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La Cattedrale di San Pietro a Venezia

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2014 13:52
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      La Cattedrale di San Pietro a Venezia



 

(cliccate sulle immagini per ingrandirle)

Imboccando a destra salizada Streta, dopo qualche decina di metri, sempre a destra, calle larga de Castelo vi condurrà, attraverso ponte de San Piero, sull’isola di San Pietro di Castello, dove dinnanzi a voi, in campo San Piero, si staglia l’imponente chiesa di San Pietro di Castello, che fu cattedrale di Venezia fino al 1807, anno in cui il titolo passò a quella di San Marco. 

Purtroppo, a causa della sua posizione posta fuori dal tragitto turistico, sono pochi coloro che, venendo a Venezia, riescono a visitare questo luogo suggestivo per fede, storia e tradizione, ed è per questo che vogliamo raccontarvi e documentare con immagini - seppur brevemente - questa amabile testimonianza.

 

All’interno del tempiosi trova il suggestivo trono di San Pietro, sul quale, secondo la tradizione popolare, si sarebbe seduto l’apostolo nel corso della sua lunga permanenza ad Antiochia.

Secondo una leggenda locale il trono di San Pietro fu usato come sicuro nascondiglio per il Sacro Graal (il calice da cui bevve Cristo) durante il suo trasferimento in Europa dalla fortezza iraniana di Takht-I-Sulai- man (trono di Salomone).

Il grande seggio contenente la preziosissima reliquia venne affidato dai Sufi (i mistici dell’Islam) a Federico II per tramite di alcuni crociati teutonici. Federico II avrebbe poi custodito il sacro calice nel castello ottagonale di Casteldelmonte, in Puglia.

A memoria di quell’incredibile ritrovamento, il portale del duomo di Bari reca una immagine di Re Artù con l’indicazione stilizzata del nascondiglio.

Quanto al trono, giunse a Venezia più tardi e di esso si sa che il dossale è formato da una stele funeraria musulmana, decorata su entrambi i lati con motivi arabi e versetti del Corano.

 

Entrando nella Chiesa, alla vostra destra, si trova l'Altare di San Pietro:

due colonne in rosso di fiandra si ergono verso il cielo con ai lati due statue marmoree raffiguranti i Profeti Isaia e Geremia. La pala centrale, opera di Marco Basaiti, XV sec. raffigura San Pietro in Cattedra con i Santi Nicolò, Andrea, Jacopo e Antonio.

Qui accanto la cattedra marmorea di Antiochia di San Pietro - il grande seggio  detto trono di San Pietro -, dono di Michele Paleologo imperatore d'Oriente al Doge Pietro Gradenigo; è costituito da vari pezzi marmorei (vedere anche foto dell'album in fondo).

Lo schienale era una stele funeraria musulmana decorata con versetti del Corano e iscrizioni in caratteri cufici.

Traduzione dall'arabo cufico dell'iscrizione scolpita sullo schienale della "cattedra di San Pietro":

Corano, Sura III, vv. 192-194

O Signore! Dacci quel che Tu ci promettesti, per bocca dei Tuoi Messaggeri, e non ci svergognare nel giorno della risurrezione.

Corano Sura XXIII, v. 118

E Tu perdona! Abbi pietà! Tu sei dei pietosi il migliore!

 

Sull’isola, originariamente chiamata Olivolo per la presenza di numerosi uliveti, o forse per la sua forma simile a un’oliva, si insediarono i primi gruppi di abitanti che fondarono la confederazione di isole da cui ebbe inizio la storia millenaria della Serenissima.

Se siete fortunati, e il periodo è quello giusto, potreste imbattervi nella tradizionale festa di San Pietro di Castello, o in una delle piacevoli iniziative che gli abitanti del sestiere organizzano nel corso del Carnevale, che tra gennaio e febbraio impazza per tutta la città.

Quando i Patriarchi lasciarono questo luogo per stabilirsi a San Marco, i parroci che li succedettero occuparono da subito una delle case che sorgono a sinistra della chiesa.

Torniamo alla con-cattedrale

La Basilica di San Pietro Apostolo, sorge sull’isola “Olivolo” o di Castello, una delle prime isole rialtine ad essere abitate e che, insieme a Rivoalto, Gemini, Luprio, Canaleclo e Dorsoduro formarono l’antichissima confederazione delle isole dell’Estuario quando Venezia non era ancora città.

Mentre fu detta di Castello da un castello che il doge Pietro Tribuno vi costruì per la difesa della città.

Sin dal settimo secolo, sorse sull’isola un tempio dedicato ai SS. Sergio e Bacco edificato a spese della nobile famiglia Samacali, che si chiamò poi Caotorta.

Nell’ottavo secolo, al posto di questo tempio, fu eretta la Chiesa di San Pietro, che da allora acquistò sempre più importanza nella vita religiosa della città di Venezia: fu prima sede di Vescovado, poi nel 1451 Papa Nicolò V attribuì al Vescovo di Castello Lorenzo Giustiniani (il cui corpo è tuttora conservato nella Basilica) anche la carica di Patriarca di Grado e da allora la Cattedrale di San Pietro fu sede del Patriarcato di Venezia, rimanendolo fino al 1807, quando il titolo passò a San Marco, fino allora Cappella particolare del doge.

La chiesa nel corso dei secoli subì svariati lavori di ampliamento e modifica, anche a causa dei numerosi incendi che la colpirono; della vecchia chiesa gotica non si è salvato nulla; l’attuale basilica si deve al progetto di Andrea Palladio, realizzato però, anni dopo e con varianti, dal suo discepolo Francesco Smeraldi, detto “Fracà”, mentre la sistemazione interna è opera di Giovanni Girolamo Grapiglia.

L’opera segna il passaggio fra il ’500 e il ’600: alla struttura tipicamente Palladiana come lo testimoniano le quattro grosse colonne corinzie in facciata, la trabeazione a forte rilievo, il timpano maggiore e la sovrastruttura orizzontale, si affianca la fantasia pittorica del barocco veneziano.

 

FACCIATA (vedere foto album)

La facciata presenta il caratteristico schema palladiano con i timpani laterali spezzati e timpano centrale con chiusura orizzontale; all’interno del timpano le simboliche chiavi incrociate non con la tiara ma con la Croce a doppie braccia in uso nella Chiesa Orientale (detta poi, dopo lo scisma, Ortodossa).

Breve Guida alla Visita

La Chiesa è a croce latina a tre navate con copertura a crociera, una grandiosa cupola è sostenuta da quattro archi su robusti pilastri con capitelli corinzi. La navata centrale termina con un profondo presbiterio; le due cappelle in fondo alle navate laterali ed il transetto hanno copertura a botte.

Durante i lavori del XVII secolo, per volere del Card. Francesco Vendramin, venne aggiunta una cappella al termine del braccio sinistro del transetto, attigua alla cappella Landò, preesistente alla chiesa stessa.

Degne di nota due grandi tele ai lati della porta principale: a destra Cena di Gesù con i suoi Discepoli, pittura di scuola veneziana di Jacopo Beltrame, 1618 circa, a sinistra Cena della Pasqua Ebraica con Gesù e i Dodici.

 

Il Presbiterio

Imponente e maestoso è il Presbiterio con l'Altare Maggiore - opera di Baldassarre Longhena (1649) costruito da Clemente Moli - nel quale si conservano le spoglie del primo Patriarca di Venezia San Lorenzo Giustiniani (1380 + 1455), dietro l'Altare Maggiore si trovano anche le tombe dei tre Patriarchi: Giovanni Tiepolo (al centro), Alviso Foscari (a sinistra) e Alvise Sagredo (adestra).

Sotto l'imponente organo costruito nel 1754 da Pietro Nacchini, giace il corpo della Beata Giuliana Giustiniani, nipote del Santo Patriarca.

 

Ai due lati del Presbiterio si ergono le due Cappelle laterali: una è la Cappella del Santissimo Sacramento, l'altra è la Cappella della Croce.

Sotto l'altare della Cappella della Croce troviamo il corpo di San Giovanni Duce di Alessandria e sopra l'altare la spettacolare Croce bizantina, in rame a sbalzo su legno datata al XIV secolo (altre immagini le trovate nell'album fotografico).

Notevoli ed imponenti le due tele laterali dedicate alla Santissima Croce. Sul soffitto si lascia pregustare San Carlo Borromeo nella gloria di Dio.

 

Eretta dal Vescovo Marco Lando nel 1425 troviamo, sul lato sinistro, la Cappella di Ognissanti.

Qui si conserva ancora una predella originale dell'altare precedente, in mosaico, del II secolo.

Subito dopo la spettacolare Cappella Vendramin.

La Cappella è dedicata alla Madonna del Carmine intenta a prelevare le Anime dal Purgatorio.

La Cappella è dedicata al Patriarca di Venezia Francesco Vendramin (Venezia, 10 ottobre 1555 – Venezia, 7 ottobre 1619) nella quale si ergono otto statue marmoree atte a descrivere le virtù testimoniate dal Patriarca: ingegno, agricoltura e astronomia, generosità e poesia, fermezza, virtù e umile teologia.

 

Suggestivo l'Altare dedicato a Maria Santissima Immacolata e Assunta.

La statua proviene dalla Chiesa del Corpus Domini soppressa nell'era napoleonica. In marmo greco la statua realizzata da G. M. Morlaiter (1699-1782) è stata trasportata nella cattedrale di San Pietro dalla Scuola Grande di Carità.

 

 

Seguono ora alcune immagini che il sito Cooperatores Veritatis ha scattato per voi cliccare qui per vederle













Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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