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Enciclica del Papa 18 giugno 2015 “Laudato si’, sulla cura della casa comune”

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2016 15:14
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12/02/2015 14:38
 
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  In vista dell'Enciclica "verde"
 
di Paolo Togni 11-02-2015


Il papa e l'agnello

In attesa della annunciata Enciclica sui temi ambientali, che si aspetta per i prossimi mesi, il Santo Padre nei giorni scorsi ha lanciato due messaggi che chiariscono molto bene la posizione della Chiesa in materia.

Il primo, indirizzato alla riunione organizzata dall’EXPO per definire la “Carta di Milano” (ne parleremo) ha avuto ad oggetto soprattutto la questione della produzione e distribuzione del cibo; argomento che va inquadrato nel problema, più ampio, della sostenibilità dello sviluppo oltre che elemento essenziale della giustizia sociale.

In linea generale, e nonostante la propaganda in negativo, basata su dati falsi o sull’assenza di dati, che domina i mezzi di comunicazione, possiamo essere abbastanza soddisfatti dell’andamento dei parametri negli ultimi centocinquant’anni: quasi raddoppiata l’aspettativa di vita, diminuita in modo spettacolare la mortalità infantile, al minimo storico la percentuale di cittadini del mondo esposti a rischio alimentare e/o idrico; lo stesso inquinamento globale è in diminuzione, e posso confermare l’opinione già espressa in passato che nel 2050 sarà solo un ricordo.
In definitiva: una politica liberale, come quella verso la quale per fortuna nostra è orientata la grande maggioranza degli Stati, fa aumentare produzione e benessere. Seguitando a percorrere questa via la quale con costanza e coerenza potremo garantire un futuro migliore ai nostri figli ed ai nostri nipoti, ed una maggior equità nella distribuzione delle risorse. 

Un tema di carattere più generale, quello della natura del rapporto tra uomo e creato, è stato affrontato dal Papa nell’omelia dell’ultima domenica a S. Anna. Prendendo spunto dalla Genesi il Sommo Pontefice ha ricordato la missione di custodi fiduciari del Creato per conto delle future generazioni che Dio ha affidato all’umanità e ad ognuno di noi. Ci è stato affidato il compito, ha detto, di lavorare per conservare la terra e farla crescere secondo le sue leggi, dando così la nostra risposta al lavoro del Creatore.

Evidentemente non si può svolgere una funzione delicata come quella ricordata senza conoscere in modo approfondito quali siano le attività da svolgere e come debbano essere svolte; occorre quindi che la cristianità in tutte le sue componenti si impegni nell’approfondire le tematiche ambientali, ponendo così le basi perché il lavoro da svolgere avvenga nel rispetto delle regole della terra, che furono create insieme ad essa e sono ad essa connaturate. Come abbiamo fatto nel passato per tanti altri settori della vita umana, noi cattolici siamo adesso chiamati ad elaborare una scala di valori dei soggetti in gioco e dei comportamenti da tenere verso di loro. Discende direttamente dalle parole della Genesi la primazia dell’uomo nei confronti delle altre componenti del creato. Noi però, come ha detto il Papa, siamo “signori del creato, non padroni”, e dobbiamo “soggiogare la terra facendola crescere e sviluppare secondo le sue leggi”. 

L’omelia del Papa costituisce un’epitome del pensiero e delle parole di San Francesco, che riconosciamo come fondatore dell’ambientalismo antropocentrico. Dalle parole pronunciate da Francesco Papa discende l’obbligo per tutti noi di contribuire all’opera di conservazione e di modifica del creato al fine di garantire all’uomo le migliori possibili condizioni di vita: la terra non deve essere solo conservata, ma anche “soggiogata” e “fatta crescere”. Tutelarla non vuol dire garantire l’invarianza del mezzo ambiente, come proclama l’ambientalismo nelle sue forme più diffuse e stantie, ma promuoverne lo sviluppo.




VIDEO-MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DI EXPO MILANO 2015

Venerdì, 1° maggio 2015


 

Cari fratelli e sorelle, 
buongiorno!

Sono grato per la possibilità di unire la mia voce a quelle di quanti siete convenuti per questa inaugurazione. E’ la voce del Vescovo di Roma, che parla a nome del popolo di Dio pellegrino nel mondo intero; è la voce di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte. Vorrei farmi portavoce di tutti questi nostri fratelli e sorelle, cristiani e anche non cristiani, che Dio ama come figli e per i quali ha dato la vita, ha spezzato il pane che è la carne del suo Figlio fatto uomo. Lui ci ha insegnato a chiedere a Dio Padre: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. La Expo è un’occasione propizia perglobalizzare la solidarietà. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente!

In particolare, ci riunisce il tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Anche di questo dobbiamo ringraziare il Signore: per la scelta di un tema così importante, così essenziale… purché non resti solo un “tema”, purché sia sempre accompagnato dallacoscienza dei “volti”: i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano. Vorrei che ogni persona – a partire da oggi –, ogni persona che passerà a visitare la Expo di Milano, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti. Una presenza nascosta, ma che in realtà dev’essere la vera protagonista dell’eventoi volti degli uomini e delle donne che hanno fame, e che si ammalano, e persino muoiono, per un’alimentazione troppo carente o nociva.

Il “paradosso dell’abbondanza” – espressione usata da san Giovanni Paolo II parlando proprio alla FAO (Discorso alla I Conferenza sulla Nutrizione, 1992) – persiste ancora, malgrado gli sforzi fatti e alcuni buoni risultati. Anche la Expo, per certi aspetti, fa parte di questo “paradosso dell’abbondanza”, se obbedisce alla cultura dello spreco, dello scarto, e non contribuisce ad un modello di sviluppo equo e sostenibile. Dunque, facciamo in modo che questa Expo sia occasione di un cambiamento di mentalità, per smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane – ad ogni grado di responsabilità – non abbiano un impatto sulla vita di chi, vicino o lontano, soffre la fame. Penso a tanti uomini e donne che patiscono la fame, e specialmente alla moltitudine di bambini che muoiono di fame nel mondo.

E ci sono altri volti che avranno un ruolo importante nell’Esposizione Universale: quelli di tanti operatori e ricercatori del settore alimentare. Il Signore conceda ad ognuno di essi saggezza e coraggio, perché è grande la loro responsabilità. Il mio auspicio è che questa esperienza permetta agli imprenditori, ai commercianti, agli studiosi, di sentirsi coinvolti in un grande progetto di solidarietà: quello di nutrire il pianeta nel rispetto di ogni uomo e donna che vi abita e nel rispetto dell’ambiente naturale. Questa è una grande sfida alla quale Dio chiama l’umanità del secolo ventunesimo: smettere finalmente di abusare del giardino che Dio ci ha affidato, perché tutti possano mangiare dei frutti di questo giardino. Assumere tale grande progetto dà piena dignità al lavoro di chi produce e di chi ricerca nel campo alimentare.

Ma tutto parte da lì: dalla percezione dei volti. E allora non voglio dimenticare i volti di tutti i lavoratori che hanno faticato per la Expo di Milano, specialmente dei più anonimi, dei più nascosti, che anche grazie a Expo hanno guadagnato il pane da portare a casa. Che nessuno sia privato di questa dignità! E che nessun pane sia frutto di un lavoro indegno dell’uomo!

Il Signore ci aiuti a cogliere con responsabilità questa grande occasione. Ci doni Lui, che è Amore, la vera “energia per la vita”: l’amore per condividere il pane, il “nostro pane quotidiano”, in pace e fraternità. E che non manchi il pane e la dignità del lavoro ad ogni uomo e donna.

Grazie.


 

[Modificato da Caterina63 01/05/2015 20:12]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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