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6 giugno 2015 il Papa in Visita Apostolica a Sarajevo

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2015 19:28
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06/06/2015 22:52
 
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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A SARAJEVO (BOSNIA ED ERZEGOVINA)

INCONTRO CON I GIOVANI

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Centro diocesano giovanile “Giovanni Paolo II”
Sabato, 6 giugno 2015

[Multimedia]



 

Cari giovani,

ho desiderato tanto questo incontro con voi giovani di Bosnia ed Erzegovina e dei Paesi vicini. A ciascuno rivolgo un caro saluto. Trovandomi qui in questo “Centro” dedicato a san Giovanni Paolo II, non posso dimenticare quanto egli ha fatto per i giovani, incontrandoli e incoraggiandoli in ogni parte del mondo. Alla sua intercessione affido ognuno di voi, come anche tutte le iniziative che la Chiesa cattolica ha intrapreso nella vostra terra per testimoniare la sua vicinanza e la sua fiducia nei giovani. Noi tutti camminiamo insieme!

Conosco i dubbi e le speranze che portate nel cuore. Ce li hanno ricordati il Vescovo Mons. Marko Semren e i vostri rappresentanti, Darko e Nadežda. In particolare, condivido l’auspicio che alle nuove generazioni siano assicurate reali prospettive per un futuro dignitoso nel Paese, evitando così il triste fenomeno dell’esodo.

A tale riguardo le Istituzioni sono chiamate a mettere in atto opportune e coraggiose strategie per favorire i giovani nella realizzazione delle loro legittime aspirazioni; in questo modo essi saranno in grado di contribuire fattivamente all’edificazione e alla crescita del Paese. La Chiesa, da parte sua, può dare il suo apporto con adeguati progetti pastorali, focalizzati sulla formazione della coscienza civica e morale della gioventù, aiutandola così ad essere protagonista della vita sociale. Questo impegno della Chiesa è già in atto, specialmente attraverso la preziosa opera delle scuole cattoliche, giustamente aperte non solo agli studenti cattolici, ma anche a quelli di altre confessioni cristiane e altre religioni. Tuttavia, la Chiesa deve sentirsi chiamata ad osare sempre di più, partendo dal Vangelo e spinta dallo Spirito Santo che trasforma le persone, la società e la Chiesa stessa.

Anche a voi giovani spetta un compito decisivo nell’affrontare le sfide di questo nostro tempo, che sono certamente sfide materiali, ma prima ancora riguardano la visione dell’uomo. Infatti, insieme con i problemi economici, con la difficoltà di trovare lavoro e la conseguente incertezza per il futuro, si avverte la crisi dei valori morali e lo smarrimento del senso della vita. Di fronte a questa situazione critica, qualcuno potrebbe cedere alla tentazione della fuga, dell’evasione, chiudendosi in un atteggiamento di isolamento egoista, rifugiandosi nell’alcol, nella droga, nelle ideologie che predicano l’odio e la violenza. Sono realtà che conosco bene perché purtroppo sono presenti anche nella città di Buenos Aires, da cui provengo. Per questo vi incoraggio a non lasciarvi abbattere dalle difficoltà, ma a far emergere senza paura la forza che viene dal vostro essere persone e cristiani, dal vostro essere semi di una società più giusta, fraterna, accogliente e pacifica. Voi giovani, insieme a Cristo, siete la forza della Chiesa e della società. Se vi lasciate plasmare da Lui, se vi aprite al dialogo con Lui nella preghiera, con la lettura e la meditazione del Vangelo, diventerete profeti e testimoni di speranza!

A questa missione siete chiamati: salvare la speranza alla quale vi spinge la vostra stessa realtà di persone aperte  alla vita; la speranza che avete di superare l’attuale situazione, di preparare per il futuro un clima sociale e umano più degno di quello attuale; la speranza di vivere in un mondo più fraterno, più giusto e pacifico, più sincero, più a misura d’uomo. Vi auguro di prendere sempre più coscienza che siete figli di questa terra, che vi ha generato e che chiede di essere amata e aiutata a riedificarsi, a crescere spiritualmente e socialmente, anche grazie all’indispensabile contributo delle vostre idee e della vostra opera. Per vincere ogni traccia di pessimismo ci vuole il coraggio di spendersi con gioia e dedizione nella costruzione di una società accogliente, rispettosa di tutte le diversità, orientata alla civiltà dell’amore. Di questo stile di vita voi avete un grande testimone molto vicino: il beato Ivan Merz. San Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato a Banja Luka. Sia sempre vostro protettore e vostro esempio!

La fede cristiana ci insegna che siamo chiamati a un destino eterno, ad essere figli di Dio e fratelli in Cristo (cfr 1 Gv 3,1), ad essere creatori di fraternità per amore a Cristo. Mi rallegro per l’impegno nel dialogo ecumenico e interreligioso intrapreso da voi giovani cattolici e ortodossi, con il coinvolgimento anche del mondo giovanile musulmano. In questa importante attività svolge un ruolo significativo questo “Centro Giovanile San Giovanni Paolo II”, con iniziative di conoscenza reciproca e di solidarietà, per favorire la convivenza pacifica tra le diverse appartenenze etniche e religiose. Vi incoraggio a proseguire con fiducia questa opera, impegnandovi nei progetti comuni, con gesti concreti di vicinanza e di aiuto ai più poveri e bisognosi.  

Cari giovani, la vostra presenza festosa, la vostra sete di verità e di ideali alti sono segni di speranza! La giovinezza non è passività, ma sforzo tenace per raggiungere mete importanti, anche se costa; non è chiudere gli occhi alla difficoltà, ma rifiutare i compromessi e la mediocrità; non è evasione o fuga, ma impegno di solidarietà con tutti, particolarmente con i più deboli. La Chiesa conta e vuole contare su di voi, che siete generosi e capaci dei migliori slanci e dei più nobili sacrifici. Per questo i vostri Pastori, e io con loro, vi chiediamo di non isolarvi, ma di essere sempre uniti tra di voi, per godere la bellezza della fraternità ed essere più efficaci nella vostra azione.

Dal vostro modo di amarvi e di impegnarvi tutti possano vedere che siete cristiani: i giovani cristiani della Bosnia ed Erzegovina! Senza paura; senza fuggire dalla realtà; aperti a Cristo e ai fratelli. Siete parte viva del grande Popolo che è la Chiesa: il Popolo universale, in cui tutte le nazioni e le culture possono ricevere la benedizione di Dio e trovare la via della pace. In questo Popolo ognuno di voi è chiamato a seguire Cristo e dare la vita per Dio e per i fratelli, nella strada che il Signore vi indicherà, anzi, che vi indica! Già oggi, adesso, il Signore vi chiama: volete rispondergli? Non abbiate paura. Non siamo soli! Siamo sempre con il Padre celeste, con Gesù nostro Fratello e Signore, con lo Spirito Santo; e abbiamo la Chiesa e Maria per madre. La Madonna vi protegga e vi dia sempre la gioia e il coraggio di testimoniare il Vangelo.

Vi benedico tutti, e vi chiedo per favore di pregare per me.

   
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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