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Omelie del Papa da Santa Marta Anno del Giubileo (5)

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2016 15:44
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04/04/2016 11:55
 
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Messa del Papa per l'Annunciazione: cristiano sia uomo del sì

Papa Francesco a Santa Marta - OSS_ROM

Papa Francesco a Santa Marta - OSS_ROM

04/04/2016 

Domandiamoci se siamo uomini del sì o guardiamo dall’altra parte per non rispondere. E’ uno dei passaggi dell’omelia mattutina di Francesco a Santa Marta, la prima dopo la pausa per le festività pasquali. Prendendo spunto dalla solennità dell’Annunciazione, il Papa ha sottolineato che è proprio il “sì di Maria che apre la porta al sì di Gesù”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Abramo obbedisce al Signore, dice “sì” alla sua chiamata e parte dalla sua terra senza sapere dove sarebbe andato. Papa Francesco ha incentrato la sua omelia sulla “catena di sì” che inizia proprio con Abramo. Prendendo spunto dalla solennità dell’Annunciazione, il Pontefice ha ricordato quell’ “umanità di uomini e donne” che pur “anziani” come Abramo o Mosè “hanno detto sì alla speranza del Signore”. Ma, ha soggiunto, pensiamo anche ad Isaia, che “quando il Signore gli dice di andare a dire le cose al popolo” risponde che ha “le labbra impure”.

Il sì di Maria apre la porta al sì di Gesù
Il Signore, ha detto il Papa, “purifica le labbra di Isaia e Isaia dice sì!”. Lo stesso vale per Geremia che riteneva di non saper parlare, ma poi dice 'sì' al Signore:

“E oggi il Vangelo ci dice la fine di questa catena di 'sì' ma l’inizio di un altro 'sì', che incomincia a crescere: il sì di Maria. E questo 'sì' fa che Dio non solo guardi come va l’uomo, non solo cammini con il suo popolo, ma che si faccia uno di noi e prenda la nostra carne. Il ‘sì’ di Maria che apre la porta al 'sì' di Gesù: ‘Io vengo per fare la Tua volontà’, questo ‘sì’ che va con Gesù durante tutta la vita, fino alla Croce”.

Francesco si sofferma dunque sul 'sì' di Gesù che chiede al Padre di allontanare da lui il calice, Padre, ma aggiunge “sia fatta la Tua volontà”. In Gesù Cristo, dunque, “vi è il 'sì' di Dio: Lui è il 'sì'”.

Nel 'sì' di Maria c’è il 'sì' di tutta la Storia della Salvezza
Questa, ha detto, è “una bella giornata per ringraziare il Signore di averci insegnato questa strada del 'sì', ma anche per pensare alla nostra vita”. Un pensiero che il Papa rivolge in particolare ad alcuni sacerdoti presenti che celebrano il 50.mo di ordinazione:

“Tutti noi, durante ogni giorno, dobbiamo dire ‘sì’ o ‘no’ e pensare se sempre diciamo ‘sì’ o tante volte ci nascondiamo, con la testa bassa, come Adamo e Eva, per  … non dire ‘no’, ma farsi un po’ quello che non capisce… quello che non capisce quello che Dio chiede. Oggi è la festa del ‘sì’. Nel ‘sì’ di Maria c’è il ‘sì’ di tutta la Storia della Salvezza, e incomincia lì l’ultimo ‘sì’ dell’uomo e di Dio”.

Domandiamoci se siamo uomini e donne del 'sì'
Lì, ha soggiunto il Papa, “Dio ricrea, come all’inizio con un ‘sì’ ha fatto il mondo e l’uomo, quella bella Creazione” e ora con questo ‘sì’, “più meravigliosamente ricrea il mondo, ricrea tutti noi”. E’ “il ‘sì’ di Dio che ci santifica, che ci fa andare avanti in Gesù Cristo”:

“E’ una giornata per ringraziare il Signore e per domandarci: ‘Io sono uomo o donna del ‘sì’ o sono uomo o donna del ‘no’ o sono uomo o donna che guardo un po’ dall’altra parte per non rispondere?’. Che il Signore ci dia la grazia di entrare in questa strada di uomini e donne che hanno saputo dire il sì”.

Al termine dell’omelia, le suore vincenziane che sono di servizio a Casa Santa Marta hanno rinnovato i voti. “Lo fanno ogni anno – ha detto il Papa – perché San Vincenzo era intelligente e sapeva che la missione che affidava loro era molto difficile e per questo ha voluto che ogni anno rinnovassero i voti”.






Francesco: cristiani vivano in armonia non in "tranquillità"

Papa Francesco celebra la Messa a S. Marta - OSS_ROM

Papa Francesco celebra la Messa a S. Marta - OSS_ROM

05/04/2016 

Non è possibile confondere l’armonia che regna in una comunità cristiana, frutto dello Spirito Santo, con la “tranquillità” negoziata che spesso copre, in modo ipocrita, contrasti e divisioni interne. Lo ha affermato Papa Francesco nell’omelia della Messa del mattino celebrata in Casa S. Marta. Una comunità unita in Cristo, ha detto il Papa, è anche una comunità coraggiosa. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Un cuore solo, un’anima sola, nessun povero, beni distribuiti secondo bisogno. C’è una parola che può sintetizzare i sentimenti e lo stile di vita della prima comunità cristiana, secondo il ritratto che ne fanno gli Atti degli Apostoli: armonia.

L’armonia e il suo nemico
Una parola sulla quale però bisogna intendersi, afferma Papa Francesco all’inizio dell’omelia, perché non si tratta di una concordia qualsiasi ma di un dono del cielo per chi, come sperimentano i cristiani della prima ora, è rinato dallo Spirito:

“Noi possiamo fare accordi, una certa pace… ma l’armonia è una grazia interiore che soltanto può farla lo Spirito Santo. E queste comunità, vivevano in armonia. E i segni dell’armonia sono due: nessuno ha bisogno, cioè tutto era comune. In che senso? Avevano un solo cuore, una sola anima e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Nessuno infatti tra loro era bisognoso. La vera ‘armonia’ dello Spirito Santo ha un rapporto molto forte con il denaro: il denaro è nemico dell’armonia, il denaro è egoista. E per questo, il segno che dà è che tutti davano il loro perché non ci fossero i bisognosi”.

“Tranquillità”, fragile velo
Il Papa si sofferma su questo aspetto e ripete l’esempio virtuoso offerto dal brano degli Atti, quello di Barnaba, che vende il suo campo e ne consegna agli Apostoli il ricavato. Ma i versetti immediatamente successivi, non compresi dalla lettura, offrono anche un altro episodio opposto al primo, che Francesco cita: quello di Anania e Saffira, una coppia che finge di dare quanto guadagnato dalla vendita di un campo, in realtà trattenendo per sé una parte del denaro – scelta che avrà per loro un prezzo amarissimo, la morte. Dio e il denaro sono due padroni “il cui servizio è irriconciliabile”, ripete Francesco, che subito dopo fa chiarezza anche di un equivoco che potrebbe insorgere sul concetto di “armonia”. Non va confusa, afferma, con la “tranquillità”:

“Una comunità può essere molto tranquilla, andare bene: le cose vanno bene… Ma non è in armonia. Una volta ho sentito dire da un vescovo una cosa saggia: ‘Nella diocesi c’è tranquillità. Ma se tu tocchi questo problema... o questo problema... o questo problema, subito scoppia la guerra’. Un'armonia negoziata, sarebbe questa, e questa non è quella dello Spirito. E’ un’armonia – diciamo – ipocrita, come quella di Anania e Saffira con quello che hanno fatto”.

Lo Spirito e il coraggio
Francesco conclude invitando alla rilettura degli Atti degli Apostoli sui primi cristiani e la loro vita in comune. “Ci farà bene”, dice, per capire come testimoniarne la novità in tutti gli ambienti in cui si vive. Sapendo, soggiunge, che come per l’armonia, anche nell’impegno dell’annuncio si coglie il segno di un altro dono:

“L’armonia dello Spirito Santo ci dà questa generosità di non avere niente come proprio, mentre ci sia un bisognoso. L’armonia dello Spirito Santo ci dà un secondo atteggiamento: ‘Con grande forza, gli apostoli davano testimonianza della Resurrezione del Signore Gesù, e tutti godevano di grande favore’, cioè il coraggio. Quando c’è armonia nella Chiesa, nella comunità, c’è il coraggio, il coraggio di dare testimonianza del Signore Risorto”.







Papa: i santi di tutti i giorni e i martiri mandano avanti la Chiesa

Il Papa durante la Messa nella Cappellina di Casa Santa Marta - OSS_ROM

Il Papa durante la Messa nella Cappellina di Casa Santa Marta - OSS_ROM

07/04/2016 

Sono i santi della vita ordinaria e i martiri di oggi che mandano avanti la Chiesa con il loro essere coerenti e coraggiosi testimoni di Gesù risorto, grazie all’opera dello Spirito Santo: questo, in sintesi, quanto ha detto Papa Francesco nell’omelia della Messa mattutina presieduta nella Cappellina di Casa Santa Marta. Il servizio di Sergio Centofanti:

Il cristiano “si gioca la vita nella vera testimonianza"
La prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, parla del coraggio di Pietro che, dopo la guarigione dello storpio, annuncia la Risurrezione di Gesù davanti ai capi del Sinedrio: questi, arrabbiati, vogliono metterlo a morte. Gli era stato proibito di predicare nel nome di Gesù, ma lui continua a proclamare il Vangelo perché – dice – “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”. Questo Pietro “coraggioso” – afferma Papa Francesco - non ha niente a che vedere con  “Pietro il codardo” della notte del Giovedì Santo, “quando pieno di paura rinnega tre volte il Signore”. Adesso Pietro diventa forte nella testimonianza. “La testimonianza cristiana – osserva il Papa - ha la stessa strada di Gesù: dare la vita”. In un modo o in un altro, il cristiano “si gioca la vita nella vera testimonianza”:

“La coerenza fra la vita e quello che abbiamo visto e ascoltato è proprio l’inizio della testimonianza. Ma la testimonianza cristiana ha un’altra cosa, non è solo di quello che la dà: la testimonianza cristiana, sempre, è in due. ‘E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo’. Senza lo Spirito Santo non c’è testimonianza cristiana. Perché la testimonianza cristiana, la vita cristiana è una grazia, è una grazia che il Signore ci dà con lo Spirito Santo”.

I martiri di oggi
“Senza lo Spirito - sottolinea il Papa – non riusciamo ad essere testimoni”. Il testimone è chi è “coerente con quello che dice, con quello che fa e quello che ha ricevuto, cioè lo Spirito Santo”.  “Questo è il coraggio cristiano, questa è la testimonianza”:

“E’ la testimonianza dei nostri martiri oggi, tanti, cacciati via dalla loro terra, sfollati, sgozzati, perseguitati: hanno quel coraggio di confessare Gesù proprio fino al momento della morte; è la testimonianza di quei cristiani che vivono la loro vita sul serio e dicono: ‘Io non posso fare questo, io non posso fare male ad un altro; io non posso truffare; io non posso condurre una vita a metà, io devo dare la mia testimonianza’. E la testimonianza è: dire quello che nella fede ha visto e udito, cioè Gesù Risorto, con lo Spirito Santo che ha ricevuto come dono”.  

I santi di tutti i giorni
Nei momenti difficili della storia – commenta il Papa – si sente dire che “la patria ha bisogno di eroi”. E questo “è vero, questo è giusto”. “Ma di che cosa ha bisogno oggi la Chiesa? Di testimoni, di martiri”:

“Sono proprio i testimoni, cioè i santi, i santi di tutti i giorni, quelli della vita ordinaria, ma con la coerenza, e anche i testimoni fino alla fine, fino alla morte. Questi sono il sangue vivo della Chiesa; questi sono quelli che portano la Chiesa avanti, i testimoni; quelli che attestano che Gesù è risorto, che Gesù è vivo, e lo attestano con la coerenza di vita e con lo Spirito Santo che hanno ricevuto in dono”.








[Modificato da Caterina63 07/04/2016 21:09]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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