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La natura teologica delle Commissioni Dottrinali e il compito dei Vescovi

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2015 19:34
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11/03/2015 18:56
 
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  Concludendo, vorrei richiamare due aspetti fondamentali per il nostro essere ecclesiale: il nostro essere “comunione” ed insieme “Popolo di Dio”. Nulla come la communio, che identifica la Chiesa fin nelle sue radici, aiuta a comprendere la natura di questo Popolo che tutti noi siamo. Anzi, il concetto di “comunione”, lungi dall’oscurare quello di Popolo di Dio, mostra il volto autentico di questo Popolo, che raccoglie in unità la legittima diversità. La parola “comunione” dice che la nostra unità non può fare a meno della ricchezza plurale, come ci richiama ormai da tempo Papa Francesco, a cui è cara la figura del “poliedro”, nel quale le tante facce si compongono in armoniosa unità.

È per questo che un’azione ecclesiale fedele alla comunione, rispettosa della natura profonda del Popolo di Dio, non può che esprimersi in termini di “sinergia”. Sinergia significa forza di un’opera comune, un’opera che vive della ricchezza di tutti i doni che ciascuno apporta, una ricchezza convergente nell’unità. Questa mi sembra infatti l’icona che meglio descrive ogni rapporto nella Chiesa ed anche i rapporti fra la Congregazione per la Dottrina della Fede e le Commissioni di cui siete i Presidenti o i Rappresentanti. I compiti propositivi assegnati alle Commissioni Dottrinali aprono un vasto campo per molteplici iniziative, che, se messe in atto, gioveranno all’intera Chiesa.

Si può pensare alla divulgazione e al commento dei documenti del Magistero, alla preparazione di testi di valore scientifico e dottrinalmente sicuri, alla compilazione di una lista di libri approvati per l’insegnamento, alla stimolazione del lavoro teologico scientifico, coltivando a questo scopo mutue relazioni con i teologi e gli insegnanti delle Università e dei Seminari, o all’aiuto offerto ai singoli Vescovi nel compito di seguire e discernere la produzione teologica del proprio territorio, indicando loro una lista di esperti per l’esame dei libri.

Tutto ciò ha l’unico scopo di aiutare ciascun Vescovo ad esercitare, con maggiore efficacia, l’affascinante ed oneroso compito di essere maestro della fede. Lasciamoci condurre sempre da Colui che è il nostro vero Maestro, Gesù Cristo, il “Testimone fedele e verace” (Ap 3, 14), Colui che suscita continuamente la nostra fede e la porta a compimento (cf. Eb 12, 2), per il bene del gregge a noi affidato da Cristo, buon Pastore.


[1] Francesco, Lettera enciclica Lumen fidei (29 giugno 2013), n. 36.
[2] Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Dei Verbum, n. 21.
[3] Catechismo della Chiesa cattolica, n. 890.
[4] Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Primato del Successore di Pietro nel mistero della Chiesa (31 ottobre 1998), n. 7.
[5] Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Dei Verbum, n. 10.
[6] Congregazione per la Dottrina della Fede, Il Primato del Successore di Pietro nel mistero della Chiesa (31 ottobre 1998), n. 10.
[7] Cf. Concilio Vaticano I, Costituzione dogmatica Pastor aeternus, cap. 4: DH 3070.
[8] Cf. Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 25.
[9] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Donum veritatis (24 maggio 1990), n. 18.
[10] Giovanni Paolo II, Costituzione apostolica Pastor bonus (28 giugno 1988), Art. 50.
[11] Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 23.
[12] Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 23.
[13] Concilio Vaticano II, Decreto Christus Dominus, n. 5.
[14] Cf. ad esempio Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 25;ibid., Decreto Christus Dominus, nn. 12-14; Giovanni Paolo II, Esortazione ApostolicaPastores gregis (16 ottobre 2003), n. 29.
[15] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Donum veritatis, n. 19.
[16] Cf. Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini, 10, 3; Lettera ai Tralliani, 6, 1; 11, 1;Lettera ai Filadelfiesi, 3, 1.
[17] Francesco, Lettera enciclica Lumen fidei, n. 49.
[18] Cf. Concilio Vaticano II, Decreto Christus Dominus, n. 37.
[19] Cf. Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 23.
[20] Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 32.
[21] Giovanni Paolo II, Motu proprio Apostolos suos (21 maggio 1998), n. 12.
[22] Cf. Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, n. 22.
[23] Giovanni Paolo II, Motu proprio Apostolos suos, n. 21.
[24] Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera sulle Commissioni Dottrinali (23 novembre 1990), n. 3.
[25] Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera sulle Commissioni Dottrinali (23 novembre 1990), n. 5.
[26] Cf. Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, n. 16.
[27] Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, n. 32.
[28] Giovanni Paolo II, Motu proprio Apostolos suos, n. 23.
[29] Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera sulle Commissioni Dottrinali (23 novembre 1990), n. 6; cf. Giovanni Paolo II, Motu proprio Apostolos suos, Norme complementari, Art. 3.
[30] Giovanni Paolo II, Motu proprio Apostolos suos, n. 23; cf. ibid., Norme complementari, Art. 2.
[31] Giovanni Paolo II, Motu proprio Apostolos suos, Norme complementari, Art. 1.
[32] Giovanni Paolo II, Costituzione Apostolica Pastor bonus, Art. 54.
[33] Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera sulle Commissioni Dottrinali (23 novembre 1990), n. 11.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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