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Il Segreto ammirabile del Rosario di San Luigi M. Grignion de Montfort

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2016 11:45
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30/01/2016 11:27
 
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APPENDICI

LE PRINCIPALI REGOLE DEL SANTO ROSARIO

[ 48] 1) Iscriversi nel registro della Confraternita e, potendolo, confessarsi, comunicarsi e recitare il Rosario in quello stesso giorno.
2) Avere un Rosario o corona benedetta.
3) Recitare il Rosario ogni giorno o almeno ogni settimana.
4) Confessarsi e comunicarsi, quando è possibile, nella prima domenica del mese e partecipare alle processioni del santo Rosario.
Sia chiaro tuttavia che nessuna di queste regole obbliga sotto pena di peccato.

DELLA VIRTU' E DELLA DIGNITA' DEL ROSARIO

[ 49] Per mezzo del Rosario molti grandi peccatori e peccatrici si convertivano ben presto a una vita santa, gemevano e piangevano immensamente; persino i bambini si sottoponevano a incredibili penitenze. In tal modo la devozione verso mio Figlio e verso di me fiorì talmente da pensare che gli angeli fossero scesi sulla terra. Cresceva anche la fede, al punto che molti desideravano ardentemente morire per la religione e combattere contro gli eretici.

50] E così ad opera della preghiera di Domenico, a me carissimo, e della potenza di questo Salterio, i paesi dominati dall'eresia si sottomisero alla Chiesa. In virtù di questo Salterio si .elargivano abbondami elemosine, si costruivano, si edificavano ospedali, si conduceva una vita onesta e casta, si compivano meraviglie. Fiorivano pure una esimia santità e il disprezzo del mondo, l'onore della Chiesa, la giustizia dei governami, la pace dei cittadini, l'onestà delle comunità e delle famiglie.
C'è di più: gli operai si mettevano al lavoro solo dopo avermi salutata con il mio Salterio e non prendevano il riposo se prima non mi avevano devotamente pregato in ginocchio con esso. Se nella notte si fossero ricordati di aver omesso il mio Salterio, immediatamente si alzavano dal letto e mi salutavano con maggior rispetto misto a pentimento. Tanta era poi la stima per il Rosario che i suoi devoti erano subito considerati come membri di questa confraternita. Di un peccatore pubblico o di un bestemmiatore si diceva quasi come un proverbio: "costui non è frate domenicano ". . .
Non posso tacere i tanti segni e prodigi che per mezzo di questo Salterio ho compiuto in diverse regioni del mondo: ho fermato la peste generale, ho placato guerre atroci, ho del tutto impedito il versamento di sangue, ho allontanato il pericolo delle febbri e di ogni male nocivo al corpo. Allora veramente il mondo godeva i miei doni, gli angeli si rallegravano per i vostri Salteri, la Trinità se ne compiaceva, mio Figlio si allietava di questa grande gioia, e io sperimentavo in esso una felicità inimmaginabile.

[ 51] Dopo la Messa, direi che il Rosario è la cosa più gradita tra le opere della Chiesa".
Questo disse in un'apparizione al beato Alano la Vergine Maria (Libro IX, De dignitate psalterii...).
In seguito alle esortazioni del beato Domenico, tutti i fratelli e le sorelle del suo Ordine servivano mio Figlio e me con somma e indicibile devozione, recitando continuamente questo Salterio della Trinità. Ognuno recitava almeno un Salterio di 15 decine al giorno; consideravano perduta la giornata in cui avessero mancato a questo impegno.
Era tale la stima per questo Salterio, che i frati di san Domenico andavano più volentieri in chiesa o al coro. E se qualcuno di loro mostrava segni di pigrizia nel proprio lavoro, gli si diceva in tono confidenziale: "Caro fratello, tu non reciti più il Salterio di Maria, o lo dici senza devozione.

DIGNITÀ DEL SALUTO ANGELICO

[ 52] " Gli angeli in cielo rivolgono alla beata Vergine Maria questo saluto: Ave, non a voce ma nella mente. Essi infatti sanno che per mezzo di tale saluto la rovina degli angeli è stata riparata, Dio si è fatto uomo e il mondo è stato rinnovato" (B. Alano, De origine et progressu fratemitatis, c. VII) .
"lo stesso, conoscendo la forza dell'annuncio del Signore, recitavo questo saluto con molto fervore. E, in verità, nel mio essere naturale umano io pregavo Maria nel suo essere soprannaturale divino di grazia e di gloria " (beato Alano).
"La beatissima Vergine appare di notte ad una consorella della confraternita di S. Maria mentre riposava nel suo giaciglio e le disse: Non aver paura, figlia mia, della tua tenera Madre alla quale ogni giorno rendi pii servizi, ma ti raccomando di perseverare. Sappi infatti, che al saluto angelico io provo tale gioia che nessuno mai può spiegare" (Guillaume Pepin, Rosario aureo, sermone 47).

[ 53] Ciò è confermato da una visione di santa Gertrude. Nelle sue Rivelazioni, libro IV, c. XI, si legge: "Al mattino di una festa dell 'Annunciazione della beata Vergine Maria, mentre nel monastero dove ella risiedeva si cantava l' Ave Maria, santa Gertrude vide abbondanti rivoli che partendo dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo in soavissimo émpito nel cuore della Vergine Madre, e dal cuore di lei ritornavano impetuosi verso la propria sorgente. Da questo flusso della Trinità scaturiva per Maria il dono di essere la più potente dopo il Padre, la più sapiente dopo il Figlio e la più amorevole dopo lo Spirito Santo. In quell'occasione la santa apprese anche che ogni qualvolta i fedeli recitano il saluto angelico, i tre ruscelli misteriosi circondano con maggiore impetuosità e abbondanza la beatissima Vergine, si precipitano nel santissimo cuore di lei, e dopo averla inondata di dolcezza ritornano in seno a Dio. Così essi rifluiscono con mirabile gaudio verso la loro sorgente, e da questo fluire si diffondono vene di gioia e di salvezza eterna su ciascuna persona degli angeli e dei santi e su quanti in terra ricordano lo stesso saluto, da cui si rinnova ogni bene in tutti coloro che sono raggiunti dalla salvifica incarnazione del Figlio di Dio " .

[54] Ed ecco le parole che la beata Vergine disse in una visione a santa Matilde: "Nessuno giunge mai a scoprire cosa più grande di questo saluto. Ed è impossibile salutarmi in modo più dolce che con le stesse parole piene di rispetto con le quali Dio Padre mi ha salutata".
Il beato Dionigi il Certosino così racconta a proposito dell'apparizione della beata Vergine ad un suo devoto: "Ecco, scritte su questo manto, tutte le Ave Maria che mi hai rivolto. Quando quest'altro lembo del manto sarà pieno di Ave Maria io ti porterò nel regno del mio dilettissimo Figlio ".
Riccardo di san Lorenzo dice: " Salutiamo Maria con il cuore, la bocca e le opere, perché ella non abbia a dire a buon diritto: 'questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me' " (De laudibus Virginis, 1.III).

[55] "Motivi per cui all'inizio delle prediche si recita l' Ave Maria:
1. L'esempio dell'angelo. La Chiesa militante imita in quanto è possibile la condotta dell'angelo Gabriele, il quale prima di dare a Maria l'annuncio della buona Notizia con le parole: "Ecco, concepirai nel grembo e darai alla luce un bambino", la salutò rispettosamente con l' Ave . Così la Chiesa, prima di annunciare il Vangelo, saluta Maria. Perché dall'ascolto di questo saluto, gli uditori della parola di Dio traggano più frutto.
2. I predicatori fanno le veci dell'angelo. Affinché gli uditori generino il Cristo con la fede, occorre che essi ottengano questa grazia dalla beata Vergine, la quale per prima lo generò. E così essi stessi diverranno Madri del Verbo di Dio. Senza Maria essi non possono generare il Cristo. 
3. Per ottenere l'aiuto della beata Vergine. Risulta infatti dal Vangelo quanto sia efficace il saluto angelico.
4. Per evitare i grandi pericoli della predicazione: Maria, l'illuminatrice, illumina i predicatori.
5. Perché gli uditori, sull'esempio di Maria, ascoltino più attentamente e conservino con maggior cura la parola di Dio.
6. Perché il demonio, nemico del genere umano e tremendo avversario del Vangelo sia cacciato lontano: " Poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e si salvino "5.

[ 56] Clemente Losow nel suo primo discorso sul Rosario racconta: "Morto san Domenico e accolto in cielo, la devozione del Rosario s'era affievolita e quasi spenta. Fu allora che una spaventosa epidemia cominciò a devastare varie regioni. Gli abitanti, non sapendo che cosa fare, si recarono da un santo eremita che con grande austerità viveva nella solitudine, e lo supplicarono di raccomandarli a Dio nelle sue preghiere. Il santo uomo implorò con maggior fervore la Madre di Dio perché si degnasse di soccorrerli quale avvocata dei peccatori. La Vergine apparve e gli disse: "Essi hanno abbandonato le mie lodi, perciò sono stati colpiti da questi mali. Riprendano la devozione che avevano nel tempo passato e sperimenteranno il mio patrocinio. Allontanerò da loro la peste, provvederò alla loro salvezza purché mi onorino 50 volte con l'angelico saluto, aggiungendo un Padre nostro ogni l0 Ave, e così via. Gradisco molto questo genere di salmodia.
Quelli accolsero il comando della Vergine, annodarono ramoscelli e bastoncini facendone grani del Rosario e pregarono così con tutto il cuore".

 

   


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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