polacca della Radio Vaticana, il presidente dei vescovi della Polonia, l’arcivescovo di Poznan Stanisław Gadecki, non ha esitato a dire che la relazione riassuntiva della prima settimana di lavori del Sinodo sulla famiglia, presentata ieri mattina dal cardinale Peter Erdo (si legga testo sopra), si discosta dall’insegnamento di Giovanni Paolo II sulla famiglia e perfino che in esso si possono riscontrare tracce di un’ideologia anti-famiglia. Per Gadecki il testo mette in luce la mancanza di una chiara visione (leggasi confusione) da parte dell’assemblea sinodale).


«Il fine di questo Sinodo pastorale – si è chiesto Gadecki – è quello di supportare le famiglie in difficoltà o il suo scopo è quello di studiare dei casi particolari? Il nostro obiettivo principale è supportare la famiglia pastoralmente, non di colpirla, esponendo ituazioni difficili che esistono, ma che non costituiscono il nucleo dell’esperienza familiare; questi casi particolari non possono far dimenticare il bisogno di supporto che hanno le famiglie buone, normali, ordinarie, che lottano non tanto per la sopravvivenza ma per la fedeltà». 


«In riferimento al matrimonio e alla famiglia – ha continuato l’arcivescovo – certi criteri che vengono applicati sollevano dei dubbi. Per esempio il criterio della gradualità. È possibile trattare la convivenza in modo graduale, come un sentiero verso la santità? Oggi la discussione ha inoltre messo in evidenza che la dottrina presentata nel documento è caratterizzata da un peccato di omissione. Come se la visione del mondo prevalesse e tutto fosse imperfezione che conduce alla perfezione… si parli delle eccezioni, ma abbiamo anche bisogno di presentare la verità. Inoltre, i punti in cui si parla dei bambini affidati a coppie dello stesso sesso sono formulati come se la situazione fosse da elogiare! Questo è un altro difetto di questo testo, il quale dovrebbe essere un incentivo alla fedeltà, a riconsiderare i valori della famiglia, mentre sembra accettare tutto così così com’è. Si ha l’impressione che l’insegnamento della Chiesa sia stato senza misericordia fino ad ora, e che la misericordia inizi solo ora».   








Sinodo. Mons. Fisichella: la convivenza non è la tappa finale del percorso il Matrimonio è fondamentale e necessario, la Chiesa lo deve dire....

Mons. Rino Fisichella al Sinodo

13/10/2014

Per un commento alla Relatio post disceptationem, Paolo Ondarza ha intervistato il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Rino Fisichella:

R. - Questa relazione fa emergere in pienezza il dibattito che si è svolto in questa prima settimana. Spesso abbiamo parlato dell’esigenza che ci sia un linguaggio capace di comunicare. Penso che la relazione abbia sviluppato soprattutto questa dimensione.

D. - Ritiene ci siano degli elementi che potrebbero essere aggiunti?

R. - La relazione deve provocare la riflessione nei circoli minori che adesso ci apprestiamo a compiere. Penso che ci sia una parola importante che bisogna fare emergere: la Chiesa rimane sempre profezia nel mondo. Questo significa che noi dobbiamo aiutare le persone a guardare anche al di là del momento presente. Allora la Parola di Dio ci spinge ad essere capaci di critica nei confronti di quelle situazioni che non ci possono lasciare pastoralmente soddisfatti e contenti. Ci sono molte situazioni riguardo la famiglia nella società contemporanea che meritano una parola di aiuto per far comprendere loro il limite che possiedono e soprattutto le contraddizioni a cui vanno incontro.

D. - Può farci qualche esempio?

R. - La convivenza. È vero che ci sono vari tipi di convivenza: c’è una convivenza che è quella determinata da alcuni fattori di ordine economico, finanziario, mancanza di lavoro, disoccupazione; c’è un altro tipo di convivenza che invece è fatta nel profondo disinteresse e indifferenza nei confronti della società, della legge civile, come una forma di scelta individualista. Anche in questo caos, ad esempio, dovremmo essere capaci di dire che questa non può essere la tappa finale, ma deve essere una tappa su cui riflettere anche per la responsabilità che si ha nei confronti delle persone più deboli, in questo caso dei figli.

D. - Questa profezia a cui faceva  riferimento vuol dire ribadire che il disegno di Dio su famiglia e matrimonio è un punto fermo che non cambia con la storia?

R. - Ci sono ovviamente degli elementi che appartengono alla Rivelazione cristiana e ciò che è il contenuto della rivelazione - ovviamente - non può essere modificato. L’indissolubilità del matrimonio cristiano è una novità che Gesù ha portato e che per noi rimane come una ricchezza da condividere nel contesto del mondo contemporaneo.

D. - La crisi della fede, crisi del matrimonio, crisi della società: questo è stato il tema al centro del suo intervento qui in aula del Sinodo…

R. – E’ per la profonda crisi di fede che vive soprattutto l’Occidente che San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco insistono continuamente sul tema della nuova evangelizzazione. Questa nasce proprio dall’esigenza e sull’urgenza di dare una risposta alla crisi di fede. Oggi, con piacere, ho sentito nella Relatio post disceptationem che si insiste sull’esigenza che all’interno della nuova evangelizzazione ci sia - come prioritario - il tema della famiglia.





Sinodo. Mons. Stankevičs: famiglia sotto attacco, Chiesa deve difenderla con l'insegnamento di sempre

Vescovi e cardinali al Sinodo sulla famiglia

14/10/2014

L’Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata a “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” è proseguita questa mattina in Vaticano con i lavori dei Circoli minori. I Padri sono chiamati a lavorare alla stesura dei documenti finali del Sinodo partendo dalle osservazioni sulla “Relatio post disceptationem” letta ieri mattina in aula. Lo spiega al microfono di Paolo Ondarza l’arcivescovo di Riga in Lettonia, mons. Zbigņev Stankevičs:

R. – Già ieri pomeriggio, abbiamo iniziato il lavoro nei Circoli minori. Cerchiamo di correggere alcune espressioni, non corrette a mio modo di vedere, usate nella “Relatio”. Lo facciamo per elaborare un testo finale più equilibrato e che risponda meglio sfide di oggi. La mia convinzione è che il compito principale del Sinodo è di riaffermare la verità del Vangelo sul Matrimonio. Oggi, la famiglia si trova sotto un attacco fortissimo, il compito principale dei Padri sinodali non è fare qualche apertura poco definita ma è di applicare, nuovamente, per la situazione di oggi l’insegnamento della Chiesa. Sicuramente è necessaria un’apertura e dobbiamo andare incontro alle sfide contemporanee per quanto possibile. Ma senza perdere l’identità cattolica e senza rinunciare alla verità sul matrimonio.

D. – Una Chiesa che muove il mondo, piuttosto che una Chiesa che viene mossa dal mondo?

R. – Sì, è proprio così, perché quando la Chiesa permette al mondo di muoverla si rischia di perdere l’identità. Quando perdiamo l’identità vuol dire che perdiamo il sale. Se perdiamo il sale, il mondo non ha più bisogno della Chiesa.  
La Chiesa non serve a soddisfare i piaceri del mondo, la Chiesa serve per dare sale al mondo, per mostrare la verità che viene dall’alto. Noi abbiamo ricevuto la Rivelazione da Dio: nostro compito è trasmettere questa Rivelazione in un modo che sia il più comprensibile possibile, tenendo in giusta considerazione anche le difficoltà del mondo. Noi siamo stati troppo rigidi qualche volta. In questo senso, è necessaria una conversione da parte nostra. Dobbiamo farlo con tutta l’umiltà, con tutta la misericordia verso il mondo, ma la verità rimane sempre, la verità è oggettiva. Non possiamo dire che ognuno può capirla come vuole.

D. – Lei diceva inizialmente che oggi la famiglia è posta sotto minaccia, sotto attacco. Venti anni fa, questo concetto era già stato espresso da Giovanni Paolo II nella “Lettera alle Famiglie” quando scriveva: “Alla disgregazione delle famiglie sembrano purtroppo puntare ai nostri giorni vari programmi sostenuti da mezzi molto potenti”. È un’affermazione ancora valida?

R. – Sì, perché i processi si sviluppano e quell’attacco oggi prende altre forme. Ai giorni nostri, l’ideologia del “gender”, ad esempio, è molto forte: si afferma che ognuno può scegliere la propria identità, anche sessuale e biologica, ma questo  non è vero. Questo attacco contro la famiglia ha preso nuove forme, ha conquistato diverse nazioni. Il processo continua, il pericolo è cresciuto in questi venti anni.

D. – Si tratta di un attacco contro la natura umana?

R. – Sì, contro l’identità della famiglia, contro l’identità umana. Noi dobbiamo riaffermare la verità trovando un linguaggio adatto, comprensibile anche al mondo per quanto sia possibile.

D. – Il mondo oggi chiede di capire?

R. – Diciamo che le lobby che attaccano la famiglia non lo chiedono: perseguono i loro interessi e cercano di imporli a tutto il mondo. Personalmente, però, ho incontrato molte persone, anche non credenti, che cercano la verità. Vedo che nel mondo sta crescendo un’opposizione verso tendenze che distruggono la famiglia.

D. – Trattandosi di una materia di grande attualità, estremamente delicata, la responsabilità dei Padri sinodali riuniti in questo Sinodo è enorme…

R. – Stamattina, ho celebrato la Messa anche per il Sinodo, affinché lo Spirito Santo ci faccia da guida per non rinunciare al nostro compito, alle nostre responsabilità, per non sottometterci alla pressioni del mondo e a quelle dei mass media.





Dichiarazione del Direttore della Sala Stampa a nome della Segreteria Generale del Sinodo

Città del Vaticano, 14 ottobre 2014 (VIS). La Segreteria Generale del Sinodo, in seguito alle reazioni e discussioni seguite alla pubblicazione della Relatio post disceptationem, e al fatto che le è stato spesso attribuito un valore che non corrisponde alla sua natura, ribadisce che tale testo è un documento di lavoro, che riassume gli interventi e il dibattito della prima settimana, e ora è proposto alla discussione dei membri del Sinodo riuniti nei Circoli minori, secondo quanto prevede il Regolamento del Sinodo stesso.




[Modificato da Caterina63 15/10/2014 00:23]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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