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La Chiesa di oggi ha forse dimenticato Paolo VI Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ?

Ultimo Aggiornamento: 13/11/2015 16:24
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31/10/2015 18:18
 
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San Giovanni Paolo II
 

Venti anni fa Giovanni Paolo II pubblicava l’enciclica Evangelium vitae. In questo ventennio, l’aborto è passato da eccezione a "diritto" e nella Chiesa ormai ci si convive. Quali le cause di questo fallimento? Perché anche nella Chiesa è penetrato un nuovo paradigma del pensiero filosofico e teologico, secondo il quale la vita di fede avviene dentro l'esistenza storica. In questa prospettiva cessano di esistere azioni intrinsecamente cattive, perché nella complessità dell’esistenza occorre sempre interpretare.

di Stefano Fontana

Venti anni fa Giovanni Paolo II pubblicava l’enciclicaEvangelium vitae (25 marzo 1995) “sul valore e l’inviolabilità della vita umana”. Fatto salvo l’impegno di quanti in questi anni si sono impegnati e si impegnano per la vita, il suo bilancio non lascia soddisfatti. L’aborto è passato da eccezione a diritto e nella Chiesa ormai ci si convive, raramente i pastori intervengono e si è formata un’ampia opinione contraria alla mobilitazione sociale e politica su questo tema. 

Quali le cause di questo fallimento? L’enciclica di San Giovanni Paolo II sulla vita si collocava in un contesto di pensiero filosofico e teologico costituito, oltre dall’enciclica suddetta, anche dalla Fides et ratio (1998) sul rapporto tra la fede e la ragione e dalla Veritatis splendor (1993) su alcune questioni relative alla morale. Bisogna chiedersi se quel quadro sia oggi ritenuto ancora valido o se sia penetrato nella Chiesa un nuovo “paradigma”, all’interno del quale le riflessioni della Evangelium vitae non trovano più il respiro necessario. 

Secondo il paradigma “delle tre encicliche” il tema della vita è collocato all’interno di un ordine sociale naturale perché gli uomini, come dice il bellissimo paragrafo 20 della Evangelium vitae, non sono ammucchiati uno sull’altro come dei sassi, ma esiste un ordine naturale della vita sociale e politica che gli uomini possono conoscere con le loro capacità naturali e difendere con le loro volontà naturali, nonostante non riescano mai pienamente a farlo a causa del peccato delle origini, in conseguenza del quale anche per raggiungere i propri fini naturali c’è bisogno della rivelazione e della grazia. La Evangelium vitae rimanda quindi alla dimensione dell’indisponibile – tra cui il mistero della vita e la dignità della procreazione in stretta continuità con laHumanae vitae di Paolo VI e la Familiaris consortio di Giovanni Paolo II – che noi possiamo già conoscere sul piano naturale ma che diventa pienamente comprensibile sul piano soprannaturale. 

E proprio questo incontro era il tema della Fides et ratio, secondo la quale l’uomo è capace di Dio perché è capace dell’essere e può conoscere l’ordine delle cose e collocarne la conoscenza in un universo di senso, in un “cosmo della ragione” come poi dirà Benedetto XVI

L’uomo è capace di moralità (ecco la Veritatis splendor), perché è capace dell’essere. La sua libertà si configura pienamente quando si lascia vincere dalla verità, la sua coscienza trova pienamente se stessa quando è riempita dalla realtà, tra legge e coscienza non c’è opposizione in quanto la legge esprime la verità del bene umano di cui la coscienza ha una nozione connaturale. Poiché l’uomo è capace dell’essere, egli vede le cose ordinate finalisticamente a Dio e ciò rappresenta per lui un dovere morale. Vede anche scelte che non possono essere mai ordinate a Dio, che sono disordinate intrinsecamente e che quindi non si possono mai fare.

Ma per il secondo paradigma, nel frattempo subentrato, le cose stanno diversamente e i concetti di natura umana, di ordine naturale e sociale, di peccato, di finalismo, di coscienza e di moralità sono cambiate radicalmente. 

La vita di fede, secondo questo paradigma, avviene dentro l’esistenza storica e non ci mette mai davanti all’essere né davanti a Dio come Essere, ma sempre davanti, o meglio dentro, alle nostre situazioni, che non possiamo trascendere. Non abbiamo accesso all’essere e alla verità, ma solo alle nostre progressive interpretazioni dall’interno dell’esistenza. Dio si rivela in questo modo, non mediante delle verità di ordine trascendente che entrano nella storia, ma mediante la storia stessa e la sua progressiva evoluzione. La rivelazione è storica e progressiva ed avviene in tutti gli uomini e non solo nella Chiesa.

In questa prospettiva diventa impossibile parlare di un ordine naturale e sociale. Dal punto di vista esistenziale tutto è come mescolato con tutto: le persone, nelle situazioni esistenziali, sono contemporaneamente nella verità e nell’errore, sono maschili e insieme femminili, credenti e contemporaneamente atei, giusti e peccatori. Non possiamo mai sapere se siamo in peccato, non esistono azioni intrinsecamente cattive perché nella complessità dell’esistenza occorre sempre interpretare, sapendo di non finire mai di farlo. L’esistenza è un susseguirsi di situazioni tutte diverse tra loro e la ridda dei fenomeni non permette di conoscere nessuna struttura permanente e solida.

Non ci sono più nemici, nonostante la Evangelium vitae parlasse di «uno scontro immane e drammatico tra il male e il bene, la morte e la vita, la cultura della morte e la cultura della vita» (n. 28), né battaglie da combattere, né processi legislativi da influenzare con la forza della presenza e della manifestazione. La manifestazione del 20 giugno 2015 organizzata dal Comitato “Difendiamo i nostri figli”, le veglie delle Sentinelle in piedi oppure l’opposizione al gender oggi vengono valutati negativamente, anche da parroci e Vescovi, come qualcosa che contrasta con la vera pastorale della Chiesa che non dovrebbe mai essere di contrapposizione, ma solo di dialogo.

Il congelamento della Evangelium vitae è dovuto al progressivo indebolimento del quadro di pensiero costituito dal plesso delle tre encicliche di San Giovanni Paolo II, dentro il quale si inseriva – come a casa propria – l’enciclica sulla vita. Sono bastati solo dodici anni dalla morte di Giovanni Paolo II (2 aprile 2005) e solo un anno dalla sua canonizzazione (27 aprile 2014), per trascurare questi suoi insegnamenti tanto importanti. 

Bisogna però tenere conto di due cose. La prima è che queste teorie erano già presenti all’epoca delle tre encicliche. La seconda è che nella Chiesa molti fedeli pensano tuttora che questa sia la via da seguire. E tra costoro pongo anche me stesso.




LETTERA
Inferno
 

Lettera a mia nipote Olivia nata un mese fa per spiegare il mondo e la Chiesa che troverà tra vent'anni, quando magari penserà di sposarsi. Stiamo assistendo al trionfo della gnosi, con l'annientamento delle autorità morali e la confusione ispirata dagli stessi pastori. Una situazione che fa perdere la strada della salvezza a tante anime.

di Ettore Gotti Tedeschi


Lettera a mia nipote Olivia, nata un mese fa, da leggersi tra venti anni per capire il mondo in cui si troverà.

Cara Olivia,

fra 20 anni potresti desiderare di sposarti, ma quello che sarà il sacramento matrimoniale fra 20 anni dipenderà da noi oggi, o meglio, dipenderà dall’assise dei fedeli, via referendum….  Un Sinodo sul matrimonio si è concluso qualche giorno fa e leggendo i giornali si direbbe che hanno trionfato tutti (progressisti e conservatori), proprio come succede dopo le elezioni politiche cui siamo abituati. Anche se, leggendo la lettera al Corriere della Sera (27ottobre) del segretario del Sinodo (card. Baldisseri), si ha l’impressione che chi deciderà saranno gli utenti (il popolo di Dio) che verranno consultati con questionario per evidenziare il sensus fidei. Ciò perché il gregge possiede il proprio “fiuto” per discernere ciò che la Chiesa deve fare in una materia che riguarda loro. E poi la voce dello Spirito Santo risuona anche nella voce dei credenti, naturalmente. A questo punto, per capire quale sacramento ti attende, temo che dovremo attendere l’assemblea giudicante dei fedeli interessati alla materia…  

Cara Olivia,
ogni epoca ha sempre avuto le sue miserie, tragedie e grandezze. Ciò è stato fin quando l’uomo ha cercato di dare un senso alla propria vita ed azioni. E ciò è sempre successo perché le autorità morali delle varie religioni volevano e cercavano di spiegare le ragioni del bene e del male. La tua epoca rischia invece di veder scomparire le autorità morali, relativizzate ed omogeneizzate nel mondo globale, con il pretesto di evitare conflitti globali dovuti alla affermazione di dogmi e fondamentalismi, proposti soprattutto in contesti di evangelizzazione. Temo che le autorità morali non saranno più le stesse e questo con pregiudizio sulla conoscenza della Verità e della conquista della fede. Te ne accorgerai fra qualche anno quando farai catechismo. 

A chi attribuire la responsabilità di tutto ciò se non alla gnosi che sta vincendo ovunque? In filosofia, essendo riuscita a relativizzare persino ciò che è assoluto. In antropologia, essendo riuscita a far autoridurre l’uomo ad animale più o meno intelligente, ma cancro della natura. In economia, essendo riuscita a far credere che sia la miseria economica a provocare quella morale. In scienza e tecnica, riuscendo a far credere che debbano entrambe avere autonomia morale. Le autorità morali (delle varie religioni) reagiscono differentemente a questa azione di ridimensionamento. In alcuni ambiti e culture reagiscono violentemente. In altri, si lasciano intimidire per timore di esser emarginate e, per non esser considerate fondamentaliste, arrivano persino a giustificare e camuffare abilmente il peccato, l’errore, il disordine.

Olivia, 
il mondo in cui diventerai grande confermerà la teoria evoluzionistica, ma al contrario: l’uomo creatura di Dio si sta evolvendo in selvaggio. In questo mondo, in cui diverrai grande, fronteggerai alcuni rischi per superare i quali dovrai essere ben preparata. Il primo rischio starà nel non saper comprendere se la Verità venga prima o dopo la libertà di cercarla, e se nasca o no solo dal dialogo con altre verità. Il secondo rischio starà nel non riuscire a comprendere quale è l’origine dei mali che affliggono l’uomo, se è veramente l’inequità economica o l’iniquità morale. Altro rischio sarà faticare a comprendere la sottile difficoltà a scegliere tra misericordia e giustizia, quando queste sembrano esser in conflitto. Questi, e tanti altri, rischi diventano più gravi quando le autorità morali confondono le acque, rinunciando a ispirare e correggere le idee ed i comportamenti dell’uomo, e adeguandosi invece agli stessi, scusando e includendo, anziché pensare a convertire. Ciò, adeguandosi ai tempi che chiedono dinamicità evolutiva sulla comprensione delle leggi naturali. 

Certo la Santa Chiesa, nel tempo, ha saputo, grazie ai Santi, operare cambiamenti per rettificare gli errori (degli uomini): si pensi alle eresie, al protestantesimo, al modernismo. Ma oggi la gnosi riesce persino a negare la verità dove dovrebbe essere e mettere la libertà di coscienza dove non dovrebbe stare. La gnosi oggi riesce a negare alla Chiesa il diritto di evangelizzare (per rispetto delle altre culture), chiedendole invece di lasciare alla coscienza (malformata come mai) decidere cosa sia bene o male. Ciò equivale a chiedere a un cieco di passare un semaforo dove non può veder il rosso e rischiare di farsi investire. Si chiede alla Chiesa di lasciare all’uomo la libertà di stabilire in coscienza cosa è bene per lui, non riflettendo che equivale a metter un topolino davanti a un formaggino messo nella trappola ben camuffata. Si chiede alla Chiesa di lasciare ai pastori decidere la maturità di coscienza dei fedeli per tornare al gregge, quando son gli stessi pastori che li hanno fatti uscire. 

Ecco, tutto ciò mi permette di spiegarti, cara Olivia, perché c’è il riscaldamento terrestre globale. C’è grazie al numero esagerato di anime che vanno a bruciare all’inferno, grazie alla confusione sulla dottrina. 




IL RISCHIO DI UNA NUOVA DOTTRINA C'E'  E SE ACCADESSE, SAREBBE UN VERO CATACLISMA.....






Il noto filosofo francese, Thibaud Collin, ha scritto sul quotidiano francese La Croix, dove ha un suo blog, un interessante analisi del sinodo appena concluso.

Per fare un bilancio del lungo cammino il filosofo ritiene utile porsi nella “prospettiva dell’intenzione del Papa che l’ha convocato”. L’orizzonte è quella “conversione pastorale” più volte richiamata nelle “sue dichiarazioni e nelle sue scelte”, con l’obiettivo di una “chiesa ospedale da campo”.

Secondo Collin, “il Santo Padre desidera eliminare alcuni ostacoli che rendono incomprensibile e anche scandaloso agli occhi dei nostri contemporanei la morale della Chiesa sulla sessualità e il matrimonio. Riprendendo di fatto l’agenda del cardinale Martini esposta nel 1999 al sinodo sull’Europa, egli cerca di sciogliere alcuni nodi disciplinari”.

Francesco vuole “una chiesa vicina alle vulnerabilità delle persone, ai loro fallimenti e ai loro tortuosi percorsi biografici”. Vorrebbe, quindi, “una Chiesa amorevole e tenera e non più una Chiesa altezzosa e colpevolizzanti”.

La discussione al sinodo si è comunque concetrata sulla questione dell’accesso all’Eucaristia dei divoriziati risposati. Ma, dice Collin, “questo argomento è diventato centrale non per una moda dettata dai media, ma per volontà stessa del Papa che di ritorno dalla GMG di Rio (estate 2013) ha avviato il dibattito, e poi ha chiesto al cardinale Kasper, celebre oppositore di Giovanni Paolo II e Bendetto XVI sull’argomento, di aprire la riflessione e di porre la problematica al concistoro del febbraio 2014”.

E’ evidente “che i tre numeri del testo finale del Sinodo riferiti a questo tema (n°84, 85 e 86) non concludono il problema. E per una buona ragione…questi numeri sono il frutto del compromesso maturato nel circolo Germanicus, in cui vi erano i cardinali Kasper e Muller.”

Frutto di questo incontro fra posizioni agli antipodi ha prodotto un testo che “può essere letto secondo due ermeneutiche opposte, quella della rottura con il magistero anteriore, o anche quello della continuità. Un segno di questa indeterminazione è che i tre testi che servono da riferimento (FC 84, CCC 1735 e la Dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi del 24/06/2002) sono indicati in modo così incompleto che possono legittimare sia una interpretazione che conferma lo status quo ante (con l’idea che un testo deve essere compreso secondo la sua propria logica e il suo contesto), sia una interpretazione legittimante la “novità pastorale” (secondo l’idea che il silenzio volontario o l’omissione significhino una presa di distanza)”.

Secondo Collin la soluzione del “foro interno” finisce per non essere una soluzione, ma semplicemente il sinodo “rimanda al mittente”, il Papa, la risposta chiara sulla questione. Infatti, può “un prete, in certi casi, dare l’assoluzione a un fedele che si trova in una situazione coniugale oggettivamente in contraddizione con il sacramento del matrimonio? Se questo fosse il caso, è difficile non vedere una messa in discussione di fatto della dottrina dell’indissolubilità e di Familiaris Consortio (il n°84…letto nella sua interezza)”




Mons. Fulton Sheen: "Il Falso Profeta e l'Anticristo"

 
Il vescovo statunitense Fulton Sheen è ricordato, oltre che come teologo grave e profondo, anche come eccellente comunicatore attraverso la radio, la stampa e la Tv. Tenne conferenze, molto seguite, sia in patria che all’estero, nelle quali appassionava e conquistava l'uditorio.

Nel 1930, alla NBC, teneva un programma fisso la domenica sera:  L’ora cattolica.
 
Un'attività fruttuosa di conversioni. 

Fu nominato vescovo da Pio XII e mandato come Ausiliare a New York, ma continuò nella sua attività di conferenziere e scrittore. Ricordiamo: La pace dell’animaLa felicità del cuoreIl primo amore del mondo (sulla Vergine), La filosofia della religione, in cui dimostra come nel nostro tempo la filosofia abbia raggiunto il livello più basso di irrazionalismo con cui guarda con disprezzo assoluto a Dio e alle Verità eterne e indica il cammino della sana ragione, illuminata dalla fede, orientata al Padre, in Cristo, unica Via Verità e Vita. 
Riprendiamo da gloria.tv il testo che segue, che è preceduto da una breve introduzione:
Premessa
L'Arcivescovo Fulton Sheen disse nel 1950: «Stiamo vivendo nei giorni dell'apocalisse gli ultimi giorni della nostra epoca .... Le due grandi forze il Corpo mistico di Cristo e del Corpo Mistico dell'anticristo stanno cominciando a elaborare le linee di battaglia per la fine». (Flynn T & L. Il Tuono di giustizia. Maxkol Communications, Sterling, VA, 1993 p. 20)
Disse anche: «Il Falso Profeta avrà una religione senza croce. Una religione senza un mondo a venire. Una religione per distruggere le religioni. Ci sarà una chiesa contraffatta. La Chiesa di Cristo [la Chiesa cattolica] sarà una. E il falso profeta ne creerà un'altra. La falsa chiesa sarà mondana, ecumenica e globale. Sarà una federazione di chiese. E le religioni formeranno un certo tipo di associazione globale. Un parlamento mondiale delle chiese. Sarà svuotato di ogni contenuto divino e sarà il corpo mistico dell'Anticristo. Il corpo mistico sulla terra oggi avrà il suo Giuda Iscariota, e sarà il falso profeta. Satana lo assumerà tra i nostri vescovi».
Mons. Fulton Sheen sull'anticristo:
L'Anticristo non si chiamerà così; altrimenti avrebbe seguaci. Egli non indosserà calze rosse, né vomiterà zolfo, né porterà un tridente né una coda come Mefistofele nel Faust. Questo per aiutare il Diavolo a convincere gli uomini che egli non esiste. Quando l'uomo lo nega, più diventa potente. Dio ha definito Sé stesso come "Io sono colui che sono", e il Diavolo come "Io sono colui che non sono."

Da nessuna parte nella Sacra Scrittura troviamo descritto il Diavolo come un buffone. Piuttosto è descritto come un angelo caduto dal cielo, come "il principe di questo mondo", il cui scopo è convincerci che non c'è la vita eterna. La sua logica è semplice: se non c'è il paradiso non c'è inferno; se non c'è l'inferno, allora non c'è peccato; se non c'è peccato, allora non c'è nessun giudice, e se non c'è giudizio, allora il male è bene e il bene è il male. Ma come farà a convincerci alla sua religione?
La convinzione russa pre-comunista, è che egli verrà travestito come il Grande umanitario; parlerà di pace, prosperità e abbondanza non come mezzo per condurci a Dio, ma come fini in sé. . .
 
. . . La terza tentazione in cui Satana chiese a Cristo di adorarlo e tutti i regni del mondo sarebbero stati suoi, diventerà la tentazione di avere una nuova religione, senza una croce, una liturgia, senza un mondo a venire, una religione per distruggere una religione, o una politica che è una religione - quella che rende a Cesare anche le cose che sono di Dio.
 
In mezzo a tutto il suo amore per l'umanità e apparente suo discorso di libertà e di uguaglianza, si avrà un grande segreto che egli non dirà a nessuno: egli non crede in Dio. Perché la sua religione sarà la fratellanza senza la paternità di Dio, egli vuole ingannare anche gli eletti. Egli ha istituito una controchiesa che sarà la scimmia della Chiesa, perché lui, il Diavolo, è la scimmia di Dio. Avrà tutte le note e le caratteristiche della Chiesa, ma in senso inverso e svuotata del suo contenuto divino. Sarà un corpo mistico dell'Anticristo che in tutte le cose esteriori somiglierà al corpo mistico di Cristo. . .
 
. . . Ma il XX secolo si unirà alla controchiesa perché sostiene di essere infallibile quando il suo capo visibile parla ex cathedra da Mosca sul tema dell'economia e della politica, e come capo pastore del comunismo mondiale'.
(Arcivescovo Fulton J. Sheen, Communism and the Conscience of the West [Bobbs-Merril Company, Indianapolis, 1948], pp. 24-25)




[Modificato da Caterina63 13/11/2015 16:24]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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