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Pontificio Consiglio per la Famiglia e le Unioni di fatto

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2015 23:43
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16/08/2015 23:37
 
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IV – Giustizia e bene sociale della famiglia 

La famiglia, bene sociale da difendere in giustizia 

(24) Il matrimonio e la famiglia rappresentano un bene sociale di prim’ordine: “La famiglia esprime sempre una nuova dimensione del bene per gli uomini, e per questo genera una nuova responsabilità. Si tratta della responsabilità per quel singolare bene comune nel quale è racchiuso il bene dell’uomo: di ogni membro della comunità familiare; un bene certamente ‘difficile’ (bonum arduum), ma affascinante”[47]. È vero che, di fatto, non tutti i coniugi né tutte le famiglie sviluppano tutto il bene personale e sociale possibile[48]. Spetta allora alla società intervenire mettendo a loro disposizione nel modo più accessibile i mezzi necessari per facilitare lo sviluppo dei valori a loro propri, poiché “occorre davvero fare ogni sforzo, perché la famiglia sia riconosciuta come società primordiale e, in un certo senso, ‘sovrana’! La sua ‘sovranità’ è indispensabile per il bene della società”[49].

 

Valori sociali oggettivi da promuovere 

(25) Inteso in questo modo, il matrimonio e la famiglia costituiscono un bene per la società perché proteggono un bene prezioso per gli stessi coniugi. In effetti “la famiglia, società naturale, esiste anteriormente allo Stato e a qualsiasi altra comunità e possiede diritti propri, che sono inalienabili”[50]. Da una parte, la dimensione sociale della condizione di coniuge implica un principio di sicurezza giuridica: il fatto di divenire coniuge appartiene all’essere – e non soltanto all'agire -, la dignità di questo nuovo segno di identità personale deve essere oggetto di un riconoscimento pubblico, e il bene che costituisce per la società deve essere stimato nel suo giusto valore[51]. È evidente che il buon ordine della società è facilitato quando il matrimonio e la famiglia si presentano come ciò che realmente sono: una realtà stabile[52]. Inoltre, l’integralità della donazione dell'uomo e della donna nella loro potenziale paternità e maternità, e l'unione che ne deriva – anch'essa esclusiva e permanente – tra genitori e figli, esprimono una fiducia incondizionata che si traduce in forza e arricchimento per tutti[53]

(26) Da una parte, la dignità della persona umana esige che essa nasca da genitori uniti in matrimonio; dall’unione intima, totale, mutua e permamente – dovuta – che deriva dalla condizione di sposi. Si tratta, pertanto, di un bene per i figli. Tale origine è l’unica capace di salvaguardare realmente il principio di identità dei figli, non soltanto dal punto di vista genetico o biologico, ma anche da quello biografico o storico[54]. D’altra parte, il matrimonio costituisce l’ambito umano e umanizzante più propizio ad accogliere i figli: quello che più facilmente garantisce una sicurezza affettiva, una maggiore unità e continuità nel processo di integrazione sociale e di educazione. “L’unione tra madre e concepito e l’insostituibile funzione del padre richiedono che il figlio sia accolto in una famiglia che gli garantisca, per quanto possibile, la presenza di entrambi i genitori. Lo specifico contributo da loro offerto alla famiglia e, attraverso di essa, alla società, è degno della più alta considerazione”[55]. Infine, la continuità ininterrotta tra coniugalità, maternità/paternità, e parentela (filiazione, fratellanza, ecc.), evita alla società i molti e gravi problemi che sorgono quando si rompe la concatenazione dei diversi elementi e ciascuno di essi viene ad agire indipendentemente dagli altri[56]

(27) Anche per gli altri membri della famiglia l’unione matrimoniale come realtà sociale è un bene. In effetti, in seno alla famiglia nata da un vincolo coniugale, non solo le nuove generazioni sono accolte e imparano a partecipare ai compiti comuni, ma anche le generazioni precedenti (nonni) hanno l’occasione di contribuire all’arricchimento comune: trasmettere le loro esperienze, sentire ancora una volta la validità del loro servizio, confermare la loro piena dignità di persone per il fatto di essere valorizzati e amati per se stessi, partecipando al dialogo intergenerazionale, spesso così fecondo. In effetti, “la famiglia è il luogo dove diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a crescere nella sapienza umana e ad armonizzare i diritti degli individui con le altre istanze della vita sociale”[57]. Allo stesso tempo, le persone della terza età possono guardare all’avvenire con fiducia e sicurezza, sapendo che saranno circondate e curate da coloro che hanno curato per lunghi anni. A questo proposito, sappiamo che, quando una famiglia assolve veramente il proprio ruolo, la qualità d’attenzione agli anziani non può essere sostituita – almeno sotto certi aspetti – da quella delle istituzioni estranee al loro ambiente, per quanto eccellenti e dotate delle attrezzature più avanzate sul piano tecnico[58]

(28) Possiamo considerare anche altri beni per l’insieme della società derivanti dalla comunione coniugale, fondamento del matrimonio e origine della famiglia. Ad esempio, il principio di identificazione del cittadino; il principio del carattere unitario della parentela – fondamento delle relazioni originarie della vita nella società – e della sua stabilità; il principio di trasmissione dei beni e dei valori culturali; il principio di sussidiarietà: la scomparsa della famiglia costringerebbe in effetti lo Stato a sostituirsi ad essa nelle funzioni che le sono proprie per natura; il principio di economia, anche in materia procedurale: poiché quando la famiglia si rompe, lo Stato deve moltiplicare i suoi interventi per risolvere direttamente dei problemi che dovrebbero restare e trovare soluzione nella sfera del privato, con costi elevati tanto sul piano psicologico quanto su quello economico. È opportuno ricordare inoltre che“la famiglia costituisce, più ancora di un mero nucleo giuridico, sociale ed economico, una comunità di amore e di solidarietà che è in modo unico adatta ad insegnare e a trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società”[59]. Infine, lungi dal contribuire ad accrescere la libertà individuale, lo smembramento della famiglia rende gli individui maggiormente vulnerabili e inermi di fronte al potere dello Stato, che da parte sua ha bisogno di una giurisdizione sempre più complessa che lo impoverisce.

 

La società e lo Stato devono difendere e promuovere la famiglia fondata sul matrimonio 

(29) In breve, la promozione umana, sociale e materiale della famiglia fondata sul matrimonio, e la protezione giuridica degli elementi che la compongono nel suo carattere unitario, sono un bene non solo per i singoli componenti della famiglia, ma anche per la struttura e il buon funzionamento dei rapporti interpersonali, l’equilibrio dei poteri, la garanzia delle libertà, gli interessi educativi, l’identità dei cittadini e la ripartizione delle funzioni tra le diverse istituzioni sociali: “determinante e insostituibile è il ruolo della famiglia nel costruire la cultura della vita”[60]. Non bisogna dimenticare che se la crisi della famiglia è stata, in talune circostanze e sotto certi aspetti, una delle cause di un intervenzionismo accresciuto dello Stato nel campo a lei proprio, non è meno vero che in ripetute altre occasioni e sotto altri aspetti le iniziative dei legislatori hanno favorito o provocato difficoltà e perfino la rottura di numerosi matrimoni e famiglie. “L’esperienza di diverse culture attraverso la storia ha mostrato come sia necessario per la società riconoscere e difendere l’istituzione familiare (...) La società, e in particolar modo lo Stato e le Organizzazioni Internazionali, devono proteggere la famiglia con misure di carattere politico, economico, sociale e giuridico, miranti a consolidare l’unità e la stabilità della famiglia in modo che essa possa esercitare la sua specifica funzione”[61]

Oggi più che mai è necessario – per la famiglia e per la stessa società – accordare la giusta attenzione ai problemi ai quali il matrimonio e la famiglia devono far fronte attualmente, nel rispetto assoluto della loro libertà. A questo scopo, c’è bisogno di creare una legislazione che protegga i suoi elementi essenziali, senza limitare la loro libertà di decisione, in particolare per ciò che riguarda il lavoro femminile, quando è incompatibile con lo stato di sposa e di madre[62], la “cultura del successo” che impedisce a coloro che sono nella vita attiva di rendere i loro obblighi professionali compatibili con la loro vita familiare[63], la decisione di accogliere i bambini, che i coniugi devono prendere secondo la loro coscienza[64], la difesa del carattere permanente al quale le coppie sposate aspirano legittimamente[65], la libertà religiosa e la dignità e uguaglianza di diritti[66], i principi e le scelte relative all’educazione voluta per i figli[67], il trattamento fiscale e le altre disposizioni di natura patrimoniale (successioni, alloggio, ecc.), il trattamento dell’autonomia legittima della famiglia, e infine il rispetto e il sostegno delle sue iniziative nel campo politico, specialmente quelle che riguardano l’ambiente familiare[68]. Di qui la necessità di stabilire una chiara distinzione, sul piano sociale, tra fenomeni di natura differente nei loro aspetti giuridici e nel loro contributo al bene comune, e di trattarli come tali. “Il valore istituzionale del matrimonio deve essere sostenuto dalle pubbliche autorità; la situazione delle coppie non sposate non deve essere messa sullo stesso piano del matrimonio debitamente contratto”[69].




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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