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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Chi si vergognerà di me anche io mi vergognerò di lui, parola di Gesù

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2018 08:53
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18/05/2016 12:52
 
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La Bibbia e il Corano? Hanno lo stesso spirito. Parola di papa Francesco

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E come si fa a non chiamarla “ennesima bergoglionata”? Diversamente dovremo chiamarla col suo vero nome: eresia. Ma poi ti accusano di dare dell’eretico al Papa e dunque tanto meglio lasciare la bergoglionata naufragare tra i rivoli della rete, insomma far finta di nulla e pensare, semmai, di aver capito male noi.

 

Tutto all’ennesima potenza, parliamo infatti dell’ennesima intervista. Al momento il testo ufficiale ed integrale non c’è, ma questa fonte è di Radio Vaticana, perciò attendibile. Ecco le parole del Papa:

«Non credo che vi sia oggi una paura dell’islam in quanto tale, ma dell’Isis e della sua guerra di conquista che è in parte tratta dall’islam. È vero che l’idea della conquista appartiene allo spirito dell’islam. Ma si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, quando Gesù invia i suoi discepoli a tutte le nazioni.»

Partiamo da un consiglio, per noi laici, del compianto cardinale Biffi che diceva:

«Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l’uomo ogni via di salvezza».

Ora, per quanto potremmo difendere la frase del papa, appare un arrampicarsi sugli specchi, non vogliamo dare altra spiegazione all’evidenza che il Papa Francesco è malamente informato sul Corano, sull’Islam, sull’Isis e pure sulla loro legge, la Shariʿah. Non vogliamo polemizzare, ma neppure tacere sul fatto che Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, possa essere messo – dal Suo Vicario in terra – sullo stesso piano della legge islamica, del Corano e pure dello “spirito” di conquista.

Non staremo qui a dare lezioni al Papa, ma è un dovere nostro sottolineare il perchè sbaglia nel dire ciò che ha detto. Premettiamo che quanto segue non c’entra nulla con l’accoglienza dei veri bisognosi e gli aiuti agli immigranti. Premettiamo anche che, per certi versi e vista la grave situazione di invasione che l’Europa sta subendo da parte di un certo Islam, detto oggi moderato, comprendiamo bene il lavoro diplomatico della Santa Sede atto ad evitare ogni conflitto, anche per evitare a noi, ignari dei giochi e dei lavori dietro le quinte, future violenze.

Ma per quanto ciò possa essere comprensibile, diventa inaccettabile fare dei compromessi che mettono Gesù Cristo e la sua Parola, o meglio il Suo mandato a predicare Lui Via, Vita e Verità, sullo stesso piano del Corano, dell’Islam e del medesimo “spirito” che lo animerebbe.

Così come non vogliamo trascurare le altre parole del Papa quando dice:

«… la convivenza tra cristiani e musulmani è possibile. Io vengo da un paese in cui vivono insieme in buona familiarità. I musulmani venerano la Vergine Maria e San Giorgio. In un paese africano, mi è stato segnalato che per il Giubileo della misericordia, i musulmani fanno una lunga coda nella Cattedrale per passare la porta santa e pregare la Vergine Maria.»

Qui c’è molto sincretismo religioso e confusione e non è propriamente come il Papa la sintetizza. Se i musulmani passano la porta santa è evidente che non sanno quello che fanno, e nessuno ha spiegato loro che la Porta è Cristo altrimenti non la passerebbero e per andare a salutare la (statua?) Vergine Maria, entrerebbero dalla porta normale.

Benedetto XVI, profeta inascoltato.Benedetto XVI, profeta inascoltato, legge il magistrale discorso di Ratisbona (12-09-2006).

Purtroppo ci vorrebbe più spazio per chiarire il problema, ma possiamo sintetizzare anche noi alcuni punti fondamentali.

  1. Nel famoso Discorso di Benedetto XVI a Ratisbona del settembre 2006 (vedi qui) si rammentò il carattere intrinsecamente irrazionale della concezione maomettana di Dio e la conseguente vocazione alla violenza di quella religione. Attaccato da tutte le parti (anche dal cardinale Bergoglio allora a Buenos Aires), purtroppo Benedetto XVI non portò avanti il discorso ed anzi, cercò egli stesso di minimizzare quanto aveva detto, ma ciò che disse è sotto gli occhi di tutti, basta leggere il testo serenamente.
  1. Se il “Gesù figlio di Maria” descritti nel Corano, fossero, teologicamente parlando, le medesime Persone dei Vangeli, non è comprensibile la Nota CEI del 1993 – l’Isis ancora non c’era – che scrive: “In diversi paesi islamici è quasi impossibile aderire e praticare liberamente il cristianesimo. Non esistono luoghi di culto, non sono consentite manifestazioni religiose fuori dell’islam, né organizzazioni ecclesiali per quanto minime. Si pone così il difficile problema della reciprocità. È questo un problema che non interessa solo la Chiesa, ma anche la società civile e politica, il mondo della cultura e delle stesse relazioni internazionali. Da parte sua il papa è instancabile nel chiedere a tutti il rispetto del diritto fondamentale della libertà religiosa” (n. 34). E le cose non sono affatto cambiate, anzi, assistiamo oggi a veri massacri contro i Cristiani e alla distruzione di Chiese e statue anche della Vergine Maria, e non è affatto possibile sintetizzare come fa il Papa: ” la convivenza fra musulmani e cristiani è possibile…”, perché al Papa dovrebbero spiegare che ciò è possibile fino a quando, queste comunità, non diventano la maggioranza. Una volta raggiunta la maggioranza, essi hanno bisogno di avere uno Stato coranico, devono essere guidati dal Corano, altrimenti non sarebbero più musulmani. E’ di questi giorni la notizia che ricchi arabi musulmani hanno dato trenta milioni di euro per restaurare i monumenti storici musulmani in Sicilia, e sono gli stessi che a casa loro vietano ai cristiani di professare liberamente la propria fede in Cristo, il Figlio di Maria…. come mai nessuno si chiede perché di tanto interesse da parte di questi ricchi musulmani, mentre i cristiani da loro sono perseguitati? Se dunque, il “Gesù figlio di Maria” descritti nel Corano, fossero, teologicamente parlando, le medesime Persone dei Vangeli, perché non si convertono e non lasciano in pace i cristiani che vivono nelle loro terre? E’ evidente che le cose non stanno propriamente così, come per i Protestanti che mica vogliono male a Maria, ma non la chiamano “Madre di Dio” ma “solo madre di Gesù”, con le conseguenze che ben conosciamo. Per il Corano (di cui l’Isis è il braccio armato) Gesù non è Dio, punto. E cosa dice la Scrittura? «Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio.» (1Gv. 2,22)

«ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo.» (1Gv. 4,3)

  1. Diceva il cardinale Biffi, sul problema Islam-immigrazione: «Le nostre comunità e i nostri fedeli non devono perciò nutrire complessi di colpa a causa delle emergenze anche imperiose che essi con le loro forze non riescono ad appianare. Sarebbe un implicito, ma comunque intollerabile e grave “integralismo” il credere che le aggregazioni ecclesiali e i cattolici possano essere responsabilizzati di tutto. (…) Dovere statutario della Chiesa Cattolica e compito di ogni battezzato è di far conoscere esplicitamente Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio morto per noi e risorto, oggi vivo e Signore dell’universo, unico Salvatore di tutti. Tale missione può essere coadiuvata ma non surrogata dall’attività assistenziale che riusciremo a offrire ai nostri fratelli. Suppone la nostra attitudine al dialogo sincero, aperto, rispettoso con tutti, ma non può risolversi nel solo dialogo. È favorita dalla conoscenza oggettiva delle posizioni altrui, ma si avvera soltanto nella conoscenza di Cristo cui noi riusciamo a portare i nostri fratelli, che sventuratamente ancora non ne sono gratificati. Inoltre l’azione evangelizzatrice è di sua natura universale e non tollera deliberate esclusioni di destinatari. Il Signore non ci ha detto: “Predicate il Vangelo ad ogni creatura, tranne i musulmani, gli ebrei e il Dalai Lama” (cf Mc 16,15). Chi ci contestasse la legittimità o anche solo l’opportunità di questo annuncio illimitato e inderogabile, peccherebbe di intolleranza nei nostri confronti: ci proibirebbe infatti di essere quello che siamo, vale a dire “cristiani”; cioè obbedienti alla chiara ed esplicita volontà di Cristo. È molto importante che tutti i cattolici si rendano conto di questa loro indeclinabile responsabilità. E per essere buoni evangelizzatori, persuasi dentro di sì e persuasivi nei confronti degli altri, essi devono crescere sempre più nella intelligenza e nella gioiosa ammirazione degli immensi tesori di verità, di sapienza, di consolante speranza che hanno la fortuna di possedere: è una effusione sovrumana, anzi divinizzante di luce, assolutamente inconfrontabile con i pur preziosi barlumi offerti dalle varie religioni e dall’Islam; e noi siamo chiamati a proporla appassionatamente e instancabilmente a tutti i figli di Adamo

È evidente, perciò, che Papa Francesco non è affatto ben informato, e forse non conosce il Corano che, invece, dice:

  • “Dì: egli, Dio, è uno. Dio l’eterno. Non ha generato, né è stato generato. E non vi è alcuno uguale a lui” (Cor. sura 104)
  • “Invero, sono miscredenti quelli che dicono: ‘in verità, Dio è il Messia, ‘figlio di Maria’” (Cor. sura 5, 76)
  • “Miscredenti sono, invero, quelli che dicono: ‘in verità Dio è il terzo di tre’, mentre non vi è altro Dio se non un Dio unico” ( Cor. sura 5, 77).

Solo una vera evangelizzazione potrebbe aiutare a far capire ai Musulmani che per il Cristianesimo, Dio, non è “il terzo di tre”, e che dunque anche per noi esiste un solo Dio che semmai è “distinto” nelle tre Persone. Ma è certo che con il dialogo “a tutti i costi” questa comprensione non si avrà mai. Se poi ci si mette pure il Papa a dire che “l’idea di conquista” è sullo stesso piano del mandato del Cristo alla Chiesa, allora stiamo freschi. Non ci sarà alcuna progressione, ma regressione.

Inoltre qualcuno dovrebbe forse ricordare al Papa che di Sacra Scrittura, vera, esiste una sola e il Corano non è “Scrittura Sacra” altrimenti si dovrebbe affermare che il vero ed unico Dio si sarebbe rivelato altrove smentendo Se Stesso, visto che il Corano, se preso alla lettera e dichiarato “testo sacro”, afferma che Gesù non è Dio. Noi certamente possiamo rispettare le altre religioni, ma non siamo stati battezzati per difenderle o addirittura promozionarle.

Gesù non dice “io vi dico la verità, o un pezzetto, il resto lo trovate nelle altre religioni”, ma dice “Io sono la Via, la Verità e la Vita…”.

Ma veniamo al sodo, a questo presunto “spirito” di evangelizzazione islamico. L’Islam non evangelizza affatto, sottomette! Il Cristianesimo, per quante gliene dicano di cotte e di crude e pure di falsità storiche, non sottomette e piuttosto integra, abbraccia, unisce. La famosa sura 9, quella della guerra santa, dice testualmente:

“29. Combattete contro quelli che non credono in Dio, né nel giorno estremo [nel Giudizio], e non considerano proibito quel che proibisce Dio e il suo apostolo, e che non professano la religione della verità, ossia coloro ai quali è stato dato il Libro [ebrei e cristiani], finché non paghino la gizya [il tributo, diventando dhimmi o “protetti”] alla mano con umiliazione.”

Leggiamo il passo citato da Papa Francesco:

Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,  insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt.28,18-20)

Quando, perciò, il Papa afferma che: «Non credo che vi sia oggi una paura dell’islam in quanto tale, ma dell’Isis e della sua guerra di conquista che è in parte tratta dall’islam. È vero che l’idea della conquista appartiene allo spirito dell’islam. Ma si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, quando Gesù invia i suoi discepoli a tutte le nazioni..», sbaglia, per non dire altro.

No, Santità, non può affermare che l’idea di conquista che appartiene allo “spirito” dell’Islam, si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista del Cristo! È una aberrazione affermare questo, proprio lei dovrebbe dire che non vi è alcun paragone e nessuna associazione, ed è anche uno “schiaffo” alle migliaia di martiri di ieri e di oggi del Cristianesimo che sarebbero morti invano, visto che per lei lo spirito dell’Islam può essere interpretato con lo Spirito con il quale Gesù inviava i Suoi.

Concludeva così il suo intervento il cardinale Biffi che facciamo nostro:

«In un’intervista di una decina d’anni fa, mi è stato chiesto con molto candore e con invidiabile ottimismo: “Ritiene anche Lei che l’Europa o sarà cristiana o non sarà?”. Mi pare che la mia risposta di allora possa ben servire alla conclusione del mio intervento di oggi.

Io penso – dicevo – che l’Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità.

Questa “cultura del niente” (sorretta dall’edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell’“avvenimento cristiano” come unica salvezza per l’uomo ‑ e quindi solo una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa – potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto.

Purtroppo né i “laici” né i “cattolici” pare si siano finora resi conto del dramma che si sta profilando. I “laici”, osteggiando in tutti i modi la Chiesa, non si accorgono di combattere l’ispiratrice più forte e la difesa più valida della civiltà occidentale e dei suoi valori di razionalità e di libertà: potrebbero accorgersene troppo tardi…».

A questa analisi lucidissima e profetica, del 30 settembre 2000, aggiorniamo che oggi, forse, non sono più i laici  cattolici a non rendersi conto del dramma che incombe sull’Europa, ma che l’alta Gerarchia della Chiesa sembra preferire combattere contro sé stessa anziché “prendere la propria croce” e seguire il Cristo sul suo Calvario. E se ne renderanno conto quando sarà troppo tardi, a meno che la Vergine Santa non intervenga prima realizzando la promessa del trionfo del Suo Cuore Immacolato, abbreviandoci i giorni di quell’assalto che, nonostante gli sforzi di questo Pontificato, ci sarà eccome!

È solo questione di tempo, anche grazie alle leggi anticristiane elevate a nuova cultura europea, che stanno regalando all’Islam l’Europa la quale: o ridiventa cristiana o sarà musulmana. Svegliatevi, non è uno slogan, ma la triste realtà.




ci aggiungiamo questa nostra riflessione: ahi noi!  leggendo attentamente le parole del Papa si capisce bene che il Papa non sta dicendo che la Bibbia e il Corano sono sullo stesso piano... ma senza dubbio è anche vero che se per l'Islam noi siamo già zombi che camminano, perchè siamo condannati a morte o al pagamento di una tassa, e se è vero che il mandato del Cristo ad evangelizzare PER ALTRI potrebbe suonare come la stessa chiamata alla conquista dell'Islam, va da se che il Papa DEVE SMENTIRE una equiparazione del genere, spiegando chi è il Cristo   e questo è ciò che manca al discorso del Papa.... la Scrittura ci ammonisce di parlare sempre (con carità) della speranza che è in noi, di parlare con il "sì, sì-no, no", di parlare sempre anche nei momenti opportuni e pure inopportuni, parlare di Cristo.... e non di giustificare le altre religioni..... Mi pare che sia questa mancanza a suscitare, nelle parole del Papa, tristezza e amarezza.







EDITORIALE
Padre Federico Lombardi
 

Il cardinale Koch afferma che gli ebrei non si devono convertire. E neanche gl islamici, aggiunge padre Lombardi. Ma allora, chi è Gesù Cristo per noi? Se davvero è il Salvatore, venuto per ogni uomo e ogni donna, non è possibile non anunciarlo. Come ha ribadito nel 1990 san Giovanni Paolo II.

di Riccardo Cascioli

Pochi giorni fa il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha tenuto una conferenza a Cambridge, nel Regno Unito, che gli è valsa diversi titoli di giornale. Koch avrebbe infatti detto che il dovere di evangelizzare è nei confronti di tutti i non cristiani, musulmani inclusi, ad eccezione degli ebrei. Quanto a questi ultimi, i cristiani - ha detto ancora Koch - riconoscono il patto stipulato da Dio con il popolo ebraico, cosa che non si può applicare all’islam. Da ultimo Koch è andato ben oltre la definizione di “fratelli maggiori” e ha detto che i cristiani dovrebbero vedere l’ebraismo come una “madre”. Per questo non si deve convertire gli ebrei, mentre al contrario si deve evangelizzare i musulmani.

Queste parole hanno ovviamente fatto rumore, tanto che un sito ufficioso del Vaticano, Il Sismografo, che cura quotidianamente una rassegna stampa in diverse lingue, è andato a chiedere chiarimenti al portavoce vaticano, padre Federico Lombardi (clicca qui). Il quale si è mostrato piuttosto irritato per quella che lui considera una manipolazione delle parole del cardinale Koch, mettendo in rilievo come alcuni titoli di giornale non corrispondessero al contenuto. Il riferimento è al fatto che in alcuni titoli si è letto “dovere di convertire” i musulmani mentre nei testi di parla di “dovere di evangelizzare”, due concetti in effetti un po’ diversi. Non tali però da sollecitare un intervento del portavoce vaticano, che infatti poi passa ad affermare il vero punto della questione: «È chiaro quindi che non è corretto attribuire al cardinal K. Koch un invito al proselitismo nei confronti dei fedeli musulmani». 

Riassumendo: nessun tentativo di evangelizzare gli ebrei, dice Koch. Ma neanche i musulmani, precisa Lombardi. E tutto dando ovviamente per scontato che con le altre confessioni cristiane non si deve neanche pensare lontanamente di ricondurle alla Chiesa cattolica. 

Ad aggravare la situazione bisogna aggiungere che si tratta di affermazioni che ormai non stupiscono più nessuno, tanto sono considerate ovvie. Solo che a questo punto, bisognerebbe chiedersi seriamente: «Ma allora chi è Gesù Cristo?». È ancora l’unico Salvatore che è morto e risorto per salvare tutti gli uomini, come è stato proclamato per duemila anni? È il Vangelo ancora da considerare «la pienezza della Verità che Dio ci ha fatto conoscere intorno a se stesso», come si legge nell’enciclica Redemptoris Missio (RM) di san Giovanni Paolo II? Crediamo davvero che «aprirsi all'amore di Cristo è la vera liberazione» (RM 11)?

Se fossimo davvero convinti di questo, come potremmo anche solo concepire di escludere parte dell’umanità da questo annuncio? Non si tratta di portare tutti spada in pugno a sottomettersi al “nostro” Dio, ma di fare tutti partecipi di una grande gioia: la morte è stata sconfitta, siamo liberati dal peccato, il Mistero si è fatto presenza, compagnia all’uomo, come recitiamo ogni giorno nell’Angelus.

E in effetti tutti i documenti del Magistero dedicati alla missione mai parlano di esclusione di qualcuno o di “esenzione” di gruppi particolari quasi si dovesse decidere se partecipare o meno all’ora di religione. Afferma ad esempio il decreto conciliare Ad Gentes (1965): «La ragione dell'attività missionaria discende dalla volontà di Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità. Vi è infatti un solo Dio, ed un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, uomo anche lui, che ha dato se stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,4-6), «e non esiste in nessun altro salvezza» (At 4,12). È dunque necessario che tutti si convertano al Cristo conosciuto attraverso la predicazione della Chiesa, ed a lui e alla Chiesa, suo corpo, siano incorporati attraverso il battesimo» (no. 7). Certo l’azione missionaria dipende anche dalle circostanze in cui ci si trova ad operare, avverte sempre Ad Gentes: «Difatti la Chiesa, pur possedendo in forma piena e totale i mezzi atti alla salvezza, né sempre né subito agisce o può agire in maniera completa: nella sua azione, tendente alla realizzazione del piano divino, essa conosce inizi e gradi»; ma «questo compito (…) è uno ed immutabile in ogni luogo ed in ogni situazione, anche se in base al variare delle circostanze non si esplica allo stesso modo» (no. 6).

È paradossale che mentre il Papa parla insistentemente di abbattere tutti i muri e di tenere aperte le porte della Chiesa, dal Vaticano poi arrivano ordini di costruire muri per impedire che certe categorie di persone si convertano.
Ma è ancora la Redemptoris Missio a spiegare la radice profonda di questi muri: «La mentalità indifferentista, largamente diffusa, purtroppo, anche tra cristiani, spesso radicata in visioni teologiche non corrette e improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l'altra”» (RM, no.36).

In questo modo il dialogo con gli uomini e con le altre religioni non si fonda sulla Verità ma su una preoccupazione “politica”, come convivere pacificamente e come cooperare per il bene dell’umanità; è la riduzione a un’etica condivisa. Ma in fondo come avverte san Giovanni Paolo II il vero problema, il nocciolo della questione è la mancanza di fede: «La missione è un problema di fede, è l'indice esatto della nostra fede in Cristo e nel suo amore per noi. La tentazione oggi è di ridurre il cristianesimo a una sapienza meramente umana, quasi scienza del buon vivere. In un mondo fortemente secolarizzato è avvenuta una “graduale secolarizzazione della salvezza”, per cui ci si batte, sì, per l'uomo, ma per un uomo dimezzato, ridotto alla sola dimensione orizzontale».

   


[Modificato da Caterina63 02/06/2016 09:27]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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