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Trattato della vera Devozione a Maria di san Luigi M. Grignon de Montfort

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2016 09:27
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29/01/2016 11:53
 
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Capitolo VI

FIGURA BIBLICA DELLA VITA DI CONSACRAZIONE

183. Di tutte le verità che ho esposte riguardo alla Santa Vergine e ai suoi figli e servitori, lo Spirito Santo nella Sacra Scrittura ci offre una figura mirabile nella storia di Giacobbe, che ricevette la benedizione dal padre suo Isacco, tramite le cure e le risorse di Rebecca sua madre. Eccola come lo Spirito Santo la riferisce. Vi aggiungerò poi la mia spiegazione.

1. STORIA DI GIACOBBE

184. Esaù aveva venduto a Giacobbe il suo diritto di primogenitura. Rebecca, madre dei due fratelli, che amava teneramente Giacobbe, riuscì diversi anni dopo a fargli avere questo privilegio, con una scaltrezza tutta santa e piena di misteri. Isacco si sentiva molto invecchiato e voleva lasciare le benedizioni ai suoi figli prima di morire; chiamò allora suo figlio Esaù, che amava, e gli ordinò di andare a caccia per procurarsi qualcosa da mangiare, dopo di che, lo avrebbe benedetto. Rebecca però avvertì subito Giacobbe di quello che stava succedendo e gli disse di andare a prendere due capretti dal gregge. Quando egli li ebbe portati alla madre, ella li preparò per Isacco, come sapeva che egli desiderava. Poi rivestì Giacobbe degli abiti di Esaù che ella aveva con se, coprì le sue mani e il collo con la pelle dei capretti, cosicché suo padre, ormai privo della vista, ascoltando la voce di Giacobbe e toccando il pelo delle sue mani, potesse credere che fosse suo fratello Esaù.
In effetti Isacco fu sorpreso della sua voce, che credeva essere la voce di Giacobbe, e lo fece avvicinare, toccando il pelo delle pelli di cui si era coperte le mani e disse che effettivamente la voce era quella di Giacobbe, ma le mani erano quelle di Esaù. Dopo aver mangiato, baciò Giacobbe, sentendo l'odore dei suoi vestiti profumati e lo benedì, augurandogli la rugiada del cielo e la fecondità della terra; lo costituì capo di tutti i suoi fratelli e terminò la benedizione con queste parole: "Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto".
Isacco aveva appena detto queste parole, che Esaù entrò, portando da mangiare ciò che aveva preso alla caccia, perché suo padre potesse poi benedirlo. Il santo patriarca fu sorpreso da uno stupore incredibile quando si accorse di ciò che era successo, ma invece di ritrattare ciò che aveva fatto, lo confermò, perché in questo fatto vedeva fin troppo chiaramente il dito di Dio. Esaù allora scoppiò in grida e lamenti, come annota la Sacra Scrittura, accusando a gran voce suo fratello di aver imbrogliato e chiedendo a suo padre se non avesse per lui almeno una benedizione. I santi Padri osservano a questo punto come egli sia la figura di coloro che trovano comodo conciliare Dio con il mondo, volendo godere insieme delle consolazioni del cielo e di quelle della terra.
Isacco fu toccato dalle grida di Esaù e alla fine lo benedì, ma con una benedizione terrena e assoggettandolo a suo fratello. Ciò provocò in lui un odio così velenoso contro Giacobbe, che aspettava solo la morte del padre per ucciderlo. E Giacobbe non avrebbe potuto evitare questa morte se sua madre Rebecca non lo avesse protetto con i suoi accorgimenti e con i buoni consigli che gli diede, e che egli seguì.

2. INTERPRETAZIONE DELLA STORIA DI GIACOBBE

185. Prima di spiegare questa storia così bella, bisogna ricordare che - secondo tutti i santi Padri e gli interpreti della Sacra Scrittura - Giacobbe è la figura di Gesù Cristo e dei veri credenti, mentre Esaù è figura dei non credenti. Per farsene un'idea, basta esaminare le azioni e il comportamento dell'uno e dell'altro.

a) Esaù figura dei riprovati

1°. Esaù, il primogenito, era forte e vigoroso nel corpo, accorto e abile nel tirare con l'arco e nel prendere molta selvaggina a caccia.
2°. Egli non stava quasi mai in casa; lavorava fuori e aveva fiducia solo nella propria forza e capacità.
3°. Non si preoccupava molto di piacere a sua madre Rebecca e non faceva nulla per questo.
4°. Era così ingordo e schiavo della gola, che vendette il diritto di primogenitura per un piatto di lenticchie.
5°. Come Caino, era preso da invidia per suo fratello Giacobbe e gli era sempre contro.
 
186. Ed è questo il comportamento che ogni giorno tengono i cattivi credenti.
1°. Hanno fiducia nella propria forza e nelle loro capacità per gli affari temporali; sono molto forti, abili e avveduti per le cose della terra, ma molto deboli e ignoranti nelle cose del cielo.

187. 2°. Non dimorano mai, o quasi mai, nella loro propria casa, cioè nel loro interiore, che è la casa intima e fondamentale che Dio ha dato a ciascuno, per dimorarvi sul suo esempio, poiché Dio dimora sempre in se stesso. I cattivi credenti non amano affatto il ritiro, né la spiritualità, e neppure la devozione interiore; piuttosto essi trattano da bigotti, piccini e rustici, coloro che vivono l'interiorità e il ritiro dal mondo, dedicandosi più all'interiore che all'esteriore.

188. 3°. I cattivi credenti non si interessano per nulla della devozione alla Santa Vergine, Madre dei veri credenti. E' vero: non la odiano espressamente, qualche volta le tributano lodi, dicono di amarla e praticano pure qualche devozione in suo onore, ma per il resto non sopportano che la si ami teneramente, poiché essi non nutrono per lei le tenerezze di Giacobbe; trovano a ridire sulle pratiche di devozione alle quali i suoi figli e servitori si attengono fedelmente per guadagnarne l'affetto; non credono infatti che questa devozione sia loro necessaria per salvarsi e pensano che sia sufficiente non odiare formalmente la Santa Vergine e non disprezzare apertamente questa devozione; credono di aver meritato le buone grazie della Santa Vergine e di essere suoi servitori, perché recitano e borbottano qualche preghiera in suo onore, senza alcuna tenerezza per lei e senza emendare se stessi.

189. 4°. I cattivi credenti vendono il loro diritto di primogenitura, cioè le gioie del paradiso, per un piatto di lenticchie, cioè per i piaceri della terra. Essi ridono, bevono, mangiano, si divertono, giocano e danzano, senza preoccuparsi - come Esaù - di rendersi degni della benedizione del Padre celeste. In due parole, non pensano che alla terra, non amano che la terra, non parlano e non agiscono che per la terra e per i propri piaceri; per un - breve momento di piacere, per un illusorio fumo di onore e per un pezzo di dura terra, gialla o bianca, vendono la grazia battesimale, la loro veste di innocenza e l'eredità celeste.

190. 5°. Infine, i cattivi credenti odiano e perseguitano ogni giorno i veri credenti, apertamente o subdolamente; non li possono sopportare, li disprezzano, li criticano, li burlano, li offendono, li derubano, li ingannano, li sfruttano, li scacciano, li annientano; mentre essi fanno fortuna, si tolgono ogni piacere, se la passano bene, si arricchiscono, si espandono e vivono a loro agio.

b) Giacobbe, figura dei predestinati

191. Giacobbe, il minore:
1°. Era di costituzione più debole, mite e pacifico e rimaneva abitualmente in casa per guadagnarsi le buone grazie di sua madre Rebecca, che amava teneramente; se usciva fuori, non era per sua volontà, né per fiducia nella propria capacità, ma per obbedire a sua madre. 

192. 2°. Egli amava e onorava la sua madre: per questo rimaneva in casa con lei; era contento quando la vedeva; evitava tutto ciò che potesse dispiacerle e faceva invece tutto quello che pensava le piacesse: questo aumentava in Rebecca l'amore che aveva per lui.

193. 3°. Era sottomesso in ogni cosa alla sua cara madre; le obbediva in ogni cosa totalmente, prontamente e senza tardare, amorosamente e senza lamentarsi; al minimo cenno della sua volontà, il piccolo Giacobbe correva ed eseguiva. Credeva a tutto ciò che ella gli diceva, senza obiettare: per esempio, quando gli disse di andare a prendere due capretti e di portarglieli, per preparare da mangiare a suo padre Isacco, Giacobbe non replicò che ne sarebbe bastato uno solo, per preparare da mangiare per una sola volta a un solo uomo; ma, senza controbattere, fece ciò che gli aveva detto.

194. 4°. Aveva una grande fiducia nella sua cara madre: non contava per nulla sulla propria abilità, ma solo sulle premure e la protezione di sua madre; la chiamava in ogni suo bisogno, la consultava in ogni dubbio, per esempio quando le domandò se, al posto della benedizione, non avrebbe piuttosto ricevuto la maledizione di suo padre e quando ella gli disse che avrebbe preso su di se questa maledizione, egli le credette ed ebbe fiducia in lei.

195. 5°. Infine, egli imitava - secondo le sue possibilità - le virtù che vedeva in sua madre, e sembra che una della ragioni per cui rimaneva sedentario in casa, era così virtuosa, e per potersi così allontanare dalle cattive compagnie, che corrompono i costumi. Per questo mezzo, egli si rese degno di ricevere la doppia benedizione del suo caro padre.

196. 1°. Ed ecco anche la condotta che i veri credenti tengono ogni giorno: sono sedentari in casa con la loro madre, cioè amano il ritiro, vivono l'interiore, si applicano all'orazione, ma sull'esempio e in compagnia della loro Madre, la Santa Vergine, la cui gloria è tutta interiore e che per tutta la propria vita ha molto amato il ritiro e l'orazione. A volte, certo, appaiono al di fuori, nel mondo, ma è per obbedienza alla volontà di Dio e a quella della loro Madre, per compiere i doveri del loro stato. Per quanto possano apparire grandi le cose che fanno nell'esteriore, essi danno un maggiore valore a quelle che compiono all'interno di se stessi, nel loro interiore, in compagnia della Santa Vergine, perché qui compiono la grande impresa della loro perfezione, di fronte alla quale tutte le altre imprese non sono che dei giochi da bambini.
E' per questo che, mentre a volte i loro fratelli e sorelle si danno da fare per l'esteriore, con molto impegno, industria e successo, tra l'applauso e l'approvazione del mondo, essi sanno - per illuminazione dello Spirito Santo - che c'è maggior gloria, utilità e soddisfazione nel rimanere nascosti nel ritiro con Gesù Cristo, loro modello, in totale e perfetta sottomissione alla loro Madre, che non nel compiere da se stessi delle meraviglie di natura e di grazia nel mondo, come degli Esaù o cattivi credenti. "Onore e ricchezza nella sua casa", la gloria per Dio e le ricchezze per l'uomo si trovano nella casa di Maria. Signore Gesù, quanto sono amabili le tue dimore! Il passero ha trovato una casa per abitarvi e la tortorella un nido dove porre i suoi piccoli. Quanto è felice l'uomo che abita nella casa di Maria, dove tu stesso hai stabilito per primo la tua dimora! E' in questa casa dei veri credenti che l'uomo riceve solo da te l'aiuto, e dove ha disposto nel proprio cuore delle gradinate e degli scalini per ogni virtù, per salire fino alla perfezione in questa valle di lacrime. "Quanto sono amabili le tue dimore... ".

197. 2°. Essi amano teneramente e onorano sinceramente la Santa Vergine come loro buona Madre e Sovrana. La amano non solamente a parole, ma con i fatti; la onorano, non soltanto esteriormente, ma nel profondo del loro cuore; e come Giacobbe, evitano tutto ciò che le può dispiacere e praticano con fervore tutto ciò che credono possa loro procurare la sua benevolenza. Le portano e le offrono, non due capretti, come Giacobbe a Rebecca, ma ciò che i due capretti di Giacobbe figurano: loro corpo e la loro anima, con tutto ciò che ne deriva, affinché:
1. ella li riceva come una cosa che le appartiene;
2. li uccida e faccia morire al peccato e a se stessi, scorticandoli e spogliandoli della propria pelle e del loro amor proprio e per potere in questo modo piacere a Gesù, suo Figlio, che non vuole per amici e discepoli che persone morte a se stesse;
3. li prepari secondo il gusto del Padre celeste e per la sua più grande gloria, che ella conosce meglio di ogni altra creatura;
4. di questo corpo e di quest'anima, con le sue cure e la sua intercessione, ben purificati da ogni macchia, ben morti, spogliati e preparati, ne faccia un piatto delicato, degno del gusto e della benedizione del Padre celeste. Non è forse questo che faranno i veri credenti, che gusteranno e praticheranno la perfetta consacrazione a Gesù Cristo per le mani di Maria, che noi proponiamo loro, per testimoniare a Gesù e a Maria un amore fattivo e coraggioso? I falsi credenti dicono spesso di amare Gesù, di amare e onorare Maria, ma non fino ad offrire i loro averi, non fino a sacrificare il loro corpo con i suoi sensi e la loro anima con le sue passioni, come fanno i credenti autentici.

198. 3°. Essi vivono sottomessi e obbedienti alla Santa Vergine, come a loro buona Madre, sull'esempio di Gesù Cristo, il quale, dei trentatré anni vissuti sulla terra, ne ha impiegati trenta a dare gloria a Dio suo Padre per mezzo di una perfetta e totale sottomissione alla sua santa Madre. Le obbediscono seguendo esattamente i suoi consigli, come il piccolo Giacobbe seguiva quelli di Rebecca, e dice loro: "Obbedisci al mio ordine". O come gli invitati alle nozze di Cana, ai quali la Santa Vergine dice: "Fate quello che mio Figlio vi dirà". Giacobbe, per aver obbedito a sua madre, ricevette la benedizione come per miracolo, poiché normalmente non l'avrebbe dovuta ricevere; gli invitati alle nozze di Cana, per aver seguito il consiglio della Vergine Santa, furono onorati del primo miracolo di Gesù Cristo, che cambiò l'acqua in vino, alla preghiera della sua santa Madre. Così, tutti coloro che fino alla fine dei secoli riceveranno la benedizione del Padre celeste e saranno onorati delle meraviglie di Dio, non riceveranno queste grazie che a motivo della loro perfetta obbedienza a Maria. Gli Esaù, al contrario, perdono la benedizione perché manca loro la sottomissione alla Santa Vergine. 

199. 4°. Hanno una grande fiducia nella bontà e nella potenza della Santa Vergine, loro buona Madre; chiedono il suo aiuto continuamente; la guardano come la loro stella polare, per arrivare nel porto sicuro; le confidano le loro pene e necessità con grande apertura di cuore; si attaccano al suo seno di misericordia e di dolcezza, per ottenere il perdono dei loro peccati per mezzo della sua intercessione, o per gustare le sue materne dolcezze nelle angustie e nelle difficoltà. Si gettano perfino, si nascondono e si perdono in modo mirabile nel suo seno amoroso e verginale, per essere infiammati dal puro amore, purificati dalle più piccole macchie e trovarvi in pienezza Gesù, che vi risiede come sul suo trono più glorioso. Oh! Quale gioia! Dice l'abate Guerrico: "Non credere che vi sia più felicità ad abitare nel seno di Abramo che in quello di Maria, poiché il Signore stesso vi ha posto il suo trono". Al contrario, i cattivi credenti pongono tutta la loro fiducia in se stessi; come il figlio prodigo, mangiano solo ciò che mangiano i porci; si nutrono solo di terra, come i rospi e, come i mondani, non amano che le cose sensibili ed esteriori, non gustando così per nulla le dolcezze del grembo e del seno di Maria; non sperimentano quel certo appoggio e quella sicura fiducia che i veri credenti provano nei riguardi della Santa Vergine, loro buona Madre. Essi invece amano miseramente la loro fame di esteriorità, come dice san Gregorio, poiché non vogliono gustare la dolcezza che è già pronta nell'interno di loro stessi e nell'interno di Gesù e di Maria.

200. 5°. Infine, i veri credenti seguono le vie della Vergine Santa, loro buona Madre, cioè la imitano, ed è proprio in questo che sono veramente felici e devoti e posseggono il segno infallibile della loro autenticità, come dice loro questa buona Madre: "Beati coloro che seguono le mie vie", cioè beati quelli che praticano le mie virtù e che camminano sulle tracce della mia vita, con l'aiuto della divina grazia. Essi sono felici in questo mondo, durante la loro vita, per l'abbondanza delle grazie e delle dolcezze che io comunico loro dalla mia pienezza e in più abbondanza che ad altri, i quali non mi imitano così da vicino. Sono felici nella loro morte, che è dolce e tranquilla, e alla quale di solito io sono presente, per condurli io stessa alle gioie dell'eternità. Infine, saranno felici nell'eternità, perché nessuno dei miei buoni servitori, che abbia imitato le mie virtù durante la propria vita, si è mai perduto. I cattivi credenti, al contrario, sono infelici durante la loro vita, alla loro morte e nell'eternità, poiché non imitano affatto la Santa Vergine nelle sue virtù, si accontentano di iscriversi in alcuni casi alle sue confraternite, di recitare qualche preghiera in suo onore, o di compiere qualche altra devozione esteriore. O Vergine Santa, mia buona Madre, quanto sono beati - ripeto con i trasporti del mio cuore - quanto felici quelli e quelle che seguono fedelmente le tue vie, i tuoi consigli e i tuoi comandi, senza lasciarsi sedurre da una falsa devozione verso di te! Ma quanto sono infelici e sventurati coloro che non osservano i comandamenti del Figlio tuo, abusando della devozione verso di te: "Maledetto chi devia dai tuoi decreti".
Maria assiste i suoi fedeli servi

3. MARIA E I SUOI CONSACRATI

201. Ecco ora gli impegni di carità che la Santa Vergine, come la migliore di tutte le madri, si assume nei riguardi dei suoi fedeli servitori, che si sono dati a lei nel modo che ho detto e secondo la figura di Giacobbe.
1°. Li ama. "Io amo coloro che mi amano".
Li ama: 1°. perché è loro vera Madre; ora, una madre ama sempre il proprio figlio, frutto del suo grembo; 2°. li ama per riconoscenza, perché in effetti essi pure la amano come loro buona Madre; 3°. li ama perché - essendo veri credenti - Dio li ama: "Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù"; 4°. li ama perché si sono consacrati totalmente a lei e sono sua porzione ed eredità: "Prendi in eredita' Israele".

1) Essa li ama

202. Ella li ama teneramente, e più teneramente di tutte le madri insieme. Se puoi, prendi tutto l'amore umano che le madri di tutto il mondo hanno per i loro figli; mettilo insieme in un solo cuore, quello di una madre per il proprio figlio unico: certamente questa madre amerà molto quel figlio; eppure, è vero che Maria ama ancora più teneramente i suoi figli, di quanto questa madre amerebbe il suo. Non li ama soltanto con affetto, ma con efficacia. Il suo amore per essi è attivo ed effettivo, come quello, e più di quello di Rebecca per Giacobbe. Ecco ciò che questa buona Madre, di cui Rebecca non era che la figura, compie per ottenere ai suoi figli la benedizione del Padre celeste.

203. 1°. Come Rebecca, spia le occasioni favorevoli per fare loro del bene, farli crescere e arricchirli. Poiché vede in Dio tutti i beni e i mali, le vicende buone e cattive, le benedizioni e le maledizioni di Dio, ella predispone le cose da lontano per evitare ogni sorta di mali ai suoi servitori e per colmarli di ogni sorta di beni; in questo modo, se c'è da cogliere una buona occasione secondo Dio, per la fedeltà di una creatura a qualche alto impiego, è sicuro che Maria procurerà questo positivo vantaggio a qualcuno dei suoi buoni figli e servitori e darà loro la grazia per venirne a capo con fedeltà: "Ella stessa si prende cura dei nostri interessi", dice un santo. 

204. 2°: Dà buoni consigli, come Rebecca a Giacobbe: "Figlio mio, segui i miei consigli". Tra gli altri, suggerisce loro di portare due capretti, cioè il proprio corpo e la propria anima, di consacrarli a lei per farne un gusto gradito a Dio e di compiere tutto ciò che Gesù Cristo, suo Figlio, ha insegnato con le parole e gli esempi. Se non è direttamente che dà questi consigli, lo fa per mezzo degli angeli, i quali non hanno onore e piacere più grande che quello di obbedire a uno dei suoi comandi, per discendere servitori. E sulla terra e aiutare qualcuno dei suoi.

205. 3°. Quando le si è portato e consacrato il proprio corpo e la propria anima e tutto ciò che ne dipende, senza nessuna eccezione, che cosa fa questa buona Madre? Ciò che fece un tempo Rebecca ai due capretti che Giacobbe le aveva portato:
1. li uccide e li fa morire alla vita del vecchio Adamo,
2. li scortica e li spoglia della loro pelle naturale, delle loro inclinazioni umane, del loro amor proprio e volontà propria e di ogni attaccamento alla creatura;
3. li purifica dalle loro macchie, sozzure e peccati;
4. li prepara per il gusto di Dio e per la sua più grande gloria. Poiché non c'è che lei che conosca perfettamente questo gusto divino e questa più grande gloria dell'Altissimo, non c'è che lei che sappia, senza sbagliare, disporre e preparare il nostro corpo e la nostra anima per questo gusto infinitamente raffinato e a questa gloria infinitamente nascosta. 

206. 4°. Questa buona Madre, avendo ricevuto l'offerta totale che noi le abbiamo fatto di noi stessi e dei nostri meriti e del valore soddisfattorio, per mezzo della devozione di cui ho parlato, ed essendo noi spogliati dei nostri vecchi abiti, ella ci ripulisce e ci rende degni di comparire davanti al nostro Padre celeste.

1. Ci riveste degli abiti puliti, nuovi, preziosi e profumati di Esaù il primogenito, cioè di Gesù Cristo, suo Figlio, che ella custodisce nella sua casa, cioè che possiede nella sua potenza, essendo la tesoriera e la dispensatrice universale ed eterna dei meriti e delle virtù del suo Figlio, Gesù Cristo, che dà e comunica a chi vuole, quando vuole, come vuole e nella misura che vuole, come abbiamo già visto prima.
2. Circonda il collo e le mani dei suoi servitori con le pelli dei capretti uccisi e scorticati, cioè le orna dei meriti e del valore delle loro proprie azioni. In verità, uccide e fa morire tutto ciò che c'è di impuro e di imperfetto nelle loro persone, ma non perde e non dissipa alcun bene che la grazia vi produce; lo conserva e lo aumenta per farne l'ornamento e la forza del loro collo e delle loro mani, cioè per fortificarli nel portare il giogo del Signore, che si porta sul collo, e operare grandi cose per la gloria di Dio e la salvezza dei loro poveri fratelli.
3. Dà un nuovo profumo e una nuova grazia a questi abiti e ornamenti, comunicando loro i suoi stessi abiti; i suoi meriti e le sue virtù, che morendo ha lasciato loro in testamento, come dice una santa religiosa del secolo scorso, morta in fama di santità, la quale l'ha appreso per rivelazione; e così tutti i suoi domestici, i suoi fedeli servitori e schiavi "hanno doppia veste", gli abiti del Figlio suo e i suoi propri; per questo essi non hanno nulla da temere dal freddo di Gesù Cristo, bianco come la neve, che invece i cattivi credenti, tutti nudi e spogliati dei meriti di Gesù Cristo e della Vergine Santa, non potranno sostenere. 

207. 5°. Infine, ottiene loro la benedizione del Padre celeste, benché essendo figli minori e adottivi, non ne dovessero ordinariamente ricevere. Con questi abiti del tutto nuovi, molto preziosi e ottimamente profumati e con il proprio corpo e la propria anima ben disposti e preparati, essi si avvicinano con fiducia al letto di riposo del loro Padre celeste. Egli sente e riconosce la loro voce, che è quella del peccatore; tocca loro le mani coperte di pelli; sente il buon profumo dei loro abiti; mangia con gioia di ciò che Maria, loro Madre, gli ha preparato; e riconoscendo in essi i meriti e il buon profumo del Figlio suo e della sua santa Madre:
1. concede loro la sua duplice benedizione, benedizione della "rugiada del cielo", cioè della grazia divina che è seme di gloria: "ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo"; benedizione delle "terre grasse", cioè questo buon Padre dà loro il pane quotidiano e una sufficiente abbondanza dei beni di questo mondo;
2. li rende signori degli altri loro fratelli, i cattivi credenti; non che questa supremazia appaia sempre in questo mondo che passa in un momento, dove spesso sono i cattivi che dominano: "Sparleranno, diranno insolenze, si vanteranno tutti i malfattori". "Ho visto l'empio trionfante ergersi... ", ma e vera tuttavia e apparirà in modo manifesto nell'altro mondo, per tutta l'eternità, dove i giusti - come dice lo Spirito Santo - "governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli";
3. non contenta di benedirli nelle loro persone e nei loro beni, la Maestà divina benedice anche tutti coloro che li benediranno e maledice tutti coloro che li malediranno e perseguiteranno.

2) Essa li nutre

208. 2°. Li provvede di tutto. Il secondo dovere di carità che la Santa Vergine compie verso i suoi fedeli servitori consiste nel provvederli di tutto per il corpo e per l'anima. Dà loro abiti doppi, come abbiamo appena detto; dà loro da mangiare i cibi più squisiti della mensa di Dio; dà loro il pane di vita che ella ha formato; sotto il nome della Sapienza, dice loro: "Figli miei, saziatevi dei miei prodotti, riempitevi di Gesù, il frutto di vita che io ho messo al mondo per voi... Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari. Venite, mangiate il mio pane, che è Gesù; bevete il vino del suo amore, che io ho mescolato per voi con il latte del mio seno". Essendo ella la tesoriera e la dispensatrice dei doni e delle grazie dell'Altissimo, ne dà una buona porzione, e la migliore, per nutrire e mantenere i suoi figli e servitori. Essi sono ben pasciuti del pane vivente, inebriati del vino che germina i vergini. Sono portati in braccio e accarezzati. Sono talmente facilitati nel portare il giogo di Gesù Cristo, che quasi non ne sentono la pesantezza, a causa dell'olio della devozione nel quale ella lo fa macerare: il suo giogo cesserà di pesare sul tuo collo.

3) Essa li conduce

209. 3°. Li guida e conduce. Il terzo bene che la Santa Vergine compie per i suoi fedeli servitori è quello di guidarli e condurli secondo la volontà del suo Figlio. Rebecca guidava il suo piccolo Giacobbe e ogni tanto gli dava dei buoni consigli, sia per attirare su di lui la benedizione di suo padre, sia per evitare l'avversione e la persecuzione del suo fratello Esaù. Maria, che è la stella del mare, guida tutti i suoi fedeli servitori al porto sicuro; mostra loro le rotte della vita eterna, fa loro evitare i passaggi pericolosi, li tiene per mano sui sentieri della giustizia, li sostiene quando stanno per cadere, li rialza se sono caduti, li riprende come madre di carità quando hanno mancato e qualche volta anche li castiga amorevolmente. Un figlio che obbedisce a Maria, nutrice e guida illuminata sulle vie dell'eternità, potrà forse smarrirsi? Dice san Bernardo: "Seguendo i suoi esempi non ti smarrirai". Non temere: un vero figlio di Maria non viene ingannato dal maligno e non cade in qualche eresia esplicita. Là dove Maria è guida, non ci sono né lo spirito maligno con le sue illusioni, né gli eretici con le loro sottigliezze. Appoggiandoti a lei, non cadrai.

4) Essa li difende e li protegge

210. 4°. Li difende e protegge. Il quarto beneficio che la Santa Vergine rende ai suoi figli e fedeli servitori è quello di difenderli e proteggerli contro i loro nemici. Rebecca, con le sue premure e accortezze, liberò Giacobbe da tutti i pericoli in cui venne a trovarsi e in particolare dalla morte che suo fratello Esaù gli avrebbe certamente inflitto a causa dell'odio e dell'invidia che nutriva contro di lui, come un tempo fece Caino con il suo fratello Abele. Maria, la buona Madre dei veri credenti, li nasconde sotto le ali della sua protezione, come una chioccia i suoi pulcini; ella parla loro, si abbassa verso di loro, viene incontro a tutte le loro debolezze; per proteggerli contro lo sparviero e l'avvoltoio, si mette attorno ad essi e li accompagna "come schiere a vessilli spiegati". Può forse temere i suoi nemici un uomo circondato da un esercito di centomila uomini ben schierati? Un fedele servitore di Maria, circondato dalla sua protezione e dalla sua potenza imperiale, deve temere ancor meno. Questa buona Madre e potente Principessa dei cieli spedirebbe battaglioni di milioni di angeli per venire in soccorso a uno dei suoi servitori, piuttosto che si dica che un fedele servitore di Maria, che si è a lei affidato, sia dovuto soccombere alla malizia, al numero e alla forza dei suoi nemici.

5) Intercede per loro

211. 5°. Intercede per loro. Infine, il quinto e più grande bene che l'amabile Maria procura ai suoi fedeli devoti è quello di intercedere in loro favore presso suo Figlio, di placarlo con le sue preghiere, per unirli a lui con un legame profondo e conservarli in tale unione. Rebecca fece avvicinare Giacobbe al letto di suo padre e il sant'uomo lo toccò, l'abbracciò e perfino lo baciò con gioia, contento e saziato delle carni ben preparate che gli aveva portato; avendo poi aspirato con molto piacere i profumi squisiti dei suoi abiti, esclamò: "Ecco l'odore del mio figlio come l'odore di un campo che il Signore ha benedetto". Questo campo pieno, il cui profumo conquistò il cuore del padre, non è altro che il profumo delle virtù e dei meriti di Maria, che è un campo pieno di grazia, dove Dio Padre ha seminato il suo Figlio unico, come un grano di frumento degli eletti. Oh! Quanto è benvenuto presso Gesù Cristo - che è il Padre per sempre - un figlio profumato dal buon odore di Maria! Oh! Quanto si unisce a lui, prontamente e perfettamente! Già lo abbiamo mostrato prima e più a lungo.

212. Inoltre, dopo aver colmato i suoi figli e fedeli servitori con i suoi favori, dopo aver loro ottenuto la benedizione del Padre celeste e l'unione a Gesù Cristo, ella li mantiene in Gesù Cristo e Gesù Cristo in loro; li protegge e li veglia sempre, per paura che possano perdere la grazia di Dio e cadere nei tranelli dei loro nemici; ella mantiene i santi nella loro pienezza, come abbiamo visto, e ve li fa perseverare fino alla fine. Ecco la spiegazione di questa grande e antica figura dei veri credenti e dei cattivi credenti, così poco conosciuta e così piena di significati misteriosi.






[Modificato da Caterina63 29/01/2016 12:01]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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