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Cosa si intende per Dottrina Cattolica

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2017 12:10
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  l'atto di fede

tratto dall'Enciclopedia di Apologetica - quinta edizione - traduzione del testoAPOLOGÉTIQUE Nos raisons de croire - Réponses aux objection

 

L'apologetica non è una scienza disinteressata, perché l'apologista è un discepolo o un ricercatore o un combattente in difesa d'una causa e al servizio di qualcuno. Chi difende e chi serve? Prima di tutto, Dio-Verità che testimoniò di se stesso; poi le anime, che bisogna portare alla Verità perché vi aderiscano. Un'opera apologetica potrebbe benissimo terminare con la dichiarazione finale del Vangelo di san Giovanni: " Tutte queste cose furono scritte perché crediate e abbiate così la vita eterna ".

L'evangelista si guardò bene dallo scrivere: "Voi ora dovete essere convinti ", oppure: " Dovreste essere convinti ", sottintendendo: a Ma non lo siete ancora tutti ". Aveva affermato l'obbligo di credere e la responsabilità dell'uomo al quale è stata offerta e ha parlato la verità; eppure, al momento di concludere, dice soltanto il suo intento e lascia Dio giudice del problema morale e personale del lettore. Manifesta il suo disegno al momento di concludere e non al principio del suo scritto, non perché dubiti della verità che comunica, ma perché aveva il diritto di dubitare del modo con cui sarebbe stata ricevuta, non sapendo che cosa ci sia nell'uomo.

Gli evangelisti di un tempo e gli apologisti di oggi sanno certamente di non essere i padroni, ma semplicemente i servi della verità; sanno pure che gli uomini, che essi cercano d'indurre a riconoscere e seguire là verità, vi aderiscono liberamente, mai passivamente spinti dalla forza delle cose e di un'esatta esposizione; le si donano quando si rivela loro.

In un'opera d'apologetica, occorre quindi una breve analisi dell'atto di fede, che senza toccare lo sviluppo scientifico degli argomenti, consiglerà un'arte più sottile delle altre, perché non mira soltanto al senso o all'intelligenza, ma a tutta l'anima.

CAPITOLO I. - COME CONCEPIRE LA FEDE SOPRANNATURALE

Questa parola può avere diversi sensi.

- La nozione di fede è alla base di ogni religione, nascondendo un fondo comune con sfumature varie non tutte superficiali. La fede mette l'uomo in relazione col mondo invisibile, al quale talvolta egli si attacca come a una ferma realtà, talvolta si sente portato o verso di esso da un istinto più o meno potente, o in esso come uno degli elementi che lo compongono. Quando chi non è cristiano o anche non è cattolico parla della sua fede, non dobbiamo aver fretta di applicare a questa fede le idee chiare che abbiamo della nostra, poiché la stessa parola serve a indicare una vaga religiosità, convinzioni irrazionali e insieme potenti, un sentimento di confidenza nel destino o in qualcuno, l'affermazione delle verità estranee all'esperienza, come pure l'adesione a un essere supremo ritenuto come rivelatore. Neppure gl'increduli hanno paura della parola e vantano la loro fede scientifica o patriottica, né sempre hanno torto; però, finiscono col creare confusione. La nozione sarà completa quando alle diverse accezioni della parola n fede j avremo aggiunto quelle della parola " credenza ". Si crede che a farà bello "; si crede " all'avvenire " della scienza, " alla parola a di qualcuno, all'" autenticità del vasellame di Glozel "; si crede che a Dio esiste e che l'anima è immortale "; e infine che a Dio si è incarnato ed è morto per noia.

Di tutti questi esempi, uno solo è autentico nel linguaggio religioso e per un cattolico: quello in cui la parola " fede a o " credenza " indica un'adesione dello spirito a una verità non evidente, ma rivelata da Dio, alla parola di Colui al quale ci si rimette totalmente.

L'uso profano si scosta più o meno da questa definizione, ma ne ritiene sempre qualche cosa: sia il carattere di certezza dell'adesione, sia il dono di sé che comporta, sia la mancanza di evidenza della verità, sia la fiducia accordata a un teste o data a qualcuno.

Lo stesso Vangelo non si serve sempre della parola " fede " nel nostro senso rigoroso. San Pietro non ha la stessa fede quando proclama Gesù Figlio di Dio vivo e sulla sua parola accetta il mistero dell'Eucaristia, e quando segue Gesù per la prima volta o quando sulla parola di Cristo getta la rete o cammina sulle acque, pur passando dall'una all'altra fede.

Un altro esempio ci viene dato dagli uomini ai quali Gesù rimprovera di non credere, ma che non sono increduli poiché credevano in Dio, al Dio che si era rivelato a Mosé, Isacco e Giacobbe. Guardiamoci bene dal datare la fede a partire dalla rivelazione cristiana e di accaparrarla solo per noi.

L'accezione ritenuta dalla Chiesa cattolica.

- Fatta questa riserva prudenziale, i cattolici hanno il grande vantaggio di potersi riferire per ciò che riguarda la natura della fede alla definizione ufficiale del Concilio Vaticano, che precisa una nozione già accettata dalla Chiesa : " La fede è una virtù soprannaturale per la quale, mossi e aiutati dalla grazia di Dio, riteniamo come vere le verità rivelate da Lui, non per averne percepito la verità intrinseca col lume naturale della ragione, ma per l'autorità di Dio stesso rivelatore, che non può ingannarsi né ingannarci ". Lungi dal pensare a cavillare sulle parole, proviamo . un vero piacere nel vederci definiti cosi chiaramente e cosi ben ritratti come credenti.

Anche i protestanti hanno cercato di definire l'atto di fede, preconizzando la fede-fiducia. La loro fede vuoi essere un sentimento di fiducia. Fiducia nel Cristo? Non proprio, ma fiducia che ci sia un incontro spirituale, e vorremmo poter scrivere: " fiducia che " i meriti di Cristo ci siano applicati e che per questo veniamo salvati.

La Chiesa cattolica però non ha ammesso questa nozione restrittiva, poiché la fede non è semplicemente un sentimento. Questo non significa che la Chiesa escluda la fiducia dalla sua nozione dell'atto di fede, perché occorre certamente la fiducia per accettare la testimonianza. La Chiesa non nega che i protestanti e gli altri credenti possano fare un atto di fede autentico come il suo, cioè aderendo a un Dio rivelatore e accettando delle verità sulla sua testimonianza; essa chiede soltanto che, se la loro fede non coincide con la sua per l'oggetto, la riduzione dell'una relativamente all'altra sia dovuta solo a un'ignoranza invincibile.

Nella definizione del Concilio Vaticano, emergono nettamente tre idee: Lo. l'atto di fede è un atto dell'intelligenza, che ritiene come vere le verità rivelate da Dio; 2.o l'atto di fede è un'atto di virtù, e quindi interessa la volontà e le disposizioni morali; 3.o è un atto soprannaturale e ha bisogno della grazia. Dobbiamo esaminare attentamente questi tre punti senza dimenticare che chi crede è un unico e identico spirito, in cui sono distinte intelligenza, volontà e grazia, ma con operazioni indivise.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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