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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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12-17 febbraio Visita Apostolica del Papa in Mexico

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2016 14:39
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11/01/2016 08:56
 
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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN MESSICO

(12-18 FEBBRAIO 2016)

 





  • Messale per il Viaggio Apostolico
  • Galleria fotografica
  • Multimedia

 

Venerdì, 12 febbraio 2016

12.30 Partenza in aereo dall’Aeroporto di Roma/Fiumicino per Città del Messico  
19.30 Arrivo all’Aeroporto Internazionale “Benito Juárez” di Città del Messico  
  Accoglienza Ufficiale  
 

Sabato, 13 febbraio 2016

9.30 Cerimonia di benvenuto al Palazzo Nazionale  
  Visita di cortesia al Presidente della Repubblica  
10.15 Incontro con Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
11.30 Incontro con i Vescovi del Messico in Cattedrale
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
17.00 Santa Messa nella Basilica di Guadalupe
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
 

Domenica, 14 febbraio 2016

9.20 Trasferimento in elicottero ad Ecatepec  
10.30 Santa Messa nell’area del Centro Studi di Ecatepec
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
  Angelus 
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
12.50 Trasferimento in elicottero a Città del Messico  
13.10 Arrivo a Città del Messico  
16.30 Visita all'Ospedale pediatrico “Federico Gómez”
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
18.00 Incontro con il mondo della cultura all’Auditorium Nazionale
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
 

Lunedì, 15 febbraio 2016

7.30 Partenza in aereo per Tuxtla Gutiérrez  
9.15 Trasferimento in elicottero a San Cristóbal de Las Casas  
10.15 Santa Messa con le comunità indigene del Chiapas nel Centro sportivo municipale
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
13.00 Pranzo con rappresentanti di indigeni e con il Seguito Papale  
15.00 Visita alla Cattedrale di San Cristóbal de las Casas  
15.35 Trasferimento in elicottero a Tuxtla Gutiérrez  
16.15 Incontro con le Famiglie nello Stadio “Víctor Manuel Reyna” a Tuxtla Gutiérrez 
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
18.10 Partenza in aereo per Città del Messico  
20.00 Arrivo all’aeroporto di Città del Messico  
 

Martedì, 16 febbraio 2016

7.50 Partenza in aereo per Morelia  
10.00 Santa Messa con Sacerdoti, religiose, religiosi, consacrati e seminaristi
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
15.15 Visita alla Cattedrale  
16.30 Incontro con i Giovani nello stadio “José María Morelos y Pavón” 
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
18.55 Partenza in aereo per Città del Messico  
20.00 Arrivo a Città del Messico  
 

Mercoledì, 17 febbraio 2016

8.35 Partenza in aereo per Ciudad Juárez  
10.00 Arrivo all’aeroporto internazionale “Abraham González” a Ciudad Juárez  
10.30 Visita al Penitenziario (CeReSo n.3)
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
12.00 Incontro con il mondo del lavoro al Colegio de Bachilleres dello Stato di Chihuahua
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
16.00 Santa Messa nell’Area fieristica di Ciudad Juárez
[Arabo, Francese, Inglese, Italiano, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
 
19.00 Cerimonia di congedo all’Aeroporto internazionale di Ciudad Juárez  
19.15 Partenza in aereo per Roma/Ciampino  
 

Giovedì, 18 febbraio 2016

14:45 Arrivo all’aeroporto di Roma/Ciampino














 

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO 
IN MESSICO CON SOSTA A LA HABANA PER L'INCONTRO CON S.S. KIRILL, 

PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUSSIA 
(12-18 FEBBRAIO 2016)

 

SALUTO DEL SANTO PADRE AI GIORNALISTI
DURANTE IL VOLO ROMA-
LA HABANA (CUBA)

 

Volo Papale 
Venerdì, 12 febbraio 2016

 

[Multimedia]

 


 

Padre Lombardi

 

Santo Padre, benvenuto tra noi, come sempre, all’inizio di questi bellissimi viaggi intercontinentali. Questo viaggio ci emoziona molto. Sappiamo che è un viaggio che Lei ha molto desiderato, sia per l’incontro con il Patriarca sia poi per l’incontro con il popolo messicano. Ci prepariamo, quindi, a grandi emozioni e a momenti storici. Le facciamo i migliori auguri per queste giornate e siamo con Lei per fare bene il nostro servizio di diffondere la Parola del Signore e le Sue parole.

 

Siamo, come vede, un bel gruppo, circa 76, il gruppo internazionale. Abbiamo dato uno spazio importante ai messicani. Sono una decina i messicani presenti, ma rappresentano un po’ tutte le nazioni e tutti i Paesi. Adesso diamo la parola a Lei, per quanto Lei ci voglia dire all’inizio di questo viaggio. Grazie veramente di essere qua.

 

Papa Francesco

 

Buongiorno! Vi ringrazio della vostra presenza, del lavoro che farete. E’ un viaggio impegnativo, troppo serrato, ma tanto voluto: tanto voluto dal mio fratello Cirillo, da me e anche dai messicani. L’altro giorno, incominciando l’udienza del mercoledì, la vostra decana messicana mi aspettava come per farmi entrare nel tunnel del tempo con tutti i film di Cantinflas. E così sono entrato in Messico per la porta di Cantinflas, che fa ridere bene. Il mio desiderio più intimo è fermarmi davanti alla Madonna di Guadalupe, quel mistero che si studia, si studia, si studia e non ci sono spiegazioni umane. Anche lo studio più scientifico dice: “Ma questa è una cosa di Dio”. E questo è quello che fa dire ai messicani: “Io sono ateo, ma sono guadalupano”. Alcuni messicani: non tutti sono atei!

 

Anche un’altra cosa vorrei dirvi: che questo è l’ultimo viaggio nel quale ci accompagna il dott. Gasbarri. Da 47 anni lui lavora in Vaticano. E’ da 37 anni che si occupa dei viaggi. Lo dico perché possiamo, durante questi giorni, esprimergli la nostra gratitudine ed anche pensare ad una piccola festicciola qui, nel rientro… E poi mons. Mauricio Rueda sarà l’incaricato dei viaggi. Benvenuto!

 

E adesso se mi permettete vorrei salutarvi personalmente.

 

Padre Lombardi

 

Prima che il Papa saluti i singoli, noi invitiamo la nostra decana che, oltre ad avere dato dei film al Papa, adesso gli dà modo di proteggersi dal sole del Messico. Questo è il terzo Papa a cui Valentina offre un sombrero!

 

Valentina Alazraki

 

Perché si senta messicano! Il primo l’ho donato a Giovanni Paolo II 37 anni fa. Poi lui ne ha fatto una collezione perché ha viaggiato cinque volte. Papa Benedetto lo indossò in Guanajuato e disse che si sentiva messicano. Quindi adesso era il Suo turno. Inoltre, questo sombrero è venuto da Cuba. Una famiglia messicana se lo era portato a Cuba, ma non riuscì a consegnarlo a Lei e me lo lasciò. Io promisi, in caso Lei avesse mantenuto la promessa di andare in Messico, di darglielo. Quello che non immaginavo è che il sombrero tornasse a Cuba. Questa è stata la sorpresa! Grazie e buon viaggio!

 

Papa Francesco

 

La ringrazio. Grazie Valentina, a Lei, e a tutti i messicani, e a tutti i giornalisti. Molte grazie!

 

 



Papa-Kirill: padre Destivelle, esiste tradizione di dialogo

Padre Destivelle - RV

Padre Destivelle - RV

12/02/2016 

Il padre domenicano Hyacinthe Destivelle, responsabile della sezione orientale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, sarà presente all’Avana per lo storico incontro tra Papa Francesco e quello che il Pontefice stesso, domenica scorsa all’Angelus, ha definito il “caro fratello Kirill”, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia. A Philippa Hitchen, padre Destivelle ha raccontato come la Chiesa ortodossa russa abbia una ricca storia di ricerca della riconciliazione tra le Chiese cristiane:

R. – The Moscow Patriarchate is an important Church, because almost …
Il Patriarcato di Mosca è una Chiesa importante, in quanto quasi due terzi degli ortodossi sono membri del Patriarcato di Mosca. Esso comprende non soltanto la Chiesa che è in Russia, ma è – si potrebbe dire – la comunione delle Chiese locali in diversi Paesi. Secondo i dati forniti dal Patriarcato di Mosca, sono 14 i Paesi raggruppati nel suo territorio canonico. La maggior parte di questi sono Paesi dell’ex Unione Sovietica. Ovviamente è una Chiesa importante. Inoltre, nella sua storia, c’è sempre stata l’idea che la Chiesa russa si trovasse un po’ in mezzo tra Est e Ovest. L’idea è anche che essa abbia una vocazione ecumenica: infatti, è stata un’idea di Soloviëv, il grande filosofo russo, che era convinto della vocazione ecumenica dell’ortodossia russa tra Est e Ovest.

D. - Quasi come un ponte…

R. – Yes, a bridge...
Sì, un ponte. E in questa tradizione c’è stato un dialogo molto fruttuoso, alla fine del XIX secolo, tra la Chiesa ortodossa russa e l’antica Chiesa cattolica. Un altro esempio è il Concilio di Mosca del 1917: è stato il primo Concilio ortodosso che ha creato una Commissione per il dialogo inter-cristiano. Ed è stato in anticipo sui tempi: è stata la prima volta nella storia. Quindi, in tal senso, esiste una tradizione al dialogo.






 

Incontro Papa Kirill: impulso al dialogo teologico

Il Patriarca russo-ortodosso Kirill - AP

Il Patriarca russo-ortodosso Kirill - AP

12/02/2016

Importante per parlare al mondo

"E' un fatto storico non solo per il nostro mondo cristiano. L'incontro fra due grandi leader della nostra religione è una testimonianza importante anche per tutta l'umanità. Non possiamo presentarci al mondo e parlare di pace e riconciliazione se non ci incontriamo tra di noi". S.E. Mons. Ioannis Spiteris, OFMCap, Arcivescovo di Corfù, Vicario apostolico di Salonicco e membro della Commissione mista teologica per il dialogo fra cattolici e ortodossi, commenta così l'incontro fra Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca, in programma venerdì 12 febbraio all'Avana.

"E' anche un fatto importante per lo stesso mondo ortodosso. Dimostra che dopo aver rafforzato i rapporti con il Patriarcato di Costantinopoli, la Chiesa di Roma può aprirsi ora al mondo slavo. Pur essendoci qualche rivalità fra Istanbul e Mosca sappiamo che anche il Patriarca Bartolomeo è felice di questa prima volta. Ciò dipende anche dallo stile di Papa Francesco che non dà adito a essere interpretato in modo sbagliato. E ciò è molto positivo".

Nuova spinta al dialogo teologico

"A settembre ci sarà la nuova plenaria della Commissione mista di dialogo tra cattolici e ortodossi", spiega mons. Spiteris. "Dovremo approvare un testo che con molta fatica abbiamo cercato di redigere insieme, sul tema della sinodalità e del primato. Non è stato facile: abbiamo compiuto già tre tentativi andati a vuoto. Ma credo che questa volta, anche grazie a incontri come questo, sarà quella buona. Lo Spirito Santo, infatti, lavora nella Chiesa, anche quando noi non ce ne accorgiamo".

Voci unite contro le persecuzioni

"Mosca è molto sensibile al dramma delle persecuzione dei cristiani. Ma il Patriarca Kirill sa anche che la voce di Roma è molto più potente e ha capito che ha bisogno del Papa", aggiunge mons. Spiteris. "Se, dunque, due grandi capi del cristianesimo uniscono le loro voci per gridare al mondo di fare qualcosa per fermare questo martirio, sicuramente l'appello sarà più incisivo". "Il Patriarcato di Mosca ha sottolineato che all'Avana non si parlerà di teologia, ma di collaborazione pratiche. Ma credo che questo tipo di ecumenismo sia utile, anzi necessario, per aiutare anche il dialogo teologico".

Effetti positivi sul Sinodo pan-ortodosso

"Quest'anno ci sarà anche il grande sinodo pan-ortodosso", ricorda inoltre l'arcivescovo di Corfù. "E credo che l'evento dell'Avana aiuterà questa grande assise a fare dei passi in avanti in campo ecumenico. Se, infatti, una grande Chiesa ortodossa come quella di Mosca si è avvicinata alla Chiesa cattolica romana, anche le realtà ortodosse minori saranno spinte a farlo".

Un ecumenismo non solo di ‘facciata’

“Dopo le resistenze che ci sono state a lungo da Mosca – conclude infine mons. Spiteris – questo incontro mette davvero le ali al dialogo. Non dobbiamo aspettarci grandi effetti immediati, perché nel campo ecumenico le cose si fanno sempre a piccoli passi. Voglio sperare, soprattutto, che non sia solo l’evento di un ‘ecumenismo di facciata’, un ‘ecumenismo tra i capi’, ma che passi anche nelle coscienze dei fedeli. Mai come oggi, infatti, abbiamo sentito bisogno di unità come in questo tempo di divisioni, violenze e odio, in cui i cristiani sono chiamati più che mai a dare testimonianza di fraternità per potere poi predicare la pace al mondo”.

I pericoli del nazionalismo russo

La portata storica della decisione presa dal Patriarca Kirill è sottolineata anche dal novantaduenne padre Romano Scalfi, fondatore del Centro Studi ‘Russia Cristiana’,  realtà italiana impegnata nel promuovere il dialogo ecumenico con Mosca fin dagli anni cinquanta.  “Dobbiamo riconoscere che oggi la mentalità maggioritaria dei russi – spiega Scalfi – è dominata da un nazionalismo- imperialista che considera l’Occidente uno dei nemici da combattere. E include fra questi nemici anche la Chiesa cattolica”. “Non credo però che questa esaltazione della ‘Grande Russia’ si dimostrerà in futuro la corrente vincente, poiché tutto sommato è debole, priva di fondamento”.

Un muro che cade

“E’ vero – prosegue padre Scalfi – che è previsto che nell’incontro tra Francesco e Kirill non si affrontino temi teologici. Ma il solo fatto che il Papa e il Patriarca s’incontrino fa cadere un muro. Un metropolita del passato aveva detto che ‘i muri che innalziamo tra cattolici e ortodossi non arrivano in cielo’. E oggi a Mosca c’è un gruppo considerevole di persone che la pensa così e vuole ripartire dall’ecumenismo del cuore, cioè da ciò che ci unisce, come l’Eucarestia e tante altre cose, e non sottolineare le cose che ci distinguono”.

La linea dei rapporti cordiali prevarrà

“E’ difficile capire se la decisione di Kirill corrisponde a degli interessi politici”, prosegue il fondatore di ‘Russia Cristiana’. “Ma c’è da tenere presente che Chapnin, direttore del giornale del Patriarcato di Mosca dal 2009 allo scorso dicembre, aveva recentemente ricordato come esistano tante esperienze di vera fraternità fra cattolici e ortodossi. E’ questa è una realtà vera che l’incontro del Papa con Kirill non può che confermare”. “Non m’illudo – conclude Scalfi – che l’incontro abbia dei risultati immediati. Ma sono convinto che a lungo andare prevarranno rapporti cordiali fra cattolici e russi-ortodossi, spazzando via le illusioni nazionaliste-imperialiste che oggi affascinano la maggioranza”.

Un incontro apprezzato da tutti gli ortodossi

 “A salutare con gioia ed entusiasmo questo incontro è tutta l’ortodossia”, spiega poi padre Athenagoras Fasiolo, archimandrita del trono ecumenico, delegato del Metropolita ortodosso d'Italia. “Mancava praticamente oramai solo la grande Chiesa russa all’incontro con il primate della Chiesa cattolica”, commenta. “Papa Francesco ha già un rapporto più che amichevole con il Patriarca Bartolomeo e con altri primati delle Chiese ortodosse. I suoi predecessori, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, hanno incontrato anche gli altri Primati delle Chiese autocefale ortodosse. Siamo quindi lieti che ci sia questo incontro, soprattutto tenendo conto degli avvenimenti che accadono nel mondo e soprattutto in Medio Oriente”.

Uniatismo non si risolve con i veti

Il principale ostacolo al dialogo fra cattolici e russi-ortodossi resta la questione dell’uniatismo che il Patriarcato di Mosca considera ancora una ‘ferita’ aperta. “Non è un problema solo della Chiesa ortodossa russa”, spiega padre Fasiolo. “Mosca è solo una delle Chiese ortodosse autocefale. Nella sinfonia delle Chiese ortodosse non vale il numero, la quantità, ma vale la rettitudine della fede. Certamente, il problema degli ”uniati” si sente forte in Ucraina perché è giurisdizione del Patriarcato di Mosca. Ma è un problema per tutta l’ortodossia e si avverte, per esempio, in questi giorni in Grecia, ad Atene, con il nuovo arcivescovo dei greco-cattolici di rito orientale”. “E’ dunque un problema generale”, spiega padre Fasiolo. “Ma non si risolve certo ponendo dei veti ma con il dialogo schietto che ha caratterizzato nel 1993 l’incontro di Balamand.  Ci sono dei problemi che sono risorti negli ultimi anni? Bene, dobbiamo avere il coraggio, come Chiese, di affrontarli, ma in modo fraterno e senza inutili chiusure”.

Spinta ecumenica in vista del Sinodo

Padre Fasiolo legge l’incontro dell’Avana anche in prospettiva del Sinodo pan-ortodosso previsto a giugno a Creta. “Probabilmente è un modo con cui Mosca evita di ritrovarsi isolata dal dialogo con la Chiesa di Roma”. “Sento dire che Francesco e Kirill non toccheranno temi teologici”, aggiunge il delegato del Metropolita ortodosso d'Italia. “Ma è un incontro fra vertici, non è un incontro teologico, perché questo non può esserci fra Roma e una sola Chiesa ortodossa. Ma è sicuramente importante anche in vista del grande Santo Concilio della Chiesa ortodossa perché darà maggiore visibilità alla volontà di camminare tutti insieme, verso l’incontro con il Signore, come una Chiesa unita”.


(Fabio Colagrande)









EDITORIALE
Kirill
 

Il luogo, il patrocinio di Putin, le manovre in vista del Concilio pan-ortodosso, l'assenza di riti religiosi: sono questi alcuni elementi da tener presenti nel valutare l'incontro a Cuba. Senza dimenticare l'ammonimento di Ratzinger a proposito di ecumenismo condizionato da categorie politiche.

di Mario Proietti

12-02-2016

Francesco e Kirill

L’incontro che avverrà stasera all’aeroporto de L’Avana tra papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill è certamente un evento eccezionale, la prima volta nella storia che c’è un faccia a faccia tra un Papa e un patriarca di Mosca. Ma l’incontro in campo "neutro" – voluto espressamente da Kirill fuori dell’Europa – avrà una valenza più politica che spirituale, anche se i protagonisti sono due sommi ecclesiastici. 

Il primo elemento è il luogo dell’incontro, Cuba. Raul Castro è stato ben contento di facilitare l’evento tra il Papa, che nella recente visita al Paese ha fatto tutto il possibile per dimostrare la propria disponibilità nei confronti del regime, e il patriarca ex sovietico.

Qui si lega il secondo elemento, il patrocinio del presidente russo Vladimir Putin, che non ha soltanto autorizzato questo incontro, l’ha voluto nella prospettiva degli interessi geopolitici della Russia. Del resto il patriarca Kirill è molto legato al presidente e non da oggi. Egli ha infatti un curriculum che lo vede dagli anni '70 del secolo scorso uomo fidato del KGB (nome in codice Mikhailov), cosa che gli consentiva di andare in giro al di fuori dell'impero sovietico, in missione ecumenica - come si credeva allora dai cattolici ecumenici –. Un legame con il potere che arriva fino all’era Putin, che peraltro viene lui stesso dal KGB, anche se in tempi recenti si è convertito all’Ortodossia.

E ancora: questo evento va anche visto nella prospettiva del prossimo Concilio pan-ortodosso dove il rapporto con il Papa diventa un elemento di confronto tra Mosca e Costantinopoli (il patriarca Bartolomeo già può vantare un rapporto consolidato con papa Francesco).

Si deve poi notare che l’incontro avrà un aspetto molto personale, visto che non è prevista una preghiera cosiddetta ecumenica né la presenza in un luogo sacro. Né a questo supplirà la dichiarazione di rito, la firma congiunta di un documento che a quanto è dato sapere si risolverà in un impegno etico su temi sociali.

Senza sottovalutare l’importanza comunque dell’incontro e dell’atteggiamento di papa Francesco, che ha rinunciato a qualsiasi pre-condizione pur di fare in modo che accadesse, non si può tacere il rischio - presente soprattutto in tanti commentatori cattolici - di un ecumenismo che occulta le appartenenze, pensando così di facilitare l’unità. Come disse l’allora cardinale Joseph Ratzinger già negli anni ’80 del XX secolo, questo approccio – caro a tanti cattolici professionisti dell’ecumenismo – crea invece maggiori divisioni. 

Descrivendo le delusioni in questo campo succedutesi agli entusiasmi post-conciliari, Ratzinger se la prende con quanti «hanno concepito l'ecumenismo come un compito diplomatico secondo categorie politiche. Come da buoni intermediari ci si aspetta che appunto si addivenga dopo un certo tempo a un accordo per tutti accettabile, così si è potuto credere di attendersi tutto ciò dall'autorità ecclesiastica in questioni di ecumenismo». Riflessioni contenute nella raccolta di saggi intitolata Chiesa, ecumenismo e politica, un volume che resta attuale e anzi è consigliato per chi vuole capire la posta in gioco nell’ecumenismo. 


























“Anche se le nostre difficoltà non si sono ancora appianate c’è la possibilità di incontrarci e questo è bello", questo il saluto di Kirill al Papa. In precedenza, a poche ore dall’appuntamento, Francesco aveva affidato a twitter le sue speranze, parlando di “giorno di grazia” e definendo “dono di Dio” l’incontro con il Patriarca. Francesco e Kirill segnano con questo loro dialogo diretto, il primo dallo scisma del 1054, un tappa storica nelle relazioni tra le due Chiese, così come era già stato sottolineato in occasione dell’annuncio di questo evento in un comunicato congiunto in cui si leggeva l’auspicio di poterne poi vedere i buoni frutti.

Alla fine del colloquio all’aeroporto José Marti, ancora in corso, Francesco e Kirill firmeranno il testo della Dichiarazione congiunta in italiano e russo che verosimilmente riprenderà i temi particolarmente cari al dialogo cattolico-ortodosso in generale, questa l’opinione del padre domenicano Hyacinthe Destivelle, responsabile della sezione orientale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani:

Non è una Dichiarazione che si incentra su un aspetto teologico in particolare, non è una Dichiarazione che apre a prospettive teologiche particolari, perché il dialogo teologico si svolge nell’ambito della Commissione internazionale del dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. Nella Dichiarazione si parla degli ambiti di collaborazione e di dialogo che non hanno carattere teologico, ma che pure sono molto improntati per il riavvicinamento delle Chiese: la questione della persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, la questione della famiglia, la questione della secolarizzazione, del ruolo che i cristiani possono ricoprire nelle società secolarizzate; la questione dei giovani, della vita in termini generali… tutti questi aspetti sono particolarmente importanti, soprattutto nel dialogo con la Chiesa ortodossa russa. Il concetto di fondo della Dichiarazione è di affermare che non siamo “concorrenti”, ma “fratelli”, in particolare fratelli dei nostri fratelli ortodossi con i quali condividiamo la medesima successione apostolica, la stessa concezione di Chiesa, la stessa concezione dei Sacramenti: noi riconosciamo tutti i Sacramenti ortodossi e gli ortodossi riconoscono a loro volta tutti i Sacramenti cattolici. Per questo, abbiamo grande interesse a lavorare insieme per testimoniare insieme il Cristo. Ecco, alla fine, lo scopo di questo incontro tra il Patriarca e Papa Francesco: testimoniare insieme il cristianesimo nel mondo di oggi”.

Alla fine dell’incontro e dopo lo scambio dei testi della dichiarazione, il Papa e il Patriarca rivolgeranno due discorsi pubblici per poi congedarsi in privato.

TESTO DICHIARAZIONE CONGIUNTA





[Modificato da Caterina63 13/02/2016 10:56]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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