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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Cosa si intende per Dottrina Cattolica

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2017 12:10
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12/04/2016 23:53
 
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CAPITOLO II. - LA FEDE OSSEQUIO RAGIONEVOLE

Occorre cogliere la funzione dell'intelletto nello stesso atto di fede, nella preparazione ad essa e nel susseguente sforzo di comprensione.

§ 1 - Compito dell'intelligenza nell'atto di fede.

Adesione fondata su Dio stesso.

- Essendo un atto conoscitivo, l'atto di fede proviene dalla facoltà conoscitiva, cioè dall'intelligenza; esso però supera la semplice conoscenza, perché comporta un giudizio di verità. L'incredulo che studia il cristianesimo può saperne quanto e più di un fedele, ma non vi aderisce e non giudica che è vero.

L'incredulo potrebbe certamente accettare alcune verità die fanno parte del deposito rivelato e che nello stesso tempo rientrano nei limiti dello spirito umano, come l'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima, ma non per questo fa un atto di fede, perché il suo giudizio e quello del fedele non hanno la stessa natura. Tutti e due dicono: alo credo all'immortalità dell'anima"; ma quell'a io credo " non è Io stesso per tutti e due e comporta la stessa ambiguità che hanno i termini a credenza " e " fede ". Uno crede in seguito a riflessioni e in forza di un ragionamento, l'altro crede sull'autorità di Dio rivelatore. Nei due casi l'atto non è lo stesso e differisce nel motivo, tanto che in un campo dove l'evidenza è così tenue la credenza del cristiano, poggiando sulla suprema e assoluta autorità di Dio, raggiunge una certezza assai superiore a quella dell'incredulo. Il cristiano è assolutamente " certo " e non c'è argomento o arguzia che per sua natura sia capace di scuoterlo, perdiè attinge la verità nella sua fonte, in Dio che è la Verità prima, e aderendo a una verità rivelata sull'autorità di Dio Rivelatore in realtà aderisce a Dio stesso.

Lo sguardo della fede.

- L'atto di fede consiste dunque in un giudizio, caratterizzato dal suo motivo, che è l'autorità di Dio. È un atto semplice, che può essere preparato da ragionamenti destinati a trarre dalla rivelazione questa o quella verità, o a dare un fondamento all'autorità di Dio, ma è sempre distinto da tali ragionamenti, che non gli sono necessari, anche se legittimi. L'atto di fede consiste nel prendere possesso d'un'idea per mezzo dell'intelligenza e nell'aderire alla verità di quest'idea.

È un atto diretto, che non implica necessariamente né la riflessione sulla verità ammessa cercando di approfondirla, né la riflessione su noi stessi, che ci renda coscienti di quello che crediamo. Può accadere che difficoltà d'ordine intellettuale o d'altro genere inducano un'anima a dubitare della sua fede profonda, ma questo non significa che dubiti di Dio e di ciò che Egli rivela, e con la pratica della preghiera, con l'esercizio della carità, e camminando nella direzione della fede, fa implicitamente atti di fede.

È sempre utile e talora anche obbligatorio fare atti espliciti di fede, che possono essere preparati e facilitati, ma anche complicati dai ragionamenti, che talvolta invece di aprire l'accesso lo ostruiscono. Brunetière e Newman seguendo questo metodo, l'uno per giungere alla fede primitiva, l'altro alla fede nella divinità della Chiesa romana, provarono quanto fosse lento questo processo, da cui furono dispensati Paolo Claudel e san Paolo. Ma che cosa importa questo se la ragione deve abbandonarsi e affidarsi a Dio? Perciò la ragione abbandona i ragionamenti che poterono servirle e ora non servono più, perdiè essa scopre la novità di Dio che viene a lei, che con i suoi passi ha avanzato molto poco e d'improvviso scopre che ha superato una distanza infinita. Essa ha così una specie di rivelazione, quella del fatto della Rivelazione. Gli elementi della ricerca sono sempre gli stessi, ma la vista è molto diversa e le s'impone un nuovo modo di vedere.

Questa spiegazione non deve stupire, perché anche nell'ordine sensibile avvengono fatti analoghi. Il nostro sguardo pratico sugli oggetti non è quello specializzato del pittore e dell'artista, che di uno stesso spettacolo hanno una visione più ricca della nostra. Potremmo fare molti esempi; ci bastino due, in cui le impressioni ricevute dall'esterno restano identiche e cambia solo la visione. Uno stesso individuo fissando un pavimento a losanghe di diverso colore, le vede comporsi successivamente in figure diverse. Guardando un gruppo roccioso un amico ci fa vedere figure che non avevamo notate.

Così gli stessi dati della rivelazione e gli stessi ragionamenti colpiscono l'uno e lasciano l'altro indifferente; l'uno vede solo fatti e argomenti dove l'altro coglie segni e prove, e non per questo siamo nel soggettivismo, perché i dati sono oggettivi e reali. Nell'atto di fede scopriamo la novità del fatto della Rivelazione, la testimonianza di Dio, l'autorità di Dio che sollecita la nostra adesione.

L'oggetto della fede è la parola divina.

- La fede può prendere possesso di tutte le verità rivelate, e quando prende possesso di una acquista implicitamente tutte le altre, poiché tutta la difficoltà consiste nel farsi sensibili al motivo per ammetterle, cioè all'autorità di Dio, alla divina veracità, die è motivo eguale per tutte le verità. Chi deliberatamente rigetta una verità rivelata, pecca contro la fede; chi pecca contro la fede corre pericolo di mettere in dubbio l'autorità di Dio e di perdere la fede. Chi perde la fede su di un punto, non salvando il modo, perde la fede su tutti gli altri, qualunque conoscenza ne conservi.

Tra tutte le verità rivelate, quella che Dio è amore che si è abbassato su di noi e ci attira, è la verità centrale che raccoglie e domina tutte le altre e pare servirsene per trasmettersi come verità essenziale attraverso di esse.

Attraverso tutti i dommi, la fede ci fa giungere a Dio stesso, Verità prima che si rivela a noi, e promette di essere il nostro fine ultimo soprannaturale. Infatti proprio qui è il punto di partenza, il termine e la base di tutta la Rivelazione. Perché Dio rivela se non perché ci ama e la sua condiscendenza è prova di amicizia? Perché si rivela e si fa conoscere se non perché lo amiamo com'è in se stesso? Che cosa ci rivela di se stesso se non che Egli è amore e che, sempre per amore, s'incarna, redime e agisce per noi? A questo riguardo la testimonianza di san Giovanni è formale. Questa verità non contiene tutte le altre verità rivelate, ma vi è contenuta in tutte. Volendo trattarci da amici e figli, Dio ci manifesta un amore, ci riserva doni che superano infinitamente ciò che deve alla nostra natura per la sua giustizia e sapienza.

Si accederebbe quindi alla fede scoprendo quest'aggiunta, questo soprannaturale, quest'amicizia offerta da Dio, prendendo l'offerta sul serio e accettandola realmente. Credidìmus carilati scrive San Giovanni; noi crediamo all'amicizia di Dio, anzi crediamo la stessa amicizia in modo che la fiducia, che, credendo dimostriamo a Dio non si rivolge solo alla sua Veracità, ma anche alla sua suprema Bontà, e crediamo sulla parola, perché Egli, specialmente quando ci scopre il suo Amore, non può né ingannarsi né ingannarci.

Chi crede ai doni sublimi dell'amicizia divina, dell'Incarnazione, della Redenzione, dell'Eucaristia, della nostra divina adozione, della Chiesa, della visione beatifica, ecc, coglie implicitamente quest'oggetto essenziale della fede; si può anzi pensare che quelli i quali non sono stati toccati dalla rivelazione cristiana siano capaci di fare il vero atto di fede se aderiscono a Dio e ne scoprono l'amore: " Credere clic Dio esiste e che rimunera quelli che con diligenza Io cercano" (Ebr. 11, fi).

Data la natura, il motivo e l'oggetto della fede consideralo come un atto dell'intelligenza, si comprende cosi che non 6 un alto della sola intelligenza, ma un atto morale, religioso, effetto della grazia; e che per l'adulto è "li necessità di mezzo per la salute, perché é la prima risposta possibile che condiziona tutte le altre all'offerta di salute che ci viene fatta da Dio.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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