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LA MADONNA DI PELLEVOISIN Francia 1876

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2015 20:20
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11/03/2015 17:17
 
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LE APPARIZIONI DI PELLEVOISIN “LA TUTTA MISERICORDIOSA” (Francia, Pellevoisin 1876)


 




LA MADONNA DI PELLEVOISIN
 
(Francia) 14 febbraio 1876
 
 
Pellevoisin è un piccolo paese nel centro della Francia, qui la Madonna apparve alla veggente Estelle in punto di morte in compagnia del diavolo. Vi fu una vera e propria contesa tra i due, ma come le disse la Santa Vergine: “Non temere, sai bene che mi sei figlia”. In effetti Estelle si era iscritta nel 1857 all’associazione delle Figlie di Maria.
 
Qui le manifestazioni della Vergine sono orientate alla conversione e alla guarigione personale della veggente Estelle Faguette. Nel 1875 Estelle a causa delle sue gravi condizioni di salute fa depositare una lettera nella grotta di Lourdes, nella quale implorava:
 
“Impetratemi dal vostro divin Figlio, per la sua gloria, la salute di questo mio corpo. Vedete il dolore dei miei genitori, e sapete che hanno solo me come sostegno. Essi sono sul punto di dover mendicare un tozzo di pane e io non posso pensarci senza esserne addolorata profondamente. Mi ridia la salute, se così gli piace: ma sia fatta la sua volonta, e non la mia. Mi conceda almeno una piena rassegnazione ai suoi disegni, e tutto serva per la mia salvezza e per quella dei miei genitori.”
 
Quando scrisse quella lettera, Estelle aveva 32 anni ed era ormai considerata in fin di vita per le conseguenze di gravi patologie che l’avevano colpita nell’arco di tredici anni: il vaiolo cancrenoso, la peritonite acuta, la tubercolosi polmonare e un tumore al fianco sinistro.

Il 14 febbraio 1876 la donna si trovava e letto, in quella stessa stanza che oggi fa da piccolo santuario, e scriveva: “(…) ogni momento cercavo di ripetere “Mio Dio, sia fatta la tua volontà”. Il giorno in cui ricevetti l’unzione degli infermi divenni più calma e ripetei spesso, dopo aver ricevuto la santa comunione: “Signore, voi sapete meglio di me quello di cui ho bisogno: fate ciò che volete, ma aiutatemi a offrire il mio sacrificio con generosità. Veramente queste parole mi sgorgarono dall’intimo del cuore. E Dio accolse la mia preghiera.”
 
Nella notte fra il 14 e il 15 febbraio, infatti, Estelle ebbe un’apparizione, ma non fu quella che si aspettava: ai piedi del letto comparve il diavolo, anche se subito dopo si presentò pure la Vergine.
Riflettendo si può dedurre che, quando siamo in stato di peccato, evidentemente il diavolo ha dei diritti su di noi, e quindi ha motivo per essere presente e per cercare di contrastare l’azione della Madonna.
 
Qui a Pellevoisin si esplicitò una vera e propria contesa fra satana e Maria, perchè quest’ultima reagì con forza alle pretese del diavolo: “Che fai lì? Non vedi che porta la divisa mia e quella di mio Figlio?, gli disse a brutto muso.
Dunque a ragione la Vergine potè rassicurarla: “Non temere, sai bene che mi sei figlia”. In effetti Estelle si era iscritta del 1857 all’associazione delle Figlie di Maria.







 
 
La Madonna continuò ad apparire nelle quattro nottate successive e, via via, condusse rapidamente Estelle lungo l’itinerario del pentimento e della conversione, con il diavolo che in ciascuna occasione si manifestava sempre più in lontananza, quasi a esplicitare la graduale purificazione della donna. Lo sviluppo delle prime cinque apparizioni mostra anche cheil cammino di guarigione di Estelle procedette di pari passo sia sotto l’aspetto fisico che sotto l’aspetto spirituale.
 
Nella prima apparizione la Madonna, riferendosi alla lettera di Estelle, le disse: “Soffrirai ancora cinque giorni, in onore delle cinque piaghe di Gesù. Sabato, o sarai morta o sarai guarita. Se mio Figlio ti darà vita, voglio che tu celebri la mia gloria.”
 
La notte successiva continuò il discorso: “Mio Figlio ti ha guardata con tenerezza e ti lascia vivere: sabato sarai guarita”; e dinanzi all’obiezione della donna: “Madre buona, se potessi scegliere preferirei morire finché sono ben preparata.” la Madonna rispose: “Ingrata! Se mio Figlio ti dà la vita è perché ne hai bisogno. Non credere che, vivendo, non soffrirai. Al contrario! Ma è la sofferenza ad accrescere il valore della vita.” E, durante al’apparizione, dinanzi agli occhi di Estelle si manifestarono tutte le colpe che aveva sino ad allora commesso.
 
Nella terza apparizione la Vergine mostrò alla donna anche le buone azioni da lei compiute: “Io sono tutta misericordiosa e padrona di mio Figlio. Queste poche buone azioni, queste preghiere ferventi che mi hai rivolto, hanno commosso il mio cuore di madre. D’ora innanzi cerca di essere fedele. Non sprecare le grazie che ricevi: celebra la mia gloria”.





 
 
Nella quarta e nella quinta apparizione , Maria si avvicinò sempre più a Estelle, incitandola a perseverare. Poi le disse: “Se vuoi servirmi, sii semplice e le tue azioni corrispondano alle tue parole. Ci si può salvare in qualsiasi situazione; anche là dove sei, puoi fare molto bene e celebrare la mia gloria.”
 
C’è tutta una catechesi mariana in queste cinque prime apparizioni. Quello che la Madonna ha voluto mostrarci attraverso tale percorso è appunto che le guarigioni da lei operate esigono come presupposto che ci sia una purificazione dal male, la rinuncia al peccato e l’accettazione della volontà di Dio.
Estelle visse altri cinquantatre anni secondo la modalità che le aveva preannunciato la Vergine: “Seppi dalle labbra di questa Madre buona che dovevo subire calunnie, asprezze, menzogne, abbandono, sofferenze di ogni genere, anche le più infamanti, al punto che, quando i fatti accaddero, non ne fui sorpresa”.
 
Nelle apparizioni di Pellevoisin risaltano tre cicli. Dopo il gruppo delle prime cinque apparizioni, ce n’è uno transitorio di tre (dall’1 al 3 luglio), in ciascuna delle quali la Vergine ribadì a Estelle: “Sii calma”. Infine, ci sono le ultime sette, nelle quali si palesò lo specifico messaggio. In tutto sono dunque quindici, cosicchè ancora una volta il simbolismo del rosario torna a farsi presente.
 
Nella prima apparizione di quest’ultimo gruppo, la Madonna si rivolse a Estelle con un tocco finemente umoristico: “Hai proprio il carattere francese: vuoi sapere tutto prima di imparare e comprendere tutto prima di sapere”.
In qualche modo è un’osservazione che si rivolge all’intera l’umanità, cui imputa l’incapacità di fidarsi di lei, senza prima aver compreso tutto razionalmente. E invece lei la sollecita all’atteggiamento opposto, non della cecità certamente, bensì della fede.









Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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