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Testi del cardinale Caffarra

Ultimo Aggiornamento: 02/01/2018 20:58
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05/12/2015 03:53
 
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12PORTE - 19 marzo 2015: Parole commosse e accorate quelle che abbiamo appena ascoltato, che il Cardinale Caffarra ha pronunciato al termine della Messa con la comunità universitaria.
Pochi minuti prima, l’ufficio stampa della diocesi aveva trasmesso un comunicato scritto in cui l’Arcivescovo fa ancora delle considerazioni molto pensose:
“Addolora, ma non stupisce, costatare con che dispiegamento di forze si cerca di far passare l’idea che il cristianesimo e il cattolicesimo in particolare, siano i nemici della libertà, delle giuste rivendicazioni, del progresso scientifico, della laicità, della democrazia.
Ogni ideologia che non riesce a farsi alleata la Chiesa, la perseguita ferocemente, sia uccidendo i cristiani sia insultando ciò che essi hanno di più caro.
E vede giusto: in una Chiesa fedele al Vangelo non troverebbe mai l’appoggio incondizionato e cieco, di cui ogni menzogna ha bisogno per sopravvivere.
Che dire poi del tempismo che vede in contemporanea il teatrino del Cassero profanare il dramma del Calvario e sulle sponde del Mediterraneo la demolizione delle croci e di ogni simbolo cristiano dalle chiese assaltate dall’ISIS?”.

Fin qui le dichiarazioni dell’Arcivescovo, Card. Caffarra. Abbiamo deciso di non mostrarvi le immagini in questione, che sono già state ampiamente mostrate dai mezzi di informazione.
Non credo di avere altre considerazioni da fare. Mi sento invece di rivolgere a voi che mi seguite un appello.
Stasera, non si va a letto senza prima aver verificato se il crocifisso nelle nostre case è presente e onorato.
Magari gli togliamo di dosso un po’ di polvere e poi, senza tante parole lo onoriamo mettendoci in ginocchio e baciando questo segno dell’amore misericordioso di Dio.

Impariamo noi per primi il rispetto dei segni della nostra fede, anche con gesti pubblici ed esteriori, senza ostentazione, ma anche senza nascondere le ragioni della nostra fede in Dio.
Perché “Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Unico Figlio”.

www.youtube.com/watch?v=2ojmaY28uqE


"Perché non posso tacere"
Lettera ai fedeli pubblicata su Bologna Sette domenica 13 aprile 2014


Carissimi fedeli,

i fatti accaduti in questi giorni mi costringono in coscienza a dirvi alcune parole. Essi sono noti ai più. La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la proibizione della fecondazione umana eterologa. Un Tribunale ha riconosciuto la così detta maternità surrogata, cioè l’utero in affitto. Un altro Tribunale della Repubblica ha imposto all’anagrafe di un Municipio di trascrivere un matrimonio [si fa per dire] omosessuale. Questi i fatti.

Ciò che come uomo, come cristiano, e come vostro pastore mi coinvolge profondamente non sono i comportamenti corrispondenti a quelle decisioni. Mi ricordo della parola dell’Apostolo: "Non vogliate …giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio" [1Cor 4,5]. Non mi interessa dunque l’aspetto etico della cosa; e non è di temi etici che parlo. Purtroppo la questione è molto più profonda. E’ una questione antropologica. Si sta gradualmente introducendo nella nostra convivenza una visione dell’uomo che erode e devasta i fondamentali della persona umana come tale. Non è di condotte quindi ciò di cui stiamo discutendo. E’ la persona umana come tale che è in pericolo, poiché si stanno ridefinendo artificialmente i vissuti umani fondamentali: il rapporto uomo – donna; la maternità e la paternità; la dignità e i diritti del bambino.

Al riguardo il Santo Padre Francesco in data 11 aprile u.s. ha detto: "occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma … continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva … Con i bambini non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio".

Sono in questione le relazioni fondamentali che strutturano la persona umana. "Non c’è che un peccato: dire che una foglia verde è grigia, / per questo il sole in cielo rabbrividisce / … non c’è che un credo: sotto l’ala di nessun terrore al mondo / le mele dimenticano di maturare sui meli" (G. K. Chesterton).

Carissimi fedeli, entriamo nella Settimana Santa. Perché Dio si è fatto uomo? Perché è morto crocifisso? Non c’è che una risposta: perché ricco di misericordia, ha amato perdutamente l’uomo. Ogni volta che ferisci l’uomo; che lo depredi della sua umanità, tu ferisci il Dio – uomo. Tu neghi il fatto cristiano. Ecco perché non ho potuto tacere.Perché non sia resa vana la Croce di Cristo.


_________________

COMUNICATO 11 marzo 2015


Nella mia responsabilità di Vescovo nella Chiesa cattolica e come Presidente della Conferenza Episcopale Emilia–Romagna, anche a nome dei miei confratelli Vescovi della regione, sento il preciso dovere di esprimere la più forte protesta per la pubblicazione a puntate, su di un diffuso quotidiano, di servizi giornalistici sulla Confessione ottenuti traendo deliberatamente in inganno il confessore e violando con ciò la sacralità del Sacramento, che come primo requisito richiede la sincerità della contrizione del penitente. Nello sconcerto per l’accaduto e con l’animo ferito da un profondo dolore intendo ribadire che:

a) tali servizi configurano oggettivamente una grave offesa alla verità di un Sacramento della fede cristiana, la Confessione

b) tali servizi sono anche una grave mancanza di rispetto verso i credenti, che vi ricorrono come a un bene tra i più preziosi perché dischiude loro i doni della Misericordia di Dio; e verso i sacerdoti confessori in quanto, esponendoli al dubbio di un possibile inganno, ne inficiano la libertà del giudizio, che è fondata sul rapporto fiduciario col penitente, come tra padre e figlio

c) quanto sia grave il comportamento suddetto, risulta anche dal fatto che rientra nei delitti più gravi, a norma del motu proprio di Benedetto XVI “Inter graviora delicta” art. 4, §2 (21.5.2010).

+ Carlo Card. Caffarra
Arcivescovo
Presidente della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna

_________________________

Comunicato del 18 marzo 2015


Le fotografie della serata “Venerdì credici” al Cassero di Bologna sono un insulto di inarrivata bassezza e di diabolica perfidia a Cristo in Croce. Non si era ancora giunti a un tale disprezzo della religione cristiana e di chi la professa da irridere, tramite l’abominevole volgarità dell’immagine, persino la morte di Gesù sulla Croce.

Addolora, ma non stupisce, constatare con che dispiegamento di forze si cerca di far passare l’idea che il cristianesimo e il cattolicesimo in particolare, siano i nemici della libertà, delle giuste rivendicazioni, del progresso scientifico, della laicità, della democrazia.
Ogni ideologia che non riesce a farsi alleata la Chiesa, la perseguita ferocemente, sia uccidendo i cristiani sia insultando ciò che essi hanno di più caro. E vede giusto: in una Chiesa fedele al Vangelo non troverebbe mai l’appoggio incondizionato e cieco, di cui ogni menzogna ha bisogno per sopravvivere. Che dire poi del tempismo che vede in contemporanea il teatrino del Cassero profanare il dramma del Calvario e sulle sponde del Mediterraneo la demolizione delle croci e di ogni simbolo cristiano dalle chiese assaltate dall’ISIS?

Quando si invoca la libertà di espressione a giustificazione della libertà di insulto, c’è da chiedersi se sia prossima la fine della democrazia. E ci si domanda a che titolo l’Istituzione comunale possa concedere in uso gratuito ambienti pubblici a gruppi che li utilizzano per farne luogo di insulto e di dileggio.

+ Carlo Card. Caffarra
Arcivescovo









[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]


[Modificato da Caterina63 05/12/2015 04:02]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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