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Curiosità varie in campo liturgico

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2017 23:05
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25/03/2016 19:24
 
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La codificazione tridentina è certamente debitrice degli Ordines più recenti nonché riconducibile alle opere del Patrizi Piccolomini e del Grassi. In merito al nostro argomento la troviamo nella sostanza  e contenuti identica dalla promulgazione del Missale Romanum nel 1570 fino all’edizione VI dopo la tipica dello stesso approvata nel 1952 (cit.). Gioverà riportare la rubrica nella sua completezza:

“6. In diebus vero jejunorum (praeterquam in Vigiliis Sanctorum), et in Dominicis et Feriis Adventus et Quadragesimæ, ac in Viglilia Pentecostes ante Missam (exceptis Dominica Gaudéte etiam si ejus Missa infra hebdomadam repetatur, et Dominica Lætáre, Vigilia Nativitatis Domini, Sabbato sancto in benedictione Cerei et in Missa, ac in Quatuor Temporibus Pentecostes), item in benedictione Candelarum et in Processione: in die Purificationis B. Mariæ: in Cathedralibus et præcipuis Ecclesiis utuntur Planetis plicatis ante pectus: quam Planetam Diaconus dimittit cum lecturus ets Evangelium, eaque tunc super sinistrum humerum super Stolam complicantur: aut ponitur aliud genus Stolæ latioris in modum Planetæ plicatæ; et facta Communione resumit Planetam, ut prius. Similiter Subdiaconus dimittit eam cum lecturus est Epistolam, quam legit in Alba, et ea finita, osculataque Celebrantis manu, Planetam resumit, ut prius.

7. In minoribus autem Ecclesiis, prædictis diebus jejuniorum Alba tantum amicti ministrant: Subdiaconus cum Manipulo, Diaconus etiam cum Stola ab humero sinistro pendenti sub dexterum.”24

   Dal testo mutuato dal corpo rubricale  vari sono gli aspetti meritevoli di essere in qualche modo evidenziati: anzitutto l’esclusione – come si è visto arcaica – dell’uso della dalmatica e della tunicella in contesti di messe dal carattere penitenziale, ma anche il riservare l’uso delle pianete da parte dei ministri alle sole chiese cattedrali e le “praecipuis ecclesiis”. Circa le individuazione delle chiese ricomprese nella definizione citata, la sacra congregazione dei riti ebbe modo di pronunciarsi, orientandosi, seppure tardivamente, verso una definizione allargata e non limitata solo a chiese collegiate, basilicali o le chiese insigni di religiosi tanto che si giunse ad annoverare tra le “præcipuis ecclesiis” anche le parrocchiali25.

Venerdì santo alla basilica sessoriana: ostensione delle reliquie.

   Affatto non trascurabile il richiamo alla ulteriore piegatura della pianeta, da parte del diacono, prima della proclamazione del vangelo che prevede addirittura la sostituzione con la “stola latior” o “stolone” per motivi di praticità. Dalla editio princeps del messale apprendiamo che lo stolone era detto nelle chiese romane “bastum”26 probabilmente per la foggia che richiama il “basto” posto sul dorso del somaro. Sarà interessante notare il maggior “conservatorismo” nei confronti degli usi più arcaici della cappella papale laddove si introdusse tardivamente l’uso dello stolone preferendo ripiegare la pianeta e fissarla a tracolla27,  L’uso di questa piegatura supplementare della pianeta o addirittura sostituzione con una “pianeta più comoda” da prima del vangelo fino a dopo la comunione appare come un’attenzione necessaria se consideriamo l’infittirsi delle mansioni che si concentrano in quella parte della messa e che ricadono nella sfera delle competenze del diacono.

Diacono con la casula avvolta

   Lo stolone non è affatto – a dispetto del nome – una stola di dimensioni maggiori o un paramento a sé stante ma nulla è – come sopra si diceva – se non una “pianeta più comoda” e quindi maggiormente adeguata ed adatta all’espletamento degli uffici, ciò si evidenzia anche dal fatto che lo stolone non deve essere fornito della croce come invece è prescritto per la stola28. Tale attenzione è eminentemente pratica tanto che, qualora il vescovo celebri pontificalmente al trono, nei tempi in cui i ministri non fanno uso della dalmatica e della tunicella, i suoi canonici diaconi assistenti non tolgono mai la pianeta piegata dal momento che essa non andrebbe ad arrecare loro impaccio alcuno29.

  Una certa ambiguità nel confondere lo stolone con la stola comune (che invece resta coperta dal primo) si era in ogni caso creata: i diaconi deputati al canto della passione nelle messe della domenica delle palme, del martedì, mercoledì e venerdì santi, giusta le prescrizioni del Caeremoniale episcoporum, indossano, sopra il camice, la stola e il manipolo30); in alcuni luoghi si era instaurato l’uso, attestato anche dal Bauldry31, di sovrapporre lo stolone, tale usanza fu cassata dalla Sacra Congregazione dei Riti nel tardo Ottocento32. In ogni caso l’uso della pianeta piegata era un tratto caratteristico dei tempi di penitenza tanto che neppure durante le celebrazioni solenni che si compiono “coram exposito”, ad esempio le quarant’ore, possono giustificare la loro sostituzione con la dalmatica e la tunicella33.

Domenica delle palme: distribuzione dei rami

S. Anselmo (Roma), domenica delle palme, processioneWestminster, domenica delle palme, processioneDomenica delle palme, processione (Spagna)






   continua
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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