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Pontificio Consiglio per la Famiglia e le Unioni di fatto

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2015 23:43
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16/08/2015 23:43
 
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Conclusione

 

(50) Nel corso dei secoli, la saggezza delle nazioni ha riconosciuto sostanzialmente, malgrado alcune limitazioni, l’esistenza e la missione fondamentale e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio. La famiglia è un bene necessario e insostituibile per tutta la società. Essa ha un vero e proprio diritto, in giustizia, a essere riconosciuta, protetta e promossa dall’insieme della società. È tutta la società che subisce un pregiudizio quando si attenta, in un modo o nell’altro, a questo bene prezioso e necessario per l’umanità. La società non può restare indifferente di fronte al fenomeno sociale delle unioni di fatto, e al declassamento dell’amore coniugale che implica. La soppressione pura e semplice del problema mediante la falsa soluzione del riconoscimento delle unioni di fatto, collocandole pubblicamente a un livello simile e perfino equiparandole alle famiglie fondate sul matrimonio, non costituisce soltanto un pregiudizio comparativo per il matrimonio (danneggiando, ancor più, la famiglia, questa necessaria istituzione naturale che oggi avrebbe tanto bisogno, al contrario, di politiche familiari vere). Essa denota ugualmente un profondo disconoscimento della verità antropologica dell’amore umano tra l’uomo e la donna e dell’aspetto che le è indissociabilmente legato, quello di essere un’unità stabile e aperta alla vita. Tale disconoscimento diventa ancora più grave quando si ignora la differenza essenziale e molto profonda esistente tra l’amore coniugale derivante dall’istituto matrimoniale e i rapporti omosessuali. L’ “indifferenza” delle amministrazioni pubbliche su questo punto rassomiglia molto all’apatia di fronte alla vita o alla morte della società, a una indifferenza di fronte alla sua proiezione nell’avvenire o al suo degrado. In assenza di misure opportune, questa “neutralità” rischia di sfociare in un grave deterioramento del tessuto sociale e della pedagogia delle generazioni a venire.

La valorizzazione insufficiente dell’amore coniugale e della sua apertura intrinseca alla vita, con l’instabilità che ne deriva nella vita familiare, è un fenomeno sociale che richiede un discernimento appropriato da parte di tutti coloro che si sentono riguardati dal bene della famiglia, e in particolare dei cristiani. Si tratta anzitutto di riconoscere le vere cause (ideologiche ed economiche) di un tale stato di cose, e di non cedere alle rivendicazioni demogogiche di gruppi di pressione che non tengono conto del bene comune della società. Per la Chiesa Cattolica, nella sua sequela di Gesù Cristo, la famiglia e l’amore coniugale sono un dono di comunione del Dio della Misericordia con l’umanità, un tesoro prezioso di santità e di grazia che risplende in mezzo al mondo. Per questo essa invita tutti coloro che lottano per la causa dell’uomo a unire i loro sforzi in vista della promozione della famiglia e della sua intima fonte di vita che è l’unione coniugale.

 


[1] Concilio Vaticano II, Cost. Gaudium et spes, n. 47
[2]Concilio Vaticano II, Cost. Lumen gentium n. 11, Decr. Apostolicam actuositatem, n. 11.
[3]Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2331-2400, 2514-2533; Pontificio Consiglio per la Famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 8-2-1995.
[4]Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 80.
[5]In questi paesi, l’azione umanizzatrice e pastorale della Chiesa, nella sua opzione preferenziale per i poveri, è stata orientata, in generale, verso la “regolarizzazione” di queste unioni, mediante la celebrazione del matrimonio (o mediante la convalida o sanatoria, a seconda dei casi) in conformità all’atteggiamento ecclesiale di impegno a favore della santificazione delle famiglie cristiane.
[6]Diverse teorie costruzioniste sostengono oggi concezioni differenti sul modo in cui la società dovrebbe - secondo quanto sostengono - cambiare adattandosi ai diversi "generi" (ad esempio nell'educazione, la sanità, ecc.). Alcuni sostengono l’esistenza di tre generi, altri cinque, altri sette, altri ancora un numero che può variare in funzione di diverse considerazioni.
[7]Tanto il marxismo quanto lo strutturalismo hanno contribuito in misura differente al consolidamento di questa ideologia di "gender", che ha subito diversi influssi, quali la "rivoluzione sessuale", con postulati come quelli rappresentati da W. Reich (1897-1957) che appella alla "liberazione" da qualunque disciplina sessuale, o Herbert Marcuse (1898-1979) che invita a sperimentare ogni tipo di situazione sessuale (intesa a partire da un polimorfismo sessuale di orientamento indifferentemente "eterosessuale" - cioè l'orientamento sessuale naturale - o omosessuale), slegata dalla famiglia e da qualsiasi finalismo naturale di differenziazione tra i sessi, così come da qualsiasi ostacolo derivante dalla responsabilità procreativa. Un certo femminismo radicalizzato ed estremista, rappresentato da Margaret Sanger (1879-1966) e da Simone de Beauvoir (1908-1986) non può essere collocato al margine di questo processo storico di consolidamento di una ideologia. In questo modo, "eterosessualità" e monogamia sarebbero solo casi possibili di pratica sessuale.
[8]Questo atteggiamento ha incontrato, purtroppo, un'accoglienza favorevole presso numerose istituzioni internazionali importanti, e si è tradotto nel conseguente deterioramento del concetto stesso di famiglia, il cui fondamento è, necessariamente, il matrimonio. Tra queste istituzioni, alcuni Organismi della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, sembrano aver aderito recentemente ad alcune di queste teorie, ignorando con ciò l’autentico significato dell'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, che qualifica la famiglia come "nucleo naturale e fondamentale della società". Cfr. Pontificio Consiglio per la Famiglia, Famiglia e Diritti umani, 1999, n. 16.
[9]Aristotele, Politica, I, 9-10 (Bk 1253a)
[10]Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2207
[11]Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 18
[12]Giovanni Paolo II, Allocuzione durante l'Udienza generale del 1-12-1999
[13]Concilio vaticano II, Cost. Gaudium et spes, n. 47
[14]"… a prescindere dalle correnti di pensiero, esiste un insieme di conoscenze in cui è possibile ravvisare una sorta di patrimonio spirituale dell’umanità. È come se ci trovassimo dinanzi a una filosofia implicita per cui ciascuno sente di possedere questi principi, anche se in forma generica e non riflessa. Queste conoscenze, proprio perché condivise in qualche misura da tutti, dovrebbero costituire come un punto di riferimento delle diverse scuole filosofiche. Quando la ragione riesce a intuire e a formulare i principi primi e universali dell’essere e a far correttamente scaturire da questi conclusioni coerenti di ordine logico e deontologico, allora può dirsi una ragione retta o, come la chiamavano gli antichi, orthòs logos, recta ratio". Giovanni Paolo II, Enc. Fides et ratio, n. 4.
[15]Concilio Vaticano II, Cost. Dei Verbum, n. 10.
[16]“Il rapporto fede e filosofia trova nella predicazione di Cristo crocifisso e risorto lo scoglio contro il quale può naufragare, ma oltre il quale può sfociare nell’oceano sconfinato della verità. Qui si mostra evidente il confine tra la ragione e la fede, ma diventa anche chiaro lo spazio in cui ambedue si possono incontrare”. Giovanni Paolo II, Enc. Fides et ratio, n. 23. “Il vangelo della vita non è esclusivamente per i credenti: è per tutti. La questione della vita e della sua difesa e promozione non è prerogativa dei soli cristiani …” Giovanni Paolo II, Enc. Evangelium Vitae, n. 101.
[17]Giovanni Paolo II, Allocuzione al Forum delle Associazioni Cattoliche d'Italia, 27-6-1998.
[18]Pontificio Consiglio per la Famiglia, Dichiarazione sulla Risoluzione del Parlamento Europeo che equipara la famiglia alle 'unioni di fatto', comprese quelle omosessuali, 17-3-2000
[19]Sant'Agostino, De libero arbitrio, I, 5, 11
[20]“La vita sociale e il suo apparato giuridico esige un fondamento ultimo. Se non esiste altra legge oltre la legge civile, dobbiamo ammettere allora che qualsiasi valore, perfino quelli per i quali gli uomini hanno lottato e considerato passi avanti cruciali nella lunga marcia verso la libertà, possono essere cancellati da una semplice maggioranza di voti. Quelli che criticano la legge naturale non debbono chiudere gli occhi di fronte a questa possibilità, e quando promuovono leggi - in contrasto con il bene comune nelle sue esigenze fondamentali - debbono tener conto di tutte le conseguenze delle proprie azioni perché possono sospingere la società verso una direzione pericolosa”. Discorso del Card. A. Sodano al Secondo Incontro di politici e legislatori d’Europa, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, 22-24 ottobre 1998.
[21]In Europa, ad esempio, nella Costituzione della Germania: "Il matrimonio e la famiglia trovano particolare protezione nell'ordinamento dello Stato" (Art. 6); Spagna: "I pubblici poteri assicurano la protezione sociale, economica e giuridica della famiglia" (Art. 39); Irlanda: "Lo Stato riconosce la famiglia come il gruppo naturale primario e fondamentale della società e come istituzione morale dotata di diritti inalienabili e imprescrittibili, anteriori e superiori a ogni diritto positivo. Per questo lo Stato si impegna a proteggere la costituzione e l'autorità della famiglia come fondamento necessario dell'ordine sociale e come elemento indispensabile per il benessere della Nazione e dello Stato" (Art. 41); Italia: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio" (Art. 29); Polonia: "Il matrimonio, cioè l'unione di un uomo e di una donna, così come la famiglia, la paternità e la maternità, devono trovare protezione e cura nella Repubblica di Polonia" (Art. 18); Portogallo: "La famiglia, come elemento fondamentale della società, ha diritto alla protezione della società e dello Stato e alla realizzazione di tutte le condizioni che permettano la realizzazione personale dei loro membri" (Art.67). 
Anche nelle Costituzioni del resto del mondo: Argentina: "… la legge stabilirà … la protezione integrale della famiglia" (Art. 14); Brasile: "La famiglia, base della società, è oggetto di speciale protezione da parte dello Stato" (Art. 226); Cile: "La famiglia è il nucleo fondamentale della società … E' dovere dello Stato … assicurare protezione alla popolazione e alla famiglia …" (Art.1); Repubblica Popolare di Cina: "Lo Stato protegge il matrimonio, la famiglia, la maternità e l'infanzia" (Art. 49); Colombia: "Lo Stato riconosce, senza alcuna discriminazione, la primazia dei diritti inalienabili della persona e protegge la famiglia come istituzione fondamentale della società" (Art. 5); Corea del Sud: "Il matrimonio e la vita familiare si fondano sulla dignità individuale e l'uguaglianza tra i sessi; lo Stato metterà in atto tutti i mezzi a sua disposizione per raggiungere questo scopo" (Art. 36); Filippine: "Lo Stato riconosce la famiglia filippina come fondamento della Nazione. Di conseguenza deve essere intensamente favorita la solidarietà, la sua attiva promozione e il suo totale sviluppo. Il matrimonio è un'istituzione sociale inviolabile, è fondamento della famiglia e deve essere protetto dallo Stato" (Art. 15); Messico: " … la Legge … proteggerà l'organizzazione e lo sviluppo della famiglia" (Art. 4); Perù: "La comunità e lo Stato … proteggono anche la famiglia e promuovono il matrimonio; li riconoscono come istituzioni naturali e fondamentali della società" (Art. 4); Ruanda: "La famiglia, in quanto base naturale del popolo ruandese, sarà protetta dallo Stato" (Art. 24).
[22]“Ogni legge posta dagli uomini in tanto ha valore di legge, in quanto è derivata dalla legge naturale. Se poi in qualche cosa contrasta con la legge naturale non è più legge, ma corruzione della legge”. San Tommaso d’Aquino, Summa Teologica, I-II, q.95, a.2.
[23]Giovanni Paolo II, Discorso al Secondo Incontro di Politici e Legislatori d’Europa organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, 23-10-1998.
[24]Giovanni Paolo II, Enc. Centesimus annus, n. 46
[25]“In quanto responsabili politici e legislatori che intendono essere fedeli alla Dichiarazione Universale, ci impegniamo a promuovere e a difendere i diritti della famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. Ciò deve essere fatto a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale e internazionale. Solo così potremo essere veramente al servizio del bene comune, a livello sia nazionale che internazionale”, Conclusioni del Secondo Incontro di politici e legislatori d’Europa, 4.1.
[26]“La famiglia è il nucleo centrale della società civile. Ha certamente un ruolo economico importante, che non può essere dimenticato, in quanto costituisce il più grande capitale umano, ma la sua missione include molti altri compiti. È prima di tutto una comunità naturale di vita, una comunità fondata sul matrimonio e che quindi presenta una coesione superiore a quella di qualsiasi altra comunità sociale”, Dichiarazione finale del III Incontro di politici e legislatori d’America, Buenos Aires, 3-5 agosto 1999, 7.
[27]Cfr. Carta dei Diritti della Famiglia, Preambolo.
[28]Giovanni Paolo II, Gratissimam sane (Lettera alle Famiglie), n. 8
[29]Cfr. Catechismo della Chiesa Catotlica, n. 2333; Gratissimam sane (Lettera alle Famiglie), n. 8.
[30]Concilio Vaticano II, Cost. Gaudium et spes, n. 49.
[31]Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2332; Giovanni Paolo II, Discorso al Tribunale della Rota Romana, 21-1-1999.
[32]Giovanni Paolo II, Gratissimam sane (Lettera alle Famiglie), nn. 7-8.
[33]Giovanni Paolo II, Discorso al Tribunale della Rota Romana, 21-1-1999.
[34]Ibid.
[35]Ibid.
[36]Ibid.
[37]“Il matrimonio determina il quadro giuridico che favorisce la stabilità della famiglia. Permette il rinnovamento delle generazioni. Non è un semplice contratto o un affare privato, bensì costituisce una delle strutture fondamentali della società, di cui mantiene la coerenza”.Dichiarazione del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Francese, a proposito della proposta di legge di “patto civile di solidarietà”, 17-9-1998. 
[38]Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 19.
[39]Giovanni Paolo II, Discorso al Tribunale della Rota Romana, 21-1-1999
[40]“Non c’è equivalenza tra la relazione di due persone dello stesso sesso e quella formata da un uomo e una donna. Solo quest’ultima può essere qualificata di coppia, perché implica la differenza sessuale, la dimensione coniugale, la capacità di esercizio della paternità e della maternità. L’omosessualità, evidentemente, non può rappresentare questo insieme simbolico”. Dichiarazione del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Francese, a proposito della proposta di legge di “patto civile di solidarietà”, 17-9-1998.
[41]Riguardo al grave disordine morale intrinseco, contrario alla legge naturale, degli atti omosessuali cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2357-2359; Congregazione per la Dottrina della Fede, Ist. Persona humana, 29-12-1975; Pontificio Consiglio per la Famiglia,Sessualità umana: verità e significato, 8-12-1995, n. 104.
[42]Giovani Paolo II, Discorso ai partecipanti della XIV Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Cfr. Giovanni Paolo II, parole pronunciate durante l’Angelus del 19-6-1994.
[43]Pontificio Consiglio per la Famiglia, Dichiarazione sulla Risoluzione del Parlamento Europeo che equipara la famiglia alle 'unioni di fatto', comprese quelle omosessuali, 17-3-2000.
[44]“Non possiamo ignorare che, come riconoscono alcuni dei suoi promotori, una tale legislazione costituisce un primo passo, ad esempio, verso l’adozione di bambini da parte di persone che vivono un rapporto omosessuale. Abbiamo paura per il futuro, mentre deploriamo quanto successo nel passato”. Dichiarazione del Presidente della Conferenza Episcopale Francese, dopo la promulgazione del “patto civile di solidarietà”, 13-10-1999.
[45]Giovanni Paolo II, parole pronunciate durante l’Angelus del 20-2-1994.
[46]Cfr. Nota della Commissione Permanente della Conferenza Episcopale Spagnola (24-6-1994), in occasione della Risoluzione dell’8 febbraio 1994 del Parlamento Europeo su uguaglianza di diritti di omosessuali e lesbiche.
[47]Giovanni Paolo II, Gratissimam sane (Lettera alle Famiglie), n. 11.
[48]Ibid., n. 14.
[49]Ibid., n. 17 in fine
[50]Carta dei diritti della famiglia, Preambolo, D
[51]Ibid., Preambolo (passim) e art. 6.
[52]Ibid., Preambolo B e I.
[53]Ibid., Preambolo C e G.
[54]Giovanni Paolo II, Gratissimam sane (Lettera alle Famiglie), nn. 9-11.
[55]Giovanni Paolo II, Allocuzione del 26-12-1999
[56]Cfr. Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 21; cfr. Giovanni Paolo II,Gratissimam sane (Lettera alle Famiglie), nn. 13-15.
[57]Carta dei Diritti della Famiglia, Preambolo, F; cfr. Giovanni Paolo II, Es. Ap.Familiaris consortio, n. 21.
[58]Giovanni Paolo II, Enc. Evangelium vitae, n. 91 e 94.
[59]Carta dei Diritti della Famiglia, Preambolo, E.
[60]Giovanni Paolo II, Enc. Evangelium vitae, n. 92.
[61]Carta dei Diritti della Famiglia, Preambolo, H-I.
[62]Cfr. Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, nn. 23-24.
[63]Ibid. n. 25.
[64]Ibid., nn. 28-35; Carta dei Diritti della Famiglia, art. 3.
[65]Cfr. Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 20; Carta dei Diritti della Famiglia, art. 6.
[66]Carta dei Diritti della Famiglia, art. 2, b e c; art. 7.
[67]Cfr. Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, nn. 36-41; Carta dei Diritti dellaFamiglia, art. 5; Gratissimam sane (Lettera alle Famiglie), n. 16.l
[68]Cfr. Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, nn. 42-48; Carta dei Diritti dellaFamiglia, art. 8-12;
[69]Carta dei Diritti della Famiglia, art. 1, c.
[70]Giovanni Paolo II, Enc. Veritatis splendor, n. 4.
[71]Giovanni Paolo II, Enc. Evangelium vitae, n. 20; cfr. ibid., n. 19.
[72]Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 6; cfr. Giovanni Paolo II,Gratissimam sane (Lettere alle Famiglie), n. 13.
[73]Concilio di Trento, Sessioni VII e XXIV.
[74]Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 68.
[75]Codice di Diritto Canonico, c. 1055 § 1; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1601.
[76]Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. Gaudium et spes, n.. 48-49.
[77]Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso alla Rota Romana, 21-1-2000.
[78]Concilio vaticano II, Cost. Gaudium et spes, n. 48
[79]Ibid.
[80]Cfr. Codice di Diritto Canonico e Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, rispettivamente del 1983 e del 1990.
[81]Concilio Vaticano II, Cost. Past. Gaudium et spes, n. 49.
[82]Cfr. Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 68.
[83]Ibid., n. 81.
[84]Giovanni Paolo II, Enc. Veritatis splendor, n. 93.
[85]Giovanni Paolo II, Allocuzione durante l'Udienza generale del 5-9-1979. Con questa Allocuzione inizia il Ciclo di catechesi conosciuto come "Catechesi sull'amore umano".
[86]"Cristo non accetta di entrare nella discussione al livello in cui i suoi interlocutori volevano introdurla. In un senso, egli non approva la dimensione che vogliono dare al problema. Evita di lasciarsi implicare in controversie giuridico-casuistiche, e al contrario si riferisce, in due occasioni, al 'principio' ". Giovanni Paolo II, Allocuzione all'Udienza generale del 5-9-1979.
[87]“Non si può negare che l’uomo si dà sempre in una cultura particolare, ma pure non si può negare che l’uomo non si esaurisce in questa stessa cultura. Del resto, il progresso stesso delle culture dimostra che nell’uomo esiste qualcosa che trascende le culture. Questo ‘qualcosa’ è precisamente la natura dell’uomo: proprio questa natura è la misura della cultura ed è la condizione perché l’uomo non sia prigioniero di nessuna delle sue culture, ma affermi la sua dignità personale nel vivere conformemente alla verità profonda del suo essere”. Giovanni Paolo II, Enc. Veritatis splendor, n. 53.
[88]La legge naturale "non è altro che la luce dell'intelligenza infusa in noi da Dio. Grazie ad essa conosciamo ciò che si deve fare e ciò che si deve evitare. Dio ha donato questa luce e questa legge nella Creazione". San Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, I-II p. 93, a.3, ad 2um. Cfr. Giovanni Paolo II, Enc. Veritatis splendor, nn. 35-53.
[89]Giovanni Paolo II, Enc. Veritatis splendor nn. 62-64.
[90]Per mezzo della grazia matrimoniale i coniugi "si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale e nell’accettazione ed educazione della prole" Concilio Vaticano II, Cost. Lumen Gentium, n. 11. Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 1641-1642.
[91]Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 81.
[92]Ibid., infra.
[93]Cfr. prima, numeri 4-8
[94]Giovanni Paolo II,Es. Ap. Familiaris consortio, n. 81
[95]Giovanni Paolo II, Gratissimam sane (Lettera alle Famiglie). N. 29.
[96]Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 55.
[97]Cfr. Giovanni Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio, n. 66.
[98]Pontificio Consiglio per la Famiglia, Preparazione al Sacramento del Matrimonio, n. 1.
[99]Giovanni Paolo II, Enc. Fides et ratio, n. 97.
[100]Giovanni Paolo II, Enc. Evangelium vitae, n. 73.
[101]Paolo VI, Enc. Humanae vitae, n. 29.
[102]Ibid.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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