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Trattato della vera Devozione a Maria di san Luigi M. Grignon de Montfort

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2016 09:27
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Brevi cenni introduttivi al


Trattato della vera devozione alla santa Vergine

L'opera principale di S. Luigi di Montfort fu scritta verso la fine del suo breve ministero sacerdotale, di soli 16 anni; egli stesso ci dice, in VD 10, che ciò che sta scrivendo è esattamente ciò che ha predicato per molti anni.  Secondo la tradizione, si ritiene che la stesura del Trattato avvenne nell'autunno del 1712, a La Rochelle, dove egli risiedeva in una piccola abitazione chiamata l'"Eremitaggio di S. Eloi".

Il luogo e la data sono importanti. L'eresia del Giansenismo aveva a quel tempo raggiunto La Rochelle, e con parecchia virulenza. Il Vescovo, insieme con la vicina diocesi di Lucon aveva, nel 1712, pubblicato per la terza volta una istruzione pastorale contro il Giansenismo. Fu quindi nel bel mezzo di uno scontro aperto con il Giansenismo che il Padre da Montfort scrisse la sua opera.

La Vera Devozione non potè mai essere mandata giu' dai Giansenisti. Essi erano, agli occhi di Montfort, dei falsi devoti a Nostra Signora. Sono fra quelli che, come Montfort scrive, "Se talvolta li si sente parlare di devozione a tua Madre, non è per promuoverla o per convincerne il popolo, ma solo per distruggerne gli abusi. Inoltre allo stesso tempo, per non essere devoti a Maria, costoro mancano di religiosità e di genuina devozione verso di Te (Gesu')".

Montfort sapeva che se costoro avessero potuto distruggere il manoscritto della sua opera su Nostra Signora, lo avrebbero fatto senz'altro. La situazione a La Rochelle nel 1712 non consentiva la sua pubblicazione. È questo insieme di circostanze che portarono alla scomparsa del manoscritto, che venne ritrovato per caso soltanto nel 1842.

San Luigi de Montfort non potè pubblicare il suo manoscritto a causa dell'esplosione di giansenismo a La Rochelle nel 1712; molto probabilmente lo consegnò al Vescovo locale -un buon amico- perché lo custodisse. Ma che cosa accadde al manoscritto durante il resto del diciottesimo secolo, è più una congettura che un fatto provato.

Sembrerebbe che il prezioso manoscritto  fosse in principio sistemato in una cassa (probabilmente, in un primo tempo,  presso la residenza del Vescovo e poi nella casa madre della Compagnia di Maria) e, in seguito, durante la rivoluzione francese, nascosta in un campo non ugualmente lontano dalla casa madre dei missionari  a St. Laurent-sur-Sèvre in Vandea.

In ogni caso, la Provvidenza ha ben disposto che venisse alla luce soltanto dopo che  la rivoluzione ebbe fine. Nel 1842, un prete della  Compagnia di Maria (i missionari Montfortani) stava cercando, nella piccola libreria della Casa Madre, del  materiale sullla Madonna per preparare una novena che aveva in previsione di predicare. Separati dai libri,  dei manoscritti -qualcuno assai vecchio - erano stati impilati in fretta e furia su un paio di scaffali, in un angolo della libreria.

Rovistando tra questi, ne trovò uno che sembrava particolarmente bello; infatti conteneva la dottrina della consacrazione totale -la santa schiavitu' di amore- che la Comunità predicava con devozione. La dottrina era Montfort allo stato puro puro. Portò immediatamente il manoscritto all' ufficio del Padre Generale, che senza alcuna esitazione riconobbe la scrittura a mano come quella del Padre de Montfort. Fu suonata la campana a festa per raccogliere insieme sia i padri che i fratelli della Compagnia di Maria e le Figlie di sapienza, la cui casa madre è adiacente a quella dei missionari

Le sorelle cominciarono immediatamente a copiare il manoscritto originale che fu poi pubblicato in forma di libro nel 1843 (127 anni dopo la morte del suo autore!) a cura del rettore del seminario locale, che poco tempo dopo, entrò nella Compagnia di Maria.

Il manoscritto non aveva titolo, dato che le sue prime 90 pagine erano state strappate come pure erano andatete perse alcune pagine alla fine. 
L' unico titolo che Montfort fornisce al suo lavoro è in VD 227: "Preparazione per il regno di Gesù Cristo". Tuttavia, il primo editore lo intitolò: Trattato della vera devozione  a Maria? E quel titolo rimase fissato.

Questo libro è stato scritto da un santo e ha già formato altri Santi. Ora è nelle tue mani, perché anche tu possa diventare Santo. Tanta gente, oggi, è alla ricerca del senso profondo della propria vita. C'è chi si rivolge a illuminati e saggi maestri del lontano Oriente e chi ai maghi vicini di casa; c'è chi trova pace in antiche religioni, e chi segue invece le mode del momento; c'è chi attende felicità dalla musica New Age, o dal vivere nella natura, o altro ancora. Qui si propone il Maestro Gesù Cristo, con il suo Vangelo puro e semplice. Per un cristiano come te, essere Santo significa seguire e imitare Gesù Cristo, il tuo Maestro. Nella tua vita di ogni giorno: senza rumore, ma in profondità. Troverai la pace per te stesso e saprai spargere gioia attorno a te. Questo libro parla di Maria, la Madre del Maestro: ma è solo per condurti a Lui e a Dio Padre, nello Spirito Santo. E’ un libro scritto 300 anni fa: te ne accorgerai dallo stile, ma lo troverai facile, perché ti rivela finalmente ciò che tu stai cercando, forse da molto tempo. Se alla prima lettura non ti parlerà al cuore, non buttarlo! A tanti altri è già successo di scoprire solo più tardi la perla preziosa e il segreto che questo libro contiene. Buona lettura !

 

TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE A MARIA
San Luigi Maria Grignion de Monfort

INTRODUZIONE

1. E' per mezzo della Santa Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo ed è ancora per mezzo di lei che deve regnare nel mondo.
2. Maria ha vissuto una vita molto nascosta: per questo viene chiamata dallo Spirito Santo e dalla Chiesa Alma Mater, Madre nascosta e segreta. La sua umiltà è stata così profonda da non avere sulla terra altro desiderio più forte e più continuo che di nascondersi a se stessa e a tutti, per essere conosciuta unicamente da Dio solo. 
3. Dio, per esaudirla nelle richieste che gli fece di nasconderla e renderla povera e umile, si compiacque di tenerla nascosta agli occhi di quasi tutti: nel concepimento, nella nascita, nei misteri della sua vita, nella risurrezione a assunzione al cielo. I suoi stessi genitori non la conoscevano; gli angeli si domandavano spesso tra loro: Chi è costei?. L'Altissimo la teneva loro nascosta; oppure, se rivelava qualcosa, infinitamente di più era ciò che teneva segreto.
4. Dio Padre ha consentito che non facesse nessun miracolo durante la sua vita, almeno di quelli appariscenti, anche se gliene aveva dato il potere. Dio Figlio ha permesso che ella quasi non parlasse, benché le avesse comunicato la sua sapienza. Dio Spirito Santo, benché fosse la sua Sposa fedele, ha fatto sì che gli Apostoli e gli Evangelisti non ne parlassero che pochissimo, il puro necessario per far conoscere Gesù Cristo. 
5. Maria è l'eccelso capolavoro dell'Altissimo, di cui si è riservato la conoscenza e la proprietà. Maria è la Madre mirabile del Figlio, che egli ha voluto tenere nell'umiltà e nel nascondimento durante la sua vita; per favorirne l'umiltà egli la chiama donna, come se fosse un'estranea, benché dentro di sé la stimasse e l'amasse più di tutti gli angeli e le creature umane. Maria è la fonte sigillata e la Sposa fedele dello Spirito Santo, dove entra egli solo. Maria è il santuario e il riposo della Trinità Santa, dove Dio è presente in un modo più grande e divino che non in ogni altro luogo dell'universo, compresa la sua presenza tra i cherubini e i serafini; in lei, senza un grande privilegio, non è permesso entrare a nessuna creatura, benché purissima. 
6. Io dico con i santi: la divina Maria è il paradiso terrestre del nuovo Adamo, dove questi si è incarnato per opera dello Spirito Santo, per operarvi meraviglie inimmaginabili. E' il grande e divino mondo di Dio, dove egli custodisce bellezze e tesori ineffabili; è la magnificenza dell'Altissimo, dove è nascosto come nel proprio seno il suo unico Figlio e, in lui, tutto ciò che egli ha di più grande e prezioso. Oh! quante cose grandi e nascoste ha compiuto il Dio potente in questa creatura meravigliosa; ella stessa si sente costretta a proclamarlo, nonostante la sua profonda umiltà: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". Il mondo non le conosce, poiché non ne è capace né degno. 
7. I santi hanno detto meraviglie di questa santa città di Dio; essi, al loro stesso dire, non si sono sentiti mai così felici ed eloquenti, come quando hanno parlato di lei. Essi affermano che la sublimità dei suoi meriti, da lei elevata fino al trono della Divinità, non si può cogliere; che l'immensità della sua carità, da lei estesa oltre i confini della terra, non si può calcolare; che la grandezza del suo potere, che influisce perfino su Dio stesso, non si può commisurare; che, infine, la profondità della sua umiltà e di tutte le sue virtù e grazie, come un abisso, non si può sondare. O altezza incomprensibile! O ineffabile immensità! O smisurata grandezza! O impenetrabile abisso! 
8. Ogni giorno, da un capo all'altro della terra, dal più alto dei cieli fin nel profondo degli abissi, tutto predica, tutto proclama la mirabile Maria. I nove cori degli angeli, gli uomini e le donne, di ogni età, condizione e religione, buoni e cattivi, persino i demoni, sono costretti a proclamarla beata, volentieri o no, ma per la forza della verità. Tutti gli angeli del cielo - come dice san Bonaventura - proclamano senza sosta: "Santa, santa, santa Maria, Vergine Madre di Dio". E milioni e milioni di volte al giorno le rivolgono l'angelico saluto: "Ave Maria...", e si inchinano davanti a lei, chiedendole, per grazia, di onorarli di un suo comando. Fino a san Michele, il quale - dice sant'Agostino - benché principe di tutta la corte celeste, è il più zelante nel renderle e farle rendere ogni sorta di omaggio, sempre in attesa di avere l'onore di andare, a un suo comando, a rendere servizio a qualcuno dei suoi servi. 
9. Tutta la terra è piena della sua gloria, in particolare tra i cristiani, dove è scelta come patrona e protettrice di molti regni, province, diocesi e città. Tante cattedrali sono consacrate a Dio sotto il suo nome. Non c'è chiesa senza un altare in suo onore; non c'è contrada o regione che non abbia una sua immagine miracolosa, dove ogni sorta di male viene guarito e ogni sorta di bene viene ottenuto. Quante confraternite e associazioni in suo onore! Quanti ordini religiosi sotto il suo nome e la sua protezione! Quanti fratelli e sorelle, membri di associazioni, quanti religiosi e religiose di congregazioni diverse, proclamano le sue lodi e fanno conoscere le sue misericordie! Non c'è bambino, che balbettando l'Ave Maria, non la lodi; non c'è peccatore che, nella sua stessa ostinazione, non conservi una scintilla di fiducia in lei; e neppure c'è un solo demonio negli inferi che, temendola, non la rispetti.
10. Detto questo, bisogna in verità aggiungere con i santi: di Maria non si dice mai abbastanza. Maria non è ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata, amata e servita. Ella merita ancora maggior lode, ossequio, amore e dedizione.
11. E ancora, con lo Spirito Santo dobbiamo dire: "Tutto lo splendore della figlia del Re é nell'interno". Come se tutta la gloria esteriore che a gara le rendono il cielo e la terra non fosse nulla, a confronto di quella interiore che riceve dal Creatore, non conosciuta dalle piccole creature che non sono capaci di penetrare nel più intimo segreto del Re. 
12. E infine, con l'Apostolo possiamo esclamare: "Occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo... " le bellezze, le grandezze e le sublimità di Maria, miracolo dei miracoli della grazia, della natura e della gloria. Dice un santo: se vuoi capire la Madre, conosci il Figlio. E' una degna Madre di Dio! E qui ogni nostro discorso rimane inadeguato.
13. E' il cuore che mi ha dettato ciò che ho appena scritto, con gioia speciale, per mostrare come la divina Maria sia stata finora sconosciuta; questo è uno dei motivi per cui Gesù Cristo non è conosciuto come si dovrebbe. E' dunque sicuro che la conoscenza di Gesù Cristo e la venuta del suo regno nel mondo non saranno che la conseguenza necessaria della conoscenza della Santa Vergine e della venuta del regno di Maria, che lo ha messo al mondo la prima volta e che lo farà risplendere la seconda.

 


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Capitolo I


NECESSITA' DELLA DEVOZIONE A MARIA


14. Confesso, con tutta la Chiesa, che essendo Maria una semplice creatura uscita dalle mani dell'Altissimo, paragonata alla sua infinita Maestà, ella è meno di un atomo, o piuttosto, non è proprio niente, poiché soltanto lui è Colui che è. Di conseguenza, questo grande Signore, sempre indipendente e bastante a se stesso, non ha avuto e non ha bisogno nel modo più assoluto della Santa Vergine Maria per compiere i suoi voleri e per manifestare la propria gloria. Gli basta volere, per fare tutto.

15. Tuttavia, supponendo le cose come sono, si può dire che Dio, dopo aver voluto iniziare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della Santa Vergine, da quando egli l'ha formata, c'è da credere che egli non cambierà affatto condotta nei secoli dei secoli, poiché egli è Dio e non cambia né sentimenti, né modo di agire.

1. DIO SCELSE MARIA PER REALIZZARE L'INCARNAZIONE E LA REDENZIONE

16. Dio Padre non ha donato al mondo il suo unico Figlio che per mezzo di Maria. Per quanti sospiri non abbiano emesso i patriarchi, per quante suppliche non abbiano fatto i profeti e i santi dell'antica legge durante quattromila anni, per ottenere questo tesoro, non c'è stata che Maria che l'abbia meritato e trovato grazia davanti a Dio con la forza delle sue preghiere e la sublimità delle sue virtù. Il mondo era indegno - dice sant'Agostino - ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre; egli lo ha donato a Maria perché il mondo lo ricevesse da lei. Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma lo ha fatto in Maria e per mezzo di Maria. Lo Spirito Santo Dio ha formato Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per mezzo di uno tra i primi ministri della sua corte. 

17. Dio Padre ha comunicato a Maria la sua fecondità, per quanto una semplice creatura ne fosse capace, per darle così il potere di generare il suo Figlio e tutti i membri del suo Corpo mistico.

18. Dio Figlio è disceso nel suo grembo verginale, come il nuovo Adamo nel proprio paradiso terrestre, per trovare le sue compiacenze e operare in segreto meraviglie di grazia. Questo Dio fatto uomo ha trovato la propria libertà nel farsi prigioniero nel grembo di lei; ha fatto risplendere la propria forza nel lasciarsi portare da questa fanciulla; ha trovato la propria gloria e quella dei Padre suo nel nascondere i suoi splendori a tutte le creature di quaggiù, per non rivelarli che a Maria; ha glorificato la propria indipendenza e maestà nel dipendere da questa Vergine amabile, nel concepimento, nella nascita, nella presentazione al tempio, nella vita nascosta di trent'anni e fino alla sua morte, alla quale ella dovette assistere, per non costituire con lei che un medesimo sacrificio e per essere immolato all'eterno Padre con il consenso di lei, come un tempo Isacco fu immolato alla volontà di Dio con il consenso di Abramo. E' lei che lo ha allattato, nutrito, custodito, allevato e sacrificato per noi. O mirabile e insondabile dipendenza di un Dio, che lo Spirito Santo non ha potuto passare sotto silenzio nel Vangelo, per mostrarcene il valore e la gloria infinita, pur avendo taciuto quasi tutte le meraviglie che questa Sapienza incarnata ha compiuto durante la sua vita nascosta. Gesù Cristo ha dato più gloria a Dio suo Padre con la sottomissione a sua Madre durante trent'anni, che non convertendo il mondo intero per mezzo di strepitosi miracoli. Oh, come si dà altamente gloria a Dio quando, per piacergli, ci si sottomette a Maria, sull'esempio di Gesù Cristo, nostro unico modello! 

19. Se esaminiamo da vicino il resto della vita di Gesù Cristo, vedremo che egli ha voluto dare inizio ai suoi miracoli per mezzo di Maria. Ha santificato san Giovanni nel seno di sua madre, santa Elisabetta, per mezzo della parola di Maria; non appena ebbe parlato, Giovanni fu santificato e fu questo il primo e più grande miracolo di grazia. Alle nozze di Cana, cambiò l'acqua in vino, in seguito all'umile preghiera di Maria e fu il primo miracolo nell'ordine della natura. Egli ha iniziato e continuato i suoi miracoli per mezzo di Maria; e li continuerà fino alla fine dei secoli per mezzo di Maria.

20. Dio Spirito Santo, che è sterile nella divinità, cioè non produce altra persona divina, è divenuto fecondo per mezzo di Maria, che ha sposata. E' con lei, in lei e da lei che egli ha prodotto il suo capolavoro, che è un Dio fatto uomo, e che produce ogni giorno, fino alla fine del mondo, i cristiani fedeli, membri del corpo di questo capo adorabile: perciò, quanto più egli trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un'anima, tanto più diventa operante e potente per formare Gesù Cristo in quell'anima e l'anima in Gesù Cristo. 

21. Con questo non si vuoi dire che sia la Santa Vergine a dare fecondità allo Spirito Santo, come se egli non l'avesse da se, poiché essendo Dio, possiede la fecondità e la capacità di produrre, come il Padre e il Figlio, anche se non la mette in atto, dal momento che non dà origine ad altra persona divina. Si vuol dire che lo Spirito Santo, tramite la Santa Vergine, di cui vuole servirsi benché non ne abbia un bisogno assoluto, traduce in atto la propria fecondità, producendo in lei e per mezzo di lei Gesù Cristo e i suoi membri. O mistero di grazia, sconosciuto anche ai più dotti e spirituali tra i cristiani!





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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2. DIO CONTINUA A REALIZZARE CON MARIA LA SALVEZZA DEGLI UOMINI

22. La condotta che le tre Persone della Santissima Trinità hanno tenuto nell'Incarnazione e nella prima venuta di Gesù Cristo, è da loro mantenuta ogni giorno, in maniera invisibile, nella santa Chiesa e sarà conservata fino alla consumazione dei secoli, nell'ultima venuta di Gesù Cristo. 

23. Dio Padre ha radunato una massa di acque che ha chiamato mare; egli ha pure riunito un insieme di tutte le grazie che ha chiamato Maria. Questo grande Dio possiede un tesoro, o un deposito ricchissimo, dove ha racchiuso tutto ciò che ha di bello, di splendido, di raro e di prezioso, perfino il suo proprio Figlio; questo tesoro immenso non è altro che Maria, che i santi chiamano tesoro del Signore e della cui pienezza gli uomini sono arricchiti. 

24. Dio Figlio ha comunicato alla sua Madre tutto ciò che ha acquisito con la sua vita e la sua morte, i suoi meriti infiniti e le sue mirabili virtù e l'ha costituita tesoriera di tutto ciò che il Padre gli aveva dato in eredità; è per mezzo di lei che egli applica i propri meriti ai suoi membri, che comunica le proprie virtù e distribuisce le sue grazie; è il suo canale misterioso, il suo acquedotto, attraverso il quale fa passare con dolcezza e abbondanza le sue misericordie.

25. Dio Spirito Santo ha comunicato a Maria, sua Sposa fedele, i propri doni ineffabili; l'ha scelta come dispensatrice di tutto ciò che possiede, di modo che ella distribuisce a chi vuole, nella misura che vuole, come e quando vuole, ogni dono e grazia; nessun dono celeste giunge agli uomini senza passare dalle sue mani verginali. Questa è la volontà di Dio: che noi riceviamo tutto per mezzo di Maria. E così sarà arricchita, innalzata e onorata dall'Altissimo colei che si era dichiarata povera, umile e nascosta fin nel profondo del nulla con la sua intima umiltà e per tutta la sua vita. Ecco il sentire della Chiesa e dei santi Padri. 

26. Se parlassi a degli spiriti critici di oggi, mi fermerei più a lungo a provare ciò che ho detto con semplicità, citando la Sacra Scrittura e i santi Padri, di cui potrei riferire i testi in latino; potrei portare molte solide motivazioni, come si possono trovare sviluppate a lungo nel libro La triplice corona della Santa Vergine, del padre Poiré. Ma io parlo in particolare ai poveri e ai semplici, i quali hanno di solito buona volontà e maggior fede dei sapienti e sanno credere con più semplicità e maggior merito. Perciò mi accontento di esporre la verità semplicemente, senza fermarmi a citare tutti i passi latini, che essi neppure capiscono. Ne riferirò alcuni, senza farne una ricerca sistematica. Ma proseguiamo. 

27. La grazia perfeziona la natura, e la gloria perfeziona la grazia. E' dunque certo che Cristo Signore anche in cielo è ancora Figlio di Maria, come lo era sulla terra e quindi ha conservato la sottomissione e l'obbedienza del più perfetto dei figli nei riguardi della migliore di tutte le madri. Ma non dobbiamo vedere in questa dipendenza una forma di abbassamento o di imperfezione in Gesù Cristo. Essendo Maria infinitamente al di sotto del suo Figlio, che è Dio, non lo comanda come farebbe una madre qui in terra con un suo figlio, che deve essere sottomesso. Maria essendo tutta trasformata in Dio dalla grazia e dalla gloria che trasformano i santi in lui, non chiede, non vuole e non fa nulla che sia contrario all'eterna e immutabile volontà di Dio. Quando si legge quindi negli scritti dei santi Bernardo, Bernardino, Bonaventura, ecc. che in cielo e sulla terra tutto è sottomesso alla Santa Vergine, perfino Dio stesso, essi intendono dire che l'autorità che Dio ha dato a lei è così grande da sembrare che ella abbia il medesimo potere di Dio e che le sue preghiere e domande sono così potenti presso Dio da diventare come dei comandi presso la sua Maestà, che non resiste mai all'invocazione della sua cara Madre, poiché ella è sempre umile e conforme alla sua volontà. Se Mosè, con la forza della sua preghiera, fermò la collera di Dio sugli Israeliti, in modo così efficace che l'Altissimo e infinitamente misericordioso Signore, non potendo resistere, gli disse di lasciarlo andare in collera e punire quel popolo ribelle, che cosa dobbiamo pensare noi, a più forte ragione, della preghiera dell'umile Maria, la degna Madre di Dio, più potente presso la sua Maestà che non le preghiere e le intercessioni di tutti gli angeli e i santi del cielo e della terra?

28. Maria comanda nei cieli sugli angeli e sui beati. Come premio della sua profonda umiltà, Dio le ha dato il potere e l'incarico di riempire di santi i troni lasciati vuoti dagli angeli ribelli, caduti per superbia. Questo è il volere dell'Altissimo, che esalta gli umili, che il cielo, la terra e gli inferi si pieghino, volenti o nolenti, ai comandi dell'umile Maria, costituita sovrana del cielo e della terra, comandante dei suoi eserciti, tesoriera delle sue ricchezze, dispensatrice delle grazie, operatrice delle sue grandi meraviglie, riparatrice del genere umano, mediatrice degli uomini, vincitrice dei nemici di Dio e fedele compagna delle sue imprese grandiose e dei suoi trionfi. 

29. Dio Padre vuole avere figli per mezzo di Maria, fino alla fine del mondo, e le dice: "Fissa la tua tenda in Giacobbe" e cioè poni la tua dimora e risiedi tra i miei figli e fedeli credenti, simboleggiati da Giacobbe, e non tra i seguaci del demonio e i non credenti, raffigurati da Esaù.

30. Come nella generazione di natura e fisica c'è un padre e una madre, così nella generazione soprannaturale e spirituale c'è un Padre che è Dio e una Madre che è Maria. Tutti i veri figli di Dio e autentici credenti hanno Dio come Padre e Maria come Madre. Chi non ha Maria come Madre, non ha Dio come Padre. Perciò i non credenti, gli eretici, gli scismatici, ecc., che hanno in odio, o disprezzano, o sono indifferenti verso la Vergine Santa, non possono avere Dio come Padre, anche se lo pretendono, perché non hanno Maria come Madre: se infatti l'avessero come Madre, la tratterebbero con amore e onore, come un vero e degno figlio ama naturalmente e onora sua madre, che gli ha dato la vita. Il segno più infallibile e sicuro per distinguere un eretico, o un uomo di cattiva dottrina, o un non credente, da un autentico fedele, è che l'eretico e il non credente nutrono disprezzo o indifferenza verso la Vergine Santa, cercando con le loro parole e l'esempio di diminuirne il culto e l'affetto, apertamente o di nascosto, a volte mascherandosi di buoni pretesti. Ahimè! Dio Padre non disse a Maria di porre la sua dimora tra di essi, perché sono degli Esaù.

31. Dio Figlio vuole formarsi e, per così dire, incarnarsi ogni giorno nei suoi membri per mezzo della sua cara Madre e le dice: "Prendi in eredità Israele". Come se dicesse: Dio mio Padre mi ha consegnato in eredità tutte le nazioni della terra, gli uomini buoni e cattivi, fedeli e non credenti; io li condurrò, gli uni con scettro d'oro e gli altri con verga di ferro; degli uni sarò il padre e il difensore, degli altri il giusto castigatore e di tutti il giudice. Ma tu, mia cara Madre, avrai in eredità e in possesso solo i fedeli credenti, raffigurati da Israele e come loro buona madre li darai alla luce, li nutrirai e farai crescere; come loro regina, li guiderai, li governerai e li difenderai.

32. "L'uno e l'altro è nato in esso", dice lo Spirito Santo. Secondo la spiegazione di alcuni Padri, il primo uomo nato da Maria è l'Uomo-Dio, Gesù Cristo; il secondo è il semplice uomo, figlio di Dio e di Maria per adozione. Se Gesù Cristo, il Capo degli uomini, è nato in lei, anche i veri credenti, che sono membri di questo Capo, devono per conseguenza necessaria nascere in lei. Una stessa madre non mette al mondo la testa, o il capo, senza le membra, né le membra senza la testa: sarebbe un mostro della natura. Così nell'ordine della grazia, il capo e le membra nascono da una stessa madre. Se un membro del Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè un vero credente, nascesse da un'altra madre, diversa da Maria che ha generato il Capo, non sarebbe un autentico credente, né un membro di Gesù Cristo, ma una specie di mostro nell'ordine della grazia.

33. Di più. Essendo Gesù Cristo oggi più che mai il frutto di Maria, infatti il cielo e la terra ripetono mille e mille volte al giorno: "E benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù", è sicuro che Gesù Cristo è per ciascun uomo in particolare che lo possiede, e per tutti in generale, vero frutto e opera di Maria. Se un fedele ha Gesù Cristo formato nel suo cuore, può dire con certezza: "Grazie a Maria: ciò che io possiedo è effetto e frutto suo; senza di lei non l'avrei". A lei si possono applicare, con più verità che san Paolo non le applichi a se stesso, queste parole: "Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi". "Io genero ogni giorno i figli di Dio, fino a tanto che in loro sia formato nella sua piena maturità Gesù Cristo, mio Figlio". Sant'Agostino, superando se stesso e quanto ho appena detto, scrive che tutti i veri fedeli, per essere conformi all'immagine del Figlio di Dio, sono in questo mondo nascosti nel grembo della Santa Vergine, dove vengono custoditi, nutriti, curati e fatti crescere da questa buona Madre, fino al momento di darli alla luce nella gloria, dopo la morte, che è esattamente il giorno della loro nascita, come la Chiesa chiama la morte dei giusti. O mistero di grazia, sconosciuto a chi non ha fede e poco conosciuto anche dai credenti!

34. Dio Spirito Santo vuole formarsi degli eletti in lei e per mezzo di lei e le dice: "Metti radici nei miei eletti". Mia amatissima e mia Sposa, metti la radice di tutte le tue virtù nei miei eletti, perché crescano di virtù in virtù, di grazia in grazia. Io ho preso tanto diletto in te quando vivevi sulla terra, nella pratica delle virtù più sublimi, che io desidero trovarti ancora sulla terra, senza per questo lasciare il cielo. Perciò ti devi riprodurre nei miei eletti: che io possa vedere in essi con piacere le radici della tua fede incrollabile, della profonda umiltà, della mortificazione universale, dell'orazione sublime, della carità ardente, della ferma speranza e di tutte le tue virtù. Tu rimani sempre la mia Sposa, fedele, pura e feconda più che mai: la tua fede mi dia fedeli, la tua purezza vergini, la tua fecondità eletti e templi di Dio.

35. Quando Maria ha messo le sue radici in un'anima, vi produce meraviglie di grazia, come lei sola può fare, poiché lei sola è la Vergine feconda, che non ha mai avuto, né mai avrà chi le somigli in purezza e fecondità. Maria ha prodotto, con lo Spirito Santo, la più grande opera che mai sia stata e potrà essere: un Dio-Uomo, per conseguenza sarà lei a realizzare le più grandi meraviglie che avverranno negli ultimi tempi. A lei è riservata la formazione e l'educazione dei grandi santi che vivranno verso la fine del mondo, non c'è che questa Vergine singolare e miracolosa che possa produrre, in unione con lo Spirito Santo, le imprese singolari e straordinarie.

36. Quando lo Spirito Santo, suo Sposo, l'ha trovata in un'anima, vi vola e vi entra con pienezza, si comunica a quest'anima con abbondanza e nella misura in cui trova spazio la sua Sposa. Uno dei principali motivi per cui lo Spirito Santo oggi non compie meraviglie clamorose nelle anime, è che non vi trova un'unione abbastanza forte con la sua fedele e indissolubile Sposa. Dico indissolubile Sposa, perché da quando questo Amore sostanziale del Padre e del Figlio ha sposato Maria per generare Gesù Cristo, capo degli eletti, e per riprodurre Gesù Cristo negli eletti, non l'ha mai abbandonata, perché ella è stata sempre fedele e disponibile.

Prima conseguenza: Maria è la Regina dei cuori

37. Da quanto ho detto bisogna trarre qualche conclusione evidente. Anzitutto, che Maria ha ricevuto da Dio un grande potere sulle anime degli eletti. Ella infatti non potrebbe porre in essi la sua dimora, come Dio Padre le ha comandato di fare, non potrebbe formarli, nutrirli, darli alla luce della vita eterna come loro madre, averli come sua parte ed eredità, formarli in Gesù Cristo e Gesù Cristo in loro, mettere nei loro cuori le radici delle sue virtù, essere la compagna indissolubile dello Spirito Santo per ogni opera di grazia... Non potrebbe - dico - fare tutto ciò, se non avesse diritto e potere sulle loro anime, per una speciale grazia dell'Altissimo, il quale, avendole dato potere sul proprio Figlio unico e naturale, glielo ha dato pure suoi figli adottivi, e non solo sul corpo - che sarebbe poca cosa - ma anche sull'anima.

38. Maria è la regina del cielo e della terra per grazia, come Gesù ne è il re per natura e per conquista. Ora, poiché il regno di Gesù Cristo è anzitutto un fatto interiore e si realizza nel cuore, come è scritto: "Il regno di Dio è dentro di voi", allo stesso modo il regno della Santa Vergine è principalmente nell'interiore dell'uomo, cioè nell'anima, ed è soprattutto nelle anime che ella viene maggiormente glorificata, insieme al Figlio suo, più che in tutte le manifestazioni esteriori; per questo la Possiamo chiamare con i santi Regina dei cuori.

Seconda conseguenza: Maria è necessaria agli uomini per conseguire l'ultimo fine

39.In secondo luogo bisogna concludere che la santissima Vergine è necessaria a Dio, di una necessità che viene detta ipotetica, cioè perché così egli ha voluto; ma è ancora più necessaria agli uomini per raggiungere il loro ultimo fine. Non si può quindi mettere sullo stesso piano la devozione alla Santa Vergine e le devozioni agli altri santi, come se non fosse più necessaria di queste, o fosse solo un sovrappiù.

1) La devozione alla Vergine è necessaria ad ogni uomo per salvarsi

40. Il dotto e pio Suarez, della Compagnia di Gesù, il sapiente e devoto Giusto Lipsio, professore a Lovanio, e molti altri, hanno dimostrato chiaramente che la devozione alla Santa Vergine è necessaria per la salvezza; hanno portato prove attinte dai Padri, come sant'Agostino, sant'Efrem, diacono di Odessa, san Cirillo di Gerusalemme, san Germano di Costantinopoli, san Giovanni di Damasco, sant'Anselmo, san Bernardo, san Bernardino, san Tommaso, san Bonaventura; così - al dire dello stesso Ecolampadio e di alcuni ; altri eretici - il non avere stima e amore per la Vergine Santa, è un segno infallibile di incredulità, mentre al contrario è una prova sicura di autenticità nella fede, l'essere veramente e interamente a lei consacrati o devoti.

41. Le figure e i testi dell'Antico e del Nuovo Testamento lo provano, gli insegnamenti e gli esempi dei santi lo confermano, la ragione e l'esperienza lo insegnano e lo dimostrano, il demonio stesso e i suoi seguaci, spinti dalla forza della verità, spesso furono costretti, loro malgrado, a riconoscerlo. Di tutti i passi dei santi Padri e Dottori, di cui ho fatto un'ampia raccolta per provare questa verità, ne riporto uno solo, per non essere troppo lungo. Dice san Giovanni di Damasco: "Esserti devoti o Vergine Santa, è un'arma di salvezza che Dio ci dà perché ci vuole salvi".

42. Potrei qui riferire parecchi fatti che provano la stessa cosa. Ne riporto due. Quello raccontato nei Fioretti di san Francesco, quando in estasi vide una grande scala che portava in cielo; in cima ad essa vi era la Vergine Santa e gli fu indicato che per arrivare al cielo bisognava salire per quella scala. E quello riferito nelle cronache di san Domenico. Il Santo stava predicando il Rosario presso Carcassonne, quando incontrò un infelice eretico, la cui anima era posseduta da quindicimila demoni; questi furono costretti, su comando della Santa Vergine, ad ammettere - a propria confusione - molte grandi e consolanti verità circa la devozione verso di lei; e lo fecero con tanta efficacia e chiarezza che, anche chi non è molto devoto della Vergine Santa, non può leggere senza versare lacrime di gioia questo racconto autentico e l'elogio che il demonio dovette fare, suo malgrado, della devozione alla Vergine Santa.

2) La devozione alla S. Vergine è ancor più necessaria a coloro che sono chiamati a una speciale perfezione

43. Se la devozione alla Vergine Santa è necessaria a tutti semplicemente per salvarsi, lo è ancora di più per coloro che sono chiamati a una speciale perfezione. Io non credo che una persona possa raggiungere un'intima unione con Gesù Cristo Signore e una perfetta fedeltà allo Spirito Santo, senza una grande unione con la Vergine Santa e senza farsi profondamente aiutare da lei.

44. E' solo Maria che ha trovato grazia presso Dio senza l'aiuto di nessun'altra semplice creatura. Dopo di lei, coloro che hanno trovato grazia presso Dio, l'hanno trovata unicamente per mezzo di lei. E quanti verranno in futuro, la troveranno ancora soltanto per mezzo di lei. Maria era piena di grazia quando ricevette il saluto dell'arcangelo Gabriele e ne fu ricolmata con sovrabbondanza dallo Spirito Santo quando la coprì della sua ombra ineffabile. Poi crebbe talmente di giorno in giorno e di momento in momento in quella duplice pienezza, da raggiungere un punto di grazia sconfinato e inimmaginabile. E così l'Altissimo l'ha costituita unica tesoriera delle sue ricchezze e sola dispensatrice delle sue grazie, in modo da magnificare, elevare e arricchire chi ella vuole, facendoli entrare nella via stretta del cielo e passare ad ogni costo per la porta stretta della vita, donando a chi vuole il trono, lo scettro e la corona regale. Gesù è ovunque e sempre il frutto e il Figlio di Maria; e Maria è ovunque il vero albero che porta il frutto di vita e la vera madre che lo produce. 

45. E' soltanto a Maria che Dio ha dato le chiavi delle stanze del divino amore; a lei ha dato il potere di entrare nelle vie più sublimi e segrete della perfezione e di farvi entrare altri. E' Maria la sola che apre l'entrata del paradiso terrestre ai miseri figli di Eva, l'infedele, perché possano passeggiare piacevolmente con Dio, trovare sicuro riparo dai nemici, nutrirsi di delizie e - senza più temere la morte - del frutto degli alberi di vita e della scienza del bene e del male, bere a grandi sorsi le acque celesti di questa bella fontana che zampilla con abbondanza. Anzi, è lei stessa questo paradiso terrestre, questa terra vergine e benedetta, da cui Adamo ed Eva peccatori furono scacciati; ed ella vi lascia entrare solo quelli e quelle che vuole condurre a santità.

46. Tutti "i più ricchi del popolo - per servirmi dell'espressione dello Spirito Santo e della spiegazione di san Bernardo - cercano il tuo volto" di secolo in secolo e specialmente alla fine del mondo; cioè i più grandi santi, le anime più ricche di grazia e di virtù, saranno i più assidui nel pregare la Vergine Santa e a tenerla sempre davanti agli occhi come loro modello perfetto da imitare e loro potente aiuto per sostenerli.

3) La devozione alla Vergine sarà specialmente necessaria negli ultimi tempi

47. Ho detto che questo accadrà in modo particolare alla fine del mondo, e anzi presto, poiché l'Altissimo e la sua santa Madre devono formare dei grandi santi, i quali saranno così eccelsi in santità da superare la gran parte degli altri santi, come i cedri del Libano superano i piccoli arbusti. Così è stato rivelato a una santa persona, di cui il De Renty ha scritto la vita.

48. Queste grandi anime, piene di grazia e di zelo, saranno scelte per far fronte ai nemici di Dio, che fremeranno da ogni parte; esse saranno in modo speciale devote della Santa Vergine, rischiarate dalla sua luce, nutrite dal suo latte, guidate dal suo spirito, sostenute dal suo braccio, protette dal suo aiuto, in modo da poter combattere con una mano e costruire con l'altra. Con una mano combatteranno, rovesceranno, schiacceranno gli eretici con le loro eresie, gli scismatici con le loro divisioni, gli idolatri con i loro idoli, i peccatori con le loro empietà; con l'altra mano costruiranno il tempio del vero Salomone e la mistica città di Dio, cioè la Santa Vergine, chiamata dai santi Padri tempio di Salomone e città di Dio. Con le parole e l'esempio, condurranno tutti alla sua autentica devozione e ciò procurerà loro molti ma porterà loro anche molte vittorie e tanta gloria per Dio solo. E' ciò che Dio ha rivelato a san Vincenzo Ferreri, grande apostolo del suo secolo, come egli ha fatto capire in uno dei suoi scritti. E' quanto sembra aver predetto lo Spirito Santo nel Salmo 58; ecco i termini: "Sappiano che Dio domina in Giacobbe, fino ai confini della terra. Ritornano a sera e ringhiano come cani, per la città si aggirano, vagando in cerca di cibo". Questa città, intorno a cui si aggirano gli uomini alla fine del mondo per convertirsi e saziare la loro fame di giustizia, è la Vergine Santa, chiamata dallo Spirito Santo città e cittadella di Dio.







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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29/01/2016 10:26
 
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3. DIO RISERVA A MARIA UN COMPITO SPECIALE NEGLI ULTIMI TEMPI

49. E' per mezzo di Maria che ha avuto inizio la salvezza del mondo ed è per mezzo di Maria che deve essere portata a compimento. Maria non è quasi apparsa durante la prima venuta di Gesù Cristo, affinché gli uomini - ancora poco istruiti e illuminati sulla persona del suo Figlio - non si allontanassero dalla verità, attaccandosi a lei in modo troppo forte, o grossolano; ciò che sarebbe potuto accadere se ella fosse stata conosciuta nelle meravigliose attrattive di cui l'Altissimo l'aveva ornata, anche nell'aspetto esteriore. Questo è talmente vero che san Dionigi l'Areopagita ci ha lasciato scritto che quando la vide l'avrebbe presa per una divinità, a causa delle misteriose attrattive e della sua bellezza senza pari, se la fede - nella quale era ben fermo - non gli avesse insegnato il contrario. Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, affinché per mezzo suo sia conosciuto, amato e servito Gesù Cristo. Ora infatti non sussistono più le ragioni che avevano determinato lo Spirito Santo a nascondere la sua Sposa durante la sua vita e a non rivelarla molto durante la prima predicazione del Vangelo.

Maria sarà rivelata

50. Dio vuole dunque rivelare e far conoscere Maria, il capolavoro delle sue mani, in questi ultimi tempi:

1. Perché era rimasta nascosta durante la sua vita terrena, ponendosi più in basso della polvere a causa della sua profonda umiltà, avendo ottenuto da Dio, dagli Apostoli ed Evangelisti di non essere fatta conoscere.

2. Perché essendo il capolavoro delle mani di Dio, sia qui in terra per la sua grazia, sia in cielo per la sua gloria, egli vuole esserne glorificato e lodato dalle creature sulla terra.

3. Essendo Maria l'aurora che precede e annuncia il Sole di giustizia, che è Gesù Cristo, deve essere svelata e conosciuta, perché lo sia Gesù Cristo.

4. Maria è la via per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, ella lo sarà ancora quando verrà la seconda, benché non nello stesso modo.

5. Essendo il mezzo sicuro e la via diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovano perfettamente, è per mezzo di lei che le sante anime che devono brillare in santità lo devono trovare. Chi troverà Maria, troverà la vita, cioè Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita. Ma non si può trovare Maria, se non la si cerca; non la si può cercare se non si sa che esista: non si cerca e non si desidera una cosa sconosciuta. Bisogna dunque che Maria sia più conosciuta che mai, per una maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità.

6. Maria deve risplendere più che mai in questi ultimi tempi per misericordia, efficacia e grazia. In misericordia, per ricondurre e accogliere con amore i poveri peccatori e gli sbandati che si convertiranno e torneranno alla Chiesa cattolica; per efficacia, nei confronti dei nemici di Dio, i non credenti, gli eretici, gli islamici, gli ebrei, gli atei induriti, che reagiranno fortemente, con promesse e con minacce, per sedurre e traviare tutti quelli che saranno loro contrari; e infine deve risplendere per grazia, animando e sostenendo i valorosi soldati e i fedeli servitori di Gesù Cristo, mentre combatteranno per il vangelo.

7. Maria infine deve risultare terribile contro il demonio e i suoi seguaci, "terribile come schiere a vessilli spiegati", soprattutto in questi ultimi tempi; il demonio infatti sa che gli resta poco tempo, anzi meno che mai, per condurre le anime a perdizione; egli quindi raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e le sue lotte, e presto susciterà crudeli persecuzioni, provocherà terribili insidie ai fedeli servitori e ai veri figli di Maria, nei confronti dei quali si trova maggiormente in difficoltà.

Lotta di Maria contro Satana

51. E' soprattutto a queste ultime e crudeli persecuzioni del demonio, che andranno aumentando ogni giorno fino al regno dell'Anticristo, che deve riferirsi la prima e celebre profezia e maledizione di Dio, pronunciata nel paradiso terrestre contro il serpente. E' utile spiegarla qui, a gloria della Santa Vergine, per la salvezza dei suoi figli e la sconfitta del demonio. "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno".

52. Solo in questo caso Dio appare come autore di una inimicizia: irrimediabile, che durerà sempre, anzi che andrà aumentando fino alla fine. E' il contrasto tra Maria, sua degna Madre, e il demonio, tra i figli e servitori della Vergine Santa e i figli e seguaci di Lucifero, cosicché la più terribile nemica che Dio ha costituito contro il demonio è Maria, la sua Madre santa. Fin dal paradiso terrestre - benché fosse ancora solo nella sua mente - Dio le ha dato un tale odio contro questo suo maledetto nemico, una tale abilità nello smascherare la malizia di questo antico serpente, una tale forza per vincere, abbattere e schiacciare questo orgoglioso profanatore, che il demonio la teme non solo più di tutti gli angeli e gli uomini, ma in un certo senso più di Dio stesso. Certo, l'ira, l'odio e il potere di Dio sono infinitamente più grandi di quelli della Santa Vergine, poiché le perfezioni di Maria sono limitate; ma il demonio la teme anzitutto perché, essendo orgoglioso, gli brucia molto di più essere vinto e punito da una piccola e umile serva di Dio, la cui umiltà lo umilia più che il potere divino; e poi perché Dio ha dato a Maria un così grande potere contro i demoni, che questi molte volte e controvoglia sono stati costretti a riconoscere, per bocca degli indemoniati, di temere uno solo dei suoi sospiri in favore di un'anima, più delle preghiere di tutti i santi; di temere una sola delle sue minacce contro di essi, più che tutti gli altri loro tormenti.

53. Ciò che Lucifero ha perduto con l'orgoglio, Maria lo ha guadagnato con l'umiltà; ciò che Eva ha corrotto e perduto per disobbedienza, Maria l'ha salvato con l'obbedienza. Eva ha obbedito al serpente e ha mandato perduti tutti i suoi figli e se stessa, consegnandoli a lui; Maria si è resa totalmente fedele a Dio e ha salvato tutti i suoi figli e servitori e se stessa, consacrandoli alla sua Maestà.

54. Non soltanto Dio ha posto una inimicizia, ma delle inimicizie, non soltanto tra Maria e il demonio, ma tra la stirpe della Santa Vergine e la stirpe del demonio. Dio ha posto delle inimicizie, delle antipatie, delle opposizioni profonde tra gli autentici figli e servi della Vergine Santa e coloro che sono figli e schiavi del demonio; non si possono amare tra loro, non ci può essere intesa degli uni con gli altri. I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo (che sono la stessa cosa) hanno sempre finora perseguitato, e sempre più perseguiteranno quelli e quelle che appartengono alla Santa Vergine, come in passato Caino ha perseguitato suo fratello Abele, ed Esaù suo fratello Giacobbe, che sono le figure dei falsi credenti e dei veri credenti.
Ma l'umile Maria riporterà sempre vittoria su questo orgoglioso: una vittoria così grande che arriverà a schiacciargli la testa, dove risiede il suo orgoglio; ella saprà sempre smascherare la sua malizia di serpente, sventarne le insidie infernali, dissiparne i diabolici progetti e saprà difendere fino alla fine dei tempi i suoi fedeli devoti dalla sua zampata crudele. Ma il potere di Maria su tutti i demoni si rivelerà specialmente negli ultimi tempi, quando Satana tenderà insidie al suo calcagno, cioè agli umili schiavi e ai devoti figli che ella susciterà per fargli guerra. Essi saranno piccoli e poveri secondo il mondo, in basso davanti a tutti come il calcagno, calpestati e maltrattati come lo è il calcagno rispetto alle altre membra del corpo; ma in cambio essi saranno ricchi nella grazia di Dio, che Maria comunicherà loro con abbondanza, grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori ad ogni altra creatura per il loro zelo coraggioso e saranno così fortemente sostenuti dall'aiuto divino che con l'umiltà del loro calcagno e in unione a Maria schiacceranno il capo al demonio e faranno trionfare Gesù Cristo.

Gli apostoli negli ultimi tempi

55. Infine Dio vuole che la sua Madre santa sia oggi più conosciuta, più amata, più onorata che non lo fosse in passato. Ciò avverrà di sicuro se i veri credenti sapranno entrare, con la grazia e la luce dello Spirito Santo, in quella devozione interiore e perfetta che spiegherò loro in seguito. Allora vedranno chiaramente, nella misura consentita dalla fede, questa splendida stella del mare e - guidati da lei - arriveranno al porto sicuro, nonostante i pericoli delle tempeste e dei pirati; conosceranno gli splendori di questa regina e si metteranno totalmente al suo servizio, come suoi sudditi e schiavi d'amore; gusteranno le sue dolcezze e bontà materne, l'ameranno teneramente come suoi figli prediletti, scopriranno le misericordie di cui è ricolma e i bisogni che essi hanno del suo aiuto; a lei ricorreranno in ogni cosa, come alla loro cara avvocata e mediatrice presso Gesù Cristo; saranno convinti che ella è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo e si affideranno a lei corpo e anima, senza riserva, per appartenere in questo modo a Gesù Cristo.

56. Ma chi saranno questi servitori schiavi e figli di Maria? Saranno fuoco che brucia, ministri del Signore che porteranno ovunque il fuoco dell'amore divino. Saranno "come frecce in mano a un eroe", frecce acute nelle mani della potente Maria per colpire i suoi nemici. Saranno figli di Levi, ben purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio, i quali porteranno l'oro dell'amore nel cuore, l'incenso della preghiera nello Spirito e la mirra della mortificazione nel corpo e saranno ovunque il buon odore di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre risulteranno odore di morte per i grandi, i ricchi e gli orgogliosi del mondo. 

57. Saranno nubi tonanti e nuvole volanti nell'aria al più piccolo soffio dello Spirito Santo; senza attaccarsi a nulla, senza attaccarsi, senza meravigliarsi di nulla, senza mettersi in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna; tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il demonio e i suoi seguaci, trafiggeranno da parte a parte, per la vita e per la morte, con la spada a due tagli della parola di Dio, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell'Altissimo.


58. Saranno dei veri apostoli degli ultimi tempi, ai quali il Signore dei forti darà la parola e il vigore per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici; riposeranno senza oro né argento e soprattutto senza preoccupazione, tra gli altri preti, religiosi e chierici; e tuttavia avranno le ali argentate della colomba, per volare al solo scopo di cercare la gloria di Dio e la salvezza delle anime, dove lo Spirito Santo li chiamerà; e nei luoghi dove avranno predicato, lasceranno dietro di essi unicamente l'oro della carità, che è il compimento di tutta la legge.


59. Infine dobbiamo sapere che saranno dei veri discepoli di Gesù Cristo, che camminano sulle orme della sua povertà, dell'umiltà, del disprezzo del mondo e della carità, insegnando la via stretta di Dio nella pura verità, seguendo il santo vangelo e non le massime del mondo, senza vivere in ansia né avere soggezione per nessuno, senza risparmiare, o farsi condizionare, o temere nessun mortale per potente che sia. Avranno nella loro bocca la spada a due tagli della parola di Dio; sulle loro spalle porteranno lo stendardo della Croce, segnato dal sangue, il crocifisso nella mano destra e la corona del Rosario nella sinistra, sul loro cuore i santi nomi di Gesù e di Maria, e in tutta la loro condotta si ispireranno alla semplicità e alla mortificazione di Gesù Cristo. Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria farà sorgere per ordine dell'Altissimo, per estendere il suo impero su quello dei non credenti, dei pagani, dei musulmani. Ma quando e come avverrà questo? Dio solo lo sa, noi dobbiamo tacere, pregare, desiderare e attendere: "Ho sperato, ho sperato nel Signore"




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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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29/01/2016 11:15
 
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Capitolo II

VERITA' FONDAMENTALI DELLA DEVOZIONE A MARIA

60. Avendo fin qui detto qualcosa circa la necessità della devozione alla Santa Vergine, bisogna ora spiegare in che cosa essa consista; lo farò, con l'aiuto di Dio dopo aver esposto alcune verità fondamentali, che serviranno a illuminare questa grande e solida forma di devozione che desidero far conoscere.

1. GESU' CRISTO E' IL FINE ULTIMO DELLA DEVOZIONE A MARIA

61. PRIMA VERITÀ: Gesù Cristo nostro Salvatore, vero Dio e vero Uomo, deve essere il fine ultimo di tutte le nostre devozioni, altrimenti esse sarebbero false e ingannevoli. Gesù Cristo è l'alfa e l'omega, l'inizio e la fine di tutte le cose. Noi non lavoriamo - dice l'Apostolo - che per rendere ogni uomo perfetto in Gesù Cristo, poiché è in lui solo che abita tutta la pienezza della Divinità e tutte le altre pienezze di grazie, di virtù e di perfezioni; è solo in lui che noi siamo stati benedetti con ogni benedizione spirituale; egli è il nostro unico maestro che ci insegna, il nostro unico Signore dal quale noi dobbiamo dipendere, il nostro unico capo al quale noi dobbiamo rimanere uniti, il nostro unico modello al quale ci dobbiamo conformare, l'unico medico che ci può guarire, l'unico pastore che ci può nutrire, l'unica via che ci guida, l'unica verità che dobbiamo credere, l'unica vita che ci fa vivere, è il nostro unico tutto che in ogni cosa ci deve bastare. Non è stato dato altro nome sotto il cielo, se non il nome di Gesù, dal quale noi possiamo essere salvati.
Dio non ci ha dato altro fondamento per la nostra salvezza, perfezione e gloria se non Gesù Cristo: ogni edificio che non sia fondato su questa solida pietra è fondato sulla sabbia mobile e presto o tardi infallibilmente cadrà.
Ogni fedele che non è unito a lui come un tralcio al tronco della vite cadrà, seccherà e non sarà utile che per essere gettato sul fuoco. Se noi siamo in Gesù Cristo e Gesù Cristo è in noi, non dobbiamo temere alcuna dannazione; né gli angeli in cielo, né gli uomini sulla terra, né i demoni nell'inferno, né alcun'altra creatura può farci del male, perché nulla ci può separare dalla carità di Dio che è in Gesù Cristo. Per mezzo di Gesù Cristo, con Gesù Cristo, in Gesù Cristo noi possiamo tutto: dobbiamo rendere ogni onore e gloria al Padre, nell'unità dello Spirito Santo, rendere perfetti noi stessi ed essere il buon odore di vita eterna per il nostro prossimo.

62. Se dunque voglio promuovere una solida devozione alla Santa Vergine, non è che per promuovere in modo più perfetto quella di Gesù Cristo e per indicare un mezzo facile e sicuro per trovare Gesù Cristo. Se la devozione alla Santa Vergine allontanasse da Gesù Cristo, bisognerebbe rigettarla come una illusione del demonio; ma è proprio il contrario, come ho già dimostrato e come dirò ancora tra poco: questa devozione ci è necessaria per trovare Gesù Cristo in modo perfetto, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente.

63. Mi rivolgo qui un momento verso di te, o mio amabile Gesù, per lamentarmi amorevolmente davanti alla tua divina Maestà del fatto che la maggior parte dei cristiani, anche i più illuminati, non conosce il legame necessario che c'è tra te e la tua santa Madre: Tu, o Signore, sei sempre con Maria, e Maria è sempre con te e non può stare senza di te, altrimenti cesserebbe di essere quello che è; ella è talmente trasformata in te dalla grazia, che non vive più, che non esiste più; sei tu solo, o mio Gesù, che vivi e regni in lei, più perfettamente che in tutti gli angeli e i beati. Ah! se si conoscesse la gloria e l'amore che tu ricevi in questa meravigliosa creatura, si avrebbero ben altri sentimenti per te e per lei. Ella è così intimamente unita a te, che si potrebbe più facilmente separare la luce dal sole, o il calore dal fuoco; dico di più, si potrebbero separare da te tutti gli angeli e i santi, piuttosto che la divina Maria: perché ella ti ama più ardentemente e ti dà gloria più perfettamente di tutte le altre tue creature prese insieme.

64. Detto questo, o mio amabile Maestro, non è incredibile e doloroso costatare l'ignoranza e le tenebre di tante persone nei confronti della tua santa Madre? Non parlo tanto dei non credenti, o dei pagani, che non ti conoscono e non si curano di conoscere lei; non parlo neppure degli eretici e degli scismatici, che non cercano di essere devoti della tua santa Madre, essendosi separati da te e dalla tua santa Chiesa; parlo invece proprio dei cristiani cattolici, e anche di coloro che tra i cattolici sono dei maestri, che fanno professione di insegnare agli altri le verità ma che non conoscono né te, ne la tua santa Madre, se non in modo teorico, arido, sterile e indifferente. Questi Signori parlano solo raramente della tua santa Madre e della devozione che le si deve, perché temono - dicono - che se ne abusi, che si renda offesa a te, onorando troppo la tua santa Madre.
Se vedono o sentono qualche devoto della Santa Vergine parlare con insistenza della devozione a questa buona Madre, e parlarne con un accento tenero, deciso e persuasivo, come di un mezzo sicuro senza illusioni, di un cammino breve senza pericoli, di una via immacolata senza imperfezioni e di un segreto meraviglioso per trovare te e amarti perfettamente, essi gli gridano contro e gli presentano mille false ragioni per provargli che non bisogna parlare troppo della Vergine Santa, che ci sono gravi esagerazioni in questa devozione e che bisogna impegnarsi ad estirparle, che bisogna parlare di te, piuttosto che portare la gente verso la devozione alla Santa Vergine, che è già amata abbastanza. Qualche volta li si intende parlare della devozione alla tua santa Madre, non per diffonderla e promuoverla, ma per contrastare gli abusi che se ne fanno, mentre questi signori non nutrono una sentita fede, né una devozione tenera per te, poiché non ne hanno per Maria e considerano il Rosario, lo scapolare, la corona, come devozioni da donnette, buone per gli ignoranti, non necessarie per salvarsi; se poi capita loro di incontrare qualche devoto della Vergine Santa, che ha l'abitudine di recitare il Rosario, o è impegnato in qualche altra pratica di devozione mariana, sono capaci di cambiargli in fretta l'atteggiamento e il cuore; invece del Rosario, gli consiglieranno di recitare i sette Salmi; invece della devozione alla Santa Vergine, lo esorteranno alla devozione per Gesù Cristo. O mio amabile Gesù, queste persone hanno forse il tuo spirito? Ti fanno piacere quando agiscono in questo modo? Ti può piacere lo sforzo di non piacere alla tua santa Madre, pensando che questo ti dispiaccia? La devozione alla tua santa Madre impedisce forse quella verso di te? Conserva ella forse per se l'onore che le si rende? Oppure fa parte a se? E' forse un'estranea, in nessun modo legata a te? Ti dispiace se si cerca di piacere a lei? E il donarsi a lei e amarla è forse un separarsi, o un allontanarsi dal tuo amore?

65. Eppure, mio amabile Maestro, se ciò che ho detto risulta vero, la maggior parte degli intellettuali, a punizione del proprio orgoglio, non saprebbe far di più per allontanare dalla devozione alla tua santa Madre, o per condurre all'indifferenza verso di essa. Difendimi, Signore, difendimi da questo loro sentire e agire; dammi invece un po' di quei sentimenti di riconoscenza, di stima, di rispetto e di amore che tu nutri verso la tua santa Madre, affinché io possa maggiormente amare e glorificare te, imitandoti e seguendoti da vicino.

66. Come se finora non avessi detto nulla in onore della tua santa Madre, fammi la grazia di lodarla degnamente, nonostante tutti i suoi nemici, che sono anche i tuoi, ai quali io voglio dire ad alta voce con i santi: "Non presuma di ottenere misericordia da Dio chi offende la sua santa Madre".

67. Per ottenere dalla tua misericordia un'autentica devozione alla tua santa Madre e per diffonderla su tutta la terra, fa che io ti ami ardentemente e accogli per questo l'ardente supplica che ti voglio fare, con sant'Agostino e con i tuoi veri amici."Tu sei, o Cristo, il mio padre santo, il mio Dio pieno di misericordia, il mio re infinitamente grande, tu sei il mio pastore amorevole, il mio unico maestro, il mio aiuto pieno di bontà, il mio amato, di bellezza somma, il mio pane Vivo, il mio eterno sacerdote, sei la mia guida verso la patria, la mia vera luce, la mia dolcezza tutta santa, la Via del mio ritorno; sei la sapienza che brilla per il suo splendore, la semplicità pura, la mia pace serena; sei tutta la mia protezione, la mia preziosa eredità, la mia salvezza eterna. O Gesù Cristo, mio Signore, perché in tutta la mia vita ho amato, desiderato altro diverso da te, Gesù mio Dio? Dov'ero quando non pensavo a te? Ah! almeno a partire da ora, che il mio cuore non abbia altri desideri, altri ardori che per il Signore Gesù; che non si dilati che per amare lui solo. Desideri dell'anima mia, correte; e già abbastanza tardi; affrettatevi a raggiungere lo scopo al quale aspirate, cercate davvero colui che cercate. O Gesù, anatema sia chi non ti ama! Sia pieno di amarezza chi non ti ama!
O dolce Gesù, sii l'amore, la delizia e l'ammirazione di ogni cuore degnamente consacrato alla tua gloria. Dio del mio cuore, mia eredità, divino Gesù, il mio cuore sprofondi nel tuo santo svenimento; sii tu stesso la vita mia; che nella mia anima s'accenda il carbone bruciante del tuo amore e che avvampi un incendio tutto divino; possa bruciare senza tregua sull'altare del mio cuore e incendiare il mio essere fino in fondo; possa consumare l'intimo dell'anima mia; e infine, nel giorno della mia morte, possa comparirti davanti tutto consumato nel tuo amore. Amen."Ho voluto trascrivere questa meravigliosa preghiera di sant'Agostino perché la si ripeta tutti i giorni per chiedere l'amore di Gesù, che noi cerchiamo per mezzo della divina Maria.

2. APPARTENIAMO A GESU' CRISTO E A MARIA

68. SECONDA VERITÀ: Da ciò che Gesù è nei nostri riguardi, bisogna concludere che noi non ci apparteniamo, come dice l'Apostolo, ma siano totalmente suoi, come suoi membri e suoi schiavi, che egli ha riscattato a caro prezzo, versando tutto il suo sangue. Prima del battesimo noi eravamo del demonio, come schiavi suoi; il battesimo ci ha reso veramente schiavi di Gesù Cristo, i quali non devono vivere, né lavorare, né morire che per portare frutto per questo Dio Uomo, per glorificarlo nel nostro corpo e farlo regnare nell'anima nostra: noi siamo sua conquista, popolo acquistato e sua eredità. E' per lo stesso motivo che lo Spirito Santo ci paragona:
1°. ad alberi piantati lungo le acque della grazia, nel campo della Chiesa, che a suo tempo devono dare i loro frutti;
2°. ai tralci di una vite, di cui Gesù Cristo è il tronco, che devono maturare una buona uva;
3°. a un gregge, di cui Gesù Cristo è il pastore che deve moltiplicarsi e dare latte;
4°. a una fertile terra, di cui Dio è l'agricoltore e nella quale il seme si moltiplica e produce il trenta, il sessanta o il cento per uno. Gesù Cristo ha maledetto il fico sterile e ha condannato il servo inutile, che non aveva fatto fruttificare il suo talento.
Questo dimostra che Gesù Cristo desidera avere frutti dalle nostre deboli persone; vuole vedere le opere buone, perché queste gli appartengono in modo esclusivo: "Creati in Gesù Cristo per le buone opere". Queste parole dello Spirito Santo mostrano che Gesù Cristo è l'unico principio e deve essere l'unico fine di tutte le nostre buone opere e che noi lo dobbiamo servire, non solo come dei servi salariati, ma come schiavi d'amore. Ora mi spiego. 

69. Vi sono due modi, quaggiù, di appartenere a un altro e di dipendere dalla sua autorità: la semplice servitù e la schiavitù; ciò che noi chiamiamo servo e schiavo. Con la servitù, diffusa tra i cristiani, un uomo si impegna a servirne un altro durante un certo tempo, con un salario o una ricompensa. Con la schiavitù, un uomo è totalmente dipendente da un altro per tutta la vita e deve servire il suo padrone senza esigere alcun salario ne ricompensa, come se fosse una delle sue bestie sulla quale si ha diritto di vita e di morte.

70. Vi sono tre specie di schiavitù: la schiavitù di natura, la schiavitù forzata e la schiavitù volontaria. Tutte le creature sono schiave di Dio nel primo modo: "Del signore è la terra e quanto contiene"; i demoni e i dannati lo sono nel secondo modo; i giusti e i santi lo sono nel terzo modo. La schiavitù volontaria è la più perfetta e rende maggior gloria a Dio: essa riguarda il cuore, esige il cuore e si riferisce al Dio del cuore, o della volontà d'amore; con questa schiavitù si compie la scelta di Dio e del suo servizio, al di sopra di ogni cosa, anche quando la natura non lo esige.

71. C'è una fondamentale differenza tra un servo e uno schiavo. 1° Un servo non dà al suo padrone tutto ciò che egli è o che ha, o tutto ciò che può acquisire da altri o da se stesso; lo schiavo invece dà al suo padrone tutto se stesso, tutto ciò che possiede e ciò che potrebbe acquisire, senza nessuna eccezione. 2° Il servo esige una paga per i servizi che rende al suo padrone; lo schiavo invece non può chiedere nulla, qualunque sia il suo impegno, l'importanza e la durezza del suo lavoro. 3° Il servo può abbandonare il suo padrone quando vuole, o almeno quando scade il tempo del servizio; lo schiavo invece non ha il diritto di lasciare il suo padrone quando vuole. 4° Il padrone del servo non ha su di lui nessun diritto di vita o di morte, in modo che se lo uccidesse come una delle sue bestie da lavoro commetterebbe un omicidio ingiusto; invece il padrone dello schiavo ha su di lui - per legge - diritto di vita e di morte, cosicché egli lo può vendere a chi vuole, o ucciderlo, come farebbe - passi il paragone - con il suo cavallo. 5° Infine, il servo non è a servizio del suo padrone che per un tempo determinato, mentre lo schiavo lo è per sempre.

72. Non c'è nulla tra gli uomini che ci faccia appartenere a un altro più della schiavitù; allo stesso modo tra i cristiani non c'è nulla che ci faccia appartenere più completamente a Gesù Cristo e alla sua santa Madre che la schiavitù volontaria, secondo l'esempio di Gesù Cristo stesso, che ha preso "la condizione di schiavo" per nostro amore, e della Vergine Santa, la quale si è dichiarata serva e schiava del Signore. L'Apostolo si onora del titolo di "servo di Cristo". Nella Sacra Scrittura i cristiani sono spesso chiamati servi di Cristo. Il termine di servo, secondo la giusta osservazione di un dotto, un tempo significava schiavo, non essendoci ancora dei servi come sono intesi oggi; i padroni erano serviti solo da schiavi, o da liberti. Il Catechismo del santo Concilio di Trento, per non lasciarci alcun dubbio di essere schiavi di Gesù Cristo, si esprime con un termine che non può essere equivoco e ci chiama mancipia Christi, schiavi di Gesù Cristo.

73. Detto questo, affermo che dobbiamo appartenere a Gesù Cristo e servirlo non solo come dei servitori pagati, ma come degli schiavi per amore, che si danno a causa di un grande amore e si dedicano a servirlo in qualità di schiavi, per il solo onore di appartenergli. Prima del battesimo noi eravamo schiavi del demonio; il battesimo ci ha reso schiavi di Gesù Cristo; per i cristiani è possibile essere: o schiavi del demonio, oppure schiavi di Gesù Cristo.

74. Ciò che affermo di Gesù Cristo in modo assoluto, lo dico della Vergine Santa in modo relativo, avendola Gesù Cristo scelta come compagna indissolubile della propria vita, morte, gloria e potere, in cielo e sulla terra; le ha così dato per grazia, relativamente alla sua Maestà, tutti i diritti e i privilegi che egli possiede per natura. Dicono i santi: "Tutto ciò che Conviene a Dio per natura, Conviene a Maria per grazia". Dunque, secondo essi, non avendo i due che una medesima volontà e potere, hanno anche gli stessi sudditi, servitori e schiavi.

75. Secondo il pensiero dei santi e di molti Studiosi autorevoli, possiamo dirci e farci schiavi d'amore della Santa Vergine, al fine di esser in tal modo più perfettamente schiavi di Gesù Cristo. La Santa Vergine è il mezzo di cui il Signore si è servito per venire a noi; ed è anche il mezzo di cui noi ci dobbiamo servire per andare a lui; ella non è come le altre creature, che potrebbero allontanarci piuttosto che avvicinarci a Dio, se ci attacchiamo ad esse; invece la propensione più forte di Maria è di unirci a Gesù Cristo, suo Figlio; e la più forte inclinazione del Figlio è che si vada a lui per mezzo della sua santa Madre; e gli si fa onore e piacere, come lo si farebbe a un re, facendosi schiavo della regina per diventare più perfettamente suo suddito e schiavo. Per questo i santi Padri, e san Bonaventura dopo di essi, dicono che la Santa Vergine è la via per andare al Signore. 

76. Di più, se - come ho già detto - la Santa Vergine è la Regina e la Sovrana del cielo e della terra: "Ecco, tutto è sottomesso al volere di Dio, anche la Vergine; ecco, tutto è sottomesso al volere della Vergine, anche Dio", dicono sant'Anselmo, san Bernardo, san Bernardino, san Bonaventura, allora non ha ella forse tanti sudditi e schiavi quante sono le creature? E non è pensabile che tra tanti schiavi per forza, ve ne siano di quelli per amore, che per loro libera volontà scelgono Maria come loro sovrana, in qualità di schiavi? Se gli uomini e i demoni hanno i loro schiavi volontari, forse che Maria non potrebbe averne? Del resto un re considererebbe un onore il fatto che la regina, sua consorte, abbia degli schiavi sui quali avere diritto di vita e di morte, poiché l'onore e il potere dell'uno è l'onore e il potere dell'altra; e chi potrebbe credere che il Signore, come il migliore dei figli, abbia fatto parte di tutto il suo potere alla sua santa Madre e trovi poi strano che ella abbia degli schiavi? Ha egli meno rispetto e meno amore per sua Madre, che non Assuero per Ester e Salomone per Betsabea? Chi lo potrebbe pensare?

77. Ma dove mi conduce la penna? Perché mi fermo a provare una cosa cosi evidente? E poi, se non ci si vuole considerare schiavi della Vergine Santa, che importa? Ci si faccia e ci si dica schiavi di Gesù Cristo! Ma lo si è lo stesso della Vergine Santa, poiché Gesù è frutto e gloria di Maria. E' ciò che si realizza in modo perfetto con la devozione di cui parleremo tra poco.

3. DOBBIAMO LASCIARE LE NOSTRE CATTIVE TENDENZE

78. TERZA VERITÀ: Le nostre migliori azioni sono di solito macchiate e corrotte dal cattivo fondo che è in noi. Quando si mette dell'acqua limpida e pulita in un vaso che sa di cattivo, o del vino in una botte che è stata guastata da altro vino, l'acqua pulita e il vino buono vengono guastati e facilmente prendono un cattivo odore. Allo stesso modo quando Dio mette le sue grazie e rugiade celesti, o il vino delizioso del suo amore, nel vaso della nostra anima, guastata dal peccato originale e attuale, questi doni vengono di solito guastati e rovinati dal cattivo lievito e dal cattivo fondo che il peccato ha lasciato dentro di noi; le nostre azioni, anche quelle che riguardano le virtù più sublimi, ne risentono. E' dunque molto importante, per raggiungere la perfezione che si ottiene soltanto con l'unione a Gesù Cristo, saperci svuotare di ciò che vi è cattivo dentro di noi; altrimenti il Signore che è infinitamente puro e che non tollera per nulla la più piccola macchia dell'anima ci rigetterà da se e non si unirà a noi. 

79. Per vuotarci di noi stessi bisogna anzitutto conoscere bene - con la luce dello Spirito Santo - il nostro cattivo fondo, l'incapacità nostra di operare il bene utile alla salvezza, la nostra debolezza in ogni cosa, l'incostanza continua, l'indegnità alla grazia e la malvagità presente ovunque. Il peccato del primo padre ci ha tutti - quasi completamente - guastati, inaciditi, gonfiati e corrotti, come il lievito inacidisce, gonfia e corrompe la pasta dove è stato messo. I peccati attuali da noi commessi - mortali o veniali - anche se sono stati perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, la debolezza, l'incostanza e la corruzione, lasciando dei rifiuti nella nostra anima. I nostri corpi sono talmente corrotti da essere chiamati dallo Spirito Santo corpi di peccato, concepiti nel peccato, nutriti nel peccato e capaci di tutto; corpi soggetti a mille e mille malattie, che si corrompono ogni giorno più, capaci di generare solo scabbia, parassiti e corruzione. La nostra anima poi, unita al corpo, è diventata così carnale da essere chiamata carne: "Ogni carne aveva pervertito la sua condotta sulla terra". Abbiamo in eredità solo orgoglio, accecamento dello spirito, durezza del cuore, debolezza e incostanza dell'anima, concupiscenza, passioni in subbuglio e malattie del corpo. Siamo, per condizione di natura, più orgogliosi dei pavoni, più attaccati alla terra dei rospi, più brutti dei capri, più invidiosi dei serpenti, più ingordi dei porci, più collerici delle tigri, più pigri delle tartarughe, più deboli delle canne e più incostanti delle banderuole. Non abbiamo dentro di noi che il nulla e il peccato e non meritiamo altro che l'ira di Dio e l'inferno eterno.

80. Dopo ciò, dobbiamo meravigliarci se il Signore ha detto a colui che lo voleva seguire di rinunciare a se stesso e di odiare la propria anima; e che colui che amava la propria anima l'avrebbe perduta, e colui che la odiava l'avrebbe salvata? Questa infinita Sapienza, che non dà ordini senza un motivo, ci ordina di odiare noi stessi perché siamo grandemente degni di odio: nulla di più degno d'amore che Dio; nulla di più degno di odio che noi stessi.

81. Ancora: per vuotarci di noi stessi dobbiamo morire ogni giorno a noi stessi; bisogna cioè rinunciare alle operazioni delle potenze dell'anima, e dei sensi del corpo; dobbiamo vedere come se non vedessimo, ascoltare come se non ascoltassimo, usare le cose di questo mondo come se non le usassimo. E' ciò che san Paolo chiama morire ogni giorno: "Ogni giorno io affronto la morte". "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo"; rimane a terra e non produce nessun frutto buono. Se non moriamo a noi stessi, se le nostre devozioni più sante non ci conducono a questa morte necessaria e feconda, non porteremo frutto valido e le nostre devozioni rimarranno inutili, le nostre opere di giustizia saranno macchiate dall'amor proprio e dalla nostra volontà, e così Dio rifiuterà i più grandi sacrifici e le azioni migliori che noi possiamo compiere; alla nostra morte ci troveremo con le mani vuote di virtù e di meriti, privi di una sola scintilla di quel puro amore che viene comunicato alle anime che muoiono a se stesse e la cui vita è nascosta con Gesù Cristo in Dio.

82. Infine, dobbiamo scegliere tra tutte le devozioni alla Santa Vergine quella che maggiormente ci porta a questa morte a noi stessi, essendo questa la migliore e la più santificante; non dobbiamo credere che tutto ciò che luccica sia oro, che tutto ciò che è dolce sia miele, che tutto ciò che è facile da compiere e praticato dalla maggior parte sia più santificante. Come in natura vi sono dei segreti per realizzare in poco tempo, con poca spesa e con facilità, certe operazioni naturali, così vi sono dei segreti nell'ordine della grazia, per compiere in poco tempo, con dolcezza e facilità, le operazioni soprannaturali, come il vuotarsi di se stessi, il ricolmarsi di Dio e il diventare perfetti. La pratica di devozione che voglio rivelare è uno di questi segreti di grazia, sconosciuto alla maggior parte dei cristiani, conosciuto da pochi devoti e praticato e gustato da un piccolissimo numero. Per iniziare a scoprire questa pratica di devozione, ecco una quarta verità conseguente alla terza.

4. ABBIAMO BISOGNO DI UN MEDIATORE PRESSO LO STESSO MEDIATORE GESU' CRISTO

83. QUARTA VERITÀ: E' più perfetto perché più umile il non avvicinarsi a Dio da soli, senza un mediatore. La nostra condizione umana è così corrotta - come ho dimostrato - che se contiamo sui nostri sforzi, iniziative e disposizioni per arrivare a Dio e piacergli, è certo che tutte le nostre opere buone saranno macchiate, o di poco peso davanti a Dio per indurlo ad unirsi a noi ed esaudirci. Non è infatti senza motivo che Dio ci ha dato dei mediatori presso la sua Maestà: ha visto la nostra indegnità e incapacità e ha avuto pietà di noi; per permetterci di accedere alle sue misericordie ci ha provvisti di intercessori potenti presso la sua grandezza; trascurare questi mediatori e avvicinarci direttamente alla sua santità senza nessuna presentazione è mancare di umiltà e di rispetto verso Dio, così eccelso e santo; sarebbe dare meno attenzione a questo Re dei re, di quella che si usa dare a un re o ad un principe della terra, al quale non ameremmo avvicinarci senza un qualche amico che ci presenti.

84. Il Signore è nostro avvocato e mediatore di redenzione presso Dio Padre; è per mezzo di lui che noi dobbiamo pregare con tutta la Chiesa trionfante e militante; è per mezzo di lui che abbiamo accesso alla Maestà divina e non dobbiamo mai comparire davanti a lui se non sostenuti e rivestiti dei suoi meriti, come il piccolo Giacobbe rivestito dalle pelli dei capretti davanti a suo padre Isacco per ricevere la sua benedizione.

85. Ma non abbiamo forse bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso? La nostra purezza è abbastanza grande per unirci direttamente a lui e da soli? Non è egli forse Dio, in ogni cosa uguale al Padre e quindi il Santo dei santi, altrettanto degno di rispetto che il Padre suo? Se per infinito amore egli si è fatto nostro garante e mediatore presso Dio suo Padre, per placarlo e pagare ciò che noi gli dovevamo, bisogna per questo che gli dobbiamo meno rispetto e meno amore per la sua maestà e santità? Diciamo dunque arditamente con san Bernardo che abbiamo bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso e che la divina Maria è colei che è più capace di svolgere questo compito di carità; è per mezzo di lei che Gesù Cristo è venuto a noi ed è per mezzo di lei che noi dobbiamo andare a lui.
Se abbiamo timore di andare direttamente a Gesù Cristo Dio, a causa della sua infinita grandezza, o per la nostra pochezza, o a motivo dei nostri peccati, invochiamo con coraggio l'aiuto e l'intercessione di Maria nostra Madre: ella è buona e tenera, non c'è nulla in lei di austero e scostante, nulla di troppo alto e di troppo abbagliante; guardando lei, noi vediamo la nostra semplice natura. Ella non è il sole, che per la violenza dei suoi raggi potrebbe abbagliarci a causa della nostra debolezza; è invece bella e dolce come la luna, che riceve la luce dal sole e la tempera per renderla adatta alla nostra debole portata. E' così piena di carità che non rigetta nessuno di coloro che invocano la sua intercessione, anche se sono peccatori; dicono i santi: non si è mai sentito dire, da che mondo è mondo, che qualcuno sia ricorso alla Vergine Santa con fiducia e perseveranza e sia stato da lei rifiutato. Ella è così potente che mai le sue domande sono state rigettate; non ha che da presentarsi davanti al Figlio suo per pregarlo e subito egli accoglie ed esaudisce; egli viene sempre vinto amorevolmente dal suo seno, dal suo grembo e dalle preghiere della sua cara Madre. 

86. Tutto questo è tratto dagli scritti di san Bernardo e di san Bonaventura; secondo essi, noi abbiamo tre gradini da salire per andare a Dio: il primo, il più vicino a noi e più conforme alla nostra possibilità è Maria; il secondo è Gesù Cristo; il terzo è Dio Padre. Per andare a Gesù, bisogna andare a Maria, nostra mediatrice di intercessione; per andare all'eterno Padre, bisogna andare a Gesù, nostro mediatore di redenzione. Ora, mediante la pratica - di devozione che esporrò tra poco, è proprio questo l'ordine che si segue in modo perfetto.

5. CI RIESCE DIFFICILE CONSERVARE LA GRAZIA DI DIO

87. QUINTA VERITÀ: Vista la nostra debolezza e fragilità, è molto difficile per noi conservare le grazie e i tesori che abbiamo ricevuto da Dio:
1° . Perché conserviamo questo tesoro, che vale più del cielo e della terra, in vasi fragili di creta, cioè in un corpo corruttibile, in un'anima debole e incostante, che un nulla scuote e abbatte. 

88. 2°. Perché i demoni, che sono ladri astuti, ci vogliono sorprendere per derubarci e svaligiarci; essi spiano giorno e notte il momento favorevole; si aggirano di continuo attorno a noi per divorarci e toglierci in un attimo, per mezzo di un peccato, ciò che abbiamo potuto guadagnare in grazia e in meriti durante molti anni. La loro malizia ed esperienza, le loro astuzie e il loro numero ci devono far temere moltissimo questa sventura, visto che persone piene di grazie, molto ricche in virtù, più mature in esperienza e più elevate in santità, sono state sorprese, derubate e infelicemente saccheggiate
Ah! quanti cedri del Libano e stelle del firmamento si sono visti cadere miseramente e perdere in poco tempo la loro altezza e lo, splendore! Da dove viene questo strano cambiamento? Non è stata una mancanza di grazia, che non viene meno a nessuno, ma una mancanza dì umiltà; si sono creduti più forti e sicuri di quanto non fossero; si sono ritenuti capaci di custodire i loro tesori; si sono fidati e appoggiati su se stessi; hanno creduto la loro casa abbastanza sicura, le loro casseforti abbastanza solide per custodire il prezioso tesoro della grazia, e a causa di questa sottile fiducia in se stessi (anche se sembrava loro di appoggiarsi unicamente sulla grazia di Dio), il Signore giustissimo, abbandonandoli a se stessi, ha permesso che fossero derubati. Ahimè! Se avessero conosciuto la meravigliosa devozione che in seguito presenterò, avrebbero affidato il loro tesoro alla Vergine potente e fedele, che glielo avrebbe custodito come un bene suo, e persino se ne sarebbe fatto un dovere di giustizia.

89. 3°. E' difficile perseverare nello stato di grazia, a causa della incredibile corruzione del mondo. Il mondo è oggi così corrotto che quasi per necessità i cuori religiosi sono macchiati, se non dal suo fango, almeno dalla polvere; è quasi un miracolo se una persona riesce a rimanere salda in mezzo a questo torrente impetuoso senza essere trascinata, o in mezzo a questo mare tempestoso senza esserne sommersa, o saccheggiata dai pirati e dai corsari, o in mezzo a questa aria inquinata senza rimanere danneggiata: è la Vergine sempre fedele, in cui il serpente non ha mai agito, che opera questo miracolo nei confronti di quelli e quelle che l'amano nel miglior modo.

   




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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29/01/2016 11:21
 
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Capitolo III

LA VERA DEVOZIONE A MARIA

90. Esposte queste cinque verità, bisogna ora finalmente fare una buona scelta della vera devozione alla Santa Vergine, poiché vi sono delle false devozioni che è facile prendere come vere. Il demonio, come un falsario e ingannatore sperimentato, ha già raggirato e fatto perdere tante anime con una falsa devozione alla Santa Vergine; e ogni giorno, nella sua diabolica esperienza, si dà da fare per perderne molte altre, illudendole e facendole addormentare nel peccato, con il pretesto di qualche preghiera, recitata male, e di qualche pratica esteriore da lui suggerita. Come un falsario non contraffà di solito che l'oro e l'argento e solo raramente gli altri metalli, perché non ne vale la pena, così lo spirito maligno non falsifica tante altre devozioni, ma quelle di Gesù e di Maria, cioè la devozione all'Eucarestia e quella mariana, perché queste rappresentano ciò che l'oro e l'argento sono in confronto agli altri metalli.

91. E' dunque molto importante conoscere anzitutto le false devozioni alla Vergine Santa per evitarle, e quella vera per abbracciarla. In secondo luogo, tra le tante e diverse pratiche della vera devozione alla Santa Vergine, bisogna conoscere quella che è la più perfetta e gradita alla Santa Vergine, la più gloriosa per Dio e la più santificante per noi, per impegnarci a viverla.

1. FALSI DEVOTI E FALSE DEVOZIONI A MARIA

92. Ho trovato sette specie di false devozioni alla Santa Vergine: 1°. i devoti critici; 2°. i devoti scrupolosi; 3°. i devoti esteriori; 4°. i devoti presuntuosi; 5°. i devoti incostanti; 6°. i devoti ipocriti; 7°. i devoti interessati.

a) I devoti critici

93. I devoti critici sono di solito degli intellettuali orgogliosi, spiriti forti e presuntuosi, che hanno in fondo una certa devozione alla Santa Vergine, ma che criticano quasi tutte le pratiche di essa che le persone semplici rivolgono semplicemente e santamente a questa buona Madre. Le criticano perché tali pratiche non sono di loro gusto; mettono in dubbio tutti i miracoli e i racconti riportati da autori degni di fede, o tratte dalle cronache degli ordini religiosi, che testimoniano le misericordie e la potenza della Vergine Santa; guardano con fastidio le persone semplici e umili inginocchi davanti a un altare, o ad un'immagine della Vergine, a volte in un angolo della strada, per pregare Dio; e li accusano pure di idolatria, come se adorassero il legno o la pietra; dicono che - per quanto li riguarda - non amano per nulla queste devozioni esteriori e che non sono così deboli di spirito da aggiungere alla fede tutti quei racconti e storielle circa la Santa Vergine. Quando vengono poi riferite loro le lodi meravigliose che i santi Padri tributano alla Vergine Santa, essi rispondono dicendo che quelli hanno parlato da oratori, esagerando, oppure ne danno una loro spiegazione alterata. Questa specie di falsi devoti e di persone orgogliose e mondane è molto da temere; essi fanno un torto enorme alla Vergine Santa e riescono ad allontanare il popolo, con il pretesto di estirparne gli abusi

b) I devoti scrupolosi

94. I devoti scrupolosi sono persone che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre, di abbassare l'uno elevando l'altra. Non sanno accettare che vengano attribuite alla Santa Vergine le lodi giustissime che le hanno dato i santi Padri; accettano con difficoltà che vi sia più gente inginocchiata davanti all'altare della Santa Vergine che davanti al Santissimo Sacramento, come se l'uno fosse contro l'altro, come se coloro che pregano la Santa Vergine non pregassero Gesù Cristo per mezzo di lei! Non vogliono che si parli Spesso della Vergine Santa e che ci si rivolga a lei tanto di frequente. Ecco alcune loro affermazioni ricorrenti: A che servono tanti Rosari, tante confraternite e tante pratiche esteriori di devozione mariana? Quanta ignoranza in questi casi! Si mette in ridicolo la nostra fede! Parlatemi di chi è devoto di Gesù Cristo (e lo nominano senza scoprirsi il capo, lo dico tra Parentesi): bisogna ricorrere a Gesù Cristo, è lui il nostro unico mediatore; bisogna pregare Gesù Cristo, ecco ciò che è serio! Quanto essi dicono è vero da una parte, ma l'applicazione che ne fanno, per impedire la devozione alla Santa Vergine, è molto pericolosa; è un tranello del demonio, con il pretesto di un bene maggiore; infatti non si onora di più Gesù Cristo che quando si onora molto la Santa Vergine; si onora lei allo scopo di onorare più perfettamente Gesù Cristo; si va infatti a lei come alla strada per giungere al traguardo del cammino, che è Gesù.

95. La Santa Chiesa, con lo Spirito Santo, benedice prima la Santa Vergine e poi Gesù Cristo: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo, Gesù". Non perché la Santa Vergine sia, più di Gesù Cristo, o uguale a lui: sarebbe un'eresia intollerabile; ma è che per benedire più perfettamente Gesù Cristo, bisogna prima benedire Maria. Diciamo dunque con tutti i veri devoti della Vergine Santa, contro questi falsi devoti scrupolosi: "O Maria, tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo, Gesù".

c) I devoti esteriori

96. I devoti esteriori sono persone che fanno consistere tutta la devozione alla Santa Vergine nelle pratiche esteriori; esse non gustano che l'esteriore della devozione alla Santa Vergine, perché non hanno uno spirito interiore; recitano molti Rosari, ma in fretta; ascoltano molte Messe, ma senza attenzione; vanno alle processioni, ma senza devozione; si iscrivono a tutte le confraternite, ma senza cambiare vita, senza vincere le loro passioni e senza giungere a imitare le virtù di questa Vergine santissima. Non amano che l'aspetto sensibile della devozione, senza gustarne la sostanza; se non trovano gusto sensibile nelle loro pratiche, credono che non siano efficaci e se ne distaccano, le abbandonano, o le fanno a capriccio. Il mondo è pieno di questa specie di devoti esteriori e nessuno più di loro critica le persone di orazione, che si applicano all'interiore come all'essenziale, senza disprezzare l'esteriore di modestia, che sempre accompagna la vera devozione.

d) I devoti presuntuosi

97. I devoti presuntuosi sono dei peccatori abbandonati alle proprie passioni, o degli amanti del mondo, i quali, sotto il bel nome di cristiani e di devoti della Santa Vergine, nascondono l'orgoglio, o l'avarizia, o l'impurità, o l'ubriachezza, o la collera, o la bestemmia, o la maldicenza o l'ingiustizia, ecc. Essi dormono tranquilli nelle loro cattive abitudini, senza sforzarsi molto per correggersi, con la scusa che sono devoti della Vergine e pensano che Dio li perdonerà e che non moriranno senza essersi confessati e che non andranno dannati perché recitano il Rosario, digiunano il sabato, sono iscritti la confraternita del Santo Rosario o a quella dello Scapolare, o perché sono membri di un'associazione, o portano l'abitino o la catenella della Santa Vergine, ecc. Quando si dice loro che questa devozione non è che una illusione del demonio e una pericolosa presunzione, capace di perderli, essi non lo vogliono credere; rispondono che Dio è buono e misericordioso, che non ci ha creati per dannarci e che non c'è uomo che non pecchi; dicono che non moriranno senza confessarsi e che un buon mea culpa in punto di morte basterà; e aggiungono che in più sono devoti della Santa Vergine, portano lo scapolare e recitano in suo onore ogni giorno sette Pater e sette Ave fedelmente e senza ostentazione, e anzi ogni tanto recitano pure il Rosario e l'ufficio della Santa Vergine e che digiunano, ecc. A conferma di quanto dicono e per accecarsi ancor più, raccontano qualche episodio, sentito o letto sui libri, non importa loro se vero o falso, in cui si dice di qualcuno, morto in peccato mortale e senza confessarsi, e che, avendo in vita recitato qualche preghiera o compiuto qualche pratica di devozione alla Santa Vergine, sarebbe stato fatto risuscitare per confessarsi, o che la sua anima sarebbe rimasta miracolosamente nel corpo fino a che non avesse potuto confessarsi, oppure che, per la misericordia della Vergine Santa, abbia ottenuto da Dio, in punto di morte, la contrizione e il perdono dei suoi peccati e con questo sia stato salvato. E concludono dicendo che sperano la stessa cosa per loro stessi.

98. Nulla, nel cristianesimo, è più condannabile di una simile presunzione diabolica; come si può dire infatti di amare e onorare davvero la Santa Vergine, quando a causa dei propri peccati, si continua a colpire, a trafiggere, a mettere in croce e ad offendere senza pietà Gesù Cristo suo Figlio? Se Maria si facesse un dovere di salvare con la sua misericordia simili persone, sarebbe come se autorizzasse la colpa e contribuisse ad oltraggiare e a crocifiggere il Figlio suo; chi oserebbe mai pensare questo?

99. Io sono convinto che se si abusa in questo modo della devozione alla Santa Vergine, che è la più santa e la più solida delle devozioni, dopo quella a Gesù Cristo Signore, si commette un orribile sacrilegio, il più grave e meno perdonabile, dopo quello della Comunione ricevuta indegnamente. Ammetto che per essere un vero devoto della Vergine Santa, non è strettamente necessario essere cosi santo da evitare ogni peccato, anche se ciò sarebbe augurabile, ma - si noti bene ciò che dico - bisogna almeno: 1°. essere sinceramente decisi ad evitare almeno tutti i peccati mortali, che offendono tanto la Madre quanto il Figlio; 2°. sforzarsi di evitare ogni altro peccato; 3°. iscriversi alle confraternite, recitare il Rosario o altre preghiere, digiunare il sabato, ecc.

100. Tutto questo è mirabilmente utile alla conversione di un peccatore, anche indurito. Se tu che leggi fossi uno di questi, se avessi pure un piede sull'abisso, io ti consiglio queste pratiche, ma a condizione che tu compia tali buone opere con l'intenzione di ottenere da Dio, per intercessione della Vergine Santa, la grazia della contrizione e del perdono dei tuoi peccati e per vincere le tue cattive abitudini, e non per rimanere pigramente nello stato di peccato, resistendo ai rimorsi di coscienza, all'esempio di Gesù Cristo e dei santi e agli insegnamenti del santo Vangelo.

e) I devoti incostanti

101. I devoti incostanti sono coloro che manifestano devozione alla Santa Vergine solo a intervalli e in modo volubile: ora sono fervorosi e ora tiepidi; ora sembrano pronti a tutto per servirla e poco dopo non sono più gli stessi. A un momento vorrebbero abbracciare tutte le pratiche di devozione alla Santa Vergine, dare il nome a tutte le confraternite, e poi non ne praticano per nulla le regole con fedeltà; cambiano come la luna, e Maria li mette sotto i suoi piedi come questa, perché sono instabili e non meritano di essere posti tra i servitori di questa Vergine fedele, i quali invece hanno come divisa la fedeltà e la costanza. Piuttosto che caricarsi di tante preghiere e pratiche di devozione, è meglio farne poche con amore e perseveranza, resistendo al mondo, al demonio e alla carne.

f) I devoti ipocriti

102. Vi sono altri falsi devoti della Vergine Santa che sono gli ipocriti. Questi coprono i loro peccati e le cattive abitudini sotto il manto di questa Vergine fedele, per apparire agli occhi degli altri diversi da quello che sono.

g) I devoti interessati

103. Un'altra categoria sono i devoti interessati, i quali ricorrono alla Vergine Santa solo per vincere qualche processo, o per evitare un pericolo, guarire da una malattia, o per qualche altro bisogno di questo genere; senza queste circostanze la dimenticherebbero. Gli uni e gli altri sono falsi devoti, senza valore davanti a Dio e alla sua santa Madre.

104. Facciamo dunque bene attenzione per non essere nel numero dei devoti critici, che non credono a nulla e criticano tutto; né dei devoti scrupolosi, che temono di essere troppo devoti della Santa Vergine in rapporto a Gesù Cristo; né dei devoti esteriori, che fanno consistere tutta la devozione in pratiche esteriori; né dei devoti presuntuosi, che con il pretesto della loro falsa devozione alla Santa Vergine marciscono nel peccato; né dei devoti incostanti, che cambiano con leggerezza le loro pratiche di devozione, o alla prima tentazione le abbandonano del tutto; né dei devoti ipocriti, che si iscrivono alle confraternite e portano le insegne della Vergine Santa per farsi credere buoni; né infine dei devoti interessati, che ricorrono alla Vergine Santa solo per essere liberati dai mali del corpo, o per ottenere dei beni temporali.

2. LA VERA DEVOZIONE A MARIA

105. Dopo aver smascherato e condannato le false devozioni alla Santa Vergine, bisogna ora brevemente descrivere quella vera, che invece è: 1°. interiore; 2°. tenera; 3°. santa; 4°. costante; 5° disinteressata.

a) La vera devozione è interiore

106. In primo luogo, una vera devozione alla Santa Vergine è interiore, cioè proviene dallo spirito e dal cuore e deriva dalla stima che si ha per la Santa Vergine, dalla profonda consapevolezza delle sue grandezze e dall'amore che le si porta.

b) La vera devozione è tenera

107. In secondo luogo, una devozione vera è tenera, cioè piena di fiducia nella Santa Vergine, come quella di un bambino nei confronti della sua buona mamma. Questo fa sì che un'anima ricorra a Maria e per tutti i propri bisogni, del corpo e dello spirito, con molta semplicità, confidenza e tenerezza; in ogni momento, in ogni luogo e per tutto, l'anima invoca l'aiuto della sua buona Madre: nei dubbi, per essere illuminata; negli smarrimenti, per ritrovare il cammino; nelle tentazioni, per essere sostenuta; nelle debolezze, per essere rinvigorita; nelle cadute, per essere rialzata; negli scoraggiamenti, per essere rincuorata; negli scrupoli, per esserne liberata; nelle croci, nelle fatiche e contrarietà della vita, per essere consolata. In ogni sorta di mali, del corpo e dello spirito, Maria è il suo soccorso ordinario, senza timore che questa buona Madre si senta disturbata, o che Gesù Cristo ne sia dispiaciuto.

c) La vera devozione è santa

108. In terzo luogo, la vera devozione alla Santa Vergine è santa, cioè deve condurre un'anima a evitare il peccato e a imitare le virtù della Vergine Santa, in particolare la sua umiltà profonda, la viva fede, l'obbedienza cieca, la continua orazione, la mortificazione universale, la purezza divina, l'ardente carità, la pazienza eroica, l'angelica dolcezza e la sapienza divina. Sono queste le dieci principali virtù della Vergine Santa.

d) La vera devozione è costante

109. In quarto luogo, la vera devozione alla Santa Vergine è costante. Essa stabilizza l'anima nel bene e la conduce a non abbandonare con facilità le sue pratiche di devozione. La rende coraggiosa nell'opporsi al mondo, con le sue mode e principi, alla carne, con le sue molestie e passioni, al demonio, con le sue tentazioni. In questo modo una persona veramente devota della Vergine Santa non è per nulla volubile, né afflitta, ne scrupolosa o timorosa. Non è che non cada, o che non possa a volte cambiare nelle espressioni sensibili della sua devozione; ma se cade, si rialza, tendendo la mano alla sua buona Madre; se perde ogni gusto, o diviene insensibile, non se ne dà pena: il giusto vive di fede, e il fedele devoto di Maria vive della fede di Gesù e di Maria e non dell'emozione sensibile del corpo.

e) La vera devozione è disinteressata

110. In quinto luogo, la vera devozione alla Santa Vergine è disinteressata, cioè ispira ad un'anima di non cercare se stessa, ma Dio solo, nella sua santa Madre. Un autentico devoto di Maria non serve questa augusta Regina con intenzione di lucro e di interesse, ne per un proprio vantaggio, temporale o eterno, corporale o spirituale, ma unicamente perché ella merita di essere servita, e in lei Dio solo. Precisamente, non ama Maria perché gli fa del bene, o perché spera di averne da lei, ma perché ella è degna di essere amata. Per questo egli la ama e la serve fedelmente, sia quando non prova gusto sensibile o si sente nell'aridità, sia quando ne gusta la dolcezza e il fervore sensibile; la ama allo stesso modo sul Calvario e alle nozze di Cana. Oh! com'è gradito e prezioso agli occhi di Dio e della sua santa Madre, il devoto di lei che non ricerca per nulla se stesso nei servizi che rende. Ma com'è raro trovarne oggi! Ed è perché non sia più così raro, che ho preso carta e penna per mettere per iscritto ciò che ho insegnato con frutto, in pubblico e in privato, nelle missioni che ho predicato durante parecchi anni.

111. Ho già detto molte cose sulla Santa Vergine, ma ne ho ancora molte da dire e ne tralascerò ancora un numero infinito, sia per ignoranza e incapacità, che per mancanza di tempo, nel proposito che ho di formare un vero devoto di Maria e autentico discepolo di Gesù Cristo. 

112. Oh! quanto sarebbe spesa bene la mia fatica, se questo breve scritto, capitando fra le mani di un'anima per bene, veramente nata da Dio e da Maria, e "non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo", le scoprisse e ispirasse, con la grazia dello Spirito Santo, la grandezza e il valore di questa vera e solida devozione alla Santa Vergine che sto per esporre ora! Se sapessi che il mio sangue di peccatore potesse servire a far penetrare nei cuori le verità che scrivo in onore della mia cara Madre e regale Sovrana, di cui mi sento l'ultimo dei figli e schiavi, me ne servirei invece dell'inchiostro, per tracciare questi caratteri, nella speranza che ho di trovare delle anime buone, le quali sapranno - con la loro fedeltà alla pratica di devozione che voglio insegnare - compensare la mia cara Madre e Sovrana dei - danni subiti a causa della mia ingratitudine e infedeltà

113. Più che mai sono portato a credere e a sperare che si realizzi tutto ciò che ho profondamente impresso nel cuore, e che da molti anni vado chiedendo a Dio; cioè che presto o tardi la Santa Vergine avrà sempre più figli, servi e schiavi d'amore e che, per questo mezzo, Gesù Cristo, mio caro Signore, regnerà sempre più nei cuori

114. Prevedo molte belve arrabbiate, che arriveranno con furia per strappare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per avvolgerlo nelle tenebre e nel silenzio di un baule, affinché non venga Lui conosciuto; costoro anzi attaccheranno e perseguiteranno quelli e quelle che lo leggeranno e cercheranno di metterlo in pratica. Ma non importa! Anzi, tanto meglio! Questa previsione mi incoraggia e mi fa sperare un grande successo, cioè una grande schiera di valorosi e coraggiosi soldati di Gesù e di Maria, dell'uno e dell'altro sesso, per combattere il mondo, il demonio e la natura corrotta, nei tempi difficili che sempre più si avvicinano! "Chi legge comprenda". "Chi può capire, capisca".

3. PRATICHE DELLA VERA DEVOZIONE A MARIA

a) Le pratiche interiori

115. Vi sono diverse pratiche interiori di vera devozione alla Santa Vergine. Ecco una sintesi delle principali.1°. Onorarla come la degna Madre di Dio con il culto di iperdulia, cioè stimarla e onorarla più che tutti gli altri santi, come il capolavoro della grazia e la prima dopo Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. 2°. Meditare sulle sue virtù, sui suoi privilegi e sul suo agire. 3°. Contemplare le sue grandezze. 4°. Esprimerle atti di amore, di lode e di ringraziamento. 5°. Invocarla di cuore. 6°. Offrirsi e unirsi a lei. 7°. Compiere le proprie azioni per essere a lei gradito. 8°. Iniziare, continuare e terminare ogni nostra azione per mezzo di lei, in lei, con lei e per lei, allo scopo di compierle per mezzo di Gesù Cristo, in Gesù Cristo, con Gesù Cristo e per Gesù Cristo, nostro ultimo fine. Spiegheremo poi questa ultima pratica.

b) Le pratiche esteriori

116. La vera devozione alla Santa Vergine comprende anche diverse pratiche esteriori, di cui ecco le principali.
1°. Iscriversi alle sue confraternite ed entrare nelle sue associazioni.

2°. Entrare negli ordini e istituti religiosi fondati in suo onore.

3°. Proclamare le sue lodi.

4°. Fare elemosine, digiuni, e mortificazioni del corpo e dello spirito, in suo onore.

5°. Portare su di se le sue insegne, come la corona del Rosario, lo scapolare, una catenella.

6°. Recitare con attenzione, devozione e semplicità il santo Rosario di quindici decine di Ave Maria, in onore dei quindici principali misteri di Gesù Cristo, o la corona di cinque decine, che è un terzo del Rosario, in onore dei cinque misteri della gioia, che sono: l'Annunciazione, la Visitazione, la Nascita di Gesù Cristo, la Purificazione e il Ritrovamento di Gesù al tempio; o in onore dei cinque misteri del dolore, che sono: l'Agonia di Gesù Cristo nel giardino degli ulivi, la Flagellazione, l'Incoronazione di spine, il Viaggio al Calvario, la Crocifissione; o in onore dei cinque misteri della gloria, che sono: la Risurrezione di Gesù Cristo, la sua Ascensione, la Discesa dello Spirito Santo, o Pentecoste, l'Assunzione della Vergine Santa in corpo e anima in cielo e la sua Incoronazione da parte delle tre Persone della santissima Trinità.
Si può anche recitare una corona di sei o sette decine, in onore degli anni che si crede abbia vissuto la Santa Vergine sulla terra; o la piccola corona della Santa Vergine, composta da tre Pater e dodici Ave, in onore della sua corona di dodici stelle o privilegi; oppure l'ufficio della Santa Vergine, così universalmente accolto e recitato nella Chiesa;
o il piccolo salterio della Santa Vergine, che san Bonaventura ha composto in suo onore e che è così affettuoso e pio che non si può recitare senza sentirsi inteneriti; oppure quattordici Pater e Ave in onore delle quattordici allegrezze; o qualche altra preghiera, inno o cantico della Chiesa, come la Salve Regina, O madre del Redentore, Ave Regina dei cieli, Regina del cielo, secondo i diversi tempi liturgici, o Ave stella del mare, O gloriosa Signora, il Magnificat, o altre devote preghiere di cui i libri sono pieni.

7°. Cantare e far cantare dei cantici spirituali in suo onore.

8°. Farle un certo numero di riverenze o genuflessioni, dicendo per esempio, ogni mattina, sessanta o cento volte: Ave Maria, Vergine fedele, per ottenere da Dio, per suo mezzo, la fedeltà alle grazie di Dio durante la giornata; e alla sera: Ave Maria, madre di misericordia, per chiedere perdono a Dio, per mezzo di lei, per i peccati commessi durante il giorno.

9°. Avere cura delle sue confraternite, decorare i suoi altari, coronare e abbellire le sue immagini.

10°. Portare e far portare le sue immagini in processione, portarne una su di se, come una potente arma contro il demonio.

11°. Far eseguire le sue immagini, o il suo nome, e collocarli nelle chiese, o nelle case, o sulle porte e le entrate di città, di chiese, di case.

12°. Consacrarsi a lei in maniera speciale e solenne.

117. Vi sono molte altre pratiche di devozione alla Santa Vergine, che lo Spirito Santo ha suggerito a delle sante anime e che sono molto santificanti; le si potrà leggere più in esteso nel libro Il Paradiso aperto a Filagia, scritto dal padre Paul Barry, della Compagnia di Gesù, dove egli ha raccolto un gran numero di pratiche che i santi hanno esercitato in onore della Vergine Santa; queste devozioni possono servire in modo meraviglioso per santificare le anime, a condizione che siano fatte come si deve, cioè:

1°. con buona e retta intenzione di piacere a Dio solo, di unirsi a Gesù Cristo come al nostro fine ultimo e di edificare il prossimo;
2°. con attenzione e senza distrazione volontaria;
3°. con devozione, senza fretta o negligenza;
4°. con umile semplicità e in un atteggiamento del corpo che sia rispettoso ed edificante.

c) La pratica perfetta

118. Dopo tutto ciò, posso dire ad alta voce che, avendo letto quasi tutti i libri che trattano della devozione alla Santa Vergine, e avendo conversato - familiarmente con tante persone sante e dotte di questi ultimi tempi, non ho conosciuto ne appreso una pratica di devozione verso la Santa Vergine come quella che sto per esporre, che domandi da un'anima più dedizione a Dio, che la sappia maggiormente svuotare di se stessa e del suo amor proprio, che la conservi più fedelmente nella grazia e mantenga la grazia in lei, che la unisca più perfettamente e con maggior facilità a Gesù Cristo e che infine produca maggior gloria a Dio, santificazione per l'anima e utilità per il prossimo.

119. Poiché la sostanza di questa devozione consiste nell'interiorità che deve formare, essa non sarà compresa da tutti nella stessa misura: alcuni si fermeranno a quanto essa propone di esteriore e non andranno oltre, e saranno i più; altri, un piccolo numero, arriveranno alla sua interiorità, ma non vi saliranno che un gradino. Chi salirà al secondo? Chi arriverà fino al terzo? E infine chi vi dimorerà in modo stabile? Solo colui al quale lo Spirito di Gesù Cristo rivelerà questo segreto. Sarà lui a guidare l'anima fedele, per farla avanzare di virtù in virtù, di grazia in grazia e di luce in luce, per arrivare fino alla trasformazione di se stessi in Gesù Cristo e alla pienezza della sua età sulla terra e della sua gloria in cielo.

 
 

   





 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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29/01/2016 11:27
 
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Capitolo IV

LA PERFETTA CONSACRAZIONE A GESU' CRISTO

120. Poiché tutta la nostra perfezione consiste nell'essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo, la più perfetta di tutte le devozioni è senza dubbio quella che ci conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo. Ora, essendo Maria, tra tutte le creature, la più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un'anima a Gesù Cristo Signore è la devozione alla Santa Vergine, sua Madre e che più un'anima sarà consacrata a Maria, più lo sarà a Gesù Cristo. E' per questo che la perfetta consacrazione a Gesù Cristo non è altro che una perfetta e totale consacrazione di se stessi alla Santa Vergine, che è la devozione che io insegno; o, in altre parole, una perfetta rinnovazione dei voti e delle promesse del santo battesimo.

1. PERFETTA E TOTALE CONSACRAZIONE DI SE STESSO

121. Questa devozione consiste dunque nel donarsi totalmente alla Vergine Santa, per essere, per mezzo di lei, totalmente di Gesù Cristo. Bisogna donarle:
1°. il nostro corpo, con tutti i sensi e le membra;
2°. la nostra anima, con tutte le facoltà;
3°. i nostri beni esteriori, che chiamiamo di fortuna, presenti e futuri;
4°. i beni interiori e spirituali, che sono i meriti, le virtù, le buone opere: passate, presenti e future.

In una parola, doniamo tutto ciò che abbiamo, nell'ordine della natura e della grazia, e tutto ciò che potremo avere in futuro, nell'ordine della natura, della grazia e della gloria; e questo senza alcuna riserva, neppure di un soldo, o di un capello, o della più piccola buona azione, e per tutta l'eternità, senza pretendere ne sperare altra ricompensa, per la propria offerta e il proprio servizio, che l'onore di appartenere a Gesù Cristo per mezzo di lei e in lei, quand'anche questa amabile Sovrana non fosse, come invece lo è sempre, la più generosa e riconoscente delle creature.

122. Bisogna qui notare che vi sono due aspetti nelle buone opere che compiamo: la soddisfazione e il merito, cioè: il valore soddisfattorio o impetratorio e il valore meritorio. Il valore soddisfattorio o impetratorio di un'opera buona è la stessa buona azione in quanto ripaga la pena dovuta al peccato, oppure ottiene qualche nuova grazia. Il valore meritorio, o il merito, è la buona azione in quanto capace di meritare la grazia e la gloria eterna. Ora, in questa consacrazione di noi stessi alla Vergine Santa, noi doniamo tutto il valore soddisfattorio, impetratorio e meritorio, cioè la capacità che tutte le nostre buone opere hanno di soddisfare e meritare; doniamo i nostri meriti, le grazie e le virtù, non per comunicarli ad altri, poiché propriamente parlando, i nostri meriti, le grazie e le virtù sono incomunicabili; solo Gesù Cristo ha potuto comunicarci i suoi meriti, facendosi garante per noi presso il Padre suo; questi noi li doniamo perché siano conservati, accresciuti e abbelliti, come diremo più avanti. Le doniamo invece il valore soddisfattorio perché lo comunichi a chi meglio le sembrerà e per la maggior gloria di Dio.

123. Ne consegue che:
1°. Con questa forma di devozione si dona a Gesù Cristo, nella maniera più perfetta perché è per le mani di Maria, tutto ciò che si può donare e molto di più che con le altre forme di devozione, dove si dona o una parte del proprio tempo, o una parte delle proprie buone opere, o una parte del valore soddisfattorio o delle mortificazioni. Qui tutto è donato e consacrato, persino il diritto di disporre dei propri beni interiori e il valore soddisfattorio che si acquista con le proprie opere buone, giorno per giorno. Questo non lo si fa in nessun Istituto religioso; là, si donano a Dio con il voto di povertà i beni di fortuna, con il voto di castità i beni del corpo, con il voto di obbedienza la propria volontà e, in alcuni casi, la libertà del corpo con il voto di clausura; ma non si dona la libertà o il diritto che si ha di disporre del valore delle proprie buone opere e non ci si spoglia fino in fondo di ciò che un cristiano ha di più prezioso e caro, che sono i meriti e il valore soddisfattorio.

124. 2°. Chi si è in questo modo volontariamente consacrato e sacrificato a Gesù Cristo per mezzo di Maria, non può più disporre del valore di nessuna delle proprie buone azioni. Tutto ciò che soffre, ciò che pensa, ciò che fa di bene, appartiene a Maria, perché ella ne disponga secondo la volontà del Figlio suo e per la sua maggior gloria, senza tuttavia che questa dipendenza pregiudichi in alcun modo i doveri del proprio stato, presente o futuro; per esempio, gli obblighi di un sacerdote il quale, a causa del suo ufficio, deve applicare il valore soddisfattorio e impetratorio della santa Messa per una particolare intenzione; si fa questa offerta sempre secondo l'ordine stabilito da Dio e in conformità ai doveri del proprio stato.

125. 3°. Ci si consacra dunque nel medesimo tempo alla Santa Vergine e a Gesù Cristo: alla Santa Vergine come al mezzo perfetto che Gesù Cristo ha scelto per unirsi a noi e per unirci a lui, e a Gesù Cristo Signore come al nostro ultimo fine, al quale noi dobbiamo tutto ciò che siamo, poiché è nostro Redentore e nostro Dio.

2. PERFETTA RINNOVAZIONE DEI VOTI BATTESIMALI

126. Ho detto che questa pratica di devozione poteva essere benissimo chiamata una perfetta rinnovazione dei voti, o promesse, del santo battesimo. Infatti ogni cristiano, prima del battesimo, era schiavo del demonio, perché a lui apparteneva. Nel battesimo, direttamente o per bocca del padrino o della madrina, egli ha poi rinunciato È solennemente a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere e ha scelto Gesù Cristo come suo padrone e sovrano Signore, per dipendere da lui come uno schiavo d'amore. E' ciò che si fa anche con questa forma di devozione: come è indicato nella formula di consacrazione, si rinuncia al demonio, al mondo, al peccato e a se stessi e ci si dona interamente a Gesù Cristo per le mani di Maria. Anzi si fa pure qualcosa di più, poiché nel battesimo, di solito, si parla per bocca d'altri, cioè del padrino e della madrina e quindi ci si dà a Gesù Cristo per procura; qui invece ci si dona da se stessi, volontariamente e con conoscenza di causa. Nel santo battesimo non ci si dona a Gesù Cristo per le mani di Maria, almeno in modo esplicito e non si dà a Gesù Cristo il valore delle proprie buone opere; dopo il battesimo si resta interamente liberi di applicarlo a chi si vuole, o di conservarlo per se; con questa devozione invece ci si dona espressamente a Gesù Cristo Signore per le mani di Maria e a lui si consacra il valore di tutte le proprie azioni. 

127. San Tommaso scrive che "nel battesimo gli uomini fanno voto di rinunciare al demonio e alle sue vanità" e sant'Agostino aggiunge che "questo voto è il più grande e più indispensabile". E' pure ciò che dicono i canonisti: "Il voto principale è quello che facciamo nel battesimo". E tuttavia, chi osserva veramente questo voto? Chi mantiene con fedeltà le promesse del santo battesimo? Quasi tutti i cristiani non tradiscono forse la fedeltà che hanno promesso a Gesù Cristo nel loro battesimo? Da dove può venire questa negligenza universale se non dalla dimenticanza in cui vengono vissute le promesse fatte e gli impegni assunti nel santo battesimo, e dal fatto che quasi nessuno ratifica da se stesso il contratto di alleanza che ha fatto con Dio, per mezzo dei padrini e delle madrine?

128. Questo è così vero che il Concilio di Sens, convocato per ordine di Ludovico il Pio, per trovare rimedio ai gravi disordini in cui vivevano i cristiani, valutò che la principale causa di questa corruzione nei costumi fosse la dimenticanza e l'ignoranza in cui erano vissuti gli impegni del santo battesimo; e non trovò un mezzo migliore per rimediare a un così grande male, che quello di condurre i cristiani a rinnovare i voti e le promesse del santo battesimo.

129. Il Catechismo del Concilio di Trento, fedele interprete delle intenzioni di quel grande concilio, esorta i parroci a fare la stessa cosa e a condurre i fedeli a fare memoria e a credere che si sono legati e consacrati a Gesù Cristo Signore come degli schiavi alloro Redentore e Signore. Ecco il testo: "Il parroco esorterò il popolo fedele così da fargli capire che noi... dobbiamo offrirci e consacrarci per sempre come schiavi al nostro Redentore e Signore".

130. Ora se i concili, i Padri e l'esperienza stessa ci mostrano che il mezzo migliore per trovare rimedio ai disordini dei cristiani è di farli ricordare degli obblighi del loro battesimo e di condurli a rinnovare i voti che hanno fatto, non è allora ragionevole che lo si faccia ora in un modo perfetto per mezzo di questa devozione e consacrazione a Gesù Cristo Signore per mezzo della sua santa Madre? Dico in un modo perfetto, perché per consacrarsi a Gesù Cristo ci si serve del più perfetto di tutti i mezzi, che è la Santa Vergine.

3. RISPOSTE AD ALCUNE OBIEZIONI

131. Non si deve obiettare che questa forma di devozione sia nuova o di poca importanza: non è nuova poiché i concili, i Padri e non pochi autori, antichi e recenti, parlano di una simile consacrazione a Gesù Cristo Signore, o rinnovazione dei voti del santo battesimo, come di una pratica antica e la consigliano a tutti i cristiani; e non è di poca importanza, perché la principale fonte dei disordini e quindi della dannazione dei cristiani, deriva dall'oblio e dalla indifferenza verso questa pratica. 

132. Qualcuno potrebbe osservare che questa pratica di devozione, facendoci donare a Gesù Cristo Signore per le mani della Santa Vergine, il valore di tutte le nostre opere buone, delle preghiere, mortificazioni ed elemosine, ci porti alla impossibilità di aiutare le anime dei nostri parenti, amici e benefattori. Rispondo a costoro. Anzitutto non è pensabile che i nostri parenti, amici e benefattori soffrano un danno per il fatto che noi ci siamo offerti e consacrati senza riserva al servizio di Gesù Cristo Signore e della sua santa Madre. Sarebbe fare torto alla potenza e alla bontà di Gesù e di Maria, i quali sapranno ben aiutare i nostri parenti, amici e benefattori con la nostra piccola rendita spirituale, o con altri mezzi. Inoltre, questa pratica non impedisce affatto di pregare per gli altri, sia vivi che defunti, benché l'applicazione delle nostre buone opere dipenda dalla volontà della Santa Vergine; questo anzi ci porterà a pregare con più fiducia; è come se una persona ricca, che ha donato tutto a un grande principe, per onorarlo maggiormente, pregasse con più fiducia questo principe di dare un'elemosina a qualcuno dei suoi amici che gliela chiede. Sarebbe anzi un grande piacere per questo principe avere l'occasione per dimostrare riconoscenza verso la persona che si è spogliata per rivestirlo, che si è resa povera per onorarlo. Bisogna dire la stessa cosa per Gesù Cristo Signore e la Santa Vergine: essi non si lasceranno mai vincere nella riconoscenza.


133.Qualcuno potrà ancora dire: se io dono alla Santa Vergine tutto il valore delle mie azioni perché le applichi a chi vorrà, bisognerà forse che io soffra a lungo in purgatorio. Questa obiezione cade da sola, perché proviene dall'amor proprio e dal non conoscere la generosità di Dio e della Vergine Santa. Non è possibile che un'anima fervente e generosa, che bada più agli interessi di Dio che ai suoi, che offre a Dio tutto ciò che ha, senza riserva, in modo da poter dire non posso di più, che non respira che la gloria e il regno di Gesù Cristo per mezzo della sua santa Madre, che si sacrifica totalmente per possederlo... non è possibile, dico, che quest'anima generosa e disponibile venga poi punita nell'altro mondo, per essere stata più generosa e più disinteressata delle altre. Al contrario; e verso simili anime, come vedremo in seguito, che Gesù Cristo Signore e la sua santa Madre sono maggiormente generosi in questo mondo e nell'altro, nell'ordine della natura, della grazia e della gloria.


134. E ora dobbiamo esporre, il più brevemente possibile, i motivi che ci devono rendere raccomandabile questa devozione, gli effetti meravigliosi che essa produce nelle anime fedeli e le pratiche di questa devozione.




 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Capitolo V

MOTIVI CHE CI SPINGONO A CONSACRARCI A CRISTO PER MEZZO DI MARIA

1. QUESTA DEVOZIONE CI CONSACRA INTERAMENTE AL SERVIZIO DI DIO

135. PRIMO MOTIVO, che ci mostra l'eccellenza di questa consacrazione di se stessi a Gesù Cristo per le mani di Maria. Se non si può immaginare sulla terra un compito più nobile del servizio di Dio, se il più piccolo dei servitori di Dio è più ricco, più potente e più nobile di tutti i re e gli imperatori della terra, se non sono essi stessi servitori di Dio, quali non saranno le ricchezze, il potere e la dignità del fedele e perfetto servitore di Dio, che si sarà consacrato al suo servizio interamente, senza riserve e secondo tutte le sue possibilità! Tale è un fedele e amoroso schiavo di Gesù in Maria, che si è offerto interamente al servizio di questo Re dei re, per le mani della sua santa Madre e che non ha ritenuto nulla per se: tutto l'oro della terra e le bellezze dei cieli non bastano a pagarlo. 

136. Le diverse congregazioni, associazioni e confraternite istituite in onore di Gesù Cristo Signore e della sua santa Madre, che fanno tanto bene nel cristianesimo, non propongono di offrire tutto senza riserva; esse prescrivono ai loro associati solo alcune pratiche e opere per soddisfare i loro obblighi e lasciano poi liberi per tutte le altre azioni e per gli altri momenti della vita. Questa devozione invece fa donare senza riserva a Gesù e a Maria tutti i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze e tutti i momenti della vita, di modo che, si vegli o si dorma, si beva o si mangi, si compiano grandi azioni oppure piccole, si può sempre dire che ciò che si fa, anche se non ci si pensa, è per Gesù e per Maria, in forza dell'offerta compiuta, a meno che non si sia ritrattata espressamente. Quale consolazione!

137. Come ho già detto, non c'è altra pratica che questa, con la quale ci si possa disfare facilmente di un certo senso di proprietà che si insinua subdolamente nelle nostre migliori azioni; e il buon Gesù fa questa grande grazia in ricompensa dell'eroica e disinteressata azione che si compie cedendogli, per le mani della sua santa Madre, tutto il valore delle proprie opere buone. Se egli dà il centuplo, anche in questo mondo, a coloro che lasciano per amor suo i beni esteriori, temporali ed effimeri, quale sarà il centuplo che darà a colui che sacrifica anche i suoi beni interiori e spirituali!

138. Gesù, nostro grande amico, si è donato a noi senza riserva, corpo e anima, virtù, grazie e meriti. Dice san Bernardo: "Mi ha conquistato totalmente, dandosi a me totalmente" Non si tratta allora di giustizia e di riconoscenza se diamo a lui tutto ciò che possiamo dare? Egli è stato per primo generoso con noi; siamolo per secondi e lo scopriremo ancora più generoso durante la nostra vita, nel momento della morte e per tutta l'eternità: "Con l'uomo generoso, tu sei generoso".

2. QUESTA DEVOZIONE CI FA SEGUIRE L'ESEMPIO DI GESU' CRISTO

139. SECONDO MOTIVO, che ci mostra come sia giusto in se e vantaggioso per il cristiano consacrarsi interamente alla Santa Vergine con questa pratica, per esserlo più perfettamente a Gesù Cristo. Questo buon Maestro non ha disdegnato di rinchiudersi nel grembo della Santa Vergine come un prigioniero e uno schiavo per amore e di esserle sottomesso e obbediente durante trent'anni. Qui lo spirito umano, ripeto, si smarrisce se riflette seriamente su questo comportamento della Sapienza incarnata, la quale non ha voluto darsi direttamente all'umanità, anche se l'avrebbe potuto fare, ma per mezzo della Santa Vergine; e non ha voluto venire al mondo in età di uomo adulto e già autonomo, ma come un bambino, piccolo e povero, bisognoso di dipendere dalle cure e dal mantenimento della sua santa Madre. Questa infinita Sapienza, che aveva un immenso desiderio di rendere gloria a Dio suo Padre e di salvare l'umanità, non ha trovato un mezzo più perfetto e più efficace per farlo, se non quello di sottomettersi in tutto alla Santa Vergine, non soltanto durante i primi otto, o dieci, o quindici anni della sua vita, come gli altri figli, ma durante trent'anni; e ha dato più gloria a Dio suo Padre durante tutto questo tempo di sottomissione e di dipendenza dalla Santa Vergine, che non gliene avrebbe data impiegando quei trent'anni a compiere miracoli, a predicare per il mondo intero, a convertire tutti; altrimenti l'avrebbe fatto. Oh! come si rende gloria a Dio in modo sublime sottomettendosi a Maria, sull'esempio di Gesù! Avendo davanti agli occhi un esempio così chiaro e noto a tutti, saremo così stolti da credere di poter trovare un mezzo più perfetto e più efficace per glorificare Dio, di quello di sottometterci a Maria, sull'esempio del Figlio suo?

140.Per convincerci della dipendenza che dobbiamo avere dalla Santa Vergine, si ricordi quanto ho già detto, riferendo gli esempi che ci danno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, nella dipendenza che noi dobbiamo avere dalla Santa Vergine. Il Padre non ha dato e non dà suo Figlio che per mezzo di lei, non si procura dei figli che per mezzo di lei, non comunica le sue grazie che per mezzo di lei; Dio Figlio non è stato formato per tutti in generale che per mezzo di lei e non viene formato e generato ogni giorno che per mezzo di lei in unione con lo Spirito Santo e non comunica i suoi meriti e le virtù che per mezzo di lei; lo Spirito Santo non ha formato Gesù Cristo che per mezzo di lei, non forma i membri del suo Corpo mistico che per mezzo di lei e non dispensa i suoi doni e favori che per mezzo di lei. Dopo questi esempi della Trinità santissima, così forti e insistenti, come potremmo, senza mostrarci ciechi del tutto, fare a meno di Maria e non consacrarci a lei e dipendere da lei, per andare a Dio e per consacrarci a lui?

141. Ecco alcuni passi dei Padri che ho scelto per provare ciò che ho appena detto. "Maria ha due figli: uno Uomo-Dio e l'altro un semplice uomo, del primo è madre corporalmente, del secondo spiritualmente" "Questo è il volere di Dio, il quale ha voluto che ricevessimo tutto per mezzo di Maria; se quindi abbiamo un po' di speranza, di grazia, di salvezza, dobbiamo riconoscere che da lei ci proviene". " Tutti i doni, le virtù e le grazie dello stesso Spirito Santo sono elargiti dalle sue mani a chi vuole, quando vuole, come vuole e nella misura che vuole". "Tu eri indegno di ricevere, per questo è stato dato a Maria quanto avresti avuto, perché tu lo riceva per mezzo di lei".

142. Dice ancora san Bernardo che Dio ci vede indegni di ricevere le sue grazie direttamente dalle sue mani, perciò egli le dà a Maria, affinché noi riceviamo per mezzo di lei tutto ciò che egli ci vuole dare; e trova pure la sua gloria nel ricevere per le mani di Maria la gratitudine, l'onore e l'amore che noi gli dobbiamo per i suoi benefici. E' dunque molto giusto imitare questa condotta di Dio, prosegue san Bernardo, "affinché la grazia ritorni al suo autore per lo stesso canale per il quale era venuta a noi" E' ciò che si fa per mezzo di questa pratica di devozione: si offre e consacra alla Santa Vergine tutto ciò che si è e tutto ciò che si possiede, affinché Gesù Cristo Signore riceva per mezzo di lei la gloria e la gratitudine che a lui si deve. Ci si riconosce indegni e incapaci di avvicinarsi da se alla sua infinita Maestà: per questo ci si serve della intercessione della Santa Vergine.

143. Inoltre, si tratta qui di una pratica di grande umiltà, virtù che Dio ama al di sopra di tutte. Un'anima che pretende di innalzarsi, abbassa Dio; l'anima invece che si umilia, esalta Dio."Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia". Se ti abbassi, credendoti indegno di comparire davanti a lui e di avvicinarlo, egli discende, si abbassa per venire a te, per compiacersi in te e per elevarti, anche tuo malgrado; al contrario, quando ci si avvicina a Dio senza rispetto e senza mediatore, Dio si allontana e non lo si può raggiungere. Oh! quanto egli ama l'umiltà del cuore! Ed è a questa umiltà che impegna la presente pratica di devozione, perché insegna a non avvicinarsi mai da se stessi a Gesù Cristo Signore, anche se egli è dolce e misericordioso, ma a servirsi sempre della intercessione della Vergine Santa, sia per comparire davanti a Dio, che per parlargli, o avvicinarlo, o per offrirgli qualcosa, o per unirsi e consacrarsi a lui.

3. QUESTA DEVOZIONE CI PROCURA L'ASSISTENZA DI MARIA

1) Maria si dà al suo consacrato

144. TERZO MOTIVO. La Santa Vergine, che è una madre di dolcezza e di misericordia e che non si lascia mai vincere in amore e generosità, vedendo che ci si dona interamente a lei per renderle onore e servirla, spogliandosi di ciò che si ha di più caro per ornare lei, si dà ella stessa interamente e in modo inarrivabile a colui che le dona tutto. Lo sommerge nell'abisso delle sue grazie, lo adorna dei suoi meriti, lo sostiene con il suo potere, lo illumina con la sua luce, lo infiamma del suo amore, gli comunica le sue virtù: l'umiltà, la fede, la purezza, ecc., diventa suo garante, sua integrazione, suo tutto presso Gesù. Infine, poiché questa persona consacrata è tutta di Maria, anche Maria è tutta di lei, in modo che si può dire di questo perfetto servitore e figlio di Maria ciò che san Giovanni evangelista dice di se stesso, che cioè egli ha preso la Santa Vergine in luogo di tutti i suoi beni: "Il discepolo l'accolse tra i suoi beni".

145. Ciò che si realizza nella sua anima, se resta fedele, è una grande diffidenza, disistima e avversione con se stesso, e una grande fiducia, un grande abbandono alla Santa Vergine, sua sovrana amata. Egli non fa più assegnamento come prima sulle proprie disposizioni, intenzioni, meriti, virtù e buone opere, poiché avendone fatto offerta totale a Gesù Cristo per mezzo di questa buona Madre, non possiede che un tesoro, dove sono tutti i suoi beni e che non ha più con se: questo tesoro è Maria. Si avvicina così a Gesù Cristo Signore senza timore servile o scrupoloso e lo prega con molta fiducia; è questo che lo fa entrare nei sentimenti del devoto e dotto abate Ruperto, il quale parlando della vittoria riportata da Giacobbe sull'angelo, rivolge alla Santa Vergine queste belle parole: "O Maria, mia principessa e Madre immacolata di un Dio-Uomo, Gesù Cristo, io desidero lottare con questo Uomo, cioè il Verbo di Dio, armato non dei miei meriti, ma dei tuoi". Oh! come si è potenti e forti presso Gesù Cristo quando si è armati dei meriti e dell'intercessione di una degna Madre di Dio, la quale, come dice sant'Agostino, ha vinto l'Onnipotente con l'amore!.

2) Maria purifica e abbellisce le nostre buone opere

146. Poiché mediante questa forma di devozione si donano a Gesù Cristo Signore, per le mani della sua santa Madre, tutte le proprie buone opere, questa buona Sovrana le purifica, le abbellisce e le fa accettare dal Figlio suo.
1°. Ella le purifica da tutta la sporcizia dell'amor proprio e dal sottile attaccamento alla creatura che si insinua nelle migliori azioni, senza che ci si accorga. Dal momento in cui sono nelle sue mani purissime e feconde, queste mani che non sono mai state sterili od oziose, che purificano ciò che toccano, liberano il dono che le si fa da tutto ciò che può avere di guasto o imperfetto.

147. 2°. Le abbellisce, ornandole dei suoi meriti e virtù. E' come se un contadino, che vuole guadagnare l'amicizia e la benevolenza del re, andasse dalla regina e le presentasse una mela, che è tutto il suo avere, perché ella la presenti al re. La regina, dopo aver accettato il piccolo e povero dono del contadino, metterebbe questa mela al centro di un grande e bel vassoio d'oro e la presenterebbe così al re, da parte del contadino. In questo modo la mela, sebbene indegna per se di essere presen1/2$ tata al re, diventerebbe degna della sua Maestà a causa del vassoio d'oro sul quale è posta e della persona che la presenta.

148. 3°. Ella presenta queste buone opere a Gesù Cristo. Infatti non trattiene per se nulla di ciò che le si presenta, come se fosse lei il fine; ma fedelmente rimanda tutto a Gesù. Se si dà a lei, si dà necessariamente a Gesù; se la si loda e le si rende gloria, subito ella loda e rende gloria a Gesù. Ora come un tempo, quando santa Elisabetta ebbe a lodarla, quando la si loda e la si benedice, ella canta: "L'anima mia magnifica il Signore".

149. 4°. Fa accettare da Gesù queste buone opere, anche se sono un piccolo e povero dono per questo Santo dei santi e Re dei re. Quando si presenta qualche cosa a Gesù da se stessi e sostenuti dalla propria capacità e disposizione, Gesù esamina il dono e spesso lo rifiuta a causa dello sporco derivante dall'amor proprio, come un tempo rifiutò i sacrifici degli Ebrei pieni di volontà propria. Ma quando gli si presenta qualche cosa per le mani pure e verginali della sua Amatissima, lo si prende per il lato debole, se posso usare questa espressione: egli allora non considera più tanto il dono che gli si fa, quanto la sua buona Madre che glielo presenta; non guarda più tanto da dove viene quel dono, quanto colei per la quale arriva. Così Maria, che non viene mai rifiutata, ma sempre ben accolta dal suo Figlio, fa ricevere favorevolmente dalla sua Maestà tutto ciò che lei gli presenta, piccolo o grande; basta che Maria lo presenti e Gesù lo accoglie e lo gradisce. E' il prezioso consiglio che san Bernardo dava a quelli e quelle che egli guidava verso la perfezione: "Quando vuoi offrire qualcosa a Dio, abbi l'accortezza di presentarglielo per le mani molto degne e gradevoli di Maria, se non vuoi vederti rifiutato".

150. Non è forse questo che la stessa natura ispira ai piccoli nei confronti dei grandi, come abbiamo visto? Perché la grazia non dovrebbe portarci a fare la stessa cosa nei confronti di Dio, che è infinitamente superiore a noi e davanti al quale noi siamo meno degli atomi? Abbiamo d'altra parte un avvocata così potente, che non viene mai respinta, così capace, che conosce tutti i segreti per conquistare il cuore di Dio, così buona e piena di carità che non respinge mai nessuno, per quanto piccolo e cattivo. Più avanti riferirò la storia di Giacobbe e Rebecca, come figura effettiva delle verità che ho esposto.

4. QUESTA DEVOZIONE PROCURA LA MAGGIOR GLORIA DI DIO

151. QUARTO MOTIVO. Questa devozione, praticata con fedeltà, è un mezzo eccellente per fare in modo che il valore di tutte le nostre buone opere sia impegnato per la maggior gloria di Dio. Quasi nessuno agisce pensando a questo nobile fine, benché ne abbia l'obbligo, o perché non si conosce dove stia la maggior gloria di Dio, oppure perché non la si cerca. Ma poiché la Santa Vergine, alla quale si cede il valore e il merito delle proprie buone opere, conosce molto bene dove sta la maggior gloria di Dio e non fa nulla se non per la maggior gloria di Dio, un perfetto servitore di questa buona Sovrana, che si è consacrato a lei interamente, come abbiamo detto, può affermare con audacia che il valore di tutte le proprie azioni, pensieri e parole è utilizzato per la maggior gloria di Dio, a meno che non revochi espressamente la sua offerta. Si può forse trovare qualcosa di più consolante per un'anima che ama Dio di un amore puro e senza interesse e che stima la gloria e gli interessi di Dio più dei propri?

5. QUESTA DEVOZIONE CONDUCE ALL'UNIONE CON GESU' CRISTO

152. QUINTO MOTIVO. Questa forma di devozione è una via facile, breve, perfetta e sicura per giungere all'unione con Gesù Cristo Signore, nella quale consiste la perfezione cristiana.

1°. E' una via facile: è una via che Gesù Cristo ha aperto venendo a noi e sulla quale non c'è alcun ostacolo per giungere a lui. Veramente si può arrivare all'unione divina per altre strade, ma sarà attraverso maggiori croci, strane morti e con più difficoltà, faticose da vincere. Bisognerà passare attraverso notti oscure, lotte, strane agonie, per aspre montagne, su pungentissime spine e in paurosi deserti. Invece sulla strada di Maria si cammina più dolcemente e con maggior tranquillità. Certo, anche qui si incontrano grandi lotte da sostenere e forti difficoltà da vincere, ma questa buona Madre e Sovrana sta così vicina e presente ai suoi fedeli servitori, per illuminarli nelle tenebre, rischiararli nei dubbi, rassicurarli nei timori, sostenerli nelle lotte e difficoltà, che veramente questo cammino verginale per trovare Gesù Cristo è un cammino di rose e di miele nei confronti degli altri. Ci sono stati alcuni santi, ma in piccolo numero, come sant'Efrem, san Giovanni di Damasco, san Bernardo, san Bernardino, san Bonaventura, san Francesco di Sales, ecc., che hanno camminato per questa dolce strada per giungere a Gesù Cristo, poiché lo Spirito Santo, fedele Sposo di Maria, l'aveva loro mostrata per una speciale grazia; ma gli altri santi, che sono un più gran numero, pur avendo avuto tutti una devozione alla Santa Vergine, non hanno tuttavia percorso questa via, o ben poco. E' per questo che sono passati attraverso prove più dure e pericolose.

a) E' una via facile

153. Qualche fedele servitore di Maria mi domanderà allora come si spiega che i fedeli servitori di questa buona Madre hanno tante occasioni per soffrire, più di quelli che non le sono così devoti. Vengono contraddetti, perseguitati, calunniati, mal sopportati, oppure camminano nelle tenebre interiori o per deserti, dove non c'è una minima goccia di rugiada del cielo. Se questa devozione alla Santa Vergine rende più facile il cammino per trovare Gesù Cristo, come mai sono proprio loro i più crocifissi? 

154. Rispondo che è ben vero che i più fedeli servitori della Santa Vergine, essendo i suoi più grandi favoriti, ricevono da lei le più grandi grazie e favori del cielo, che sono le croci; ma dico pure che sono questi servitori di Maria che portano tali croci con più facilità, merito e gloria; ciò che sarebbe capace di fermare un altro mille volte, o di farlo cadere, non ferma costoro una sola volta e li fa andare avanti, perché questa buona Madre, tutta piena di grazia e di dolcezza dello Spirito Santo, addolcisce tutte queste croci che prepara nello zucchero della sua materna dolcezza e nella soavità del puro amore, cosicché essi le ingeriscono gioiosamente come delle noci candite, benché siano per se stesse amarissime. E io credo che una persona che vuole essere devota e vivere in Gesù Cristo con profonda fede, e che perciò deve soffrire persecuzione e portare ogni giorno la propria croce, non riuscirà mai a portare delle grandi croci, oppure non le porterà con gioia, né con perseveranza, senza una tenera devozione alla Santa Vergine, che rende dolci le croci; così come una persona, senza farsi una grande violenza, in cui non potrà resistere a lungo, non potrà mangiare delle noci acerbe, non candite nello zucchero.

b) E' una via breve

155. 2°. Questa forma di devozione alla Santa Vergine è una via breve per trovare Gesù Cristo, sia perché non ci si smarrisce, sia perché - come ho appena detto - vi si cammina con più gioia e facilità e quindi più speditamente. Si progredisce di più in poco tempo di sottomissione e dipendenza da Maria, che in anni interi di volontà propria e di appoggio su se stessi; infatti un uomo obbediente e sottomesso alla divina Maria canterà vittorie importanti su tutti i suoi nemici. E' vero, questi vorrebbero impedirgli il cammino, o farlo indietreggiare, o cadere, ma con il sostegno, l'aiuto e la guida di Maria, senza cadere, senza indietreggiare e perfino senza rallentare, egli avanzerà a passo da gigante verso Gesù Cristo, per la stessa strada per la quale - come è scritto - Gesù è venuto a noi, a passo da gigante e in poco tempo. 

156. Per qual motivo pensi che Gesù Cristo abbia vissuto così poco sulla terra, e che i pochi anni che ha vissuto li abbia trascorsi quasi tutti nella sottomissione e nell'obbedienza a sua Madre? Ah! è che, giunto in breve alla perfezione, ha vissuto a lungo, più a lungo di Adamo, del quale era venuto a riparare i danni, anche se quegli era vissuto più di novecento anni; Gesù Cristo ha vissuto molto, perché è vissuto molto sottomesso e molto unito alla sua santa Madre, per obbedire a Dio suo Padre. Infatti:
1°. chi onora la propria madre è come colui che raccoglie un tesoro, dice lo Spirito Santo; cioè chi onora Maria sua Madre fino a sottomettersi a lei e obbedirle in tutto, diventerà presto molto ricco, perché accumula tesori ogni giorno, per mezzo del segreto di questa pietra filosofale: "Chi riverisce la madre, e come chi accumula tesori";
2°. seguendo una interpretazione spirituale di questa parola dello Spirito Santo: "La mia vecchiaia si trova nella misericordia del grembo", è nel grembo di Maria, che ha cinto e generato un uomo perfetto e ha potuto contenere colui che l'universo intero non abbraccia né contiene, è nel grembo di Maria, dico, che i giovani diventano vecchi, per illuminazione, santità, esperienza e sapienza, e che si giunge in pochi anni fino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo.

c) E' una via perfetta

157. 3°. Questa pratica di devozione alla Santa Vergine è una via perfetta per incontrarsi e unirsi a Gesù Cristo, poiché la divina Maria è la più perfetta e la più santa delle semplici creature e Gesù Cristo, che ha scelto una maniera perfetta per venire a noi, non ha preso altra strada per il suo grande e meraviglioso viaggio. L'Altissimo, l'Incomprensibile, l'Inaccessibile, Colui che è, ha voluto venire a noi, piccoli vermi di terra, che nulla siamo. Come è successo? L'Altissimo è disceso fino a noi in modo perfetto e divino per mezzo dell'umile Maria senza nulla perdere della sua divinità e santità, ed è per mezzo di Maria che questi piccolissimi devono salire verso l'Altissimo in modo perfetto e divino, senza nulla temere. L'Incomprensibile si è lasciato comprendere e contenere in modo perfetto dalla piccola Maria, senza nulla perdere della sua immensità; ed è ancora per mezzo della piccola Maria che noi dobbiamo lasciarci contenere e condurre in modo perfetto, senza alcuna riserva.
L'Inaccessibile si è avvicinato, si è unito strettamente, in modo perfetto e anche di persona alla nostra umanità per mezzo di Maria, senza nulla perdere della sua Maestà; ed è ancora per mezzo di Maria che noi dobbiamo avvicinarci a Dio e unirci alla sua Maestà in modo perfetto e strettamente, senza temere di essere respinti. Infine, Colui che è, ha voluto venire presso ciò che non è, e fare in modo che ciò che non è, diventi Dio, o Colui che è; lo ha fatto in modo perfetto, donandosi e sottomettendosi interamente alla giovane Vergine Maria, senza cessare di essere nel tempo Colui che è da tutta l'eternità; ancora, benché noi non siamo nulla, è per mezzo di Maria che possiamo divenire simili a Dio, per mezzo della grazia e della gloria, donandoci a lei in modo così perfetto e totale, da non essere nulla in noi stessi, e tutto in lei, senza timore di ingannarci. 

158. Mi si mostri una nuova strada per andare a Gesù Cristo, che questa strada sia lastricata da tutti i meriti dei beati, ornata da tutte le loro virtù eroiche, illuminata e abbellita da tutti gli splendori e le bellezze degli angeli e che tutti gli angeli e i santi siano presenti per guidare, proteggere e sostenere quelli e quelle che vi vorranno camminare; in verità, in verità, lo dico con audacia e dico la verità, invece di questa strada, che sarebbe così perfetta, io preferirei la via immacolata di Maria: "E ha reso integro il mio cammino", via, o cammino senza alcuna macchia né sporcizia, senza peccato originale o attuale, senza né ombre né tenebre; e se il mio amabile Gesù, nella sua gloria, viene una seconda volta sulla terra, come è certo, per regnarvi, non sceglierà altra via per il suo viaggio che la divina Maria, per mezzo della quale egli è venuto la prima volta in modo così sicuro e perfetto. La differenza che vi sarà tra la prima e la seconda venuta è che la prima è stata segreta e nascosta, la seconda sarà gloriosa e sfolgorante, ma tutte due perfette, perché tutte due saranno per mezzo di Maria. Ahimè! ecco un mistero che non si comprende! Qui ogni lingua deve tacere.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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29/01/2016 11:51
 
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d) E' una via sicura


159. 4°. Questa devozione alla Santa Vergine è una via sicura per andare a Gesù Cristo e possedere la perfezione unendoci a lui.

1°. Perché questa pratica che io insegno non è nuova; è antica quanto mai, e come dice il Boudon, morto da poco in odore di santità, in un libro che ha scritto su questa devozione, non se ne possono indicare esattamente gli inizi; è però certo che se ne trovano le tracce nella Chiesa da più di settecento anni. Sant'Odilone, abate di Cluny, che visse intorno all'anno 1040, fu uno dei primi a praticarla pubblicamente in Francia. Così si legge nella sua vita. Il cardinale Pier Damiani riferisce che, nell'anno 1076, il beato Marino, suo fratello, in presenza del suo direttore, si fece schiavo della Santa Vergine, con un rito molto edificante: si pose una corda al collo e si flagellò, poi mise sull'altare una somma di denaro, per indicare di essersi consegnato e consacrato alla Santa Vergine, e continuò così fedelmente per tutta la vita, e alla sua morte meritò di essere visitato e consolato dalla sua buona Sovrana e di ricevere dalla bocca di lei la promessa del paradiso come ricompensa dei suoi servizi Cesare Bollando ricorda un illustre cavaliere, Vautier de Birbak, vicino parente dei duchi di Lovanio, il quale, verso l'anno 1300, fece questa consacrazione di se stesso alla Santa Vergine. Questa devozione è stata praticata in privato da parecchie persone fino al XVII secolo, quando divenne pubblica. 

Ecco il testo della consacrazione di ODILONE, abate di Cluny:

"O piissima Vergine e Madre del Salvatore di tutti i secoli, a partire da questo giorno e per sempre prendimi al tuo servizio e sii mia avvocata misericordiosa in tutte le vicende della mia vita. Dopo Dio io non ho nulla di più caro di te, e volentieri io mi consegno per sempre al tuo servizio come tuo schiavo".

160. Il padre Simon de Rojas, dell'Ordine della Trinità, detto anche della redenzione degli schiavi, predicatore del re Filippo III, divulgò questa devozione in tutta la Spagna e la Germania e ottenne da Gregorio XV su istanza di Filippo III, grandi indulgenze per coloro che l'avessero praticata. Il padre de los Rios, dell'Ordine di sant'Agostino, si applicò con la parola e con gli scritti, insieme al suo intimo amico padre de Rojas, a diffondere questa devozione in Spagna e Germania; compose un grosso volume dal titolo Hierarchia Mariana, dove espone con grande pietà ed erudizione, l'antichità, l'eccellenza e la solidità di questa devozione. I Padri Teatini, nel secolo scorso, diffusero questa devozione in Italia, Sicilia e Savoia.

161. Il padre Stanislao Phalacius, della Compagnia di Gesù, promosse meravigliosamente questa devozione in Polonia. Il padre de los Rios, nel suo libro citato sopra, riporta i nomi di principi, principesse, vescovi e cardinali di diversi regni, che hanno abbracciato questa devozione. Il padre Cornelio a Lapide, così raccomandabile per la sua pietà come per la sua profonda scienza, essendo stato incaricato da diversi vescovi e teologi di esaminare questa devozione, dopo averla analizzata in modo approfondito, la lodò in modo degno della sua pietà e diversi altri grandi personaggi seguirono il suo esempio. I Padri Gesuiti, sempre zelanti nel servizio della Santa Vergine, presentarono a nome dei congregazionisti di Colonia un piccolo trattato su questa devozione al duca Ferdinando di Baviera, in quel momento arcivescovo di Colonia, il quale diede la sua approvazione e l'autorizzazione per la stampa, esortando tutti i parroci e i religiosi della sua diocesi a promuovere il più possibile questa solida devozione.

162. Il cardinale de Bérulle, la cui memoria è in benedizione per tutta la Francia, fu uno dei più zelanti nel diffondere in Francia questa devozione, malgrado tutte le calunnie e persecuzioni che gli provocarono i critici e i libertini. Lo accusarono di novità e di superstizione; scrissero e pubblicarono contro di lui un libello diffamatorio e si servirono, o piuttosto il demonio per mezzo loro, di mille astuzie per impedirgli di diffondere questa devozione in Francia. Ma questo grande e santo uomo non rispose alla loro calunnia se non con la sopportazione, e alle obiezioni contenute nel loro libello rispose con un piccolo scritto, dove li confuta con efficacia, mostrando come questa devozione sia fondata sull'esempio di Gesù Cristo, sui doveri che abbiamo verso di lui e sui voti da noi fatti nel santo battesimo; ed è soprattutto con questa ultima motivazione che egli chiude la bocca ai suoi avversari, mostrando loro come questa consacrazione alla Santa Vergine e a Gesù Cristo per le mani di lei, non sia altro che una perfetta rinnovazione dei voti, o promesse del battesimo. Molte belle cose circa questa pratica di devozione si possono leggere nelle sue opere.

163. Nel libro del Boudon si possono leggere i diversi papi che hanno approvato questa devozione, i teologi che l'hanno esaminata e le opposizioni che ha incontrato e superato, le migliaia di persone che l'hanno abbracciata, senza che mai nessun papa l'abbia condannata, né potrebbe esserlo senza sovvertire i fondamenti del cristianesimo. E' dunque certo che questa devozione non è nuova, e che se non è molto diffusa è perché è troppo preziosa per essere gustata e praticata da tutti.

164. 2°. Questa devozione è un mezzo sicuro per andare a Gesù Cristo perché la specifica caratteristica della Santa Vergine è di condurci con sicurezza a Gesù Cristo, come quella di Gesù Cristo è di condurci con sicurezza all'eterno Padre. E non credano le anime spirituali che Maria possa essere loro di impedimento per arrivare all'unione divina. Infatti, come è possibile che colei che ha trovato grazia davanti a Dio per tutti in generale e per ciascuno in particolare, possa diventare un impedimento a un anima nel trovare la grande grazia dell'unione con lui? Sarebbe possibile che colei che è stata tutta piena e sovrabbondante di grazie, così unita e trasformata in Dio, che giunse a incarnarsi in lei, possa impedire a un'anima di essere perfettamente unita a Dio? E' vero che la vista delle altre creature, anche se sante, potrebbe forse, per qualche momento, ritardare l'unione divina; ma non Maria, come ho detto e dirò sempre senza stancarmi. Una ragione per cui così poche anime arrivano alla pienezza dell'età di Gesù Cristo, è che Maria, più che mai madre di Gesù Cristo e Sposa feconda dello Spirito Santo, non è abbastanza formata nei loro cuori. Chi desidera avere il frutto ben maturo e ben formato, deve avere l'albero che lo produce; chi desidera avere il frutto di vita, Gesù Cristo, deve avere l'albero di vita che è Maria. Chi desidera possedere in se l'operazione dello Spirito Santo, deve avere la sua Sposa fedele e indissolubile, la divina Maria, che lo rende fertile e fecondo, come abbiamo detto altrove. 

165. Sii dunque convinto che più guarderai Maria nelle tue orazioni, contemplazioni, azioni e sofferenze, se non con sguardo diretto ed esplicito, almeno in modo generale e impercettibile, e più perfettamente troverai Gesù Cristo, che è sempre con Maria, grande, potente, operante e inafferrabile, e lo è più che in cielo o in altre creature dell'universo. Così, la divina Maria, tutta immersa in Dio, è ben lontana dal divenire un ostacolo per coloro che cercano la perfezione nell'unione con Dio; non c'è stata finora, né ci sarà mai creatura che ci aiuti più efficacemente in questa grande impresa, sia per mezzo delle grazie che ti comunicherà a questo scopo, come dice un santo: "Nessuno colmo del pensiero di Dio se non per mezzo tuo", sia per le illusioni e gli inganni dello spirito maligno da cui ella ti proteggerà.

166. Là dove c'è Maria, non ci può essere lo spirito maligno; e uno dei segni più infallibili che si è guidati dallo spirito buono, sta nel fatto di essere molto devoti di Maria, di pensare spesso a lei e di parlarne sovente. E' il pensiero di un santo, il quale aggiunge che, come il respiro è un segno certo che il corpo non è morto, così il pensiero frequente e l'invocazione amorosa di Maria sono un segno sicuro che l'anima non è morta a causa del peccato.

167. Come dice la Chiesa, e lo Spirito Santo che la guida, soltanto Maria ha distrutto tutte le eresie; anche se i critici borbottano, un fedele devoto di Maria non cadrà mai nell'eresia o nell'errore, almeno formalmente; potrà sbagliare materialmente, o scambiare una menzogna per verità, o lo spirito maligno per quello buono, anche se succederà più difficilmente che ad altri; ma presto o tardi si accorgerà del proprio errore e sbaglio materiale, e quando lo saprà, non si ostinerà affatto a credere e a sostenere ciò che gli era sembrato verità.

168. Chi dunque, senza cadere nell'illusione - che è facile nelle persone di orazione - vuole progredire nella via della perfezione e trovare con sicurezza e in modo perfetto Gesù Cristo, abbracci di gran cuore, "con cuore generoso e animo pronto"1, questa devozione alla Santa Vergine, che forse non aveva ancora conosciuto. Entri in questo cammino sublime a lui sconosciuto e che io gli sto indicando: "Io vi mostro una via migliore di tutte" E' una via tracciata da Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, nostro unico capo; passando per essa, i membri non possono sbagliarsi. E' una via facile, per la pienezza di grazia e di dolcezza dello Spirito Santo che la pervade; camminandovi, non ci si stanca affatto, né si indietreggia. E' una via breve, che ci conduce a Gesù Cristo in poco tempo. E' una via perfetta, dove non c'è sorta di fango, né di polvere, né la minima sozzura di peccato. E' infine una via sicura, che ci conduce a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza piegare né a destra né a sinistra. Entriamo quindi in questa strada e in essa camminiamo giorno e notte, fino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo.

6. QUESTA DEVOZIONE CONFERISCE UNA GRANDE LIBERTA' INTERIORE

169. SESTO MOTIVO. Questa pratica di devozione dà alle persone che la seguono con fedeltà, una grande libertà interiore, che è la libertà dei figli di Dio. Infatti, poiché con questa devozione si diventa schiavi di Gesù Cristo, consacrandosi a lui totalmente come tali, questo buon Signore, come ricompensa per la schiavitù d'amore in cui ci si pone: 1°. toglie dall'anima ogni scrupolo e timore servile, capace solo di ripiegarla su se stessa, renderla prigioniera e confonderla; 2°. allarga il cuore, con una santa fiducia in Dio e facendoglielo sentire come Padre suo; 3°. le ispira un amore tenero e filiale. 

170. Senza fermarmi a dimostrare questa verità con ragionamenti, mi limito a riportare un episodio che ho letto nella vita della Madre Agnese di Gesù, religiosa domenicana del convento di Langeac, in Alvernia, dove mori in concetto di santità nell'anno 1634. Non aveva che sette anni e soffriva già grandi pene di spirito, quando sentì una voce dirle che se voleva essere liberata da tutte le sue pene ed essere protetta contro ogni specie di nemici, doveva al più presto farsi schiava di Gesù e della sua santa Madre. Non appena tornata a casa, si donò interamente a Gesù e alla sua santa Madre come schiava, benché fino ad allora non conoscesse questa devozione; e avendo trovato una catena di ferro, se la cinse ai fianchi e la portò fino alla morte. Dopo quel gesto, tutte le sue pene e gli scrupoli cessarono e si ritrovò in una grande pace e serenità di cuore, tanto che decise di far conoscere questa devozione a molte altre persone, le quali pure si trovarono a fare grandi progressi; tra questi, l'Olier, fondatore del Seminario di San Sulpizio, ed altri sacerdoti ed ecclesiastici del medesimo Seminario... Un giorno poi la Santa Vergine le apparve e le mise al collo una catena d'oro, per dimostrarle la gioia che provava nel vederla fatta schiava del suo Figlio e sua; e santa Cecilia, che accompagnava la Santa Vergine, le disse: "Beati i fedeli schiavi della Regina del cielo, perché godranno della vera libertà: nel servire te, consiste la libertà".

7. QUESTA DEVOZIONE PROCURA GRANDI BENI AL PROSSIMO

171. SETTIMO MOTIVO. Ciò che ancora ci può convincere ad abbracciare questa pratica, sono i grandi benefici che ne riceverà il nostro prossimo. Infatti con questa pratica di devozione si esercita la carità verso gli altri in modo eminente, donando per le mani di Maria tutto ciò che si ha di più caro, che è il valore soddisfattorio e impetratorio di tutte le nostre buone opere, senza eccettuare il minimo buon pensiero e la più piccola sofferenza; si permette che tutto ciò che si è acquistato e ciò che si acquisterà di meritorio, fino alla morte, sia utilizzato o per la conversione dei peccatori, o per la liberazione delle anime del purgatorio, secondo la volontà della Vergine Santa. Non significa forse questo amare il proprio prossimo in modo perfetto? Non è forse questo l'autentico discepolo di Gesù Cristo, che si riconosce dalla carità? Non è forse questo il mezzo per convertire i peccatori, senza cadere nella vanità, e di liberare le anime del purgatorio, quasi senza fare altro che ciò che ciascuno è tenuto a fare secondo il proprio stato? 

172. Per comprendere la grande importanza di questo motivo, bisognerebbe capire quale bene sia convertire un peccatore, o liberare un'anima del purgatorio: è un bene infinito, più grande della creazione del cielo e della terra, perché si dà ad un'anima il possesso di Dio. Se, con questa pratica, non si liberasse, durante tutta la propria vita, che una sola anima dal purgatorio, oppure non si convertisse che un solo peccatore, non sarebbe forse abbastanza per convincere ogni persona veramente caritatevole ad abbracciarla? Bisogna inoltre notare che le nostre buone opere, passando dalle mani di Maria, ricevono un aumento di purezza e quindi di merito e di valore soddisfattorio e impetratorio, diventando così più capaci di alleviare le anime del purgatorio e di convertire i peccatori, che se non passassero dalle mani verginali e generose di Maria. Il poco che si dona per mezzo della Santa Vergine, libero dalla propria volontà e motivato da una carità disinteressata, diventa veramente molto potente nel piegare la collera di Dio e nell'attirare la sua misericordia; potrà succedere forse che una persona molto fedele a questa pratica, al momento della sua morte si trovi ad avere liberato, per questo mezzo, molte anime del purgatorio e convertito molti peccatori, sebbene non abbia compiuto che le azioni abbastanza ordinarie del proprio stato. Quale gioia al momento del giudizio! Quale gloria nell'eternità!

8. QUESTA DEVOZIONE E' UN MEZZO AMMIRABILE DI PERSEVERANZA

173. OTTAVO MOTIVO. Infine, ciò che - in certo senso - ci convince più efficacemente ad abbracciare questa devozione alla Santa Vergine, è il fatto che sia un mezzo meraviglioso per perseverare nella virtù ed essere fedele. Infatti, come mai la maggior parte delle conversioni dei peccatori non dura molto? Come mai si ricade così facilmente nel peccato? Perché la maggior parte dei buoni, invece di progredire di virtù in virtù e acquisire nuove grazie, perdono spesso il poco di virtù e di grazie che possiedono? Questa disgrazia succede, come ho detto prima, perché essendo l'uomo così corrotto, così debole e incostante, si fida di se stesso, si appoggia sulle proprie forze e si crede capace di conservare il tesoro delle proprie grazie, delle virtù e dei meriti. Per mezzo di questa devozione, si affida tutto ciò che si possiede alla Santa Vergine, che è fedele; la si sceglie come depositaria universale di tutti i propri beni di natura e di grazia. Ci si fida della sua fedeltà, ci si appoggia sul suo potere, ci si fonda sulla sua misericordia e carità, affinché ella conservi e aumenti le nostre virtù e i nostri meriti, nonostante il demonio, il mondo e la carne, che compiono ogni sforzo per farceli perdere. Le si dice, come un bravo figlio a sua madre e un fedele servitore alla sua padrona: "Custodisci il deposito", mia buona Madre e Padrona, riconosco che per tua intercessione, ho ricevuto finora più grazie da Dio che non meritassi, e so, per mia esperienza negativa, che porto questo tesoro in un vaso fragilissimo, e che sono troppo debole e misero per conservarlo presso di me: "Io sono piccolo e disprezzato"; ti prego, ricevi in deposito tutto quanto possiedo, e conservamelo con la tua fedeltà e potenza. Se mi custodisci, non perderò nulla; se mi sostieni, non cadrò; se mi proteggi, sono al sicuro dai miei nemici.

174. E' ciò che san Bernardo dice in termini espliciti per ispirarci questa pratica di devozione: "Appoggiato a lei non scivolerai; sotto la sua protezione non temerai nulla; con la sua guida non ti stancherai; con il suo favore giungerai al porto della salvezza". Anche san Bonaventura sembra dire la stessa cosa in termini ancora più precisi: "La Santa Vergine non è soltanto confermata nella pienezza dei santi; ella tiene saldi e conserva i buoni nella loro pienezza, perché non abbia a diminuire; impedisce che le loro virtù vengano dissipate, che i loro meriti periscano, che le loro grazie si perdano, che i demoni facciano loro del male; e infine impedisce che Gesù Cristo Signore li castighi quando peccano".

175. Maria è la Vergine fedele, che con la sua fedeltà a Dio ripara le perdite provocate da Eva l'infedele con la sua infedeltà, e ottiene la fedeltà a Dio e la perseveranza a quelli e quelle che si aggrappano a lei. Per questo un santo la paragona a un'ancora salda, che li trattiene e impedisce loro di fare naufragio nel mare agitato di questo mondo, dove tanta gente si perde perché non è aggrappata a questa ancora salda: "Noi leghiamo le anime a te, nostra speranza, come ad un'ancora ferma". A lei maggiormente si sono attaccati i santi che si sono salvati e hanno attaccato gli altri perché perseverassero nella virtù. Beati dunque, e mille volte beati i cristiani che oggi si aggrappano a lei fedelmente e totalmente come ad un ancora salda. La forza della tempesta di questo mondo non li farà sommergere, né andranno perduti i loro tesori celesti! Beati quelli e quelle che entrano in lei come nell'arca di Noè! Le acque del diluvio di peccati, che annegano tanta gente, non nuoceranno loro perché: "Chi compie le mie opere non peccherà": coloro che sono in me per lavorare alla propria salvezza non peccheranno, ella dice con la Sapienza. Beati i figli infedeli della sventurata Eva, i quali si aggrappano alla Madre e Vergine fedele, che resta sempre fedele e non si smentisce mai, che ama sempre coloro che l'amano: "Io amo coloro che mi amano", non soltanto di un amore affettivo, ma effettivo ed efficace, impedendo loro, con una grande abbondanza di grazie, di indietreggiare nella virtù, o di cadere sulla strada, perdendo la grazia del Figlio suo.

176. Questa buona Madre riceve sempre, per pura carità, tutto ciò che le si dà in deposito; e quando l'ha ricevuto una volta in qualità di depositaria, è obbligata a conservarcelo per giustizia, in forza del contratto di deposito; proprio come una persona, alla quale io avessi affidato mille scudi in deposito, sarebbe obbligata a conservarmeli, in modo che, se per sua negligenza i miei mille scudi andassero perduti, ne sarebbe responsabile per giustizia. Ma no! Mai la fedele Maria lascerà perdere per sua negligenza ciò che le si sarà affidato: passerebbero il cielo e la terra, piuttosto che ella fosse negligente e infedele verso coloro che si fidano di lei.

177. Poveri figli di Maria, la vostra debolezza è estrema, grande la vostra incostanza e il vostro fondo è molto guasto. Riconosco: siete tratti dalla stessa massa corrotta dei figli di Adamo ed Eva; ma non scoraggiatevi per questo: consolatevi e gioite; ecco il segreto che vi insegno, un segreto sconosciuto alla maggior parte dei cristiani, anche ai più devoti. Non lasciate il vostro oro e argento nelle vostre casseforti, che sono già state scassinate dallo spirito maligno che vi ha derubato; esse sono troppo piccole e fragili, troppo vecchie per contenere un tesoro così grande e prezioso. Non mettete l'acqua pura e limpida della fonte nei vostri vasi inquinati e infettati dal peccato; se il peccato non c'è più, rimane il suo odore e l'acqua verrà guastata. Non mettete i vostri vini squisiti nelle vostre vecchie botti, che sono state riempite di vino cattivo: si rovinerebbero, con il pericolo di spandersi. 

178. Anche se voi mi capite, anime fedeli, mi esprimerò in modo più chiaro. Non affidate l'oro della vostra carità, l'argento della vostra purezza, le acque delle grazie celesti, né i vini dei vostri meriti e virtù a un sacco bucato, a un cofano vecchio e rotto, a un vaso sporco e inquinato come voi siete; altrimenti sarete saccheggiati dai ladri, cioè i demoni, che cercano e spiano, notte e giorno, il tempo propizio per farlo; altrimenti voi stessi guasterete, con il cattivo odore dell'amore a voi stessi, della fiducia in voi stessi e della volontà vostra, tutto ciò che Dio vi dà di più puro. Mettete, versate nel grembo e nel cuore di Maria tutti i vostri tesori, tutte le vostre grazie e virtù: è vaso spirituale, un vaso d'onore, un vaso insigne di devozione. Dopo che Dio stesso in persona si è racchiuso con tutte le sue perfezioni in questo vaso esso è diventato tutto spirituale, dimora spirituale delle anime più spirituali; è diventato degno di onore e trono di onore dei più grandi principi dell'eternità; è diventato insigne in devozione, dimora dei più illustri in dolcezze, in grazie e virtù; è diventato infine ricco come una casa d'oro, forte come una torre di Davide e puro come una torre d'avorio.

179. Oh! Quanto è felice un uomo che ha dato tutto a Maria, che si affida e si perde in tutto e per tutto in Maria! Egli è tutto di Maria e Maria è tutto per lui. Egli può dire arditamente con Davide: "Maria è fatta per me"; o con il discepolo prediletto: "L'ho presa per ogni mio bene"; oppure con Gesù Cristo: "Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie".

180. Se qualche critico, leggendo queste cose, pensa che qui parlo per esagerazione e spinto da una devozione eccessiva, ahimè! egli non mi capisce, sia perché è un uomo carnale, che non gusta le cose dello spirito, sia perché è del mondo, che non può ricevere lo Spirito, sia perché è orgoglioso e critico, che condanna e disprezza tutto ciò che non comprende. Ma le anime che non sono nate dal sangue, né da volontà della carne, né da volontà dell'uomo, ma da Dio e da Maria, mi sapranno comprendere e gustare; ed è anche per queste che scrivo qui.

181. Tuttavia, riprendendo il discorso interrotto, dico agli uni e agli altri che la divina Maria, essendo la più disponibile e generosa di tutte le semplici creature, non si lascia mai vincere in amore e generosità; "Per un uovo dò un bove", dice un sant'uomo, cioè per il poco che le si dà, ella dona molto di ciò che ha ricevuto da Dio; pertanto, se un'anima si dona a lei senza riserva, ella si dona a quest'anima senza riserva; se si ripone in lei tutta la propria fiducia senza presunzione, impegnandosi per propria parte ad acquistare le virtù e a domare le proprie passioni.

182. I fedeli servi della S. Vergine dicono dunque arditamente con S. Giovanni Damasceno: "Confidando in te, o Madre di Dio, io sarò salvo; da te difeso non temerò giammai; con la tua protezione e il tuo aiuto io combatterò e metterò in fuga i miei nemici; perché la devozione verso di te è un'arma salutare che Dio dà a coloro che vuole salvi".

 




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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29/01/2016 11:53
 
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Capitolo VI

FIGURA BIBLICA DELLA VITA DI CONSACRAZIONE

183. Di tutte le verità che ho esposte riguardo alla Santa Vergine e ai suoi figli e servitori, lo Spirito Santo nella Sacra Scrittura ci offre una figura mirabile nella storia di Giacobbe, che ricevette la benedizione dal padre suo Isacco, tramite le cure e le risorse di Rebecca sua madre. Eccola come lo Spirito Santo la riferisce. Vi aggiungerò poi la mia spiegazione.

1. STORIA DI GIACOBBE

184. Esaù aveva venduto a Giacobbe il suo diritto di primogenitura. Rebecca, madre dei due fratelli, che amava teneramente Giacobbe, riuscì diversi anni dopo a fargli avere questo privilegio, con una scaltrezza tutta santa e piena di misteri. Isacco si sentiva molto invecchiato e voleva lasciare le benedizioni ai suoi figli prima di morire; chiamò allora suo figlio Esaù, che amava, e gli ordinò di andare a caccia per procurarsi qualcosa da mangiare, dopo di che, lo avrebbe benedetto. Rebecca però avvertì subito Giacobbe di quello che stava succedendo e gli disse di andare a prendere due capretti dal gregge. Quando egli li ebbe portati alla madre, ella li preparò per Isacco, come sapeva che egli desiderava. Poi rivestì Giacobbe degli abiti di Esaù che ella aveva con se, coprì le sue mani e il collo con la pelle dei capretti, cosicché suo padre, ormai privo della vista, ascoltando la voce di Giacobbe e toccando il pelo delle sue mani, potesse credere che fosse suo fratello Esaù.
In effetti Isacco fu sorpreso della sua voce, che credeva essere la voce di Giacobbe, e lo fece avvicinare, toccando il pelo delle pelli di cui si era coperte le mani e disse che effettivamente la voce era quella di Giacobbe, ma le mani erano quelle di Esaù. Dopo aver mangiato, baciò Giacobbe, sentendo l'odore dei suoi vestiti profumati e lo benedì, augurandogli la rugiada del cielo e la fecondità della terra; lo costituì capo di tutti i suoi fratelli e terminò la benedizione con queste parole: "Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto".
Isacco aveva appena detto queste parole, che Esaù entrò, portando da mangiare ciò che aveva preso alla caccia, perché suo padre potesse poi benedirlo. Il santo patriarca fu sorpreso da uno stupore incredibile quando si accorse di ciò che era successo, ma invece di ritrattare ciò che aveva fatto, lo confermò, perché in questo fatto vedeva fin troppo chiaramente il dito di Dio. Esaù allora scoppiò in grida e lamenti, come annota la Sacra Scrittura, accusando a gran voce suo fratello di aver imbrogliato e chiedendo a suo padre se non avesse per lui almeno una benedizione. I santi Padri osservano a questo punto come egli sia la figura di coloro che trovano comodo conciliare Dio con il mondo, volendo godere insieme delle consolazioni del cielo e di quelle della terra.
Isacco fu toccato dalle grida di Esaù e alla fine lo benedì, ma con una benedizione terrena e assoggettandolo a suo fratello. Ciò provocò in lui un odio così velenoso contro Giacobbe, che aspettava solo la morte del padre per ucciderlo. E Giacobbe non avrebbe potuto evitare questa morte se sua madre Rebecca non lo avesse protetto con i suoi accorgimenti e con i buoni consigli che gli diede, e che egli seguì.

2. INTERPRETAZIONE DELLA STORIA DI GIACOBBE

185. Prima di spiegare questa storia così bella, bisogna ricordare che - secondo tutti i santi Padri e gli interpreti della Sacra Scrittura - Giacobbe è la figura di Gesù Cristo e dei veri credenti, mentre Esaù è figura dei non credenti. Per farsene un'idea, basta esaminare le azioni e il comportamento dell'uno e dell'altro.

a) Esaù figura dei riprovati

1°. Esaù, il primogenito, era forte e vigoroso nel corpo, accorto e abile nel tirare con l'arco e nel prendere molta selvaggina a caccia.
2°. Egli non stava quasi mai in casa; lavorava fuori e aveva fiducia solo nella propria forza e capacità.
3°. Non si preoccupava molto di piacere a sua madre Rebecca e non faceva nulla per questo.
4°. Era così ingordo e schiavo della gola, che vendette il diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie.
5°. Come Caino, era preso da invidia per suo fratello Giacobbe e gli era sempre contro.
 
186. Ed è questo il comportamento che ogni giorno tengono i cattivi credenti.
1°. Hanno fiducia nella propria forza e nelle loro capacità per gli affari temporali; sono molto forti, abili e avveduti per le cose della terra, ma molto deboli e ignoranti nelle cose del cielo.

187. 2°. Non dimorano mai, o quasi mai, nella loro propria casa, cioè nel loro interiore, che è la casa intima e fondamentale che Dio ha dato a ciascuno, per dimorarvi sul suo esempio, poiché Dio dimora sempre in se stesso. I cattivi credenti non amano affatto il ritiro, né la spiritualità, e neppure la devozione interiore; piuttosto essi trattano da bigotti, piccini e rustici, coloro che vivono l'interiorità e il ritiro dal mondo, dedicandosi più all'interiore che all'esteriore.

188. 3°. I cattivi credenti non si interessano per nulla della devozione alla Santa Vergine, Madre dei veri credenti. E' vero: non la odiano espressamente, qualche volta le tributano lodi, dicono di amarla e praticano pure qualche devozione in suo onore, ma per il resto non sopportano che la si ami teneramente, poiché essi non nutrono per lei le tenerezze di Giacobbe; trovano a ridire sulle pratiche di devozione alle quali i suoi figli e servitori si attengono fedelmente per guadagnarne l'affetto; non credono infatti che questa devozione sia loro necessaria per salvarsi e pensano che sia sufficiente non odiare formalmente la Santa Vergine e non disprezzare apertamente questa devozione; credono di aver meritato le buone grazie della Santa Vergine e di essere suoi servitori, perché recitano e borbottano qualche preghiera in suo onore, senza alcuna tenerezza per lei e senza emendare se stessi.

189. 4°. I cattivi credenti vendono il loro diritto di primogenitura, cioè le gioie del paradiso, per un piatto di lenticchie, cioè per i piaceri della terra. Essi ridono, bevono, mangiano, si divertono, giocano e danzano, senza preoccuparsi - come Esaù - di rendersi degni della benedizione del Padre celeste. In due parole, non pensano che alla terra, non amano che la terra, non parlano e non agiscono che per la terra e per i propri piaceri; per un - breve momento di piacere, per un illusorio fumo di onore e per un pezzo di dura terra, gialla o bianca, vendono la grazia battesimale, la loro veste di innocenza e l'eredità celeste.

190. 5°. Infine, i cattivi credenti odiano e perseguitano ogni giorno i veri credenti, apertamente o subdolamente; non li possono sopportare, li disprezzano, li criticano, li burlano, li offendono, li derubano, li ingannano, li sfruttano, li scacciano, li annientano; mentre essi fanno fortuna, si tolgono ogni piacere, se la passano bene, si arricchiscono, si espandono e vivono a loro agio.

b) Giacobbe, figura dei predestinati

191. Giacobbe, il minore:
1°. Era di costituzione più debole, mite e pacifico e rimaneva abitualmente in casa per guadagnarsi le buone grazie di sua madre Rebecca, che amava teneramente; se usciva fuori, non era per sua volontà, né per fiducia nella propria capacità, ma per obbedire a sua madre. 

192. 2°. Egli amava e onorava la sua madre: per questo rimaneva in casa con lei; era contento quando la vedeva; evitava tutto ciò che potesse dispiacerle e faceva invece tutto quello che pensava le piacesse: questo aumentava in Rebecca l'amore che aveva per lui.

193. 3°. Era sottomesso in ogni cosa alla sua cara madre; le obbediva in ogni cosa totalmente, prontamente e senza tardare, amorosamente e senza lamentarsi; al minimo cenno della sua volontà, il piccolo Giacobbe correva ed eseguiva. Credeva a tutto ciò che ella gli diceva, senza obiettare: per esempio, quando gli disse di andare a prendere due capretti e di portarglieli, per preparare da mangiare a suo padre Isacco, Giacobbe non replicò che ne sarebbe bastato uno solo, per preparare da mangiare per una sola volta a un solo uomo; ma, senza controbattere, fece ciò che gli aveva detto.

194. 4°. Aveva una grande fiducia nella sua cara madre: non contava per nulla sulla propria abilità, ma solo sulle premure e la protezione di sua madre; la chiamava in ogni suo bisogno, la consultava in ogni dubbio, per esempio quando le domandò se, al posto della benedizione, non avrebbe piuttosto ricevuto la maledizione di suo padre e quando ella gli disse che avrebbe preso su di se questa maledizione, egli le credette ed ebbe fiducia in lei.

195. 5°. Infine, egli imitava - secondo le sue possibilità - le virtù che vedeva in sua madre, e sembra che una della ragioni per cui rimaneva sedentario in casa, era così virtuosa, e per potersi così allontanare dalle cattive compagnie, che corrompono i costumi. Per questo mezzo, egli si rese degno di ricevere la doppia benedizione del suo caro padre.

196. 1°. Ed ecco anche la condotta che i veri credenti tengono ogni giorno: sono sedentari in casa con la loro madre, cioè amano il ritiro, vivono l'interiore, si applicano all'orazione, ma sull'esempio e in compagnia della loro Madre, la Santa Vergine, la cui gloria è tutta interiore e che per tutta la propria vita ha molto amato il ritiro e l'orazione. A volte, certo, appaiono al di fuori, nel mondo, ma è per obbedienza alla volontà di Dio e a quella della loro Madre, per compiere i doveri del loro stato. Per quanto possano apparire grandi le cose che fanno nell'esteriore, essi danno un maggiore valore a quelle che compiono all'interno di se stessi, nel loro interiore, in compagnia della Santa Vergine, perché qui compiono la grande impresa della loro perfezione, di fronte alla quale tutte le altre imprese non sono che dei giochi da bambini.
E' per questo che, mentre a volte i loro fratelli e sorelle si danno da fare per l'esteriore, con molto impegno, industria e successo, tra l'applauso e l'approvazione del mondo, essi sanno - per illuminazione dello Spirito Santo - che c'è maggior gloria, utilità e soddisfazione nel rimanere nascosti nel ritiro con Gesù Cristo, loro modello, in totale e perfetta sottomissione alla loro Madre, che non nel compiere da se stessi delle meraviglie di natura e di grazia nel mondo, come degli Esaù o cattivi credenti. "Onore e ricchezza nella sua casa", la gloria per Dio e le ricchezze per l'uomo si trovano nella casa di Maria. Signore Gesù, quanto sono amabili le tue dimore! Il passero ha trovato una casa per abitarvi e la tortorella un nido dove porre i suoi piccoli. Quanto è felice l'uomo che abita nella casa di Maria, dove tu stesso hai stabilito per primo la tua dimora! E' in questa casa dei veri credenti che l'uomo riceve solo da te l'aiuto, e dove ha disposto nel proprio cuore delle gradinate e degli scalini per ogni virtù, per salire fino alla perfezione in questa valle di lacrime. "Quanto sono amabili le tue dimore... ".

197. 2°. Essi amano teneramente e onorano sinceramente la Santa Vergine come loro buona Madre e Sovrana. La amano non solamente a parole, ma con i fatti; la onorano, non soltanto esteriormente, ma nel profondo del loro cuore; e come Giacobbe, evitano tutto ciò che le può dispiacere e praticano con fervore tutto ciò che credono possa loro procurare la sua benevolenza. Le portano e le offrono, non due capretti, come Giacobbe a Rebecca, ma ciò che i due capretti di Giacobbe figurano: loro corpo e la loro anima, con tutto ciò che ne deriva, affinché:
1. ella li riceva come una cosa che le appartiene;
2. li uccida e faccia morire al peccato e a se stessi, scorticandoli e spogliandoli della propria pelle e del loro amor proprio e per potere in questo modo piacere a Gesù, suo Figlio, che non vuole per amici e discepoli che persone morte a se stesse;
3. li prepari secondo il gusto del Padre celeste e per la sua più grande gloria, che ella conosce meglio di ogni altra creatura;
4. di questo corpo e di quest'anima, con le sue cure e la sua intercessione, ben purificati da ogni macchia, ben morti, spogliati e preparati, ne faccia un piatto delicato, degno del gusto e della benedizione del Padre celeste. Non è forse questo che faranno i veri credenti, che gusteranno e praticheranno la perfetta consacrazione a Gesù Cristo per le mani di Maria, che noi proponiamo loro, per testimoniare a Gesù e a Maria un amore fattivo e coraggioso? I falsi credenti dicono spesso di amare Gesù, di amare e onorare Maria, ma non fino ad offrire i loro averi, non fino a sacrificare il loro corpo con i suoi sensi e la loro anima con le sue passioni, come fanno i credenti autentici.

198. 3°. Essi vivono sottomessi e obbedienti alla Santa Vergine, come a loro buona Madre, sull'esempio di Gesù Cristo, il quale, dei trentatré anni vissuti sulla terra, ne ha impiegati trenta a dare gloria a Dio suo Padre per mezzo di una perfetta e totale sottomissione alla sua santa Madre. Le obbediscono seguendo esattamente i suoi consigli, come il piccolo Giacobbe seguiva quelli di Rebecca, e dice loro: "Obbedisci al mio ordine". O come gli invitati alle nozze di Cana, ai quali la Santa Vergine dice: "Fate quello che mio Figlio vi dirà". Giacobbe, per aver obbedito a sua madre, ricevette la benedizione come per miracolo, poiché normalmente non l'avrebbe dovuta ricevere; gli invitati alle nozze di Cana, per aver seguito il consiglio della Vergine Santa, furono onorati del primo miracolo di Gesù Cristo, che cambiò l'acqua in vino, alla preghiera della sua santa Madre. Così, tutti coloro che fino alla fine dei secoli riceveranno la benedizione del Padre celeste e saranno onorati delle meraviglie di Dio, non riceveranno queste grazie che a motivo della loro perfetta obbedienza a Maria. Gli Esaù, al contrario, perdono la benedizione perché manca loro la sottomissione alla Santa Vergine. 

199. 4°. Hanno una grande fiducia nella bontà e nella potenza della Santa Vergine, loro buona Madre; chiedono il suo aiuto continuamente; la guardano come la loro stella polare, per arrivare nel porto sicuro; le confidano le loro pene e necessità con grande apertura di cuore; si attaccano al suo seno di misericordia e di dolcezza, per ottenere il perdono dei loro peccati per mezzo della sua intercessione, o per gustare le sue materne dolcezze nelle angustie e nelle difficoltà. Si gettano perfino, si nascondono e si perdono in modo mirabile nel suo seno amoroso e verginale, per essere infiammati dal puro amore, purificati dalle più piccole macchie e trovarvi in pienezza Gesù, che vi risiede come sul suo trono più glorioso. Oh! Quale gioia! Dice l'abate Guerrico: "Non credere che vi sia più felicità ad abitare nel seno di Abramo che in quello di Maria, poiché il Signore stesso vi ha posto il suo trono". Al contrario, i cattivi credenti pongono tutta la loro fiducia in se stessi; come il figlio prodigo, mangiano solo ciò che mangiano i porci; si nutrono solo di terra, come i rospi e, come i mondani, non amano che le cose sensibili ed esteriori, non gustando così per nulla le dolcezze del grembo e del seno di Maria; non sperimentano quel certo appoggio e quella sicura fiducia che i veri credenti provano nei riguardi della Santa Vergine, loro buona Madre. Essi invece amano miseramente la loro fame di esteriorità, come dice san Gregorio, poiché non vogliono gustare la dolcezza che è già pronta nell'interno di loro stessi e nell'interno di Gesù e di Maria.

200. 5°. Infine, i veri credenti seguono le vie della Vergine Santa, loro buona Madre, cioè la imitano, ed è proprio in questo che sono veramente felici e devoti e posseggono il segno infallibile della loro autenticità, come dice loro questa buona Madre: "Beati coloro che seguono le mie vie", cioè beati quelli che praticano le mie virtù e che camminano sulle tracce della mia vita, con l'aiuto della divina grazia. Essi sono felici in questo mondo, durante la loro vita, per l'abbondanza delle grazie e delle dolcezze che io comunico loro dalla mia pienezza e in più abbondanza che ad altri, i quali non mi imitano così da vicino. Sono felici nella loro morte, che è dolce e tranquilla, e alla quale di solito io sono presente, per condurli io stessa alle gioie dell'eternità. Infine, saranno felici nell'eternità, perché nessuno dei miei buoni servitori, che abbia imitato le mie virtù durante la propria vita, si è mai perduto. I cattivi credenti, al contrario, sono infelici durante la loro vita, alla loro morte e nell'eternità, poiché non imitano affatto la Santa Vergine nelle sue virtù, si accontentano di iscriversi in alcuni casi alle sue confraternite, di recitare qualche preghiera in suo onore, o di compiere qualche altra devozione esteriore. O Vergine Santa, mia buona Madre, quanto sono beati - ripeto con i trasporti del mio cuore - quanto felici quelli e quelle che seguono fedelmente le tue vie, i tuoi consigli e i tuoi comandi, senza lasciarsi sedurre da una falsa devozione verso di te! Ma quanto sono infelici e sventurati coloro che non osservano i comandamenti del Figlio tuo, abusando della devozione verso di te: "Maledetto chi devia dai tuoi decreti".
Maria assiste i suoi fedeli servi

3. MARIA E I SUOI CONSACRATI

201. Ecco ora gli impegni di carità che la Santa Vergine, come la migliore di tutte le madri, si assume nei riguardi dei suoi fedeli servitori, che si sono dati a lei nel modo che ho detto e secondo la figura di Giacobbe.
1°. Li ama. "Io amo coloro che mi amano".
Li ama: 1°. perché è loro vera Madre; ora, una madre ama sempre il proprio figlio, frutto del suo grembo; 2°. li ama per riconoscenza, perché in effetti essi pure la amano come loro buona Madre; 3°. li ama perché - essendo veri credenti - Dio li ama: "Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù"; 4°. li ama perché si sono consacrati totalmente a lei e sono sua porzione ed eredità: "Prendi in eredita' Israele".

1) Essa li ama

202. Ella li ama teneramente, e più teneramente di tutte le madri insieme. Se puoi, prendi tutto l'amore umano che le madri di tutto il mondo hanno per i loro figli; mettilo insieme in un solo cuore, quello di una madre per il proprio figlio unico: certamente questa madre amerà molto quel figlio; eppure, è vero che Maria ama ancora più teneramente i suoi figli, di quanto questa madre amerebbe il suo. Non li ama soltanto con affetto, ma con efficacia. Il suo amore per essi è attivo ed effettivo, come quello, e più di quello di Rebecca per Giacobbe. Ecco ciò che questa buona Madre, di cui Rebecca non era che la figura, compie per ottenere ai suoi figli la benedizione del Padre celeste.

203. 1°. Come Rebecca, spia le occasioni favorevoli per fare loro del bene, farli crescere e arricchirli. Poiché vede in Dio tutti i beni e i mali, le vicende buone e cattive, le benedizioni e le maledizioni di Dio, ella predispone le cose da lontano per evitare ogni sorta di mali ai suoi servitori e per colmarli di ogni sorta di beni; in questo modo, se c'è da cogliere una buona occasione secondo Dio, per la fedeltà di una creatura a qualche alto impiego, è sicuro che Maria procurerà questo positivo vantaggio a qualcuno dei suoi buoni figli e servitori e darà loro la grazia per venirne a capo con fedeltà: "Ella stessa si prende cura dei nostri interessi", dice un santo. 

204. 2°: Dà buoni consigli, come Rebecca a Giacobbe: "Figlio mio, segui i miei consigli". Tra gli altri, suggerisce loro di portare due capretti, cioè il proprio corpo e la propria anima, di consacrarli a lei per farne un gusto gradito a Dio e di compiere tutto ciò che Gesù Cristo, suo Figlio, ha insegnato con le parole e gli esempi. Se non è direttamente che dà questi consigli, lo fa per mezzo degli angeli, i quali non hanno onore e piacere più grande che quello di obbedire a uno dei suoi comandi, per discendere servitori. E sulla terra e aiutare qualcuno dei suoi.

205. 3°. Quando le si è portato e consacrato il proprio corpo e la propria anima e tutto ciò che ne dipende, senza nessuna eccezione, che cosa fa questa buona Madre? Ciò che fece un tempo Rebecca ai due capretti che Giacobbe le aveva portato:
1. li uccide e li fa morire alla vita del vecchio Adamo,
2. li scortica e li spoglia della loro pelle naturale, delle loro inclinazioni umane, del loro amor proprio e volontà propria e di ogni attaccamento alla creatura;
3. li purifica dalle loro macchie, sozzure e peccati;
4. li prepara per il gusto di Dio e per la sua più grande gloria. Poiché non c'è che lei che conosca perfettamente questo gusto divino e questa più grande gloria dell'Altissimo, non c'è che lei che sappia, senza sbagliare, disporre e preparare il nostro corpo e la nostra anima per questo gusto infinitamente raffinato e a questa gloria infinitamente nascosta. 

206. 4°. Questa buona Madre, avendo ricevuto l'offerta totale che noi le abbiamo fatto di noi stessi e dei nostri meriti e del valore soddisfattorio, per mezzo della devozione di cui ho parlato, ed essendo noi spogliati dei nostri vecchi abiti, ella ci ripulisce e ci rende degni di comparire davanti al nostro Padre celeste.

1. Ci riveste degli abiti puliti, nuovi, preziosi e profumati di Esaù il primogenito, cioè di Gesù Cristo, suo Figlio, che ella custodisce nella sua casa, cioè che possiede nella sua potenza, essendo la tesoriera e la dispensatrice universale ed eterna dei meriti e delle virtù del suo Figlio, Gesù Cristo, che dà e comunica a chi vuole, quando vuole, come vuole e nella misura che vuole, come abbiamo già visto prima.
2. Circonda il collo e le mani dei suoi servitori con le pelli dei capretti uccisi e scorticati, cioè le orna dei meriti e del valore delle loro proprie azioni. In verità, uccide e fa morire tutto ciò che c'è di impuro e di imperfetto nelle loro persone, ma non perde e non dissipa alcun bene che la grazia vi produce; lo conserva e lo aumenta per farne l'ornamento e la forza del loro collo e delle loro mani, cioè per fortificarli nel portare il giogo del Signore, che si porta sul collo, e operare grandi cose per la gloria di Dio e la salvezza dei loro poveri fratelli.
3. Dà un nuovo profumo e una nuova grazia a questi abiti e ornamenti, comunicando loro i suoi stessi abiti; i suoi meriti e le sue virtù, che morendo ha lasciato loro in testamento, come dice una santa religiosa del secolo scorso, morta in fama di santità, la quale l'ha appreso per rivelazione; e così tutti i suoi domestici, i suoi fedeli servitori e schiavi "hanno doppia veste", gli abiti del Figlio suo e i suoi propri; per questo essi non hanno nulla da temere dal freddo di Gesù Cristo, bianco come la neve, che invece i cattivi credenti, tutti nudi e spogliati dei meriti di Gesù Cristo e della Vergine Santa, non potranno sostenere. 

207. 5°. Infine, ottiene loro la benedizione del Padre celeste, benché essendo figli minori e adottivi, non ne dovessero ordinariamente ricevere. Con questi abiti del tutto nuovi, molto preziosi e ottimamente profumati e con il proprio corpo e la propria anima ben disposti e preparati, essi si avvicinano con fiducia al letto di riposo del loro Padre celeste. Egli sente e riconosce la loro voce, che è quella del peccatore; tocca loro le mani coperte di pelli; sente il buon profumo dei loro abiti; mangia con gioia di ciò che Maria, loro Madre, gli ha preparato; e riconoscendo in essi i meriti e il buon profumo del Figlio suo e della sua santa Madre:
1. concede loro la sua duplice benedizione, benedizione della "rugiada del cielo", cioè della grazia divina che è seme di gloria: "ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo"; benedizione delle "terre grasse", cioè questo buon Padre dà loro il pane quotidiano e una sufficiente abbondanza dei beni di questo mondo;
2. li rende signori degli altri loro fratelli, i cattivi credenti; non che questa supremazia appaia sempre in questo mondo che passa in un momento, dove spesso sono i cattivi che dominano: "Sparleranno, diranno insolenze, si vanteranno tutti i malfattori". "Ho visto l'empio trionfante ergersi... ", ma e vera tuttavia e apparirà in modo manifesto nell'altro mondo, per tutta l'eternità, dove i giusti - come dice lo Spirito Santo - "governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli";
3. non contenta di benedirli nelle loro persone e nei loro beni, la Maestà divina benedice anche tutti coloro che li benediranno e maledice tutti coloro che li malediranno e perseguiteranno.

2) Essa li nutre

208. 2°. Li provvede di tutto. Il secondo dovere di carità che la Santa Vergine compie verso i suoi fedeli servitori consiste nel provvederli di tutto per il corpo e per l'anima. Dà loro abiti doppi, come abbiamo appena detto; dà loro da mangiare i cibi più squisiti della mensa di Dio; dà loro il pane di vita che ella ha formato; sotto il nome della Sapienza, dice loro: "Figli miei, saziatevi dei miei prodotti, riempitevi di Gesù, il frutto di vita che io ho messo al mondo per voi... Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari. Venite, mangiate il mio pane, che è Gesù; bevete il vino del suo amore, che io ho mescolato per voi con il latte del mio seno". Essendo ella la tesoriera e la dispensatrice dei doni e delle grazie dell'Altissimo, ne dà una buona porzione, e la migliore, per nutrire e mantenere i suoi figli e servitori. Essi sono ben pasciuti del pane vivente, inebriati del vino che germina i vergini. Sono portati in braccio e accarezzati. Sono talmente facilitati nel portare il giogo di Gesù Cristo, che quasi non ne sentono la pesantezza, a causa dell'olio della devozione nel quale ella lo fa macerare: il suo giogo cesserà di pesare sul tuo collo.

3) Essa li conduce

209. 3°. Li guida e conduce. Il terzo bene che la Santa Vergine compie per i suoi fedeli servitori è quello di guidarli e condurli secondo la volontà del suo Figlio. Rebecca guidava il suo piccolo Giacobbe e ogni tanto gli dava dei buoni consigli, sia per attirare su di lui la benedizione di suo padre, sia per evitare l'avversione e la persecuzione del suo fratello Esaù. Maria, che è la stella del mare, guida tutti i suoi fedeli servitori al porto sicuro; mostra loro le rotte della vita eterna, fa loro evitare i passaggi pericolosi, li tiene per mano sui sentieri della giustizia, li sostiene quando stanno per cadere, li rialza se sono caduti, li riprende come madre di carità quando hanno mancato e qualche volta anche li castiga amorevolmente. Un figlio che obbedisce a Maria, nutrice e guida illuminata sulle vie dell'eternità, potrà forse smarrirsi? Dice san Bernardo: "Seguendo i suoi esempi non ti smarrirai". Non temere: un vero figlio di Maria non viene ingannato dal maligno e non cade in qualche eresia esplicita. Là dove Maria è guida, non ci sono né lo spirito maligno con le sue illusioni, né gli eretici con le loro sottigliezze. Appoggiandoti a lei, non cadrai.

4) Essa li difende e li protegge

210. 4°. Li difende e protegge. Il quarto beneficio che la Santa Vergine rende ai suoi figli e fedeli servitori è quello di difenderli e proteggerli contro i loro nemici. Rebecca, con le sue premure e accortezze, liberò Giacobbe da tutti i pericoli in cui venne a trovarsi e in particolare dalla morte che suo fratello Esaù gli avrebbe certamente inflitto a causa dell'odio e dell'invidia che nutriva contro di lui, come un tempo fece Caino con il suo fratello Abele. Maria, la buona Madre dei veri credenti, li nasconde sotto le ali della sua protezione, come una chioccia i suoi pulcini; ella parla loro, si abbassa verso di loro, viene incontro a tutte le loro debolezze; per proteggerli contro lo sparviero e l'avvoltoio, si mette attorno ad essi e li accompagna "come schiere a vessilli spiegati". Può forse temere i suoi nemici un uomo circondato da un esercito di centomila uomini ben schierati? Un fedele servitore di Maria, circondato dalla sua protezione e dalla sua potenza imperiale, deve temere ancor meno. Questa buona Madre e potente Principessa dei cieli spedirebbe battaglioni di milioni di angeli per venire in soccorso a uno dei suoi servitori, piuttosto che si dica che un fedele servitore di Maria, che si è a lei affidato, sia dovuto soccombere alla malizia, al numero e alla forza dei suoi nemici.

5) Intercede per loro

211. 5°. Intercede per loro. Infine, il quinto e più grande bene che l'amabile Maria procura ai suoi fedeli devoti è quello di intercedere in loro favore presso suo Figlio, di placarlo con le sue preghiere, per unirli a lui con un legame profondo e conservarli in tale unione. Rebecca fece avvicinare Giacobbe al letto di suo padre e il sant'uomo lo toccò, l'abbracciò e perfino lo baciò con gioia, contento e saziato delle carni ben preparate che gli aveva portato; avendo poi aspirato con molto piacere i profumi squisiti dei suoi abiti, esclamò: "Ecco l'odore del mio figlio come l'odore di un campo che il Signore ha benedetto". Questo campo pieno, il cui profumo conquistò il cuore del padre, non è altro che il profumo delle virtù e dei meriti di Maria, che è un campo pieno di grazia, dove Dio Padre ha seminato il suo Figlio unico, come un grano di frumento degli eletti. Oh! Quanto è benvenuto presso Gesù Cristo - che è il Padre per sempre - un figlio profumato dal buon odore di Maria! Oh! Quanto si unisce a lui, prontamente e perfettamente! Già lo abbiamo mostrato prima e più a lungo.

212. Inoltre, dopo aver colmato i suoi figli e fedeli servitori con i suoi favori, dopo aver loro ottenuto la benedizione del Padre celeste e l'unione a Gesù Cristo, ella li mantiene in Gesù Cristo e Gesù Cristo in loro; li protegge e li veglia sempre, per paura che possano perdere la grazia di Dio e cadere nei tranelli dei loro nemici; ella mantiene i santi nella loro pienezza, come abbiamo visto, e ve li fa perseverare fino alla fine. Ecco la spiegazione di questa grande e antica figura dei veri credenti e dei cattivi credenti, così poco conosciuta e così piena di significati misteriosi.






[Modificato da Caterina63 29/01/2016 12:01]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Capitolo VII


EFFETTI MERAVIGLIOSI DI QUESTA DEVOZIONE IN UN'ANIMA CHE VI E' FEDELE


213. Caro fratello mio, stai sicuro che se sarai fedele alle pratiche interiori ed esteriori di questa devozione, che descriverò più avanti, otterrai degli effetti meravigliosi per la tua anima.


1. CONOSCENZA E DISPREZZO DI SE'


1°. Con l'illuminazione che lo Spirito Santo ti darà per mezzo di Maria, sua cara Sposa, conoscerai il tuo cattivo fondo, la corruzione e l'incapacità a ogni bene; come conseguenza di questa conoscenza, non confiderai in te e penserai a te con repulsione; ti considererai come una lumaca che guasta tutto con la sua bava, o come un rospo che tutto rovina con il suo veleno, o come una serpe infida, che cerca solo di ingannare. L'umile Maria, insomma, ti farà, parte della sua profonda umiltà, che ti farà stimare gli altri e non te stesso, anzi ti farà amare di non essere considerato.


2. PARTECIPAZIONE ALLA FEDE DI MARIA


214. 2°. La Santa Vergine ti farà parte della sua fede, che sulla terra è stata più grande della fede di tutti i patriarchi, i profeti, gli apostoli e i santi. Ora che regna nei cieli, non ha più questa fede, perché per la luce della gloria vede con chiarezza ogni cosa in Dio; tuttavia, con il consenso dell'Altissimo, ella non l'ha perduta entrando nella gloria, ma l'ha conservata per mantenerla nella Chiesa militante ai suoi più fedeli servi e serve. Perciò più ti guadagnerai la benevolenza di questa augusta Principessa e Vergine fedele, più fede pura avrai in tutto il tuo agire: una fede pura, che non ti farà preoccupare di cercare il sensibile e lo straordinario; una fede viva e animata dalla carità, che ti farà compiere ogni azione solo per puro amore; una fede ferma e incrollabile come una roccia, che ti permetterà di rimanere saldo e perseverante in mezzo a bufere e tormente; una fede attiva ed efficace, come un misterioso lasciapassare che ti farà entrare in tutti i misteri di Gesù Cristo, nei fini ultimi della vita e nel cuore di Dio stesso; una fede coraggiosa, che ti farà intraprendere senza esitare e portare a termine grandi cose per Dio e per la salvezza delle anime; infine, una fede che sarà la tua fiaccola accesa, la tua vita divina, il tuo tesoro nascosto della divina Sapienza, la tua arma che tutto può: una fede di cui ti servirai per rischiarare quelli che sono nelle tenebre e nell'ombra di morte, per rendere ardenti coloro che sono tiepidi e hanno bisogno dell'oro bruciante della carità, per rendere vivi coloro che sono morti a causa del peccato, per toccare e convertire, con le tue parole dolci e forti, i cuori induriti e i cedri del Libano e, infine, per resistere al demonio e a tutti i nemici del bene.


3. GRAZIA DEL PURO AMORE


215. 3°. Questa Madre del bell'amore toglierà dal tuo cuore ogni scrupolo e timore servile disordinato: lo aprirà e dilaterà per correre sulla via dei comandamenti del Figlio suo nella santa libertà dei figli di Dio e per introdurvi il puro amore, di cui ella possiede il tesoro; e così non agirai più per la paura di Dio-amore, come hai fatto tante volte, ma per puro amore. Lo vedrai come il tuo Padre buono, al quale cercherai sempre di piacere, con il quale converserai con fiducia, come un bambino con il suo buon padre. Se per disgrazia ti capitasse di offenderlo, saprai subito umiliarti davanti a lui, domandargli perdono con sincerità e tendergli la mano con semplicità; sarai capace di rialzarti serenamente, senza turbamento né ansia, e continuare il cammino verso di lui senza scoraggiamento.


4. GRANDE FIDUCIA IN DIO E IN MARIA


216. 4°. La Santa Vergine ti colmerà di una grande fiducia in Dio e in lei:
1°. perché non andrai più a Gesù Cristo per conto tuo, ma sempre per mezzo di questa buona Madre,
2°. perché avendole dato tutti i tuoi meriti, le grazie e il valore soddisfattorio, perché ne disponga secondo la sua volontà, ella ti comunicherà le sue virtù e ti rivestirà dei suoi meriti, cosicché tu potrai dire a Dio con fiducia: "Ecco Maria, tua serva; avvenga di me quello che hai detto";
3°. perché essendoti donato a lei totalmente, corpo e anima, ed essendo ella generosa con i generosi e più generosa di loro, si darà a te in contraccambio, in modo misterioso ma vero, e tu potrai osare dirle: "Io sono tuo, o Vergine Santa, salvami"; o come ho già detto, con il Discepolo amato: "Ti ho accolto, Madre santa, al posto di tutti i miei beni"; potrai ancora dire con san Bonaventura: "Ecco la mia Signora, che mi ha salvato; agirò con fiducia e non temerò, poiché mia forza e mia lode nel Signore sei tu!"; e come dice in un altro passo: "Io sono tutto tuo e tutte le cose mie sono tue, o Vergine gloriosa e benedetta sopra tutto; ti metterò come sigillo sul mio cuore, perché il tuo amore è forte come la morte"; potrai dire a Dio, con i sentimenti del Profeta: "Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo, non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno, come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato é l'anima mia. Sono come un bambino svezzato dai piaceri della terra e appoggiato sul seno di mia madre, ed è su questo seno che sono ricolmato di beni";
4°. avendo dato a lei in deposito tutto ciò che hai di buono da dare o da conservare, la tua fiducia in lei aumenterà ancora e ti fiderai meno di te stesso e più di lei, che è il tuo tesoro. Oh! quale fiducia e consolazione per un'anima che può dire che il suo tesoro, nel quale ha posto tutto ciò che ha di prezioso, è il tesoro di Dio! Dice un santo: Ella è il tesoro del Signore".

5. COMUNICAZIONE DELL'ANIMA E DELLO SPIRITO DI MARIA

217. 5°. L'anima della Santa Vergine si comunicherà a te per rendere gloria al Signore; il suo spirito entrerà al posto del tuo per rallegrarsi in Dio, suo Salvatore, a condizione che tu rimanga fedele alle pratiche di questa devozione. Dice sant'Ambrogio: "L'anima di Maria sia in ciascuno per glorificare il Signore, o spirito di Maria sia in ciascuno per esultare in Dio". Un sant'uomo dei nostri giorni, tutto immerso in Maria' ha detto: Ah! quando verrà quel tempo fortunato nel quale la divina Maria sarà riconosciuta come padrona e sovrana nei cuori, per sottometterli pienamente all'impero del suo grande e unico Gesù? Quando le anime respireranno Maria come i corpi respirano l'aria? Allora accadranno cose meravigliose su questa terra, dove lo Spirito Santo, trovando la sua cara Sposa come riprodotta nelle anime, discenderà con abbondanza e le ricolmerà dei suoi doni, soprattutto del dono della Sapienza, per operavi meraviglie di grazia. Mio caro fratello, quando verrà questo tempo felice, questo secolo di Maria, in cui molte anime scelte e ottenute dall'Altissimo da Maria, perdendosi esse stesse nell'abisso del suo interiore, diventeranno copie viventi di Maria, per amare e glorificare Gesù Cristo? Questo tempo non giungerà se non quando sarà conosciuta e praticata la devozione che io insegno. Perché venga il tuo regno, venga il regno di Maria.

6. TRASFORMAZIONE IN MARIA A SOMIGLIANZA DI GESU' CRISTO

218. 6°. Se Maria, albero di vita, è ben coltivata nella tua anima con la fedeltà alle pratiche di questa devozione, porterà frutto a suo tempo; il suo frutto non è altro che Gesù Cristo. Vedo tanti devoti e devote che cercano Gesù Cristo, gli uni per una via e una pratica, gli altri per un'altra e spesso, dopo aver molto lavorato durante la notte, possono dire: "Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla". Si potrebbe dire loro: "Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; Gesù Cristo è ancora molto debole in voi". Ma per la via immacolata di Maria e questa pratica divina che io propongo, si lavora alla luce del giorno, in ambiente santo e si fatica poco. In Maria non c'è notte, perché non c'è stato il peccato e neppure la minima ombra. Maria è un luogo santo, è il Santo dei santi, dove i santi vengono formati e modellati.

7. LA PIU' GRANDE GLORIA DI GESU' CRISTO

219. Ti prego di notare ciò che ho detto: i santi sono modellati in Maria. C'è una grande differenza tra lo scolpire un'immagine in rilievo, a colpi di martello e scalpello, e il produrla gettandola in un modello. Gli scultori e gli statuari lavorano molto per realizzare le immagini nel primo modo e impiegano molto tempo; ma nel secondo modo, ci mettono poco tempo e faticano meno. Sant'Agostino chiama la Santa Vergine stampo di Dio, uno stampo adatto a dare forma e a modellare degli esseri divini. Chi viene gettato in questo divino stampo, viene presto formato e modellato in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lui: con poca spesa e in poco tempo, diventerà dio, poiché è stato gettato nel medesimo stampo che ha dato forma a un Dio.

220. Mi sembra di poter paragonare molto a proposito i direttori spirituali e le persone devote che vogliono formare Gesù Cristo in se o negli altri per mezzo di altre pratiche diverse da questa, agli scultori che ripongono fiducia nel loro saper fare, nel loro ingegno e nella propria arte: essi danno un'infinità di colpi di martello e scalpello a una pietra dura, o a un pezzo di legno ruvido, per farne un immagine di Gesù Cristo; a volte non riescono a dare espressione a Gesù Cristo come egli è, sia per mancanza di conoscenza e di esperienza di Gesù Cristo, sia per qualche colpo dato male, capace di rovinare l'opera. Quelli invece che abbracciano questo segreto di grazia che io propongo, li paragono giustamente a dei fonditori e modellatori, i quali hanno trovato lo stampo buono di Maria, nel quale Gesù Cristo ha preso forma così com'è e in modo divino; essi non si fidano della propria bravura, ma contano unicamente sulla bontà dello stampo, e si gettano, e si perdono in Maria, per diventare il ritratto di Gesù Cristo così com'è.


221. Che bel paragone! E corrisponde a verità. Ma chi lo saprà comprendere? Spero che sia tu, mio caro fratello. Ma ricordati che si getta nello stampo solo un materiale che sia fuso e liquido; devi cioè distruggere e fondere in te il vecchio Adamo, per diventare quello nuovo in Maria.


222. 7°. Per mezzo di questa pratica, osservata molto fedelmente, darai più gloria a Gesù Cristo in meno tempo che non in molti anni con un'altra pratica, anche se più difficile. Eccone le ragioni: 1°. compiendo le tue azioni per mezzo della Santa Vergine, come questa pratica propone, abbandoni le tue intenzioni e le tue azioni, anche se buone e conosciute, per perderti - per così dire - in quelle della Santa Vergine, benché tu non le conosca; in questo modo tu prendi parte alla sublimità delle sue intenzioni, talmente pure, da dare più gloria a Dio con un minimo atto, per esempio filare con la conocchia, o dare un punto d'ago, che non san Lorenzo sulla graticola, con il crudele martirio, o perfino con le azioni più eroiche di tutti i santi: cosicché, durante - la sua permanenza sulla terra, ella ha acquistato un cumulo così inimmaginabile di grazie e di meriti, che sarebbe più facile contare le stelle del cielo, le gocce d'acqua del mare e i granelli di sabbia della spiaggia; ella ha procurato gloria a Dio più di quella che tutti gli angeli e i santi gli hanno dato e gli daranno. O prodigio di Maria! Tu non puoi far a meno di operare prodigi di grazia nelle anime che vogliono veramente perdersi in te. 


223. 2°. Un'anima fedele a questa pratica ritiene come un nulla ciò che ella pensa e fa da se stessa; si appoggia invece e trova piacere solo nelle disposizioni di Maria per avvicinarsi a Gesù Cristo o anche per parlare a lui; in questo modo l'anima pratica l'umiltà più di coloro che agiscono da se stessi e che contano, o trovano sottilmente piacere nelle proprie disposizioni; per conseguenza, quest'anima glorifica Dio in modo più alto, poiché egli è glorificato in modo perfetto solo dagli umili e piccoli di cuore.


224. 3°. Un altro motivo è questo: la Vergine Santa, a causa della sua grande carità, accetta sicuramente di ricevere nelle sue mani verginali il dono delle nostre azioni e conferisce loro una bellezza e uno splendore meravigliosi, li offre poi lei stessa a Gesù Cristo, il quale senza dubbio ne risulta più glorificato che se noi li offrissimo con le nostre mani colpevoli. solo in rapporto a Dio; è l'eco di Dio, che non fa che ripetere Dio. Se tu dici Maria, ella risponde Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e la disse beata per aver creduto; Maria, eco fedele di Dio, intonò "L 'anima mia magnifica il Signore". Ciò che Maria ha fatto quella volta, lo fa tutti i giorni; quando la si loda, la si ama, la si onora, o ci si dona a lei, è Dio che viene lodato, Dio che è amato, Dio che è onorato ed è a Dio che ci si dona per mezzo di Maria e in Maria.


225. 4°. Infine, c'è un'altra ragione. Ogni volta che tu pensi a Maria, è Maria che pensa a Dio al tuo posto; quando tu lodi e onori Maria, Maria con te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio e potrei dire: ella è la relazione a Dio, che esiste solo in rapporto a Dio; è l'eco di Dio, che non fa che ripetere Dio. Se tu dici Maria, ella risponde Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e le disse beata per aver creduto; Maria, eco fedele di Dio, intonò: "L'anima mia magnifica il Signore". Ciò che Maria ha fatto quella volta, lo fa tutti i giorni; quando la si loda, la si ama, la si onora, o ci si dona a lei, è Dio che viene lodato, Dio che è amato, Dio che è onorato ed è a Dio che ci si dona per mezzo di Maria e in Maria.








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Capitolo VIII

PRATICHE PARTICOLARI DI QUESTA DEVOZIONE

1. PRATICHE ESTERIORI

226. Benché l'essenziale di questa devozione consista nell'interiore, essa comporta diverse pratiche esteriori che non bisogna trascurare: "Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle". Le pratiche esteriori, fatte bene, aiutano quelle interiori e ricordano alla persona, che agisce sempre per mezzo dei sensi, ciò che sta facendo o ciò che deve fare; esse inoltre hanno il vantaggio di edificare il prossimo che le vede, ciò che non si può dire di quelle interiori. Che nessun mondano, o critico, metta qui il naso per dire che la vera devozione sta nel cuore, o che bisogna evitare ciò che è esteriore perché ci può essere vanità, o che si deve tener nascosta la propria devozione, ecc. Rispondo loro con le parole del Maestro: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Questo, come dice san Gregorio, non perché si debbano compiere le proprie azioni e devozioni esteriori per compiacere gli uomini e ricavarne qualche lode: sarebbe vanità; invece si compiono qualche volta davanti agli altri per piacere a Dio e così rendergli gloria, senza preoccuparsi dei disprezzi o delle lodi degli uomini. Presenterò in breve alcune pratiche esteriori, che non sono tali perché mancano di interiorità, ma perché hanno degli aspetti esteriori e si distinguono così da quelle puramente interiori.

1) Consacrazione dopo gli esercizi preparatori

227. PRIMA PRATICA. Quelli e quelle che vorranno entrare in questa particolare devozione, che non è eretta in confraternita, anche se ciò sarebbe auspicabile, dopo aver dedicato almeno dodici giorni per svuotarsi dello spirito del mondo, contrario a quello di Gesù Cristo, come ho già detto nella prima parte di questa preparazione al Regno di Gesù Cristo, impiegheranno tre settimane per riempirsi di Gesù Cristo per mezzo della Santa Vergine. Ecco il programma che potranno seguire. 

228. Durante la prima settimana rivolgeranno tutte le loro preghiere e opere di pietà a chiedere la conoscenza di se stessi e la contrizione dei loro peccati e lo faranno in atteggiamento di totale umiltà. Per questo, se lo vogliono, potranno meditare ciò che ho detto circa il nostro cattivo fondo, considerandosi in questi sei giorni della settimana, come delle lumache e lumaconi, rospi, porci, serpi e caproni. Potranno meditare queste tre frasi di san Bernardo: "Pensa ciò che sei stato: un seme corrotto; ciò che sei: un vaso immondo; ciò che sarai: un cibo per i vermi". Pregheranno Gesù Cristo Signore e il suo Santo Spirito di illuminarli, dicendo: "Signore, che io veda", oppure: "Che io conosca me stesso", o ancora: "Vieni, Spirito Santo", e diranno tutti i giorni le litanie dello Spirito Santo e l'orazione che segue, riportate nella prima parte di questo libro. Ricorreranno alla Santa Vergine e le chiederanno questa grande grazia, che deve essere il fondamento delle altre; per questo reciteranno ogni giorno l'Ave stella del mare e le sue litanie.

229. Nella seconda settimana si applicheranno in tutte le loro orazioni e nelle azioni della giornata, a conoscere la Santa Vergine. Chiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che abbiamo detto a questo riguardo. Come nella prima settimana, reciteranno con questa intenzione le litanie dello Spirito Santo e l'Ave stella del mare e, in più, un rosario intero tutti i giorni, o almeno una corona.

230. Dedicheranno la terza settimana a conoscere Gesù Cristo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto e recitare l'orazione di sant'Agostino, posta verso l'inizio di questa seconda parte. Con lo stesso santo, potranno dire e ripetere cento e cento volte al giorno: "Signore, che io ti conosca!", oppure: "Signore, che io veda chi sei!". Come nelle settimane precedenti, reciteranno le litanie dello Spirito Santo e l'Ave stella del mare, aggiungendo ogni giorno le litanie di Gesù.

231. Al termine di queste tre settimane, si confesseranno e comunicheranno, con l'intenzione di darsi a Gesù Cristo, come schiavi d'amore per le mani di Maria. Dopo la comunione, che cercheranno di fare seguendo il metodo indicato più avanti, reciteranno la formula di consacrazione, che troveranno ugualmente più avanti; bisognerà scriverla, o farla scrivere, se non è stampata e la firmeranno il giorno stesso in cui l'hanno pronunciata.

232. In quel giorno, sarà bene pagare un qualche tributo a Gesù Cristo e alla sua santa Madre, sia in penitenza della passata infedeltà ai voti del battesimo, sia per affermare la propria dipendenza dal dominio di Gesù e di Maria. Questo tributo sarà secondo la devozione la possibilità di ciascuno; potrebbe essere un digiuno, una mortificazione, un'elemosina, un cero; anche se non dessero che uno spillo come omaggio, di buon cuore, sarebbe abbastanza per Gesù, che guarda solo la buona volontà.

233. Almeno ogni anno, nel medesimo giorno, rinnoveranno la stessa consacrazione, osservando le medesime pratiche durante le tre settimane. Anche ogni mese e ogni giorno, potranno rinnovare ciò che hanno fatto, usando poche parole: "Io sono tutto tuo e tutto ciò che ho ti appartiene, amabile mio Gesù, per mezzo di Maria, tua santa Madre".

2) Recita della coroncina della Vergine

234. SECONDA PRATICA. Reciteranno tutti i giorni della loro vita, senza però sentirsi in obbligo, la piccola corona della Santa Vergine, composta da tre Padre nostro e dodici Ave Maria, in onore dei dodici privilegi e grandezze della Santa Vergine. Questa pratica è molto antica ed è fondata nella Sacra Scrittura. San Giovanni vide una donna coronata di dodici stelle, rivestita di sole e con la luna sotto i suoi piedi; questa donna, secondo gli interpreti, è la Vergine Santa.

235. Vi sono diversi modi per recitarla bene e sarebbe troppo lungo riferirli; lo Spirito Santo li insegnerà a quelli e quelle che saranno più devoti a questa devozione. Tuttavia, un modo semplice per recitarla è di dire anzitutto: "Degnati di accettare le mie lodi, Vergine Santa; dammi forza contro i tuoi nemici". Poi si recita il Credo e quindi un Padre nostro seguito da quattro Ave Maria e un Gloria al Padre; poi un altro Padre nostro, quattro Ave Maria e un Gloria al Padre, e così di seguito. Alla fine si recita: "Sotto la tua protezione ci rifugiamo".

3) Portare le catenelle

236. TERZA PRATICA. E' molto lodevole, glorioso e utile per quelli e quelle che si saranno così fatti schiavi di Gesù in Maria, portare come segno della loro schiavitù d'amore delle piccole catene di ferro, benedette con una benedizione propria che si trova qui di seguito. Questi segni esteriori, in verità, non sono essenziali e una persona può benissimo farne a meno, benché infervorata di questa devozione; tuttavia non posso che lodare molto quelli e quelle che, dopo aver scosso le catene vergognose della schiavitù del demonio, in cui il peccato originale e forse i peccati attuali li avevano imprigionati, si sono volontariamente posti sotto la gloriosa schiavitù di Gesù Cristo e si gloriano con san Paolo di essere in catene per Gesù Cristo, catene mille volte più gloriose e preziose, anche se di ferro e senza splendore, di tutte le collane d'oro degli imperatori.

237. Benché in passato non ci sia stato nulla di più infame della croce, ora questo legno è l'oggetto più glorioso del cristianesimo. Lo stesso è per le catene della schiavitù. Non c'era nulla di più ignominioso tra gli antichi, e ancora oggi tra i pagani; ma tra i cristiani non c'è nulla di più illustre che queste catene di Gesù Cristo, perché ci liberano e preservano dai legami infami del peccato e del demonio; perché ci mettono in libertà e ci legano a Gesù e a Maria, non per costrizione e per forza, come dei forzati, ma per carità e amore, come dei figli: "Io li attirerò a me, dice Dio per bocca di un profeta, con catene d'amore". Queste pertanto sono forti come la morte, e in un certo senso più forti, per coloro che saranno fedeli a portare fino alla morte queste insegne gloriose.
Infatti, benché la morte distrugga i loro corpi riducendoli in polvere, non distruggerà affatto i legami della loro schiavitù, i quali, essendo di ferro, non si corromperanno facilmente e forse nel giorno della risurrezione dei corpi, al grande ultimo giudizio, queste catene legheranno ancora le loro ossa, entreranno a far parte della loro gloria e saranno mutate in catene di luce e di gloria. Felici dunque mille volte gli illustri schiavi di Gesù in Maria, che porteranno le proprie catene fino alla tomba!

238. Ecco le ragioni per portare queste catene. Anzitutto è per ricordare al cristiano i voti e gli impegni del suo battesimo, della rinnovazione perfetta che ne ha fatto con questa devozione e dello stretto obbligo che ha assunto di rimanervi fedele. Poiché l'uomo si lascia condurre più spesso dai sensi che non dalla pura fede, egli dimentica facilmente i suoi obblighi verso Dio, se non ha qualcosa di esteriore che glieli ricordi; queste catenelle servono meravigliosamente al cristiano per rammentargli le catene del peccato e della schiavitù del demonio, da cui il santo battesimo lo ha liberato, e la dipendenza da Gesù Cristo, che egli ha votato nel santo battesimo e ratificato con la rinnovazione dei propri voti. Una delle ragioni per cui sono così pochi i cristiani che pensano ai propri voti del santo battesimo e che vivono da dissoluti, come se nulla avessero promesso a Dio, come i pagani, sta nel fatto che essi non portano nessun segno esteriore che glielo faccia ricordare.

239.In secondo luogo è per mostrare che non si arrossisce della schiavitù e della servitù di Gesù Cristo e che si rinuncia alla funesta schiavitù del mondo, del peccato e del demonio. In terzo luogo è per essere garantiti e preservati dalle catene del peccato e del demonio. Infatti, o portiamo catene di iniquità, oppure catene di carità e di salvezza.

240. Ah! mio caro fratello, rompiamo le catene dei peccati e dei peccatori, del mondo e dei mondani, del demonio e dei suoi seguaci; gettiamo lontano da noi il loro giogo funesto: "Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami" "Mettiamo i nostri piedi, mi servo delle parole dello Spirito Santo, nei suoi ceppi gloriosi e il nostro collo nelle sue catene". Curviamo le spalle e portiamo la Sapienza, che è Gesù Cristo, e non mostriamoci infastiditi dalle sue catene: "Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi, il collo nella sua catena". "Piega la tua spalla e portala, non disdegnare i suoi legami". Nota che prima di dire queste parole, lo Spirito Santo prepara l'anima, affinché non abbia a rigettare il suo importante consiglio. Le dice infatti: "Ascolta, figlio, e accetta il mio parere; non rigettare il mio consiglio".

241. Mio caro amico, lascia che io mi unisca allo Spirito Santo per darti il medesimo consiglio: "Le sue catene sono legami di salvezza". Poiché Gesù Cristo dalla croce deve attirare a se ogni cosa, per amore o per forza, egli attirerà i cattivi con le catene dei loro peccati, per incatenarli alla sua ira eterna e alla sua giustizia vendicatrice, come dei forzati e dei demoni; ma i veri credenti li attirerà con le catene della carità, soprattutto in questi ultimi tempi: "Attirerò tutti a me". "Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore".

242. Questi schiavi d'amore di Gesù Cristo, o incatenati di Gesù Cristo, possono portare le proprie catene, o al collo, o al polso, o sui fianchi, o ai piedi. Il Padre Vincenzo Caraffa, settimo generale della Compagnia di Gesù, morto in concetto di santità nell'anno 1643, come segno della sua servitù portava un cerchio di ferro ai piedi e diceva che la sua sofferenza stava nel non poter trascinare pubblicamente la propria catena. La Madre Agnese di Gesù, di cui abbiamo parlato, portava una catena di ferro ai fianchi. Altri l'hanno portata al collo, in penitenza per le collane di perle che avevano portato nel mondo. Altri le hanno portate ai polsi, per ricordarsi, quando lavoravano con le mani, di essere schiavi di Gesù Cristo.

4) Celebrazione speciale del mistero dell'Incarnazione

243. QUARTA PRATICA. Avranno una speciale devozione per il grande mistero dell'Incarnazione del Verbo, il 25 marzo, che è il mistero tipico di questa devozione. Essa infatti è stata ispirata dallo Spirito Santo: 1°. per onorare e imitare la misteriosa dipendenza che il Figlio di Dio ha voluto avere da Maria, a gloria di Dio suo Padre e per la nostra salvezza; tale dipendenza appare in modo particolare in questo mistero, nel quale Gesù Cristo è come prigioniero e schiavo nel seno della divina Maria e da lei dipende in ogni cosa; 2°. per ringraziare Dio delle grazie eccezionali che ha fatto a Maria e particolarmente di averla scelta come sua degnissima Madre: scelta che è avvenuta in questo mistero. Ecco i due fini principali della schiavitù di Gesù Cristo in Maria. 

244. Ti prego di osservare come io dica di solito: schiavo di Gesù in Maria, o schiavitù di Gesù in Maria. In verità, come molti hanno fatto finora, si può anche dire: schiavo di Maria, o schiavitù della Santa Vergine; ma credo sia meglio dirsi schiavo di Gesù in Maria, come il Tronson, superiore generale del Seminario di San Sulpizio, famoso per la sua rara prudenza e per la pietà consumata, lo ha consigliato a un ecclesiastico che lo consultava a questo proposito. Ecco il perché.

245. 1°. Poiché viviamo in un secolo pieno di orgogliosi, con tanti intellettuali pieni di se, spiriti forti e critici, che trovano a ridire anche sulle pratiche di pietà più solide e meglio motivate, per non dare loro occasione di critica senza necessità, è meglio dire schiavitù di Gesù Cristo in Maria, o dirsi schiavo di Gesù Cristo, piuttosto che schiavo di Maria. Così facendo, la presente devozione prende nome da Gesù Cristo, suo fine ultimo, piuttosto che da Maria, che è il cammino e il mezzo per arrivare a questo fine; ma in realtà si può usare l'una o l'altra espressione, senza scrupolo, come faccio io. Per esempio, se uno viaggia da Orleans a Tours, passando per Ambo i se, può ben dire che va ad Amboi se, o che va a Tours; che è in cammino per Amboise, o per Tours; la differenza tuttavia è che Amboise rappresenta la strada dritta per andare a Tours, e che in effetti è Tours il fine ultimo e il termine del viaggio.

246. 2°. Poiché il mistero principale che si vuol celebrare e onorare in questa devozione è il mistero dell'Incarnazione, nel quale Gesù Cristo appare in Maria, fatto uomo nel suo grembo, è più appropriato dire schiavitù di Gesù in Maria, di Gesù che abita e regna in Maria, come dice quella bella preghiera recitata da persone illustri: "O Gesù vivente in Maria, vieni e vivi in noi, nel tuo spirito di santità... ".

247. 3°. Questo modo di esprimersi sottolinea meglio l'intima unione che c'è tra Gesù e Maria. Essi sono così intimamente uniti, che l'uno è tutto nell'altro: Gesù è tutto in Maria, e Maria è tutta in Gesù; o piuttosto, ella non esiste più, ma è Gesù solo che è in lei; si potrebbe più facilmente separare la luce dal sole, che Maria da Gesù: tanto che Gesù Cristo Signore può essere chiamato Gesù di Maria, e la Vergine Santa può essere detta Maria di Gesù.

248. Il tempo non mi permette qui di fermarmi a spiegare le eccellenze e le grandezze del mistero di Gesù che vive e regna in Maria, cioè dell'Incarnazione del Verbo. In due parole, voglio solo dire che abbiamo qui il primo mistero di Gesù Cristo, il più nascosto, il più alto e il meno conosciuto. E' in questo mistero che Gesù, in accordo con Maria e nel suo grembo - chiamato per questo dai santi: la sala dei segreti di Dio - ha scelto tutti gli eletti. In questo mistero egli ha operato tutti i misteri della sua vita che sono venuti in seguito, poiché li aveva accettati: "Entrando nel mondo, Cristo dice: Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà... Perciò questo mistero è una sintesi di tutti i misteri; esso contiene la volontà e la grazia di tutti gli altri. E infine, questo mistero è il trono della misericordia, della liberalità e della gloria di Dio. Trono della sua misericordia verso di noi, poiché non ci possiamo avvicinare a Gesù, né parlargli, se non per mezzo di Maria; non possiamo vedere Gesù, né parlargli, se non mediante Maria. Ora Gesù ascolta sempre la sua cara Madre e concede sempre la sua grazia e la sua misericordia ai poveri peccatori: "Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia".
E' il trono della sua liberalità verso Maria poiché, mentre questo nuovo Adamo dimorava in questo paradiso terrestre, operava tante meraviglie nel segreto, che né gli angeli, né gli uomini possono comprendere; ecco perché i santi chiamano Maria la magnificenza di Dio, come se Dio non fosse magnifico che in Maria. Ed è il trono della gloria che Gesù rende al Padre suo: è infatti in Maria che Gesù Cristo ha placato in modo perfetto il Padre suo, irritato contro gli uomini; ed ha riparato in modo perfetto la gloria che il peccato aveva portato via; con il sacrificio che gli fece della sua volontà e di se stesso, gli rese più gloria che non tutti i sacrifici dell'Antica Legge; insomma gli ha reso una gloria infinita che mai il Padre aveva ancora ricevuto da parte dell'uomo.

5) Recita dell'Ave Maria e del rosario

249. QUINTA PRATICA. Avranno una grande devozione per l'Ave Maria e ameranno recitare questo angelico saluto, di cui pochi cristiani, anche istruiti, conoscono il valore, il merito, la grandezza e l'importanza. Per mostrarne il valore, la Vergine Santa ha dovuto apparire più volte a dei grandi santi, altamente illuminati, come a san Domenico, san Giovanni da Capistrano, al beato Alain de la Roche. Essi hanno poi riempito interi volumi, esponendo le meraviglie e l'efficacia di questa preghiera nella conversione delle anime; hanno scritto con profondità e hanno predicato in pubblico che la salvezza del mondo è iniziata con l'Ave Maria, e che la salvezza di ciascuno è legata a questa preghiera; una preghiera che ha procurato il frutto di vita a una terra secca e sterile e che, se recitata bene, fa germogliare nelle anime la parola di Dio e porta il frutto di vita, Gesù Cristo; e che l'Ave Maria è una celeste rugiada che bagna la terra, cioè l'anima, perché porti frutto a suo tempo, e che un'anima che non sia irrorata da questa preghiera o rugiada celeste, non porta nessun frutto e non produce che rovi e spine, e va incontro alla condanna.

250. Ecco ciò che la Santa Vergine ha rivelato al beato Alain de la Roche, come è scritto nel suo libro De Dignitati Rosarii, riferito poi da Cartagena: "Sappi, figlio mio, e fallo conoscere a tutti, che un segno probabile e vicino di dannazione eterna sta nell'avere avversione, o nell'essere indifferenti, o negligenti, nella recita del Saluto angelico, che ha salvato il mondo intero".Sono parole consolanti e terribili nello stesso tempo: si esiterebbe a crederle se non fossero garantite da questo santo uomo, e da san Domenico prima di lui, e poi da altri illustri autori, lungo l'esperienza di diversi secoli. Si è sempre notato infatti che coloro che portano il segno di condanna come gli eretici e i falsi credenti, gli orgogliosi e i mondani, odiano o disprezzano l'Ave Maria e il Rosario. Gli eretici accettano ancora e recitano il Padre Nostro, ma non l'Ave Maria, ne il Rosario; li aborriscono: porterebbero addosso più volentieri una serpe, che una corona del Rosario. E così gli orgogliosi: pur essendo cattolici, ma avendo le stesse inclinazioni di Lucifero, loro padre, disprezzano l'Ave Maria, o ne sono indifferenti, e considerano il Rosario come una devozione da donnette, buona solo per gli ignoranti e per quelli che non sanno leggere. Al contrario invece, si è visto che, per esperienza, quelli e quelle che portano i grandi segni della salvezza, amano, gustano e recitano con gioia l'Ave Maria; e più essi sono di Dio, e maggiormente amano questa preghiera. E' ciò che la Santa Vergine dice ancora al beato Alain, dopo le parole riferite sopra.

251. Io non so come e perché questo succeda, ma so che è vero; e anch'io non ho un miglior segreto per conoscere se una persona è di Dio, che quello di verificare se ama dire l'Ave Maria e il Rosario. Dico: se ama recitarla, perché può succedere che un'anima sia nella impossibilità naturale o anche soprannaturale di farlo, ma la ama sempre e la ispira agli altri.

252. Anime dei veri credenti, schiave di Gesù in Maria, sappiate che dopo il Padre nostro, la preghiera più bella di tutte è l'Ave Maria. E' il complimento più perfetto che possiate rivolgere a Maria, poiché è quello che l'Altissimo le rivolse, per mezzo di un arcangelo, per conquistarne il cuore; e fu così efficace sul cuore di lei, a causa dei segreti incanti di cui è pieno, che Maria diede il proprio consenso alla Incarnazione del Verbo, malgrado la sua profonda umiltà. E' ugualmente per mezzo di questo complimento che voi conquisterete il suo cuore infallibilmente, se lo direte come si deve.

253. L'Ave Maria recitata bene, cioè con attenzione, devozione e semplicità, è - al dire dei santi - il nemico del demonio, che mette in fuga, e il martello che lo schiaccia; è la santificazione dell'anima, la gioia degli angeli, la melodia dei veri credenti, il cantico del Nuovo Testamento, il gaudio di Maria e la gloria della santissima Trinità. L'Ave Maria è una celeste rugiada che rende feconda l'anima; è un bacio casto e amoroso che viene dato a Maria; è una rosa rossa che le viene presentata, una preziosa perla che le viene offerta; è una coppa di ambrosia e di nettare divino che le si porge. Sono tutte immagini usate dai santi.

254. Vi prego quindi vivamente, per l'amore che vi porto in Gesù e Maria: non vi basti recitare la piccola corona della Santa Vergine, ma dite il Rosario ogni giorno, anche intero se ne avete il tempo; nell'ora della vostra morte, benedirete il giorno e l'ora in cui mi avete dato retta; infatti, dopo aver seminato benedicendo Gesù e Maria, raccoglierete benedizioni eterne in cielo: "Chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà"

6) Recita del Magnificat

255. SESTA PRATICA. Per ringraziare Dio delle grazie che ha dato alla Santa Vergine, diranno sovente il Magnificat, sull'esempio della beata Maria d'Oignies e di molti altri santi. E' l'unica preghiera e la sola composizione della Vergine Santa, o piuttosto di Gesù in lei, perché era lui che parlava per bocca di lei. E' il più grande sacrificio di lode che Dio abbia ricevuto sotto la Legge della grazia: il più umile e colmo di riconoscenza da una parte, e dall'altra il più sublime e alto di tutti i cantici; contiene misteri così grandi e nascosti, che neppure gli angeli conoscono. Gersone, un pio e dotto professore, dopo aver impiegato gran parte della propria vita a scrivere trattati pieni di erudizione e di fede sulle materie più difficili, verso la fine della vita intraprese tremando la spiegazione del Magnificat, come a coronamento delle proprie opere. In un volume in folio da lui composto, egli ci riferisce molte cose meravigliose a proposito di questo bel cantico divino. Tra l'altro, dice che la Santa Vergine medesima lo recitava sovente e in particolare dopo la santa Comunione. come ringraziamento. Il dotto Benzonio, ugualmente spiegando il Magnificat, riporta molti miracoli operati in forza sua e afferma che i demoni tremano e fuggono quando sentono queste parole del Magnificat: "Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore"

7) Disprezzo del mondo

256. SETTIMA PRATICA. I fedeli servitori di Maria devono molto disprezzare, odiare e fuggire il mondo corrotto. Possono servirsi delle pratiche per il disprezzo del mondo, che abbiamo esposto nella prima parte.

2. PRATICHE INTERIORI PER DIVENIRE PERFETTI

257. Queste pratiche esteriori che ho proposto, non devono essere omesse per negligenza, o per poca stima, secondo le possibilità della propria condizione. Oltre a queste, ecco ora delle pratiche interiori, che sono molto santificanti per coloro che lo Spirito Santo chiama a un'alta perfezione. Si tratta, in poche parole, di compiere tutte le proprie azioni per mezzo di Maria, con Maria, in Maria e per Maria, per poterle compiere più perfettamente per mezzo di Gesù Cristo, con Gesù Cristo, in Gesù e per Gesù.

a) Per mezzo di Maria

258. 1°. Bisogna compiere le proprie azione per mezzo di Maria; bisogna cioè obbedire in ogni cosa alla Santa Vergine e lasciarsi condurre sempre dal suo spirito, che è lo Spirito Santo di Dio: "Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio"; coloro che sono guidati dallo spirito di Maria, sono figli di Maria e quindi figli di Dio, come abbiamo dimostrato; tra tanti devoti della Vergine Santa, quelli autentici e fedeli sono coloro che si fanno guidare dal suo spirito. Ho detto che lo spirito di Maria è lo spirito di Dio: ella infatti non si è mai fatta guidare dal proprio spirito, ma sempre dallo spirito di Dio, il quale è talmente diventato suo ispiratore da diventare il suo stesso spirito. Per questo sant'Ambrogio dice: "Che l'anima di Maria sia in ciascuno per glorificare il Signore; che lo spirito di Maria sia in ognuno per rallegrarsi in Dio". Quanto è felice un'anima quando, sull'esempio del buon fratello gesuita Rodriguez, morto in concetto di santità, è tutta posseduta e guidata dallo spirito di Maria, che è uno spirito dolce e forte, zelante e prudente, umile e coraggioso, puro e fecondo! 

259. Perché un'anima possa lasciarsi condurre da questo spirito di Maria, bisogna: 1°. Rinunciare al proprio spirito, al proprio modo di vedere e di volere, prima di fare qualcosa, per esempio prima di mettersi a pregare, prima di celebrare o di partecipare alla santa Messa, alla Comunione, ecc.; infatti se noi seguiamo le tenebre del nostro spirito e la malizia del nostro volere e agire, anche se ci sembrano buoni, mettiamo ostacolo al santo spirito di Maria.
2°. Dobbiamo affidarci allo spirito di Maria per esserne mossi e guidati nel modo che ella vorrà. Bisogna mettersi e lasciarsi andare tra le sue mani verginali, come uno strumento nella mani dell'operaio come un liuto nelle mani di un buon suonatore. Bisogna perdersi e abbandonarsi in lei, come una pietra gettata in mare: si fa in un attimo e con facilità, con una sola occhiata dello spirito, un lieve movimento della volontà, o con una parola, come per esempio: "Rinuncio a me stesso e mi dono a te, mia cara Madre". E anche se non si sente nessun gusto sensibile in questo atto di unione, rimane un gesto autentico; così come se uno dicesse con sincerità - Dio non voglia - "Mi do al demonio!", anche se lo dicesse senza alcuna emozione sensibile, rimane vero che apparterrebbe al demonio. 3°. Durante e dopo le proprie azioni, bisogna di tanto in tanto rinnovare il medesimo atto di offerta e di unione; più lo si farà, più presto ci si santificherà e più presto si arriverà all'unione con Gesù Cristo, che sempre necessariamente segue all'unione con Maria, infatti Io spirito di Maria è lo spirito di Gesù.

b) Con Maria

260. 2°. Bisogna compiere le proprie azioni con Maria; cioè nelle proprie azioni, bisogna guardare Maria come a un modello assoluto di ogni virtù e perfezione, formato dallo Spirito Santo in una semplice creatura per imitarlo secondo la nostra piccola portata. In ogni azione dobbiamo quindi pensare come l'ha compiuta Maria, o come la compirebbe se fosse al nostro posto. Per questo dobbiamo esaminare e meditare le grandi virtù che ella ha praticato durante la sua vita, particolarmente:
1°.la viva fede, per mezzo della quale ha creduto, senza esitare, la parola dell'angelo; ha creduto fedelmente e costantemente fino al piede della croce sul Calvario;
2°. l'umiltà profonda, che l'ha condotta a rimanere nascosta, a tacere, ad accettare tutto e a mettersi all'ultimo posto;
3°. la purezza tutta divina, che non ha mai avuto, né mai avrà l'uguale sotto il cielo; e infine tutte le altre sue virtù. Lo ripeto un'altra volta: si ricordi che Maria è il grande e unico stampo di Dio, adatto a produrre delle immagini viventi di Dio con poca spesa e in poco tempo; l'anima che ha trovato questo stampo e vi si perde dentro, viene presto mutata in Gesù Cristo, che questo stampo riproduce così com'è.

c) In Maria

261. 3°. Bisogna compiere le proprie azioni in Maria. Per ben comprendere questa pratica, bisogna sapere che:
1°. La Santa Vergine è il vero paradiso terrestre del nuovo Adamo, di cui il vecchio paradiso terrestre non era che la figura. In questo paradiso terrestre vi sono dunque ricchezze, bellezze, rarità e dolcezze inspiegabili, che il nuovo Adamo, Gesù Cristo, vi ha lasciato. E' in questo paradiso che egli ha posto le sue compiacenze durante nove mesi, che ha operato le sue meraviglie e mostrato le sue ricchezze con la magnificenza di un Dio. Questo luogo santissimo è composto unicamente da una terra vergine e immacolata, dalla quale è stato formato e nutrito il nuovo Adamo, senza alcuna macchia ne bruttura, per l'opera dello Spirito Santo che vi abita. In questo paradiso terrestre che si trova veramente l'albero di vita, che ha portato Gesù Cristo, il frutto di vita; l'albero della scienza del bene e del male, che ha dato la luce al mondo. In questo luogo divino vi sono alberi piantati dalla mano di Dio e innaffiati dalla sua divina unzione, che hanno portato e portano ogni giorno frutti di un gusto divino; vi sono aiuole smaltate di fiori di virtù belli e variopinti, emananti un odore che profuma anche gli angeli. Vi sono in questo luogo dei prati verdi di speranza, torri inespugnabili di fortezza, costruzioni incantevoli di fiducia, ecc. Solo lo Spirito Santo può far conoscere la verità nascosta sotto queste figure di cose materiali.
C'è in questo luogo un'aria pulita, senza inquinamento, di purezza; vi è il giorno luminoso, senza notte, dell'umanità santa; il sole splendente, senza ombre, della Divinità; una fornace ardente e perenne di carità, dove tutto il ferro che viene immerso è arroventato e trasformato in oro; vi è un fiume di umiltà che sgorga dalla terra, si divide in quattro rami e irriga tutto questo luogo incantato; sono le quattro virtù cardinali. 

262. 2°. Lo Spirito Santo, per bocca dei santi Padri, chiama ancora la Santa Vergine: la porta orientale, attraverso cui il sommo sacerdote Gesù Cristo entra ed esce nel mondo; vi è entrato la prima volta per mezzo di lei e vi ritornerà la seconda; il santuario della Divinità, il riposo della santissima Trinità, il trono di Dio, la città di Dio, l'altare di Dio, il tempio di Dio, il mondo di Dio. Tutti questi diversi titoli e lodi sono molto veri, in riferimento alle tante meraviglie e grazie che l'Altissimo ha compiuto in Maria. Oh! quali ricchezze! Oh! quale gloria! Oh! quale piacere! Oh! quale gioia poter entrare e dimorare in Maria, dove l'Altissimo ha posto il trono della sua gloria suprema.

263. Ma quanto è difficile, per dei peccatori come noi siamo, avere il permesso, la capacità e la luce per entrare in questo luogo così alto e così santo, custodito non da un cherubino come l'antico paradiso terrestre, ma dallo Spirito Santo stesso, che ne è divenuto padrone assoluto; egli dice di lei: "Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata". Maria è chiusa; Maria è sigillata; i miseri figli di Adamo e di Eva, cacciati dal paradiso terrestre, non possono entrare in esso, se non per una grazia speciale dello Spirito Santo, che essi devono meritare.

264. Dopo aver ottenuto questa grazia insigne, con la propria fedeltà, bisogna dimorare con piacere nello splendido interiore di Maria, riposarvisi in pace, appoggiarvisi con fiducia, nascondervisi in sicurezza e perdervisi senza riserva, affinché in questo grembo verginale:
1. l'anima venga nutrita del latte della sua grazia e misericordia materna;
2. vi venga liberata da ansie, paure e scrupoli;
3. vi si ritrovi in sicurezza contro tutti i propri nemici, il demonio, il mondo e il peccato, i quali non hanno mai avuto accesso: per questo ella dice: "Chi compie le mie opere non peccherà", cioè: chi in spirito dimora nella Santa Vergine, non commetterà peccati di rilievo;
4. perché sia formata in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lei: infatti il suo grembo - come dicono i Padri - è la sala dei divini misteri, dove è stato formato Gesù Cristo e tutti gli eletti: "L'uno e l'altro é nato in essa"

d) Per Maria

265. 4°. Infine, bisogna compiere tutte le proprie azioni per Maria. Poiché infatti ci si è dedicati completamente al suo servizio, è giusto che si faccia tutto per lei, come un paggio, un servitore e uno schiavo; non che la si prenda per fine ultimo dei propri servizi, che è solo Gesù Cristo, ma come fine prossimo e come ambiente misterioso, come mezzo facile per andare a lui. Come un buon servitore e schiavo, non bisogna rimanere oziosi; bisogna invece, con il sostegno della sua protezione, intraprendere e realizzare grandi cose per questa augusta Sovrana. Bisogna difendere i suoi privilegi quando vengono messi in discussione; bisogna sostenere la sua gloria quando viene attaccata; bisogna attirare tutti, potendolo, al suo servizio e a questa devozione vera e solida; bisogna parlare e gridare contro coloro che abusano della sua devozione per offendere il Figlio suo, e nello stesso tempo occorre promuovere questa devozione autentica; non bisogna pretendere altro da lei, come ricompensa dei propri piccoli servizi, che l'onore di appartenere a una Principessa così amabile, e la gioia di essere, per mezzo di lei, unito a Gesù, suo Figlio, con un legame indissolubile nel tempo e nell'eternità.

Gloria a Gesù in Maria!

Gloria a Maria in Gesù!

Gloria a Dio solo!


   





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Capitolo IX

MODO DI PRATICARE QUESTA DEVOZIONE NELLA SANTA COMUNIONE

1. PRIMA DELLA COMUNIONE.

266. 1°. Ti umilierai profondamente davanti a Dio.
2°. Rinuncerai al tuo fondo corrotto e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia apparire il tuo amor proprio.
3°. Rinnoverai la consacrazione, dicendo: "Io sono tutto tuo, mia cara Sovrana, con tutto ciò che mi appartiene".
4°. Pregherai questa buona Madre di prestarti il suo cuore, per accogliervi il Figlio suo con le sue stesse disposizioni. Le dirai che ne va della gloria del Figlio suo, se verrà accolto in un cuore come il tuo, così macchiato e incostante, capace di sminuire la sua gloria o di allontanarsi da lui; ma che se ella vuol venire ad abitare da te per ricevere il Figlio suo, lo potrà fare per il potere che ha sui cuori; e che il Figlio suo sarà, per mezzo di lei, ben accolto, senza macchia e senza pericolo di essere offeso, o respinto: "Dio sta in essa, non potrà vacillare".
Le dirai in confidenza che tutto ciò che le hai dato, dei tuoi beni, è poca cosa per onorarla, ma che - con la santa Comunione - tu vuoi farle il medesimo dono che l'eterno Padre ha fatto a lei, e che questo le renderà più onore che non il donarle tutti i beni della terra; e che infine Gesù, che la ama in modo unico, desidera ancora prendere in lei la sua compiacenza e il suo riposo, sebbene sia nella tua anima, più sporca e più povera della stalla in cui Gesù non ha avuto difficoltà a venire perché vi era presente lei. Le chiederai il suo cuore con queste tenere parole: "Ti prendo per mio tutto. Dammi il tuo cuore, o Maria!".

2. NELLA COMUNIONE

267. 2°. Pronto a ricevere Gesù Cristo, dopo il Padre nostro, dirai tre volte: "O Signore, non sono degno...", come se dicessi una prima volta all'eterno Padre che tu non sei degno di ricevere il Suo Figlio unico, a causa dei tuoi cattivi pensieri e ingratitudini nei confronti di un così buon Padre, ma che ecco Maria, la sua serva: "Ecco la serva del Signore!", che fa al posto tuo e ti dà fiducia e speranza singolare verso la sua Maestà: "Tu solo, o Signore, mi fai riposare al sicuro!"

268. Dirai al Figlio: "O Signore, non sono degno...". Che non sei degno di riceverlo, a causa delle tue parole inutili e cattive, e della tua infedeltà nel suo servizio; ma che tuttavia lo preghi di avere pietà di te, poiché lo fai entrare nella casa della sua Madre e della tua, e che non lo lascerai andarsene senza che sia venuto ad alloggiare presso di te: "Lo strinsi fortemente e non lo lascerò finché non l'abbia condotto in casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice". Lo pregherai di alzarsi e di venire nel luogo del suo riposo e nell'arca della sua santificazione: "Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo, tu e l'arca della tua potenza". Gli dirai che tu non riponi alcuna fiducia nei tuoi meriti, nella tua forza e nella tua preparazione, come Esaù, ma in quelle di Maria, la tua cara Madre, come il piccolo Giacobbe nelle cure di Rebecca; che, pur essendo tu peccatore e come Esaù, osi avvicinarti alla sua santità, sostenuto e ornato dei meriti e delle virtù della sua santa Madre. 

269. Dirai allo Spirito Santo: "O Signore, non sono degno...". Che non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, a causa della tiepidezza e della cattiveria delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue ispirazioni, ma che tutta la tua fiducia è Maria, la sua fedele Sposa; e dirai con san Bernardo: "Questa è la mia più grande fiducia; questa è tutta la ragione della mia speranza". Potrai anche pregarlo di venire ancora in Maria, sua indissolubile Sposa: che il suo grembo è puro come non mai, e il suo cuore sempre ardente; e che senza la sua venuta nella tua anima, né Gesù, né Maria saranno mai formati, né degnamente accolti

3. DOPO LA SANTA COMUNIONE.

270. Rimanendo interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, dopo la santa Comunione farai entrare Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo consegnerai a sua Madre, che lo riceverà con amore, gli darà un posto d'onore, lo adorerà profondamente, lo amerà in modo perfetto, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molte delicatezze che sono sconosciute a noi nelle nostre fitte tenebre.

271. Oppure rimarrai profondamente umiliato nel tuo cuore, alla presenza di Gesù dimorante in Maria. O starai come uno schiavo alla porta del palazzo del Re, dove egli sta parlando con la Regina; e mentre essi parlano tra loro, senza aver bisogno di te, te ne andrai spiritualmente per cielo e per terra, invitando tutte le creature a ringraziare, adorare e amare Gesù e Maria al posto tuo: "Venite, prostrati adoriamo... ".

272. O ancora, chiederai tu stesso a Gesù, in unione a Maria, l'avvento del suo regno sulla terra per mezzo della sua santa Madre. oppure la divina sapienza, o il divino amore o il perdono dei tuoi peccati, o qualche altra grazia, ma sempre per mezzo di Maria e in Maria, dirai, togliendo lo sguardo da te stesso: "Signore, non guardare i miei peccati, ma gli occhi tuoi vedano in me solo i meriti e le virtù di Maria". E ricordando i tuoi peccati, aggiungerai: "Un nemico ha fatto questo..."; sono io stesso il mio peggior nemico che mi sta addosso e che ha commesso questi peccati, oppure: "Liberami dall'uomo iniquo e fallace", oppure: "Tu devi crescere e io invece diminuire".Gesù mio, bisogna che tu cresca nella mia anima e che io diminuisca. O Maria. bisogna che tu cresca presso di me e che io sia meno di quello che sono stato."Siate fecondi e moltiplicatevi..." Gesù e Maria, crescete dentro di me e moltiplicatevi al di fuori, negli altri.

273.Vi è una quantità di altri pensieri che lo Spirito Santo ti suggerisce e ti ispirerà se davvero sarai raccolto, mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho ora insegnato. Ma ricordati che più lascerai agire Maria nella tua Comunione, e più Gesù sarà glorificato, più lascerai agire Maria per Gesù e Gesù in Maria, più tu sarai nell'umiltà profonda e li ascolterai con pace e silenzio, senza preoccuparti né di vedere, ne di gustare, né di sentire, poiché ovunque il giusto vive di fede, specialmente nella santa Comunione, che è un atto di fede: "Il mio giusto vivrà mediante la fede".


       

 
 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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29/01/2016 22:06
 
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  Presentazione al Mese di Preparazioneper consacrarsi a Maria Santissima in materna schiavitù d'amore

1.- La vera devozione, segno di salvezza eterna

In una favela argentina stupiva la corruzione morale negli abitanti. Un gruppo di seminaristi andava ogni sabato a prendere i bambini e a portarli al seminario, cercando di toglierli almeno una volta alla settimana da quel terribile ambiente. Dopo alcuni anni di questo lavoro molto duro e stancante, nonché pericoloso, chiesi ad uno di questi seminaristi:

-Si vede un miglioramento in questi ragazzi?
-Francamente, no. Non è molto ciò che possiamo fare.
- E non vi scoraggiate?
-No, siamo certi che una volta alla settimana non può cambiarli per tutta la vita. Ma non è questo lo scopo dell’apostolato che facciamo con loro.
-E qual è lo scopo?
-Uno solo: farli diventare devoti della Madonna. Perché succeda quel che succeda, se loro amano Maria, Lei certamente non li abbandonerà. Se solo riusciamo a far sì che la amino, siamo certi della loro salvezza.



La devozione alla Madonna è un segno di “predestinazione”. Detto in altre parole: incontrare un vero devoto di Maria, significa trovarsi davanti ad uno che raggiungerà sicuramente il Paradiso. Perciò esclamava San Giovanni Berchmans: “O Maria Santissima, beati coloro che ti amano!”.
Ma attenzione! Non tutti i devoti sono veri devoti. Molte devozioni mariane sono false. E perciò San Luigi Maria Grignon di Montfort scrisse il Trattato della Vera Devozione a Maria. Dice che in esso vuole rivelare un “segreto” per raggiungere nel modo più facile, diretto e dolce quel fine per il quale siamo stati creati: La salvezza, la Vita eternamente felice di unione “faccia a faccia” con Dio.

[82] Come vi sono segreti di natura per fare in poco tempo, con poca spesa e con facilità certe operazioni naturali, così vi sono segreti nell'ordine della grazia per fare in poco tempo, con dolcezza e facilità operazioni soprannaturali, come spogliarsi di sé, riempirsi di Dio e diventare perfetti. La devozione che voglio rivelare è uno di questi segreti di grazia: segreto sconosciuto dalla maggior parte dei cristiani, conosciuto da pochi devoti, praticato e gustato da più pochi ancora.

- (i numeri nelle parentesi quadre riportano al testo integrale del Montfort)


2.- La devozione a Maria, ostacola la devozione a Gesù?

Qualcuno obietterà, specialmente se proveniente dall’ambito protestante (ma purtroppo si sente dire anche dai cattolici!), che Gesù è l’unico Salvatore nostro. Con la Sacra Scrittura affermiamo che in Cristo e in nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati (Atti 4,12). Ma in ogni atto salvifico del Figlio vediamo che la Sua Volontà è che la Madre sia Mediatrice. Dio ha voluto Maria presente nell’incarnazione, nella nascita, nella presentazione al tempio, nei trent'anni di vita nascosta, e nella stessa morte di Gesù. Gesù si è obbligato a compiere i primi segni miracolosi per mezzo dell’intercessione di sua Madre, come a Cana di Galilea

Se così ha voluto sottomettersi il Figlio alla Madre, esclama San Luigi Maria:
“Oh, come si glorifica altamente Dio quando, per piacergli, ci sottomettiamo a Maria,sull'esempio di Gesù Cristo, nostro unico modello”.
Vogliamo che Gesù regni in noi? Che nel mondo continui ad operare meraviglie? C’è una sola via: “Gesù Cristo ha cominciato e continuato i suoi miracoli per mezzo di Maria e per mezzo di Maria li continuerà sino alla fine dei secoli”. Perché come diceva sant’Agostino:
“Il mondo era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre. Questi l'ha dato a Maria perché il mondo lo ricevesse per mezzo di lei”.
Neanche noi siamo degni di presentare le nostre opere e offerte direttamente al Signore. Perciò Lui ci ha dato la Sua Santissima Madre, affinché possiamo presentarle le nostre offerte senza paura che queste siano macchiate dalle nostre colpe. Perché offerte tramite e con Maria e ciò fa sì che Lei le presenti con la dignità che conviene al Nostro Dio e Signore Gesù Cristo.

[13] “Il cuore mi ha suggerito quanto ho scritto con particolare gioia, per mostrare che la divina Maria è stata finora sconosciuta, ed è questa una delle ragioni per le quali Gesù Cristo non è ancora conosciuto come si deve. Se dunque, come è certo, la conoscenza ed il regno di Cristo si attueranno nel mondo, sarà effetto necessario della conoscenza e del regno della santissima Vergine Maria, che l'ha dato alla luce la prima volta e lo farà risplendere la seconda”



3.- A chi è rivolto il Trattato?

San Luigi Maria chiarisce bene a chi sta parlando: Agli stessi cui parlava Cristo: ai semplici, umili, piccoli secondo questo mondo:

[26] Se parlassi a certi sapientoni d’oggi, proverei più a lungo quel che scrivo alla buona, con la Sacra Scrittura e i santi Padri, di cui riferirei i testi latini, e con parecchie solide ragioni… Ma io parlo soprattutto ai poveri e ai semplici, che essendo dotati di buona volontà ed avendo maggior fede del comune dei sapienti, credono con più semplicità e con più merito.
Ciò che verrà esposto sulla Madonna è un mistero di Fede. E ai misteri di Fede aderiscono gli umili, non i superbi.

4.- In che modo devo prepararmi? E’ molto lunga la preparazione?

Tutto dipende da quanto frutto vuoi ricavare dalla consacrazione. Noi qui ti proponiamo un modo sereno e semplice con il quale potrai prepararti sufficientemente per diventare schiavo d’amore di Gesù in Maria [sul motivo di questo titolo vedi come lo spiega il santo nel paragrafo 244]. Si tratta di prepararsi durante un mese, dedicando 10 minuti al giorno a due punti: il primo è considerare una parte della dottrina del santo che noi abbiamo riassunto.

Fra le parentesi quadre [...] inseriamo i paragrafi che vengono trattati, nel caso in cui preferisci leggere direttamente il testo del santo.Il secondo punto consiste nel prepararsi con la considerazione di alcuni testi e nella recita di alcune preghiere che ti proponiamo sempre seguendo i sapienti consigli di san Luigi Maria.Sono pochi minuti, devi perciò cercare il massimo raccoglimento possibile. Se non riesci non bisogna avere degli scrupoli, ma è buono mettere sempre come proposito il precetto del Signore: quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa(Mt 6,6).

Se qualche giorno non sei riuscito a dedicare questi 10 minuti puoi dedicare un po’ più di tempo il giorno seguente.

5.- Gli impegni di questa devozione sono tanti?

Il primo impegno è di prepararsi. Una volta che sarai riuscito a penetrare il meraviglioso segreto della Vera Devozione a Maria, e a diventare schiavo suo, per esserlo di Cristo, gli altri impegni ti saranno facili.
a)     Il massimo e primo impegno è riconoscere la grandezza di Maria secondo il modo in cui te lo insegna la Fede. Per questo scopo basterebbe prepararsi bene durante il mese prima della consacrazione.b)    Gli altri impegni consistono in un modo di vivere la tua spiritualità facendo tutto per Maria, con Maria e in Maria. Offrendo quotidianamente il frutto delle tue opere perché lei le distribuisca a chi vuole, e le presenti a Gesù.c)     Lo schiavo di Maria confida sempre nella sua materna protezione invocandola. Puoi farlo in molti modi, interni ed esterni: Recitando la corona del Rosario, portando una medaglia di Maria Regina dei cuori o catenina in segno della tua “dignità di schiavo” come Lei stessa risponde all’angelo: Eccomi, sono la serva del Signore (Lc 1,38).

San Luigi promette che il frutto di questa devozione è niente di meno che la salvezza eterna! e che la strada per arrivare, che è sempre la croce, diventerà più dolce e facile perché accanto a noi ci sarà la Madre Celeste. Magari tutti conoscessero questo dono!

[112] Quanto sarebbe spesa bene la mia fatica, se questo piccolo scritto, capitando fra le mani di un cristiano ben disposto, nato da Dio e da Maria e gli scoprisse ed ispirasse, con la grazia dello Spirito Santo, l'eccellenza e il valore della vera e solida devozione a Maria, quale sto per esporre! Se sapessi che il mio sangue colpevole potesse servire a far penetrare nei cuori le verità che scrivo in onore della mia amata Madre, me ne servirei, invece dell'inchiostro, per tracciare questi caratteri.

Carissimo giovane, hai adesso davanti ai tuoi occhi un vero dono dottrinale riguardo la mediazione di Maria per il tuo bene spirituale. Ti può aiutare ad apprezzarlo la profezia che lo stesso San Luigi Maria lasciava per iscritto e che si è compiuta:

[114] Prevedo che molte bestie frementi verranno infuriate per dilaniare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per seppellirlo nelle tenebre e nel silenzio di un cofano perché non sia pubblicato…

Infatti, il manoscritto del Trattato, fu ritrovato nascosto da oltre un secolo in un cofanodurante le turbolenze della Rivoluzione francese nel 1842 e pubblicato per la prima volta, nel 1843.

6.- Tutto tuo sono

Questo Trattato ha avuto un influsso essenziale (una “svolta”) nella vita spirituale di Papa Giovanni Paolo II. Di esso hanno preso la devozione mariana altri grandi santi quali santa Teresina di Lisieux, san Massimiliano Kolbe e sant’Annibale di Francia. Maria ha formato sempre i suoi più coraggiosi soldati; perché il frutto di donarsi a Lei è ricevere appunto Lei come guida, protezione e fonte di perseveranza? Vuoi appartenere alla schiera di questi grandi santi?

[114] Questa visione (della persecuzione del diavolo al manoscritto) mi dà coraggio e mi fa sperare un grande successo, cioè la formazione di uno squadrone di bravi e valorosi soldati di Gesù e di Maria, dell’uno e dell’altro sesso che combattano il mondo, il diavolo, la natura corrotta nei temi difficili più che mai vicini.
Se molti abbracciano questa Vera devozione, con diritto dobbiamo avere una speranza più fondata nella regalità di Gesù nel mondo. Regalità che avrà luogo insieme alla regalità di Sua Madre.

P. Andrés José Bonello, IVE


     







Primo GiornoTrattato: [1-13]
Maria è un mistero

San Lugi Maria Grignon di Montfort mette subito una verità di Fede, che sarà centro e fonte di tutto il suo Trattato:

“Per mezzo della ss. Vergine Maria Gesù Cristo venne nel mondo, ancora per mezzo di lei deve regnare nel mondo”.

Lo stesso santo invocherà a conferma di ciò l’autorità dei Padri della Chiesa, tra i quali Sant’Agostino che diceva:

“Il mondo era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre. Questi l'ha dato a Maria perché il mondo lo ricevesse per mezzo di lei”.



Da qui, che, per disegno divino, Maria è un mezzo necessario per la salvezza. Essendo quindi un mezzo per lo stesso fine per cui Gesù Cristo è venuto a questo mondo, grande saranno le ricchezze che Dio ha voluto concedere a questa Donna, perché sia veramente Mediatrice.
Dio concede i beni di grazia necessari, secondo sia il proprio ufficio affidato. Quali beni ha dovuto concederli a Maria Santissima per essere Madre di Dio! Sant’Eucherio diceva: “vuoi sapere come sia la Madre? Guarda come sia il Figlio”. E san Luigi Maria pieno di stupore davanti a questa verità esclama: “Ella è una degna Madre di Dio! Qui taccia ogni lingua!”.
Taccia ogni lingua perché Maria è un inesauribile mistero di grazia, impossibile di rinchiudere nelle nostre menti limitate. Talmente Dio l’ha arricchita dei suoi doni che san Luigi dice “Occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo (1Cor 2,9) le bellezze, le grandezze e le prerogative di Maria, il più grande miracolo della grazia, della natura e della gloria!”.

Maria non è abbastanza conosciuta

“È dunque giusto e doveroso ripetere con i Santi: “DE MARIA NUMQUAM SATIS”. Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata, amata e servita. Ella merita più lode, rispetto, amore e servizio”, anche da parte dei cattolici!“Bisogna anche affermare con lo Spirito Santo: Tutto lo splendore della figlia del Re è nell'interno (Ps 45, 14). Tutta la gloria esteriore, che a gara le rendono il cielo e la terra, si direbbe un nulla a paragone di quella che ricevette interiormente dal Creatore e che non è conosciuta dalle povere creature, le quali non possono penetrare nel segreto più intimo del Re”.

Occorre conoscere maggiormente Maria

 Il cuore mi ha suggerito quanto ho scritto con particolare gioia, per mostrare che la divina Maria è stata finora sconosciuta, ed è questa una delle ragioni per le quali Gesù Cristo non è ancora conosciuto come si deve. Se dunque, come è certo, la conoscenza ed il regno di Cristo si attueranno nel mondo, sarà effetto necessario della conoscenza e del regno della santissima Vergine Maria, che l'ha dato alla luce la prima volta e lo farà risplendere la seconda.




  Pratiche di preparazione

Nota preliminare: San Luigi Maria propone di iniziare con degli esercizi spirituali per “liberarsi dallo spirito del mondo, contrario allo spirito di Gesù Cristo”. Siccome pochi possono iniziare con gli esercizi, si propongono qui, per ogni giorno, alcune letture che perseguono questo stesso scopo, che concludono sempre in questi primi 10 giorni con le litanie dell’umiltà, che è la virtù che contraddistingue il cristiano dal mondano.

Per iniziare: Mettersi nella presenza di Dio. Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto il Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.

1) Lettura. Lo spirito del mondo (Seguiremo fondamentalmente Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).

Che cos’è il mondo? Si tratta del clima anticristiano che si forma tra le persone che vivono dimentiche di Dio e dedite solo alle cose della terra. È quindi un’atmosfera che avvolge le persone in un modo di pensare, di desiderare e di preoccuparsi solo in ordine ai beni terreni, per vivere appunto una vita meramente mondana, senza considerare la vita eterna. Cristo è venuto ad insegnarci la dottrina della sua “Vera Vita”. Leggiamo: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato sé stesso per i nostri peccati, per sottrarci al presente secolo malvagio, secondo la volontà del nostro Dio e Padre, al quale sia la gloria nei secoli… (Gal 1,3-5).

L’atteggiamento mondano è descritto ancora con maggior precisione dal Signore stesso:"La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; egli ragionava così, fra sé: "Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?" E disse: "Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: "Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti"". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?" Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio". (Luc 12,16-21).

La stoltezza consiste nel dedicarsi soltanto a raggiungere i beni mondani e non quelli per la vita eterna.


Considerando l’esempio di Gesù sulla croce, chiederemo nei primi dieci giorni la virtù dell’umiltà nella quale si sono distaccati anche i più grandi santi.



 








[Modificato da Caterina63 29/01/2016 22:11]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Secondo Giorno Trattato: [16-26]

– MARIA NELLA STORIA ELLA SALVEZZA

1. Maria nel Mistero di Cristo

La Rivelazione Divina della Parola di Dio insegna che il Figlio di Dio si è incarnato per realizzare la nostra Redenzione affinché possiamo salvarci. In ognuno dei suoi atti di Redenzione, Maria occupa un posto privilegiato. D’ora in poi, quello stesso posto privilegiato Lei deve occuparlo in ognuna delle nostre opere che meritino la salvezza. Tutto ciò che si riferisce alla nostra salvezza deve passare attraverso Maria, come tramite Lei Cristo ha voluto passasse la Redenzione. San Luigi Maria invita a considerare questo posto privilegiato di Maria nei misteri della Vita di Cristo.


a) Nell'incarnazione

“Dio Padre ha dato al mondo il suo unico Figlio soltanto per mezzo di Maria. (…) Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria. Dio Spirito Santo ha formato Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per mezzo di uno dei primi ministri della sua corte”.


b) Nei misteri della redenzione

Consideriamo insieme al santo di Montfort i doni che Dio ha concedere a Maria perché sia Madre di Cristo.  “Dio Padre ha comunicato a Maria la propria fecondità, per quanto ne era capace una semplice creatura, per darle il potere di generare il suo Figlio e tutti i membri del suo corpo mistico”.

“Dio Figlio è disceso nel grembo della Vergine (…) per compiacersi in esso ed operarvi in segreto meraviglie di grazia. Questo Dio-uomo ha trovato la propria libertà nel vedersi racchiuso nel seno di lei”.
Maria è presente nell'incarnazione, nella nascita, nella presentazione al tempio, nei trent'anni di vita nascosta, e nella stessa morte di Gesù. Gesù si è obbligato a compiere i primi segni miracolosi per mezzo dell’intercessione di sua Madre, come a Cana di Galilea. Se così ha voluto sottomettersi il Figlio alla Madre…
“Oh, - esclama san Luigi Maria – come si glorifica altamente Dio quando, per piacergli, ci sottomettiamo a Maria, sull'esempio di Gesù Cristo, nostro unico modello”.
Vogliamo che Gesù regni? Che continui ad operare meraviglie?: “Gesù Cristo ha cominciato e continuato i suoi miracoli per mezzo di Maria e per mezzo di Maria li continuerà sino alla fine dei secoli”.

2. Collaboratrice di Dio

E’ questa una verità teologica centrale per capire l’essenza del Trattato. “Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria. Questo grande Iddio possiede un tesoro e un emporio ricchissimo, dove ha racchiuso tutto quanto possiede di bello, di splendido, di raro e di prezioso, perfino il proprio Figlio. E questo tesoro immenso è Maria, che i Santi chiamano: tesoro del Signore, dalla cui pienezza gli uomini sono arricchiti”.

E’ un dato di Fede che “Dio Figlio ha comunicato a sua Madre tutto quanto ha acquisito con la sua vita e la sua morte. Per mezzo di Lei Gesù applica i suoi meriti ai suoi membri, comunica le sue virtù e distribuisce le sue grazie. Così, Maria è il suo canale misterioso, l'acquedotto per cui fa passare con soavità e abbondanza le sue misericordie. 

Nessun dono del cielo è concesso agli uomini che non passi per le mani verginali di lei. Il volere di Dio è, infatti, che tutto ci venga donato per mezzo di Maria. Così doveva essere arricchita, innalzata e onorata dall'Altissimo colei che per tutta la vita volle essere povera, umile e nascosta fin nell'abisso del nulla, con la sua profonda umiltà!”.


  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.

3) LetturaIn che consiste “l’ambiente mondano”?  (tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana)

Questo ambiente malsano e costituito e si manifesta in quattro forme principali. Vediamo oggi la prima: False massime. Sono i principi di pensiero in diretta opposizione a quelle del Vangelo. Il mondo esalta le ricchezze, i piaceri, la violenza, l'inganno e la frode posti al servizio del proprio egoismo, l'illimitata libertà per darsi ad ogni specie di eccessi e di peccati. « Siamo giovani, dobbiamo goderci la vita »; « Dio e buono e comprensivo e non ci danneremo solo perché godiamo e ci divertiamo »; «Occorre guadagnare molto denaro, in qualsiasi modo »; « La cosa più importante è la salute, la vita lunga, il mangiare e il vestire bene, il divertirsi più possibile»; ecc. Queste sono le massime consacrate dal mondo. Non riesce a concepire nulla di più nobile e di più elevato; lo stancano e lo infastidiscono le massime contrarie, che sono appunto quelle del Vangelo. E si spinge tanto avanti, il mondo, nella sovversione dei valori, che un volgare ladro viene reputato « un uomo abile nei suoi affari », un seduttore, « un uomo allegro » un empio e un libero pensatore, « uno spirito forte »; una donna abbigliata in modo indecente e provocante, una persona che « segue la moda »; e così via.


(Rom 12,2) Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. 

 






Terzo Giorno Trattato: [27-36]

Influsso materno di Maria. Gesù è anche adesso figlio di Maria?

San Luigi Maria risponde di sì. Perché ciò che è naturale viene elevato dalla grazia, e la gloria porta la grazia alla perfezione. Ciò che era naturale su questa terra è elevato alla realtà soprannaturale, e adesso, nella gloria di Dio, è perfetto. “È certo, dunque, che Nostro Signore è tuttora, nel cielo, figlio di Maria come lo è stato sulla terra ed ha mantenuto la sottomissione e l'obbedienza del più perfetto di tutti i figli verso la migliore di tutte le madri”.Ma non è una maternità al modo che noi conosciamo: “Maria è infinitamente al di sotto del Figlio, che è Dio. Perciò se, negli scritti di san Bernardo, di san Bernardino, di san Bonaventura e di altri, si legge che tutto, nel cielo e sulla terra e Dio stesso, è sottomesso a Maria, si deve intendere che l'autorità conferitale da Dio è talmente grande da sembrare che ella abbia la medesima potenza di Dio e che le sue preghiere e domande siano talmente efficaci presso Dio, da valere sempre quali comandi presso la sua Maestà, la quale non resiste mai alla preghiera della sua diletta madre, perché è sempre umile e conforme al suo volere.

Segno della vera fede

“Dio Padre vuol avere figli per mezzo di Maria sino alla fine del mondo… “Come nella generazione naturale e fisica c'è un padre ed una madre, così nella generazione soprannaturale e spirituale c'è un padre che è Dio e una madre che è Maria. Tutti i veri figli di Dio, eredi del Cielo, hanno Dio per Padre e Maria per madre”.I cattolici “che non hanno Maria per Madre, non hanno Dio per Padre”, afferma San Luigi Maria facendosi eco di un’affermazione di San Cipriano. Ma non basta con dire che Maria è Madre senza amore filiale.

“Se l'avessero per madre, l'amerebbero e onorerebbero come un autentico figlio ama naturalmente ed onora la madre che gli ha dato la vita. Il segno infallibile e inequivocabile per distinguere un eretico, è che questi hanno solo disprezzo o indifferenza per la santissima Vergine”.

Madre della Chiesa

“Dio Figlio vuole formarsi e, per così dire, incarnarsi ogni giorno nelle sue membra per mezzo della sua diletta madre”. Nel Corpo mistico della Chiesa, dove Cristo è il Capo e noi le altre membra, Maria è il collo che unisce appunto il Capo con le membra.

“Una stessa madre non dà alla luce la testa o il capo senza le membra, né le membra senza la testa: diversamente si avrebbe un mostro di natura. Così nell'ordine della grazia, il Capo e le membra nascono da una stessa madre. E se un membro del corpo mistico di Gesù Cristo destinato a raggiungere la Salvezza, nascesse da un'altra madre che non sia colei che ha generato il Capo, non sarebbe un erede del Cielo, né un membro di Gesù Cristo, ma un mostro nell'ordine della grazia”.

Tipo della Chiesa

“Quando Maria ha messo le sue radici in un'anima, vi produce meraviglie di grazia, quali lei sola può compiere, perché lei sola è la Vergine feconda che non ebbe, né avrà mai chi le somigli in purezza e fecondità. In unione con lo Spirito Santo, Maria ha realizzato la più grande opera che mai sia esistita o sarà, cioè un Dio-uomo. Di conseguenza ella compirà anche le più grandi cose che avverranno negli ultimi tempi. La formazione e l'educazione dei grandi santi, che vivranno verso la fine del mondo, sono riservate a lei”.


  Pratiche di preparazione


1) Mettersi nella presenza di Dio

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.

3) Lettura: In che consiste “l’ambiente mondano”? (tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).

In secondo luogo lo spirito mondano si caratterizza dalla burla e persecuzione di ciò che il cristiano ama. In concreto burla e perseguita la vita di pietà; contro i vestiti decenti ed onesti. Gli spettacoli morali, che elevano lo spirito, vengono definiti ridicoli e noioso; è preso in giro chi ha delicatezza di coscienza negli affari. Riguardo le leggi sante del matrimonio, il mondano le considera antiquate ed impossibili a praticarsi.

Se dobbiamo subire degli scherni, ricordiamoci del Signore, e offriamolo per accompagnarlo nella sua Passione:Allora i soldati del governatore portarono Gesù nel pretorio e radunarono attorno a lui tutta la coorte. E, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto; intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra e, inginocchiandosi davanti a lui, lo schernivano, dicendo: "Salve, re dei Giudei!" E gli sputavano addosso, prendevano la canna e gli percotevano il capo. E, dopo averlo schernito, lo spogliarono del manto e lo rivestirono dei suoi abiti; poi lo condussero via per crocifiggerlo.(Mat 27:27-31)



 










Quarto giornoTrattato: [37-48]

1- Maria è regina dei cuori

Da tutto ciò che è stato detto precedentemente, San Luigi, trae delle conclusioni:

a) Maria non potrebbe, essere la madre di tutti gli uomini, se non avesse diritto e dominio sulle loro anime per una grazia singolare dell'Altissimo, il quale, avendole dato potere sul proprio Figlio, glielo ha dato anche sui propri figli adottivi, non solo nei beni del corpo, e ciò sarebbe poca cosa, ma pure nei beni dell’anima.

b) Maria è la regina dei cuori perché, come il regno di Gesù Cristo consiste principalmente nel cuore, così il regno della santissima Vergine sta principalmente all'interno dell'uomo, cioè nella sua anima. Infatti è soprattutto nelle anime che essa viene glorificata insieme col Figlio, tanto che possiamo chiamarla con i Santi: Regina dei cuori. 

2- Maria è necessaria agli uomini

Se Dio, volontariamente, ha voluto che la Vergine  gli fosse necessaria, quanto più essa è necessaria agli uomini per raggiungere il loro ultimo fine!!! Molti sapienti, rifacendosi a prove irrefutabili attinte dai Santi Padri, come S. Agostino, S. Bernardo, S. Tommaso e S. Bonaventura, hanno dimostrato che la devozione a Maria è necessaria per salvarsi. Tanto è vero che al dire di Ecolampadio:

“Come è segno infallibile di riprovazione, il non avere stima ed amore per la Vergine Maria, così, all'opposto, è segno infallibile di predestinazione esserle interamente devoto”.
San Luigi per provare questa verità con più enfasi, riporta una frase di San Giovanni Damasceno:

            “Esserti devoto, o Vergine santa, è un'arma di salvezza che Dio dà a coloro che vuol salvare”

Il Santo, continua, affermando che di secolo in secolo e particolarmente le persone che più si sforzano di crescere nell’unione con Dio, saranno le più assidue a pregare la santa Vergine e ad averla sempre presente come loro perfetto modello da imitare e loro valido aiuto per soccorrerli. Tutto ciò avverrà, soprattutto, alla fine del mondo, perché l'Altissimo e la sua santa Madre intendono plasmare dei santi così eccelsi, da superare in santità la maggior parte degli altri santi. Queste anime grandi, piene di grazia e di zelo, che avranno una particolare devozione alla Vergine santissima, saranno prescelte da Dio per combattere i suoi nemici frementi da ogni parte. 
Con una mano combatteranno, rovesceranno schiacceranno gli eretici e le loro eresie, gli scismatici e i loro scismi, gli idolatri e la loro idolatria, i peccatori e le loro empietà. Con l'altra edificheranno il tempio del vero Salomone e la mistica città di Dio, cioè Maria santissima, che i Padri chiamano Tempio di Salomone e città di Dio. Con le loro parole e i loro esempi porteranno tutti alla vera devozione verso la Vergine, e ciò attirerà loro molti nemici, ma anche molte vittorie e molta gloria per Dio. Tutto questo è quanto sembra aver predetto lo Spirito Santo, con queste parole del Salmo: “... sappiano che Dio domina in Giacobbe, fino ai confini della terra. Ritornano a sera e ringhiano come cani, per la città si aggirano vagando in cerca di cibo” .

Questa città, intorno alla quale si aggireranno gli uomini alla fine del mondo, per convertirsi e saziare la loro fame di giustizia, è Maria, chiamata dallo Spirito Santo città e rocca di Dio.   

  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.

3) Lettura: In che consiste “l’ambiente mondano”?(tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).
In terzo luogo, il mondano è colui che dà la priorità ai piaceri e divertimenti, sempre più raffinati e immorali: teatri, cinema, balli, centri di perversione, spiagge e piscine con promiscuità di sessi; giornali, riviste, romanzi, mode indecenti, conversazioni turpi, barzellette procaci, frasi a doppio senso, ecc. Non si pensa e non si vive se non per il piacere e il divertimento, a cui si sacrifica spesso il riposo e lo stesso stipendio indispensabile alle necessità più urgenti della vita.

Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio(…). Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio [sui figli ribelli]. E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse. Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene. Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. (Col 3:1-8.13)






 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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29/01/2016 22:50
 
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Quinto giorno Trattato: [49 – 54] 

Maria e gli ultimi tempi

“Per mezzo di Maria ebbe inizio la salvezza del mondo, ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento.”
Dio vuole rivelare e manifestare, a tutti gli uomini, il suo capolavoro, Maria santissima:

a) Perché essa quaggiù volle rimanere nascosta e si pose al di sotto della polvere con umiltà profonda.
b) Perché essa è il capolavoro delle sue mani, sia quaggiù nell'ordine della grazia che in cielo nell'ordine della gloria.
c) Perché è l'aurora che precede e annuncia il sole di giustizia Gesù Cristo, e quindi dev'essere conosciuta e svelata, se si vuole che lo sia Gesù Cristo.
d) Perché, essendo la strada per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, è pure la strada che egli seguirà nella sua seconda venuta, anche se in modo diverso.
e) Perché è il mezzo sicuro e la strada diritta e immacolata per trovare e raggiungere Gesù Cristo.
f) Maria deve risplendere più che mai in questi ultimi tempi in misericordia, in forza e in grazia. In misericordia per ricondurre i poveri peccatori che ritorneranno alla Chiesa cattolica. In forza, contro i nemici di Dio, che si ribelleranno per sedurre e far cadere, tutti quelli che saranno loro contrari. E infine deve risplendere in grazia, per animare e sostenere i fedeli servi di Gesù Cristo.

Maria e l’ultima lotta

Alle persecuzioni del diavolo, deve riferirsi la prima e celebre profezia e maledizione pronunciata da Dio nel paradiso terrestre contro il serpente. “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.  Dio ha preparato un’ inconciliabile inimicizia, che crescerà sino alla fine: l'inimicizia tra Maria, e il diavolo, tra i figli e servi della Vergine santa e i figli e seguaci di Lucifero.

 “Pertanto la nemica più terribile del diavolo che Dio abbia mai creata, è Maria, sua santa Madre.”

Il demonio la teme, in certo qual senso, più di Dio stesso. Non perché l'ira, l'odio e il potere di Dio non siano infinitamente maggiori di quelli della Vergine Maria, ma sia perché Satana, che è superbo, soffre infinitamente quando è vinto e punito da una piccola ed umile serva di Dio, e l'umiltà della Vergine lo umilia, e sia perché Dio ha dato a Maria un potere così grande contro i demoni, che questi temono uno solo dei suoi sospiri per qualche anima, più delle preghiere di tutti i Santi, e una sola delle sue minacce contro di essi, più di tutti gli altri loro tormenti.

“Eva, obbedendo al serpente, ha rovinato con se tutti i suoi figli. Maria, rimanendo perfettamente fedele a Dio, ha salvato con sé tutti i suoi figli e servi, che consacrò alla sua Maestà”
Dio non ha costituito soltanto una inimicizia, ma delle inimicizie; l'una tra Maria e il demonio, l'altra tra la stirpe della Vergine santa e la stirpe del demonio. Non si amano tra loro, non c'è intesa tra loro!


I figli di Belial

Gli schiavi di Satana, gli amici del mondo hanno sempre perseguitato e  perseguiteranno i fedeli della santissima Vergine. Ma il potere di Maria su tutti i demoni risplenderà in modo particolare negli ultimi tempi, quando Satana insidierà, i suoi umili figli. Questi saranno piccoli e poveri secondo il mondo. Ma saranno ricchi di grazia divina, che Maria comunicherà loro in abbondanza, così che potranno schiacciare  il capo del diavolo e faranno trionfare Gesù Cristo.


  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.

3) Lettura: In che consiste “l’ambiente mondano”(tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).
Scandali e cattivi esempi quasi continui, fino al punto che non è possibile uscire sulla strada, aprire un periodico, guardare una vetrina, udire una conversazione senza che appaia in tutta la sua crudezza l'istigazione al male. A ragione diceva S. Giovanni che il mondo e immerso nel male: tutto il mondo giace sotto il potere del Maligno (1Giov. 5,19)' Il divino Maestro ci ha messo in guardia contro le seduzioni del mondo: Guai al mondo a causa degli scandali! (Mat. 18,7), annunciandoci il terribile destino che attende gli scandalosi (Mat. 18, 6-9).

Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo;  il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. (Ef 6,11-12)


 



Sesto GiornoTrattato: [55-59]

Maria e gli ultimi apostoli

San Luigi elencando le conseguenze che sperimenteranno coloro che rimarranno fedeli a Maria Santissima e che cresceranno nel suo amore, dice che questi “vedranno chiaramente questa bella stella del mare, e guidati da lei giungeranno in porto, malgrado le tempeste e i pirati. Conosceranno le grandezze di questa sovrana, e si consacreranno interamente al suo servizio in qualità di sudditi e schiavi d'amore. Sperimenteranno le sue dolcezze e bontà materne e l'ameranno teneramente come figli di predilezione. Conosceranno le misericordie di cui essa è ricolma e il bisogno che essi hanno di esser aiutati da lei. Sapranno che Maria è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo, e si offriranno a lei anima e corpo, senza nessuna riserva, per appartenere nello stesso modo a Gesù Cristo”.

Il Santo, successivamente, si chiede come saranno questi schiavi e figli di Maria, e risponde : “Saranno fuoco ardente, che metteranno dappertutto il fuoco del divino amore. Saranno frecce acute nella mano potente di Maria per trafiggere i suoi nemici come frecce in mano a un eroe. In ogni luogo saranno il buon profumo di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, e i superbi mondani.Saranno come nubi tonanti e vaganti che spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna, tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il diavolo e i suoi seguaci. Saranno veri apostoli, perché il Signore darà loro  la parola e la forza per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici.

Lasceranno nei luoghi dove hanno predicato, soltanto l'oro della carità”. Il Santo continua:

            “Come veri discepoli di Gesù Cristo, insegneranno la via stretta di Dio nella pura verità, secondo il santo Vangelo, e non secondo i canoni del mondo, senza preoccupazioni e senza guardare in faccia a nessuno,  per potente che sia”.

  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.

3) Lettura: Come combattere l'ambiente mondano? (tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).

a) Primo proposito: Fuggire le occasioni pericolose. Soprattutto l’anima che aspira alla santità deve rinunciare volentieri agli spettacoli mondani, nella maggior parte dei quali il mondo inocula il suo veleno, semina i suoi errori ed eccita le passioni più basse. Basti pensare al veleno della Fede che riceviamo costantemente anche dalla tv. Qui più che altrove vale il detto dello Spirito Santo: Chi ama il pericolo perirà in esso (Eccli 3,27). Certamente che non è necessario rinunciare a tutti gli spettacoli, ma sì alla maggior parte di essi. “A nessuno – dice Royo Marin – sembri eccessiva la rinuncia alla maggior parte degli spettacoli e divertimenti. In realtà, nulla rinuncia chi lascia tutte le cose per Dio, giacché tutte le creature, al dire di S. Giovanni della Croce, sono come se non esistessero davanti a Lui. Soltanto alla nostra cecità appare troppo caro il prezzo della santità”.

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo. (Mat 13,44). Si noti che davanti alla grandezza del tesoro scoperto (che è il Regno dei Cieli), l’uomo lascia tutto quello che ha pieno di gioia.



 






Settimo giorno Trattato: [60 – 67] 

SECONDA PARTE – IL CULTO A MARIA NELLA CHIESA

Fondamenti Teologici del culto a Maria

San Luigi, dopo aver parlato della necessità sulla devozione alla Santissima Vergine, prima di cominciare a spiegare in cosa consista, premette alcune verità che mettano in luce questa grande e solida devozione.

Prima Verità: 
Gesù Cristo, nostro Salvatore, vero Dio e vero uomo, deve essere il fine ultimo di ogni nostra devozione. Altrimenti, sarebbe una devozione falsa e ingannatrice  poiché Gesù Cristo è “l'Alfa e l'Omega” (Ap 1,8), “il Principio e la Fine” (Ap 21,6) di ogni cosa. Inoltre “non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12). Lo stesso Gesù ci dice che quando il tralcio cade dalla vite e si secca serve solo ad essere gettato nel fuoco (Cf Gv 15,6). Se invece siamo in Gesù Cristo e Gesù Cristo in noi, non abbiamo più nulla da temere.


Se dunque stabiliamo una solida devozione alla santissima Vergine è solo per stabilire più perfettamente quella verso Gesù Cristo e per indicare un mezzo facile e sicuro per trovarlo. Se la devozione a Maria dovesse allontanare da Gesù Cristo bisognerebbe respingerla come una illusione diabolica. “Ma la devozione alla Vergine Maria è necessaria proprio per trovare perfettamente Gesù Cristo”

Il Santo, denunciando il triste fatto che la gran parte dei cristiani, e tra questi anche i più sapienti, non conoscono l’unione che c’è tra Gesù e sua Madre, esclama rivolgendosi al Signore:
“Essa ti è unita così intimamente, che sarebbe più facile separare tutti gli angeli e i santi da te, che Maria, poiché lei ti ama più ardentemente e ti glorifica più perfettamente di tutte le tue creature messe insieme.”
Molti, anche trai i cattolici, credono che portare la gente alla devozione verso Maria Santissima, sia un togliere qualcosa a Gesù.
Ma San Luigi riferendosi a questi dice che  “non hanno pii sentimenti e tenera devozione nemmeno verso - Gesù- dal momento che non ne hanno per Maria. Considerano infatti il rosario, lo scapolare, la corona come devozioni da donnicciole, proprie degli ignoranti e non necessarie per salvarsi. E se incontrano qualche devoto della Vergine che reciti la corona, o abbia qualche altra pratica di devozione verso di lei, gli cambiano presto la mente e il cuore consigliandogli altre preghiere, esortandolo al culto verso Gesù Cristo piuttosto che alla devozione a Maria”.  Alla fine termina con un forte ammonimento:

 “Non pretenda di ottenere misericordia da Dio chi offende la sua santa Madre”.


  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 


2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.


3) Lettura: Come combattere il mondo? (tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).

b) Secondo proposito: Ravvivare la fede: La fede è la vittoria che vince il mondo (I Gv 5,4). “Illuminati da essa, dobbiamo opporre alle false massime del mondo le parole di Cristo; alle sue lusinghe e seduzioni, le promesse eterne; ai suoi piaceri e divertimenti, la pace e la serenità di una buona coscienza; alle sue ironie e ai suoi disprezzi, il coraggio dei figli di Dio; ai suoi scandali e cattivi esempi, la condotta dei santi e la costante affermazione di una vita irreprensibile davanti a Dio ed agli uomini”.

Alla luce di questo due testi biblici da considerare:

1 Cor 2,14 l' uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.

1 Cor 1,18.21  La predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio. (…) Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.




 




[Modificato da Caterina63 29/01/2016 22:51]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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29/01/2016 23:17
 
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Ottavo giorno Trattato: [68 – 77]

Noi siamo di Cristo e di Maria

Seconda verità: Per mezzo del battesimo, siamo diventati schiavi di Gesù Cristo, dobbiamo quindi sforzarci per portare frutto per la gloria di Dio, facendolo regnare nella nostra anima, poiché Lui ci ha conquistati con il suo sangue. Infatti Gesù stesso con tante parabole afferma la nostra appartenenza a Lui e il nostro compito di portare frutto, come fa per esempio come quando ci paragona ad un gregge, di cui Lui è il pastore, che deve moltiplicarsi e dare latte. 
Al contrario, Gesù maledisse il fico infruttuoso e condannò il servo infingardo che non aveva valorizzato il proprio talento. Tutto questo prova che Gesù Cristo vuole cogliere qualche frutto da noi e, cioè, le nostre buone opere.  San Paolo, scrive: “Creati in Gesù Cristo per le buone opere” (Ef 2,10). Queste parole mostrano che Gesù Cristo è l'unico principio e fine di tutte le nostre buone azioni, e che noi dobbiamo servirlo, non solo come servi salariati, ma quali schiavi d'amore. 

San Luigi Maria, spiega il senso della parola “schiavo”, facendo le dovute distinzioni (ricordiamo che lui ha vissuto tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700): “ci sono due modi di appartenere ad un altro e di dipendere dalla sua autorità: la semplice servitù e la schiavitù. Mentre con la servitù uno si obbliga a servire un altro per un certo periodo di tempo e per un certo salario. Con la schiavitù, invece, uno dipende interamente da un altro per tutta la vita e deve servire il padrone senza pretendere ricompensa alcuna”. Inoltre afferma che vi sono tre specie di schiavitù: 

a) La schiavitù di natura, che è di tutte le creature che sono schiave di Dio nel primo modo: “Del Signore è la terra e quanto contiene”
b) La schiavitù forzata, che è propria dei demoni e dei dannati, 
c) La schiavitù volontaria, che è la più perfetta e che più gloriosa da a Dio. Con tale schiavitù, infatti, si sceglie Dio e il suo servizio al di sopra di ogni altra cosa, anche se per natura non si fosse obbligati”. 

Inoltre chiarisce la differenza tra servo e schiavo, dicendo: “Il servo non dà al padrone tutto ciò che è, tutto ciò che ha e tutto ciò che può avere da altri o da se stesso. Lo schiavo, invece, gli si dà interamente, con quanto possiede e quanto può acquistare, senza nulla escludere. Il servo esige un salario per i servizi che rende al padrone; invece lo schiavo non può pretenderne alcuno. Il servo può lasciare il padrone quando vuole, o almeno al termine del suo servizio; lo schiavo invece non ha diritto di abbandonarlo quando vuole. Infine, il servo è al servizio del padrone solo per un dato tempo; lo schiavo, invece, per sempre”.

Come non vi è nulla tra gli uomini che faccia appartenere uno ad un altro, quanto la schiavitù, così non c'è nulla fra i cristiani che faccia appartenere a Gesù Cristo e a Maria quanto la schiavitù volontaria. Più volte, nella Scrittura, i cristiani sono chiamati servi di Cristo. Anticamente, la parola servo stava ad indicare soltanto uno schiavo, perché non esistevano allora servi. Noi, dunque, non possiamo appartenere a Gesù come servi stipendiati, ma come schiavi, che mossi da un grande amore si consacrano al suo servizio in qualità di schiavi. 

Tutto ciò che finora abbiamo detto di Gesù, lo possiamo riferire, senza dubbio, anche a Maria santissima perché come dicono i santi:
            “Tutto ciò che conviene a Dio per natura, conviene a Maria per grazia”
Secondo i Santi, è lecito potersi definire schiavi d'amore della santissima Vergine per essere così più perfettamente schiavi di Gesù Cristo. Lei, infatti, non è come le altre creature, le quali, se ad esse ci affezioniamo, anziché avvicinarci a Dio, potrebbero allontanarcene. L'inclinazione più forte di Maria è di unirci a Gesù Cristo suo figlio, così come il desiderio più forte del Figlio è che si vada a lui per mezzo della sua santa Madre.  Il Santo con conclude con questa affermazione:“Se non ci si vuol chiamare schiavi di Maria Vergine, ci si faccia pure schiavi di Gesù Cristo! Tanto è costituirsi insieme schiavi della Vergine santa, perché Gesù è il frutto e la gloria di Maria”

  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire in tutto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna, senza farmi sedurre dallo spirito del mondo.

3) Lettura: Come combattere il mondo? (tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).

 c) Terzo proposito: Considerare la vanità del mondo: Il mondo passa velocemente: «Presto passa la figura di questo mondo» (I Cor. 7,31) e con esso svaniscono i suoi piaceri e le sue concupiscenze:  il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno (I Gv 1,17), Non c’è niente di stabile sotto il cielo; tutto si muove e si agita come il mare quando infuria la tempesta. Il mondo, inoltre, cambia continuamente i suoi giudizi, le sue affermazioni, i suoi gusti e capricci; a volte rinnega quello che prima aveva applaudito con frenesia, andando da un estremo all’altro senza scrupolo, rimanendo solo costante nella facilità della menzogna e nell’ostinazione per il male. Tutto passa e svanisce, solo Dio non muta, diceva S. Teresa. E con lui rimane per sempre la sua verità: Et veritas Domini manet in aeternum» (Sal. 11 6,1); la sua parola: «La Parola di Dio rimane per sempre» (IPt 1,1):); la sua giustizia: « Justitia eius manet in saeculum saeculi» (Sal.110,3)e colui che compie la sua divina volontà: chi fa la volontà di Dio rimane in eterno (IGv 1,17).

Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore (Mt 16,19-21).

Ecco come vive in concreto chi cerca il suo tesoro in Cielo: Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo:"Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.(Mat 5,1-12)

 


Nono giorno Trattato: [78 – 89] 

Dobbiamo rivestirci dell’uomo nuovo


Terza verità: A causa del peccato originale, di solito, le nostre migliori azioni sono macchiate e corrotte dalle inclinazioni cattive che questo ha comportato nella nostra natura umana. Così, quando Dio ci da delle grazie, queste ordinariamente si macchiano a causa della ferita che il peccato ha lasciato in noi. Gesù ci ha detto come possiamo vincere le nostre cattive inclinazioni, ovvero: “Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”


Per seguire Gesù è necessario, rinnegare noi stessi, ovvero svuotarci  di quanto in noi c’è di male. Per far ciò dobbiamo essere coscienti del fatto che il peccato originale e i  peccati attuali da noi commessi, mortali o veniali che siano, anche se perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, debolezza, incostanza e corruzione, l'orgoglio e l'accecamento nello spirito, l'indurimento nel cuore, le passioni in rivolta, le malattie nel corpo. Non dobbiamo dunque meravigliarci se Gesù, ci chiede di rinnegare noi stessi, rinunciando alle cattive inclinazioni della nostra intelligenza, della nostra volontà e del nostro corpo. Gesù inoltre dice:
            “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo”
San Luigi, afferma che se non moriamo a noi stessi e se le nostre devozioni non ci portano a questa morte necessaria e feconda, non produrremo frutti che valgano: le nostre devozioni resteranno sterili e tutte le nostre buone azioni saranno contaminate dall'amor proprio. Dio non accetterà neanche i più grandi sacrifici che possiamo compiere, se non li realizziamo per amore a Lui, eliminando ogni piccola compiacenza che possiamo trovarvi. Dobbiamo scegliere tra tutte le devozioni alla santissima Vergine quella che porta di più al rinnegamento di noi stessi, essendo essa la migliore e più santificante. San Luigi rivela che la devozione che lui propone è un segreto, sconosciuto a molti, e poco praticato, ma che in realtà è un segreto soprannaturale per fare in poco tempocon dolcezza e facilità operazioni soprannaturali che portino a riempirsi di Dio e a diventare perfetti.

La funzione materna di Maria facilita l’incontro personale con Cristo

Quarta verità: Poiché, dunque,  la nostra condizione umana tende la male, se per giungere a Dio, ci appoggiassimo solo sulle nostre forze, è certo che le nostre opere, non sarebbero tanto buone da permetterci unirci a Lui. E’ quindi cosa perfetta, perché più umile, non accostarsi da soli a Dio senza un mediatore. Dio stesso ci ha dato dei mediatori. Il primo è Gesù Cristo, che è il nostro avvocato, per mezzo di lui dobbiamo pregare con tutta la Chiesa e per mezzo di lui si accede presso la Maestà divina. Ma poiché, anche Gesù  è Dio in tutto uguale al Padre, abbiamo bisogno di un mediatore presso il Mediatore stesso. Il secondo mediatore è dunque, Maria. Se abbiamo timore di andare direttamente a Gesù Cristo a causa della nostra pochezza, o dei nostri peccati, imploriamo l'intercessione di Maria nostra Madre. Maria è così caritatevole, da non rimandare nessuno che invochi la sua intercessione, per quanto peccatore sia.

Affermano i santi:

“Non si è mai inteso dire da che mondo è mondo che alcuno sia ricorso con fiducia e perseveranza alla Vergine santa e sia stato respinto”.
E’ così potente che le basta presentarsi innanzi al Figlio per pregarlo e subito questi concede, subito accoglie, perché sempre si lascia vincere amorosamente dalle preghiere della sua carissima Madre, che lo portò in grembo e allattò.

Portiamo il tesoro della grazia in vasi di creta

Quinta verità: A causa della nostra debolezza e fragilità, ci è molto difficile mantenere le grazie e i tesori ricevuti da Dio. Perché portiamo questo tesoro, in vasi di creta, ovvero in un corpo corruttibile e in un'anima debole ed incostante. Inoltre i demoni, cercano di prenderci alla sprovvista per derubarci e svaligiarci. A tal fine, spiano giorno e notte il momento favorevole, per toglierci in un momento, con un peccato, quanto abbiamo guadagnato di grazie e di meriti in parecchi anni. Dobbiamo essere molto attenti, perché anche le anime più sante sono state sorprese e derubate. Questa disgrazia è avvenuta, non perché non abbiano ricevuto la grazia necessaria, che è data a tutti, ma perché si sono fidate e appoggiate su se stesse. Se invece, avessero affidato il loro tesoro alla Vergine potente e fedele, questa l'avrebbe custodito. Oltre ai demoni abbiamo anche un altro nemico: il mondo. Questo è talmente corrotto, che è davvero una specie di miracolo se qualcuno rimane saldo senza rimanerne danneggiato. Ma la Vergine Santissima, che non è stata mai sconfitta da nessuno, proteggerà potentemente quelli e quelle che l'amano.


  Pratiche di preparazione

1) Mettersi nella presenza di Dio. 

2) Chiedere la grazia di abbracciare con tutto il cuore il desiderio di gradire soltanto gli occhi del Signore, e di avere come fine unico delle mie scelte fondamentali la Vita Eterna.

3) Lettura: Come combattere il mondo?(tratto da Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana).

c) Quarto proposito: Calpestare il rispetto umano. Il prestare attenzione a quello che diranno gli altri sminuisce la nostra dignità di cristiani e reca offesa a Dio. Per non « disgustare» quattro esseri insignificanti, che vivono in peccato mortale, si calpesta la legge di Dio e si ha rossore di mostrarsi discepoli di Gesú Cristo. Il divino Maestro ci avverte chiaramente nel Vangelo che misconoscerà davanti al Padre colui che lo avrà rinnegato davanti agli uomini (Mat. 10,33). 
Occorre assumere un atteggiamento franco e deciso davanti a Gesú, perché chi non e con lui e contro di lui (Mat.12,30). S. Paolo afferma di se stesso che non sarebbe discepolo di Cristo se cercasse di piacere agli uomini (Gal. 1,10).
Il cristiano desideroso di conseguire la santità non deve tenere in considerazione quanto il mondo può dice o pensare. Ed e meglio adottare fin dal primo momento una  condotta chiara e risoluta affinché nessuno sia tenuto di dubitare dei nostri veri propositi e delle nostre reali intenzioni. « Il mondo vi odierà e vi perseguiterà » ci ha detto il Maestro divino (Giov. 15,18-20); però se troverà in noi delle persone decise e irremovibili finita con il lasciarci in pace. Solo con i codardi torna continuamente alla carica per attrarli nelle sue file. Il mezzo migliore per vincere il mondo e quello di non cedere un solo passo, di affermare con forza la propria volontà, di rinunciare per sempre alle sue massime e alle sue vanità.


Un testo di San Giovanni Maria Vianney (il santo Curato d’Ars):

 Vi dico figli miei con San Bernardo che da qualsiasi lato lo si guardi, il rispetto umano, che è la vergogna di compiere i doveri della religione per causa del mondo, tutto dimostra in lui disprezzo di Dio, delle sue grazie e cecità dell’anima. In primo luogo, figli miei, che la vergogna di praticare il bene, per paura al disprezzo e scherni di alcuni disgraziati empi o di alcuni ignoranti, è un mirabile disprezzo che facciamo in presenza di Dio, davanti al quale siamo sempre. Per quale motivo figli miei, questi cattivi cristiani ridono di voi e mettono al ridicolo la vostra devozione?
O figli miei! Io vi dirò la vera causa: è che, non avendo la virtù per fare quello che fate voi, vi guardano con antipatia, perché con la vostra condotta svegliati i rimorsi della loro coscienza; ma state bene sicuri che il loro cuori, lungi dal disprezzarvi, vi professano grande stima. Se hanno bisogno di un buon consiglio o di raggiungere da Dio qualche grazia, non crediate che accudiscano a quelli che si comportano come loro, ma a quelli stessi ai quali hanno preso in giro, al meno con la parola.
Ti vergogni, amico, di servire Dio, per timore di essere disprezzato? Guarda Colui che è morto sulla croce; chiedili se Lui si è vergognato vedendosi disprezzato, e di morire del modo più umiliante in quel infame patibolo. Oh, quanto siamo ingrati verso Dio, che sembra trovare la sua gloria nel pubblicare, di generazione in generazione, che ci ha scelti per essere suoi figli! O Dio mio! Quanto è cieco di degno di disprezzo l’uomo che teme un misero “cosa diranno di me?” e non teme offendere un Dio così buono!




 



Decimo Giorno Trattato: [90 – 95] 


CAPITOLO SECONDO Deformazioni del culto a Maria

Dopo aver chiarito le cinque verità sopraelencate, San Luigi punta alla scelta della vera devozione, ma prima denuncia il fatto che vi sono false devozioni che si scambiano facilmente per vere. 
Infatti, il demonio, cerca di portare con se le anime falsificando la devozione alla Santissima Vergine e a Gesù. 
Ora dunque il santo ci farà conoscere le false devozioni a Maria, per evitarle e quella vera per abbracciarla e poi ci renderà nota, fra le tante differenti forme di vera devozione alla Vergine santa, la più perfetta, la più gradita a lei, la più gloriosa per il Signore e la più santificante per noi, per preferirla.
Il santo continua, dicendo che per lui vi sono sette specie di falsi devoti e di false devozioni a Maria:


1) I devoti critici: questi, sono dotti orgogliosi, che hanno una certa devozione alla Vergine santa, ma criticano tutte le pratiche di pietà che le persone semplici compiono ingenuamente e santamente in onore della Madonna. Mettono in dubbio tutti i miracoli e i racconti riferiti da autori degni di fede, attestanti le misericordie e la potenza della Vergine santissima. Quando vengono loro mostrati gli onoro che i Santi Padri tributavano a Maria, o rispondono dicendo che quelli parlano da oratori, o ne alterano l'interpretazione. Questa specie di falsi devoti è molto pericolosa. Essi fanno un torto immenso alla devozione verso la santissima Vergine.


2) I devoti scrupolosi: questi, sono coloro che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre. Vedono a malincuore che davanti ad un altare della Vergine santa stiano inginocchiate più persone che davanti al SS. Sacramento, come se le due cose fossero incompatibili e come se coloro che pregano la Vergine santa non pregassero Gesù Cristo per mezzo di lei! Ciò che costoro vanno dicendo è vero in un certo senso. Rispetto, però, all'applicazione che essi ne fanno, per ostacolare la devozione a Maria, è una sottile insidia del maligno nascosta sotto il pretesto di un bene maggiore, perché mai si onora di più Gesù Cristo, come quando si onora di più la Vergine santa. Infatti, si onora lei per onorare più perfettamente Gesù Cristo, e ci si rivolge a lei come alla via che conduce al traguardo verso cui tendiamo: Gesù Cristo. La Chiesa nella preghiera dell’Ave Maria, benedice prima la Vergine Santa e poi Gesù Cristo ““Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”. Non perché Maria sia più importante di Gesù o uguale a lui, ma perché è necessario benedire prima Maria per benedire in modo più perfetto Gesù Cristo.




  Pratiche di preparazione

Dopo averci guidato nei primi dieci giorni a liberarci dello spirito del mondo, San Luigi ci invita adesso a fare il proposito di acquistare una conoscenza di noi stessi, delle nostre cattiverie, debolezze, piccolezze e miserie, con lo scopo di condurci a una autentica contrizione dei propri peccati e di riconoscere la necessità di essere aiutati. Per questo proponiamo alcuni testi di sant’Alfonso utili per raggiungere la virtù dell’umiltà ed essere pronti a toccare e riconoscere la nostra propria miseria.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute, di Sant’Alfonso Maria di Liguori

Abbiamo un’anima immortale da salvare

Il negozio della nostra eterna salute è il negozio più importante di tutti: ci procura la beatitudine o la rovina eterna. Egli va a terminare all'eternità, cioè a salvarci o a perderci per sempre: ad acquistarci un'eternità di contenti o un'eternità di tormenti: a vivere una vita o sempre felice o sempre infelice. O mio Dio, che ne sarà di me! mi salverò o mi dannerò? Può essere che mi salvi, e può essere che mi perda. E se può essere che mi perda, perché non mi risolvo ad abbracciare una vita, che mi assicuri la vita eterna?
"E poi? e poi?" Oh se tutti pensassero alla morte, in cui tutto si ha da lasciare: al giudizio, in cui di tutto si ha da render conto: all'eternità felice o infelice, che a ciascuno ha da toccare! Se tutti, dico provvedessero a quest'ultimi affari della lor vita, niuno certamente si dannerebbe. Si pensa solo al presente, e così si sgarra la salute eterna.

Vedo, mio Dio, che mi sono scordato che la mia anima è immortale, trascurando l’affare più importante della mia vita, scambiandolo per piccolezze e futilità.  Mi pento, o sommo bene, di avervi voltate le spalle, ed oggi risolvo di darmi tutto a voi. E che aspetto? aspetto forse che voi m'abbandonate, e che la morte mi trovi così misero ed ingrato, come sinora vi sono stato? No, mio Dio, io non vi voglio dare più disgusto, e vi voglio amare. V'amo, bontà

Aiutatemi ancora voi, Maria, speranza mia.




 










Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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29/01/2016 23:27
 
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Undicesimo giorno Trattato: [96 – 104]

3) I devoti esteriori: questi, fanno consistere tutta la devozione a Maria in pratiche esterne. Non hanno nessuna interiorità. Recitano molti rosari, ma in fretta. Ascoltano parecchie messe, ma senza attenzione. Non amano la sostanza della devozione, ma si attaccano a ciò che vi è di sensibile, in modo che se non trovano soddisfazioni nei loro pii esercizi, si scoraggiano e l’abbandonano.

4) I devoti presuntuosi: sono peccatori in balia delle loro passioni e amanti del mondo. Sotto il bel nome di cristiani e di devoti della Vergine santa nascondono vari peccati come: l'orgoglio o l'avarizia o l'impurità o la bestemmia o la maldicenza o l'ingiustizia, ecc. Sperano che Dio li perdonerà, che non morranno senza confessarsi e non andranno dannati, perché recitano la corona. Ma quando gli si dice che una tale devozione, può rovinarli, non lo vogliono credere. Rispondono che Dio è buono e misericordioso, e che non ci ha creati per dannarci; che non c'è uomo che non pecchi; che non morranno senza confessarsi. Per confermare quanto dicono, ripetono alcuni fatti intesi o letti nei libri, veri o falsi che siano non importa, i quali  attesterebbero che persone morte in peccato mortale e senza confessione, ma che in vita avevano detto qualche preghiera o adempiuto qualche pratica in onore di Maria, ottennero da Dio la contrizione, il perdono e la salvezza, e la stessa cosa sperano per essi. 

Questa falsa devozione è veramente diabolica. In realtà, chi potrebbe dire con animo sincero di voler bene e onorare la Vergine santa, se con il peccato colpisce, trafigge, mette in croce e oltraggia senza pietà Gesù Cristo, suo Figlio?
“Affermo che un simile abuso della devozione al la Vergine santa, ed inoltre che per essere veri devoti della Vergine santa non è assolutamente necessario essere così santi da evitare ogni peccato, per quanto ciò sia desiderabile; ma occorre almeno essere sinceramente risoluti ad evitare almeno ogni peccato mortale, sforzarsi di non commettere peccati e di recitare il santo rosario o altre preghiere.”   
Il santo aggiunge che se si trovasse davanti un peccatore indurito, gli consiglierebbe queste buone opere, a condizione che le compia non già per rimanersene tranquillo nello stato di peccato ma per ottenere da Dio, mediante l'intercessione della Vergine santa, la grazia della contrizione e del perdono dei peccati, e la vittoria sulle proprie cattive abitudini.

5) I devoti incostanti: questi, sono coloro che sono devoti della Vergine santa soltanto ad intervalli. Ora sono fervorosi ed ora tiepidi, oggi abbracciano ogni sorta di devozione alla Vergine santa e domani non ne osservano fedelmente le norme. Anziché caricarsi di tante preghiere, è meglio compierne poche con amore e fedeltà, mal grado il mondo, il demonio e la carne.

6) I devoti ipocriti: questi, nascondono i loro peccati e le loro cattive abitudini sotto il manto di questa Vergine fedele, per apparire agli occhi degli altri diversi da quello che sono.

7) I devoti interessati: infine, questi, sono quelli che ricorrono alla Vergine santa solo per evitare pericoli, guarire dalle malattie o per altre necessità del genere. Senza queste necessità, la dimenticherebbero.  

  Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori

Cosa è il peccato?

Il peccato è un’offesa a Dio, e in quanto tale è un danno che ha una gravità infinita, poiché offende Dio che è infinitamente buono. Il peccato mortale infrange l’amicizia che ci unisce con il nostro Creatore. Insegna Sant’Alfonso:
“Il peccatore quando sta deliberando di dare o negare il consenso al peccato, allora per così dire prende in mano la bilancia e si mette a vedere, se vale più la grazia di Dio, o quello sfogo d'ira, quell'interesse, quel diletto. Quando poi dà il consenso alla tentazione, allora che fa? allora dice che vale più quel misero piacere, che non vale la grazia di Dio. Ecco dunque come egli disonora Dio, dichiarando col suo consenso che vale più quel misero piacere, che non vale l'amicizia divina.
Così dunque, mio Dio, tante volte io vi ho disonorato, posponendovi ai miei miserabili gusti.
Se il peccatore cambiasse Dio per un tesoro di gemme, per un regno, pure farebbe un gran male, perché Dio vale infinitamente più che tutti i tesori e regni della terra. Ma perché tanti lo cambiano? per un fumo, per un poco di terra, per un piacere avvelenato, che appena avuto sparisce.
Ah mio Dio, e come tante volte io ho potuto aver l'animo per beni così vili di disprezzare voi, che m'avete tanto amato? Io non voglio vedermi più in disgrazia vostra. Fatemi prima morire, ch'io di nuovo abbia ad offendervi.Maria Madre di Dio, esauditemi ancora voi; intercedete per me affinché io sempre sia di Dio, e Dio sia sempre mio”.

 




Dodicesimo giorno Trattato:[105-114]

CAPITOLO TERZO  - La vera devozione a Maria

Dopo che il santo ci ha mostrato le false devozioni alla Vergine santa, ci da cinque caratteristiche per definire come sia la vera devozione:

a) Devozione interiore: La vera devozione a Maria è interiore; parte, cioè, dalla mente e dal cuore; deriva dalla stima che si ha di lei e dall'amore che si nutre per lei.

b) Devozione tenera: La vera devozione a Maria è tenera, vale a dire piena di fiducia nella Vergine santa, di quella stessa fiducia che un bambino ha nella propria mamma. Essa spinge l’anima a rivolgersi a lei per aiuto come ad una mamma, in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni cosa: nei dubbi per essere illuminato, nei traviamenti per ritrovare il cammino, nelle tentazioni per essere sostenuto, nelle debolezze per essere fortificato, nelle cadute per essere rialzato, negli scrupoli per esserne liberato, nelle croci, fatiche e contrarietà della vita per essere consolato.

c) Devozione santa: La vera devozione a Maria è santa, cioè conduce l'anima ad evitare il peccato e ad imitare le virtù della Vergine.

d) Devozione costante: La vera devozione alla Vergine è costante: conferma l'anima nel bene e la induce a non abbandonare facilmente le pratiche di pietà. La rende coraggiosa nell'opporsi alle massime del mondo, alle molestie e agli stimoli della carne, e alle tentazioni del demonio. Se cade, si rialza tendendo la mano a colei che le è madre buona, se si trova senza gusto né fervore sensibile, non se ne affligge. Infatti il giusto e il devoto fedele di Maria vivono della fede di Gesù e di Maria, e non dei sentimenti della natura.

e) Devozione disinteressata:
 Un vero devoto di Maria non serve questa augusta Regina per il proprio bene temporale o eterno, corporale o spirituale, ma unicamente perché ella merita di essere servita, e Dio solo in lei. L’ama e la serve fedelmente, sia nelle freddezze e nelle aridità che nelle dolcezze e nei fervori sensibili.

San Luigi, confida tanto in questa devozione, che conclude questo capitolo dicendo:
“Se sapessi che il mio sangue colpevole potesse servire a far penetrare nei cuori le verità che scrivo in onore della mia amata Madre e augusta Sovrana, me ne servirei, invece dell'inchiostro, per tracciare questi caratteri.”


  Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori

Il peccato è un disprezzo che si fa a Dio

“Ecco come lo stesso Dio lo dichiara, e ne fa espressi lamenti: «Ho nutrito dei figli e li ho allevati, ma essi si sono ribellati a me” (Is I, 2). Io ho sollevato i miei figli, gli ho conservati e nutriti; ma essi con barbara ingratitudine mi hanno disprezzato. Ma chi è questo Dio, che da quest'uomini è disprezzato? è il Creatore del cielo e della terra: è un bene infinito, un Signore così grande, che a suo confronto tutti gli uomini e tutti gli angeli sono come una stilla di acqua ed un granello di arena, "come la polvere minuta delle bilance“(Is 40, 15). In somma tutte le creature innanzi alla sua infinita grandezza sono così poco, come non fossero.
Ma oh Dio, che ho fatto! Voi, mio Redentore avete tanto stimata l'anima mia che ci avete speso il sangue per non vederla perduta, ed io ho voluto perderla per niente, per un capriccio, per uno sfogo di rabbia, per un misero diletto, con disprezzare la vostra grazia e il vostro amore!
Ah mio Dio, e chi son io che vi ho disprezzato? un povero verme che niente posso ed altro non ho, se non quello che voi mi avete dato per vostra bontà. Voi mi avete dato l'anima, il corpo, l'uso della ragione e tanti beni in questa terra; ed io di tutto mi son servito per offender voi, mio benefattore. Che più? nello stesso tempo che da voi m'era conservata la vita, affinché io non cadessi nell'inferno che meritava, io seguitava a maltrattarvi. Ah mio Salvatore, e come avete avuto tanta pazienza con me! Misero me, quante notti ho dormito in disgrazia vostra.

O Maria, rifugio de' peccatori, soccorrete un peccatore, che a voi si raccomanda.


 



Tredicesimo giorno Trattato: [115-119]

CAPITOLO QUARTO  - 
Principali forme di devozione a Maria

In questo capitolo San Luigi, fa una divisione delle varie forme di devozione a Maria. Le divide in due gruppi principali:

1) Pratiche interiori
Onorarla come degna Madre di Dio, cioè stimarla e onorarla più di tutti gli altri santi, in quanto essa è il capolavoro della grazia. Meditare le sue virtù, i suoi privilegi e le sue azioni.Contemplare le sue grandezze. Porgerle espressioni di amore, di lode e di riconoscenza. Invocarla col cuore.

Offrirsi e vivere in comunione con lei. Compiere le proprie azioni con lo scopo di piacerle. Intraprendere, continuare e finire tutte le proprie azioni per mezzo di lei, in lei, con lei e per lei, a fine di compierle per mezzo di Gesù Cristo, in Gesù Cristo, con Gesù Cristo e per Gesù Cristo, nostro ultimo fine.



2) Pratiche esteriori
Ci sono tantissime pratiche esteriori; San Luigi ne fa un elenco di alcune: 

Iscriversi nelle sue confraternite e congregazioni. Entrare negli Istituti religiosi fondati in suo onore. Proclamare le sue lodi. Fare in suo onore elemosine, digiuni e mortificazioni spirituali o corporali. Portare sulla persona qualche suo distintivo, come il santo rosario, lo scapolare o la catenina. Recitare con attenzione, devozione e modestia: o il santo Rosario, o l'Ufficio della beata Vergine, così universalmente approvato e recitato nella Chiesa, o il Piccolo Salterio di Maria, che san Bonaventura compose in suo onore e che ispira affetti così dolci e devoti, oppure altre preghiere, inni e cantici della Chiesa, come la Salve Regina ecc. Cantare e far cantare cantici spirituali in suo onore. Farle un certo numero di genuflessioni o riverenze, dicendole, per esempio:
Ave, Maria, Vergine fedele, oppure, Ave, Maria, Madre di Misericordia. Avere a cuore le sue confraternite, ornare i suoi altari, incoronare ed ornare le sue immagini. Portare e far portare le sue immagini in processione ed averne una su di se, quale arma potente contro il maligno. Far dipingere le sue immagini o il suo nome e collocarli nelle chiese o nelle case o sopra le porte e gli ingressi delle città, delle chiese e delle case. Consacrarsi a lei in maniera speciale e solenne.

Vi sono tante altre devozioni che si possono rivolgere alla Santa Vergine. La cosa più importante è che servano a santificare le anime, purché siano compiute in debito modo, e cioè: 1) con buona e retta intenzione di piacere a Dio solo, di unirsi a Gesù Cristo, che è il loro fine ultimo, e di edificare il prossimo; 2) con attenzione, senza distrazioni volontarie;3) con pietà, senza fretta e senza svogliatezza; 4) con modestia e compostezza di corpo rispettosa ed edificante.

La forma più perfetta

San Luigi descrive le caratteristiche della vera devozione:

“Tutto considerato, dichiaro ad alta voce che, non ho conosciuto né imparato forma di devozione verso Maria, simile a quella che sto per esporre. Nessuna, infatti, come questa esige da un'anima più sacrifici per Dio, la svuota maggiormente di se stessa e del suo amor proprio, la custodisce più fedelmente nella grazia e la grazia in lei, l'unisce più perfettamente e più facilmente a Gesù Cristo e, infine, è più gloriosa per Dio, santificante per l'anima e utile al prossimo”.

  Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori

Il peccatore nega a Dio l’ubbidienza

Quando Mosè annunciò al Faraone l'ordine di Dio che lasciasse in libertà il suo popolo, rispose il temerario: «Chi è il Signore che io debba ubbidire alla sua voce? Io non conosco il Signore" Lo stesso dice il peccatore, quando la coscienza gli ricorda intimamente il precetto divino e gli proibisce di fare quel peccato, ed egli risponde: Ora in questo fatto io non conosco Dio: so ch'egli è il mio Signore, ma non voglio ubbidirlo.
La voce di Dio si fa sentire al peccatore quando è tentato, dicendogli: “Figlio, questo non ti conviene, non ti prender questo infame piacere, lascia questa roba, che non è tua”. Ma egli peccando risponde: “Signore, non vi voglio servire. Voi non volete che io faccia questo peccato, ed io voglio farlo”.
Così vi ho detto più volte, o mio Dio, quando ho peccato. Se voi non foste morto per me, o mio Redentore, non avrei animo neppure di cercarvi perdono; ma voi stesso dalla croce questo perdono mi offrite, se io lo voglio. Sì che lo voglio; mi pento di avervi disprezzato, o sommo bene. Prima morire che mai più offendervi.
Maria, rifugio mio, a voi chiedo la grazia di essere fedele a Dio sino alla morte.


 





Quattordicesimo giorno Trattato: [120 – 125]

LA PERFETTA CONSACRAZIONE A GESÙ CRISTO

CAPITOLO PRIMO - 
Contenuti essenziali della consacrazione

Poiché la nostra perfezione consiste nell'essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo. La devozione più perfetta sarà quella che ci conformerà, unirà e consacrerà più perfettamente a Lui. Ora, essendo Maria la creatura più conforme a Gesù Cristo, ne segue che tra tutte le devozioni, quella che consacrerà e conformerà di più un'anima a Nostro Signore è la devozione alla sua santa Madre. Inoltre quanto più un'anima sarà consacrata a lei, tanto più sarà consacrata a Gesù Cristo.
San Luigi afferma: “La perfetta consacrazione a Gesù Cristo, che altro non è che una consacrazione perfetta e totale di se stessi alla Vergine santissima. O, in altre parole, essa è una perfetta rinnovazione dei voti e delle promesse del santo battesimo”.

   1. Consacrazione perfetta e totale

Questa devozione consiste nel darsi interamente alla santissima Vergine con lo scopo di essere, interamente di Gesù Cristo. Per far ciò, bisogna darle. Il nostro corpola nostra animai nostri beni esterni (presenti e futuri) e i nostri beni interni e spirituali (i nostri meriti, le nostre virtù e le nostre buone opere). Questo deve essere fatto senza alcuna riserva, nemmeno di un soldo, di un capello e della minima buona azione. E ciò per tutta l'eternità e senza pretendere né sperare altra ricompensa per la nostra offerta e il nostro servizio che l'onore di appartenere a Gesù Cristo per mezzo di Maria e in Maria. Il Montfort, si sofferma a chiarire due aspetti delle buone opere. Infatti in esse c’è un valore soddisfattorio (la stessa buona azione soddisfa la pena che avremmo dovuto meritare per i nostri peccati) e un valore meritorio (la stessa buona azione ci fa meritare la grazia e la gloria eterna). 

Ora, nella nostra consacrazione alla Vergine santa, noi diamo tutto il valore soddisfattorio e meritorio delle nostre azioni. A lei diamo i nostri meriti, grazie e virtù non perché li comunichi ad altri, visto che grazie e virtù sono incomunicabili e solo Gesù Cristo, ha potuto comunicarci i suoi meriti, ma perché ce li conservi, li aumenti e li abbellisca. Le diamo, invece, il valore soddisfattorio perché lo comunichi a chi meglio le sembrerà e per la maggior gloria di Dio.

Il Santo, alla fine, riporta le seguenti conseguenze:

a) Con tale forma di devozione si offre a Gesù Cristo, per le mani di Maria, tutto quanto gli si può dare.
b) Chi si è consacrato e sacrificato volontariamente a Gesù Cristo per le mani di Maria, non può disporre del valore di alcuna delle sue buone opere. Tutto ciò che soffre, tutto ciò che pensa, dice e fa di bene appartiene a Maria ed essa può disporne secondo il volere del Figlio e alla maggior gloria di lui.
c) Con questa forma di devozione ci si consacra nello stesso tempo alla Vergine santa e a Gesù Cristo: a Maria, come mezzo perfetto che Gesù Cristo ha scelto per unirsi a noi e unirci a Lui; a nostro Signore, come nostro fine ultimo, cui dobbiamo tutto ciò che siamo, perché è nostro Redentore e nostro Dio.



  Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori

L’uomo peccando affligge il cuore di Dio
Iddio non è capace di dolore, ma se ne fosse capace, ogni peccato degli uomini basterebbe ad affliggerlo ed a fargli perdere la pace.

S. Bernardo spiega che il peccato mortale è di tanta malizia, che in quanto a sé, "perimit Deum", uccide Dio. Se Dio potesse morire, il peccato mortale lo priverebbe di vita. Il motivo è questo: Ciò che è causa di tristezza infinita potrebbe distruggere Dio, amore infinito.
Consideriamo quanto ci rattristerebbe il vederci offesi da qualcuno che fosse stato molto amato e beneficato da noi. Ora, vedendo Dio un uomo, al quale ha fatti tanti benefici e gli ha portato tanto amore, fino al punto di dare il sangue e la vita per lui, e poi vedere come costui gli volta le spalle e disprezza la sua grazia per niente, per uno sfogo di rabbia, per un breve piacere; se fosse capace di pena e di mestizia, se ne morirebbe per l'amarezza che ne sente.

Caro mio Gesù, io sono la pecorella perduta, voi siete il mio buon pastore, che per le vostre pecorelle avete data la vita, abbiate pietà di me, perdonatemi tutte le amarezze che vi ho date. Mi dolgo, Gesù mio, di avervi offeso, e vi amo con tutta l'anima mia.
Maria, speranza mia, abbiate di me pietà.



 





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Quindicesimo giorno Trattato: [126 -133]

2. Rinnovazione perfetta delle promesse battesimali

Come abbiamo visto precedentemente, San Luigi, afferma che questa forma di devozione può benissimo definirsi una perfetta rinnovazione delle promesse del santo battesimo. Nel battesimo infatti, ogni cristiano, con la propria bocca o per mezzo del padrino e della madrina, ha rinunciato solennemente a Satana, alle sue seduzioni ed alle sue opere ed ha scelto per sovrano signore Gesù Cristo, al fine di dipendere da lui in qualità di schiavo d'amore. Tutto questo avviene nella presente devozione: si rinuncia al demonio, al mondo, al peccato ed a se stessi e ci si dà interamente a Gesù Cristo per le mani di Maria. Anzi si fa anche qualcosa di più, perché mentre nel battesimo si parla, normalmente, per bocca del padrino e della madrina, e ci si dona a Gesù Cristo per mezzo di un rappresentante. Con questa devozione si agisce invece di persona e  volontariamente. Inoltre, mentre nel battesimo non ci si dona a Gesù Cristo per le mani di Maria, né si dà a lui il valore delle nostre buone azioni. 

Con questa devozione, invece, ci si dona esplicitamente a Nostro Signore per le mani di Maria e a lui si consacrano il valore di tutte le proprie azioni. San Tommaso scrive che nel battesimo si fa voto di rinunciare al diavolo e alle sue vanità”. Ma in realtà, purtroppo, pochi rimangono fedeli a quelle promesse, perché si dimenticano degli impegni contratti nel santo battesimo. Molti concili si sono pronunciati su questo problema, in particolare il Concilio di Trento, che stimarono come causa principale di tanta corruzione nei costumi, e la dimenticanza e l’ignoranza nella quale i cristiani vivono riguardo alle promesse battesimali. Essi non trovarono mezzo migliore per risolvere tale male, che quello di indurre i cristiani a rinnovare i voti e le promesse del santo battesimo e a ricordare che tramite questo sacramento, vennero consacrati a Gesù Cristo, quali schiavi al loro Redentore e Signore.  

Dato che sia i Concili che i Padri, hanno sottolineato l’importanza di rinnovare le promesse battesimali, sarebbe ragionevole che ciò si compia adesso in maniera perfetta, con una totale consacrazione a Nostro Signore per mezzo della sua santa Madre. Diciamo in maniera perfetta perché per consacrarci a Gesù si ricorre al più perfetto di tutti i mezzi: la Vergine santissima.

3. Risposte ad alcune obiezioni

Il Montfort, termina, rispondendo ad alcune obiezioni che si potrebbero opporre a questa devozione:
a) Se qualcuno dice che questa forma di devozione sia nuova, risponde dicendo che non lo è in quanto i Concili, i Padri e parecchi autori antichi e moderni parlano di tale consacrazione a Nostro Signore o della rinnovazione dei voti del santo battesimo. Inoltre se qualcuno dicesse che non è un’importante devozione, risponde che, invece lo è poiché la principale origine dei disordini dei cristiani, proviene dalla dimenticanza e dall'indifferenza verso una tale pratica.
b) A chi invece sostiene che tale devozione ci metta nell'impossibilità di soccorrere le anime dei nostri parenti, amici e benefattori, perché ci fa dare a Nostro Signore, per le mani di Maria, il valore di tutte le nostre buone opere e preghiere. Il santo risponde dando due spiegazioni: la prima è che risulti impossibile che i nostri esseri cari, ricevano danno dal fatto che ci siamo dedicati e consacrati senza riserva al servizio di Nostro Signore e della sua santa Madre. Inoltre loro certamente sapranno assisterli meglio di quanto possiamo immaginare. In secondo luogo perché, questa devozione non impedisce che si preghi per altri, vivi o defunti, anche se l'applicazione delle nostre buone opere dipende dal volere della Vergine santa. Ma anzi saremo spinti a pregare più fiduciosamente come una persona ricca che avesse ceduto tutti i suoi beni ad un gran principe in segno di particolare omaggio, pregherebbe con maggior fiducia quel principe di fare l'elemosina ad un suo amico che gliela avesse chiesta. Inoltre si deve dire che:
“Nostro Signore e la Vergine santa: non si lasceranno mai sorpassare in riconoscenza”.

3) Invece a chi teme che, donando tutti i suoi meriti alla Vergine affinché li usi come vuole, poi gli toccherà soffrire in purgatorio. San Luigi, risponde che questa obiezione, che proviene dall'amor proprio e dall'ignoranza riguardo la generosità di Dio e di Maria, è del tutto insufficiente, perché non è possibile che un’anima generosa con Dio, che si dona a Lui senza riserva alcuna, possa essere punita. Anzi, con un’anima del genere Gesù e Maria saranno generosissimi in questo mondo e nell'altro.

  Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori

Dio ci guarda sempre, perfino quando pecchiamo
Quando una persona vuole fare qualcosa di cattiva, cerca di nascondersi affinché non si scopra il suo male, e quando viene smascherato il suo peccato, ne prova grande vergogna.Il peccato è come schiaffeggiare Dio, come sputarli in faccia. Qual suddito avrebbe mai l’arroganza di rompere la legge innanzi al suo medesimo principe? 
Ma il peccatore già sa che Dio lo vede, e con tutto ciò non si arresta di peccare innanzi al suo Dio, facendolo testimonio del suo peccato.Ecco perché la vita del nostro Redentore fu così amara e penosa, perché egli, l'amante Redentore nostro, ebbe sempre avanti gli occhi i nostri peccati. Ecco perché specialmente ancora nell'orto di Getsemani egli sudò sangue, e patì agonia di morte, dichiarando ch'era tanta la sua tristezza che bastava a toglierli la vita. "Tristis est anima mea usque ad mortem", “Triste è la mia anima fino alla morte”. Che cosa lo fece così agonizzare e sudar sangue se non la vista delle nostre colpe?

Ah mio caro Salvatore, ecco il temerario che in faccia vostra ha disprezzato i vostri santi precetti. Io dunque sono quel peccatore perduto, che merito l'inferno; ma voi siete il mio Salvatore, che siete venuto a togliere i peccati ed a salvare i perduti.
Maria, speranza mia, abbiate di me pietà.
 

Sedicesimo giorno Trattato: [134 – 138]
CAPITOLO SECONDO - "MOTIVI PER APPREZZARE LA CONSACRAZIONE" 

Bisogna vedere, adesso i motivi che ci mostrano l'eccellenza della consacrazione di noi stessi a Gesù Cristo per le mani di Maria.


Primo motivo: questa consacrazione ci consacra interamente al servizio di Dio

San Luigi Maria afferma che “non si può concepire sulla terra compito più elevato del servizio di Dio.” E per servizio di Dio s’intende il fatto di lavorare per la maggior gloria sua e per il bene delle anime, in qualunque stato di vita Dio ci possa chiamare. Questo è il fine ultimo e tanto dignitoso dell’uomo, come insegna Sant’Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali: “ l'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza”. Dunque questa devozione ci aiuta a raggiungere il fine ultimo della nostra vita.
“Tale è un fedele schiavo d'amore di Gesù in Maria, dedicatosi completamente al servizio del Re dei re, per le mani della sua santa Madre, senza nulla ritenere per sé. Tutto l'oro del mondo e le bellezze dei cieli non bastano a pagarlo”.

Continua San Luigi spiegando che esistono nella chiesa molte istituzioni e movimenti molto lodevoli che esigono di noi certi obblighi e compromessi concreti, lasciandoci liberi del resto delle nostre azioni quotidiane. Questa devozione, invece, esige di noi una consegna “senza riserva a Gesù e a Maria di tutti i propri pensieri, parole, azioni e sofferenze e tutti i momenti della propria vita. Ne consegue che, si vegli o si dorma, si beva o si mangi, si compiano le azioni più importanti o le più ordinarie, si può sempre dire con verità che quanto si fa, sebbene non ci si pensi, tutto appartiene a Gesù e a Maria, in virtù di tale offerta”. Quale consolazione!

Per mezzo di questa consacrazione noi affidiamo a Maria non solo tutti i nostri beni esteri (salute, beni materiali, parenti, amici, progetti…) ma perfino i beni spirituali (le potenze dell’anima, il progresso nella virtù, le consolazioni spirituali…) includendo il valore meritorio di tute le nostre azioni. Questa consacrazione ci aiuta a distaccarci perfino del merito delle nostre buone azioni, mettendoli tutti quanti nelle mani della Vergine Santissima: 

“Come ho già detto, non vi è pratica più indicata di questa per disfarsi in modo facile di quel certo spirito di proprietà che s'insinua impercettibilmente anche nelle migliori azioni. E il nostro buon Gesù concede questa grande grazia in ricompensa dell'atto eroico e disinteressato che si è fatto cedendogli l'intero valore delle buone opere, per le mani di Maria. Se egli dà il centuplo, anche in questo mondo, a coloro che per suo amore lasciano i beni esterni, temporali e caduchi, quale centuplo non darà a colui che gli fa sacrificio perfino dei suoi beni interni e spirituali?”


Dio, che non si lascia vincere in generosità, accoglierà la nostra offerta dalle mani della Vergine e ci ricolmerà di benefici infinitamente maggiori: “Gesù, nostro grande amico, si è dato a noi senza riserva, corpo e anima, virtù, grazie e meriti: “Mi ha conquistato interamente, dandosi interamente a me”, diceva san Bernardo. Non è dunque per noi un dovere di giustizia e di riconoscenza dargli tutto quanto gli possiamo dare? Egli è stato generoso con noi per primo, siamolo anche noi, in contraccambio, con lui, e lo sperimenteremo ancora più generoso durante la nostra vita, nella nostra morte e per tutta l'eternità: «Con l'uomo generoso tu sei generoso».”


  Pratiche di preparazione

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia di avere una conoscenza di noi stessi: “Che io conosca me stesso, Signore”

3) Lettura: Tratto dal libro Via della salute Si Sant’Alfonso Maria di Liguori e dalla Imitazione di Cristo di T. Kempis

Considerazione della propria debolezza"O Signore, che cosa è l'uomo, che tu abbia a ricordarti di lui? Che cosa è il figlio dell'uomo, che tu venga a lui?" (Sal 8,5). Signore, nulla io sono, nulla posso, nulla di buono io ho da me stesso; anzi fallisco in ogni cosa, tendendo sempre al nulla…Essendo più pronto a regredire che ad avanzare, non mi mantengo sempre nella stessa condizione.Ché io non sono altro che vanità, "anzi un nulla, al tuo cospetto" (Sal 38, 6), un uomo incostante e debole. Di che cosa posso io vantarmi; come posso pretendere di essere stimato? Forse per quel nulla che io sono? Sarebbe vanità sempre più grande. O veramente vuota vanteria, peste infame, massima presunzione, che distoglie dalla vera gloria, privandoci della grazia del cielo. Giacché mentre si compiace di se stesso, l'uomo dispiace a te; mentre ambisce ad essere lodato dagli altri, si spoglia della vera virtù.
(T. Kempis, Imitazione di Cristo)

Considera, fratello, che sei di terra, ed in terra hai da tornare. Ora vedi, senti, parli e cammini. Verrà un giorno che più non vedrai, non sentirai, non parlerai, né camminerai. Quando l'anima tua si dividerà dal tuo corpo, il corpo resterà ad esser consumato dai vermi ed a farsi polvere; e l'anima si troverà in quell'eternità, che t'avrai meritata colla tua vita.Ah mio Redentore, voi avete dato la vita per farmi acquistare il paradiso, e vedendo la mia piccolezza mi procurate il vostro aiuto donandomi la vostra stessa Madre. Signore, io vi amo e mi pento di avervi offeso.

Maria, speranza mia, niente sono e niente ho, ma tutto spero di te. Abbiate di me pietà.
(S. Alfonso, Via della salute)




 



Diciassettesimo giorno Trattato: [139 – 143]

Secondo motivo: questa consacrazione ci fa imitare l'esempio di Cristo e praticare l'umiltà.
Il modello supremo delle nostre azioni è Gesù. E Gesù è stato un perfetto schiavo d’amore di Maria, dunque anche noi dobbiamo esserlo se vogliamo imitarlo.

Insegna San Luigi:

“Questo buon Maestro non disdegnò di rinchiudersi nel seno di Maria come prigioniero e schiavo d'amore e di esserle sottomesso e obbediente per trent'anni…Lui non volle, benché potesse farlo, darsi direttamente agli uomini, ma preferì darsi per mezzo della Vergine santa. Né volle venire al mondo all'età d'uomo perfetto, indipendente dagli altri, ma come povero e piccolo bambino, bisognoso delle cure e del sostentamento della Madre.
Questa Sapienza infinita, che aveva un desiderio immenso di glorificare Dio suo Padre e di salvare gli uomini, non trovò mezzo più perfetto e più breve a tale scopo, che quello di sottomettersi in ogni cosa alla santa Vergine, non soltanto nei primi otto, dieci o quindici anni di vita, come gli altri fanciulli, ma per trent'anni. E diede maggior gloria a Dio suo Padre durante tutto quel tempo di sottomissione e di dipendenza da Maria, che non gliene avrebbe data impiegando quei trent'anni ad operare miracoli, a predicare per tutta la terra, a convertire tutti gli uomini. Altrimenti l'avrebbe fatto! Oh, come glorifica altamente Dio chi si sottomette a Maria, sull'esempio di Gesù!”.



Se vogliamo seguire l’esempio di Gesù, dobbiamo imitarlo nella sua sottomissione alla Vergine Santissima: “Con un esempio così chiaro e universalmente noto davanti ai nostri occhi, saremo tanto stolti da credere di poter trovare un mezzo più perfetto e più rapido per glorificare Dio, che quello di sottomettersi a Maria ad imitazione di suo Figlio?”La stessa Santissima Trinità ha voluto operare sempre per mezzo di Maria:-“Il Padre ha dato e dà il suo Figlio soltanto per mezzo di lei e comunica le sue grazie soltanto per mezzo di lei.-Dio Figlio è stato formato per tutti in generale solo per mezzo di Maria… e comunica i suoi meriti e le sue virtù solo per mezzo di lei.-Lo Spirito Santo ha formato Gesù Cristo soltanto per mezzo di lei; forma i membri del suo corpo mistico soltanto per mezzo di lei”.
Al dire di san Bernardo, Dio ci vede indegni di ricevere le grazie immediatamente dalla sua mano; perciò le dà a Maria affinché riceviamo da lei quanto egli ci vuole dare. E Dio trova anche la sua gloria nel ricevere dalle mani di Maria il tributo di riconoscenza, di rispetto e di amore che gli dobbiamo per i suoi benefici. E dunque giustissimo imitare tale condotta di Dio, perché ­ aggiunge lo stesso san Bernardo ­ “la grazia ritorni al suo autore per lo stesso canale per cui ci è giunta”. 

Inoltre, questa forma di devozione è una pratica di grande umiltà: “ci riconosciamo indegni ed incapaci di avvicinarci da soli alla sua infinita Maestà e, per questo, ricorriamo all'intercessione di Maria…E l'umiltà è una virtù che Dio ama sopra ogni altra. Un'anima che s'innalza, abbassa Dio; un'anima che si umilia, glorifica Dio. “Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia”. Se ti abbassi, stimandoti indegno di comparirgli dinanzi e di accostarti a lui, Dio discende, si abbassa per venire a te, per compiacersi in te ed innalzarti anche tuo malgrado. Se invece osi accostarti a Dio senza mediatore, Dio si ritrae e tu non lo potrai raggiungere.
Questa devozione ci insegna dunque a non avvicinarci mai da soli a Nostro Signore, per quanto dolce e misericordioso egli sia, e a ricorrere sempre all'intercessione della Vergine santa.

  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere Maria
Chiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere nell' abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".
 






Diciottesimo giorno Trattato: [144-151]


Terzo motivo: questa consacrazione ci ottiene l'assistenza materna di Maria.
Questa consegna totale di noi stessi alla Vergine Maria, lungi dal supporre una perdita, implica per noi un grandissimo guadagno, poiché Maria, Madre così tanto generosa come generoso è suo Figlio, vedendo la nostra consacrazione, ci darà molto di più di quanto noi poveramente possediamo e possiamo offrirli. E insegna San Luigi che “poiché una persona così consacrata è tutta di Maria, anche Maria è tutta di lei.” Pertanto per il fatto di consacrarsi a lei in questo Modo, lei ci appartiene intimamente.

Questo atteggiamento “muove l'anima ad avvicinarsi a Nostro Signore senza alcun timore servile o scrupoloso e a pregarlo con molta fiducia.”
Questa consacrazione inoltre ci ottiene una sana diffidenza di noi stessi. Ci aiuta a mettere le nostre forze e la nostra fiducia non sui nostri poveri meriti, ma a poggiarci pienamente in Maria, padrona di tutti essi, consapevoli che “questa amabile padrona le purifica, abbellisce, presenta e fa accettare dal suo Figlio”.

Continua San Luigi:

1) “Le purifica da ogni macchia di amor proprio e dall'impercettibile attaccamento alla creatura che si insinua insensibilmente nelle migliori azioni. Dal momento che si trova fra le sue mani purissime e feconde, queste stesse mani che non furono mai sterili ed oziose e purificano quanto toccano, tolgono al dono offerto quanto ci può essere di guasto o di imperfetto.

2) Le abbellisce, ornandole dei suoi meriti e virtù. Immaginate un contadino che per cattivarsi la simpatia e la benevolenza del re va dalla regina e le presenta una mela ­tutta la sua ricchezza!­ perché la offra al re. La regina accetta il povero e piccolo dono del contadino, pone la mela al centro di un grande e bel vassoio d'oro e l'offre così al re a nome del contadino stesso. Avviene che la mela, sebbene non degna di essere presentata a un re, diventa un dono degno di sua Maestà, in considerazione del vassoio d'oro su cui si trova e della persona che la presenta.

3) Le presenta a Gesù Cristo. Maria nulla ritiene per sé di quanto le si offre, quasi fosse lei il fine ultimo, ma tutto trasmette fedelmente a Gesù Cristo. Dare a lei è dare necessariamente a Gesù…”.

4) Le fa accettare dal suo Figlio…Quando uno presenta qualche cosa a Gesù, da solo, fidandosi nelle proprie capacità e disposizioni, Gesù esamina il dono e spesso lo respinge per le macchie d'amor proprio di cui è contaminato, come un tempo respinse i sacrifici dei Giudei pieni di volontà propria. Quando, invece, gli si presenta qualcosa per le mani pure e verginali della sua Diletta, lo si prende per il suo lato debole, se è lecito esprimersi così. Allora, egli non considera tanto la cosa che gli viene offerta, quanto la sua amata Madre...”.Questa è la nostra consolazione: “Abbiamo un'avvocata così potente che non è mai respinta, così avveduta che conosce ogni segreto per conquistare il cuore di Dio, così buona e caritatevole che non rigetta alcuno per quanto piccolo e cattivo.”

Quarto motivo: questa consacrazione ci fa vivere a lode della gloria di Dio.
“Questa devozione fedelmente osservata è un eccellente mezzo per dirigere il valore di tutte le nostre buone opere alla maggior gloria di Dio. Quasi nessuno agisce per questo nobile fine, anche se vi si è obbligati, sia perché non si sa dove stia la maggior gloria di Dio, sia perché non la si vuole.


La Vergine santissima, cui si cede il valore e il merito delle nostre buone opere, conosce perfettamente dove sta la maggior gloria di Dio e tutto opera a tal fine. Ne consegue che il perfetto servo di tale ottima Signora ­cui si è consacrato totalmente­ può affermare con audacia che il valore di tutte le sue azioni, pensieri e parole è impegnato per la maggior gloria di Dio…”



  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere nell' abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".








Diciannovesimo giorno Trattato: [152 – 163]

CAPITOLO SECONDO (seconda parte) 

MOTIVI PER APPREZZARE LA CONSACRAZIONE

Quinto motivo: questa consacrazione ci conduce all'unione con Cristo.

Questa devozione è una via facile, breve, perfetta e sicura per giungere all'unione con Nostro Signore nella quale consiste la perfezione del cristiano.

1)  È una via facile per raggiungere l’unione con Dio. La vie che portano a l’unione con Dio sono sempre segnate dalla croce (persecuzioni, incomprensioni, tentazioni, aridità spirituali, notte oscure dell’anima…) ma “sulla strada di Maria, invece, si cammina più soavemente e più tranquillamente” che per altre vie. San Luigi si pone una obiezione:  come mai la storia ci dimostra che i santi profondamente devoti di Maria hanno dovuto egualmente soffrire tantissimo, e perfino di più? E risponde: Maria “si fa così vicina e presente ai suoi fedeli servi per rischiararli nelle loro tenebre, illuminarli nei loro dubbi, rassicurarli nei loro timori, sostenerli nei loro combattimenti e nelle loro difficoltà, che davvero questa strada verginale per trovare Gesù Cristo, a paragone di ogni altra, è una via di rose e miele.” Quindi i servi di Maria riescono a portare perfino maggiori croci ma con minore difficoltà, grazie al sostentamento speciale che ricevono dalla Vergine Maria.

2) È una via breve per trovare Gesù Cristo, sia perché non ci si smarrisce ne indietreggia, “sia  perché si cammina in essa con più gioia e facilità e, quindi, con maggiore speditezza… Si avanza più in poco tempo di sottomissione e di dipendenza da Maria, che in anni interi di volontà propria e di fiducia in se stessi.” E aggiunge San Luigi: “con il sostegno, l'aiuto e la guida di Maria, egli avanzerà, senza cadere, indietreggiare e perfino rallentare, a passi da gigante verso Gesù Cristo”.

3)  È una via perfetta per incontrarsi ed unirsi a Gesù Cristo, “perché la divina Maria è la più perfetta e la più santa fra le semplici creature. E Gesù Cristo, venuto a noi in modo perfetto, non prese altra strada per questo suo grande e meraviglioso viaggio”.

4)  È una via sicura per andare a Gesù Cristo e raggiungere la perfezione nell'unione con lui. E afferma San Luigi che questa pratica non è afato nuova, ma è così antica da non potersene indicare con esattezza gli inizi: Sant'Odilone (sec. XI) la praticò pubblicamente, il beato Marino (dello stesso periodo) si fece schiavo della santissima Vergine alla presenza del suo direttore spirituale e meritò di essere visitato e consolato in punto di morte dalla Vergine Maria; il padre Simon Rojas che la diffuse per la Spagna e la Germania, i Padri Teatini la insegnarono in Italia, Sicilia e Savoia; Stanislao Falacio, della Compagnia di Gesù, la promosse mirabilmente in Polonia. I Gesuiti di Colonia la studiarono, approfondirono e diffusero, il cardinale de Bérulle, la cui memoria è in benedizione per tutta la Francia, fu uno dei più zelanti a propagarla in quella nazione, nonostante tutte le calunnie e persecuzioni mossegli dai critici e libertini.

Per garantire ancora di più  la sicurezza di questa devozione possiamo dire che lungo il trattato San Luigi non solo dimostra le sue affermazioni argomentando e citando la Sacra Scrittura, ma costantemente riferisce i Padri e Dottori della Chiesa e i grandi santi mistici la cui dottrina è riconosciuta dalla chiesa, (S.Agostino,  San Bernardo, San Buonaventura, San Tommaso d’Aquino…). 
Questa serietà e ricchezza del trattato ci garantisce di trovarci di fronte a una devozione privilegiata. Lo stesso Beato Giovanni Paolo II la confermò e diffuse: “La devozione alla Santa Vergine è un mezzo privilegiato per trovare Gesù Cristo perfettamente, per amarlo teneramente e servirlo fedelmente" (in occasione del 160° anniversario della pubblicazione del Trattato, 13 gennaio 2004).



  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".

 





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Ventesimo giorno Trattato: [164-168]


Questa devozione è un mezzo sicuro per andare a Gesù Cristo 

Alcuni potranno obiettare che la “troppa” devozione a Maria sia ostacolo per la vera devozione a Gesù. San Luigi accenna che certamente la vista delle altre creature, anche sante, potrebbe forse ritardare l’unione divina, ma ciò non può mai accadere con Maria. Così come è inconcepibile pensare che Gesù sia ostacolo per condurci al Padre, non si può pensare che la Vergine sia ostacolo per raggiungere Gesù. E San Luigi ne da dei motivi: 


-“È mai possibile che colei, che trovò grazia davanti a Dio per tutti in generale e per ciascuno in particolare, sia d'impedimento ad un'anima per trovare la grande grazia dell'unione con lui? 

-È mai possibile che colei, che fu tutta piena e sovrabbondante di grazie, cosi unita e trasformata in Dio, quasi da obbligarlo ad incarnarsi in lei, impedisca ad un'anima di essere perfettamente unita a Dio?”.

E spiega ancora: “Una delle ragioni per cui cosi poche anime giungono alla pienezza dell'età di Gesù Cristo è che Maria, ora più che mai Madre di Gesù Cristo e Sposa feconda dello Spirito Santo, non è abbastanza formata nei loro cuori”. Bisogna convincersi dunque che “tanto più guarderemmo Maria nelle nostre preghiere, contemplazioni, azioni e sofferenze, tanto più facilmente troveremmo Gesù Cristo”. Non solo “non c'è mai stata finora né ci sarà mai alcuna creatura che aiuti più efficacemente in questa grande opera”, ma proprio come afferma San Germano da Costantinopoli, “nessuno è ricolmo del pensiero di Dio, se non per mezzo di lei”, poiché tutte le grazie che riceviamo vengono per sua intercessione. 

“Dove Maria è presente non c'è lo spirito maligno. È un segno infallibile che si è condotti dallo spirito buono è l'essere molto devoti a Maria, il pensare spesso a lei e il parlarne di frequente”. 

Lo stesso San Germano afferma che “così come la respirazione è sicuro indizio che il corpo non è morto, così il frequente ricordo e l'invocazione affettuosa di Maria sono un segno sicuro che l'anima non è morta per il peccato”.

Chi dunque vuole progredire nella via della perfezione ed incontrare sicuramente e perfettamente Gesù Cristo (senza il pericolo di cadere nell'illusione che è molto comune nelle persone di preghiera) abbracci “con cuore generoso e animo pronto” questa devozione alla santissima Vergine, che forse prima non conosceva. Entri in questo eccellente cammino a lui sconosciuto e che io gli sto indicando: Io vi mostro una via migliore di tutte. 


-“È una via tracciata da Gesù Cristo, Sapienza incarnata, nostro unico Capo. Percorrendola, il membro di questo Capo non può sbagliarsi.

-E una via facile, per la pienezza della grazia e dell'unzione dello Spirito Santo di cui è ricolma. Camminandovi, non ci si stanca né s'indietreggia.

-È una via breve: in poco tempo ci conduce a Gesù Cristo. È una via perfetta: sul suo percorso non c'è fango, né polvere, né la minima sozzura di peccato. 

- È una via sicura, per la quale si giunge a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza deflettere né a destra né a sinistra.

Prendiamo dunque questa strada e in essa camminiamo giorno e notte, sino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo”.



  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 


" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".

 






Ventunesimo giorno Trattato: [169- 172]


CAPITOLO SECONDO (terza parte)"MOTIVI PER APPREZZARE LA CONSACRAZIONE" 

Sesto motivo: questa consacrazione ci fa crescere nella libertà dei figli di Dio.

Essere schiavi di Maria ci rende autenticamente liberi, poiché ci unisce intimamente a Dio, somma verità e sommo bene, il quale ci rende pienamente liberi. Spiega San Luigi: “Questa forma di devozione dà alle persone che l'osservano fedelmente, una grande libertà interiore: la libertà dei figli di Dio. Siccome, infatti, con essa ci si fa schiavi di Gesù Cristo, con una consacrazione completa a lui come tali, questo ottimo Signore ci ricompensa della schiavitù d'amore che abbiamo scelta, come segue:

1) Egli toglie dall'anima ogni scrupolo e timore servile capace soltanto di metterla in angustie, incepparla e confonderla.

2) Dilata il cuore con una santa fiducia in Dio, facendoglielo considerare come Padre.
3) Ispira un amore tenero e filiale.”

San Luigi riferisce a un fatto della vita di Madre Agnese di Gesù, religiosa domenicana: “Aveva appena sette anni e già soffriva grandi pene di spirito. Sentì allora una voce che le disse: “Se vuoi essere liberata da tutte le pene ed avere protezione contro tutti i tuoi nemici, fatti al più presto schiava di Gesù e della sua santa Madre”. Appena fu di ritorno a casa, si donò interamente a Gesù e alla sua santa Madre in qualità di schiava, benché non conoscesse ancora tale devozione. … Ciò fatto, tutte le pene e gli scrupoli scomparvero, ed ella si trovò in una tale grande pace e dilatazione di cuore che prese l'impegno di far conoscere questa devozione a parecchie persone...”

Settimo motivo: questa consacrazione procura grandi vantaggi al prossimo.
I frutti di questa vera devozione non si esauriscono in noi, ma traboccano fino a beneficare il nostro prossimo. Offrendo a Maria santissima il valore soddisfattorio e impetratorio di tutte le proprie buone opere, includendo i più piccoli buoni pensieri e le più lievi sofferenze, Lei dispone di tutto ciò anche in beneficio delle anime che ne hanno più bisogno. San Luigi definisce questa grande verità:

“Si accetta che tutte le soddisfazioni che si sono acquistate e si acquisteranno fino alla morte, siano utilizzate secondo la volontà della santa Vergine, o per la conversione dei peccatori, o per la liberazione delle anime del Purgatorio.”
E si interroga: “Non è, questo, amare perfettamente il prossimo? Non è, questo, essere del numero dei veri discepoli di Gesù Cristo, che si riconoscono dalla carità? Non è, questo, il mezzo di convertire i peccatori senza pericolo di vanità e di liberare le anime del purgatorio non compiendo nient'altro che il dovere del proprio stato?”

E continua: “Per capire tutta l'eccellenza di questo motivo bisognerebbe comprendere il grande valore della conversione di un peccatore o della liberazione di un'anima del Purgatorio. È un bene infinito ­che oltrepassa la creazione del cielo e della terra­ perché conferisce ad un'anima il possesso di Dio…Può accadere che una persona molto fedele a questa devozione trovi in punto di morte di aver così liberato molte anime dal Purgatorio e convertito molti peccatori, pur avendo compiuto soltanto i semplici doveri del proprio stato. Quale gioia al momento del suo giudizio! Quale gloria nell'eternità!”.

  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".

 




Ventiduesimo giorno Trattato: [173 – 182] 

Ottavo motivo: questa consacrazione è un mezzo meraviglioso di perseveranza.

La perseveranza nella fede e nella grazia fino alla morte è una grazia talmente grande che per ottenerla è doveroso chiederla in preghiera. Lo affermava il Curato d’Ars: “La preghiera è assolutamente necessaria per perseverare”. Molte volte ci troviamo con delle persone che appena si mantengono ferme per pochi mesi dopo una conversione. Noi stessi ci ritroviamo ricaduti nel peccato o invece di progredire nella virtù ci sembra di indietreggiare. Conosciamo la nostra debolezza, portiamo la fede “in vasi di creta”.
San Luigi paragona la Vergine Maria ad un àncora salda che ci trattiene e ci impedisce di fare naufragio nel mare agitato di questo mondo. Maria assomiglia anche all’arca di Noè: le acque del diluvio di peccati, che fanno annegare molti, non nuoceranno coloro che si rifugiano in Maria.
Con questa devozione si costituisce a Maria come “depositaria universale di tutti i propri beni di natura e di grazia”. Come buona Madre, accetta sempre tutto ciò che le si affida in deposito. Quanto poi ha ricevuto come depositaria, “è obbligata per giustizia, in virtù del contratto di deposito, a custodircelo.”
San Bonaventura sembra affermare la stessa cosa quando scrive: “La Vergine santa non solo dimora nella pienezza dei santi, ma trattiene ella stessa i santi nella pienezza perché questa non venga a diminuire. Trattiene le loro virtù perché non sfuggano, i loro meriti perché non periscano, le loro grazie perché non si disperdano. Trattiene i demoni perché non nuocciano e, infine, trattiene Nostro Signore perché non castighi i peccatori quando peccano”.

E San Luigi ci avverte dei pericoli di affidare il deposito delle nostre buone opere fuori delle Mari di Maria: “Non affidate l'oro della vostra carità, l'argento della vostra purezza, le acque delle grazie celesti, il vino dei vostri meriti e virtù a un sacco forato, a un forziere vecchio e rotto, a un vaso infetto e inquinato, quali voi siete. Altrimenti sarete derubati dai ladri, cioè dai demoni che cercano e spiano notte e giorno il momento propizio. E voi stessi guasterete, con il vostro amor proprio, con la fiducia in voi medesimi e con la vostra volontà, ciò che Dio vi dà di più puro”.
Questa devozione viene presentata da San Luigi come un tesoro nascosto che ci viene offerto e che ci assicura un bene grandissimo per le nostre anime. “Ecco il segreto che vi svelo: segreto sconosciuto a quasi tutti i cristiani, compresi i più devoti.

"Mettete, versate nel grembo e nel cuore di Maria tutti i vostri tesori, tutte le vostre grazie e virtù: ella è un vaso spirituale, un vaso d'onore, un vaso insigne di devozione. Dopo che Dio stesso in persona vi si racchiuse con tutte le sue perfezioni, questo vaso divenne tutto spirituale e dimora spirituale delle anime più spirituali”.
Ed esclama il santo: “Oh! Quanto è felice chi ha dato tutto a Maria, e a Maria si affida e si abbandona in tutto e per tutto! Egli è tutto di Maria e Maria è tutta sua... E può dire arditamente con Gesù Cristo: “Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie” (Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt).



  Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".


 




Ventitreesimo giorno Trattato: [183 – 190]

CAPITOLO TERZO"LA VITA DI CONSACRAZIONE ESPRESSA IN UNA FIGURA BIBLICA"

San Luigi prende la figura dell’Antico Testamento di Giacobbe, figlio di Isaaco, nipote di Abraham, il quale ricevette la benedizione di suo padre tramite le cure industriose di Rebecca sua madre. Potete trovare l’intero racconto biblico sul libro della Genesi, capitolo 27. Quanto segue è il racconto biblico che scrive San Luigi con un riassunto della sua propria spiegazione.

1. Il racconto biblico di Rebecca e di Giacobbe

Esaù aveva venduto la sua primogenitura a Giacobbe. Ora, Rebecca, madre dei due fratelli, che amava teneramente Giacobbe, riuscì diversi anni dopo, con un'accortezza molto santa e tutta piena di misteri, ad assicurargli questo vantaggio.Isacco si sentiva ormai molto innanzi negli anni. Prima di morire, voleva benedire i suoi figli. Chiamò dunque il figlio Esaù, che amava, e gli comandò di andare a caccia per procurargli del cibo, prima di dargli la benedizione.Rebecca avvertì subito Giacobbe di quanto stava succedendo e gli ordinò di andare al gregge a prendere due capretti. Ricevutili dal figlio, Rebecca ne fece un piatto per Isacco, secondo il gusto di lui.
Poi rivestì Giacobbe degli abiti di Esaù, che lei custodiva, e gli coprì mani e collo con la pelle dei capretti, perché il padre ­che non vedeva più­ sentendo la voce di Giacobbe, potesse credere, dalla pelosità delle mani, che fosse Esaù suo fratello. Infatti Isacco si meravigliò di quella voce, che credeva fosse la voce di Giacobbe, lo fece quindi avvicinare e palpato il pelo delle pelli che coprivano le sue mani, disse: “La voce è di Giacobbe, ma le mani sono di Esaù”. Dopo aver mangiato, aspirò, mentre lo baciava, l'odore degli abiti profumati di Giacobbe, e lo benedisse: “Dio ti conceda rugiada dal cielo e terre grasse”. Lo costituì signore di tutti i suoi fratelli e concluse la benedizione con queste parole: “Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia colmo di benedizioni”.

Isacco aveva appena terminato queste parole, quando entrò Esaù e gli diede da mangiare la selvaggina perché poi suo padre lo benedicesse. Quel santo patriarca fu colto da incredibile sbigottimento nel conoscere quanto era successo, ma invece di ritrattare quanto aveva fatto, lo confermò, poiché in tutta la vicenda vedeva troppo chiaramente il dito di Dio.
Esaù allora scoppiò in ruggiti, come nota la sacra Scrittura, ed accusando a gran voce di inganno il fratello, domandò al padre se avesse soltanto una benedizione. Osservano i santi Padri che, in questo, Esaù è figura di coloro che trovano comodo conciliare Dio col mondo e vogliono godere insieme le benedizioni del cielo e quelle della terra. Commosso dalle grida di Esaù, Isacco finì per benedirlo, ma di una benedizione terrena e assoggettandolo al fratello. Ciò fece nascere nell'animo di Esaù un odio così velenoso contro Giacobbe che da allora aspettava solo la morte del padre per ucciderlo. Né Giacobbe avrebbe potuto evitare la morte, se Rebecca, sua madre, non l'avesse protetto con gli accorgimenti e i consigli che gli dava e che lui seguiva.

2. Esaù figura dei riprovati

Al dire di tutti i santi Padri e interpreti della sacra Scrittura, Giacobbe è figura di Gesù Cristo e dei predestinati, mentre che Esaù è figura dei reprobi.Possiamo paragonare la condotta di Esaù con quella dei reprobi, considerando Rebecca, madre de entrambi i figli, come figura della Vergine Maria.



Esaù I reprobi

1) Il figlio maggiore, forte e di costituzione robusta, accorto e abile nel tirare d'arco e nel prendere molta selvaggina a caccia.

1) Hanno fiducia nella propria forza ed accortezza riguardo agli affari temporali. Sono versati, abili e illuminati nelle cose della terra, ma molto deboli e ignoranti in quelle del cielo.

2) Non restava quasi mai in casa e, confidando unicamente nella propria forza e destrezza, lavorava solo fuori casa.

2) Non rimangono mai o quasi mai in casa, cioènel segreto della loro coscienza . Non amano affatto né il ritiro, né la spiritualità, né la devozione interiore. Disprezzano la gente pietosa.

3) Non si preoccupava molto di piacere a Rebecca, sua madre, e non faceva nulla a tale scopo.

3) I reprobi non si curano per nulla della devozione a Maria, la madre dei predestinati. È vero che non odiano formalmente la Vergine. Talora, anzi, la lodano, protestano di amarla e perfino l'onorano con qualche forma di devozione, ma poi non sanno tollerare che la si ami teneramente, perché non hanno per lei le tenerezze di Giacobbe. Trovano da ridire sulle pratiche devote che i suoi figli e servi adempiono fedelmente per guadagnarsene l'affetto, perchénon credono che sia loro necessaria a salvezza la devozione a Maria. A loro basta non detestare formalmente la Vergine santa o non disprezzarne apertamente la devozione. Ritengono in tal modo di essere nelle sue grazie e di essere suoi servi, recitando e borbottando qualche preghiera in suo onore, senza tenerezza alcuna per lei e senza correggere se stessi.

4) Era così ghiotto e talmente schiavo della gola, che vendette il suo diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie.

4) I reprobi vendono il loro diritto di primogenitura, cioè le gioie del paradiso, per un piatto di lenticchie, vale a dire per i piaceri della terra. Ridono, bevono, mangiano, si divertono, giocano, danzano... senza preoccuparsi, come fece Esaù, di rendersi degni della benedizione del Padre celeste.  In breve, pensano solo alla terra, amano solo la terra, parlano e operano solo per la terra e le soddisfazioni terrene, vendendo per un fuggevole momento di piacere, per un vano fumo di onore e per un pezzo di terra dura, gialla o bianca, la grazia battesimale, la veste d'innocenza e l'eredità del cielo.

5) Era come Caino, pieno di invidia contro suo fratello Giacobbe e lo perseguitava oltre ogni dire.

5) Non possono sopportare i predestinati: li disprezzano, criticano, burlano, ingiuriano, derubano, ingannano, li gettano nella povertà, li mandano via, fanno loro mordere la polvere. Essi invece fanno fortuna, si tolgono ogni soddisfazione, se la spassano, si arricchiscono, ingrandiscono e vivono a loro agio.


Pratiche di preparazione

Per questa terza settimana, dice san Luigi: “si applicheranno in tutte le loro preghiere e azioni quotidiane a conoscere MariaChiederanno tale conoscenza allo Spirito Santo. Potranno leggere e meditare ciò che ne abbiamo detto. Reciteranno, come nella prima settimana, le litanie dello Spirito Santo e l'Ave Stella del mare”. Per questa settimana si possono offrire anche le orazioni che uno faccia abitualmente (l’offerta delle opere la mattina, le tre Ave Marie, la preghiera dell’Angelus…) e nella misura delle proprie possibilità recitare il Santo Rosario.

1) Ci mettiamo nella presenza di Dio

2) Chiediamo la grazia allo Spirito Santo di conoscere Maria Santissima.

3) Esortazione di San Bernardo ad avere fiducia: 

" O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo a una tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di quella Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza  e sei per cadere negli abissi della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei , non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata".


 








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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30/01/2016 00:00
 
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Ventiquattresimo giorno Trattato: [191-200]

3. Giacobbe figura dei predestinati

San Luigi mette ora in paragone la condotta di Giacobbe con quella dei veri devoti della Vergine.



Giacobbe I consacrati a Gesù per Maria

1) Giacobbe il più giovane: era di gracile costituzione, mite e pacifico, e se ne stava abitualmente in casa per guadagnarsi le buone grazie della madre Rebecca, che amava con tenerezza. Se usciva, non lo faceva di propria iniziativa, né perché confidava nella sua abilità, ma per obbedire a sua madre.

1) Se ne stanno a casa con la loro madre. Cioèamano il ritiro, sono persone interiori, si applicano all'orazione, sull'esempio e in compagnia della santa Vergine loro Madre. È vero che talvolta vanno fuori nel mondo, ma è per obbedire alla volontà di Dio e a quella della loro Madre e adempiere i doveri del proprio stato, stimando ancora molto di più quelle che fanno dentro di sé in compagnia della santissima Vergine, perché così costruiscono il grande edificio della loro perfezione.

2) Amava ed onorava sua madre. Non era mai così contento come quando la vedeva. Evitava tutto ciò che potesse dispiacerle, e faceva invece quanto credeva fosse di suo gradimento: di modo che in Rebecca s'accresceva l'amore che già gli portava.

2) Amano teneramente e onorano sinceramente la santissima Vergine, non solo a parole ma a fatti; l'onorano non solo esteriormente ma nell'intimo del cuore. Le portano e danno non due capretti, come Giacobbe a Rebecca, ma ciò che quei due capretti figuravano, ossia il proprio corpo e la propria anima

3) Era sottomesso in tutto alla sua cara madre. Le obbediva interamente in ogni cosa, prontamente senza indugi, amorevolmente senza lamentarsi. Al minimo cenno della volontà di lei, il piccolo Giacobbe correva e si metteva all'opera. Credeva a quanto ella gli diceva, senza fare obiezioni. Così, per esempio, quando gli disse di andare a prendere due capretti e di portarglieli per preparare un piatto a suo padre Isacco, egli non le rispose che bastava un capretto per dare da mangiare una volta ad una sola persona, ma senza ragionare, fece quanto gli era stato detto.

3) Sono sottomessi e obbedienti alla Vergine santa, come a loro amorevole Madre, sull'esempio di Gesù Cristo, il quale volle consacrare ben trent'anni a glorificare il Padre con una perfetta e totale sottomissione alla sua santa Madre. Essi le obbediscono, seguendo con esattezza i suoi consigli, come fece il giovane Giacobbe con Rebecca, quando ella gli disse: “Obbedisci al mio ordine”, o come fecero gli invitati alle nozze di Cana, quando la Vergine santa disse loro: “Fate quello che mio Figlio vi dirà”.Per aver obbedito a sua madre, Giacobbe ricevette la benedizione come per miracolo, sebbene naturalmente non avesse dovuto riceverla. Così i figlio predestinati. riceveranno queste grazie solo a motivo della loro perfetta obbedienza a Maria.

4) Aveva grande fiducia nella sua cara madre. E poiché non si appoggiava in alcun modo sulla propria abilità, ma unicamente sulle premure e sulla protezione di lei, la richiedeva in ogni bisogno e la consultava in ogni dubbio. Così, per esempio, quando le chiese se invece della benedizione non avrebbe ricevuto piuttosto la maledizione di suo padre, egli credette e si affidò a lei, non appena ella gli ebbe risposto che prendeva su di sé quella maledizione.

4) Nutrono grande fiducia nella bontà e nel potere di Maria, loro cara Madre, implorano continuamente il suo aiuto, guardano a lei come a loro stella polare per giungere in porto… Si gettano, anzi si nascondono e si perdono in modo mirabile nel suo grembo materno e verginale, perché in esso siano infiammati del puro amore, purificati da ogni benché minima macchia e trovino pienamente Gesù, che vi risiede come sul trono più glorioso.

5) Infine, imitava per quanto gli era possibile le virtù che vedeva nella madre. Sembra che una delle ragioni per cui conduceva vita ritirata in casa, fosse proprio per imitare la sua cara mamma, la quale era virtuosa, e per tenersi lontano dalle cattive compagnie che corrompono i costumi. In tal modo Giacobbe si rese degno della doppia benedizione dell'amato padre.

5) Infine, i predestinati seguono le vie della Vergine santa, loro Madre, e cioè la imitano. Proprio in questo sono veramente felici e devoti…Sono felici in questo mondo, durante la loro vita, per l'abbondanza delle grazie e dolcezze che io comunico loro dalla mia pienezza, in più larga misura che a quanti non mi imitano così da vicino. Sono felici nella loro morte, che è dolce e tranquilla, e alla quale abitualmente assisto per introdurli io stessa nelle gioie dell'eternità. Saranno felici infine nell'eternità, perché mai si è perduto un mio buon servo fedele, che in vita abbia imitato le mie virtù.




  Pratiche di preparazione

In questa ultima settimana, San Luigi ci indica di fare il proposito di conoscere Gesù Cristo, ripetendo durante la giornata la preghiera di sant’Agostino: “Signore, che io ti conosca”. Seguiremmo i consigli che San Luigi insegna su “come vivere la consacrazione nella santa comunione” (trattato: [266-273]). Potete quindi applicare questi consiglio alle Sante Comunioni che facciate durante questa settimana. Vi proponiamo qui un riassunto dei consigli che da San Luigi.

Prima della Comunione

1) Ti umilierai profondamente davanti a Dio.
2) Rinunzierai alla tua indole corrotta e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia sembrare l'amor proprio.
3) Rinnoverai la tua consacrazione, dicendo: “Sono tutto tuo, o amata sovrana, e tutto ciò che e mio ti appartiene.
4) Supplicherai questa buona Madre di prestarti il suo cuore, per potervi ricevere Gesù con le sue stesse disposizioni.

Nella comunione

Quando ti avvicini a ricevere la Comunione, dirai tre volte: “O Signore, non sono degno. . .”, rivolgendoti alla Santissima Trinità:
a) Al Padre: lamentandoti che non sei degno a causa dei tuoi cattivi pensieri e della tua ingratitudine verso un Padre così buono, ma che ti affidi a Maria e ti avvicini insieme a Lei
b) Al Figlio: gli dirai che non sei degno di riceverlo a causa delle tue parole inutili e cattive e della tua infedeltà nel servirlo, ma che lo preghi di aver pietà di te, poiché stai per introdurlo nella casa di sua Madre,
c) Allo Spirito Santo: Gli dirai che per la tiepidezza e malvagità delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue aspirazioni, non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, ma che tutta la tua fiducia è Maria, sua sposa fedele.

Dopo la comunione

Dopo la santa Comunione, stando interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, introdurrai Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo darai a sua Madre che l'accoglierà con amore, lo collocherà degnamente, l’adorerà profondamente, l'amerà perfettamente, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molti omaggi che le nostre fitte tenebre non conoscono.O rimarrai nell'atteggiamento dello schiavo che attende alla porta del palazzo del Re, mentre questi si trova a colloquio con la Regina. Mentre il Re e la Regina parlano tra loro, senza che abbiano bisogno di te, te ne andrai in spirito per cielo e terra e inviterai tutte le creature a ringraziare, adorare ed amare Gesù e Maria, al tuo posto: “Venite, prostrati adoriamo, ecc.”.

Vi è un'infinità di altri pensieri che lo Spirito Santo ispira e ispirerà anche a te, se sarai molto raccolto, mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho insegnata.

Ma ricordati che più lascerai fare a Maria nella tua Comunione, più Gesù sarà glorificato. E che tanto più lascerai fare a Maria per Gesù e a Gesù in Maria, quanto più profondamente ti umilierai e li ascolterai in pace e in silenzio, senza preoccuparti di vedere, gustare e sentire. Infatti il giusto vive di fede dappertutto, ma specialmente nella santa Comunione, che è un'azione di fede: “Il mio giusto vivrà mediante la fede”.

 

                                 


Venticinquesimo giorno Trattato [201 - 207]

4. Premure di Maria verso i suoi fedeli servi

Nella scia del racconto biblico di Esaù e Giacobbe, San Luigi spiega e illustra le diligenze di Maria verso i suoi veri devoti

A. Li ama
1) perché è loro vera Madre, e una madre ama sempre il proprio figlio


2) per un senso di gratitudine, perché anche essi l'amano veramente come loro Madre

3) perché Dio stesso li ama, come predestinati

4) perché si sono consacrati interamente a lei e quindi sono sua porzione ed eredità


San Luigi spiega in parole molto belle l’immensità dell’amore di Maria per noi, il quale supera l’amore e la tenerezza di tutte le madri messe insieme.

“Radunate, se potete, tutto l'amore naturale delle madri del mondo intero per i propri figli nel cuore di una sola madre per un figlio unico. Certo, questa madre amerà molto questo suo figlio. Eppure si deve dire con verità che Maria ama ancor più teneramente i suoi figli di quanto quella madre amerebbe il suo. 
Li ama non soltanto di semplice affetto, ma con efficacia. Il suo amore per essi è attivo e operoso come e più di quello di Rebecca per Giacobbe”.


A imitazione delle premure di Rebecca verso Giacobbe, la Vergine Santa verso i suoi figli:  
-Spia ogni occasione favorevole per far loro del bene, per elevarli ed arricchirli. “Essa si prende cura dei nostri interessi”
- Dà loro buoni consigli come Rebecca a Giacobbe: “Figlio mio, segui i miei consigli”
-Fa anche lei quello che Rebecca fece con i due capretti portati da Giacobbe:
a) li riceve come cosa che le appartiene;b) li uccide e li fa morire al peccato e a se stessi, scorticandoli e spogliandoli della loro pelle e del loro amor proprioc) li prepara secondo il gusto del Padre celeste e alla sua maggior gloria: quella gloria che lei conosce meglio di ogni altra creatura;d) e così purificati per bene da ogni macchia, ben morti, spogli e preparati, li fa diventare un piatto prelibato degno del gusto e della benedizione divina.

-Ci fa degni di comparire dinanzi al nostro Padre celeste. Dapprima ci riveste degli abiti puliti, nuovi, preziosi e profumati del fratello maggiore Esaù, cioè Gesù Cristo suo Figlio, che lei custodisce in casa sua, vale a dire tiene a sua disposizione. È infatti la tesoriera e dispensatrice universale ed eterna dei meriti e delle virtù di Gesù Cristo suo Figlio; meriti e virtù che ella dà e comunica a chi vuole, quando vuole, nel modo che vuole e nella misura che vuole. Poi ricopre il collo e le mani dei suoi servi con le pelli dei capretti uccisi e scorticati, cioè li orna dei meriti e del valore delle loro stesse azioni. Da ultimo, ella sparge un nuovo profumo e una grazia nuova sui loro abiti e ornamenti, comunicando loro i suoi stessi abiti, cioè i meriti e le virtù che morendo ha lasciato ad essi in testamento. Infine il Padre celeste sente e distingue la loro voce, che è quella del peccatore, tocca le loro mani coperte di pelli, sente il profumo del loro abiti, mangia con gioia quello che Maria, loro Madre, gli ha preparato. E riconoscendo in loro i meriti ed il profumo del Figlio e della sua santa Madre, dà loro la sua doppia benedizione, li costituisce signori degli altri fratelli, i reprobi, e benedice anche tutti coloro che li benediranno e maledice tutti coloro che li malediranno e perseguiteranno.

  Pratiche di preparazione

In questa ultima settimana, San Luigi ci indica di fare il proposito di conoscere Gesù Cristo, ripetendo durante la giornata la preghiera di sant’Agostino: “Signore, che io ti conosca”. Seguiremmo i consigli che San Luigi insegna su “come vivere la consacrazione nella santa comunione” (trattato: [266-273]). Potete quindi applicare questi consiglio alle Sante Comunioni che facciate durante questa settimana. Vi proponiamo qui un riassunto dei consigli che da San Luigi.

Prima della Comunione

1) Ti umilierai profondamente davanti a Dio.
2) Rinunzierai alla tua indole corrotta e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia sembrare l'amor proprio.
3) Rinnoverai la tua consacrazione, dicendo: “Sono tutto tuo, o amata sovrana, e tutto ciò che e mio ti appartiene.
4) Supplicherai questa buona Madre di prestarti il suo cuore, per potervi ricevere Gesù con le sue stesse disposizioni.

Nella comunione

Quando ti avvicini a ricevere la Comunione, dirai tre volte: “O Signore, non sono degno. . .”, rivolgendoti alla Santissima Trinità:
a) Al Padre: lamentandoti che non sei degno a causa dei tuoi cattivi pensieri e della tua ingratitudine verso un Padre così buono, ma che ti affidi a Maria e ti avvicini insieme a Lei
b) Al Figlio: gli dirai che non sei degno di riceverlo a causa delle tue parole inutili e cattive e della tua infedeltà nel servirlo, ma che lo preghi di aver pietà di te, poiché stai per introdurlo nella casa di sua Madre,
c) Allo Spirito Santo: Gli dirai che per la tiepidezza e malvagità delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue aspirazioni, non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, ma che tutta la tua fiducia è Maria, sua sposa fedele.

Dopo la comunione

Dopo la santa Comunione, stando interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, introdurrai Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo darai a sua Madre che l'accoglierà con amore, lo collocherà degnamente, l’adorerà profondamente, l'amerà perfettamente, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molti omaggi che le nostre fitte tenebre non conoscono.O rimarrai nell'atteggiamento dello schiavo che attende alla porta del palazzo del Re, mentre questi si trova a colloquio con la Regina. Mentre il Re e la Regina parlano tra loro, senza che abbiano bisogno di te, te ne andrai in spirito per cielo e terra e inviterai tutte le creature a ringraziare, adorare ed amare Gesù e Maria, al tuo posto: “Venite, prostrati adoriamo, ecc.”.

Vi è un'infinità di altri pensieri che lo Spirito Santo ispira e ispirerà anche a te, se sarai molto raccolto, mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho insegnata.

Ma ricordati che più lascerai fare a Maria nella tua Comunione, più Gesù sarà glorificato. E che tanto più lascerai fare a Maria per Gesù e a Gesù in Maria, quanto più profondamente ti umilierai e li ascolterai in pace e in silenzio, senza preoccuparti di vedere, gustare e sentire. Infatti il giusto vive di fede dappertutto, ma specialmente nella santa Comunione, che è un'azione di fede: “Il mio giusto vivrà mediante la fede”.


 






Ventiseiesimo giorno Trattato: [208 - 212]


B. Li provvede di tutto.

Il secondo dovere di carità che la Vergine santa adempie verso i suoi servi fedeli è di provvederli di tutto, per il corpo e per l'anima:-Ci riveste di abiti doppi, cioè, dei meriti del Suo Figlio Gesù Cristo insieme ai nostri propri meriti purificati ed elevati da Lei stessa.-Offre noi i cibi più squisiti della mensa di Dio, ricolmandoci di speciali grazie. Come tesoriera e dispensatrice dei doni e delle grazie dell'Altissimo, Maria ne assegna una buona porzione, anzi la migliore, per nutrire e mantenere i suoi figli e servi.

C. Li guida.

“Il terzo beneficio che Maria largisce ai suoi servi fedeli è di guidarli e dirigerli secondo la volontà di suo Figlio. Rebecca guidava il giovane Giacobbe e gli dava di tanto in tanto buoni consigli, sia per attirare su di lui la benedizione del padre, sia per metterlo al sicuro dall'odio e dalla persecuzione del fratello Esaù. Maria, stella del mare, guida in porto tutti i suoi servi fedeli, indica loro le vie che conducono alla vita eterna, li allontana dai passi pericolosi, li conduce per mano nei sentieri della giustizia, li sorregge se vicini a cadere, li rialza se caduti, li riprende qual madre caritatevole nelle loro mancanze e talvolta li castiga amorevolmente”.


D. Li difende e protegge.

Il quarto consiste nel difenderli e proteggerli contro i loro nemici. Con la sua premura e accortezza, Rebecca salvò Giacobbe da tutti i pericoli, specialmente dalla morte, che il fratello Esaù ­il quale l'odiava e invidiava, come Caino fece con suo fratello Abele­ gli avrebbe sicuramente inflitto. Può forse temere i nemici un uomo circondato da un esercito di centomila uomini ben schierati? Ebbene, un servo fedele di Maria, circondato dalla sua protezione e potenza imperiale, ha meno ancora da temere. Questa amorevole Madre e possente Principessa dei cieli spedirebbe piuttosto battaglioni di milioni d'angeli al soccorso di qualche suo servo, prima che si possa dire che un servo fedele di Maria, affidatosi a lei, sia dovuto soccombere alla malizia, al numero e alla forza dei nemici.

E. Intercede in loro favore.

“Infine, il quinto e massimo bene che l'amabile Maria procura ai suoi fedeli devoti è di intercedere in loro favore presso suo Figlio, placandolo con le sue preghiere, e di unirli e tenerli uniti a lui con un vincolo molto intimo. Rebecca fece avvicinare Giacobbe al letto del padre ed il buon vegliardo lo toccò, lo abbracciò, lo baciò con gioia, contento e soddisfatto com'era delle vivande ben preparate che gli erano state messe innanzi. Poi, aspirati con molto piacere i profumi squisiti dei suoi abiti, esclamò: “Ecco l'odore del mio figlio come l'odore di un campo che il Signore ha benedetto”.…Questo campo rigoglioso, il cui profumo conquistò il cuore del padre, non è altro che l'odore delle virtù e dei meriti di Maria... Dopo averli ricolmati di favori e aver ottenuto loro la benedizione del Padre celeste e l'unione con Gesù Cristo, la Vergine trattiene i santi nella loro pienezza e ve li fa perseverare sino alla fine…Ecco la spiegazione di questa grande e antica figura della predestinazione e della riprovazione, così sconosciuta e così densa di misteri”. 


  Pratiche di preparazione

In questa ultima settimana, San Luigi ci indica di fare il proposito di conoscere Gesù Cristo, ripetendo durante la giornata la preghiera di sant’Agostino: “Signore, che io ti conosca”. Seguiremmo i consigli che San Luigi insegna su “come vivere la consacrazione nella santa comunione” (trattato: [266-273]). Potete quindi applicare questi consiglio alle Sante Comunioni che facciate durante questa settimana. Vi proponiamo qui un riassunto dei consigli che da San Luigi.

Prima della Comunione

1) Ti umilierai profondamente davanti a Dio.
2) Rinunzierai alla tua indole corrotta e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia sembrare l'amor proprio.
3) Rinnoverai la tua consacrazione, dicendo: “Sono tutto tuo, o amata sovrana, e tutto ciò che e mio ti appartiene.
4) Supplicherai questa buona Madre di prestarti il suo cuore, per potervi ricevere Gesù con le sue stesse disposizioni.

Nella comunione

Quando ti avvicini a ricevere la Comunione, dirai tre volte: “O Signore, non sono degno. . .”, rivolgendoti alla Santissima Trinità:
a) Al Padre: lamentandoti che non sei degno a causa dei tuoi cattivi pensieri e della tua ingratitudine verso un Padre così buono, ma che ti affidi a Maria e ti avvicini insieme a Lei
b) Al Figlio: gli dirai che non sei degno di riceverlo a causa delle tue parole inutili e cattive e della tua infedeltà nel servirlo, ma che lo preghi di aver pietà di te, poiché stai per introdurlo nella casa di sua Madre,
c) Allo Spirito Santo: Gli dirai che per la tiepidezza e malvagità delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue aspirazioni, non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, ma che tutta la tua fiducia è Maria, sua sposa fedele.

Dopo la comunione

Dopo la santa Comunione, stando interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, introdurrai Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo darai a sua Madre che l'accoglierà con amore, lo collocherà degnamente, l’adorerà profondamente, l'amerà perfettamente, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molti omaggi che le nostre fitte tenebre non conoscono.O rimarrai nell'atteggiamento dello schiavo che attende alla porta del palazzo del Re, mentre questi si trova a colloquio con la Regina. Mentre il Re e la Regina parlano tra loro, senza che abbiano bisogno di te, te ne andrai in spirito per cielo e terra e inviterai tutte le creature a ringraziare, adorare ed amare Gesù e Maria, al tuo posto: “Venite, prostrati adoriamo, ecc.”.

Vi è un'infinità di altri pensieri che lo Spirito Santo ispira e ispirerà anche a te, se sarai molto raccolto, mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho insegnata.

Ma ricordati che più lascerai fare a Maria nella tua Comunione, più Gesù sarà glorificato. E che tanto più lascerai fare a Maria per Gesù e a Gesù in Maria, quanto più profondamente ti umilierai e li ascolterai in pace e in silenzio, senza preoccuparti di vedere, gustare e sentire. Infatti il giusto vive di fede dappertutto, ma specialmente nella santa Comunione, che è un'azione di fede: “Il mio giusto vivrà mediante la fede”.




 











 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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30/01/2016 00:05
 
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Ventisettesimo giorno Trattato: [213 – 217]

CAPITOLO QUARTO"EFFETTI MERAVIGLIOSI DI QUESTA DEVOZIONE IN UN'ANIMA FEDELE"
San Luigi ci invita a persuaderci che se saremmo fedeli alle pratiche esteriori e interiori della devozione, questa produrrà dei frutti meravigliosi.

1. Conoscenza sapienziale di sé.

“Con la luce che lo Spirito Santo ti darà per mezzo di Maria, sua cara Sposa, conoscerai il tuo fondo cattivo, la tua corruzione e la tua incapacità di ogni bene, se Dio non ne è il principio come autore della natura e della grazia... Ti considererai come lumaca che tutto insudicia con la sua bava, o come rospo che tutto infetta col suo veleno, o come serpente malizioso che cerca soltanto d'ingannare. Insomma, l'umile Vergine ti renderà partecipe della sua umiltà profonda, per cui ti disprezzerai, non disprezzerai nessuno e amerai d'essere disprezzato”.

2. Partecipazione alla fede di Maria.

“La Vergine santa ti farà partecipe della sua fede: una fede che vinse, quaggiù, quella dei patriarchi, dei profeti, degli apostoli e dei santi: …una fede pura, per cui non ti preoccupi molto di quanto è sensibile e straordinario; una fede viva e animata dalla carità… ferma e incrollabile come roccia …operosa e penetrante… coraggiosa… una fede, infine, che sia per te fiaccola ardente, che rischiari quanti stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte…”

3. Maturità cristiana.

“Questa Madre del puro amore toglie dal tuo cuore ogni scrupolo ed ogni disordinato timore servile, l'apre e dilata per farti correre sulla via dei comandamenti di suo Figlio con la santa libertà dei figli di Dio…” In tal modo considererai Dio come buon Padre, conversando familiarmente con Lui, tendendo con semplicità la tua mano verso di Lui nelle cadute e rialzandoti senza turbamento con filiale fiducia.

4. Grande fiducia in Dio e in Maria.

La Vergine santa ti ricolmerà di grande fiducia in Dio e in lei stessa. Infatti, non ti accosterai più da solo a Gesù Cristo, ma sempre per mezzo di lei.“Tu le hai dato tutti i tuoi meriti, grazie e soddisfazioni perché ne disponga a suo piacimento ed ella ti comunica le sue virtù e ti riveste dei suoi meriti. Così tu puoi dire a Dio con fiducia: “Ecco Maria tua serva: avvenga di me quello che hai detto”. Tu ti sei dato a lei totalmente, corpo e anima, e lei che è generosa con i generosi, anzi più generosa di loro, in contraccambio si dà a te in modo meraviglioso”.

5. Comunicazione dell'anima e dello spirito di Maria.

Se ti impegni ad essere fedele alle pratiche di questa devozione, l'anima della Vergine santa si comunica a te per glorificare il Signore, il suo spirito si sostituisce al tuo per rallegrarsi in Dio, suo Salvatore. “Quando verrà quel tempo fortunato, nel quale la divina Maria regnerà padrona e sovrana nei cuori per sottometterli pienamente all'impero del suo grande ed unico Gesù…in quel tempo accadranno cose mirabili su questa misera terra, perché lo Spirito Santo vi troverà la sua cara Sposa come riprodotta nelle anime e quindi scenderà su di loro con l'abbondanza e la pienezza dei suoi doni ­ in particolar modo del dono della sua Sapienza ­ per operarvi meraviglie di grazie.


San Luigi si interroga: “Mio caro fratello, quando verrà questo tempo felice, questo secolo di Maria?” E risponde: “Questo tempo non giungerà se non quando sarà conosciuta e praticata la devozione che sto insegnando: “Perché venga il tuo regno, venga il regno di Maria”.


  Pratiche di preparazione

In questa ultima settimana, San Luigi ci indica di fare il proposito di conoscere Gesù Cristo, ripetendo durante la giornata la preghiera di sant’Agostino: “Signore, che io ti conosca”. Seguiremmo i consigli che San Luigi insegna su “come vivere la consacrazione nella santa comunione” (trattato: [266-273]). Potete quindi applicare questi consiglio alle Sante Comunioni che facciate durante questa settimana. Vi proponiamo qui un riassunto dei consigli che da San Luigi.

Prima della Comunione

1) Ti umilierai profondamente davanti a Dio.

2) Rinunzierai alla tua indole corrotta e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia sembrare l'amor proprio.
3) Rinnoverai la tua consacrazione, dicendo: “Sono tutto tuo, o amata sovrana, e tutto ciò che e mio ti appartiene.
4) Supplicherai questa buona Madre di prestarti il suo cuore, per potervi ricevere Gesù con le sue stesse disposizioni.

Nella comunione

Quando ti avvicini a ricevere la Comunione, dirai tre volte: “O Signore, non sono degno. . .”, rivolgendoti alla Santissima Trinità:

a) Al Padre: lamentandoti che non sei degno a causa dei tuoi cattivi pensieri e della tua ingratitudine verso un Padre così buono, ma che ti affidi a Maria e ti avvicini insieme a Lei
b) Al Figlio: gli dirai che non sei degno di riceverlo a causa delle tue parole inutili e cattive e della tua infedeltà nel servirlo, ma che lo preghi di aver pietà di te, poiché stai per introdurlo nella casa di sua Madre,
c) Allo Spirito Santo: Gli dirai che per la tiepidezza e malvagità delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue aspirazioni, non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, ma che tutta la tua fiducia è Maria, sua sposa fedele.

Dopo la comunione

Dopo la santa Comunione, stando interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, introdurrai Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo darai a sua Madre che l'accoglierà con amore, lo collocherà degnamente, l’adorerà profondamente, l'amerà perfettamente, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molti omaggi che le nostre fitte tenebre non conoscono.

O rimarrai nell'atteggiamento dello schiavo che attende alla porta del palazzo del Re, mentre questi si trova a colloquio con la Regina. Mentre il Re e la Regina parlano tra loro, senza che abbiano bisogno di te, te ne andrai in spirito per cielo e terra e inviterai tutte le creature a ringraziare, adorare ed amare Gesù e Maria, al tuo posto: “Venite, prostrati adoriamo, ecc.”.
Vi è un'infinità di altri pensieri che lo Spirito Santo ispira e ispirerà anche a te, se sarai molto raccolto, mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho insegnata.

Ma ricordati che più lascerai fare a Maria nella tua Comunione, più Gesù sarà glorificato. E che tanto più lascerai fare a Maria per Gesù e a Gesù in Maria, quanto più profondamente ti umilierai e li ascolterai in pace e in silenzio, senza preoccuparti di vedere, gustare e sentire. Infatti il giusto vive di fede dappertutto, ma specialmente nella santa Comunione, che è un'azione di fede: “Il mio giusto vivrà mediante la fede”.



 


Ventottesimo giorno Trattato: [218 – 221]

 6. Trasformazione in Maria ad immagine di Gesù Cristo.

Come spiega molte volte San Luigi, lo scopo di questa devozione e quella di unirci strettamente a Gesù. Questo è ciò che maggiormente desidera Maria, e Lei concede questa immensa grazia a coloro che si accostano a Lei come veri devoti.

San Luigi nota che ci sono tante persone che cercano questo stesso fine, l’unione con Gesù Cristo, chi per una via e una pratica, chi per un'altra. E spesso, dopo aver lavorato molto durante la notte, devono ammettere: “Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla”. Si potrebbe dire loro: “Avete seminato molto, ma avete raccolto poco”. Gesù Cristo è ancora molto debole in voi”. “Per la strada immacolata di Maria e con questa pratica divina che io insegno”, afferma il santo, “si lavora di giorno, si lavora in luogo santo e si fatica poco. Non c'è notte in Maria, perché in lei non ci fu mai né peccato né la minima ombra di colpa. Maria è un luogo santo, anzi il Santo dei santi, dove i santi si sono formati e modellati”.

Il Montfort usa dunque una immagine molto illuminante per farci capire come per mezzo di Maria raggiungiamo suo Figlio Gesù:
“Vi prego di notare quanto dico: i santi sono modellati in Maria. Vi è una grande differenza tra lo scolpire un'immagine in rilievo a colpi di martello e di scalpello, e il farne una gettandola nello stampo. Scultori e statuari lavorano molto per produrre figure nella prima maniera, ed è loro necessario molto tempo; invece, per modellare nella seconda maniera lavorano poco e le realizzano in pochissimo tempo. Sant'Agostino chiama la Vergine santa forma Dei, stampo di Dio: stampo adatto a formare e modellare degli dei. Chi è gettato in questo stampo divino, vien presto formato e modellato in Gesù Cristo, e Gesù Cristo in lui. Con poca spesa e in breve tempo diviene dio, perché è gettato nello stesso stampo nel quale è stato formato un Dio.”

Riferendosi ai direttori spirituali, insiste sul bisogno guidare le anime sullo stampo di Maria:

“Mi sembra di poter benissimo paragonare i direttori spirituali e le persone devote che intendono formare Gesù Cristo, in sé o negli altri con pratiche diverse da quella che io sto esponendo, a scultori che confidano nella propria abilità, industria e arte, e danno un'infinità di colpi di martello e di scalpello ad una pietra dura, o ad un pezzo di legno mal levigato, per farne l'immagine di Gesù Cristo. 
Talvolta non riescono ad esprimerlo al naturale, sia per difetto di conoscenza e di esperienza della persona di Gesù Cristo, sia per qualche colpo inconsiderato che rovina l'opera. Coloro, invece, che abbracciano il segreto di grazia che io presento, li paragono giustamente a fonditori e modellatori che hanno trovato l'eccellente stampo di Maria, nel quale Gesù Cristo è stato formato in modo naturale e divino. 
Non contando sulla propria accortezza, ma solo sulla bontà dello stampo, si gettano o si perdono in Maria, per divenire una copia al naturale di Gesù Cristo”.

San Luigi esprime i desideri di farci capire questa profonda realtà e di far si che la mettiamo in pratica, spiegando il bisogno che abbiamo di morire a noi stessi (“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo”) per ricavare in noi tramite Maria l’immagine e somiglianza di Dio mascherata dal peccato originale e dai nostri peccati:

“Com'è bello e giusto il paragone dello stampo di cui mi sono servito! Ma chi lo comprenderà? Desidero che sii tu, mio caro fratello. Ricordati bene, però: si getta nello stampo solo ciò che è fuso e liquido. In altre parole,devi distruggere e fondere in te il vecchio Adamo, se vuoi diventare quello nuovo in Maria”.

  Pratiche di preparazione

In questa ultima settimana, San Luigi ci indica di fare il proposito di conoscere Gesù Cristo, ripetendo durante la giornata la preghiera di sant’Agostino: “Signore, che io ti conosca”. Seguiremmo i consigli che San Luigi insegna su “come vivere la consacrazione nella santa comunione” (trattato: [266-273]). Potete quindi applicare questi consiglio alle Sante Comunioni che facciate durante questa settimana. Vi proponiamo qui un riassunto dei consigli che da San Luigi.

Prima della Comunione

1) Ti umilierai profondamente davanti a Dio.

2) Rinunzierai alla tua indole corrotta e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia sembrare l'amor proprio.
3) Rinnoverai la tua consacrazione, dicendo: “Sono tutto tuo, o amata sovrana, e tutto ciò che e mio ti appartiene.
4) Supplicherai questa buona Madre di prestarti il suo cuore, per potervi ricevere Gesù con le sue stesse disposizioni.

Nella comunione

Quando ti avvicini a ricevere la Comunione, dirai tre volte: “O Signore, non sono degno. . .”, rivolgendoti alla Santissima Trinità:

a) Al Padre: lamentandoti che non sei degno a causa dei tuoi cattivi pensieri e della tua ingratitudine verso un Padre così buono, ma che ti affidi a Maria e ti avvicini insieme a Lei
b) Al Figlio: gli dirai che non sei degno di riceverlo a causa delle tue parole inutili e cattive e della tua infedeltà nel servirlo, ma che lo preghi di aver pietà di te, poiché stai per introdurlo nella casa di sua Madre,
c) Allo Spirito Santo: Gli dirai che per la tiepidezza e malvagità delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue aspirazioni, non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, ma che tutta la tua fiducia è Maria, sua sposa fedele.

Dopo la comunione

Dopo la santa Comunione, stando interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, introdurrai Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo darai a sua Madre che l'accoglierà con amore, lo collocherà degnamente, l’adorerà profondamente, l'amerà perfettamente, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molti omaggi che le nostre fitte tenebre non conoscono.

O rimarrai nell'atteggiamento dello schiavo che attende alla porta del palazzo del Re, mentre questi si trova a colloquio con la Regina. Mentre il Re e la Regina parlano tra loro, senza che abbiano bisogno di te, te ne andrai in spirito per cielo e terra e inviterai tutte le creature a ringraziare, adorare ed amare Gesù e Maria, al tuo posto: “Venite, prostrati adoriamo, ecc.”.
Vi è un'infinità di altri pensieri che lo Spirito Santo ispira e ispirerà anche a te, se sarai molto raccolto, mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho insegnata.

Ma ricordati che più lascerai fare a Maria nella tua Comunione, più Gesù sarà glorificato. E che tanto più lascerai fare a Maria per Gesù e a Gesù in Maria, quanto più profondamente ti umilierai e li ascolterai in pace e in silenzio, senza preoccuparti di vedere, gustare e sentire. Infatti il giusto vive di fede dappertutto, ma specialmente nella santa Comunione, che è un'azione di fede: “Il mio giusto vivrà mediante la fede”.


 






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Ventinovesimo giorno Trattato: [222-225]

7. La maggior gloria di Gesù Cristo.

San Luigi insiste sull’efficacia e prontezza di questa via per dare la maggior gloria a Dio:

“Con questa forma di devozione vissuta con molta fedeltà, tu dai maggior gloria a Gesù Cristo in un solo mese che con qualunque altra, anche più difficile, in parecchi anni”.


In seguito ne enuncia i motivi:

1)      “Se compi le tue azioni per mezzo di Maria ­come questa pratica ti insegna tu lasci le tue intenzioni ed azioni, per quanto buone e conosciute, per perderti, diciamo così, in quelle della Vergine santa, sebbene a te sconosciute. E cosi tu vieni a partecipare della sublimità delle intenzioni di Maria. Esse furono così pure, che lei diede più gloria a Dio con la minima delle sue azioni ­ come per esempio, filare con la conocchia o dare un punto d'ago ­ che san Lorenzo sopra la graticola con il suo crudele martirio; anzi, che tutti i santi con le loro azioni più eroiche.
Pertanto, nel corso della sua vita terrena, Maria acquistò un cumulo così ineffabile di grazie e meriti, che è più facile contare le stelle del firmamento, le gocce d'acqua del mare e i granelli di sabbia della spiaggia, che non i suoi meriti e le sue grazie. Ella procurò a Dio maggior gloria che non gliene diedero né daranno mai tutti gli angeli e i santi.

O prodigio di Maria! Tu non puoi che operare meraviglie di grazie nelle anime che vogliono davvero immergersi in te!

2)      Chi è fedele a questa forma di devozione, ritiene come un nulla tutto ciò che pensa o compie da solo. Nei suoi incontri e colloqui con Gesù Cristo trova appoggio e compiacimento solo nelle disposizioni di Maria. Così egli pratica l'umiltà molto più di quanto non facciano coloro che agiscono da soli, appoggiandosi e compiacendosi impercettibilmente delle proprie disposizioni. Per conseguenza egli glorifica maggiormente Dio che riceve gloria perfetta solo dai piccoli e umili di cuore.

3)      Mossa da grande carità, Maria riceve nelle sue mani verginali il dono delle nostre azioni, conferisce loro una bellezza e uno splendore meraviglioso e poi le presenta ella stessa a Gesù Cristo. È evidente che in tal modo Nostro Signore ne riceve più gloria che se gliele offrissimo noi direttamente con le nostre mani colpevoli.

4)      Ogni volta che tu pensi a Maria, Maria pensa per te a Dio. Ogni volta che tu dai lode e onore a Maria, Maria con te loda e onora Dio. Maria è tutta relativa a Dio, e io la chiamerei benissimo l'essere relazionale a Dio, che non esiste se non in relazione a Dio, o l'eco di Dio, che non dice e non ripete se non Dio. Se tu dici Maria, ella ripete Dio.

Santa Elisabetta lodò Maria e la disse beata per aver creduto. Maria ­l'eco fedele di Dio­ intonò: “L'anima mia magnifica il Signore”. Ciò che Maria fece in quella occasione, lo ripete ogni giorno. Quando è lodata, amata, onorata o riceve qualche cosa, Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato, Dio riceve per le mani di Maria e in Maria.”




  Pratiche di preparazione

In questa ultima settimana, San Luigi ci indica di fare il proposito di conoscere Gesù Cristo, ripetendo durante la giornata la preghiera di sant’Agostino: “Signore, che io ti conosca”. Seguiremmo i consigli che San Luigi insegna su “come vivere la consacrazione nella santa comunione” (trattato: [266-273]). Potete quindi applicare questi consiglio alle Sante Comunioni che facciate durante questa settimana. Vi proponiamo qui un riassunto dei consigli che da San Luigi.

Prima della Comunione

1) Ti umilierai profondamente davanti a Dio.

2) Rinunzierai alla tua indole corrotta e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia sembrare l'amor proprio.
3) Rinnoverai la tua consacrazione, dicendo: “Sono tutto tuo, o amata sovrana, e tutto ciò che e mio ti appartiene.
4) Supplicherai questa buona Madre di prestarti il suo cuore, per potervi ricevere Gesù con le sue stesse disposizioni.

Nella comunione

Quando ti avvicini a ricevere la Comunione, dirai tre volte: “O Signore, non sono degno. . .”, rivolgendoti alla Santissima Trinità:

a) Al Padre: lamentandoti che non sei degno a causa dei tuoi cattivi pensieri e della tua ingratitudine verso un Padre così buono, ma che ti affidi a Maria e ti avvicini insieme a Lei
b) Al Figlio: gli dirai che non sei degno di riceverlo a causa delle tue parole inutili e cattive e della tua infedeltà nel servirlo, ma che lo preghi di aver pietà di te, poiché stai per introdurlo nella casa di sua Madre,
c) Allo Spirito Santo: Gli dirai che per la tiepidezza e malvagità delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue aspirazioni, non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, ma che tutta la tua fiducia è Maria, sua sposa fedele.

Dopo la comunione

Dopo la santa Comunione, stando interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, introdurrai Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo darai a sua Madre che l'accoglierà con amore, lo collocherà degnamente, l’adorerà profondamente, l'amerà perfettamente, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molti omaggi che le nostre fitte tenebre non conoscono.

O rimarrai nell'atteggiamento dello schiavo che attende alla porta del palazzo del Re, mentre questi si trova a colloquio con la Regina. Mentre il Re e la Regina parlano tra loro, senza che abbiano bisogno di te, te ne andrai in spirito per cielo e terra e inviterai tutte le creature a ringraziare, adorare ed amare Gesù e Maria, al tuo posto: “Venite, prostrati adoriamo, ecc.”.
Vi è un'infinità di altri pensieri che lo Spirito Santo ispira e ispirerà anche a te, se sarai molto raccolto, mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho insegnata.

Ma ricordati che più lascerai fare a Maria nella tua Comunione, più Gesù sarà glorificato. E che tanto più lascerai fare a Maria per Gesù e a Gesù in Maria, quanto più profondamente ti umilierai e li ascolterai in pace e in silenzio, senza preoccuparti di vedere, gustare e sentire. Infatti il giusto vive di fede dappertutto, ma specialmente nella santa Comunione, che è un'azione di fede: “Il mio giusto vivrà mediante la fede”.


 



Trentesimo giorno Trattato: [257 – 265]

CAPITOLO QUINTO (seconda parte)

"ESPRESSIONI E IMPEGNI DELLA CONSACRAZIONE"B. ATTEGGIAMENTI INTERIORI

Il Montfort indica quale sia il vero spirito di questa consacrazione. Tutte le pratiche esteriori,      “che non bisogna omettere, né per negligenza né per disprezzo, per quanto lo stato e le condizioni di ciascuno lo consente”, devono sgorgare da questi atteggiamenti interiori:

1. Tutto per mezzo di Maria: agire secondo lo spirito di Maria.

Perché l'anima si lasci veramente guidare da questo spirito di Maria, deve compiere quanto segue.

1) “Prima dell'azione ­ per esempio prima della meditazione, della celebrazione o ascolto della santa Messa, prima della comunione...­ bisogna rinunciare allo spirito proprio, al proprio modo di vedere e di volere. Infatti, le tenebre del nostro spirito e la malizia del nostro volere e operare, per quanto possano apparirci buoni, se assecondati, frappongono ostacolo al santo spirito di Maria.

2) Bisogna consegnarsi allo spirito di Maria, per essere mossi e guidati secondo il suo volere. Bisogna mettersi docilmente fra le sue mani verginali, come uno strumento fra le mani dell'operaio, come un liuto fra le mani di un abile suonatore. Bisogna perdersi e abbandonarsi in lei, come una pietra che si getta nel mare. Ciòsi fa semplicemente e in un istante con una sola occhiata dello spirito e un lieve movimento della volontà, o anche con una breve frase, per esempio: “Rinuncio a me e mi dono a te, mia cara Madre”. Benché non si provi nessuna dolcezza sensibile in tale atto di unione, esso rimane vero, cosi come rimane vero che apparterrebbe al demonio uno che dicesse ­ Dio non voglia! ­ “mi do al demonio” con la stessa sincerità, benché non avverta nessun cambiamento sensibile.

3) Di tanto in tanto, durante e dopo le azioni, bisogna rinnovare il medesimo atto di offerta e di unione. Tanto più frequentemente ciò avviene e tanto più presto si giunge alla santità e all'unione con Cristo. Tale unione segue sempre necessariamente quella con Maria, perché lo spirito di Maria è lo spirito di Gesù.


2. Tutto con Maria: agire imitando Maria.

“Bisogna compiere le proprie azioni con Maria. Bisogna cioè agire guardando a Maria come al modello perfetto di ogni virtù e santità…In ogni azione, dunque, dobbiamo chiederci come l'ha compiuta o la compirebbe Maria se fosse al nostro posto. A tale scopo dobbiamo studiare e meditare tutte le grandi virtù da lei esercitate nel corso della sua vita”. In modo particolare la sua fede viva, l’umiltà profonda e la purezza del tutto divina”.


3. Tutto in Maria: agire intimamente uniti a Maria.
Bisogna compiere le proprie azioni in Maria. Lei è paragonabile a un giardino divino pieno di delizie. La si chiama anche “santuario della Divinità, il riposo della Santissima Trinità, il trono di Dio, la città di Dio, l'altare di Dio, il tempio di Dio, il mondo di Dio. Tutti titoli ed elogi verissimi, rispetto alle varie meraviglie e grazie operate dall'Altissimo in Maria”. San Luigi invita a immergersi in questo luogo così santo e divino, “custodito non già da un cherubino, come l'antico paradiso terrestre, ma dallo stesso Spirito Santo, che ne e diventato il padrone assoluto. Di Maria egli dice: “Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata”. Maria e un giardino chiuso! Maria e fontana sigillata! I miseri figli di Adamo ed Eva, cacciati dal paradiso terrestre, possono entrare in quest'altro soltanto per una grazia speciale dello Spirito Santo che devono meritare.

Dopo aver ottenuto con la propria fedeltà questa grazia eccezionale, bisogna abitare nel bell'interno di Maria con compiacenza, in esso riposarsi in pace, appoggiarsi con fiducia, nascondersi con sicurezza e perdersi senza riserva.  

4. Tutto per Maria: agire al servizio di Maria.
Infine, bisogna compiere tutte le proprie azioni per Maria. Ciò significa lavorare per lei “come farebbe un domestico, un servo ed uno schiavo. E pone in chiaro San Luigi, ancora una volta:

Questo non vuol dire che Maria viene considerata come l'ultimo fine del nostro servizio. Questo fine ultimo è solo Gesù Cristo. Si prende invece Maria come fine prossimo, ambiente misterioso e mezzo facile per incontrarlo.
Da buon servo e schiavo, bisogna “realizzare cose grandi per questa augusta sovrana. Bisogna sostenere i suoi privilegi quando sono contestati, difendere la sua gloria quando viene denigrata, attirare tutti ­ in quanto è possibile ­ al suo servizio e a questa vera e solida devozione. Bisogna parlare e gridare contro coloro che abusano della sua devozione per oltraggiarle il Figlio e nello stesso tempo, bisogna stabilire questa vera devozione. In ricompensa di tali piccoli servizi non si deve pretendere altro che l'onore di appartenere ad una principessa così amabile e la felicita di essere da lei uniti a Gesù, suo Figlio, con un vincolo indissolubile nel tempo e nell'eternità!”. 


  Gloria a Gesù in Maria! Gloria a Maria in Gesù! Gloria a Dio solo!
  Pratiche di preparazione
In questa ultima settimana, San Luigi ci indica di fare il proposito di conoscere Gesù Cristo, ripetendo durante la giornata la preghiera di sant’Agostino: “Signore, che io ti conosca”. Seguiremmo i consigli che San Luigi insegna su “come vivere la consacrazione nella santa comunione” (trattato: [266-273]). Potete quindi applicare questi consiglio alle Sante Comunioni che facciate durante questa settimana. Vi proponiamo qui un riassunto dei consigli che da San Luigi.

Prima della Comunione

1) Ti umilierai profondamente davanti a Dio.

2) Rinunzierai alla tua indole corrotta e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia sembrare l'amor proprio.
3) Rinnoverai la tua consacrazione, dicendo: “Sono tutto tuo, o amata sovrana, e tutto ciò che e mio ti appartiene.
4) Supplicherai questa buona Madre di prestarti il suo cuore, per potervi ricevere Gesù con le sue stesse disposizioni.

Nella comunione

Quando ti avvicini a ricevere la Comunione, dirai tre volte: “O Signore, non sono degno. . .”, rivolgendoti alla Santissima Trinità:

a) Al Padre: lamentandoti che non sei degno a causa dei tuoi cattivi pensieri e della tua ingratitudine verso un Padre così buono, ma che ti affidi a Maria e ti avvicini insieme a Lei
b) Al Figlio: gli dirai che non sei degno di riceverlo a causa delle tue parole inutili e cattive e della tua infedeltà nel servirlo, ma che lo preghi di aver pietà di te, poiché stai per introdurlo nella casa di sua Madre,
c) Allo Spirito Santo: Gli dirai che per la tiepidezza e malvagità delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue aspirazioni, non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, ma che tutta la tua fiducia è Maria, sua sposa fedele.

Dopo la comunione

Dopo la santa Comunione, stando interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, introdurrai Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo darai a sua Madre che l'accoglierà con amore, lo collocherà degnamente, l’adorerà profondamente, l'amerà perfettamente, l'abbraccerà strettamente e gli renderà in spirito e verità molti omaggi che le nostre fitte tenebre non conoscono.

O rimarrai nell'atteggiamento dello schiavo che attende alla porta del palazzo del Re, mentre questi si trova a colloquio con la Regina. Mentre il Re e la Regina parlano tra loro, senza che abbiano bisogno di te, te ne andrai in spirito per cielo e terra e inviterai tutte le creature a ringraziare, adorare ed amare Gesù e Maria, al tuo posto: “Venite, prostrati adoriamo, ecc.”.
Vi è un'infinità di altri pensieri che lo Spirito Santo ispira e ispirerà anche a te, se sarai molto raccolto, mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho insegnata.


Ma ricordati che più lascerai fare a Maria nella tua Comunione, più Gesù sarà glorificato. E che tanto più lascerai fare a Maria per Gesù e a Gesù in Maria, quanto più profondamente ti umilierai e li ascolterai in pace e in silenzio, senza preoccuparti di vedere, gustare e sentire. Infatti il giusto vive di fede dappertutto, ma specialmente nella santa Comunione, che è un'azione di fede: “Il mio giusto vivrà mediante la fede”.


   



Ringraziamo il sito: Formazione Cattolica






[Modificato da Caterina63 30/01/2016 00:12]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Un sacerdote risponde

Ho intenzione di consacrarmi a Gesù per mezzo di Maria, tuttavia non riesco bene a comprendere un passaggio cruciale

Quesito

Caro Padre Angelo,
ho intenzione di consacrarmi a Gesù per mezzo di Maria come San Luigi Maria di Monfort propone nel suo libro, il trattato della vera devozione.
Tuttavia non riesco bene a comprendere un passaggio cruciale della santa pratica e spero che lei possa aiutarmi: il punto riguarda la questione dei beni meritori e soddisfattori. Non mi è ben chiaro, infatti, come mai il valore meritorio della buone azioni sia incomunicabile agli altri mentre il valore soddisfattorio che riguarda peccati personali invece sì ( come è scritto nel trattato).
La mia domanda è la seguente: non dovrebbe essere il contrario, cioè non sarebbe il valore meritorio quello comunicabile agli altri e quello soddisfattorio personale e incomunicabile? Ovviamente mi sbaglio, poichè il testo dice il contrario, e vorrei che lei mi aiutasse a far luce su questo aspetto.
La ringrazio, non è la prima email che le scrivo e mi ha sempre aiutato a dissipare miei dubbi nella fede.
Grazie per il servizio che svolge e stasera propongo di raccomandarla al Signore nelle mie preghiere.
Cordialmente 
Pasquale


Risposta del sacerdote

Caro Pasquale,

  1. le affermazioni che hai riportato sono vere.

Le virtù sono incomunicabili. Si potrà contagiare gli altri con le proprie virtù, ma in questo caso è sempre il soggetto che le fa sue.
Ad esempio: uno non può dare la propria fede o la propria castità a un altro. Si può comunicarne il fascino. Ma nel momento in cui vengono fatte proprie sono acquisizione del soggetto.

2. La stessa cosa vale per le grazie, che sono doni o miracoli che il Signore concede ai singoli. Se uno riceve un’apparizione, non la può donare a nessuno.
Potrà comunicarne i contenuti, ma con le proprie forze non può rendere altre persone soggetto dell’apparizione.

3. La stessa cosa vale per i meriti. 
Essi sono legati alle azioni di chi se li è procurati.
Si potranno comunicare i benefici dei meriti, ma l’azione meritoria rimane di chi l’ha compiuta.

5. Per questo Giovanni Paolo II in Reconciliatio et paenitentia ha ricordato che “in ogni uomo non c’è nulla di tanto personale e intrasferibile quanto il merito della virtù o la responsabilità della colpa” (RP 16).

6. Tuttavia se non possiamo donare i nostri meriti, possiamo però meritare per gli altri.
Si può meritare davanti a Dio con le opere buone compiute in grazia.
Tuttavia è necessario dire come si può meritare.

7. Ebbene, si può meritare in due maniere: o per stretto rigore di giustizia (i teologi direbbero: per una specie di diritto, come chi ha lavorato ha diritto per giustizia di essere pagato), oppure a titolo di amicizia e di familiarità.
Il primo tipo di merito viene chiamato merito de condigno.
Il secondo viene detto merito de congruo.

8. Allora, se si è in grazia, si può meritare de condigno solo per se stessi.
Ciò significa che possiamo meritare beni di ordine sopranaturale come l’aumento della grazia, della fede, della speranza della carità e dei doni dello Spirito Santo.
Se siamo in grazia, possiamo meritare per gli altri solo de congruo, e cioè solo a titolo dell’amicizia e della familiarità con Dio.
Pertanto sotto quest’aspetto possiamo pregare per gli altri e anche meritare per loro, perché il Signore doni loro la fede, la salute, i beni che sono loro necessari. Ma meritando solo a titolo di amicizia non abbiamo a rigore il diritto di essere ascoltati.
In ogni caso la preghiera fatta merita sempre per chi la fa.

9. La soddisfazione invece consiste nello scontare la pena.
Ora la pena è un atto esteriore inflitto da un altro e come tale può essere diminuita o estinta dalla bontà di terzi.
In questo senso uno può pagare per un altro la multa ricevuta.
Alla società interessa di essere risarcita nel danno subito.
Non le interessa sapere se chi risarcisce sia il colpevole o un benefattore.

10. Per questo San Tommaso dice che “quando due uomini sono uniti nella carità l'uno può soddisfare per l'altro.
Non è così invece per la confessione e per la contrizione: poiché la soddisfazione consiste in un atto esterno” (Somma teologica, III, 48, 2, ad 1). 
La confessione, in quanto è richiesta di perdono, non può essere che un atto personale e insostituibile. È un atto di virtù, e come tale è intrasferibile da chi lo compie, come ha detto Giovanni Paolo II.
La stessa cosa vale per il pentimento o contrizione. Nessuno può pentirsi al posto di un altro. Il pentimento rimane sempre un atto personale e intrasferibile.

11. A proposito della soddisfazione per i peccati di altri  abbiano un grande esempio in Nostro Signore il quale “è venuto nel mondo precisamente per espiare il peccato del genere umano” (Somma teologica, III, 14, 1).
Ma questa soddisfazione non esime il soggetto dal pentimento e da quanto è necessario fare per attingere la soddisfazione di Cristo, e cioè la confessione sacramentale.

12. Mi compiaccio per la tua volontà di consacrarti al Signore per mezzo di Maria. 
Maria è sempre la strada migliore e soprattutto è sempre la strada più breve.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo


[Modificato da Caterina63 26/07/2016 09:27]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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[SM=g1740717] Trattato della Vera devozione a Maria (1) in audio

Di nome lo conosciamo in molti, ma fino a che punto sappiamo davvero il contenuto di questo testo prezioso? Diremo poco perché, se davvero ne conoscessimo le potenzialità che ci vengono offerte oggi saremmo tutti convertiti al Cristo! In questa serie di video dedicati al Trattato della vera devozione a Maria, in occasione dei 300 anni dalla morte di san Montfort (1716*2016 - 28 aprile), vogliamo offrirvi l'opportunità di entrare nel cuore di questo testo e catturarne l'essenza, farla nostra, approfittare di quanto ci viene regalato e convertirci davvero al Cristo per mezzo di Maria.
Buona meditazione a tutti

gloria.tv/media/c7iMMy3LEqE
www.youtube.com/watch?v=cPrWCZYhWS8

Movimento Domenicano del Rosario
____________________________

Seconda meditazione dal Trattato a Maria del Montfort (2)

Cari Amici, dopo avervi offerto una panoramica sul Trattato, vedi qui www.youtube.com/watch?v=cPrWCZYhWS8 cercando di coglierne l'essenza, proseguiamo in questo nuovo video con l'addentrarci nella spiegazione che il Montfort ci offre alla comprensione del perchè sia necessaria questa nostra adesione a Maria. Perché è conveniente collaborare con Lei, perché i grandi Santi hanno così insistito in questa devozione.
Buona meditazione.

gloria.tv/media/8gyZFZkYcM2
www.youtube.com/watch?v=r7hb9U-6t4w

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org


[SM=g1740750] Terza meditazione dal Trattato di Montfort (3)

Cari Amici, in questa terza meditazione cercheremo di capire, con le parole del Montfort l'importanza del nostro Battesimo, i nostri limiti nel mantenere le promesse che abbiamo fatto e quindi la necessità che abbiamo di avere Maria come Madre. L'importanza di questo Cuore Immacolato sia attraverso le Scritture quanto nel Magistero della Chiesa.
Vi ricordiamo così anche i primi due video sull'argomento:
- Che cosa è il Trattato della vera Devozione a Maria: www.youtube.com/watch?v=cPrWCZYhWS8
- Perchè è necessaria questa Consacrazione: www.youtube.com/watch?v=r7hb9U-6t4w

[SM=g1740717] gloria.tv/media/QSA51YuAUMT

su youtube: www.youtube.com/watch?v=I9pwlwbvf2w

Buona meditazione
Movimento Domenicano del Rosario


[SM=g1740750] Quarta meditazione dal Trattato a Maria del Montfort (4)

Cari Amici, siamo così giunti alla conclusione delle nostre semplici e brevi meditazioni sul Trattato della vera devozione a Maria di San Montfort. Una conclusione che però vuole essere una fraterna sollecitazione a non abbandonare questo progetto che Maria ha consegnato alla Chiesa stessa attraverso le Apparizioni di Fatima.
E' vero che le Apparizioni non sono un dogma di fede, ma è anche vero che Fatima e Lourdes, per esempio, sono le uniche visite del Cielo che la Chiesa ha fatto rientrare nel proprio recente magistero, le ha fatte proprie e come diademi preziosi, ha incastonato questi messaggi all'interno del proprio insegnamento a vantaggio della nostra salvezza. Non si tratta più di discutere ora su queste Apparizioni, ma sul come relazionarci noi con il Cielo, noi e il progetto di Dio, noi e l'aiuto che la Vergine Santa vuole offrirci.

In attesa di vedere altri video sulla Consacrazione, vi ricordiamo i video precedenti:
- Che cosa è il Trattato della vera Devozione a Maria: www.youtube.com/watch?v=cPrWCZYhWS8
- Perchè è necessaria questa Consacrazione: www.youtube.com/watch?v=r7hb9U-6t4w
- Perchè Dio sceglie Maria per questo affidamento speciale: www.youtube.com/watch?v=I9pwlwbvf2w


Buona meditazione

gloria.tv/video/RayJKPUboWR
www.youtube.com/watch?v=rEEL3Je9EQI


Movimento Domenicano del Rosario



primo video:


secondo video


terzo video



quarto video



[SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

[Modificato da Caterina63 16/03/2016 13:12]
Fraternamente CaterinaLD

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(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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