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Il Corano stesso smentische che Cristiani e Musulmani hanno lo stesso Dio

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2017 12:15
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10/09/2015 09:52
 
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 invitandovi a leggere anche questo thread: 

Gesù e Maometto conoscere per avere un vero dialogo interreligioso



riportiamo qui uno studio ancora più approfondito e che dimostra come siano i musulmani stessi  a negare che abbiamo lo stesso Dio....


NON CREDIAMO NELLO STESSO DIO DEI MUSSULMANI

 
 
La vulgata corrente parla di ebraismo, cristianesimo e islam (in ordine cronologico) come delle tre religioni monoteiste che, pur nella loro diversità, hanno in comune la figura di Abramo e la città santa di Gerusalemme. Occorre tuttavia essere ben consapevoli della portata delle diversità per non incorrere nel pressappochismo o rimanere invischiati nella diffusa saggistica anticattolica di infimo livello che va per la maggiore.
Il Concilio Vaticano II - con la Dichiarazione Nostra Aetate sulla Chiesa e le religioni non cristiane e conseguenti atteggiamenti ed affermazioni dei papi successivi - ci ha condotto alle derive che oggi hanno raggiunto livelli inauditi, segnando uno spartiacque epocale da cui si diparte una nuova concezione di Chiesa dalle derive mondialiste.
Nella temperie odierna diventa prezioso lo Studio di Paolo Pasqualucci sull'islamismo di cui, data l'urgenza del problema, pubblichiamo intanto la prima delle 5 parti che vengono dall'Autore stesso indicate in apertura, esprimendogli tutta la nostra gratitudine per iniziare a diffonderlo da qui.
Il lettore trova dunque già indicazioni precise, che gli consentono di orientarsi nel modo giusto. Del resto ogni parte viene ad essere come un piccolo saggio completo in se stesso.
Mentre ho già espresso - con essenziali ma chiare note - perché non adoriamo lo stesso Dio [qui], ci sono temi, finora mai affrontati, come le fondamentali divergenze nella comunanza della figura di Abramo che Pasqualucci, proprio in questa prima parte, tratta con nota acribìa. 
Iniziamo dunque il nutriente excursus e buona lettura!


NON CREDIAMO NELLO STESSO DIO DEI MUSSULMANI
Confutazione della falsa immagine dell’islam 
diffusa nella Gerarchia cattolica attuale

di Paolo Pasqualucci
Settembre 2015

PROLOGO

  “Chi crede nel Figlio, ha la vita eterna,
ma chi rifiuta di credere nel Figlio,
non vedrà la vita, ché anzi sopra di lui
rimane sospesa l’ira di Dio” (Gv 3, 36)

“In verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io sono” (Gv 8, 58)

“Io e il Padre siamo uno” (Gv 10, 30)
ἐγὼ καὶ ὁ πατὴρ ἕν ἐσμεν

“Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14, 9)
* * *

Sei secoli dopo circa, una voce dalle Tenebre :
  “Dì: egli, Dio, è uno. Dio l’eterno.
Non ha generato, né è stato generato.
E non vi è alcuno uguale a lui” (Cor., sura 104)

“Invero, sono miscredenti quelli che dicono:
‘in verità, Dio è il Messia, ‘figlio di Maria’” (5, 76)

“Miscredenti sono, invero, quelli che dicono:
‘in verità Dio è il terzo di tre’, mentre non vi è
altro Dio se non un Dio unico” ( 5, 77)

“E quando Dio disse: ‘o Gesù, figlio di Maria,
hai mai detto agli uomini: prendete me e mia madre
come due divinità, accanto a Dio?’, ‘per tua gloria, no’,
Rispose Gesù” (5, 116)

“Dì: se il Misericordioso avesse un figlio,
io sarei il primo ad adorarlo” (43, 81)

Introduzione
Il confronto con l’islamismo è diventato per tutto il mondo, e in particolare per noi cristiani, di un’attualità sempre più drammatica. Mentre ondate di cosiddetti “migranti”, quasi tutti mussulmani, solo in piccola parte effettivamente meritevoli di accoglienza perché perseguitati, grazie anche alla pusillanimità di chi ci governa ci invadono con cadenza giornaliera ed immarcescibile arroganza, non passa giorno, si può dire, senza che sia commessa o tentata qualche atrocità da parte del cosiddetto ISIS, l’efferato “Stato mussulmano” terrorista, omicida e persecutore per vocazione, distruttore delle chiese cristiane e dei vestigi delle antiche civiltà sulle quali riesca a mettere le mani. Inoltre, le oligarchie arabe arricchite dal petrolio, usando il loro (nostro) denaro anche come fattore di islamizzazione, investono a tutto spiano nell’Occidente gravato dalla crisi economica e purtuttavia ingessato in uno stile di vita che rimane dispersivo e dispendioso, nel senso peggiore del termine, della cattiva distribuzione delle risorse.
Nonostante tutto ciò, sembra perduri a tutt’oggi nell’Occidente, beotamente immerso nella propria decadenza, una scarsa conoscenza di un tale nemico ossia delle vere caratteristiche dell’islamismo, cosa di per sé grave ed inescusabile, foriera di ulteriori disastri e sventure.

La disinformazione sulla vera natura dell’islam, sulle sue convinzioni profonde, sulle sue aspirazioni, oltre che alla scarsa conoscenza di questa religione, è dovuta anche agli atteggiamenti ambigui e sconcertanti della presente Gerarchia cattolica nei suoi confronti, a partire dal pastorale Concilio Ecumenico Vaticano II. Tali atteggiamenti sembrano voler riportare in auge un’opinione tanto errata quanto tenace in passato, esser cioè la religione fondata da Maometto una sorta di “eresia cristiana” in qualche modo recuperabile alla “causa della pace nel mondo” con “il dialogo interreligioso” incluso nel “dialogo ecumenico”, per giungere “all’unità della famiglia umana” nella tolleranza, nell’uguaglianza, nella democrazia. L’apertura all’islamismo e ai suoi valori (come a quelli di tutte le altre religioni) si inquadra nel perseguimento di questo obiettivo del tutto eterodosso ed estraneante che la Gerarchia cattolica si è data a partire da quel celebre Concilio ecumenico innovatore ma pastorale, sfornito cioè di definizioni dogmatiche a sanzionare le innovazioni introdotte.

Il ritenere erroneamente l’islamismo una sorta di “eresia cristiana” (quando si tratta invece di una religione del tutto indipendente, ferocemente ostile al cristianesimo e a tutto ciò che esso rappresenta) non ha comunque impedito ai Papi di un tempo di promuovere le Crociate per la difesa dei Luoghi Santi, dei cristiani della Palestina e, in generale, della Cristianità tutta contro l’aggressione islamica. Oggi, invece, i Papi, dal Concilio in poi, in nome di un aberrante e non cattolico concetto di “libertà religiosa”, si trovano in prima linea nell’aprire le porte delle nostre nazioni ad una “accoglienza” indiscriminata ovvero ad un’invasione vera e propria, mascherata da “emergenza umanitaria”, contribuendo del resto ampiamente a propagare la falsa immagine del “vero islam religione di pace”, i cui adepti avrebbero “il diritto umano” di risiedere a casa nostra per sfuggire alle miserie (vere e presunte) di casa loro. Certamente, l’islam aspira alla pace ma solo dopo che tutto il mondo sarà diventato mussulmano, con le buone o con le cattive. Un rovesciamento di posizioni, quello della Gerarchia cattolica, che ha veramente dell’incredibile, di fronte al quale possiamo solo dire: misterium iniquitatis!
 
È dal Concilio che la Gerarchia, tranne rare e timide voci dissenzienti, ha perso il contatto con la realtà, essendosi mentalmente rinchiusa nella sfera dell’utopia non cristiana del “dialogo” volto a realizzare l’unità del genere umano non redento. Così oggi, di fronte al documento dei vescovi africani che per la prima volta esorta giustamente i giovani africani a stare a casa loro perché l’Africa ha bisogno di loro per risolvere i suoi gravi problemi, abbiamo le ultime esternazioni di Papa Bergoglio che, in modo del tutto irrealistico, invita ad accogliere tutti indiscriminatamente, senza preoccuparsi delle effettive capacità di accoglienza, “perché Gesù nel Vangelo chiama buoni e cattivi, tutti, non c’è differenza”; invita ad “accogliere tutti senza giudicare nessuno” (Angelus del 6 settembre 2015). Qui non si tratta di “giudicare”, si tratta di sopravvivenza materiale, fisica innanzitutto. Non c’è materialmente posto per centinaia di migliaia ed anzi per milioni di “migranti”, per di più mussulmani, che, si dice, marciano verso le nostre frontiere. E poi Gesù chiamava tutti, “buoni e cattivi”, ed anzi sopra tutto “i malati” cioè “i cattivi”, i peccatori, allaconversione, per la salvezza della loro anima (Mc 2, 17), non ad invadere senza alcun diritto le terre e le case altrui.
 
Il presente studio, condotto sui testi originali tradotti in italiano e giovandosi della più accreditata letteratura scientifica sull’argomento, spera di apportare la chiarezza necessaria a combattere e dissolvere la falsa rappresentazione dell’islamismo oggi dominante, con le gravi illusioni ed errori di prospettiva da essa ingenerati. Nel piano dell’autore esso consta di cinque parti, ognuna delle quali sta compiutamente a sé.

La prima ha carattere introduttivo (I: La falsa immagine dell’islam contribuisce a confondere il culto della S.ma Vergine, la venerazione per Abramo, l’adorazione del vero Dio). Muove dall’errata rappresentazione della religione mussulmana contenuta nei testi del Concilio, incentrata sul falso concetto che noi e i mussulmani abbiamo la stessa fede di Abramo e in Abramo, che Abramo sarebbe il padre riconosciuto della fede per loro così come lo è per noi. Ragion per cui adoreremmo entrambi lo stesso Dio, nonostante l’antitrinitarismo manifesto del Corano! L’idea di un comune onore tributato ad Abramo quale “padre della fede” è un concetto chiave del presente “dialogo” con l’islam e l’ebraismo, concetto però del tutto insostenibile per l’islam già per il semplice motivo che l’Abramo del Corano non corrisponde affatto a quello storico della Bibbia. Maometto ne ha rielaborato la figura a suo uso e consumo e proprio in funzione esplicitamente antiebraica e anticristiana, cosa che viene tenuta nascosta. Questa parte dell’indagine contiene una illustrazione articolata delle fonti dell’islamismo, e in particolare del Corano, nonché del suo concetto di Dio e dei concetti essenziali della teologia islamica, incluso quello della “guerra santa”. Da essi si scorge immediatamente la differenza abissale con la nostra, cattolica (quella vera, si intende, non l’attuale, di tinta razionalista e sincretistica, figliata dalla nouvelle théologie di trista memoria, indebita protagonista al Concilio).

La seconda parte (II: Genesi dell’islamismo) esamina per qual motivo l’islamismo, che si professa addirittura “religione d’Abramo”, si consideri, proprio per questo motivo, nemico della nostra, oltre che dell’ebraica. Per comprender ciò è necessario ricostruire la genesi della “rivelazione” professata da Maometto, attraverso un’analisi dei fatti salienti della sua vita, religiosi, politici e militari. La guida principale, in questa fondamentale ricostruzione, è costituita dalle penetranti analisi di Carlo Alfonso Nallino, morto nel 1938, uno dei nostri più grandi arabisti ed islamisti.

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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