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12-17 febbraio Visita Apostolica del Papa in Mexico

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2016 14:39
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  per capire come interpretare ciò che dice il Papa a ruota libera.... di Sandro Magister
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Il gesuita perfetto. Autoritratto volante di Jorge Mario Bergoglio

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aereo

Che cosa ha voluto dire davvero, papa Francesco, sulle unioni civili in discussione nel parlamento italiano, con quelle sue parole ad alta quota durante il volo dal Messico a Roma?

La domanda non è peregrina, viste le mille precedenti sortite sibilline di Jorge Mario Bergoglio, come ad esempio quella nella chiesa luterana di Roma, rimasta tuttora indecifrata e forse insuperata:

> Sì, no, non so, fate voi. Le linee guida di Francesco per l'intercomunione con i luterani

Su "la Repubblica" il professor Alberto Melloni, interprete auto-autorizzato del verbo bergogliano, ha risposto con sicurezza assoluta. Francesco ha imposto all'episcopato italiano "il divieto di immischiarsi" nella discussione politica sulla legge, dando lui per primo l'esempio. Punto.

In effetti, Francesco sull'aereo ha detto che "il papa non si immischia nella politica italiana. Perché il papa è per tutti, e non può mettersi nella politica concreta, interna di un Paese: questo non è il ruolo del papa".

Ma non ha affatto comandato che anche i vescovi debbano fare come lui. Anzi, ha tenuto a ribadire la consegna che aveva dato loro appena eletto papa: "Con il governo italiano, arrangiatevi voi". Che è il contrario del non immischiarsi.

Quindi il papa no, i vescovi sì? Niente affatto. A vedere quello che è accaduto nello scorse settimane, da Santa Marta è stato un gran tirare di freni, all'indirizzo dei vescovi e cardinali italiani più scalpitanti.

Con piena soddisfazione di Monica Cirinnà, la senatrice che dà il nome alla legge in via di delibera, che non ha mancato di elogiare papa Francesco "per la grande svolta che dà alla Chiesa".

Anche lei però prendendo lucciole per lanterne. Perché lo stesso Francesco, nella conferenza stampa sull'aereo, ha detto che sulla legge in questione un suo pensiero ce l'ha ed "è quello che pensa la Chiesa". Come dire che lui è contro, dato che la Chiesa è sempre stata contrarissima alle unioni omosessuali.

Allora questo vuol dire che Francesco la pensa come la congregazione per la dottrina della fede che in un suo documento del 2003 scrisse che i parlamentari cattolici non devono votare simili leggi?

Non è detto. Perché a questa domanda, rivoltagli sull'aereo da Franca Giansoldati del "Messggero", Bergoglio si è prontamente sottratto: "Io non ricordo bene quel documento".

E poi ha proseguito dicendo che in ogni caso "un parlamentare cattolico deve votare secondo la propria coscienza ben formata", la quale "non è la coscienza del 'quello che mi pare'". In sostanza la stessa cosa che aveva detto pochi giorni prima il cardinale Angelo Bagnasco, dalla cui "indebita ingerenza" prese però le distanze il segretario della CEI Nunzio Galantino, il portaordini di Bergoglio tra i vescovi italiani.

Ma non è finita. Per illustrare il concetto di "coscienza ben formata", papa Francesco ha raccontato un episodio della battaglia campale che in Argentina portò nel 2010 alla legalizzazione delle unioni omosessuali:

"Io mi ricordo quando è stato votato il matrimonio delle persone dello stesso sesso a Buenos Aires, che c’era un pareggio di voti, e alla fine uno ha detto all’altro: 'Ma tu vedi chiaro?' – 'No' – 'Neppure io' – 'Andiamocene' – 'Se ce ne andiamo, non raggiungiamo il quorum'. E l’altro ha detto: 'Ma se raggiungiamo il quorum, diamo il voto a Kirchner!', e l’altro: 'Preferisco darlo a Kirchner e non a Bergoglio!'… e avanti. Questa non è coscienza ben formata!".

La ricostruzione di quella vicenda è stata oggetto di un recente post di "Settimo cielo":

> Argentina 2010. Come Bergoglio capitanò e perse la battaglia sul matrimonio gay

Ma ciò che è più curioso è che in quella vicenda superpolitica Bergoglio si immischiò a tal punto da farla diventare in Argentina una disfida personale tra lui e la presidente Cristina Kirchner, combattuta in parlamento fino all'ultimo voto.

Certo, Bergoglio nel 2010 non era papa ma arcivescovo di Buenos Aires. Ma anche oggi non insiste continuamente nel dirsi "vescovo di Roma"? E non è anche primate d'Italia e quindi tenuto anche lui ad "arrangiarsi" con la politica italiana?

E infatti – lungi dal "non immischiarsi" – papa Francesco non ha mancato di alzare la voce contro la legge sulle unioni civili, nel pieno della presente battaglia parlamentare. E l'ha alzata proprio nel "martedì nero" nel quale è andata all'aria la rapida approvazione della legge.

Era il 16 febbraio. Il papa era in Messico, nello stadio di Morelia, gremito di 70 mila giovani. E nel suo discorso, arrivato a parlare della famiglia, quella tradizionale, ha detto:

"Si crede che essa sia un modello ormai superato e incapace di trovare posto all’interno delle nostre società che, sotto il pretesto della modernità, sempre più favoriscono un sistema basato sul modello dell’isolamento. E si insinuano nelle nostre società – che si dicono società libere, democratiche, sovrane –, si insinuano colonizzazioni ideologiche che le distruggono, e finiamo per essere colonie di ideologie distruttrici della famiglia, del nucleo della famiglia, che è la base di ogni sana società".

Questa sua ennesima stoccata contro le "colonizzazioni ideologiche" LGBT non ha avuto in Italia praticamente nessun rilancio sui media, neppure sul quotidiano della CEI "Avvenire".

Ma era forse proprio ciò che Francesco si aspettava. Il suo pensiero è lì scritto, sia pure nascosto in un lungo discorso in un remoto stadio del Messico. Chi vuole, controlli. Meglio però che la narrazione del papa che "non si immischia nella politica" continui.

C'è in Bergoglio un gesuitismo multiplo, in perenne movimento, che mai si lascia fermare o afferrare. Il suo eloquio è un continuo dire, disdire e contraddire.

Perfino quando sull'aereo ha sentenziato per due volte di seguito – lui che è famoso al mondo per il "chi sono io per giudicare?" –, che il candidato americano alle presidenziali Donald Trump "non è cristiano", tra l'una e l'altra volta non ha temuto di infilare uno stupefacente: "Non mi immischio".

 





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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