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ATTENZIONE : LA POSTA DEL CATECHISTA

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2017 12:00
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Sesso: Femminile
30/05/2015 20:08
 
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  questa volta lasciamo la parola a Padre Angelo O.P. perchè spiega un problema su chi può essere e fare il Catechista .... una risposta davvero eccellente e fantastica...

Un sacerdote risponde

Il parroco mi sta facendo storie perché non vuole che faccia catechismo perché convivo

Quesito

Caro Padre Angelo, 
mi chiamo E. e ho 27 anni, sono laureata in scienza religiose, ho frequentato il corso di teologia per laici e da 13 anni sono catechista. Praticamente ho iniziato dopo aver ricevuto il sacramento della confermazione. Per molti anni ho affiancato una catechista con più esperienza poi ho camminato pian piano con i miei piedi.
Il mio problema è questo: sono un paio di anni che ho cambiato sacerdote, e quest'anno a Maggio io e il mio ragazzo dopo 6 anni abbiamo deciso di vivere insieme. Mi sono trasferita a Roma e nonostante ciò ho deciso di continuare il catechismo nel mio paese che si trova a 45 km di distanza, un pò perché essendo il paese piccolo ci sono solo due catechiste e quindi gli serve una mano in più e poi perché sono affezionata ai miei bambini e adoro fare catechismo. È la mia missione... 
Ora però il parroco mi sta facendo storie perché non vuole che faccio catechismo proprio perché convivo... inoltre la mamme dei bambini si sono arrabbiate e non vogliono mandare i propri figli al catechismo se non ci sono io, ma non perché io sono brava e le altre no, ma semplicemente perché non è giusto che io sia limitata cosi.. 
Detto cià io mi chiedo una cosa: ma che ho fatto di male per non poter continuare a far conoscere e amare Gesù ai bambini? 
Cioè in quale degli insegnamenti di Gesù viene esplicitata questa cosa? 
Io voglio sposarmi ma non ho la possibilità ora. Tutto qui! 
Mi scuso per il mio sfogo ma per me è stata come una coltellata al cuore questa notizia.

Inoltre, caro padre Angelo, ti ringrazio anticipatamente per la tua risposta...

Risposta del sacerdote

Cara E…,
1. lascia che ti dica francamente il mio stupore nel sentire che una ragazza, catechista da 13 anni e laureata in scienze religiose scelga la convivenza.
La cosa più importante per un catechista è che sia un testimone della vita cristiana, che possa dire insieme con san Paolo: “Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo” (1 Cor 11,1). 
 E ancora: “Fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi” (Fil 3,17). 
Comunicare la dottrina è importante. Ma è altrettanto importante testimoniarla con la propria vita.

2. Andare a convivere è la stessa cosa che trattarsi come marito e moglie, anche nell’intimità, mentre di fatto non lo si è.
E anche qualora tu vivessi in perfetta castità col tuo ragazzo, la convivenza non lo testimonia. Anzi è una palese contro testimonianza.

3. Tu sai che vive in una situazione che oggettivamente è di peccato mortale e che proprio per questo non puoi né essere confessata né fare la Santa Comunione.
Queste cose le sanno tutti.
Molto di più dovrebbe saperle e anche debitamente argomentare una laureata in scienze religiose!

4. Ripeto: mi stupisco nel sentire che esci con questa affermazione “ma che ho fatto di male”.
È vero che tu dici “che ho fatto di male per non poter continuare a far conoscere e amare Gesù ai bambini?”.
Nessuno ti proibisce di far conoscere e amare Gesù. Lo puoi e lo devi fare.
Ma essere catechista non è una missione privata. È un incarico che viene affidato dalla Chiesa e lo si compie a nome della Chiesa.
Ora la Chiesa deve presentare come catechisti delle persone che siano esemplari e che non contraddicano palesemente e oggettivamente con la loro condotta quello che insegnano.

5. Scrivi ancora: “Cioè in quale degli insegnamenti di Gesù viene esplicitata questa cosa?”
Ecco che cosa si legge nel Vangelo: “Disse Gesù ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!” (Lc 17,1-3).
Ora che cosa possono dire i giovani della parrocchia quando vedono che una catechista convive?
È una testimonianza di purezza e di castità quella che stai rendendo?
Ma lasciamo da parte i giovani, veniamo ai bambini. Gesù ha detto: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare” (Mc 9,42).

6. Scrivi ancora: “Inoltre le mamme dei bambini si sono arrabbiate e non voglio mandare i propri figli al catechismo se non ci sono io”.
Il comportamento delle mamme non è un criterio di verità.
Possono sbagliarsi anche queste mamme.
E poi accanto a queste mamme ve ne possono essere altre che hanno detto al parroco il contrario: “se lascia quella ragazza a fare la catechista io porto i miei bambini in un’altra parrocchia”.
Infine il parroco ha il compito di guidare secondo le vie di Dio e di non lasciarsi condizionare da un modo comune di sentire o di comportarsi che non conduce a Dio e non è accettabile per svariati motivi (cfr: ?Le chiedo un parere circa la convivenza prematrimoniale www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2273 26 lug 2012 ... le chiedo un parere circa la convivenza prematrimoniale. Noto sempre di più, ( soprattutto da quando ho iniziato a lavorare) tra i miei coetanei e ...
?Padre, la convivenza è la precarizzazione del rapporto di coppia 
www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=2721 18 ott 2013 ... Caro Padre Angelo, se dovessi tornare indietro non ripeterei l'esperienza dellaconvivenza. Oggi posso dire che la convivenza è la-..)

7. E poi sei proprio obbligata a convivere?
Non sarebbe meglio vivere il fidanzamento secondo le vie di Dio, nella purezza e testimoniando davanti alle altre coppie come sanno comportarsi i fidanzati cristiani?
Vedi, tu dici che la perplessità del parroco per te è stata una coltellata.
Credo però che anche il parroco, quando ha saputo questa cosa, abbia sentito che nella sua comunità cristiana veniva inferta una coltellata nell’educazione cristiana dei bambini.

8. Ti esorto con tutto il cuore a lasciare la convivenza.
Tra l’altro potresti presentarti davanti al Signore da un momento all’altro.
Non è meglio essere sempre pronti?
Non ci ha detto il Signore di essere vigilanti per non essere sorpresi in quel momento?
“Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo” (Mt 24,43-44).
Non c’è anche questo in quello che devi insegnare ai bambini?
Se tu glielo dicessi, ti potrebbero rispondere: perché non ci dà l’esempio lei?
E non avrebbero tutti i torti.

9. Mi hai ringraziato anticipatamente della risposta.
Sarei contento se anche tu adesso mi ringraziassi.
Penso che questa risposta, che ti dice forse cose del tutto contrarie alle tue aspettative, sia pure un dono di Dio.
Prego perché tu la possa accogliere così e ti benedico. 
Padre Angelo



Un sacerdote risponde

 

La Chiesa in passato ha accettato la pena di morte e anche la sua esibizione pubblica; mi pare che il magistero si contraddica

 

Quesito

 

Gentile Reverendo Padre Angelo Bellon
Ho letto recentemente parte del libro di memorie di Maestro Titta sulle esecuzioni capitali a Roma nello Stato Pontificio e sono rimasto molto sorpreso dal fatto i Papi di allora non abbiano condannato simili manifestazioni. Non è contrario alla Carità cristiana, alla dignità umana, al rispetto della salma, la pena di morte spettacolarizzata in pubblico, oltre agli squartamenti e all’esposizione pubblica di tali atti di crudeltà?
La Chiesa ammette in casi estremi, per difendere l’incolumità di persone innocenti, la pena di morte anche secondo il recente Magistero.
Tuttavia il metodo di esecuzione, anche nei casi leciti di pena di morte, non deve mai essere barbaro. Altrimenti esso diventa una vera e propria tortura condannata dal Magistero senza alcuna eccezione.  Inoltre la pena di morte deve essere veramente necessaria e non sostituibile con mezzi di pena incruenti.
La ringrazio in anticipo della risposta e anche per il prezioso servizio che Lei fa a tutti gli utenti di Internet.
Sarò felice di ricordarla nelle mie preghiere.
Distinti Saluti.
Marchesini

 


 

Risposta del sacerdote

 

Caro Marchesini,
1. per comprendere il giusto valore dei documenti del Magistero della Chiesa è necessario ricordare che essi vanno sempre situati all’interno dell’epoca in cui sono stati emanati.
Diversamente si corre il rischio di fare del fondamentalismo, e cioè a leggerli  in senso materiale.
Una lettura solo materiale porta a vedere degli autentici capovolgimenti, sicché ci si domanda: ma qui il Magistero si contraddice!

 

2. Per quanto riguarda la pena di morte va osservato che la sacra Scrittura non recrimina sulle pene capitali, anzi!
Tuttavia nella stessa Sacra Scrittura si trovano le premesse per il superamento della pena di morte. Già con Caino Dio dice: “Chiunque ucciderà Caino, subirà la vendetta sette volte” (Gn 4,15).
E Gesù, che sembra non prendere apertamente posizione contro la pena di morte, pone le premesse per il supermanto della pena di morte allorché dice: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7),.
Il domenicano L. Bender, all’inizio degli anni ‘60, scriveva: “La dottrina tradizionale della Chiesa è che la pena di morte non è contraria alla legge divina, ma neanche è richiesta come necessaria da questa legge: la sua necessità dipende dalle circostanze. Un buon cattolico può sostenere in base a diverse circostanze e valutazioni delle medesime la pena di morte o la sua abolizione, ma non può arrivare a dire che l’infliggere questa pena sia una violazione del diritto naturale” (Dizionario di Teologia morale, ed. Studium, voce “pena di morte”).
D’altra parte bisogna ricordare che la Rivelazione divina è una Rivelazione storica. Il che significa che è avvenuta non solo nella storia ma che si è accompagnata con la storia degli uomini e con le loro sensibilità. Da Mosè (da quando secondo la tradizione si cominciò a mettere per scritto la Rivelazione) a Gesù vi è un arco di 1200 anni.
La parola di Dio ha illuminato popoli che davano per scontata la pena di morte e la consideravano come un mezzo necessario per difendere gli innocenti.
Ti meravigli della spettacolarità data alle esecuzioni capitali. Ma è proprio questa spettacolarità che rivela la mentalità del tempo: si voleva che la pena fosse un’istruzione per tutti, un ammonimento pubblico e un deterrente.
Noi oggi viviamo in un’altra epoca, con altra sensibilità, che sotto tanti versi è un prodotto della mentalità cristiana.
Non è sintomatico il fatto che la messa in discussione della pena di morte sia nata in un contesto cristiano e non islamico o buddista?
La Chiesa ha cambiato pensiero?
La Chiesa, date anche le congiunture storiche e culturali del nostro tempo, ha sviluppato in questa materia un pensiero che è più in linea con l’insegnamento evangelico, che su questo argomento, come rilevava L. Berger, ha potuto esprimersi nel corso del tempo non sempre in termini univoci.

 

Ti ringrazio del quesito e delle preghiere, che ricambio volentieri.
Ti benedico.
Padre Angelo



     



[Modificato da Caterina63 25/06/2016 23:16]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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