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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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La Dottrina non è mai barattabile......

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2015 11:01
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05/01/2015 12:43
 
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  LA DOTTRINA NON E' MAI BARATTABILE



  Finalmente è arrivata. È arrivata come dono natalizio quasi inatteso, tanto la si è aspettata. È arrivata come benefico dono per chi ne vuole approfittare. Che cosa è arrivata, direte voi? ma l'edizione in lingua italiana de “La Riforma Liturgica Anglicana” di Michael Davies!
 
  In questi anni ne abbiamo dato ampi stralci su questo bollettino e sul nostro blog, ma mancava la pubblicazione completa della traduzione italiana. Ora, grazie a Dio, c'è.
 
  Questo primo editoriale dell'anno vuole essere semplicemente un sentito invito, perché molti prendano in mano questa bella opera e si immergano nella sua lettura. Lo facciamo con calda decisione, perché per noi fu fondamentale l'incontro con le pagine di Davies. Non possiamo dire che costituirono l'unica motivazione del nostro passaggio al rito antico, ma certamente contribuirono a rischiararne definitivamente le ragioni.
 
  Sì, perché di ragione si tratta. Nel Cattolicesimo ci si muove per delle ragioni, si decide, si sceglie e si opera in un senso o in un altro per delle ragioni, che l'intelligenza illuminata dalla Grazia riconosce. Non è il sentimento o il gusto personale che determinano l'agire, ma la ragione. Ecco perché nella Chiesa non si sacrifica mai la Dottrina. Non c'è divario tra Dottrina e Santità, tra Dottrina e Carità, tra Dottrina e Preghiera, tra Dottrina e Fede! Il neo- modernismo popolare di oggi, di bassissimo livello, ha introdotto di fatto questo divario, per cui molti dicono che importante è vivere bene; non importa come e cosa credi, non è importante la dottrina. C'è, nel vissuto della Chiesa di oggi, una disistima della Dottrina, a favore del fare esperienza di fede: ma come si può fare esperienza vera di Dio se, disistimando la Dottrina, ci si riduce a vivere “cose religiose” disancorate dalla Rivelazione di Dio?
 
  Perdonate la digressione, ma è solo per ribadire che nel testo di Davies vi sono offerte, in modo chiaro e sintetico, le ragioni per compiere passi decisivi verso la Tradizione. Lo diciamo ancora una volta, dopo averlo ripetutamente scritto su queste pagine: l'abbandono della retta fede, l'abbandono dell'unità cattolica, la perdita del sacerdozio e dei sacramenti, non sempre avviene in modo immediato ed esplicito, può avvenire subdolamente e gradatamente, a causa di graduali riforme del rito della Messa e degli altri sacramenti; e queste graduali e subdole riforme non dichiareranno mai qualcosa di esplicitamente eretico, ma taceranno sempre più aspetti fondamentali del dogma cattolico. E cosa capiterà ai cristiani, che per amore di tranquillità non rifiuteranno in modo chiaro questo processo di decadenza? Capiterà una graduale trasformazione della loro fede, così graduale da non avvedersene. Non se ne accorgeranno! Sicuri della loro volontà di restare cattolici, ma non mossi dalle ragioni, cioè non vigilando intellettualmente, con la ragione, sulla Dottrina, non si accorgeranno nel tempo di essersi trasformati, fino a diventare un'ombra di quello che erano. Prima erano semplicemente cattolici, poi diventeranno vagamente religiosi, regredendo fino ad una religione naturale, al naturalismo; sperando che non perdano del tutto la fede in Dio.
Se non ci sono le ragioni, questo e altro può capitare!
 
  Fu il caso dell'Inghilterra dopo lo scisma, lo sapete bene... e se non lo sapete ancora, leggete Davies. Fu il caso dell'Inghilterra, ma sarà solo il suo caso? Questo lo si deve capire con la ragione fortificata dalla grazia.
 
  Per questo vi invitiamo a leggere “La Riforma Liturgica Anglicana”. Ma, leggendo, cerchiamo di cogliere la logica di questo grande lavoro di Davies. Non cerchiamo solo qualche notizia che solletichi la nostra passione per la Tradizione o il nostro scandalo per le innovazioni.
 
  No, cerchiamo la logica che guida questa illuminante indagine: la Dottrina comanda nella Fede. Non si può sperare di restare cattolici, di permanere nella grazia, senza mantenere la retta Dottrina. Per questo la Chiesa con il suo Magistero, nei secoli, ha difeso e diffuso la retta Dottrina; per questo ha fatto i catechismi; per questo ha tanto lavorato perché il popolo non rimanesse nell'ignoranza, ma conoscesse la Rivelazione di Dio. Ma, ancora prima, per questo, rivelandosi, Dio ha parlato alla ragione degli uomini!
 
  La Dottrina prevale sempre, non è mai sostituibile, non è barattabile con altro, neanche con ciò che sembra santo e spirituale, ma che, se non è dottrinalmente sano, santo non è in verità. Non ci può essere preghiera gradita a Dio che non rispetti la Dottrina cattolica, che scaturisce dalla Rivelazione di Dio. Non ci può essere nessuna azione santa, gradita a Dio, nessuna opera santa nella Chiesa, che taccia o ometta qualche aspetto della Dottrina cattolica! E questo è vero anche nell'azione per eccellenza, nell'opera per eccellenza, che è la Santa Messa.
Questo è vero per tutti.
 
  Per quelli che si modernizzano facilmente, sempre preoccupati di non restare indietro con i tempi, per i cattolici che amano il moderno, per intenderci.
 
  Ma è vero, verissimo, anche per i conservatori, che brontolano sulle novità che li turbano, ma che, non andando a cercare le ragioni del loro turbamento, non facendo un lavoro serio sulla Dottrina, restano deboli. E siccome non si può vivere tutta la vita brontolando, presto o tardi si adattano alle riforme ambigue, illudendo se stessi che non cambieranno mai la loro fede. E mentre si illudono, si sono già adattati a molte ambiguità.
 
  Allora, buona lettura dell'opera di Davies; buon lavoro per scoprire le ragioni dell'amore alla Tradizione.
 
  E ricordiamo sempre che la Dottrina non è mai barattabile.






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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15/03/2015 10:57
 
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  Il Cardinal Müller: gettare le fondamenta per un ritorno al Magistero


 

Don Pio Pace su Rorate Caeli dell'11 marzo [qui].

Dio permette il male solo affinché da esso possa sorgere un bene più grande.
L’immenso disordine delle assemblee del Sinodo sulla Famiglia ha fatto scaturire bellissime professioni di fede da parte di prelati di alto rango, che sono segni di speranza per il futuro della Chiesa.

 
Il giornale francese di estrema sinistra Golias ha rimarcato con allarme il “pericolo” che uomini come Cañizares, Burke, Müller, Ranjith, Ouellet, Sarah ed altri “giovani” cardinali (di circa 65 anni d’età) rappresentano dal loro punti di vista, vale a dire dalla prospettiva di un’ulteriore liberalizzazione della costituzione della Chiesa, menzionando anche alcuni ultrasettantenni, tra cui Scola, Caffarra e Pell.

Per esempio, Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, uno dei cardinali che figura tra gli autori del libro Rimanere nella Verità di Cristo insieme ai colleghi Brandmüller, Burke, Caffara e De Paolis, ha appena reso pubblica una conferenza che ha tenuto lo scorso 13 gennaio ad Esztergom, in Ungheria, sulla Natura teologica delle Commissioni Dottrinali[delle Conferenze Episcopali] e il ruolo dei vescovi come Dottori della Fede [qui].
 
In modo alquanto ratzingeriano [anche a me pare evidente -ndr] (fa riferimento al motu proprioApostolos Suos di Giovanni Paolo II), Müller mette ogni cosa al suo posto: distingue tra il potere supplementare delle conferenze episcopali e dei loro organi – come per esempio le commissioni dottrinali incaricate dell’armonizzazione tra le varie orientazioni pastorali – e il diritto divino dei successori degli apostoli, di natura alquanto diversa, che li costituisce come dottori della fede e guardiani delle loro chiese particolari, allo stesso tempo in cui essi si prendono cura dell’intera Chiesa, in comunione col Pastore Supremo.
 
Il seguente passo sul Magistero del Supremo Pontefice ha richiamato molto l’attenzione a Roma:
Nelle sue “Considerazioni” del 1998 sul primato del Successore di Pietro, la Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che “il Romano Pontefice è — come tutti i fedeli — sottomesso alla Parola di Dio, alla fede cattolica ed è garante dell’obbedienza della Chiesa e, in questo senso, servus servorum Dei. Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all'uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; in altri termini, la episkopèdel Primato ha i limiti che procedono dalla legge divina e dall'inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione. Il Successore di Pietro è la roccia che, contro l’arbitrarietà e il conformismo, garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio.
Il Cardinal Robert Sarah, nuovo Prefetto della Congregazione per il Culto Divino è sulla stessa lunghezza d’onda nel suo libro-intervista che è stato pubblicato in Francia nei giorni scorsi: O Dio o niente (Dieu ou rien, Fayard). Il sottotitolo dell’opera – “Conversazioni sulla fede” – è tutto un programma... L’organizzazione delle parole del Cardinale sulla liturgia – curata da Nicolas Diat – è notevole: Robert Sarah presenta un racconto molto dettagliato e commovente della sua vita, fa mostra della sua solida teologia e delle sue alte aspirazioni spirituali per i sacerdoti e per i pastori della Chiesa. Il tono del vescovo africano, che ha rischiato la vita più di una volta, raggiunge un livello solenne quando parla dell’ideologia relativista occidentale alla quale alcuni vogliono sacrificare il messaggio di Cristo, specialmente per quanto riguarda temi come il matrimonio e la famiglia. Il tutto – come va di moda adesso – costellato da accattivanti citazioni di Papa Francesco.
 
L’8 febbraio, L’Osservatore Romano ha pubblicato un articolo del Cardinal Müller, intitolato “Sgombrare il Tempio” (sul sito del Vaticano: “Criteri teologici per una riforma della Chiesa e della Curia romana”) [qui]. Müller dimostra che le riforme tradizionali della Chiesa sono spirituali, non politiche. La riforma della Curia deve essere a questo proposito esemplare: la sua struttura organizzativa e il suo funzionamento devono essere concepiti come subordinati alla missione specifica del Successore di Pietro, “il principio perpetuo e visibile e il fondamento dell’unità” (Lumen Gentium, 23).
La Curia non è “un livello intermedio tra il Papa e i vescovi”, ed è bensì intimamente vincolata alla sua missione di governo pastorale del gregge dei fedeli. In base a questo principio, il Cardinale esclude l’integrazione tra il Sinodo dei Vescovi e la Curia: “Il Sinodo dei Vescovi, le Conferenze Episcopali e le varie associazioni di chiese particolari appartengono a una categoria teologica diversa  da quella della Curia Romana”.
Si tratta di una critica diretta al concetto – formatasi all’interno della commissione del cardinalato incaricata di proporre riforme alla Curia – che suggerisce l’inclusione di una sorta di delegazione permanente del Sinodo dei Vescovi nei dicasteri tradizionali. [vedi qui Maradiaga e sinodalità - qui sul "consiglio della corona"qui su collegialità conciliarista e allineamenti]
 
I Cardinali Müller e Sarah esprimono con parole ben chiare la loro diversità rispetto a figure come, per esempio, Baldisseri, Marx, Tagle, Kasper...
________________________
[Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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  Un monaco carmelitano sulla temperie ecclesiale odierna


 



Riprendiamo da La Corsia dei servi [qui]


1- Padre Elia, che tempi sta vivendo la Chiesa?
 La chiesa sta vivendo una situazione di gravità e drammaticità assoluta perché quella che si definisce oggi chiesa cattolica è in realtà una chiesa protestante. In questi tempi sono presenti soltanto residui di cattolicità: pochi fedeli sparsi un po' qua un po' là, pochissimi sacerdoti degni di questo nome, ancor più pochi vescovi e cardinali.
Questi residui di cattolicità sono la Chiesa cattolica.

Per il resto, qual'è la realtà? Seminari semivuoti in cui si insegna l'eresia e in cui si attenta alla formazione del sacerdote; crollo delle vocazioni religiose maschili e quasi azzeramento di quelle femminili; parrocchie - gestite come feudi personali da parroci ora don Abbondio ora don Rodrigo – dove si corrompe la Fede presentando una nuova religione basata sul sentimentalismo e camuffata di misericordia (non è un azzardo dire: vuoi perdere la fede? Vai in parrocchia); insegnamento dottrinale stravolto seguendo Rahner ed i suoi sciagurati discepoli; liturgia profanata e gravemente oltraggiata da funzioni che hanno soppiantato il sacro con grottesche e insolenti sceneggiate; sacerdoti in crisi d'identità che nemmeno sentono più l'esigenza e comprendono il significato di vestire la talare... La galleria degli orrori è lunga: devo continuare?
Se devo sintetizzare, la prova di una chiesa non più chiesa è la presenza di due papi: questa è una prova talmente enorme in tutta la sua evidenza che paradossalmente non riusciamo nemmeno a vederla. Da una parte Benedetto XVI la cui abdicazione ha provocato uno sconcerto e una sofferenza tali in molti fedeli a lui affezionati che si ha la netta sensazione di essere stati persino traditi: il pastore che abbandona (checché se ne dica) le pecorelle lasciando campo aperto all'intrusione nel gregge di lupi rapaci. Dall'altra parte Francesco, catapultato non si sa come sul soglio pontificio ed incredibile demolitore della dottrina e della liturgia cattolica ad ogni suo piè sospinto: ogni suo discorso contiene qualcosa di stonato sicché invece di chiarire, tutto si complica divenendo fumoso, ambiguo, sibillino, per certi aspetti seducente persino... Ma la Chiesa per duemila anni ha sempre detto e fatto cose diverse e in molti casi addirittura opposte: dunque bisogna stare molto attenti e, in tempi di confusione e pericolo per le nostre anime come l'attuale, seguire la Tradizione, che è immutabile, unica certezza per non deragliare dalla retta via e per non imboccare strade pericolose e letali per la nostra salvezza.

2- A proposito di vocazioni, per la verità c'è stato un Ordine che stava fiorendo costantemente: i Francescani dell'Immacolata.
La situazione relativa ai Francescani dell'Immacolata (F.I.), duole dirlo, è assai triste e spiego il perché. Quest'Ordine era fiorito (ora non più) perché si era imposto di vivere la regola francescana in maniera radicale e autentica, per di più con l'aggiunta del voto mariano. Mai visto frati e suore così giovani (e anche così tanto belli con quegli abiti grigio/azzurro che facevano presa sui cuori dei fedeli!) ben disposti nel seguire la santità indicata da Nostro Signore.
Questa volontà di vivere la cattolicità in modo così santo, unita all'inevitabile (poiché naturalmente consequenziale) abbraccio della Messa di sempre, quella comunemente detta “in rito antico” o “in latino”, ha provocato una grande persecuzione nei loro confronti: insopportabile il loro modo di essere e di vivere, che sapeva di ammonimento verso tutti quei religiosi dalla vita annacquata dall'ipocrisia, e assai pericolosi per chi non voleva che i fedeli riscoprissero la Fede e la Tradizione accostandosi a quegli intrepidi Francescani dell'Immacolata.

Ora, restano due considerazioni da fare: la prima; la persecuzione è stata inflitta nientemeno che dalle autorità vaticane! Dunque avallata (anche se questo termine è un eufemismo) da papa Bergoglio che, dando dimostrazione della misericordia che tutto il mondo gli attribuisce senza motivo (“Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti” - Luca 6-26), ha dato il via ad una vera e propria soppressione dei F.I. di inaudita violenza. I F.I. di fatto sono stati letteralmente spazzati via: obiettivo raggiunto.

La seconda considerazione, la più dolorosa: resta infatti il rammarico per la posizione assunta (salvo rare eccezioni) dai Francescani dell'Immacolata durante tale persecuzione: non hanno compreso che su di loro si sono posati gli occhi e le speranze di tanti fedeli cattolici in cerca di guide e pastori che difendano la Fede e la Messa dispensatrice di Grazie quale antidoto di una società sempre più stretta in mano al Nemico. Ci si aspettava da parte loro una reazione all'ingiustizia subita, una testimonianza di Fede, vista la portata di ciò che c'era in gioco: si è decisa invece la sottomissione e la resa (con buona pace dei fedeli, delusi e ancora una volta abbandonati) venendo meno al ruolo che la storia (o la Provvidenza?) aveva loro assegnato. Mi hanno informato che alcuni gruppi di fedeli legati alla Tradizione e pieni d'affetto per questi consacrati si sono visti tranciare di netto i rapporti con i frati o le suore dagli stessi F.I.! Ecco, tutto questo è doloroso.
 
3- Ha citato la Messa di sempre, il solito punto dolens...
La Messa è il cuore del cristianesimo. Ci sono parroci e vescovi che sostengono apertamente il contrario. Con la Messa il mondo si salva, senza Messa il mondo si danna. La domanda è: quale Messa? La Messa è il Santo Sacrificio di Cristo sul Calvario e non una mensa eucaristica. Con la riforma liturgica introdotta dal Concilio Vaticano II si tende a sostituire la nozione e la realtà del Sacrificio con la realtà di un convivio. Lo ha spiegato con chiarezza mons. Lefebvre nella Lettera aperta ai cattolici perplessi.
[“Esistono tre condizioni indispensabili perché essa sia la continuazione del Sacrificio della Croce: l'offerta della vittima, la transustanziazione che la rende presente effettivamente e non simbolicamente, la celebrazione di un prete facente le veci del sacerdote principale che è Nostro Signore, tenuto ad essere consacrato per il suo sacerdozio. Così sì che la Messa può procurare la remissione dei peccati. Un semplice memoriale, un racconto dell'istituzione accompagnato da un pasto è ben lontano dall'essere sufficiente.
Tutta la virtù soprannaturale della Messa proviene dalla sua correlazione al Sacrificio della Croce. Se non si crede più a questo, non si crede più a nulla della santa Chiesa. La Chiesa non ha più ragion d'essere, non bisogna più accampare la pretesa di essere cattolici. Lutero aveva capito molto bene che la messa è il cuore, l'anima della Chiesa. Diceva – Distruggiamo la Messa e distruggeremo la Chiesa -. Noi riveliamo che il Novus Ordo Missae, cioè il nuovo schema adottato dopo il Concilio, si allinea alle concezioni protestanti, o per lo meno ci si avvicina pericolosamente”].
Ora, mons. Lefebvre è bandito (ma guarda un po'!) da questa chiesa che si dice cattolica e tutti coloro che lo citano sono sprezzantemente etichettati come lefebvriani, anche se non appartengono alla Fraternità sacerdotale San Pio X da lui fondata. Questa è una profonda malignità perché le parole di mons. Lefebvre esprimono l'assoluta verità.

Consiglio, a chi è alla ricerca della verità in modo serio e rigoroso, la lettura delle opere di mons. Lefebvre, ma anche di altri sacerdoti (e non solo) che hanno dimostrato con l'esempio e non solo a parole la loro cattolicità: si leggano le opere di Michael Davies, di padre Roger Thomas Calmel, di Fulton Sheen... e ci si renderà conto del colpo magistrale di Satana inferto al nostro percorso di vita per raggiungere il Paradiso eterno.
Un colpo inferto corrompendo dall'interno la chiesa cattolica, facendo leva sui tanti Giuda pronti a vendersi al mondo, e approfittando della mancanza in molti fedeli di quel sentore interiore che dovrebbe pungolare la volontà nella ricerca della verità. Quante persone hanno soffocato il desiderio e anche il dovere di cercare la verità, di valutare se ciò che ci viene propinato come cattolico lo sia veramente o meno... Ma è ovvio che a persone in cui si sono interiormente annidate l'accidia, la pigrizia e l'amore per la mondanità tutto questo appare come una montagna troppo faticosa da scalare. Bisogna pregare per questi incoscienti che preferiscono le favolette alla realtà, l'inganno alla verità, la falsità alla chiarezza.
 
4- Come si è giunti fino a questo?
Prima del 1962, data d'inizio del Concilio Vaticano II, non che la Chiesa non fosse stata alle prese con problemi di vario genere. Tuttavia il male, parte del quale si era insinuato in alcune pieghe del suo sacro vestito, era, in un certo qual senso, trattenuto; da che cosa? Dalla Messa! Chi stoltamente (pensando di migliorare la Chiesa) o malignamente (pensando l'esatto contrario) ha modificato quella sacra liturgia che impediva al male di deflagrare, ha fatto sì che il demonio avesse campo aperto: il risultato è una società devastata sia sul piano materiale che spirituale: è la nostra società, una società in cui spadroneggia il demonio in persona, presente più che mai in mezzo a noi come se nulla fosse. Come è riuscito a realizzare un tale risultato?

Dal 1962 (data fatidica) in avanti, se per una generazione o due prima della sua comparsa la formazione dei cattolici fosse sprofondata nel caos? Se si formasse una generazione di persone incolte dal punto di vista religioso, incapaci di distinguere fra la verità religiosa e il sentimento religioso? Non sarebbe questo il momento giusto per materializzarsi ed agire indisturbato compiendo uno sconquasso dietro l'altro?
Apriamo gli occhi e impariamo a non dare più nulla per scontato, sforziamoci di usare il cervello e affidiamoci con fervorosa preghiera al Signore e alla Madonna affinché illuminino la nostra mente e infiammino i nostri cuori.
 
5- Quali armi abbiamo per difenderci dal male imperante?
Prima di tutto prendere coscienza di quanto sta accadendo. È urgente comprendere il lavaggio del cervello (soprattutto in parrocchia) a cui ogni giorno siamo sottoposti e quindi prendere le contromisure necessarie. Quali? Cercare e fare tutto il possibile per partecipare alla Messa di sempre dove è certo che si sarà in presenza di un vero rito sacro e propiziatorio di grazie (dal momento che non sono ammesse licenze liturgiche né altre strampalerie). Vien da sé l'ovvietà di sforzarsi nella ricerca di quei sacerdoti che si sono rifiutati di celebrare il Novus Ordo Missae, scegliendo di rimanere fedeli costi quel che costi alla Messa Vetus Ordo.
A tal proposito fatico a comprendere la scelta dei sacerdoti biritualisti se non con la volontà di non rinunciare a comodità o scansare fastidi e persecuzioni che ne deriverebbero abbracciando solo ilVetus Ordo. Ma il sacerdote deve profumare di santità ed essere punto di riferimento per i fedeli per la sua coerenza nella Fede: la furbizia o la codardia mal si conciliano con la vocazione sacerdotale.
Non si può dimenticare che il cattolicesimo è una religione di verità assolute. Ciò sta a significare che chi si professa cattolico (e ancor più questo vale per un sacerdote) non può cercare il compromesso in nessun ambito, a maggior ragione su questioni di Fede (liturgiche e dottrinali). Non si può compromettere una parte della verità senza finire col collasso della verità tutta intera.

Evitare le frequentazioni di quei sacerdoti che, brandendo la clava del Vaticano II, si sono fatti traditori della liturgia e della dottrina di Nostro Signore Gesù Cristo. Pregare per la loro conversione.
Recitare il rosario tutti i giorni (con devozione e non come una sterile ripetizione di parole) e portarlo sempre con sé: il demonio ha il terrore della Madonna e dove c'è Lei non c'è lui.
Leggere la Bibbia, testo sacro in cui sono contenute tutte le risposte; rileggere il Vangelo più e più volte, meditare in modo particolare anche le lettere di San Paolo...
Leggere sane letture formative per la nostra spiritualità: i libri dei santi sono i più raccomandabili (alcuni esempi: l'Imitazione di CristoSanta Caterina da SienaSan Luigi G. da MontfortSant'AgostinoSanta Teresa d'AvilaSanta Faustina KowalskaNewman...).
Non guardare la televisione né leggere i giornali (o quantomeno limitarne drasticamente l'uso) per sottrarsi ad un condizionamento psicologico in atto ormai da anni, rifiutando di prestare ascolto ad una proposta di stile di vita depravato, basato sulla volgarità e sull'egoismo, sul materialismo e l'edonismo più sfrenato.
 
6- Sembra di essere in guerra...
Non -sembra-, siamo in guerra. La chiesa cattolica sarà sempre perseguitata dal mondo perché appartiene a Cristo, è il suo corpo mistico. Sta scritto: “Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani” (Matteo 10, 17-18). I cattolici veri saranno sempre perseguitati perché sono nel mondo ma non del mondo. Perciò il mondo si riversa contro di loro perché non li sopporta, non sopporta Cristo.
Il mondo moderno vive una specie di rimozione collettiva dei Novissimi: morte, giudizio, inferno, paradiso; di conseguenza la vita di quaggiù si riduce a un tentativo folle di inventare un paradiso in terra, una vita senza Dio, una libertà sradicata dalla verità. Tutto ciò è velleitario e macchiato da una ribellione verso il nostro Creatore che continua a perpetrasi lungo la storia. Ma la sofferenza, la malattia, la morte demoliranno sempre ogni tentativo di costruire un paradiso artificiale.I cattolici che non si conformano a questa visione aberrante della vita sono e saranno perciò sempre sotto attacco da chi è nemico di Dio. Ma quanto gratificanti e soavi sono le parole di Gesù: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi a causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la ricompensa preparata per voi nei Cieli” (Mt 5, 11-12).
 
7- È l'eterna lotta tra il bene e il male, non è così?
Sicuramente; ed è bene costatare un fatto importante: nonostante il male si sia scatenato, tuttavia proprio il male ha portato chiarezza. Perché risulta chiaro, a chi vuol vedere, dove sta la vera chiesa cattolica e dove sta quella falsa. Dove c'è sempre tanto male, la Provvidenza dispone che ci sia sempre anche tanta Grazia a cui attingere. A dimostrazione che il demonio viene sempre messo sotto scacco dal Buon Dio. Il Bene è sempre più forte del male ed è sempre possibile fare il bene anche dove il male sembra prevalere. La presenza nella chiesa di sacerdoti, vescovi e tutti coloro che sono dediti a distruggere ogni parvenza di cattolicità, ha paradossalmente obbligato ciascuno di noi a fare una scelta: o di qua o di là.
(Ricordiamo le parole del Signore: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde”- Matteo 12,30).
Ora tutti hanno gettato la maschera e sappiamo qualcosa di più su cosa si cela nel cuore di molti soloni che si definiscono cattolici. “Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo” (Luca 6,43-45).
Ciò significa che, una volta riconosciuto dove sta il male, è possibile indirizzarsi verso il bene e fortificarsi nonostante tutte le difficoltà che ci investono.
E a proposito di quei soloni, accademici pieni di sé, intellettuali da strapazzo, la cui arroganza e pienezza di sé è spesso mascherata da falsa umiltà, dediti ad usare le persone per i propri scopi personali e per soddisfare la propria vanagloria, Bernanos diceva: “L'intellettuale è così spesso un imbecille che dovremmo sempre considerarlo tale fino a prova contraria”.
Fortunatamente ci sono anche studiosi, saggisti e personalità di spicco che mettono la loro preparazione al servizio del prossimo con sincera umiltà e senza secondi fini, compiendo un grande atto di carità. Perciò, se non si vuole ricorrere a libri o alla visita di siti internet affidabili per approfondimenti, ben vengano incontri o seminari per fare il punto della situazione su determinati argomenti... tuttavia, sono persuaso del fatto che nel momento storico attuale, non si senta urgenza di conferenze ma di preghiere.
Perché è la preghiera che predispone l'animo al cambiamento, non le lezioni di eruditi o pseudo/eruditi che siano. La preghiera si è fatta urgente quale mezzo per rimanere sempre stretti a Nostro Signore.
 
8- Da quando è divenuto papa il card. Bergoglio hanno lasciato sconcerto certe prese di posizione di personaggi considerati autorevoli: ad esempio, padre Livio Fanzaga a Radio Maria ha cacciato tutti coloro (Roberto De Mattei, il compianto Mario Palmaro, Alessandro Gnocchi, Antonio Socci) che hanno osato nutrire fondate critiche su certe frasi pronunciate dal papa; Massimo Introvigne, guru di Alleanza cattolica, ha presentato tempo fa il manifesto “Sì alla famiglia” finito al centro di pesanti perplessità sul suo reale significato e sui suoi veri obiettivi in difesa apparente dei principi fondamentali che reggono la morale famigliare...

È esattamente quanto intendevo prima sul fatto che tutti ora hanno gettato la maschera e si stanno schierando, chi di qua chi di là. Per quanto riguarda il modus operandi di padre Livio Fanzaga, anche qui si è ottenuta chiarezza. Una chiarezza che si estende anche in merito alle presunte apparizioni di Medjugorje, di cui padre Livio è strenuo sostenitore della loro veridicità. Ebbene, mi è stato segnalato che in più di un'occasione il direttore di Radio Maria ha riportato questo presunto messaggio della Madonna: “...Pregate per il mio caro papa Francesco, affinché prosegua nella sua missione...”. In estrema sintesi il messaggio è questo.
Ora, posto che, come già detto, questo Papa è stato attore più volte di frasi sconcertanti contenenti concetti ancor più agghiaccianti in materia dottrinale e liturgica, rimane assai difficile credere alle parole di una presunta Madonna che appare e che loda chi sta contribuendo a demolire invece che difendere e costruire la Chiesa che è corpo mistico di Suo Figlio! Il sensus catholicus non può che portare ad una ovvia conclusione...; sicché, ecco che anche la questione Medjugorje si sta facendo sempre più chiara.
 
9- Quali consigli per prepararci al futuro che ci attende?
Innanzitutto, pur comprendendo la grave situazione di crisi che ha coinvolto il mondo intero (chiesa compresa) non abbiamo motivo di guardare il futuro con ansia e timore. Una volta che ci preoccupiamo di vivere in Grazia di Dio, chi o cosa dovremmo temere? La Provvidenza viene sempre in soccorso di quanti invocano il Signore con cuore sincero. Ecco il nostro marchio: possedere un cuore pulito ed essere sempre sinceri, con tutti. Si tende sempre a mentire, a non considerare la sincerità nei rapporti interpersonali come un dovere morale. Perché si finisce per celare ciò che si pensa, ciò che si è? Perché la finzione? Perché parole dette a metà, significati nascosti? “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno" (Mt 5, 17-37).
Febbraio 2015


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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