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Pontificio Consiglio per la Famiglia e le Unioni di fatto

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2015 23:43
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16/08/2015 23:41
 
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Una preparazione adeguata al matrimonio 

(42) Il Magistero della Chiesa ha ripetutamente insistito, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, sull'importanza e il carattere insostituibile della preparazione al matrimonionella pastorale ordinaria. Tale preparazione non dovrebbe limitarsi a una semplice informazione su ciò che è il matrimonio per la Chiesa, ma essere un vero cammino di formazione delle persone, basato sull'educazione alla fede e alle virtù. Il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha trattato questo importante aspetto della pastorale della Chiesa nei documenti Sessualità umana: verità e significato, dell'8 dicembre 1995, e Preparazione al sacramento del matrimonio, del 13 maggio 1996, mettendo l'accento sul carattere fondamentale della preparazione al matrimonio e sul contenuto di questa preparazione. 

(43) “La preparazione al matrimonio, alla vita coniugale e familiare, è di rilevante importanza per il bene della Chiesa. Di fatto il sacramento del Matrimonio ha un grande valore per l’intera comunità cristiana e, in primo luogo, per gli sposi, la cui decisione è tale che non potrebbe essere soggetta all’improvvisazione o a scelte affrettate. In altre epoche tale preparazione poteva contare sull’appoggio della società, la quale riconosceva i valori e i benefici del matrimonio. La Chiesa, senza intoppi o dubbi, tutelava la sua santità, consapevole del fatto che il sacramento del matrimonio rappresentava una garanzia ecclesiale, quale cellula vitale del Popolo di Dio. L’appoggio ecclesiale era, almeno nelle comunità realmente evangelizzate, fermo, unitario, compatto. Erano rare, in genere, le separazioni e i fallimenti dei matrimoni e il divorzio veniva considerato come una ‘piaga’ sociale (cf GS 47). Oggi, al contrario, in non pochi casi, si assiste ad un accentuato deterioramento della famiglia e ad una certa corrosione dei valori del matrimonio. In numerose nazioni, soprattutto economicamente sviluppate, l’indice di nuzialità si è ridotto. Si suole contrarre matrimonio in un’età più avanzata e aumenta il numero dei divorzi e delle separazioni, anche nei primi anni di tale vita coniugale. Tutto ciò porta inevitabilmente ad una inquietudine pastorale, mille volte ribadita: chi contrae matrimonio, è realmente preparato a questo? Il problema della preparazione al sacramento del Matrimonio, e alla vita che ne segue, emerge come una grande necessità pastorale innanzitutto per il bene degli sposi, per tutta la comunità cristiana e per la società. Perciò crescono dovunque l’interesse e le iniziative per fornire risposte adeguate e opportune alla preparazione al sacramento del Matrimonio”[98]

(44) Ai nostri giorni, il problema non consiste più tanto, come in altre epoche, nel fatto che i giovani arrivino al matrimonio non sufficientemente preparati. A causa in parte di una visione antropologica pessimistica, destrutturante, che annulla la soggettività, molti di loro dubitano perfino che possa esistere nel matrimonio un dono reale che crea un vincolo fedele, fecondo e indissolubile. Frutto di questa visione è, in alcuni casi, il rifiuto dell’istituzione matrimoniale, considerata come una realtà illusoria a cui potrebbero accedere solo persone con una preparazione molto speciale. Di qui l’importanza dell’educazione cristiana a una nozione giusta e realistica della libertà in rapporto al matrimonio, come capacità di scoprire il bene del dono coniugale e di orientarsi verso di esso.

 

La catechesi familiare 

(45) In questo senso, l’azione di prevenzione mediante la catechesi familiare è importante. La testimonianza delle famiglie cristiane è insostituibile, tanto nei confronti dei figli quanto in seno alla società in cui vivono. I pastori non devono essere i soli a difendere la famiglia, ma le famiglie stesse devono esigere il rispetto dei loro diritti e della loro identità. Va sottolineato che oggi le catechesi familiari occupano un posto di primo piano nella pastorale familiare. Vi si affrontano le realtà familiari in modo organico, completo e sistematico, sottoponendole al criterio della fede, alla luce della Parola di Dio interpretata ecclesialmente nella fedeltà al Magistero della Chiesa da pastori legittimi e competenti che contribuiscono veramente, in tale processo catechetico, ad approfondire la verità salvifica sull’uomo. Bisogna sforzarsi di mostrare la razionalità e la credibilità del Vangelo in rapporto al matrimonio e alla famiglia, riorganizzando il sistema educativo della Chiesa[99]. La spiegazione del matrimonio e della famiglia a partire da una visione antropologica corretta continua a destare sorpresa, anche tra gli stessi cristiani, che scoprono che non è soltanto una questione di fede e che vi trovano le ragioni per affermarsi nella loro fede e per agire, proponendo una testimonianza personale di vita e svolgendo una missione apostolica specificatamente laicale.

 

I mezzi di comunicazione 

(46) Ai giorni nostri, la crisi dei valori familiari e della nozione di famiglia nell’ordinamento degli Stati e nei mezzi di trasmissione della cultura – stampa, televisione, internet, cinema, ecc. – richiedono uno sforzo particolare per assicurare la presenza dei valori familiari nei mezzi di comunicazione. Si consideri, ad esempio, la forte influenza che hanno avuto i media nella perdita di sensibilità sociale di fronte a situazioni quali l’adulterio, il divorzio o anche le unioni di fatto, o ancora la deformazione perniciosa dei “valori” (o meglio dei ”contro-valori”) che essi a volte presentano come proposte normali di vita. Bisogna anche tener conto del fatto che in alcune occasioni e malgrado il contributo meritorio dei cristiani impegnati che collaborano a questi mezzi di comunicazione, alcuni programmi e serie televisive, ad esempio, non soltanto non contribuiscono alla formazione religiosa, ma favoriscono la disinformazione e la diffusione dell’ignoranza religiosa. Anche se questi fattori non sono elementi fondamentali della conformazione di una cultura, rientrano in misura non trascurabile tra i fattori sociologici di cui tener conto in una pastorale ispirata a criteri realistici.

 

L’impegno sociale 

(47) Per molti nostri contemporanei, la cui soggettività è stata per così dire “demolita” dalle ideologie, il matrimonio è quasi impensabile; la realtà coniugale non ha alcun significato per queste persone. Come può la pastorale della Chiesa diventare, anche per loro, un avvenimento di salvezza? A questo proposito, l’impegno politico e legislativo dei cattolici che hanno responsabilità in questi campi è decisivo. Le legislazioni conformano, in larga misura, l’ethos di un popolo. A tale proposito, è particolarmente importante chiamare a vincere la tentazione di indifferenza negli ambienti politici e legislativi, insistendo sulla necessità di rendere pubblicamente testimonianza della dignità della persona. L’equiparazione delle unioni di fatto alla famiglia implica, come abbiamo visto, un’alterazione dell’ordinamento orientato verso il bene comune della società, e comporta una svalutazione dell’istituzione matrimoniale fondata sul matrimonio. Essa costituisce dunque un male per le persone, le famiglie e la società. Il “politicamente possibile” e la sua evoluzione nel tempo non può fare astrazione dei principi fondamentali della verità sulla persona umana, che devono ispirare gli atteggiamenti, le iniziative concrete e i programmi per l’avvenire[100]. Risulta ugualmente utile rimettere in discussione il “dogma” del vincolo indissociabile tra democrazia e relativismo etico, sul quale si fondano numerose iniziative legislative tendenti ad equiparare le unioni di fatto alla famiglia. 

(48) Il problema delle unioni di fatto rappresenta una grande sfida per i cristiani, che devono essere capaci di mostrare l’aspetto razionale della fede, la razionalità profonda del Vangelo del matrimonio e della famiglia. Ogni annuncio di questo Vangelo che non sia in grado di rispondere a tale sfida alla razionalità (intesa come intima corrispondenza tra desiderium naturale dell’uomo e Vangelo annunciato dalla Chiesa) sarebbe inefficace. Per questo è necessario, oggi più che mai, mostrare la credibilità interiore della verità sull’uomo che è alla base dell’istituzione dell’amore coniugale. A differenza degli altri sacramenti, il matrimonio appartiene anche all’economia della Creazione, iscrivendosi in una dinamica naturale nel genere umano. È necessario, in secondo luogo, intraprendere uno sforzo di riflessione sulle basi fondamentali, sui principi essenziali che ispirano le attività educative nei diversi ambiti e istituzioni. Quale è la filosofia delle istituzioni educative oggi nella Chiesa, e come tradurre questi principi in un’educazione appropriata al matrimonio e alla famiglia, come strutture fondamentali e necessarie alla società?

 

Attenzione e avvicinamento pastorale 

(49) Un atteggiamento di comprensione nei confronti della problematica esistenziale e delle scelte delle persone che vivono un’unione di fatto è legittimo, e in alcune circostanze un dovere. Alcune di queste situazioni devono perfino suscitare vera e propria compassione. Il rispetto della dignità delle persone non è messo in discussione. Tuttavia, la comprensione delle circostanze e il rispetto delle persone non equivalgono a una giustificazione. In tali circostanze, conviene piuttosto sottolineare che la verità è un bene essenziale delle persone e un fattore d’autentica libertà. L’affermazione della verità non costituisce un’offesa, ma è al contrario una forma di carità, di modo che il “non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo” sia “eminente forma di carità verso le anime”[101], a condizone che questa sia accompagnata “con la pazienza e la bontà di cui il Signore stesso ha dato l’esempio nel trattare con gli uomini”[102]. I cristiani devono pertanto cercare di comprendere le cause individuali, sociali, culturali e ideologiche della diffusione delle unioni di fatto. Bisogna ricordare che una pastorale intelligente e discreta può, in certi casi, contribuire alla riabilitazione “istituzionale” di queste unioni. Le persone che si trovano in questa situazione devono essere prese in considerazione, caso per caso e in maniera prudente, nel quadro della pastorale ordinaria della comunità ecclesiale, mediante un’attenzione ai loro problemi e alle difficoltà che ne derivano, un dialogo paziente e un aiuto concreto, specialmente nei confronti dei figli. Anche in questo aspetto della pastorale, la prevenzione è un atteggiamento prioritario.





 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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