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TESTI E COMMENTI UFFICIALI SINODO SULLA FAMIGLIA 2014

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2014 16:33
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16/10/2014 17:59
 
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Synod14 - 12a Congregazione generale: Sintesi non ufficiale (16 ottobre, mattina), 16.10.2014


 

 

Sintesi in lingua italiana

Dodicesima Congregazione generale: sintesi non ufficiale

 

Santo Padre: Presente

 

La dodicesima Congregazione generale ha visto la presentazione, in Aula, delle Relazioni dei dieci Circoli minori, suddivisi per lingue: due in francese, tre in inglese, tre in italiano e due in spagnolo. In generale, i Circoli minori hanno presentato sia una valutazione della "Relatio post disceptationem" (RPD), documento provvisorio di metà percorso del Sinodo, sia diversi possibili suggerimenti da inserire nella "Relatio Synodi" (RS), documento definitivo e conclusivo dell’Assise.

Innanzitutto, in Aula è stata manifestata perplessità per la pubblicazione, anche se legittima, della RPD, poiché, si è detto, essa è un documento di lavoro che non esprime un parere univoco e condiviso da tutti i Padri Sinodali. Quindi, dopo aver apprezzato il grande lavoro svolto per la stesura del testo e per la sua struttura, i Circoli minori hanno presentato i loro suggerimenti.

In primo luogo, è stato sottolineato che nella RPD ci si concentra sulle preoccupazioni delle famiglie in crisi, senza fare un riferimento più ampio al messaggio positivo del Vangelo della famiglia, al fatto che il matrimonio come sacramento, unione indissolubile tra uomo e donna, è un valore ancora molto attuale e in cui tante coppie credono. Per questo, è stato auspicato che la RS contenga anche un forte messaggio di incoraggiamento e sostegno della Chiesa ai coniugi fedeli.

Essenziale, inoltre – si è detto – sottolineare meglio la dottrina sul matrimonio, ribadendo che esso è un dono di Dio. Ulteriori suggerimenti propongono che nella RS vengano integrati anche elementi non contenuti nella RPD, come il tema delle adozioni, per le quali è stato auspicato anche uno snellimento delle procedure burocratiche, sia nazionali che internazionali; o anche i temi della biotecnologia e della diffusione della cultura tramite web, che possono condizionare la vita familiare, così come una nota sull’importanza di politiche in favore della famiglia.

E ancora: si è detto che occorre porre maggiore attenzione alla presenza degli anziani all’interno dei nuclei familiari e alle famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà, denunciando anche i drammi della prostituzione, delle mutilazioni genitali femminili e dello sfruttamento minorile a scopo sessuale e lavorativo. E’ importante – si è detto in Aula – sottolineare il ruolo essenziale delle famiglie nell’evangelizzazione e nella trasmissione della fede, mettendone in luce la vocazione missionaria. Il tutto con l’obiettivo di offrire una valutazione equilibrata e globale dell’idea di "famiglia" in senso cristiano.

Quanto alle situazioni familiari difficili, i Circoli minori hanno evidenziato che la Chiesa deve essere casa accogliente per tutti, affinché nessuno si senta rifiutato. Tuttavia, è stata auspicata una maggiore chiarezza, evitando confusione, tentennamenti ed eufemismi nel linguaggio: ad esempio, sulla legge della gradualità, affinché non diventi gradualità della legge. Alcuni Circoli, inoltre, hanno espresso perplessità per l’analogia fatta con il paragrafo 8 della Lumen Gentium, in quanto esso potrebbe dare l’impressione di una volontà, da parte della Chiesa, di legittimare le situazioni familiari irregolari, anche se esse possono rappresentare una tappa del cammino verso il sacramento matrimoniale. Altri Circoli hanno auspicato un approfondimento del concetto di "comunione spirituale", affinché sia valutato ed eventualmente promosso e diffuso.

Per quanto riguarda l’accostamento dei divorziati risposati al sacramento dell’Eucaristia, sono state espresse, per lo più, due riflessioni: da una parte, si è suggerito che la dottrina non venga modificata e rimanga quale è ora; dall’altra si è pensato di aprire alla possibilità di comunicarsi, in un’ottica di compassione e misericordia, ma solo nel caso in cui sussistano determinate condizioni. In alcuni casi, inoltre, è stato suggerito che la questione venga studiata da una apposita Commissione inter-disciplinare.  
Una maggiore attenzione è stata poi auspicata per i divorziati non risposati, testimoni talvolta eroici della fedeltà coniugale. Allo stesso tempo, è stata auspicata un’accelerazione nelle procedure di riconoscimento della nullità matrimoniale e di constatazione di validità dello stesso; è stato, inoltre, ricordato che i figli non sono un onere, ma un dono di Dio, frutto dell’amore tra i coniugi.

E’ stato richiesto un maggiore orientamento cristocentrico, come pure una maggiore sottolineatura del legame tra i sacramenti del matrimonio e del battesimo. La visione del mondo deve essere quella che passa dalla lente del Vangelo, per invitare gli uomini alla conversione del cuore.

Inoltre, è stato ribadito che, ferma restando l’impossibilità di equiparare al matrimonio tra uomo e donna le unioni omosessuali, le persone con tale orientamento vanno accompagnate pastoralmente e tutelate nella loro dignità, senza tuttavia che ciò appaia come un’approvazione, da parte della Chiesa, del loro orientamento e della loro condotta di vita.

Sulla questione della poligamia, in particolare dei poligami convertiti al cattolicesimo che desiderano accostarsi ai sacramenti, è stato suggerito uno studio globale e approfondito.

I Circoli minori hanno anche consigliato una riflessione più ampia sulla figura di Maria e della Sacra Famiglia, da proporre meglio come modello di riferimento per tutti i nuclei familiari. Infine, è stato chiesto di evidenziare che la RS sarà comunque un documento di preparazione al Sinodo ordinario in programma nell’ottobre 2015.




Relatio - Circulus Italicus "A"

Moderator: Em.mo Card. Fernando FILONI
Relator: S.E Mons. Edoardo MENICHELLI

 

I Padri sinodali del Circolo Italicus A e le due coppie di sposi presenti in qualità di Esperti e di Uditori hanno manifestato gratitudine verso l’Eminentissimo Cardinale Peter Erdő per la relazione con cui ha sintetizzato i numerosi e diversificati interventi avvenuti in aula.

È stata posta subito una questione: quale scopo si prefigge il Sinodo? Tutti hanno convenuto nell’impostazione pastorale che si colloca in un prospettiva dentro la quale alla famiglia venga riconosciuto il proprio posto nella Chiesa, attraverso il ministero degli sposi e nella giusta "laicità" da dare al matrimonio, all’interno di una corresponsabilità missionaria da riscoprire e naturalmente da vivere, per impostare adeguatamente la soluzione dei problemi pastorali.

Il Circolo ha passato in rassegna le tre Parti della Relatio post Disceptationem.

1) Prendendo in considerazione l’analisi del contesto e delle sfide del tempo presente dentro il quale la famiglia è chiamata oggi a vivere e a testimoniare, i Padri sinodali hanno condiviso quanto nel testo è descritto facendo tuttavia notare come altri elementi intersecano la vita familiare ponendo interrogativi nuovi e provocando suggestioni che toccano la coscienza. In particolare è stato sottolineato come il fenomeno delle migrazioni spezzi le famiglie con le conseguenze che facilmente possono essere immaginate. Inoltre è stato sottolineato come l’ingresso delle bio-tecnologie abbia ridotto la famiglia a diventare una sorta di "campus" sperimentale con risvolti etici ed educativi di non facile soluzione.

L’approfondimento del contesto in cui la famiglia al presente vive evidenzia un distacco tra Chiesa e mondo su temi delicati perché è venuto a mancare il "comune ragionare" sull’idea di persona, sul suo impegno e la sua totale realizzazione nella dimensione corpo e anima, nella sua relazionalità a causa di un soggettivismo esasperato che spezza e rallenta ogni dinamica di comunione. A questo riguardo sono stati proposti dei Modi in particolare sul ruolo della donna, sulla sua dignità e sul suo genio ricco di speranza. Si è fatto inoltre notare che come antidoto a tutto ciò si contrappone la testimonianza di tante famiglie che vivono con impegno il matrimonio.

Il contesto e le sfide sulla famiglia impongono alla Chiesa di ridire parole evangeliche coniugando con speranza la verità e la misericordia, cercando di intercettare l’esistenza concreta delle persone facendo riemergere in esse il desiderio di Dio.

2) L’approfondimento della II Parte della Realtio post disceptationem ha posto subito una difficoltà circa il significato da dare all’espressione "legge della gradualità" senza tuttavia trovarne un’interpretazione adeguata e condivisa, anche in riferimento al n. 34 della Familiaris Consortio, citato nel n. 13, che non è sembrato applicabile nel nostro contesto dal momento che in quel Documento Pontificio, la legge della gradualità era applicata prevalentemente a una questione morale circa la paternità e la maternità consapevole. L’espressione sembra essere sfuggente con il pericolo di far pensare che le difficoltà della vita sponsale inducano ad abbassare il significato plenario della vocazione sponsale stessa. Nel prosieguo della discussione gli interventi dei Padri sinodali hanno convenuto in modo pressoché unanime che questa parte della Relatio non sembra offrire un’adeguata proposta circa la verità del matrimonio. E’ emersa quindi la necessità di suggerire alla Segreteria che questa II Parte fosse riscritta proponendo in modo chiaro e anche gioioso il progetto del matrimonio posto da Dio Creatore, nella Genesi e ripreso da Gesù, cercando – a questo riguardo – di far emergere quanto Gesù stesso ha detto e fatto, tenendo presente e l’esperienza della Famiglia di Nazareth nonché gli incontri di Gesù con la Samaritana, la donna adultera e con gli sposi che si trovarono con le giare vuote. In tal senso il Circolo si è impegnato e ha presentato un’ipotesi nuova di stesura della II Parte rimodulando il contenuto e l’articolazione dei numeri, attraverso una serie di Modi. E’ risultato opportuno che venissero ripresi e gli insegnamenti del Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes, 48) e del Magistero Pontificio (Familiaris Consortio, 11) dove il matrimonio viene presentato come "mutuo dono di sé stessi". Così si dà forte rilievo a Cristo Signore, Sposo della Chiesa: una sponsalità iniziata con l’Incarnazione, resa totale sul Calvario e contemporanea all’umanità con il dono dello Spirito Santo nei Sacramenti; solo così si fanno risplendere la bellezza e il fascino della sponsalità e della famiglia che rimangono segni dell’amore di Cristo. (BRAVI!!!  )

I Padri sinodali hanno sottolineato con particolare attenzione la questione della inapplicabilità dell’analogia espressa nel testo con quanto detto nella Lumen Gentium, 8.

3) Approfondendo le prospettive pastorali si è convenuto anzitutto di richiamare alcuni punti fondamentali per una rinnovata azione pastorale che qui vengono elencati:

a) la famiglia deve essere riconosciuta come soggetto pastorale; b) la ministerialità degli sposi in forza del sacramento; c) la necessità di ripensare tutta la pastorale a partire dalla famiglia; d) tutta la comunità deve farsi carico della pastorale familiare; e) la formazione dei sacerdoti più adeguata; f) Riconoscere il ruolo del Vescovo nella pastorale familiare, in particolare nelle situazioni più problematiche.

La pastorale ordinaria richiede delle esigenze: a) riformare le tappe dell’evangelizzazione dando più continuità ; b) valorizzare il laicato anche formando persone ad acquisire competenze specifiche per il servizio delle famiglie; c) proporre un itinerario comune per la formazione di laici e sacerdoti.

Uno sguardo particolare i Padri l’hanno messo nella preparazione al matrimonio dove si deve proporre non solo il tema della validità ma della fruttuosità del sacramento, con un accompagnamento personale dei nubendi.

Una prospettiva pastorale rinnovata deve essere capace di rendere le famiglie consapevoli della loro missionarietà da esprimere all’interno della propria dimensione (educazione alla Fede, formazione cristiana etc.) come anche nei confronti dell’intera comunità sociale.

Nell’affrontare le problematiche descritte nel documento nei nn. 36-52, il Circolo Italicus A ha creduto opportuno di suggerire di modificare i titoli dei paragrafi utilizzando sempre l’espressione "cura pastorale" coniugandola sia rispetto alle unioni civili e alle convivenze sia verso i separati, divorziati non risposati, divorziati risposati e persone omosessuali. Più specificatamente per quanto attiene alla cura pastorale delle unioni civili e delle convivenze si è inteso suggerire che la sensibilità maggiore della pastorale voglia cogliere gli aspetti positivi che non appartengono all’esperienza stessa ma che vanno trovati dentro l’esperienza, naturalmente con lo sguardo trasformativo verso l’accoglimento del dono del matrimonio e della famiglia. Nell’esaminare la parte relativa alla cura pastorale verso i separati, divorziati non risposati e divorziati risposati i Padri del Circolo Italicus A pur condividendo il tono pastorale con cui il testo presenta la problematica, hanno ritenuto di apportare qualche rilevante correzione sempre dentro un cammino di impegnata prossimità.

Non si è condivisa la possibilità dell’azione diretta del Vescovo diocesano nei processi di dichiarazione di nullità soprattutto in riferimento a un deficit di preparazione specifica suggerendo tuttavia che si cammini più sinergicamente su una pastorale che veda coinvolti tribunali, consultori e i vari uffici famiglia delle diocesi. Si auspica che la comunità cristiana si prenda cura di queste situazioni come espressione e testimonianza di carità. Rispetto alla ammissione ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia i Padri del Circolo pur sensibili alla problematica propongono che l’argomento sia ristudiato alla luce del n. 84 della Familiaris Consortio al fine di precisare eventuali condizioni diverse dalla disciplina attuale.

Riguardo alla cura pastorale delle persone omosessuali ci si è orientati verso la proposta di un unico numero dentro il quale si è sottolineato sia un impegno di prossimità orientata alla evangelizzazione sia lo stile della Chiesa, come casa aperta, valorizzando i doni, la buona volontà e il cammino sincero di ciascuno. Si è riaffermato che le unioni fra le persone dello stesso sesso non possono essere equiparate al matrimonio fra uomo e donna esprimendo anche la preoccupazione di salvaguardare i diritti dei figli che devono crescere armonicamente con la tenerezza del padre e della madre.

Rispetto alla trasmissione della vita e alla sfida della denatalità non si è ritenuto di modificare né aggiungere qualcosa a quanto contenuto nel testo, auspicando un successivo sviluppo e approfondimento.

Sulla sfida educativa e sul ruolo della famiglia nell’evangelizzazione i Padri del Circolo Italicus A hanno suggerito di integrare quanto contenuto nel testo con due sottolineature: la continuità dell’evangelizzazione all’interno della famiglia e la necessità di garantirla anche attraverso il coinvolgimento delle varie esperienze ecclesiali (Associazioni, Movimenti e nuove comunità) che costituiscono una ricchezza nella vita della Chiesa ed esprimono nuovi carismi dentro la Chiesa.

Come conclusione crediamo di poter manifestare all’Assemblea la necessità, peraltro già conosciuta, di metterci insieme davanti allo Spirito di Dio che di tempo in tempo suscita novità con le quali la Chiesa diventa sempre più serva della Parola che le è stata donata per la salvezza del mondo.

[03042-01.01] [Testo originale: Italiano]

 

 

Relatio - Circulus Italicus "B"

Moderator: Em.mo Card. Angelo BAGNASCO
Relator: S.E Mons. Salvatore FISICHELLA

 

L’incontro del circolo minore ha permesso di dare ampio spazio alla discussione e soprattutto di poter verificare sia l’unità fondamentale che ha caratterizzato il nostro dialogo come pure la complementarità delle posizioni frutto delle proprie esperienze locali e della diversità culturale dei partecipanti. L’impegno del circolo minore è stato duplice: in un primo tempo, si è affrontata la discussione generale sulla Relatio, mentre successivamente si è passati all’analisi e alla proposta delle modifiche da apportare al testo. Mi soffermo, quindi, solo sulle considerazioni generali sintetizzando i punti più salienti.

1. Riteniamo sia importante una rielaborazione della seconda parte della Relatio riguardo il vangelo della famiglia. Questo ci sembra essere il fondamento su cui costruire l’intero impianto del documento. Si nota, infatti, una sproporzione tra la trattazione del vangelo della Famiglia e le diverse situazioni di crisi e di realtà ad essa estranee, che non permettono di cogliere immediatamente la visione positiva e la bellezza della famiglia. Riteniamo che i primi destinatari delle nostre riflessioni debbano essere proprio le famiglie cristiane che hanno l’urgente bisogno di essere sostenute nella loro testimonianza per trovare la forza di continuare il loro impegno quotidiano in un contesto non certamente facile e a loro favorevole. Non possiamo permetterci, quindi, di dare l’impressione che la famiglia cristiana sia stata trascurata nel nostro dialogo sinodale.

2. In questo senso, non dovrebbero mancare considerazioni che portano a verificare le diverse condizioni pastorali che sorgono in contesti differenti. Si pensi alla famiglia nell’ambito delle grandi città e metropoli, e quelle di piccoli paesi e villaggi. In questo contesto, sarebbe estremamente utile una riflessione anche sulla condizione degli anziani nella vasta gamma della loro situazione esistenziale. Il prolungamento dell’età sta creando situazioni di grave difficoltà che non dovrebbe trovare la Chiesa impreparata ma al contrario, lungimirante nel proporre impegni pastorali che rendano evidente la sua presenza e la sua vicinanza. Ci sono famiglie di anziani ridotte in povertà, anziani soli relegati lontano dalla famiglia originaria e famiglie di anziani ormai prive di speranza e con il solo desiderio della morte. Queste realtà ci interrogano e obbligano a una risposta credibile. Il nostro silenzio sarebbe dannoso.

3. Alcune tematiche del Sinodo presentano una oggettiva complessità che richiede un necessario approfondimento in grado di coinvolgere esperti della materia. La fretta di arrivare ad alcune conclusioni non sempre permette di ottenere il risultato sperato. Per questo è importante giungere a una visione coerente e unitaria della problematica senza cadere in prospettive unilaterali e privi del necessario supporto storico e teologico. Questo vale sia per le proposte di percorsi penitenziali sia per una corretta disanima della prassi propria alle Chiese ortodosse. Vedere in che modo si possono trasportare nella Chiesa latina richiede uno studio ponderato, una presentazione non conflittuale e una soluzione comune nella comunione.

4. Il testo finale dovrebbe necessariamente mostrare come vi sia una continuità nell’insegnamento del magistero in proposito. Il carattere pastorale di questo Sinodo, d’altronde, dovrebbe evidenziare ancora di più che non esiste una frattura tra la dottrina e la pastorale, ma che questa si fonda sulla prima e ne esprime la verità nella vita quotidiana della comunità cristiana. Come diceva s. Gregorio Magno: "L’impegno pastorale è la prova dell’amore". Proprio per questo è importante porre a fondamento il cuore stesso del Vangelo. Ciò comporta anche l’esigenza di evidenziare che siamo sempre dinanzi a uno sviluppo progressivo della dottrina. Questo è garanzia per la pastorale perché rimane dinamica e non cede alla tentazione di iniziative che, per dirla con Papa Francesco, esprimono un’accidia pastorale. Il vangelo della famiglia quindi ha bisogno di essere presentato in tutta la sua complessità ma anche con credibilità.

5. Una tematica sulla quale merita attirare la nostra attenzione è quella degli sposi che vivono una maternità o paternità ferita e che comunque accettano questa loro condizione. Si aprono però a una scelta di amore gratuito che diventa forma di adozione per quanti, non possedendo una loro famiglia, sono soli e abbandonati. Questa scelta permette, a tutti gli effetti di esprimere una famiglia vera che sa accogliere, che genera a nuova vita e che dona speranza per il futuro. Queste famiglie meritano una particolare attenzione. Abbiamo anche esempi di famiglie che hanno già figli e che comunque si aprono a una comunione di vita per quanti non hanno il dono di una loro famiglia naturale. Le forme di adozione e di affidamento sono da sostenere non solo a livello di proposta culturale che privilegia questa strada a quella più facile della maternità medicalmente assistita nelle sue differenti accezioni. Essa diventa anche un appello perché i governi ascoltino queste richieste e si rendano attivi sostenitori attraverso una legislazione che faciliti l’adozione piuttosto di impedirne l’accesso mediante forme burocratiche asfissianti.

6. E’ importante che il lavoro sinodale continui affermando che il matrimonio e la famiglia non sono in primo luogo un’esigenza etica, come spesso sembra emergere in diversi punti della Relatio, ma prima di tutto è una dimensione ontologica e sacramentale che sta a fondamento dell’orizzonte etico, non viceversa. In questo modo diventa più

7. Sembra che si abbia timore di esprimere un giudizio su diverse questioni che sono divenute ormai espressioni culturali dominanti. Questo non appare coerente con la missione profetica che la Chiesa possiede. E’ importante che il testo esprima al meglio il ruolo profetico che i Pastori e la comunità cristiana possiedono ben sapendo che non andiamo alla ricerca di un facile populismo che tutto assopisce e ovatta, ma che abbiamo la responsabilità di esprimere anche un giudizio che proviene dalla Parola di Dio. Ritornano significative in questo contesto le parole rivolte al profeta Ezechiele: "Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato" (Ez 3,17-19). Ciò diventa evidente soprattutto dinanzi a situazioni che sono assunte come una forma di de-istituzionalizzazione del matrimonio e della famiglia in forza di pretesi diritti individuali. Una semplice fenomenologia del dato non appare consona alla funzione profetica della Chiesa.

8. Una voce critica è bene che si faccia sentire anche su espressioni della cultura contemporanea che sono veicolate da internet. Nel contesto della formazione è bene che si accentui la raccomandazione perché le famiglie e le istituzioni valutino con la dovuta attenzione la nuova cultura che emerge da questi mezzi, il linguaggio che ne è stato assunto e le conseguenti forme comportamentali che ne derivano. Pensare che questo sia solo uno strumento non consente di valutare la reale nuova cultura che sta alla base e che condiziona fin dai primi anni di vita le giovani generazioni. E’ bene che si recuperi fortemente il rapporto interpersonale e per quanto riguarda la pastorale familiare si rinnovi la dinamica di un rapporto da famiglia a famiglia perché la debolezza di una possa trovare forza nel sostegno dell’altra.

[03042-01.02] [Testo originale: Italiano]

 

 

Relatio - Circulus Italicus "C"

Moderator: S.E. Mons. Angelo MASSAFRA, O.F.M.
Relator: Rev. P. Manuel Jesús ARROBA CONDE, C.M.F.

 

L’unità tematica tra questa e la prossima assemblea sinodale, nonché la novità che rappresenta la sostituzione delle Propositionescon una Relatio Synodi hanno indotto alla totalità dei padri del circolo a sollecitare chiarezza sulla natura del documento finale, esprimendola direttamente all’inizio del testo.

La maggior parte dei padri si è detta sorpresa della diffusione pubblica della Relatio post disceptationem; altri, consapevoli che questa è stata la prassi in precedenti assemblee sinodali, suggeriscono di evitarla nel futuro; non è mancato chi ha ritenuto positiva la diffusione, perché in linea con la franchezza che ha caratterizzato le manifestazioni alla stampa di tanti padri sinodali prima e, soprattutto, durante l’assemblea; sarebbe opportuno tornare alla prassi di pubblicare gli interventi dei singoli.

Come elemento generale e ricorrente, ciò che nel discernimento del circolo ha reso più difficile la formulazione di proposte prontamente condivise è stata la scelta sulla prospettiva di fondo da privilegiare oggi, trenta anni dopo il precedente sinodo sul tema, nell’annuncio rinnovato del Vangelo della Famiglia, in piena fedeltà rispetto ai suoi contenuti, ma anche al necessario progresso che esigono, per una trasmissione efficace del nucleo della fede, le mutate condizioni delle culture, delle differenti società e delle persone del nostro tempo.

Tale difficoltà ha segnato continuamente il dialogo e l’interscambio sui vari contenuti della Relatio, emergendo due sensibilità diverse, entrambe animate da identico zelo apostolico.

Una prima sensibilità parte dalla preoccupazione che il rinnovato annuncio del Vangelo della famiglia, per il linguaggio da utilizzare, gli accenti e la selezione delle tematiche, contribuisca involontariamente ad accentuare la mancata accoglienza integrale dei suoi contenuti. Questi padri, pur accettando che il profilo specifico del tema che investe questa assemblea straordinaria è quello delle sfide pastorali, ritengono imprescindibile che la Relatio ribadisca in maniera esplicita la dottrina su matrimonio, famiglia e sessualità, senza tentennamenti nell’avvalersi delle categorie di "peccato" e "adulterio" e "conversione" rispetto alle situazioni oggettivamente contrastanti con il Vangelo della famiglia. Gli stessi padri insistono sul fatto che usare eufemismi possa provocare malintesi tra i fedeli, soprattutto per distorte interpretazioni fatte da una parte della stampa non specializzata.

La seconda sensibilità parte dalla priorità che si ritiene debba essere attribuita al "desiderio di famiglia" seminato dal Creatore nel cuore di ogni persona, anche di quei fedeli che, per svariate ragioni, non lo vivono in piena coerenza con la Parola di Cristo. Poiché tra le ragioni di detta incoerenza si annoverano la mancata coscienza di peccato e i gravi condizionamenti culturali, questi padri ritengono necessario un linguaggio nuovo e incoraggiante, che nell’orientare verso la pienezza del messaggio evangelico, possa far leva sugli elementi positivi che di esso sono già presenti nelle esperienze familiari imperfette. Rispetto alle situazioni oggettive di peccato, gli stessi padri, senza venir meno all’annuncio della verità, muovono dalla convinzione che il Vangelo della misericordia sia una parte imprescindibile integrante la verità stessa e, di conseguenza, non possa essere ridotto all’osservanza di un mero atteggiamento pastorale sulle persone.

Nonostante queste due differenti sensibilità, i padri del circolo si sono sforzati molto seriamente per compiere un discernimento in grado di produrre formulazioni il più condivise possibile, accogliendo gli uni le indicazioni degli altri, soprattutto in merito a possibili lacune del testo proposto e, non di rado, rinunciando ad alcuni concetti problematici, pur di salvaguardare i contenuti. Di ciò è prova il fatto che la maggior parte dei modi, pur oggetto di accese discussioni, sono stati votati in maniera unanime, specialmente quelli riferiti alla prima e seconda parte della Relatio.

Vengono ora indicati sinteticamente gli aspetti generali e alcuni più specifici che sono stati oggetto di speciale discernimento nel circolo su ciascuna delle tre parti del testo.

 

Introduzione

 

Una buona parte dei padri, nell’analizzare il testo dell’introduzione al documento, segnalò l’esigenza di utilizzare formule che lascino fuori dubbio sin dall’inizio che l’unico modello di famiglia che corrisponde alla dottrina della Chiesa è quello fondato sul matrimonio tra uomo e donna. L’indicazione fu accolta prontamente.

 

Prima parte

 

Quale aspetto di portata generale emerso nella riflessione sulla prima parte del documento, il circolo segnalò la necessità di indicare in modo più efficace e dettagliato la portata culturale che possiede la crisi della famiglia e i suoi principali effetti.

Sul punto si è votato all’unanimità un modo in cui si manifesta la pericolosa rottura del nesso matrimonio-famiglia-vita, in forza di una esagerata esaltazione dell’individuo, cui si riconosce la possibilità di ricomporre la triade a proprio piacimento, col paradossale risultato di rendere i singoli più deboli e soli, e le società più fragili (proprio perché de-familiarizzate).

La permanenza di un generalizzato desiderio di famiglia rende impensabile sradicarla dalla normale esperienza, seppure gli elementi di crisi manifestano la necessità di favorire modelli di famiglia attenti alla qualità delle relazioni tra i coniugi e tra questi e i figli, nonché ai rapporti e alla sinergia di azione tra le famiglie.

Come contributi più specifici al testo di questa prima parte il circolo ha ritenuto di annoverare, tra le difficoltà pastorali, la mancata conoscenza della dottrina sulla famiglia e l’insufficiente attenzione che riescono a prestare le strutture pastorali abituali alle esperienze di vita e di fede che incombono sulle famiglie concrete.

 

Seconda parte

 

Il contributo di portata più generale che il circolo ha ritenuto di dover offrire, rispetto alla seconda parte del testo della Relatio, è stato la menzione espressa della dottrina, come alcuni padri richiamavano. Essendo oggetto specifico di questa parte "Lo sguardo verso Cristo" e il "Vangelo della famiglia", sono stati inclusi in maniera esplicita alcuni testi della Scrittura e del Magistero che presentano il modello ideale di matrimonio e famiglia. Di conseguenza, si è proposta la riordinazione dei numeri di questa parte, senza incidere radicalmente nella struttura del documento. Si è incluso un numero che, rispetto alle convivenze e alle nuove unioni dopo un fallimento, allude in maniera espressa e chiara all’incoraggiamento e alla conversione verso la costituzione o ricostituzione del nucleo familiare, coerentemente col Vangelo.

Alcuni contenuti specifici di questa parte sono risultati oggetto di un confronto più difficile: la "chiave ermeneutica" di Lumen Gentium8 proposta come possibile analogia per le situazioni di famiglia; il tema della legge della gradualità; la questione del grado di comunione con la Chiesa delle persone coinvolte in situazioni irregolari. Sul primo e il terzo concetto si sono addotte le difficoltà che potrebbe comportare il loro utilizzo da un punto di vista ecumenico; sul secondo, il rischio di tramutare la legge della gradualità in gradualità della legge.

Dopo un intenso dialogo, anche i padri più convinti della bontà dei riferiti concetti, hanno ritenuto preferibile che non siano utilizzati nel testo.

 

Terza parte

 

La riflessione sulle prospettive pastorali della terza parte è stata più lunga e articolata circa quelle proposte che comportano qualche evoluzione della disciplina attuale rispetto ai fallimenti matrimoniali. Tuttavia, l’aspetto generale più degno di nota é l’apprezzamento che i Padri hanno subito manifestato sui numeri in cui si snoda la scelta di fondo più generale: "ripartire dalla famiglia" nell’intera azione pastorale convinti che il Vangelo della famiglia rappresenti occasione privilegiata per l’annuncio dei contenuti essenziali del Vangelo nel mondo di oggi.

La scelta é speculare alla portata culturale della crisi che i padri del circolo hanno ritenuto di approfondire nella prima parte. In effetti, la famiglia è scuola di umanità, perché scuola di amore nella vita e nella crescita della persona, grazie alle relazioni che il matrimonio richiede fra i coniugi e fra genitori e figli. E’ scuola di socialità, perché sostiene la persona nello sviluppo delle sue capacità al servizio della società. E’ grembo di vita ecclesiale, che educa a vivere nella comunione della Chiesa e ad essere protagonisti attivi in essa. E’ infine scuola di santificazione, in cui si esercita e si alimenta il cammino di santità dei coniugi e dei figli, deve essere un vivaio speciale di vocazioni alla vita sacerdotale e consacrata. Per queste ragioni la Chiesa annuncia il valore e la bellezza della famiglia e con ciò rende un servizio decisivo a un mondo che implora di essere rischiarato dalla luce della speranza.

Al riguardo, i padri hanno segnalato alcuni aspetti più specifici per arricchire le proposte formulate nel testo: una menzione espressa sui movimenti familiari; un numero apposito sulle adozioni; un invito a studiare nuove presenze in campo educativo; un ritorno ai testi dell’instrumentum laboris circa le unioni omosessuali; un appello alle istituzioni per promuovere politiche in favore della famiglia.

Sull’evoluzione della disciplina il circolo si è pronunciato in modo unanime sulla necessità di studiare l’ampliamento dell’esercizio dellaPotestas Clavium e le condizioni per trattare con procedura giudiziale extraordinaria le cause che non richiedano un giudizio ordinario; si chiede ai vescovi di avviare una pastorale giudiziale accurata, preparando sufficienti operatori, chierici e laici.

Sull’accesso dei divorziati ai sacramenti il circolo ha votato una proposta, approvata per maggioranza dei voti, che apre tale possibilità in condizioni precise ed in momenti definiti della vita ecclesiale e familiare, valorizzando il significato dell’eucaristia come sacramento per la crescita nella vita cristiana, tenendo ferma la dottrina sull’indissolubilità coniugale.

Alcuni padri hanno ritenuto vincolante la disciplina attuale e altri non sufficientemente maturo lo studio sul fondamento teologico che consente l’evoluzione.





[Modificato da Caterina63 17/10/2014 16:50]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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