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NOVENE A GESU BAMBINO dal 16 dicembre

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2014 17:07
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13/12/2014 17:05
 
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NOVENA DI NATALE: 1° GIORNO LA VENUTA DEL SIGNORE


16     dicembre


Liturgia della parola: Sir 48,1-4.9-11; Sal. 79; Mt 17, 10-13


+ Deus, in adiutòrium meum intende.Domine, ad adiuvandum me festina.


Dio, volgiti in mio aiuto.  Signore, affrettati a soccorrermi. (Salmo 69,2)


In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.


Amen.


- Canto delle profezie (vedi sopra)


Benedetto XVI ci dice che:


"Come nella storia dell'umanità vi è al centro il primo avvento di Cristo e alla fine il suo ritorno glorioso, così ogni esistenza personale è chiamata a misurarsi con lui — in modo misterioso e multiforme — durante il pellegrinaggio terreno, per essere trovata « in lui » al momento del suo ritorno" (Omelia, 26.11.05).


La domanda su Elia


"Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: « Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro ». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista..." (Mt.17,10-13)


Con Benedetto XVI meditiamo:


"Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? (Mt 17,10-13)


Dobbiamo domandarci: che cosa vuol dire venuta dal Signore? In greco è « parusia », nel latino « adventus »: « avvento », « venuta ». Che cos'è questa venuta? Ci coinvolge oppure no?... Questa venuta è singolare: «la» venuta del Signore. E tuttavia non c'è soltanto l'ultima venuta alla fine dei tempi: in un certo senso il Signore desidera sempre venire attraverso di noi. E bussa alla porta del nostro cuore: sei disponibile a darmi la tua carne, il tuo tempo, la tua vita? E' questa la voce del Signore, che vuole entrare anche nel nostro tempo, vuole entrare nella vita umana tramite noi. Egli cerca anche una dimora vivente, la nostra vita personale. Ecco la venuta del Signore. Questo vogliamo di nuovo imparare nel tempo dell'Avvento: Il Signore possa venire anche tramite noi" (Omelia, 26.11.05).


( si faccia qualche minuto di silenzio per interiorizzare quanto si è letto e ascoltato)


Antifona al Magnificat del 1° giorno


[forma classica latina e italiana come preferite]


- Ecce Rex veniet, Dominus terrae, et ipse auferet iugum captivitatis nostrae.


- Ecco, verrà il Re, Signore della terra, che toglierà il giogo della nostra schiavitù.


- si dice il Magnificat (vedi sopra) e alla fine si ripete l'antifona


- alla fine della preghiera, ogni giorno, si dica questa giaculatoria:


- Gesù Bambino, Amor Divino, Verbo incarnato, ricordati di me che mi hai creato;


- Gesù Bambino, Eterna Sapienza, infondi nel mio cuore umiltà, carità ed obbedienza;


- Gesù Bambino, sguardo d'Amore, col tuo Cuor per me lacerato, vieni a nascere nel mio cuore.


- Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen


In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.




 

NOVENA DI NATALE: 2° GIORNO UN DIO DAL VOLTO UMANO

17     dicembre

Liturgia della parola: Sof 3,14-18a; Cant. Is 12; Fil 4,4-7; Lc. 3,10-18

+ Deus, in adiutòrium meum intende.Domine, ad adiuvandum me festina.

Dio, volgiti in mio aiuto.  Signore, affrettati a soccorrermi. (Salmo 69,2)

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.

Amen.

- Canto delle profezie (vedi sopra)

Papa Benedetto ci dice che:

"Essere discepoli di Giovanni Battista vuol dire essere uomini che cercano, che condividono la speranza d'Israele, che vogliono conoscere più da vicino la parola del Signore, la realtà del Signore presente; vuol dire essere anche noi uomini di fede e di speranza" (cfr. Catechesi, 14.6.06).

La predicazione di Giovanni Battista

Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». (..) « E noi che dobbiamo fare? ». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe». (..) Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile ». Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.

Con Benedetto XVI meditiamo:

"Annunziava al popolo la buona novella (Lc. 3, 10-18)

Il Nuovo Testamento è veramente «Vangelo», la « Buona Notizia » che ci porta gioia. Dio non è lontano da noi, sconosciuto, enigmatico, forse pericoloso. Dio è vicino a noi, così vicino che si fa bambino, e noi possiamo dare del « tu » a questo Dio... C'è il vero Dio e questo vero Dio è buono, ci ama, ci conosce, è con noi, con noi fino al punto di essersi fatto carne! Questa è la grande gioia che il cristianesimo annuncia. Conoscere questo Dio è veramente la «buona notizia», una parola di redenzione" (Omelia, 18.12.05).

( si faccia qualche minuto di silenzio per interiorizzare quanto si è letto)

Antifona al Magnificat del 2° giorno

O Sapientia, quae ex ore Altissimi prodisti, attingens a fine usque ad finem, fortiter suaviterque disponens omnia: veni ad docendum nos viam prudentiae.

O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza.

- si dice il Magnificat (vedi sopra) e alla fine si ripete l'antifona

- alla fine della preghiera, ogni giorno, si dica questa giaculatoria:

- Gesù Bambino, Amor Divino, Verbo incarnato, ricordati di me che mi hai creato;

- Gesù Bambino, Eterna Sapienza, infondi nel mio cuore umiltà, carità ed obbedienza;

- Gesù Bambino, sguardo d'Amore, col tuo Cuor per me lacerato, vieni a nascere nel mio cuore.

- Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.

 

NOVENA DI NATALE: 3° GIORNO IN SILENZIO

18     dicembre

Liturgia della parola: Ger 23,5-8; Sal. 71; Mt 1,18-24

+ Deus, in adiutòrium meum intende.Domine, ad adiuvandum me festina.

Dio, volgiti in mio aiuto.  Signore, affrettati a soccorrermi. (Salmo 69,2)

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.

Amen.

- Canto delle profezie (vedi sopra)

Papa Benedetto ci dice che:

"La grandezza di san Giuseppe, al pari di quella di Maria, risalta ancor più perché la sua missione si è svolta nell'umiltà e nel nascondimento della casa di Nazaret. Del resto, Dio stesso, nella Persona del suo Figlio incarnato, ha scelto questa via e questo stile nella sua esistenza terrena" (Angelus, 19.3.06).

Il sogno di Giuseppe

"Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: « Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati ». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa".

Con Benedetto XVI meditiamo:

"Giuseppe, figlio di Davide, non temere (Mt 1,18-24) Il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore e che guida ogni sua azione. Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all'unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con la vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza. Non si esagera se si pensa che proprio dal « padre » Giuseppe Gesù abbia appreso — sul piano umano — quella robusta interiorità che è presupposto dell'autentica giustizia, la « giustizia superiore », che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr. Mt 5,20). Lasciamoci « contagiare » dal silenzio di san Giuseppe! Ne abbiamo tanto bisogno in un mondo spesso troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l'ascolto della voce di Dio" (Angelus, 18.12.05).

( si faccia qualche minuto di silenzio per interiorizzare quanto si è letto)

Antifona al Magnificat del 3° giorno

O Adonai, et Dux domus Israel, qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti et ei in Sina legem dedisti: veni ad redimendum nos in brachio extento.

O Signore, guida della casa d'Israele che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto, e sul monte Sinai gli hai dato la legge: vieni a liberarci con braccio potente.

- si dice il Magnificat (vedi sopra) e alla fine si ripete l'antifona

- alla fine della preghiera, ogni giorno, si dica questa giaculatoria:

- Gesù Bambino, Amor Divino, Verbo incarnato, ricordati di me che mi hai creato;

- Gesù Bambino, Eterna Sapienza, infondi nel mio cuore umiltà, carità ed obbedienza;

- Gesù Bambino, sguardo d'Amore, col tuo Cuor per me lacerato, vieni a nascere nel mio cuore.

- Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.

 

NOVENA DI NATALE: 4° GIORNO CREDERE

19     dicembre

Liturgia della parola: Gdc 13,2-7.24-25a; Sal. 70; Lc. 1,5-25

+ Deus, in adiutòrium meum intende.Domine, ad adiuvandum me festina.

Dio, volgiti in mio aiuto.  Signore, affrettati a soccorrermi. (Salmo 69,2)

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.

Amen.

- Canto delle profezie (vedi sopra)

Papa Benedetto ci dice che:

"Dio si nasconde nel mistero: pretendere di comprenderLo significherebbe volerlo circoscrivere nei nostri concetti e nel nostro sapere e così irrimediabilmente perderlo. Mediante la fede, invece, possiamo aprirci un varco attraverso i concetti, perfino quelli teologici, e possiamo «toccare» il Dio vivente. E Dio, una volta toccato, ci trasmette immediatamente la sua forza (Discorso, 26.5.06).

L'annunzio della nascita di Giovanni Battista (Lc. 1,5-25)

Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all'angelo: « Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni ». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo ». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: « Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini ».

Con Benedetto XVI meditiamo:

"Ed ecco sarai muto... perché non hai creduto alle mie parole (Le 1,20)

Credere vuol dire prima di tutto accettare come verità ciò che la nostra mente non comprende fino in fondo. Bisogna accettare ciò che Dio ci rivela su se stesso, su noi stessi e sulla realtà che ci circonda, anche quella invisibile, ineffabile, inimmaginabile. Questo atto di accettazione della verità rivelata allarga l'orizzonte della nostra conoscenza e ci permette di giungere al mistero in cui è immersa la nostra esistenza.

Un consenso a tale limitazione della ragione non si concede facilmente. Ed è proprio qui che la fede si manifesta nella sua seconda dimensione: quella di affidarsi ad una persona — non ad una persona ordinaria, ma a Cristo.

È importante ciò in cui crediamo, ma ancor più importante è Colui a cui crediamo" (Omelia, 28.5.06).

( si faccia qualche minuto di silenzio per interiorizzare quanto si è letto)

Antifona al Magnificat del 4° giorno

O Radix lesse, qui stas in signum populorum, super quem continebunt reges os suum, quem gentes deprecabuntur: veni ad liberandum nos, iam noli tardare.

O Germoglio di lesse, che ti innalzi come segno per i popoli, tacciono davanti a te i re della terra, e le nazioni t'invocano: vieni a liberarci, non tardare.

- si dice il Magnificat (vedi sopra) e alla fine si ripete l'antifona

- alla fine della preghiera, ogni giorno, si dica questa giaculatoria:

- Gesù Bambino, Amor Divino, Verbo incarnato, ricordati di me che mi hai creato;

- Gesù Bambino, Eterna Sapienza, infondi nel mio cuore umiltà, carità ed obbedienza;

- Gesù Bambino, sguardo d'Amore, col tuo Cuor per me lacerato, vieni a nascere nel mio cuore.

- Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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