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Il Catechismo della Chiesa Cattolica quale strumento di vero dialogo ed insegnamento

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2015 13:54
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11/03/2015 10:47
 
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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
ALLA PONTIFICIA COMMISSIONE PER IL CATECHISMO

Sabato, 15 novembre 1986

 

1. È per me motivo di particolare gioia salutarvi, venerati e cari fratelli, membri della Commissione pontificia per la redazione del progettato catechismo per la Chiesa universale, che iniziate oggi le vostre riunioni sotto la presidenza del card. Ratzinger.

“La catechesi - come ben sapete - è stata sempre considerata dalla Chiesa come uno dei suoi fondamentali doveri” (Catechesi Tradendae, 1), perché è parte essenziale dell’evangelizzazione, della diffusione cioè di quella “potenza di Dio per la salvezza di tutti i credenti” che è il Vangelo (Rm 1, 16). Anche nei nostri giorni, dopo il Concilio Vaticano II, due assemblee del Sinodo dei vescovi hanno riflettuto sull’evangelizzazione e sulla catechesi nella missione della Chiesa nel mondo d’oggi; frutto di esse sono state le esortazioni apostoliche Evangelii Nuntiandi e Catechesi Tradendae, che illustrano lo stretto rapporto della catechesi con l’evangelizzazione, e mostrano qual è la loro funzione propria.

Quando l’assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi suggerì, nel dicembre dell’anno scorso, la pubblicazione di “un catechismo o compendio di tutta la dottrina cattolica per quanto riguarda sia la fede che la morale, perché sia un punto di riferimento per i catechismi o compendi che vengono preparati nelle diverse regioni” (SYNODI EXTRAORDINARIAE EPISCOPORUM Relatio Finalis, II, B, a), aveva certamente presente il notevole sforzo fatto dalla catechesi negli ultimi anni, con i molti suoi pregi ma anche con i suoi limiti e deficienze, che “devono suscitare un’attenta revisione dei mezzi impiegati e della dottrina trasmessa” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII [1985/1], p. 110).

2. È in questa prospettiva di rinnovamento e progresso della catechesi, che voi siete chiamati a presiedere al difficile ma importantissimo compito di elaborare un progetto di catechismo per la Chiesa universale. Certamente il catechismo non è la catechesi, ma ne è soltanto un mezzo o strumento. (IOANNIS PAULI PP. II Catechesi Tradendae, 28) Infatti, mentre il catechismo è un compendio della dottrina della Chiesa, la catechesi, “essendo quell’azione ecclesiale che conduce le comunità e i singoli cristiani alla maturità nella fede” (Congregazione per il Clero, Direttorio Catechistico Generale, 21) trasmette questa dottrina - con i metodi adatti all’età, alla cultura e alle circostanze delle persone - affinché la verità cristiana diventi, con la grazia dello Spirito Santo, vita dei credenti (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII [1985/1], pp. 38-39). E tuttavia l’importanza del catechismo nella catechesi è grande come è ampiamente dimostrato dall’esperienza multisecolare della Chiesa. Se infatti anche il genere “catechismo”, così come oggi lo intendiamo, divenne d’uso comune soltanto al tempo della Riforma, la sua essenza quale struttura fondamentale della trasmissione della fede è tanto antica quanto il catecumenato, vale a dire antica quanto la Chiesa e, nella sua sostanza, è irrinunciabile.

Il catechismo, che siete chiamati a elaborare, si colloca dunque nel solco della grande tradizione della Chiesa, non per sostituirsi ai catechismi diocesani o nazionali, ma al fine di essere per essi “punto di riferimento”. Non vuol essere quindi uno strumento di piatta “uniformità”, ma un importante aiuto per garantire “l’unità nella fede”, che è una dimensione essenziale di quell’unità della Chiesa che “scaturisce dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (S. Cipriano, De oratione dominica, 23: PL 4, 553).

3. Com’è naturale, questo progetto di catechismo, a sua volta, dovrà avere come costante punto di riferimento gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, considerati nella loro continuità e complementarietà con tutto il magistero precedente della Chiesa. È questa un’esigenza fondamentale affinché il catechismo, nel dovuto rispetto per la gerarchia delle verità cristiane, sia veramente “completo”, e risulti perciò valido strumento per una catechesi che “cerca di adattare il suo insegnamento alla capacità di coloro che lo ricevono, ma non si attribuisce il diritto di velare o di sopprimere una parte della verità che Dio stesso ha voluto comunicare agli uomini”. In questo senso, il Sinodo dei vescovi ha augurato che, nel catechismo, la presentazione della dottrina sia “biblica e liturgica”. La catechesi è uno dei modi della trasmissione della rivelazione nella Chiesa e, di conseguenza, deve necessariamente essere regolata, nei contenuti e nei metodi, “dalla struttura propria di tale trasmissione, la quale comporta la connessione inscindibile tra Sacra Scrittura, Tradizione e Magistero (cf. Dei Verbum, 10)” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII, 1 (1985) 111).

4. Il servizio che vi accingete a compiere alla Chiesa universale non è privo di difficoltà. Ma so che siete anche profondamente consapevoli che nel vostro lavoro potete contare sull’aiuto costante dello Spirito di Verità, che anima e dirige ogni sforzo veramente ecclesiale per la fedele trasmissione della parola di Dio.

Ringraziandovi a nome dell’intero popolo di Dio per l’impegno da voi generosamente assunto, mi è particolarmente caro affidare il vostro lavoro alla protezione di Maria, Madre della Chiesa, e di accompagnarvi con la mia benedizione.






GIOVANNI PAOLO II

PRESENTAZIONE UFFICIALE E SOLENNE DEL 
CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

Lunedì, 7 dicembre 1992


 

Signori Cardinali,
Venerati Fratelli,
Rappresentanti dei Popoli,
Carissimi fedeli,
Autorità e cittadini di ogni parte del mondo!

1. La Santa Chiesa di Dio oggi gioisce perché, per singolare dono della Provvidenza divina, può solennemente celebrare la promulgazione del nuovo “Catechismo”, presentandolo in modo ufficiale ai fedeli di tutto il mondo. Rendo vivamente grazie al Dio del cielo e della terra perché mi concede di vivere insieme con Voi un tale evento di incomparabile ricchezza e importanza.

Motivo di profonda letizia per la Chiesa universale è questo dono che oggi il Padre Celeste fa ai suoi figli, offrendo loro, con tale testo, la possibilità di conoscere meglio, nella luce del suo Spirito, “l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo” (Ef 3, 19).

Benedicamus Domino!

2. Sono profondamente grato a tutti coloro che hanno collaborato in qualunque modo alla redazione del “Catechismo della Chiesa Cattolica”. In particolare non posso non compiacermi e rallegrarmi con i componenti della Commissione e del Comitato di redazione, che nel corso di questi sei anni hanno operato, in unità di sentimenti e di propositi, sotto la sapiente guida del loro Presidente, il Signor Cardinale Joseph Ratzinger. Vi ringrazio tutti singolarmente di vero cuore.

La vostra sollecitudine nell’esporre i contenuti della fede in modo conforme alla verità biblica, alla genuina tradizione della Chiesa e in particolare agli insegnamenti del Concilio Vaticano II; lo sforzo di porre in evidenza ciò che nell’annuncio cristiano è fondamentale ed essenziale; l’impegno di riesprimere, con un linguaggio più rispondente alle esigenze del mondo d’oggi, la verità cattolica perenne, sono oggi coronati da successo.

Il vostro indefesso lavoro, sostenuto dalla Carità di Cristo, che “urget nos” (2Cor 5,14) ad essere testimoni fedeli e coraggiosi della sua Parola, ha reso possibile un’impresa, che, all’inizio ed ancora durante il cammino, non pochi ritenevano addirittura impossibile.

3. Avviai a suo tempo tale lavoro, accogliendo ben volentieri la richiesta dei padri Sinodali, convocati nel 1985 per celebrare il XX anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Riconobbi, infatti, in tale richiesta la volontà di attualizzare ancora una volta, in modo rinnovato, il comando perenne del Cristo: “Euntes ergo, docete omnes gentes... docentes eos servare omnia quaecumque mandavi vobis” (Mt 28, 19-20).

Il “Catechismo della Chiesa Cattolica” è uno strumento qualificato e autorevole, che i Pastori della Chiesa hanno voluto innanzitutto per se stessi come valido ausilio nell’adempimento della missione, ricevuta da Cristo, di annunciare e testimoniare la “buona novella” a tutti gli uomini.

4. La pubblicazione del testo deve senz’altro annoverarsi tra i maggiori eventi della storia recente della Chiesa. Esso costituisce un dono prezioso, perché ripropone fedelmente la dottrina cristiana di sempre: un dono ricco, per gli argomenti trattati con cura e profondità; un dono opportuno, attese le esigenze e necessità dell’epoca moderna.

Soprattutto, esso è un dono “veritiero”, un dono cioè che presenta la Verità rivelata da Dio in Cristo e da Lui affidata alla sua Chiesa. Il Catechismo espone questa Verità, alla luce del Concilio Vaticano, così com’essa è creduta, celebrata, vissuta e pregata dalla Chiesa e lo fa nell’intento di favorire l’adesione indefettibile alla Persona di Cristo.

Un tale servizio alla Verità riempie la Chiesa di gratitudine e di gioia, e le infonde rinnovato coraggio per attuare la sua missione nel mondo.

5. Il Catechismo è, inoltre, un dono profondamente radicato nel passato. Attingendo abbondantemente alla Sacra Scrittura ed all’inesauribile Tradizione apostolica, esso raccoglie, sintetizza e trasmette quella ricchezza incomparabile, che, lungo venti secoli di storia, nonostante difficoltà ed anche contrasti, è divenuta patrimonio, sempre antico e sempre nuovo, della Chiesa. Si attua così ancora una volta la missione della Sposa di Cristo di custodire gelosamente e di far diligentemente fruttificare il tesoro prezioso che le viene dall’Alto. Nulla cambia della dottrina cattolica di sempre. Ciò che vi era di fondamentale e di essenziale, resta.

E, tuttavia, il tesoro vivo del passato viene chiarito e formulato in modo nuovo, in vista di una maggiore fedeltà alla verità integrale di Dio e dell’uomo, nella consapevolezza che “altro è il deposito o le verità di fede, e altro è il modo con cui vengono enunciate, rimanendo pur sempre uguali il significato e il senso profondo” (Concilio Vaticano I, Costituzione dogmatica, Dei Filius, cap. 4).

Un dono privilegiato, dunque, questo Compendio della fede e della morale cattolica, nel quale converge e si raccoglie in armoniosa sintesi il passato della Chiesa, con la sua tradizione, la sua storia di ascolto-annuncio-celebrazione-testimonianza della Parola, con i suoi Concili, i suoi Dottori, i suoi Santi.

Attraverso le successive generazioni risuona in tal modo, perenne e sempre attuale, l’evangelico magistero di Cristo, da venti secoli luce dell’umanità.

6. Il Catechismo è un dono per l’oggi della Chiesa. Il legame con ciò che di essenziale e di venerabile la Chiesa ha nel suo passato, le consente di svolgere la sua missione nell’oggi dell’umanità.

In questo testo autorevole la Chiesa presenta ai suoi figli, con una rinnovata autocoscienza grazie alla luce dello Spirito, il mistero di Cristo, nel quale si riflette lo splendore del Padre.

È la Chiesa che esprime ed attua, anche mediante questo strumento qualificato, il suo costante desiderio e la sua indefessa ricerca di ringiovanire il proprio volto, perché appaia sempre meglio, in tutta la sua infinita bellezza, il volto di Colui che è l’eternamente giovane: il Cristo.

Essa adempie in tal modo la sua missione di conoscere sempre più approfonditamente, per meglio testimoniare nella sua organica armonia, l’insondabile ricchezza di quella parola che essa “serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l’assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella Parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone da credere come rivelato da Dio” (Dei Verbum, 10).

7. Il Catechismo, infine, è un dono rivolto all’avvenire. Dalla meditata riflessione sul mistero di Cristo zampilla un insegnamento coraggioso e generoso, che la Chiesa indirizza al domani, aperto sul terzo millennio.

Quali sviluppi avrà questo Catechismo non è facile prevedere. Ma è certo che, con la grazia di Dio e la buona volontà dei Pastori e dei fedeli, esso potrà costituire una strumento valido e fecondo di ulteriori approfondimenti conoscitivi e di un autentico rinnovamento, spirituale e morale.

La consapevole adesione alla genuina e completa dottrina rivelata, che il Catechismo sinteticamente presenta, non mancherà di favorire il progressivo compiersi del disegno di Dio, il quale vuole che “tutti gli uomini siano salvi e giungano alla cognizione della verità” (1 Tm 2, 4).

8. Unità nella verità: ecco la missione affidata da Cristo alla sua Chiesa, per la quale essa si adopera attivamente, invocandola anzitutto da Colui che tutto può e che per primo, nell’imminenza della sua Morte e Risurrezione, pregò il Padre affinché i credenti fossero “una cosa sola” (Gv 17, 21).

Ancora una volta, anche mediante il dono di questo Catechismo, si rende chiaro che questa misteriosa e visibile unione non si può perseguire senza l’identità della fede, la condivisione della vita sacramentale, la conseguente coerenza della vita morale, la continua e fervida preghiera personale e comunitaria.

Tracciando le linee della identità dottrinale cattolica, il Catechismo può costituire un amoroso appello anche per quanti non fanno parte della comunità cattolica. Possano essi comprendere che tale strumento non restringe, ma allarga l’ambito della pluriforme unità, offrendo nuovo slancio al cammino verso quella pienezza della comunione, che riflette e in qualche modo anticipa la totale unità della Città celeste, “in cui regna la verità, è legge la carità, l’estensione è l’eternità” (Sant’Agostino, Epistola 138,3).

9. Un dono per tutti: questo vuol essere il nuovo Catechismo! Nei confronti di tale testo, nessuno si deve sentire estraneo, escluso o lontano. Esso infatti si indirizza a tutti perché chiama in causa il Signore di tutti, Gesù Cristo, Colui che annuncia ed è annunciato, l’Atteso, il Maestro e il Modello di ogni annuncio. Esso cerca di dare una risposta soddisfacente alle esigenze di tutti coloro che nella loro sete, cosciente o incosciente, di verità e di certezza, cercano Dio e “si sforzano di trovarlo come a tastoni, quantunque non sia lontano da ciascuno di noi” (At 17, 27).

Gli uomini, di oggi e di sempre, hanno bisogno di Cristo: attraverso molteplici, talvolta incomprensibili vie, lo cercano insistentemente, lo invocano costantemente, lo desiderano ardentemente.

Possano essi incontrarlo guidati dallo Spirito, grazie anche a questo strumento del Catechismo!

10. Perché ciò avvenga è necessaria anche la collaborazione di tutti noi, in particolare di noi Pastori del Popolo Santo di Dio.

Come è stata fondamentale, per l’elaborazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, l’ampia e feconda cooperazione dell’Episcopato, così per il suo utilizzo, la sua attualizzazione e la sua efficacia è e sarà indispensabile soprattutto l’apporto dei Vescovi, Maestri di fede nella Chiesa.

Sì, il Catechismo è un dono affidato a noi Vescovi in particolare.

In Voi, Venerati Fratelli, responsabili delle Commissioni dottrinali delle Conferenze Episcopali sparse nel mondo, qui riuniti presso il sepolcro di Pietro, si manifesta la gioia dei vostri Confratelli e dei figli della Chiesa, che Voi rappresentate: essi sono grati a Dio di poter disporre di questo strumento per l’annuncio e la testimonianza della loro fede. Al tempo stesso, la vostra partecipazione a questo solenne incontro esprime la ferma volontà di utilizzare, nei pluriformi contesti ecclesiali e culturali, tale documento, che – come ebbi già modo di dire in altre occasioni (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IX/1 [1986], 1953ss.; Ivi, XV/1 [1992], 1948) –, deve costituire il “punto di riferimento”, la “magna carta” dell’annuncio profetico, e soprattutto catechistico, in particolare attraverso l’approntamento di catechismi locali, nazionali e diocesani, la cui mediazione è da considerare indispensabile.

Di tali vostri sentimenti e volontà si è già fatto, del resto, interprete anche il vostro rappresentante, il Signor Cardinale Bernard Francis Law, che saluto cordialmente e ringrazio di cuore.

11. Ora, prima di concludere, desidero elevare il mio pensiero, con sentimenti di filiale amore e devota riconoscenza, a Colei che ha accolto, meditato, donato la Parola del Padre all’umanità.

Torna alla mente, in questa solenne circostanza, l’esortazione del grande Sant’Ambrogio: “Sit in singulis Mariae anima ut magnificet Dominum; sit in singulis Spiritus Mariae ut exultet in Deo” (Sant’Ambrogio, Expositio in Lucam, II, 26: PL 15,1642).

La Vergine Santa, di cui celebreremo domani la Concezione Immacolata, ci aiuti ad accogliere e ad apprezzare questo prezioso dono e sia per noi modello e sostegno nel donare agli altri quella Parola divina che il “Catechismo della Chiesa Cattolica” presenta ai fedeli e al mondo intero.

   



[Modificato da Caterina63 11/03/2015 10:49]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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