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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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800 anni Giubileo dei Domenicani Il Papa dice loro grazie per ciò che siete e fate

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2017 11:04
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23/04/2016 14:36
 
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7 Novembre_Tutti i Santi Domenicani _


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tutti i santi domenicani


“Se entri nell’Ordine Domenicano e sarai fedele alla nostra Regola e al nostro spirito, sarai santo, un grande santo… E andrai in Paradiso, subito dopo la morte. L’Ordine Domenicano è pieno, strapieno di santi!”.


E’ proprio vero!!! Infatti l’Ordine non riuscendo a festeggiarli tutti con una festa singola – perché santi non sono solo quelli canonizzati dalla Chiesa, ma pur coloro che nel silenzio e nel nascondimento, sono vissuti in piena dedizione a Cristo per la salvezza delle anime- ha stabilito il 7 novembre di ogni anno, la festa di tutti i Santi domenicani.


La festa è stata approvata da Papa Clemente X nel 1674 e ci invita tutti ad unirci al coro celestiale dei fratelli che vivendo in pienezza l’ideale domenicano, in tutte le forme e nelle più diverse condizioni, hanno dato testimonianza a Cristo e hanno predicato la sua Verità a coloro che hanno avvicinato.


Dei Santi Domenicani, il grande P. Enrico Lacordaire (1802-1861) in “Mémoire pour le rétablissement en France de l’Ordre des Fréres Précherurs” in una pagina che tutti i laici domenicani e gli amici dell’Ordine dovrebbero conoscere, scrive: “Il secolo XIII poteva a buon diritto ritenersi un periodo privilegiato per la fede… mentre tutti credevano la Chiesa regina e signora, Domenico di Guzman (1171-1221) intuì che per scongiurarne la rovina, occorreva niente di meno che far risorgere la forma di vita degli apostoli.


E si rispose a Domenico, … “si divenne Frati predicatori come prima si era divenuti crociati”.


Le Università d’Europa andarono a gara nell’offrire i loro docenti e i loro allievi: Giordano di Sassonia, secondo Maestro generale dell’Ordine, diede l’abito a più di mille novizi.


In un batter d’occhio o, per essere precisi, nel giro di cinque anni, S. Domenico che prima della bolla di Onorio III (1216) non disponeva che di sedici collaboratori (otto francesi, sette spagnoli e un inglese), fondò sessanta conventi, popolati di uomini scelti e di una schiera entusiasta di giovani.


In una parola: essi amavano Dio, lo amavano veramente, al di sopra di ogni cosa; ed amavano il prossimo come se stessi, anzi più di se stessi.


E oltre che a essere anime appassionate, condizione indispensabile per ogni predicatore, i Frati Domenicani rivelarono un’eccezionale sagacia nello scegliere il genere di predicazione che meglio rispondeva alle esigenze del loro tempo.


Tra i più celebri che la storia ci ha tramandato: San Giacinto, l’apostolo del nord-Europa nel XIII secolo e le cui tappe apostoliche possono ricostruirsi sulla scia delle sue fondazioni.


Pietro da Verona, trucidato dai sicari dopo un’intensa attività apostolica, che agonizzando scrisse con il sangue che gli fluiva dalle ferite, le prime parole del simbolo apostolico: “Credo in Dio”.


Enrico Susone, il celebre mistico renano del XIV secolo, la cui predicazione riscosse un successo tale da meritargli, da parte degli avversari, una taglia sul capo.


Nel medesimo periodo, Giovanni Taulero era applaudito a Colonia e in tutta la Germania. Ricorderò ancora San Vincenzo Ferrer, che nel XV secolo, evangelizzò la Spagna, la Francia, l’Italia, la Germania, i regni d’Inghilterra, di Scozia e d’Irlanda, e quel Girolamo Savonarola, che circondato da un popolo dimentico dei benefici ricevuti, fu arso vivo con inutile ferocia: che le sue virtù e la sua fama sarebbero salite più in alto del rogo, San Tommaso d’Aquino, rapidamente assurto alla gloria di Dottore della Chiesa; e al Beato Angelico del quale Michelangelo disse: “Nessuno potrebbe dipingere quei volti se prima non li avesse veduti in cielo”.


L’Oasi di Engaddi www.airemsea.it








 
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San Domenico visto da Santa Caterina da Siena

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s caterina e s domenico

«Io, o dolcissima figliola, ho generato questi due figlioli [Gesù e Domenico]: uno, generandolo secondo natura, l’altro, adottandolo amorosamente e dolcemente».

«Come questo Figliuolo generato naturalmente da me fin dall’eternità avendo assunta la natura, mi fu obbediente fino alla morte; così il figliuolo mio adottivo DOMENICO, tutto quanto ha fatto dall’infanzia sino alla fine della sua vita, è stato regolato secondo l’obbedienza del miei comandamenti. Nemmeno una volta ha trasgredito un qualunque mio precetto, perché mantenne intemerata la verginità del corpo e dell’a­nima e conservò la grazia del battesimo, in cui rinacque spiritualmente.

Come questo Figlio naturale, Verbo eterno della mia bocca, predicò al mondo quelle cose che gli furono da me comandate, e rese testimonianza alla Verità, come egli disse a Pilato; così il figlio mio adottivo Domenico predicò la Verità delle mie parole al mondo: fra gli eretici e fra i cattolici: e non solo per sé medesimo, ma anche per gli altri; non solo mentre visse, ma anche pei suoi successori, per mezzo dei quali se­guita a predicare e predicherà ancora. Perché come il mio Figlio naturale mandò i suoi discepoli, così questo adottivo mandò i suoi frati, per cui, come il mio Figlio naturale è il mio Verbo, così questo adottivo è banditore e portatore del mio Verbo. A questo fine, per un mio dono straordinario, è stato dato a lui e al suoi frati di comprendere la Verità delle mie parole, e di non allontanarsi mai dalla Verità.

Di più, come il mio Figlio naturale ordinò tutta la sua vita e tutte le sue azioni alla salute delle anime, così il figlio mio adottivo Domenico pose tutto il suo studio e tutte le sue forze per liberare le anime dalle insidie dell’errore e dai vizi. Questa è la principale intenzione, per la quale egli fondò e coltivò il suo Ordine: lo zelo per le anime. Io ti dico che Domenico in quasi tutte le sue opere si assomiglia al mio Figlio naturale, perciò ne vedi ora anche l’immagine del suo corpo, che ebbe molta somiglianza con l’immagine del corpo del mio sacratissimo unigenito Figlio».

da B. Raimondo da Capua, Vita di S. Caterina da Siena, Siena, Cantagalli, 1952, 1. II, c. VI, 204-205



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I nove modi di pregare di San Domenico

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Come ebbe a dire Papa Benedetto XVI , in una delle sue Udienze da Castel Gandolfo , di qualche anno fa, San Domenico «non  ebbe altra aspirazione che la salvezza delle anime, in particolare di quelle cadute nelle reti delle eresie del suo tempo»

 

 «In ogni momento, la preghiera fu la forza che rinnovò e rese sempre più feconde le sue opere apostoliche». Il Pontefice cita il beato Giordano di Sassonia (1190-1237), successore di san Domenico alla guida dell’Ordine Domenicano: «Durante il giorno, nessuno più di lui si mostrava socievole… Viceversa di notte, nessuno era più di lui assiduo nel vegliare in preghiera. Il giorno lo dedicava al prossimo, ma la notte la dava a Dio ». In San Domenico, «possiamo vedere un esempio di integrazione armoniosa tra contemplazione dei misteri divini e attività apostolica». Secondo le testimonianze di chi lo conosceva, «egli parlava sempre con Dio o di Dio».

nove modi di preg di s domenico

Il santo non ha lasciato opere scritte sulla preghiera, ma la tradizione domenicana ha raccolto quanto da lui esposto oralmente ai primo religiosi nell’opera «Le nove maniere di pregare di san Domenico», composto tra il 1260 e il 1288.

01 modo

PRIMO MODO
In piedi profondamente inchinato, si umiliava dinanzi all’altare, come se Cristo… fosse lì realmente e personalmente… Dopo aver pregato in tal modo riassumeva la posizione eretta, poi inclinava il capo e fissando con umiltà il Cristo, suo vero capo, confrontava la di lui eccellenza con la propria bassezza….
Questa maniera di inclinare profondamente il capo era il punto di partenza delle sue devozioni. Analogo segno di umiltà egli lo esigeva dai frati in onore di tutta la Trinità quando recitavano solennemente il «Gloria…».
Venite, prostrati adoriamo, in ginocchio, davanti al Signore che ci ha creati. Salmo 94,6

2 modo

SECONDO MODO
Spesso pregava completamente disteso con la faccia contro la terra (venia). Eccitava allora nel suo cuore sentimenti di compunzione, richiamando alla memoria e dicendo a voce alta «O Dio, abbi pietà di me che sono un peccatore»… e piangeva emettendo gemiti….
Talvolta, volendo insegnare ai frati con quanta riverenza dovessero pregare diceva loro: «…Abbiamo trovato l’Uomo-Dio con Maria sua ancella. Perciò venite adoriamolo e prostriamoci piangendo davanti al Signore Dio che ci ha creati». E invitava anche i più giovani a piangere per i peccatori.
Io sono prostrato nella polvere, dammi vita secondo la tua parola. Salmo 119, 25
3 modo

TERZO MODO
Per questo motivo si rialzava da terra e con una catena di ferro si dava la disciplina.
Da questo esempio del Padre venne nell’Ordine la disposizione che tutti i frati nei giorni feriali la sera, dopo Compieta, ricevessero a dorso nudo la disciplina con verghe di legno, recitando devotamente il Miserere o il De profundis per le colpe proprie e per quelle dei benefattori.
Sia benedetto Dio che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia. Salmo 66, 20

4 modo

QUARTO MODO
In seguito davanti all’altare o nel Capitolo egli (in piedi e a mani aperte) fissava lo sguardo nel Crocifisso, contemplandolo con incomparabile penetrazione e davanti a lui si genufletteva più volte. Succedeva così che, qualche volta, da dopo Compieta fino a mezzanotte, ora si alzava, ora si metteva in ginocchio… Mettendosi in ginocchio gridava per i peccatori: «Signore non imputar loro i peccati».
Sorgeva allora in lui un sentimento di grande fiducia nella misericordia di Dio nei suoi riguardi e in quelli di tutti i peccatori e per la conservazione dei suoi frati…
I nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi. Salmo 123,2
5 modo
QUINTO MODO
Talvolta si metteva davanti all’altare in posizione ben eretta, senza appoggiarsi né sostenersi, con le mani aperte sul petto come (a sostenere) un libro. E restava in piedi così con grande riverenza e devozione, come leggendo alla presenza di Dio.
Sembrava meditasse le parole di Dio, ripetendole dolcemente a se stesso. Talvolta giungeva le mani, tenendole fortemente unite davanti agli occhi e tutto chiudendosi in se stesso. Tal’altra le alzava all’altezza delle spalle (come fa il sacerdote nella Messa), quasi volesse tendere l’orecchio per udire meglio qualcosa….Avresti creduto vedere un profeta intrattenersi con un angelo o con Dio…

Alzate le mani verso il Tempio e benedite il Signore. Salmo 134, 2
6 modo
SESTO MODO
Il santo padre Domenico alle volte fu visto pregare anche con le mani e le braccia completamente aperte e stese a forma di croce, mentre col corpo stava il più possibile eretto.
Questa forma di preghiera non era frequente, ma egli vi aveva fatto ricorso quando, per divina ispirazione, sapeva che in virtù della sua preghiera sarebbe avvenuto qualcosa di grande e di meraviglioso.
Così a Roma quando risuscitò il giovane che era morto cadendo da cavallo; così a Tolosa quando salvò circa quaranta pellegrini inglesi che stavano annegando nel fiume; così durante la celebrazione di una Messa.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano a quanti lo cercano con cuore sincero. Salmo 145, 18

7 modo

SETTIMO MODO
Spesso lo si vedeva, mentre pregava, protendersi tutto verso il cielo, come una freccia scoccata dritta in alto: elevava le mani tenendole tese sopra il capo, ora congiunte ora un po’ aperte come a ricevere qualcosa. Era rapito fuori di sé.
Quando tornava in sé era come se venisse da lontano e lo avresti detto un pellegrino…”
Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera. Salmo 141, 2

8 modo

OTTAVO MODO
Il santo padre Domenico aveva anche un altro modo di pregare, assai bello, devoto e simpatico…Questo buon padre, ammirevole per la sua sobrietà e per lo spirito di devozione attinto nelle divine parole che si erano cantate in coro…, subito si ritirava in un luogo solitario…per leggere o pregare, raccolto in sé stesso e fissato in Dio. Si sedeva tranquillamente e, dopo essersi fatto il segno della croce, apriva un libro e leggeva. E mentre leggeva così in solitudine, faceva atti di riverenza vero il suo libro, chinandosi spesso a baciarlo, soprattutto se si trattava del Vangelo o vi leggeva riportate le parole proferite da Cristo. Poi…si alzava alquanto, con riverenza, e inclinava il capo. Quindi di nuovo calmo e tranquillo riprendeva a leggere.
Sul rotolo del libro è di me è scritto che io faccia il tuo volere. Salmo 40, 9
9 modo

NONO MODO
Quando a piedi viaggiava, sovente si separava dagli altri e pregava da solo. Si accendeva allora come fuoco ardente. Da altre fonti sappiamo che ruminava dei salmi cantava l’ «Ave maris stella» o il «Veni creator spiritus»….
Avvicinandosi ad un paese pregava per i suoi abitanti.
Aveva l’abitudine di passare assai spesso la notte in chiesa, a tal punto che si pensava che mai o raramente egli usasse un letto…Pregava e prolungava le sue veglie. Quando poi sopravveniva la stanchezza, vinto dal bisogno del sonno, appoggiava la testa all’altare … e riposava un momento. Poi si risvegliava e riprendeva la sua fervorosa preghiera.”

Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo e segue con amore il suo cammino.
Salmo 37, 23

http://www.airemsea.it/i-santi/index.html





[Modificato da Caterina63 23/04/2016 14:39]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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