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Parliamo un poco del Giubileo e dei Giubilei

Ultimo Aggiornamento: 07/07/2016 14:50
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18/10/2015 01:29
 
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  Giubileo: il significato


Che cos’è un Giubileo? Un Giubileo è un Anno Santo. Nella definizione ufficiale che si può leggere anche sul sito del Vaticano, è



“l’anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati, è l’anno della riconciliazione tra i contendenti, della conversione e della penitenza sacramentale e, di conseguenza, della solidarietà, della speranza, della giustizia, dell’impegno al servizio di Dio nella gioia e nella pace con i fratelli».



Si tratta di una tradizione ampiamente descritta nella Bibbia, in uno dei Libri dell’Antico Testamento, il Levitico (25,10-13):


Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà.

 



Questo significa che una delle conseguenze per tutti coloro che seguiranno le celebrazioni e si sottoporranno alle condizioni stabilite dalla Chiesa cattolica, il Giubileo è anche l’occasione per ottenere l’indulgenza plenaria.


Il giubileo ordinario viene celebrato, dalla Chiesa di oggi, ogni 25 anni. Il prossimo sarà dunque nel 2025.


Il precedente è stato il Giubileo del 2000.


Questo, voluto da Papa Francesco, sarà, appunto, un giubileo straordinario, come quello indetto da Pio IX nel 1933 o quello indetto da Giovanni Paolo II nel 1983.


Giubileo: ogni quanti anni?


Ma dunque, ogni quanti anni si tiene il Giubileo? Bella domanda. Secondo i precetti della Bibbia, ogni 50 anniIl primo è stato nel 1300, indetto da Bonifacio VII. Dal 1450 in poi, di fatto, la cadenza venne dimezzata e, a parte i giubileo straordinari, da allora viene celebrato ogni 25 anni.


Giubileo 2000


Il Giubileo del 2000 fu senza dubbio uno degli eventi più importanti degli ultimi cinquant’anni per Roma. Non solo per la sua portata, ma anche perché aprì la strada a figure che si occuparono della sua organizzazione e che avrebbero poi attraversato la storia politica recente in Italia, aprendo alla logica della gestione dei grandi eventi attraverso commissari.


A differenza di questo, le celebrazioni per l’anno 2000 era chiaramente attese. Di fatto, i preparativi di quello che venne chiamato il Grande Giubileo del 2000 iniziarono ufficialmente il 10 novembre del 1994, quando Giovanni Paolo II ha reso pubblica la lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente (ovvero All’approssimarsi del Terzo Millennio), il cui testo integrale si può leggere sul sito del Vaticano.


Giubileo 1300


Il Giubileo del 1300

Nell’immagine, Bonifacio VIIi indice il Giubileo del 1300. Affresco frammentario staccato (110×110 cm) attribuito a Giotto. Si trova a San Giovanni in Laterano a Roma.



Il Giubileo del 1300 è stato il primo celebrato ufficialmente dalla Chiesa Cattolica, per volere di Bonifacio VIII.


Giubileo: l’etimologia


L’etimologia di giubileo si fa risalire a iōbēl, ebraico, che significa capro espiatorio (il caprone, il montone utilizzato nelle cerimonie sacre del Giubileo ebraico, appunto). Oppure a Yovel, una sorta di tromba (un corno d’ariete) che veniva suonato per annunciare questo anno di celebrazioni. Il latino propone, proprio nella tradizione ecclesiastica, ănnu(m) iubilāeu(m), che deriva dal grecoiōbēlâios, a sua volta di derivazione ebraica, appunto. Secondo Garzanti, non si può escludere l’influsso del latino iubilāre, ovvero “gridare (di gioia)”.


Tutti i Giubileo


Il Giubileo del 2015-2016 sarà il trentesimo. Ecco l’elenco dei precedenti anni giubilari, con accanto il nome del Papa che lo ha presieduto e, quando nel frattempo si era verificato un avvicendamento nel ruolo di Pontefice, il nome del Papa che l’ha indetto e di quello che lo ha presieduto. In un caso (1700), il Giubileo venne aperto da un Papa e chiuso da un altro. Quello di Francesco è il sesto giubileo straordinario (gli altri nel 1390, nel 1423, nel 1933, nel 1966 e il più recente nel 1983)


1300: Bonifacio VIII
1350: Clemente VI
1390: è un Giubileo straordinario. Lo indice Urbano VI, lo presiede Bonifacio IX
1400: Bonifacio IX
1423: è un Giubileo straordinario, indetto e presieduto da Martino V
1450: Niccolò V
1475: lo indice Paolo II, lo presiede Sisto IV
1500: Alessandro VI
1525: Clemente VII
1550: lo indice Paolo III, lo presiede Giulio III
1575: Gregorio XIII
1600: Clemente VIII
1625: Urbano VIII
1650: Innocenzo X
1675: Clemente X
1700: lo presiedono due papi. Lo apre Innocenzo XII, lo chiude Clemente XI
1725: Benedetto XIII
1750: Benedetto XIV
1775: lo indice Clemente XIV, lo presiede Pio VI
1825: Leone XII
1875: Pio IX
1900: Leone XIII
1925: Pio XI
1933: è un Giubileo straordinario, indetto e presieduto da Pio XI
1950: Pio XII
1966: è un Giubileo straordinario, indetto e presieduto da Paolo VI per la chiusura del Concilio Vaticano II
1975: Paolo VI
1983: è un Giubileo straordinario, indetto e presieduto da Giovanni Paolo II
2000: Giovanni Paolo II
2015: il Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco










[Modificato da Caterina63 18/10/2015 01:39]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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29/01/2016 12:51
 
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Cari amici, onde evitare di fare una indigestione delle parole "giubileo" e "misericordia", con un effetto diabete, il quale non serve alla salute ma che anzi la danneggia, vogliamo approfondire con voi attraverso alcuni video - di cui questo è il primo - il centro propulsore del Giubileo e il cuore di questa Misericordia la quale se è vero che ci è donata ed è gratuita, è stata però pagata a caro prezzo nel Corpo e Sangue di Gesù Cristo nostro Dio. Questo è davvero un Tempo eccezionale, non sprechiamolo, non è detto che ci venga data un'altra possibilità per salvarci!

gloria.tv/media/hFfrwAM5SyB
www.youtube.com/watch?v=X_5ocLWYKJM

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org


Cari amici, come promesso e dopo avervi offerto il primo video sul Giubileo: gloria.tv/media/hFfrwAM5SyB vediamo ora di approfondire con questo due Anni speciali indetti da san Giovanni Paolo II tra il 2002 e il 2005, gli anni dedicati al Santo Rosario ed alla Divina Eucaristia. Due colonne portanti che faremo bene a ricordare anche nel sogno profetico di San Giovanni Bosco.

gloria.tv/media/JEFw8kNN6bG
www.youtube.com/watch?v=f3NF2SO1hSk&feature=youtu.be

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org









[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Giubileo, presentata la stampa ufficiale "Misericordiae Vultus"

Misericordiae Vultus, la stampa ufficiale del Giubileo della Misericordia - ANSA

Misericordiae Vultus, la stampa ufficiale del Giubileo della Misericordia - ANSA

25/02/2016

Si chiama "Misericordieae Vultus", come la bolla di indizione del Giubileo, la stampa ufficiale e celebrativa dell’Anno della Misericordia. L’opera, realizzata secondo l’antica arte calcografica da Pierluigi Isola e dal maestro incisore Patrizio di Sciullo con la collaborazione della Biblioteca Apostolica Vaticana e del Governatorato, è stata stampata in 200 copie con l’auspicio di essere donata ai capi di Stato e di governo ricevuti dal Papa in Vaticano. Il servizio di Michele Raviart:

Le “sette chiese di Roma”, meta tradizionale dei pellegrini in alto; le opere di misericordia, cuore di quest’Anno santo, in basso. Un doppio registro figurativo per un’inedita veduta allegorica dell’Urbe, stampata incidendo il rame con acquaforte e bulino. Un’opera realizzata a partire dai disegni diPierluigi Isola, che spiega la sfida maggiore nell’ideazione della stampa:

"Sicuramente, cercare di mettere insieme tutti questi elementi dando loro un’immagine unitaria e facendo  in modo che non fossero dei frammenti giustapposti così, in maniera arbitraria, ma risultassero una immagine coerente, pur contenendo all’interno tutta una serie di elementi che poi erano anche abbastanza difficili da mettere insieme: l’idea dei Sacramenti, delle opere di misericordia, delle sette chiese... Un elemento che richiama il colonnato di Bernini, all’interno del quale vengono accolte delle figure che rappresentano dei pellegrini, un elemento che è la tavola imbandita e un elemento che è la porta di un carcere”.

Alberi e animali ricordano l’Enciclica “Laudato si’”, mentre accanto alla porta Santa di S.Pietro, sormontata dallo stemma di Papa Francesco, una scena raffigura la lavanda dei piedi. Una scelta particolarmente significativa, afferma il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che insieme al cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato e ai vertici della Bibiloteca Apostolica Vaticana, ha contribuito alla realizzazione dell’opera:

"Un’opera che a me piace tantissimo e che ho incoraggiato fin dall’inizio, quando mi hanno portato il primo bozzetto, che era ancora soltanto disegnato per metà… Poi, è nata l’idea, appunto, delle Opere di Misericordia. L’autore è riuscito a fare un riferimento un po’ a tutte. E poi c’è questa idea della lavanda dei piedi che le riassume tutte: la misericordia di Dio nei nostri confronti, perché Colui che lava i piedi è il Signore, che deve appunto tradursi – a nostra volta – in opere di misericordia, perché Lui dice: 'Come io ho lavato i piedi a voi, così voi dovete lavarli agli altri'”.

La stampa "Misericordiae Vultus" si inserisce in una tradizione secolare, per la quale ai pellegrini giunti a Roma per il Giubileo veniva consegnata una mappa aggiornata di Roma. Già nel Duemila era stata realizzata con lo stesso metodo di questa stampa una "Forma urbis Romae", pianta monumentale della città, iniziativa replicata nel 2007 con la mappa della Città del Vaticano.Mons. Jean-Louis Bruguès, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa:

"Abbiamo cercato di rappresentare in modo esplicito cosa sia la misericordia e innanzitutto la misericordia a Roma, dunque il pellegrinaggio: qui ci sono le Basiliche e sotto le opere della misericordia. Tutto quello fa parte della tradizione. Noi abbiamo sempre illustrato l’Anno del Giubileo con un disegno particolare".





 

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  Perdono di colpa e di pena

Persino durante il lungo Scisma d’Occidente gli Anni Santi furono celebrati rispettando il loro scopo specifico, che è quello di offrire ai pellegrini misericordia e pace


di Serena Ravaglioli


Fra il 1390 e il 1423 furono celebrati ben tre anni santi. Lo svolgimento di tutti e tre si lega in qualche modo allo Scisma d’Occidente, la grave spaccatura avvenuta nella Chiesa nel 1378 dopo l’elezione al soglio pontificio di Urbano VI, quando i cardinali francesi, che non avevano voluto riconoscere il nuovo Papa italiano, ne avevano eletto un altro con il nome di Clemente VII. Per quarant’anni il papa da Roma e l’antipapa da Avignone andarono avanti scomunicandosi a vicenda – e scomunicando l’uno i fedeli dell’altro, sicché il provvedimento finì per riguardare l’intero orbe cattolico – e affrontandosi in armi. 

In questo clima si pone il Giubileo del 1390, voluto da Urbano VI proprio con il fine di ribadire il primato della sede di Roma e di assicurarsi allo stesso tempo il favore della popolazione romana in perenne turbolenza. La motivazione ufficiale non era evidentemente questa: nella bolla d’indizione si parla della volontà di ridurre a 33 gli anni d’intervallo fra un giubileo e l’altro per commemorare gli anni di Cristo. Si teneva in conto anche il fatto che gli uomini «debilitati dalle lunghe contagioni» e in maniera particolare dalla peste, che in quegli anni la faceva da padrona in tutte le regioni europee, spesso non arrivavano ai cinquant’anni e restavano quindi privi dell’opportunità di lucrare l’indulgenza giubilare. 

Poiché i 33 anni dall’ultimo Giubileo, che era stato celebrato nel 1350, erano già passati, Urbano VI indisse il nuovo per il 1390, ma la sorte non gli fu amica ed egli morì prima dell’inizio dell’anno. Fu dunque il suo successore, Bonifacio IX, a dare inizio all’Anno Santo con le cerimonie del Natale. Rispetto ai due precedenti, questo Giubileo vide un’affluenza di pellegrini molto ridotta. Vennero infatti soltanto quelli che riconoscevano il Papa italiano: i tedeschi, gli inglesi, i polacchi, gli ungheresi; gli altri, invece, dalla Francia, dalla Spagna e dall’Italia meridionale, rimasero in patria per fedeltà a Clemente VII, che da Avignone negava a Urbano VI ogni facoltà di concedere “perdonanze”. 

A due fedeli d’eccezione, il re d’Inghilterra Riccardo II e il re del Portogallo Giovanni I, l’indulgenza giubilare fu inviata a domicilio, tramite un confessore. In cambio ambedue i sovrani si impegnarono a impiegare in chiese e opere buone quanto avrebbero speso per venire a Roma. 

Ben diversa fu la temperie in cui ebbe inizio l’Anno Santo del 1400. Secondo la nuova periodicità stabilita da Urbano VI, in quell’anno non avrebbe dovuto celebrarsi il Giubileo e di fatto non venne emessa alcuna bolla d’indizione. Fu la pietà popolare a imporlo, spinta da una devozione che la scadenza secolare sembrava acuire e alla quale non era certamente estraneo lo sconforto per la triste situazione della Chiesa divisa in due sedi apostoliche. Un gran numero di romei cominciò così a recarsi nell’Urbe, incurante della peste e dell’insicurezza del viaggio su strade infestate da banditi e malfattori, e a loro il Papa concesse il perdono e la benedizione. 

Il pellegrinaggio di gran lunga più significativo fu quello dei Bianchi. Si chiamò così un movimento religioso popolare che aveva avuto origine a Chieri in Piemonte, ove un gruppo di persone esasperate dalla lunga guerra tra Savoia e Monferrato era sceso in piazza gridando «pace e misericordia» e flagellandosi a sangue in segno di penitenza. Da lì i flagellanti si erano presto diffusi in varie parti dell’Italia settentrionale e cominciarono a discendere verso Roma. Sopra le vesti indossavano un lungo saio bianco, da cui il loro nome, e anche il capo era coperto da un cappuccio bianco con due fori per gli occhi. Avanzavano in processione dietro una croce, allineati a due o a tre, tenendo in mano candele accese e battendosi forte con una sferza mentre chiedevano perdono dei peccati e cantavano laudi sacre. I primi versi di quella intonata più di frequente recitavano: «Misericordia, eterno Dio / Pace, pace, Signore pio». Alla “passata” dei Bianchi aderiva il popolo in massa, ma non furono pochi anche i notabili che si unirono a loro, come l’arcivescovo Fieschi di Genova o il marchese Niccolò d’Este a Ferrara. Il fervore mistico che li contraddistingueva portò un cronista dell’epoca a commentare così il loro pellegrinaggio: «Pareva proprio cosa di Dio». 

Il papa Bonifacio a Roma li attendeva con una certa diffidenza, timoroso della portata rivoluzionaria di un simile movimento spontaneo e incontrollato. Poi però il racconto di un miracolo verificatosi a Sutri, dove un crocefisso fu visto sorridere ai Bianchi, l’adesione convinta di molti cardinali, che si diedero a seguire scalzi i pellegrini, e il ruolo di guida assunto dal conte Nicolò dell’Anguillara, che si mise a capo della folla portando egli stesso una grande croce nera, oltre che naturalmente l’impressionante spettacolo di fede che i Bianchi offrivano, conquistarono Bonifacio al loro stesso entusiasmo. Il cronista Sercambi riferisce che il Papa mostrò a una folla di 120mila persone il sudario della Veronica e proclamò il «perdono di colpa e di pena» a chi avesse compiuto opere di penitenza per nove giorni.

Fu, tuttavia, l’epilogo del movimento dei Bianchi, ché di lì a poco la peste scoppiò implacabile fra di loro, facendo strage e disperdendo i pochi superstiti. 

L’ultimo Giubileo che si collega allo Scisma d’Occidente è quello del 1423, celebrato da Martino V poco dopo il suo trionfale ritorno a Roma, dopo che il Concilio di Costanza lo aveva riconosciuto unico Pontefice mettendo termine allo scisma. L’Anno Santo fu dunque un’occasione propizia per dimostrare l’accresciuto prestigio papale e la riconquistata unità cattolica. 

I pellegrini italiani non furono moltissimi. Risultarono di gran lunga più numerosi quelli provenienti dai Paesi del Nord Europa e questo non riuscì molto gradito al raffinato entourage del primo Papa dell’Umanesimo. Poggio Bracciolini, che Martino V si era portato a Roma da Firenze in veste di segretario, ha lasciato un giudizio abbastanza significativo a questo proposito: «L’affluenza dei pellegrini fu grande e come inondazione di barbari riempirono la città di sporcizia e di sudiciume». Non è improbabile che la mancanza di apprezzamento fosse reciproca e che i pellegrini oltremontani già da allora cominciassero a nutrire serie riserve nei confronti della cristianità romana, troppo mondanizzata. 

Un’ultima notizia sul 1423 riguarda la Porta Santa. È infatti a questo Giubileo che si riferisce la prima notizia relativa all’uso di un ingresso alle Basiliche patriarcali, nella fattispecie quella del Laterano, riservato all’Anno Santo. Scrive infatti nella Cronica di Viterbo Nicola della Tuccia: «Papa Martino fe’ poi aprire la porta santa di S. Joanni». Notizie più precise ci vengono però per il Giubileo successivo, quello del 1450, da Giovanni Rucellai, ricco mercante fiorentino che raccolse le impressioni del suo pellegrinaggio romano in uno Zibaldone indirizzato ai figli: «Delle cinque porte (del Laterano) ve n’è una che del continuo sta murata, eccetto che l’anno del giubileo, che si smura per Natale, quando comincia il giubileo; ed è tanta la divozione che le persone hanno nei mattoni e calcinacci che subito come è smurata a furia di popolo sono portati via et gli oltremontani se li portavano a casa come reliquie sancte... et per detta divozione ciascuno che va al perdono passa per detta porta la quale si rimura subito finito il giubileo».



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