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La Dottrina della Chiesa dalla enciclopedia di Apologetica

Ultimo Aggiornamento: 16/05/2015 14:14
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16/05/2015 14:11
 
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§ 2. - Difficoltà divinamente risolte.

Tutte le difficoltà accumulate contro la dottrina della Chiesa sono state risolte divinamente. Coesione, stabilità e insieme progresso, pienezza (potremmo aggiungere: fecondità inesauribile), ecco alcuni fra i lineamenti visibili di questa dottrina, nonostante le impossibilità umane.

a) La coesione. - La dottrina della Chiesa è complessa, piena di contrasti che d'ogni parte ne minacciano l'equilibrio, piena di misteri, davanti ai quali la ragione s'impenna subito; piena di doveri, che fanno urlare di collera gli istinti. È gettata da un pugno d'ignoranti, con espressioni immature, senza un piano fisso, secondo il gioco delle circostanze, in un mondo indisposto per accoglierla, " scandalo ai Giudei, diceva S. Paolo (1 Cr., 1, 23), e follia per i pagani ", che non volevano ricevere nulla dai Giudei e che specialmente non volevano ricevere una dottrina, la quale anzitutto a predica Gesù crocifisso ". Umanamente è fatale che queste frasi, che. come la semente della parabola cadono sulla strada, siano calpestate dai passanti e muoiano senza dar frutto. Oppure, se per un miracolo inesplicabile sopravvivono, è fatale che la dottrina che esprimono si allarghi in un caos di contraddizioni interne, e urti da ogni parte nelle ripetute smentite della ragione illuminata, dei fatti imprevisti della storia e delle conclusioni non meno impreviste di tante scienze un tempo ignorate.

In tutte le altre confessioni cristiane scoppiano le contraddizioni e le smentite di questo genere; al contrario mancano nella dottrina della Chiesa, della quale abbiamo ammirato l'accordo con se stessa e l'armonia con le scienze profane. Quanto più si approfondiscono e progrediscono le scienze profane, tanto meglio questa dottrina viene compresa e risponde ai bisogni del genere umano. J. Rivière (A la trace de Dieu, p. 13) giudicava che la miglior apologià della fede cristiana consiste " nel descriverla minutamente ", nel mettere in luce a la sua meravigliosa coesione con forza tale che l'incredulo sia preso da vertigine e non abbia più altro da fare che precipitarvisi ". P. Claudel, nella prefazione al libro postumo di J. Rivière, così riprendeva il pensiero : " Insomma, la religione cattolica dev'essere provata con una dimostrazione cattolica, cioè totale, e mediante la stessa totalità. È vera perché è cattolica cioè completa, perché è la chiave e il coronamento di tutto ".

Una dottrina simile evidentemente non può essere l'opera dei dodici poveri uomini che l'hanno predicata. Per spiegare quello che Bninetière (Revue des Deux MondeSf 1 novembre 1898, p. 176) chiamava " la massa, la densità di questa dottrina ", non c'è che la parola di Cristo, che affida agli apostoli la missione di diffonderla (Gv. 7, 16): " La mia dottrina non è mia, ma è quella del Padre che mi ha mandato ".

b) La stabilità unita al progresso. - Questa dottrina tanto complessa deve restare identica a se stessa attraverso i costanti progressi che sono la legge d'ogni vita.

Per mantenerla tale, vi saranno i vescovi e, sopra tutti, i papi; vescovi e papi diversissimi in virtù, carattere, età, nazionalità, e dovranno esserci fino alla fine dei secoli; papi, e vescovi uniti ai papi, che non devono mai ingannarsi, mentre gli uomini s'ingannano cosi spesso; papi che siano d'accordo tra loro nei secoli, mentre un uomo è così raramente d'accordo con se stesso, nel corso della sua vita. Bisogna che essi abbiano ragione in anticipo contro idee che non esistono ancora, contro obiezioni nascoste nel mistero dell'avvenire.

Questa dottrina non resta chiusa in un ambiente ristretto, in un gruppo chiuso a ogni azione esteriore. Non è stata posta sotto la custodia dell'ignoranza, né al riparo contro la discussione, né imbalsamata immobile nel morto passato; ma è stata mescolata a tutti i movimenti del mondo, è stata il grande fermento della storia, è stata esposta, in mezzo ai popoli più colti della terra, a tutti i flutti d'idee, a tutte le collere delle passioni, a tutti gli assalti della forza brutale.

Nessuna dottrina puramente umana potrebbe resistere a simili scosse dal di dentro e dal di fuori. Invece la Chiesa ha resistitol Non uno dei suoi dommi s'è mosso, non un iota è scomparso. Invece di frustarsi, il suo corpo di dottrine s'è arricchito e riuscì a vivere nonostante tante cause di morte; immutabile senza mummificarsi, in costante progresso senz'alterazione di sorta. È l'avveramento d'una parola, che può essere solo d'un Dio, detta agli apostoli (Mt., 28, 18-20): "A me fu dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque, e ammaestrate tutte le genti... Ed ecco, io son con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo ".

c) La pienezza. - Che dire della pienezza della dottrina di Cristo? La veduta di S. Tommaso e di S. Bonaventura, su Dio e le cose divine, ne sa più di tutti gli antichi filosofi e può amare Dio quanto e più dei maestri in teologia. Ed ecco un Pasteur, che, a questa domanda d'un suo allievo: " Voi che avete tanto riflettuto, come potete credere?", risponde semplicemente: "Appunto perché ho riflettuto e studiato molto, ho conservato la fede di un uomo bretone; se avessi studiato e riflettuto di più, sarei arrivato alla fede d'una donna bretone ". (Cfr. Van Tricht, Revue des questions scientifiques, t. XXXIX, p. 385). La dottrina della Chiesa soddisfaceva un Pasteur e la buona vecchierella: ai Pasteur come alle buone vecchiette di tutti i luoghi e di tutti i tempi fa conoscere tutto quello che importa ed è essenziale sapersi.

A questa meraviglia s'aggiunge l'identica facilità d'un Pasteur e d'una vecchierella, la sicurezza con cui l'uno e l'altra entrano in possesso delle verità indispensabili. A. von Ruville (Retour à la sainte Eglise, pp. 5-45) fa a tal riguardo rilievi di grande portata. Egli espone come, educato nel protestantesimo, passato attraverso il dubbio, il materialismo, il panteismo, il modernismo, grazie ai libri fini col ritrovare le verità fondamentali del cristianesimo, pur comprendendo che il suo acquisto era insufficiente, che gli mancava " ancora molto, sì, molto ". Le scoperte delle fatiche intellettuali erano un sostegno alla sua fede riconquistata, " Per me, uomo di studio, questo lavoro di riflessione, egli dice, avrebbe forse potuto bastare, benché in realtà non bastasse. Ma era ammissibile fondare su un lavoro di riflessione ", su lunghi studi, " la fede della massa incolta, molto più ancora, quella dei popoli tuttora immersi nella barbarie primitiva, che solo col tempo, e forse mai, potranno compiere questo lavoro necessario? ". Altra difficoltà, " Se le anime popolari arrivassero realmente a una sufficiente intelligenza, sarebbero armate contro l'influsso dei dottori eterodossi, dei teologi liberi pensatori, che con nuovi dubbi cercassero di turbare la fede di queste anime? Infatti tali influssi non potevano essere tenuti lontano in eterno. Era troppo domandare a gente poco istruita che seguisse la stessa via che io avevo percorso con pena, che conservasse o riacquistasse con i propri lumi i beni della fede. L'eloquenza persuasiva dei pastori non offre nessun aiuto apprezzabile per questo, perché contro di essa c'è pure l'eloquenza persuasiva dei pastori liberali, anch'essa efficace ". Di fronte alla confusione dottrinale che regnava nella chiesa protestante, A. von Ruville comprese che " le dottrine fondamentali del cristianesimo dovevano riposare sopra un punto d'appoggio che fosse al sicuro da tutti gl'influssi del libero pensiero ", che " questo punto d'appoggio, se pure c'è, non poteva essere che il papato "; che supporre che il Cristo non avesse munito la Chiesa di questo punto d'appoggio indispensabile, significava negargli una saggezza elementare. Egli finalmente cedette " alla potenza esercitata dalla Chiesa sugli uomini di tutte le classi, d'ogni condizione, di qualsiasi cultura intellettuale... Il difetto di riflessione, egli dice, che io avevo trovato nella chiesa protestante, qui non c'era... Qui anche il più semplice poteva arrivare a tutti quei beni che vengono un'eccellenza più che umana.

Securus judicat orbis terrarum. - È nota la ripercussione che ebbero queste parole di Sant'Agostino sulla conversione di Newman, il quale dice (Apologià, trad. it. cit., p. 158) che " erano come il tolle et lege del fanciullo che convertl lo stesso Sant'Agostino"; da esse fu "letteralmente polverizzata" la teoria della via media, con la quale aveva creduto poter sfuggire alla Chiesa romana. L'orbis terrarum, la massa degli uomini d'ogni condizione, luogo e tempo, dev'essere sicura di possedere la dottrina della salvezza. Per questo occorre (cosa umanamente irrealizzabile) un'autorità infallibile, un'autorità vivente: un'autorità infallibile, perché lo Spirito Santo l'assiste; un'autorità vivente, che per quest'assistenza, dia sempre, conforme alle difficoltà che nascono, ai problemi che sorgono, una risposta infallibile alle questioni che le vengono poste dai fedeli di tutte le condizioni, di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Il che è avvenuto durante tutti i secoli. E oggi, dice l'abate de Tourville (Lumière et vie, p. 278), " la Chiesa, nel suo tenore puro, liberata dagli adattamenti fatti per i tempi anteriori, concorda col bisogno presente e con le disposizioni presenti più facilmente, più semplicemente che con quanto ha preceduto ". E questo garantisce l'avvenire. Cosi si compie la promessa di Gesù Cristo a San Pietro e, in lui, a tutti i suoi successori : " Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno; tu conferma i tuoi fratelli. Tu sei Pietro, e sopra questa pietra io fonderò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa. Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle " (Le, 22, 32; Mt., 16, 18; Gv., 21, 16-17).







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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