IO, CATERINA…
Idiozia clericale
Secondo i grandi santi cosa significa pace? Quale “pace” perorano? Sono tanti i santi citati da questi pacifisti. Dunque, cosa hanno detto i padri, i dottori e i grandi santi della Chiesa?
I santi perorarono la pace del Cristo, quella pace che deve ricondurre il gregge all’Ovile. Basta studiarsi le vite che hanno vissuto, ciò che hanno scritto o predicato per renderci conto che non vivevano “fra le nuvole” ma al contrario, portavano il Paradiso agli uomini del loro proprio tempo.
Ogni battezzato può e deve diventare santo perché, come dice l’Apocalisse, nulla di impuro può entrare in Paradiso. Di conseguenza, senza voler scimmiottare i santi che ci hanno preceduto, ogni battezzato può e deve fare la propria parte per vivere e contestualizzare nel proprio ruolo e nel proprio tempo quella pace donata dal Cristo.
Come fare? Ecco cosa ci insegnano i Santi.
Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa, divenuta anche Compatrona d’Europa e Patrona d’Italia con san Francesco, del quale abbiamo parlato in un altro articolo, si è adoperata quale “Ambasciatrice di Pace”. Nelle lettere che spediva ai politici, cardinali, vescovi, religiosi e laici, Caterina da Siena cominciava con queste parole: “Io, Caterina, serva dei servi di Cristo, nel preziosissimo Sangue di Gesù Amore, voglio…!” e giù a scrivere cosa si dovesse fare per ottenere la pace che i vari comuni chiedevano. Il frasario di Caterina è lunghissimo e sulla pace possiamo meditare alcune sue espressioni che ritengo importanti:
“Non cerchiamo alcuna pace se non in Gesù, e fuggiamo ogni gloria che non sia quella della croce”;
“Abbraccia Gesù crocifisso, amante ed amato, e in lui troverai vera pace, perché è Dio che si è fatto uomo. Arda il tuo cuore e l’anima tua per il fuoco d’amore attinto a Gesù confitto in croce”;
“Non è buono il cavaliere se non si prova sul campo della battaglia: così l’anima vostra si deve provare alla battaglia delle molte tribolazioni; e quando si vede fare prova buona di pazienza, e per impazienza non volta indietro il capo scandalizzandosi di quello che Dio permette, allora può godere ed esultare della pace raggiunta, e con perfetta allegrezza aspettare la vita durabile…”;
“La Carità è un arbòre d’amore: il midollo suo è la pazienza e la benevolenza del prossimo, il suo frutto è la vera pace…”.
Idiozia clericale
Famosa è la lettera che santa Caterina da Siena scrive a Papa Gregorio XIaffinché, perseguendo la vera pace, si adoperi con questa per l’unità del gregge disperso, sottolineando che “col demonio non si scaccia il demonio; ma che con la virtù si caccerà. (…) Oimè, babbo mio dolce, Pace, v’imploro Pace, acciò che tanti figliuoli non perdano l’eredità della vita eterna che il Cristo distribuisce nella santa Sua Chiesa, e che per riscatto non risparmiò di dare se stesso. Mio dolce vicario di Cristo – sollecita la santa – è giunto il tempo di dare la vita per le pecorelle che sono uscite fuori dal gregge. La Pace autentica esige un prezzo da pagare: dare la propria vita perchè l’altro si converta!”.
Famosa è la frase di santa Caterina da Siena che pronunciò davanti ai confratelli Domenicani e che divenne citazione prediletta di Giovanni Paolo II per la Gmg di Toronto: “Se sarete ciò che dovrete essere, mettete fuoco in Italia e nel mondo intero”; la pace vera non si raggiunge che con la battaglia al peccato!
Un’altra grande santa, dichiarata anch’essa Dottore della Chiesa, è la giovanissima santaTeresa del Bambin Gesù, di Lisieux, morta a soli 24 anni e, mai uscita dalla clausura seppur breve, aveva saputo cogliere quella pace che la porterà ad essere ciò che è diventata. Non era, però, inerme perché viveva in clausura: al contrario, la libertà, di cui si sente pienamente investita, le farà girare il mondo in spirito…
Tra i suoi scritti, prezioso è un passaggio attraverso il quale dispiega quel senso di pace che trova nella sua identità di cattolica e dice:
“Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte. La carità mi offrì il cardine della mia vocazione. Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato dall’amore. Capii che solo l’amore spinge all’azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi e conobbi che l’amore abbraccia in sé tutte le vocazioni, che l’amore é tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola, che l’amore é eterno. Allora con somma gioia ed estasi dell’animo grida: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione é l’amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà”.
SBALLOTTATI DALLE ONDE E PORTATI QUA E LÀ DA QUALSIASI VENTO DI DOTTRINA
I cattolici dovrebbero strappare quella bandiera? E’ segno della loro crisi di identità? Ci siamo ridotti a una bandiera altrui, con tutto quel che avremmo da dire dopo duemila anni?
Senza dubbio se qualche cattolico dovesse trovarsi ancora in qualche cassetto o, disgraziatamente, ancora appesa alla finestra o, per non dire di peggio, ancora in qualche Chiesa questa bandiera.. sì, dovrebbe strapparla e chiedersi davvero se ha capito, come santa Teresina spiega bene sopra, quale sia il suo posto nella Chiesa e nel mondo.
Benedetto XVI, da poco eletto Papa, in visita ad limina, spiegò ai vescovi, che era indispensabile ritrovare la “nostra identità perduta”; chiedere oggi ad un cattolico di spiegarci cosa significa per lui essere tale, rischieremo di trovarci di fronte a molti “sì, però, non so, io credo, io penso”. Peggio, se dovessimo trascorrere qualche mezz’ora con un catechista scopriremmo, tristemente, che è magari informatissimo sui temi di attualità, ma che non sa nulla della dottrina cattolica, specialmente della Dottrina Sociale della Chiesa, che molti denunciano come inutile o superata o inapplicabile, ma che, di fatto, non conoscono.
Ci siamo ridotti a questa bandiera altrui perchè “il nuovo piace”: san Paolo li definisce i “pruriti”, “portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina” (Ef 4, 14)
Nella Messa pro-eligendo, a poche ore dalla sua elezione a Pontefice, Ratzinger pronunciò la famosa omelia che oseremo definire un bell’impegno per il quale il Signore stesso sembra averlo preso in parola dandogli il timone della barca petrina. Vale la pena meditare il passo integralmente perché sottolinea la nostra identità:
“La misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato, non suppone la banalizzazione del male.(…) Non dovremmo rimanere fanciulli nella fede, in stato di minorità. E in che cosa consiste l’essere fanciulli nella fede? Risponde San Paolo: significa essere ‘sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina’ (Ef 4, 14). Una descrizione molto attuale!
Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero. La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.
Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. Adulta non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede – solo la fede – che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo, coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come ‘un cembalo che tintinna’ (1 Cor 13, 1)…”
(Missa pro eligendo Romano Pontifice, Omelia del Cardinale Joseph Ratzinger 18.4.2005)
LO “SPIRITO DEL MONDO”: LUCIFERO!
“Vi lascio la pace, vi do la mia Pace; non la pace del mondo”. In te mio Cristo, la mia Pace
Quella “pace” può essere in ultima analisi fatta risalire allo “spirito del mondo”, che, secondo Gomez Davila, è Lucifero?
Diciamo intanto che non sempre serve demonizzare tutto e che il potere di Satana è molto limitato. Fatta questa precisazione, non siamo in contraddizione se diciamo che questapace pacifista è senza alcun dubbio opera di Satana.
Dire che è opera di Satana, non significa farne il diretto “autore”: spesso Satana si serve degli uomini che sono già lontani da Dio usandoli per i suoi scopi.
Come a dire che non sempre si può usare il “capro espiatorio” per togliere agli uomini la loro diretta responsabilità delle azioni che compiono. La bandiera della pace, in quanto tale, non l’ha certo “progettata” Satana, ma gli uomini che, dotati di ragione, hanno deliberatamente creato, dato origine a questo emblema, sfruttando l’ignoranza di molti cattolici, perseguendo senza dubbio l’istigazione di Satana.
L’uomo è un essere razionale, ragionevole e dotato di volontà propria. Egli può collaborare o al progetto di Dio o seguire lo “spirito del mondo”: per questo, Cristo ci ha dato la Chiesa, che non a caso è “Mater et Magistra”, ma, seppur a nessuno è imposto di seguirla, è in questa libertà che Cristo ci rammenta: “O con me o contro di me” e incoraggiando la Chiesa, Sua Sposa, dice: “Chi non è contro di voi è per voi” . Non esiste la via di mezzo.
Quindi, questa bandiera, come la pace mondana che rappresenta, o viene da Dio o viene dallo spirito del mondo, o è con Dio o è contro Dio. Pertanto, visto che Gesù dice esplicitamente: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi”. Va da sé che la pace di quella bandiera non è quella del Cristo.
[Modificato da Caterina63 01/02/2016 00:42]
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)