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Cosa si intende per Dottrina Cattolica

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2017 12:10
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12/04/2016 23:40
 
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CAPITOLO I. - LA COESIONE DELLA DOTTRINA DELLA CHIESA


§ 1. - Le armonie del domma.


a) Coesione interna delle dottrine. - La contraddizione non affiora in nessuna parte della dottrina della Chiesa. L'abate de Tourville (Lumière et vie, 1924, p. 22) nota giustamente che se tra gl'insegnamenti cosi numerosi, straordinari e talvolta complicati, ci fosse una contraddizione reale, indubbiamente " sarebbe ben conosciuta, e ripetuta ovunque; ma cosi non è ".


Le dottrine della Chiesa non solo sfuggono alla contraddizione, ma si sostengono e s'accordano tra loro. La sintesi che le raggnippa e in cui si rafforzano a vicenda può essere ordinata in molti modi. La più semplice e forse la migliore è quella tracciata nel simbolo degli apostoli secondo cui l'idea centrale della dottrina cattolica è che Dio vuole la salvezza degli uomini mediante Cristo : donde le divisioni seguenti.


Dio considerato in se stesso, nell'unità della natura e nella trinità delle persone;


Dio creatore del mondo, degli uomini, degli angeli (quest'ultimi vengono considerati meno per se stessi che per il loro compito nell'economia della nostra salvezza).


Dio che eleva l'uomo allo stato soprannaturale, cioè alla partecipazione della sua vita divina, quaggiù mediante la grazia, nell'eternità mediante la gloria.


Dìo che ricrea in qualche modo ciò che il peccato aveva distrutto, restaurando l'uomo nella vita soprannaturale mediante il Verbo incarnato e redentore, Figlio di Dio e Figlio di Maria.


Dio santificatore: Cristo, Verbo incarnato e Redentore, si continua, si comunica attraverso la Chiesa, suo corpo mistico, di cui Egli è il capo, e compie mediante essa l'opera della nostra salute, restituendoci la grazia, data soprattutto attraverso i sacramenti, purché la libertà dell'uomo cooperi con la grazia.


Dio rimuneratore: la salute eterna conseguita o perduta secondo il nostro sì o il nostro no definitivi alla grazia di Dio.


b) Cristo centro della sintesi dottrinale. - Tutto si riassume nel detto di San Paolo (I Tim., 2, 5) : Unus Deus, unus est mediator Dei et hominum, homo Christus Jesus. Tutto qui: Dio, l'uomo, l'uomo-Dio. Tra Dio e gli uomini c'è un mediatore, ed è l'Uomo che non è soltanto uomo, ma è anche Cristo, cioè il Verbo incarnato il quale, essendo l'Uomo-Dio, o Cristo, è Gesù, cioè Salvatore. L'Uomo-Dio, vero Dio e vero uomo, il quale essendo a un tempo vicino a Dio e all'uomo è capace di riconciliare l'uomo e Dio; inclina Dio verso l'uomo, senza che Dio sia minorato, per quanto discenda in basso; rialza l'uomo verso Dio, senza che l'uomo sia sopraffatto, per quanto salga in alto.


L'Uomo-Dio, che è il tutto di Dio e dell'uomo, colui in cui sussistono tutte le cose, in quo omnia Constant (Col., 1, 17).


Già al primo colpo d'occhio si scorge che tutte le dottrine della Chiesa fanno corpo con questa dottrina centrale, ma lo si vede tanto meglio quanto più si va a fondo. Sarebbe interessante constatare come tanti spiriti acuti furono colpiti da quest'accordo delle dottrine della Chiesa tra loro e dal loro legame con la dottrina cristologica, ma ci limitiamo ad alcune indicazioni significative.


Newraan, nel suo celebre Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana (trad. frane. Gondon, 1848, p. 161), scrive a questo riguardo: a L'incarnazione è l'antecedente della dottrina della mediazione, e insieme l'archetipo del principio sacramentale e del merito dei santi ". E dopo aver enumerato alcuni dogmi che ne derivano, condude: " Questi sviluppi separati non sono indipendenti tra loro, ma sono legati da rapporti intimi e crescenti insieme ".


T. de la Rive (De Genève à Rome, trad. frane, cit., pp. 190-197) descrisse il suo stupore estatico nel comprendere a che tutte le devozioni e tutti i dommi essenzialmente cattolici sono concatenati e si spiegano a vicenda... La presenza reale, la confessione, le indulgenze, la concezione immacolata di Maria, il suo culto e quello dei santi, dei morti, del Sacro Cuore sono soltanto le affermazioni variate della divinità di Gesù Cristo o modi diversi di rendere omaggio a questa divinità. Poiché non bisogna ingannarsi: è sempre Gesù Cristo, la sua potenza, il suo amore, la sua persona, che ci viene indicato da ognuno di questi dommi, e a Lui si riduce ciascuna di queste devozioni ". La scoperta gli causò una dolcezza prodigiosa. " Quando divenni cattolico, provai un sentimento analogo a quello che si deve provare quando, dopo die si è letta spesso la vita di qualcuno, se ne fa la conoscenza personale e ci si trova in rapporti diretti con lui. Nel Gesù Cristo della Chiesa ho riconosriuto il Gesù Cristo del Vangelo; ma capii che se il Vangelo è il racconto della sua vita, la Chiesa è la sua stessa vita; e mi accorsi che ero passato da una relazione già affettuosa e salutare a un grado superiore di relazione, tutta intima e più attiva ".


Le stesse impressioni ha una delle grandi anime dei nostri tempi, Maddalena Semer. F. Klein (Une expénence religieuse. Madeleine Sémer convertie et mystique, 1923, p. 256) cita queste sue righe: "Che cosa c'è di più vero e di più bello del domma? Per me la religione cristiana è l'unione dell'anima a Dio mediante Gesù Cristo, e nient'altro, perché qui c'è tutto. Da questa sommità io discenderò incontro a tutto; del resto è il mio modo, o piuttosto (perché non sapevo quello che facevo) la maniera di Dio su di me. Ho voluto il bene per la sua grazia; ho trovato Dio. Ho scelto il Cristo come maestro e un giorno nella mia preghiera lo ricevetti come Verbo incarnato, sposo delle anime, vivente in loro. Con la sua vita ho conosciuto la Santissima Trinità, la bellezza della Chiesa, la Vergine Immacolata, e tutti i santi. Senza che ci avessi pensato, un bel giorno mi sentii figlia e protetta di San Giuseppe. Ed ecco, tutte le rivelazioni si succedono in me nell'ordine che ebbero nel mondo e nella Chiesa! ".


c) L'eresia, rottura dell'equilibrio dottrinale. - Quella delle eresie è la storia dei tentativi fatti per distruggere la coesione della dottrina cattolica. Pascal (Pensées, ed. V. Giraud, 1913, pp. 385-386; trad. it. La Scuola, Brescia 1948, p. 187-188) dice che " c'è un gran numero di verità e di fede e di morale che sembrano ripugnare tra loro e invece sussistono in un ordine ammirabile.


 


La fonte dell'eresia è sempre l'esclusione di qualcuna di tali verità... Gli eretici non potendo capire come due verità opposte si concilino e credendo che l'ammissione di una implichi l'esclusione dell'altra, si aggrappano ad una ed escludono l'altra, e pensano che noi facciamo il contrario. Ora l'esclusione è la causa della loro eresia, e la nostra ignoranza è l'altra causa, che da origine alle loro obiezioni ".


Pascal cita come esempio proprio il mistero del Cristo che possiede la natura divina e la natura umana nell'unità della persona divina. Egli dice che " gli ariani non potendo accordare queste cose che credono incompatibili, dicono che egli è uomo, e in questo sono cattolici; ma negano che egli sia Dio, e in questo sono eretici. Essi pretendono che noi neghiamo la sua umanità: in questo sono ignoranti ". Negando la divinità di Cristo rendono incoerente il domma. Se Cristo non è Dio, non potè essere vero mediatore tra Dio e gli uomini, sollevare gli uomini fino a Dio e dare per gli uomini una riparazione degna di Dio.


Però non fu solamente rigettata la divinità di Gesù Cristo, a La Chiesa, dice ancora Pascal, dovette faticare per mostrare contro i negatori che Gesù Cristo era uomo, come aveva faticato a far vedere che egli era Dio ".


La negazione dell'umanità di Cristo assunse le forme più varie. Snidato e condannato in un punto, l'errore si portava in un altro: i doceti dicevano che Cristo ebbe soltanto un corpo apparente o fantastico; alcuni gnostici dissero che ebbe un corpo reale ma astrale, celeste, non umano; gli aftartodoceti sostennero che Cristo certo ebbe un vero corpo umano, ma impassibile; l'apollinarismo insegnava che prese un corpo passibile e un'anima sensibile, ma non ragionevole; i monofisiti dicevano che egli prese tutta la natura umana corpo e anima, ma unita alla divinità in modo da formare con essa una sola natura e da esserne assorbita e come annegata; il monotelismo asseriva che il Verbo prese la natura umana distinta dalla natura divina, ma non la volontà e le operazioni umane. Sono tutti modi di dire che Cristo non era vero uomo, che la sua vita umana, apparentemente simile alla nostra, fu soltanto un'illusione, un continuo inganno, che egli non ci ha salvati con un vero sacrifido di sé, ma con uno simulato e che quindi non si può credere all'amore che lo immolò: amar sacerdos immolat. Se egli era Dio senz'essere vero uomo, non potè essere strettamente mediatore tra gli uomini e Dio, ossia intervenire direttamente presso Dio a nome degli uomini: così il domma fondamentale della Chiesa, quello del corpo mistico di Cristo, perde ogni senso.


A sua volta il nestorianesimo abolisce Cristo mediatore, immaginando che Egli risulti d'un uomo e d'un Dio, che conservano entrambi la propria personalità. Al Dio che è eternamente e assume nel tempo la natura umana, facendosi uno di noi, nostro fratello, che morì per noi, e quindi possiamo amare teneramente, intimamente, il nestorianesimo sostituisce due persone, che restano distinte conservando ambedue il proprio io, unite solamente dail'amicizia o dalla vita della grazia con un'unione simile a quella di Dio e i giusti. Perciò il Bambino della mangiatoia, il Crocefisso del Calvario sarebbe bensì un uomo molto santo, molto caro a Dio, ma solo un uomo, un uomo lontano, e Maria sua Madre ancora più lontana da noi. Dio resta inaccessibile per noi. Tra lui e noi Cristo non soppresse le distanze, come vuole la mediazione e l'amore esige.


Lo stesso accade per tutte le eresie, che distruggono l'equilibrio della dottrina cattolica inserendovi la contraddizione.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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