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26 luglio Sant'Anna e San Gioachino Genitori della Vergine Maria

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2015 09:18
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  Sant'Anna e San Gioacchino Giotto - Il bacio di Anna e Gioacchino

 

(Link al file in formato PDF)

Secondo un'antica tradizione che risale al II secolo, ebbero questo nome i genitori della beata Vergine Maria. È il protovangelo di Giacomo, a darne i nomi. Il culto di sant'Anna esisteva in oriente già nel secolo VI e si diffuse in occidente nel secolo X. Più recente è il culto di san Gioacchino.

Dai «Discorsi» di san Giovanni Damasceno, vescovo

Poiché doveva avvenire che la Vergine Madre di Dio nascesse da Anna, la natura non osò precedere il germe della grazia; ma rimase senza il proprio frutto perché la grazia producesse il suo. Doveva nascere infatti quella primogenita dalla quale sarebbe nato il primogenito di ogni creatura «nel quale tutte le cose sussistono» (Col 1, 17).  O felice coppia, Gioacchino ed Anna! A voi é debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del creatore. Rallégrati Anna, «sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori» (Is 54, 1). Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia é nato per noi un bimbo, ci é stato dato un figlio, e il suo nome sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cfr. Is 9, 6). Questo bambino é Dio.
O Gioacchino ed Anna, coppia beata, veramente senza macchia! Dal frutto del vostro seno voi siete conosciuti, come una volta disse il Signore: «Li conoscerete dai loro frutti» (Mt 7, 16). Voi informaste la condotta della vostra vita in modo gradito a Dio e degno di colei che da voi nacque. Infatti nella vostra casta e santa convivenza avete dato la vita a quella perla di verginità che fu vergine prima del parto, nel parto e dopo il parto. Quella, dico, che sola doveva conservare sempre la verginità e della mente e dell'anima e del corpo.
O Gioacchino ed Anna, coppia castissima! Voi, conservando la castità prescritta dalla legge naturale, avete conseguito, per divina virtù, ciò che supera la natura: avete donato al mondo la madre di Dio che non conobbe uomo. Voi, conducendo una vita pia e santa nella condizione umana, avete dato alla luce una figlia più grande degli angeli ed ora regina degli angeli stessi.
O vergine bellissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di Dio. Beato il seno, che ti ha dato la vita! Beate le braccia che ti strinsero e le labbra che ti impressero casti baci, quelle dei tuoi soli genitori, cosicché tu conservassi in tutto la verginità! «Acclami al Signore tutta le terra, gridate, esultate con canti di gioia» (Sal 97, 4). Alzate la vostra voce, gridate, non temete.


Educazione di Maria - Tiepolo

Natività di Maria

 

santa genitrice di Dio e gloriosissima madre di Gesù Cristo.

Così come viene narrata nei Vangeli “apocrifi”:
Protovangelo di Giacomo
Con integrazioni, in corsivo, dal cosiddetto Evangelo dello Pseudo-Matteo

 

[1, 1] Secondo le storie delle dodici tribù di Israele c'era un certo Gioacchino, uomo estremamente ricco. Le sue offerte le faceva doppie, dicendo: "Quanto per me è superfluo, sarà per tutto il popolo, e quanto è dovuto per la remissione dei miei peccati, sarà per il Signore, quale espiazione in mio favore".

[2] Mentre egli così agiva, il Signore gli moltiplicava i greggi, sicché nel popolo d'Israele non c' era uomo come lui. Aveva iniziato a comportarsi così dall'età di quindici anni. A vent'anni, prese in moglie Anna, figlia di Achar della sua tribù, cioè della tribù di Giuda, della stirpe di Davide. Ma pur avendo convissuto con lei per vent'anni, da lei non ebbe figli, né figlie.

[2] Giunse il gran giorno del Signore e i figli di Israele offrivano le loro offerte. Davanti a lui si presentò Ruben, affermando: "Non tocca a te offrire per primo le tue offerte, poiché in Israele non hai avuto alcuna discendenza". [3] Gioacchino ne restò fortemente rattristato e andò ai registri delle dodici tribù del popolo, dicendo: "Voglio consultare i registri delle dodici tribù di Israele per vedere se sono io solo che non ho avuto posterità in Israele". Cercò, e trovò che, in Israele, tutti i giusti avevano avuto posterità. Si ricordò allora del patriarca Abramo al quale, nell'ultimo suo giorno, Dio aveva dato un figlio, Isacco.

[4] Gioacchino ne restò assai rattristato e non si fece più vedere da sua moglie. Si ritirò nel deserto, vi piantò la tenda e digiunò quaranta giorni e quaranta notti, dicendo tra sé: "Non scenderò né per cibo, né per bevanda, fino a quando il Signore non mi abbia visitato: la mia preghiera sarà per me cibo e bevanda".

[2, 1] Ma sua moglie innalzava due lamentazioni e si sfogava in due pianti, dicendo: "Piangerò la mia vedovanza e piangerò la mia sterilità". [2] Venne il gran giorno del Signore, e Giuditta, sua serva le disse: "Fino a quando avvilisci tu l'anima tua; Ecco, è giunto il gran giorno del Signore e non ti è lecito essere in cordoglio. Prendi invece questa fascia per il capo che mi ha dato la signora del lavoro: a me non è lecito cingerla perché io sono serva e perché ha un'impronta regale". [3] Ma Anna rispose: "Allontanati da me. Io non faccio queste cose. Dio mi ha umiliata molto. Forse è un maligno che te l'ha data, e tu sei venuta a farmi partecipare al tuo peccato". Replicò Giuditta: "Quale imprecazione potrò mai mandarti affinché il Signore che ha chiuso il tuo ventre, non ti dia frutto in Israele?". Anna si afflisse molto. [4] Si spogliò delle sue vesti di lutto, si lavò il capo, indossò le sue vesti di sposa e verso l'ora nona scese a passeggiare in giardino. Vedendo un alloro, si sedette ai suoi piedi e supplicò il Padrone, dicendo: "O Dio dei nostri padri, benedicimi e ascolta la mia preghiera, come hai benedetto il ventre di Sara, dandole un figlio, Isacco".

[3, 1] Guardando fisso verso il cielo, vide, nell'alloro, un nido di passeri, e compose in se stessa una lamentazione, dicendo: "Ahimè! chi mi ha generato? qual ventre mi ha partorito? Sono infatti diventata una maledizione davanti ai figli di Israele, sono stata insultata e mi hanno scacciata con scherno dal tempio del Signore. [2] Ahimè! a chi somiglio io mai? Non somiglio agli uccelli del cielo, poiché anche gli uccelli del cielo sono fecondi dinanzi a te, Signore. Ahimè! a chi somiglio io mai? Non somiglio alle bestie della terra, poiché anche le bestie della terra sono feconde dinanzi a te, Signore. Ahimè! a chi somiglio io mai? [3] Non somiglio a queste acque, poiché anche queste acque sono feconde dinanzi a te, o Signore. Ahimè! a chi somiglio io mai? Non somiglio certo a questa terra, poiché anche questa terra porta i suoi frutti secondo le stagioni e ti benedice, o Signore".

[4, 1] Ecco, un angelo del Signore le apparve, dicendole: "Anna, Anna! Il Signore ha esaudito la tua preghiera; tu concepirai e partorirai. Si parlerà in tutta la terra della tua discendenza".

Ciò detto, si allontanò dai suoi occhi. Tremante e timorosa per aver visto questa visione e udito il discorso, entrò in camera, si gettò sul letto mezza morta e rimase giorno e notte in gran timore e in preghiera.

Anna rispose: "(Com'è vero che) il Signore, mio Dio, vive, se io partorirò, si tratti di maschio o di femmina, l'offrirò in voto al Signore mio Dio, e lo servirà per tutti i giorni della sua vita". [2] Ed ecco che vennero due angeli per dirle: "Tuo marito Gioacchino sta tornando con i suoi armenti". Un angelo del Signore era infatti disceso da lui per dirgli: "Gioacchino, Gioacchino! Il Signore ha esaudito la tua insistente preghiera. Scendi di qui.

Ecco, infatti, che Anna, tua moglie, concepirà nel suo ventre".

"Io sono un angelo di Dio e oggi sono apparso a tua moglie piangente e orante, e l'ho consolata; sappi che dal tuo seme concepì una figlia e tu l'hai lasciata ignorandola. Questa starà nel tempio di Dio; su di lei riposerà lo Spirito santo; la sua beatitudine sarà superiore a quella di tutte le donne sante; nessuno potrà dire che prima di lei ce ne sia stata un'altra uguale: e in questo mondo, dopo di lei un'altra non ci sarà. Discendi perciò dai monti, ritorna dalla tua sposa e troverai che è in stato interessante. Dio infatti ha suscitato in lei un seme, del quale devi ringraziarlo. Il suo seme sarà benedetto, e lei stessa sarà benedetta e sarà costituita madre di una benedizione eterna".

[3] Dopo avere adorato l'angelo, Gioacchino gli disse: "Se ho trovato grazia davanti a te, siediti un po' nella mia tenda e benedici il tuo servo". L'angelo gli rispose: "Non dirti servo, ma conservo; siamo infatti servi di uno stesso Signore. Ma il mio cibo è invisibile e la mia bevanda non può essere vista da alcun mortale. Perciò non mi devi pregare di entrare nella tua tenda. Se hai intenzione di darmi qualcosa, offrila in olocausto al Signore".

Gioacchino prese allora un agnello immacolato e disse all'angelo: "Non avrei osato offrire un olocausto al Signore se il tuo ordine non mi avesse dato il potere sacerdotale per offrirlo". L'angelo gli rispose: "Non ti avrei invitato ad offrire, se non avessi conosciuto la volontà del Signore". Mentre Gioacchino offriva il sacrificio a Dio, salirono in cielo sia l'angelo sia il profumo del sacrificio.

 [3] Gioacchino scese, e mandò a chiamare i suoi pastori, dicendo: "Portatemi qui dieci agnelli senza macchia e senza difetto: saranno per il Signore, mio Dio. Portatemi anche dodici vitelli teneri: saranno per i sacerdoti e per il consiglio degli anziani; e anche cento capretti per tutto il popolo". [4] Ed ecco che Gioacchino giunse con i suoi armenti. Anna se ne stava sulla porta, e vedendo venire Gioacchino, gli corse incontro e gli si appese al collo, esclamando: "Ora so che il Signore Iddio mi ha benedetta molto. Ecco, infatti, la vedova non più vedova, e la sterile concepirà nel ventre". Il primo giorno Gioacchino si riposò in casa sua.

[5, 1] Il giorno seguente presentò le sue offerte, dicendo tra sé: "Se il Signore Iddio mi è propizio, me lo indicherà la lamina del sacerdote". Nel presentare le sue offerte, Gioacchino guardò la lamina del sacerdote. Quando questi salì sull'altare del Signore, Gioacchino non scorse in sé peccato alcuno, ed esclamò: "Ora so che il Signore mi è propizio e mi ha rimesso tutti i peccati". Scese dunque dal tempio del Signore giustificato, e tornò a casa sua. [2] Si compirono intanto i mesi di lei. Nel nono mese Anna partorì e domandò alla levatrice: "Che cosa ho partorito?". Questa rispose: "Una bambina". "In questo giorno", disse Anna, "è stata magnificata l'anima mia", e pose la bambina a giacere. Quando furono compiuti i giorni, Anna si purificò, diede poi la poppa alla bambina e le impose il nome Maria.

[6, 1] La bambina si fortificava di giorno in giorno e, quando raggiunse l'età di sei mesi, sua madre la pose per terra per provare se stava diritta. Ed essa, fatti sette passi, tornò in grembo a lei che la riprese, dicendo: "(Com'è vero che) vive il Signore mio Dio, non camminerai su questa terra fino a quando non ti condurrò nel tempio del Signore". Così, nella camera sua fece un santuario e attraverso le sue mani non lasciava passare nulla di profano e di impuro. A trastullarla chiamò le figlie senza macchia degli Ebrei. [2] Quando la bambina compì l'anno, Gioacchino fece un gran convito: invitò i sacerdoti, gli scribi, il consiglio degli anziani e tutto il popolo di Israele. Gioacchino presentò allora la bambina ai sacerdoti, i quali la benedissero, dicendo: "O Dio dei nostri padri, benedici questa bambina e dà a lei un nome rinomato in eterno in tutte le generazioni". E tutto il popolo esclamò: "Così sia, così sia! Amen". La presentò anche ai sommi sacerdoti, i quali la benedissero, dicendo: "O Dio delle sublimità, guarda questa bambina e benedicila con l'ultima benedizione, quella che non ha altre dopo di sé". [3] Poi la madre la portò via nel santuario della sua camera, e le diede la poppa. Anna innalzò quindi un cantico al Signore Iddio, dicendo: "Canterò un cantico al Signore, Dio mio, poiché mi ha visitato e ha tolto da me quello che per i miei nemici era un obbrobrio: il Signore, infatti, mi ha dato un frutto di giustizia, unico e molteplice dinanzi a lui. Chi mai annunzierà ai figli di Ruben che Anna allatta? Ascoltate, ascoltate, voi, dodici tribù di Israele: Anna allatta!". La pose a giacere nel santuario della sua camera e uscì per servire loro a tavola. Terminato il banchetto, se ne partirono pieni di allegria, glorificando il Dio di Israele.

[7, 1] Per la bambina passavano intanto i mesi. Giunta che fu l'età di due anni, Gioacchino disse a Anna: "Per mantenere la promessa fatta, conduciamola al tempio del Signore, affinché il Padrone non mandi contro di noi e la nostra offerta riesca sgradita". Anna rispose: "Aspettiamo il terzo anno, affinché la bambina non cerchi poi il padre e la madre". Gioacchino rispose: "Aspettiamo". [2] Quando la bambina compì i tre anni, Gioacchino disse: "Chiamate le figlie senza macchia degli Ebrei: ognuna prenda una fiaccola accesa e la tenga accesa affinché la bambina non si volti indietro e il suo cuore non sia attratto fuori del tempio del Signore". Quelle fecero così fino a che furono salite nel tempio del Signore.

Maria salì velocemente i quindici gradini senza neppure voltarsi indietro né - come suole fare l'infanzia - darsi pensiero dei genitori. Perciò i genitori si affrettarono entrambi stupiti, e cercarono la bambina fino a quando la trovarono nel tempio. Anche i pontefici del tempio si erano meravigliati.

Il sacerdote l'accolse e, baciatala, la benedisse esclamando: "Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni. Nell'ultimo giorno, il Signore manifesterà in te ai figli di Israele la sua redenzione". [3] La fece poi sedere sul terzo gradino dell'altare, e il Signore Iddio la rivestì di grazia; ed ella danzò con i suoi piedi e tutta la casa di Israele prese a volerle bene.

[1] Maria destava l'ammirazione di tutto il popolo di Israele. All'età di tre anni, camminava con un passo così maturo, parlava in un modo così perfetto, si applicava alle lodi di Dio così assiduamente che tutti ne restavano stupiti e si meravigliavano di lei. Essa non era considerata una bambinetta, ma una persona adulta; era tanto assidua nella preghiera, che sembrava una persona di trent'anni. Il suo volto era così grazioso e splendente che a stento la si poteva guardare. Era assidua nel lavoro della lana; e nella sua tenera età, spiegava quanto donne anziane non riuscivano a capire.

[2] Si era imposta questo regolamento: dalla mattina sino all'ora terza attendeva alla preghiera; dall'ora terza alla nona si occupava nel lavoro tessile; dalla nona in poi attendeva nuovamente alla preghiera. Non desisteva dalla preghiera fino a quando non le appariva l'angelo di Dio, dalla cui mano prendeva cibo: così sempre più e sempre meglio progrediva nel servizio di Dio. Inoltre, mentre le vergini più anziane si riposavano dalle lodi divine, essa non si riposava mai, al punto che nelle lodi e nelle vigilie non c'era alcuna prima di lei, nessuna più istruita nella conoscenza della Legge, nessuna più umile nell'umiltà, più aggraziata nei canti, più perfetta in ogni virtù. Era costante, salda, immutabile e progrediva in meglio ogni giorno.

[3] Nessuno la vide adirata né l'udì maledire. Ogni suo parlare era così pieno di grazia che si capiva come sulle sue labbra c'era Dio. Assidua nella preghiera e nella meditazione della Legge, nel parlare era attenta a non mancare verso le compagne. Vigilava inoltre a non mancare in alcun modo con il riso, con il tono della bella voce, con qualche ingiuria, con alterigia verso una sua pari. Benediceva Dio senza posa, e per non desistere dalle lodi a Dio neppure nel suo saluto, quando era salutata rispondeva: "Deo gratias". Quotidianamente si nutriva soltanto con il cibo che riceveva dalla mano dell'angelo; il cibo che le davano i pontefici lo distribuiva ai poveri. Frequentemente si vedevano gli angeli di Dio parlare con lei e obbedirle diligentemente. Se qualche malata la toccava, nello stesso istante se ne tornava a casa salva.

[8, 1] I suoi genitori scesero ammirati e lodarono il Padrone Iddio perché la bambina non s'era voltata indietro. Maria era allevata nel tempio del Signore come una colomba, e riceveva il vitto per mano di un angelo.

 

 

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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  PREGHIERA A SANT'ANNA

Anna, donna veramente beata, dal frutto del tuo seno abbiamo la gioia di contemplare la Madre di Dio fatto uomo.
Madre Anna, quale mente non si sente smarrita pensando all'onore ed al privilegio che Dio altissimo ti ha riservato scegliendoti quale madre di Maria.
Madre Anna, ti mantenevi piccola e nascosta, raccolta in una umile casetta e nel segreto del tempio, unita al tuo sposo Gioacchino e attendevi con trepidazione le compiacenze del Padre Celeste che chinandosi su di te ti disponeva ad essere la nonna di Gesù.
Madre Anna, donna veramente beata, a te affidiamo le nostre preghiere, i nostri bisogni, le nostre ansie, dividili con noi e presentale al tuo nipotino Gesù.
Stingici a te, portaci in braccio come facevi con Maria e non lasciarci fino a quando non ti raggiungeremo nella Patria Beata.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.


PREGHIERA A SANT'ANNA

O benedetta fra le madri, gloriosa sant'Anna che aveste
per figliola a voi soggetta ed obbediente la Madre di Dio,
ammiro l'altezza di vostra elezione e le grazie di cui vi adornò
l'Altissimo! Mi unisco a Maria Santissima sempre Vergine
nell'onorarvi, nell'amarvi, nell'affidarmi alla vostra tutela.
A Gesù, a Maria ed a voi consacro tutta la mia vita come un
umile tributo della mia devozione; voi ottenetemi che passi
per me santa e degna del Paradiso. Così sia.



PREGHIERA A SANT'ANNA

Pieno il cuore della più sincera venerazione,
io mi prostro innanzi a voi, o gloriosa sant'Anna.
Voi siete quella creatura privilegiata e prediletta che per le vostre
straordinarie virtù e santità meritaste da Dio la somma grazia
di dar vita alla Tesoriera di tutte le grazie, alla Benedetta fra le donne,
alla Madre del Verbo Incarnato, la Santissima Vergine Maria.
Deh! alla considerazione di così eccelso favore, degnatevi, o pietosissima Santa,
di ricevermi nel numero dei vostri veri devoti, quale io mi protesto e
voglio essere per tutta la vita.
Circondatemi del vostro efficace patrocinio e impetratemi da Dio
l'imitazione di quelle virtù, delle quali voi foste così largamente adorna.
Fatemi conoscere, piangere amaramente i miei peccati!
Ottenetemi un amore vivissimo a Gesù ed a Maria,
una pratica fedele e costante dei doveri del mio stato.
Salvatemi da ogni pericolo in vita e assistetemi nel punto della morte,
affinchè salvo giunga in paradiso a lodare con Voi, Madre felicissima,
il Verbo di Dio fattosi uomo nel seno della purissima vostra Figlia,
la Vergine Maria.
Così sia.

Tre Pater, Ave, Gloria



PREGHIERA A SAN GIOACCHINO

O Grande e glorioso San Gioacchino, quanto sono felice pensando che fosti eletto fra tutti i Santi a cooperare ai divini misteri e ad arricchire il mondo della Madre di Dio, Maria Santissima! Per questo singolare privilegio divenisti potentissimo presso la Madre ed il Figlio, per ottenerci le grazie necessarie.
Con tale fiducia ricorro alla tua protezione e ti raccomando le necessità mie e della mia famiglia, spirituali e temporali; ti raccomando inoltre la grazia particolare che desidero e che attendo dalla tua paterna intercessione... (esprimerla) E poiché fosti modello perfetto di vita interiore, ottienimi il raccoglimento e il distacco da tutti i beni passeggeri di questa terra e un amore vivo e perseverante a Gesù e Maria.
Ti prego di implorare per me all'Eterno Padre devozione e obbedienza sincera alla Santa Chiesa e al sommo Pontefice che la governa e ti prego di chiedere al Signore che io possa vivere e morire nella fede, speranza e carità perfetta, invocando i nomi santissimi di Gesù e di Maria, e salvarmi. Amen.
Gloria al Padre..

San Gioacchino, felice padre della Madre di Dio, prega per noi.



PREGHIERA A SANT'ANNA Novena o Triduo

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per quell'invitta pazienza con cui tollerasti la tua penosa sterilità, ottieni a noi pure una costante rassegnazione in tutti i travagli di questa vita.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per la fervorosa e incessante preghiera con cui chiedevi a Dio di essere consolata con la fecondità, ottienici un vero spirito di preghiera per accrescere nel nostro cuore sante virtù.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per la rigorosa mortificazione che unisti alle tue preghiere per essere più facilmente esaudita da Dio, fa' che anche noi accompagniamo il fervore dell'orazione con lo spirito della mortificazione per renderci meritevoli delle grazie celesti.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per la dolce violenza che facesti al Cuore di Dio con le tue grandi elemosine ed opere di carità, ottienici dal Signore una carità simile alla tua affinché Egli abbia di noi misericordia.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per per la santa fiducia con cui speravi la realizzazione dei tuoi desideri, ottienici una fiducia fermissima, con cui ci assicuriamo i favori dal Cielo.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per la grande riconoscenza che dimostrasti a Dio quando ti accorgesti di divenire madre per sua grazia, fa' che siamo sempre grati e riconoscenti a Dio per i continui favori che riceviamo da Lui e ci rendiamo degni di riceverne ancora.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per quel puro e santo amore che concepisti verso Maria quando diventasti sua fortunatissima madre, ottienici di amare sempre questa tua Figlia così santa e nostra Madre così cara, per meritarci la sua protezione.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per il grande sacrificio di offrire la tua Bambina fin dai più teneri anni al divino servizio del tempio, ottienici di poter con santo coraggio sacrificare a Dio qualunque cosa Egli voglia chiederci per obbedire alla sua santa Volontà e per ottenere le sue benedizioni.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.

O gloriosa madre di Maria, Sant'Anna, per quella santità fervorosa con cui servisti Dio in tutti i giorni della sua vita, degnati di pregare il Signore di farci vivere da giusti e santi sino alla fine dei nostri giorni.
Gloria al Padre..
Sant'Anna, madre della Madre di Dio, prega per noi.








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Gioacchino e Anna sono i genitori della Vergine Maria. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio».



I libri canonici non ci dicono nulla dei genitori della Madonna. Lo Spirito Santo ha permesso che neppure i loro autentici nomi giungessero fino a noi. Quello che sappiamo di S. Anna e S. Gioacchino, presunti genitori della Vergine Maria, fu diffuso fin dal secolo II ad opera del Protovangelo di Giacomo, di ispirazione cristiana, che anticamente si chiamava Storia della Natività di Maria. Gioacchino e Anna sarebbero stati dei pii israeliti della tribù di Giuda, discendenti dalla stirpe reale di Davide, possessori di numerose greggi. Riconoscenti a Dio della grande abbondanza dei beni terreni, essi offrivano al tempio di Gerusalemme per sé, per i propri peccati e per i peccati di tutto il popolo, il doppio dei doni a cui erano obbligati.

Nonostante avessero sempre osservata alla perfezione la legge di Mosè, dopo molti anni di matrimonio Anna e Gioacchino non avevano ancora avuto figli. Essi vivevano umiliati in seno al popolo eletto perché gli Israeliti ritenevano la sterilità come un indizio di malvagità, e un segno eloquente della maledizione divina. Un giorno Gioacchino si recò al Tempio per fare, secondo la legge di Mosé, la sua solita offerta al Signore, ma il sommo sacerdote gli disse: "Tu non sei degno di offrire i tuoi doni perché non hai dato ancora al Signore il frutto della primogenitura d'Israele". Pieno di confusione, Gioacchino non ebbe il coraggio di ritornare a casa. Per non amareggiare la sua consorte si ritirò in una sua proprietà montana dove per quaranta giorni e quaranta notti si diede all'orazione e al digiuno. Dal canto suo Anna, avuto conoscenza di quanto era avvenuto, mortificata e avvilita, pregava nella sua casa il Signore affinchè concedesse anche a lei un figlio, come lo aveva concesso alla vecchia e sterile Sara.

La loro preghiera fu esaudita. Un giorno, mentre Anna stava effondendo le sue lacrime davanti al Signore, fu visitata da un angelo, il quale le promise che avrebbe concepito dopo il prossimo ritorno di suo marito. Lo stesso lieto annunzio fu dato a Gioacchino il quale si affrettò a ritornare a Gerusalemme con il suo gregge. Secondo il costume ebraico in ringraziamento a Dio egli offrì dieci agnelli, dodici vitelli e cento capri puri e senza macchia. Nove mesi più tardi nacque loro una figlia, alla quale posero il nome Maria, che significa amata da Dio. Un anno dopo Gioacchino diede in casa sua una grande festa alla quale parteciparono con il popolo i capi, gli scribi e i sacerdoti. Costoro così pregarono: "Dio dei nostri padri, benedici questa fanciulla e dalle un nome che rimanga celebre in tutte le generazioni." Il popolo rispose in coro: "Così sia". Poi i Sacerdoti la benedissero dicendo: "Dio di gloria, volgi lo sguardo su questa fanciulla e accordale una ininterrotta benedizione".

Questo è l'aspetto più o meno storico secondo il quale venne alla luce la Vergine Maria. È probabile che i suoi genitori, prima di trasferirsi a Nazareth, abitassero a Gerusalemme. "Questa opinione - scrive il Roschini - viene rafforzata dalla scoperta della casa dei santi Gioacchino e Anna nelle adiacenze del Tempio di Gerusalemme, dove sorse ben presto il santuario della Probatica. Ivi, infatti, molto tempo prima dell'invasione degli Arabi, il vescovo, il clero e i fedeli si radunavano 1'8 settembre di ogni anno, per celebrarvi "la natività della beata Madre di Dio".
La famosa piscina "Probatica" (porta delle pecore), chiamata volgarmente Bethesda (casa della guarigione, della misericordia) di cui parla San Giovanni (V. 2), non sarebbe stata altro che l'ovile in cui si custodivano le pecore destinate ai quotidiani sacrifici nel Tempio.

Siccome poi il padre della Vergine SS., secondo l'antica tradizione, era pastore, ne concludono che egli doveva essere il custode di quelle pecore e della stalla che le accoglieva.

Conseguentemente egli doveva avere la sua abitazione in quel luogo, e ivi la sua santa consorte diede alla luce la futura Madre di Dio. Per questo San Sofronio e il Damasceno dicono apertamente che Maria SS. è nata nella santa Probatica. Sulla grotta venerata, prima ancora di Costantino (come avrebbero costatato gli archeologi nel 1856 allorché la restaurarono) sorgeva di già un modesto oratorio.

Verso il 450 quel primitivo oratorio venne sostituito da una basilica bizantina, la quale, a sua volta, nel secolo XII, venne sostituita, per opera dei Crociati, da una chiesa romanica dedicata a Sant'Anna. Questa chiesa, trasformata più tardi dai musulmani in moschea e poi in scuola di teologia islamica, venne riaperta al culto cattolico nel 1856. Una scaletta posta nella navata destra, conduce il visitatore nella penombra di una cappella sotterranea (l'antica grotta in cui sarebbe nata Maria) ove sull'altare domina l'Immacolata, alla quale i suoi santi genitori Gioacchino e Anna mostrano Adamo ed Eva. La Vergine SS. quindi sarebbe nata a Gerusalemme, e avrebbe avuto in tal modo la culla proprio là dove il suo grande antenato David ebbe il trono" (La vita di Maria, 3.a ediz. p. 60).

Qualunque sia il luogo e il tempo in cui S. Anna diede alla luce la Madre di Dio, un fatto è certo, che essa con il marito fu la stretta parente del Verbo Incarnato. Il suo primo titolo di gloria perciò è di essere stata la Madre dell'Immacolata, sia pure in maniera inconscia. La sua santità, come quella di Gioacchino, è fuori discussione perché la Chiesa, sia orientale che occidentale, la venera come santa. Insegna la teologia cattolica che, quando Iddio elegge qualcuno ad un ufficio, gli da anche la grazia efficace necessaria per adempierlo bene. Il Signore dovette perciò largheggiare di doni con coloro che dovevano essere i suoi immediati strumenti nella procreazione di quel capolavoro della grazia divina che fu Maria SS.
La Chiesa ha solennemente definito che la Madre del Redentore, quantunque concepita dai suoi genitori secondo le leggi comuni e perciò soggetta a contrarre il peccato originale, fu da Dio preservata dall'incorrerlo anche per un solo istante, in previsione dei meriti della Passione e della morte del suo Figlio divino. L'anima candidissima di Maria, quindi, quando nel seno di S. Anna assunse un corpo umano, possedeva già con ogni probabilità la grazia raggiunta da tutti i santi del paradiso.

Il secondo titolo di gloria di S. Anna è di aver collaborato, con l'educazione di sua figlia, all'opera dello Spirito Santo per fare fruttificare i doni meravigliosi deposti da Lui nell'anima della futura Madre del Signore. La Chiesa greca fin dal secolo VI e la Chiesa latina fin dal secolo XVI celebrano il 21 novembre la festa della Presentazione della B. Vergine al Tempio. Secondo il Protovangelo di Giacomo allorché la Madonna ebbe raggiunto l'età di due anni, Gioacchino avrebbe detto a sua moglie: "Conduciamo la nostra figlia al Tempio, e sciogliamo così il voto che abbiamo fatto". Ma Anna avrebbe risposto: "E ancora troppo presto! ...
Aspettiamo il terzo anno, per evitare il pericolo che la nostra bimba ricerchi suo padre e sua madre". La maggiore parte dei mariologi rigetta la leggenda secondo la quale la Madonna, a tre anni, sarebbe stata consegnata al Sommo Sacerdote affinchè la tenesse in custodia e la facesse educare. Come S. Anna ignorava la missione della sua bambina privilegiata, così Maria ignorava che verso i quindici anni sarebbe diventata nelle mani dello Spirito Santo lo strumento prescelto per l'Incarnazione del Figlio di Dio. Quindi è più logico pensare che S. Anna abbia contribuito a preparare in famiglia la sua prescelta figlia all'eccelsa missione di Madre di Dio.

Secondo la rigorosa imposizione della legge di Mosè, il principale dovere dei genitori era d'insegnare ai figli la legge che essi dovevano poi osservare. Appena la Madonna cominciò a balbettare, S. Anna le insegnò a ripetere alcuni versetti della Bibbia e, quindi, in prosieguo di tempo, a leggerla e a meditarla. E’ facile immaginare con quale ardore e sollecitudine la piccola Maria, così portata alle cose divine, corrispondesse agl'insegnamenti dei genitori, mettesse in pratica le prime lezioni di virtù, imparasse i lavori propri delle fanciulle. Quante volte S. Anna si sarà rallegrata di avere una figlia così pia, diligente e ubbidiente! Con quanta riconoscenza ne avrà ringraziato il Signore quando il sabato prendeva parte alle sacre funzioni del tempio! E probabile che vi si recasse tutti i giorni con la figlia e il marito per adorare il Signore, ringraziarlo dei benefici loro concessi, affrettare la venuta del Messia promesso dai profeti.

Anche in casa S. Anna pregava con la sua predestinata figliuola. Ogni israelita prima e dopo i pasti era obbligato a pregare, anche se avesse consumato una sola oliva. Un pascolo nutriente alla profonda loro religiosità lo trovano nel Salterio, composto di 150 salmi, scritti in maggioranza dal santo re Davide, loro antenato. Esso costituiva il manuale privato e il libro ufficiale delle preghiere, degli inni del popolo ebreo. Non pochi di essi parlavano del futuro Messia, del suo trionfo sui nemici del popolo eletto, del suo regno che si sarebbe esteso fino agli estremi confini del mondo a prezzo di inaudite sofferenze.

Il terzo titolo di gloria di S. Anna è di essere stata la nonna di Gesù. Difatti, se l'umanità intera, se il popolo giudaico in particolare furono onorati dall'Incarnazione del Verbo, che dire dei suoi più prossimi parenti? La Chiesa onora con un culto speciale S. Giuseppe benché non abbia dato al Signore il suo sangue e la sua carne. Perché S. Anna non dovrebbe ricevere con S. Gioacchino un culto speciale tra i santi? Non fu nel suo seno che Dio predestinò Maria a diventare la Madre del suo Figlio? Non fu la concezione di Maria la prima origine del sangue di Gesù, del sangue cioè della Nuova Alleanza sparso per la redenzione di tutti gli uomini? Tutto quello che restava macchiato nell'eredità carnale dei re di Giuda, fu interamente purificato nella carne santa della gloriosa madre della Madonna.

Quando Maria SS. giunse all'età di circa 12 anni, S. Gioacchino e S. Anna si preoccuparono di cercarle un fidanzato tra la loro parentela, secondo l'usanza giudaica. Rimanere vergine, morire senza l'affetto di un marito e l'orgoglio di un figlio era reputato da tutti una vera disgrazia.
La Madonna ubbidì ai suoi genitori, fidente che Dio le avrebbe fatto incontrare un giovane disposto a rispettare per tutta la vita il suo voto di verginità. Non è improbabile quindi che S. Anna abbia avuto pure la felice sorte di stringere al suo seno il Figlio di Dio o di cantargli la ninna nanna.

Non sappiamo quando morirono i genitori della Madonna. Per parecchi secoli la loro memoria rimase nell'ombra. Il loro culto apparve anzitutto in oriente. L'imperatore Giustiniano I (+565) fece edificare a Costantinopoli una chiesa in onore di S. Anna. Nel secolo Vili la sua effige comparve nella chiesa di Santa Maria Antiqua, il più importante e il più antico edificio cristiano del foro romano. La sua festa nel secolo XIV era estesa a quasi tutta l'Europa. Martin Lutero combatté il culto di S. Anna al suo tempo molto in voga. Nel 1584 Gregorio XIII impose a tutta la Chiesa la festa della Santa come di precetto. Oggi è invocata come patrona delle madri e delle vedove.

Il suo culto è molto sviluppato in Francia, a Ste-Anne d'Auray (Bretagna) e nel Canada, a Ste-Anne de Beaupré. Dante ne descrive così il posto e l'atteggiamento in Paradiso: "Di contro a Pietro vidi seder Anna - tanto contenta di mirar sua figlia - che non muove occhi per cantare osanna" (Par. 32, 133).

___________________
Sac. Guido Pettinati SSP,
I Santi canonizzati del giorno, vol. 7, Udine: ed. Segno, 1991, pp. 261-266
http://www.edizionisegno.it/






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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