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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Aumentano le schiere degli incoscienti che chiedono lo sbattezzo dite loro che non esiste

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2016 23:26
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Sesso: Femminile
10/01/2016 18:29
 
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  c'è chi lo definisce un allarme quello che è una moda di questi tempi, seppur risalente al 1400, ricorrere allo sbattezzo ossia, fare richiesta al parroco della parrocchia dove si è stati Battezzati, di farsi cancellare dai registri parrocchiani, illudendosi però che basti questa richiesta per CANCELLARE IL SACRAMENTO...

NON è così, il Battesimo è un Sacramento che una volta dato NON può più essere "cancellato", può solo essere reso inneficace negli effetti e dunque nella grazia da parte chi, avendolo ricevuto, LO RIFIUTA E LO RIGETTA....

LO SBATTEZZO in sé NON ESISTE perchè NON è il "prete" che vi ha battezzati MA CRISTO IN PERSONA NELLA SANTISSIMA TRINITA'    L'AGENTE E' DIO e Dio è fedele alle sue promesse, è fedele ai suoi doni, non li ritira, lascia all'uomo la libertà nell'uso.... pagandone ovviamente le conseguenze eh!
Chi richiede lo sbattezzo, perciò, riceve SOLO la cancellazione del proprio nome dai registri della Chiesa, punto!
Perchè il Sacramento NON è una questione di registro, o di un nome scritto, è UN ATTO, UN IMMERGERSI IN CRISTO, UN DONO DI DIO che, altrettanto liberamente ha deciso di NON recidere.

  SPECIFICHIAMO dunque che:

la Chiesa cattolica ha definito una procedura di defezione formale dalla Chiesa, denominata Actus formalis defectionis ab Ecclesia catholica. I canoni 1086, 1117 e 1124 del Codice di diritto canonico regolano alcuni effetti di tale atto. Una nota del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi risalente al 2006 specifica in cosa l'atto consiste.

La Chiesa cattolica non riconosce effetti "spirituali" alla pratica dello sbattezzo (la dottrina cattolica afferma che, essendo il battesimo un Sacramento, esso può essere tolto solo da Dio), mentre ne riconosce alcuni pratici. Per quanto riguarda gli effetti spirituali, il battesimo comporterebbe uno status personale indelebile, che non verrebbe cancellato dalla mera annotazione cartacea costituente lo sbattezzo:

« Rimane, comunque, chiaro che il legame sacramentale di appartenenza al Corpo di Cristo che è la Chiesa, dato dal carattere battesimale, è un legame ontologico permanente e non viene meno a motivo di nessun atto o fatto di defezione. »
(Actus Formalis Defectionis Ab Ecclesia Catholica)

Secondo il Catechismo della Chiesa cattolica, l'apostasia, ovvero "il ripudio totale della fede cristiana", è un peccato mortale. Colui che vuole volontariamente intraprendere lo sbattezzo deve dunque avere la piena consapevolezza che esso "è una possibilità radicale della libertà umana... Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l'esclusione dal regno di Cristo e la morte eterna dell'inferno; infatti la nostra libertà ha il potere di fare scelte definitive, irreversibili" (cfr. 1861).

Secondo la Chiesa cattolica, la condizione in cui incombe l'apostata è completamente diversa da quella di coloro che non sono mai appartenuti alla Chiesa cattolica, poiché, come spiega papa Giovanni Paolo II nella lettera enciclica Redemptoris Missio, "la salvezza è accessibile ad essi in virtù di una grazia che, pur avendo una misteriosa relazione con la Chiesa, non li introduce formalmente in essa, ma li illumina in modo adeguato alla loro situazione interiore e ambientale".

Che cosa significa?

che per commettere un peccato mortale ci vuole il DELIBERATO CONSENSO e ci vuole una conoscenza tale da portare l'apostata (il battezzato, perchè ricordiamo che chi non è battezzato non è neppure apostata) a commetterlo.
Nel caso specifico del presunto sbattezzo, chi lo compie mosso semplicemente da una moda potrebbe perfino non incorrere nel deliberato consenso (ma sempre peccato resta), ma chi lo richiedesse con la comprensione a che cosa va incontro, e rifiuta, rigetta il Battesimo con risolutezza, commette un peccato mortale con tutte le conseguenze e i rischi che comporta.
Il non sapere infatti lascia la speranza accesa ad una futura comprensione e conversione, la consapevolezza invece e il rifiuto il rigetto porta all'odio verso Dio, all'odio verso la Chiesa che è amministratrice del Battesimo e degli altri Sacramenti, e porta dunque l'apostata in una grave posizione di cui ne pagherà le conseguenze.

Pagare le conseguenze  e dire che questa è la strada dell'apostata, non è un ricatto ma lo dice la Bibbia: TI SARA' DATO CIO' CHE AVRAI SCELTO.... e la scelta è l'Inferno o il Paradiso, non c'è un terzo luogo eterno, e di questo - la Chiesa - deve mettere al corrente il fedele.

Ma la Chiesa cattolica CHE E' MADRE afferma chiaramente che la scomunica latae sententiae può essere successivamente rimessa, perché è una "pena medicinale"   che ha per finalità muovere al pentimento. Il cristiano "sbattezzato" che dimostri di essersi sinceramente pentito acquista automaticamente il diritto di essere assolto dalla scomunica[vedi qui il testo] con la differenza che questa scomunica non è riservata alla Santa Sede, come accade per i delitti canonici più gravi, e quindi può essere rimessa nei modi prestabiliti dall'ordinario del luogo.


Suggeriamo la bella raccolta di Magistero pontificio sul Battesimo che troverete cliccando qui.....





"Voi avete chiesto la fede. La Chiesa, quando vi consegnerà la candela accesa, vi dirà di custodire la fede in questi bambini. E, alla fine, non dimenticatevi che la più grande eredità che voi potrete dare ai vostri bambini è la fede. Abbiate cura che non venga persa, di farla crescere e lasciarla come eredità............"

"In questo evento – attestato da tutti e quattro i Vangeli – è avvenuto il passaggio dal battesimo di Giovanni Battista, basato sul simbolo dell’acqua, al Battesimo di Gesù «in Spirito Santo e fuoco» (Lc 3,16). Lo Spirito Santo infatti nel Battesimo cristiano è l’artefice principale: è Colui che brucia e distrugge il peccato originale, restituendo al battezzato la bellezza della grazia divina; è Colui che ci libera dal dominio delle tenebre, cioè del peccato, e ci trasferisce nel regno della luce, cioè dell’amore, della verità e della pace: questo è il regno della luce. 
Pensiamo a quale dignità ci eleva il Battesimo! «Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!» (1 Gv 3,1), esclama l’apostolo Giovanni. Tale realtà stupenda di essere figli di Dio comporta la responsabilità di seguire Gesù, il Servo obbediente, e riprodurre in noi stessi i suoi lineamenti: cioè mansuetudine, umiltà, tenerezza. E questo non è facile, specialmente se intorno a noi c’è tanta intolleranza, superbia, durezza. Ma con la forza che ci viene dallo Spirito Santo è possibile!

Lo Spirito Santo, ricevuto per la prima volta nel giorno del nostro Battesimo, ci apre il cuore alla Verità, a tutta la Verità. Lo Spirito spinge la nostra vita sul sentiero impegnativo ma gioioso della carità e della solidarietà verso i nostri fratelli. Lo Spirito ci dona la tenerezza del perdono divino e ci pervade con la forza invincibile della misericordia del Padre. Non dimentichiamo che lo Spirito Santo è una presenza viva e vivificante in chi lo accoglie, prega in noi e ci riempie di gioia spirituale.

Oggi, festa del Battesimo di Gesù, pensiamo al giorno del nostro Battesimo. Tutti noi siamo stati battezzati, ringraziamo per questo dono. E vi faccio una domanda: chi di voi conosce la data del suo Battesimo? Sicuramente non tutti. Perciò vi invito ad andare a cercare la data, chiedendo per esempio ai vostri genitori, ai vostri nonni, ai vostri padrini, o andando in parrocchia. E’ molto importante conoscerla, perché è una data da festeggiare: è la data della nostra rinascita come figli di Dio. Per questo, compito a casa per questa settimana: andare a cercare la data del mio Battesimo.
Festeggiare quel giorno significa riaffermare la nostra adesione a Gesù, con l’impegno di vivere da cristiani, membri della Chiesa e di una umanità nuova, in cui tutti sono fratelli
....."   

(Papa Francesco 10.1.2016)
__________________________________




Alla fine rimane la questione - solo una parolina – del Battesimo dei bambini. 

E’ giusto farlo, o sarebbe più necessario fare prima il cammino catecumenale per arrivare ad un Battesimo veramente realizzato? E l’altra questione che si pone sempre è: «Ma possiamo noi imporre ad  un bambino quale religione vuole vivere o no? Non dobbiamo lasciare a quel bambino la scelta?». 
Queste domande mostrano che non vediamo più nella fede cristiana la vita nuova, la vera vita, ma vediamo una scelta tra altre, anche un peso che non si dovrebbe imporre senza aver avuto l’assenso del soggetto. La realtà è diversa. 
La vita stessa ci viene data senza che noi possiamo scegliere se vogliamo vivere o no; a nessuno può essere chiesto: «vuoi essere nato o no?». La vita stessa ci viene data necessariamente senza consenso previo, ci viene donata così e non possiamo decidere prima «sì o no, voglio vivere o no». 
E, in realtà, la vera domanda è: «E’ giusto donare vita in questo  mondo senza avere avuto il consenso – vuoi vivere o no? Si può realmente anticipare la vita, dare la vita senza che il soggetto abbia avuto la possibilità di decidere?». Io direi: è possibile ed è giusto soltanto se, con la vita, possiamo dare anche la garanzia che la vita, con tutti i problemi del mondo, sia buona, che sia bene vivere, che ci sia una garanzia che questa vita sia buona, sia protetta da Dio e che sia un vero dono. Solo l’anticipazione del senso giustifica l’anticipazione della vita. 

E perciò il Battesimo come garanzia del bene di Dio, come anticipazione del senso, del «sì» di Dio che protegge questa vita, giustifica anche l’anticipazione della vita. Quindi, il Battesimo dei bambini non è contro la libertà; è proprio necessario dare questo, per giustificare anche il dono – altrimenti discutibile – della vita. Solo la vita che è nelle mani di Dio, nelle mani di Cristo, immersa nel nome del Dio trinitario, è certamente un bene che si può dare senza scrupoli. E così siamo grati a Dio che ci ha donato questo dono, che ci ha donato se stesso. 

E la nostra sfida è vivere questo dono, vivere realmente, in un cammino post-battesimale, sia le rinunce che il «sì» e vivere sempre nel grande «sì» di Dio, e così vivere bene. 
Grazie.
(Discorso di Benedetto XVI 11.6.2012)




     





[Modificato da Caterina63 10/01/2016 18:40]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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