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LETTERE di Santa Caterina da Siena dalla 72 alla 152 (2)

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2022 11:51
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13/03/2022 10:27
 
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XCIV (94)- A frate Matteo di Francesco Tolomei dell'ordine de' predicatori

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo Figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi cercare Dio in verità, senza alcuno mezzo della propria sensualità o d'alcuna altra creatura: perocchè col mezzo non potremo piacere a Dio. Dio ci diè il Verbo dell'unigenito suo Figliuolo, senza rispetto di propria utilità. Questoè vero, che in lui non potiamo fare utilità alcuna: ma non addiviene così di noi; perocchè, perché noi non serviamo a Dio per propria utilità, nondimeno l'utilità è pure nostra. A lui ne torna il fiore, cioè l'onore; e a noi il frutto della utilità. Egli ci ha amati senza essere amato; e noiamiamo perché noi siamo amati: egli ci ama di grazia, e noi amiamo lui di debito, perocchè siamo tenuti d'amarlo. Sicchè così addiviene dell'utilità, che noi non potiamo fare a Dio, come di non poterlo amare di grazia senza debito. Però che noi siamo obligati a lui, e non egli a noi: perocchè prima che fusse amato, ci amò; e però ci creò alla immagine e similitudine sua. Ecco dunque, che non potiamo fare utilità a lui, nè amarlo di questo primo amore. E io dico che Dio ci richiede, che come egli ci ha amati senza alcuno rispetto, così vuole essere amato da noi. In che modo dunque il potremo avere, poichè egli cel richiede, e noi nol potiamo fare a lui? Dicovelo: collomezzo che egli ha posto, onde doviamo amare lui liberalmente, e senza alcuno rispetto d'alcuna propria nostra utilità: cioè doviamo essere utili, non a lui, che nonpotiamo, ma al prossimo nostro. Or con questo mezzo potiamo osservare quello che egli ci richiede per gloria e loda del nome suo: e per mostrare l'amore che noi gli abbiamo, doviamo servire e amare ogni creatura che ha in sè ragione, e distendere la carità nostra a buoni e cattivi, e ad ogni generazione di gente, così a chi ci disservee sono scandalizzati in noi, come a chi ci serve. Perocchè Dio non è accettatore delle creature, ma de' santi desiderii; e la carità sua si distende a giusti ed a peccatori.

E' vero che alcuno ama come figliuolo, alcuno come amico, alcuno come servo e alcuno come persona che è partita da lui e ha desiderio che torni; e questi sono gl'iniqui peccatori che sono privati della Grazia. Ma in che lor mostra l'amore questo sommo Padre? In prestargli il tempo; e nel tempo gli pone molti mezzi, o in pentimento del peccato, tollendogli il luogo e il potere che non possono fare tanto male quanto vogliono; e in molti altri modi, per fargli odiare il vizio, e amare la virtù, il quale amore della virtù gli tolle la volontà del peccato. E così per lo tempo che Dio gli diè per amore, di nemici sono fatti amici, e hanno la grazia e sono atti ad avere la eredità del padre.

Amore di figliuoli ha a coloro che in verità lo servono senza alcuno timore servile, i quali hanno annegata e morta la loro propria volontà, e sono obedienti per Dio infino alla morte, a ogni creatura che ha in sè ragione; e non sono mercennai che 'l servano per propria utilità, ma sono figliuoli; e le consolazioni dispregiano, e delle tribolazioni si dilettano, e cercano pure in che modo si possano conformare con Cristo crocifisso, e notricarsi degli obbrobri e delle fadighe e pene sue. Costoro non cercano nè servano Dio per dolcezza nè consolazione spirituale nè temporale che ricevano da Dio o dalla creatura; perocchè, non cercando Dio per loro nè il prossimo per loro, ma Dio per Dio inquanto è degno d'essere amato, e loro per Dio per gloria e loda del nome suo; e il prossimo servono per Dio, facendogli quella utilità che gli è possibile. Costoro seguitano le vestigie del Padre, dilettandosi tutti nella carità del prossimo, amando i servi di Dio per amore che amano il loro Creatore; e amano gl'imperfetti per amore che vengano a perfezione, dandogli il santo desiderio e continue orazioni. Amano gli iniqui che giacciono nella morte del peccato mortale, perché sono creature ragionevoli create da Dio, e ricomperate d'uno medesimo Sangue, che il loro: onde gli duole la loro dannazione; e per camparli si darebbero alla morte corporale. E' persecutori, e' mormoratori, e' giudicatori, che sono scandalizzati in loro, amano sì perché sono creature di Dio, come detto è, e si perché sono strumento e cagione di ponere le virtù in oro, e farli venire a perfezione; e specialmente in quella reale virtù della pazienzia, virtù dolce, che non si scandalizza nè si turba, nè dà a terra per alcuno vento contrario nè per alcuna molestia d'uomini. Costoro sono coloro che cercano senza mezzo, e l'amano in verità come legittimi e cari figliuoli; ed egli ama loro come vero padre, e manifesta loro il segreto della sua carità, per fargli avere la eredità eterna: onde corrono come ebbri del sangue di Cristo, arsi nel fuoco della divina Carità, dalla quale sono illuminati perfettamente. Costoro non corrono per la via delle virtù a loro modo; anzi a modo di Cristo crocifisso, seguitando le vestigie sue. E se gli fusse possibile servire Dio ed acquistare le virtù senza fadiga, non le vogliono. Questi non fanno come i secondi, cioè l'amico e il servo; perché alcuna volta il loro servire è con alcuno rispetto. Onde talvolta è con rispetto di propria utilità; e per questo viene a grande amicizia, perché cognosce il bisogno, e il suo benefattore, il quale vede che 'l può sovvenire, e vuole. Benchè prima fu servo, perocchè cognobbe il suo male, dal quale male seguitava la pena: onde col timore della pena caccia il vizio, e con l'amore abbraccia le virtù, cioè, servire il suo Signore, colui ch'egli ha offeso; e comincia a pigliare speranza nella sua benignità, considerando che egli non vuole la morte del peccatore, ma vuole che egli si converta e viva. Che se egli fusse pur neltimore, non sarebbe sufficente ad avere la vita, nè tornerebbe a perfetta grazia col Signor suo; ma sarebbe servo mercennaio. Nè anco debbe stare pur nell'amore del frutto, e della consolazione che ricevesse dal Signore suo, poichè è fatto amico; perché questo amore non sarebbe forte, ma verrebbe meno quando fusse ritratto dalla dolcezza o dalla consolazione e diletto di mente, o vero quando venisse alcuno vento contrario di persecuzione o tentazione dal dimonio; subito allora verrebbe meno nelle tentazioni del dimonio, e molestie della carne. Onde verrebbe a confusione per la privazione della consolazione mentale; e nella persecuzione e ingiurie che ci fanno le creature, verrebbe ad impazienzia.

Sicchè vedete, che questo amore non è forte: anzi fa, chi ama di questo amore, come Santo Pietro, il quale innanzi la Passione amava Cristo dolcemente, ma non era forte; e però venne meno al tempo della croce: ma poi si partí dall'amore della dolcezza, cioè, dopo l'avvenimento dello Spirito Santo, e perdette il timore, e venne ad amore forte e provato nel fuoco delle molte tribolazioni. Onde, venuto ad amore di figliuolo, tutte le portava con vera pazienzia; anzi correva con loro con grandissima allegrezza, come se fusse andato a nozze e non a'tormenti. E questo era, perch'era fatto figliuolo. Ma se Pietro fusse rimasto solamente nella dolcezza e nel timore ch'egli ebbe nella Passione e dopo la Passione di Cristo, non sarebbe venuto a tanta perfezione d'essere figliuolo e campione della santa Chiesa, gustatore e mangiatore dell'anime. Ma attendete il modo che Pietro tenne con gli altri discepoli per potere perdere il timore servile e l'amore delle consolazioni, e ricevere lo Spirito Santo, come li era promesso dalla prima dolce Verità. Onde dice la Scrittura che si rinchiusero in casa e ivi stettero invigilia e in continue orazioni; e stettero dieci dì, e poi venne lo Spirito Santo.

Or questa è la dottrina che noi doviamo pigliare, ed ogni creatura che ha in sè ragione; cioè rinchiudersi in casa, e stare in vigilia e continua orazione; e stare diecidì; e poi riceveremo la plenitudine dello Spirito Santo. Ilquale, poichè fu venuto, gl'illuminò della verità; e videroil secreto della inestimabile carità del Verbo con la volontà del Padre, che non voleva altro che la nostra santificazione. E questo ci ha mostrato il sangue di questo dolce e amoroso Verbo; il quale è tornato a' discepoli, cioè, venendo la plenitudine dello Spirito Santo. E viene con la potenzia del Padre, con la sapienzia del Figliuolo, e con la pietà e clemenzia dello Spirito Santo; sicchè la verità di Cristo è adempita, il quale disse a' discepoli suoi: io anderò, e tornerò a voi. Onde allora tornò; perocchè non poteva venire lo Spirito Santo senza il Figliuolo e senza il Padre, perocchè era una cosa con loro. Sicchè venne, come detto è, con la potenzia che è appropriata al Padre, e con la sapienzia che è appropriata al Figliuolo, e con la benivolenzia e amore che è appropriato allo Spirito Santo. Bene lo mostrarono gli Apostoli; perocchè subito per l'amore perderono il timore. Onde con vera sapienzia cognobbero la verità, e con grande potenzia andarono contra gl'infedeli; gittavano a terra gl'idoli e cacciavano le dimonia. Questo non era con potenzia del mondo, nè con fortezza di corpo, ma con forza di spirito e potenzia di Dio, la quale per divinagrazia avevano ricevuta. Or così addiverrà a coloro che sono levati dal vomito del peccato mortale, e dalla miseria del mondo, e cominciano a gustare il sommo Bene, e s'innamorano della dolcezza sua. Ma, come detto è, a stare pur nel timore, non camperebbe però l'inferno; ma farebbe come fa il ladro, il quale ha paura delle forche, eperò non fura: ma non che egli non furasse se non credesse patire la pena. Così anco addiviene dall'amare Dio per dolcezza: cioè, che non sarebbe nè forte nè perfetto, ma debile e imperfetto. E però non stanno fermi, ma... tengono la via e il modo con vera perseveranzia di giungere alla perfezione.

Il modo di giungervi è questo de' discepoli, come detto è. Cioè, come Pietro e gli altri si rinchiusero in casa;così hanno fatto e debbono fare coloro che sono giunti all'amore del Padre, che sono figliuoli. Onde quelli che vogliono passare a questo stato, debbono entrare e rinchiudersi in casa, cioè nella casa del cognoscimento di loro medesimi, che è quella cella nella quale l'anima debbe abitare. Nella quale cella trova un'altra cella, cioèla cella del cognoscimento della bontà di Dio in sè. Onde dal cognoscimento di sè trae una vera umiltà, con odio santo dell'offesa che ha fatta e fa al suo Creatore: eper questo viene a vera e perfetta pazienzia. E nel cognoscimento di Dio, che ha trovato in sè, acquista la virtù dell'ardentissima carità: onde trae santi e amorosi desiderii. E per questo modo trova la vigilia e continua orazione. Cioè, mentre che sta rinchiusa in così dolce e gloriosa cosa quanto è il cognoscimento di sè e di Dio. Vigila, dico, non solamente dell'occhio del corpo, ma dell'occhio dell'anima; cioè, che l'occhio dell'intelletto non si veda mai serrare, ma sempre debba stare aperto nel suo obietto e amore ineffabile, Cristo crocifisso: e ivitrova l'amore, e la colpa sua propria. Perocchè, per la colpa Cristo ci donò il sangue suo. Allora l'anima si leva con grandissimo affetto ad amare quello che Dio ama, e ad odiare quello che egli odia. E tutte le sue operazioni drizza in Dio, e ogni cosa fa a gloria e loda del nome suo. E questa è la continua orazione, della quale dice Paolo: «Orate senza intermissione». Or questa è la via di levarsi da essere solamente servo e amico, cioè dal timore servile e dall'amore tenero della propria consolazione, e giungere ad essere vero servo, vero amico, vero figliuolo. Chè essendo fatto vero figliuolo, non perde però che non sia servo e vero amico: ma è servo e amico in verità, senza alcuno rispetto di sè, nè d'altro che solodi piacere a Dio.

Dicemmo che stettero dieci dì, e poi venne lo Spirito Santo. Così l'anima, che vuole venire a questa perfezione, le conviene stare dieci dì, cioè ne' dieci comandamenti della legge. E con li comandamenti della legge osserverà i consigli; perocchè sono ligati insieme, e non s'osserva l'uno senza l'altro. E vero è, che quelli che sono al secolo debbono osservare i consigli mentalmente per santo desiderio; e coloro che sono levati dal mondo gli debbono osservare mentalmente e attualmente. E così, se riceve l'abbondanzia dello Spirito Santo, con vera sapienza di vero e perfetto lume e cognoscimento, e con fortezza e potenzia, forte contra ogni battaglia, è potente principalmente contra sè medesimo, signoreggiando la propria sensualità. Ma tutto questo non potreste fare se n'andaste svagolando con la molta conversazione, dilungandovi dalla cella, e con la negligenzia del coro. Onde considerando me questo, vi dissi, quando vi partiste da me, che studiaste di fuggire la conversazione, e visitare la cella, e non abbandonare il coro nè il refettorio (quando vi fusse possibile a voi), e la vigilia con l'umileorazione; e così adempire il desiderio mio, che vi dissi ch'io desideravo di vedervi cercare Dio in verità, senza alcuno mezzo. Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.


XCV - A certi giovani fiorentini, figliuoli adottivi di don Giovanni

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimi figliuoli in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi legati nel legame dolce della carità sì e per siffatto modo che nè dimonio nè creatura ve ne possano separare.

Questo è quel dolce legame che legò Dio nell'uomo, e l'uomo in Dio, quando la natura divina s'unì colla natura umana; e questo fu quell'amore ineffabile che donò l'essere all'uomo, traendolo Dio di sè medesimo, quando il creò alla immagine e similitudine sua. E perché l'anima è fatta per puro amore, l'amore accorda le potenzie dell'anima nostra, e lègale insieme queste tre potenzie. La volontà muove l'intelletto a vedere, volendo amare alcuna cosa: sentendo l'intelletto che la volontà vuole amare, se ella è volontà ragionevole, l'intelletto sipone per obietto l'amore ineffabile del Padre eterno, che ci ha donato il Verbo del Figliuolo suo; E l'obedienzia e umiltà del Figliuolo, sostenendo con mansuetudine pene, ingiurie, strazii, scherni e villanie, le quali ha portato con grandissimo amore. E così a quello che l'occhio dell'intelletto ha veduto, la volontà con amore ineffabile va dietro. E con mano forte egli ripone il tesoro ch'egli trae di questo amore, nella memoria; e così diventa grato e conoscente al suo Creatore delle Grazie e doni che si vede aver ricevuti da Dio. Chè ciò ch'egli ha, vede, di grazia aver in sè e non per sè medesimo; che noi siamo quelli che non siamo, e però siamo operatori di quella cosa che non è, cioè del peccato.

Oh quanto è orribile morte la colpa, che ci tolle la vita! E questo vedendo l'anima nel modo detto, si veste d'amore e di perfetta umiltà: la carità trova e gusta nellabontà di Dio, vedendola in sè medesima partecipare con molti doni e grazie, le quali ha ricevute e riceve continuamente. Nel cognoscimento di sè e del peccato, che trova per la legge perversa, che ha in sè (che ha ribellatoe ribella al suo Creatore), si concepe un odio e dispiacimento verso questa sensualità; e nell'odio trova una pazienzia, la quale pazienzia il fa forte a sostener pene, scherni, villanie, fame, sete, freddo, caldo, tentazioni e molestie dal dimonio. Schifa e fugge il mondo con tutti e' diletti suoi: e nascene una vena d'umiltà, la quale è balia e nutrice della carità. E però porta con tanta pazienzia; perché la carità, amore ineffabile, ha trovata la baliasua, cioè l'umiltà, il servo dell'odio di sè, che per amorela serve con perfetta pazienzia. Esso fa vendetta e giustizia de' nemici della divina carità; ed e' nemici suoi sono questi. Amore proprio il quale per propria utilità ama sè; e ciò che egli ama, ama per sè, e non per Dio: diletti, piacimenti, stati, onori e ricchezze. E che vendetta è questa? è una vendetta di tanta dolcezza che lingua non è sufficiente a dirlo: chè dall'amor proprio che dà morte, viene all'amore divino che gli dà vita; dalla tenebra e odio e dispiacimento della virtù, viene alla luce e amore delle virtù: in tanto che elegge innanzi la morte, che volere lasciare la virtù. anco, si dà a tenere tutti quelli modi equelle vie per le quali vede che possa venire a virtù, e conservare la virtù in sè. E perché e' diletti sensitivi e ladelicatezza del corpo, e la conversazione di cattivi e perversi secolari vede che gli sono nocivi; però li fugge con tutto il cuore: e con tutto l'affetto, del corpo fa 'l contrario, e fanne vendetta, macerando colla penitenzia, col digiuno, vigilie e orazioni e discipline, quando singolarmente vedesi d'aver bisogno; cioè quando la carne volesse ribellare allo spirito. La volontà vendica colla morte; però che l'uccide, sottomettendola a' comandandamenti di Dio e a' consigli che Cristo Figliuolo unigenito di Dio ci lassò con essi comandamenti. E così si veste dell'eterna volontà sua dolce; e naviga in questo mare tempestoso, virilmente e realmente seguitando le vestigie di Cristo crocifisso.

Or questo è quel dolce legame, il quale lega l'anima col suo Creatore. Tu legasti Dio nell'uomo, come detto è, e l'uomo in Dio, quando tu, Padre eterno, ci donasti il Verbo del Figliuolo tuo, e unisti la natura divina colla natura umana. O figliuoli carissimi, questo fu quel legame che tenne confitto e chiavellato Dio-e-Uomo in croce: che se l'amore non l'avesse tenuto, non erano sufficienti i chiovi nè la croce a poterlo tenere. L'amore che Cristo ebbe all'onore del Padre e alla salute nostra, e l'odio e dispiacimento ch'egli ebbe del peccato, e l'odio insieme coll'amore fece vendetta delle nostre iniquità, e punille con pene e tormenti sopra il corpo suo.

Adunque l'anima, che è legata con Cristo crocifisso, il sèguita, facendo vendetta, per onore di Dio e salute sua e del prossimo, della parte sensitiva; cacciando e' nemici dell'anima sua; de' vizii, dico, e disobbedienzia ch'egli ha avuto contro il suo Creatore, disobbedendo a' comandamenti suoi: e mettevi dentro, e riceve gli amici. Gli amici sono le vere e reali virtù, fatte in amore e in perfetta carità. Perché uno de' principali amici che abbia l'anima, è la vera obedienzia. Chi tanto è umile quanto obediente, obedisce ai comandamenti santi di Dio. L'anima che molto s'innamora di questa obedienzia, che è uno annegare e uccidere la sua volontà, distendesi anco più oltre: chè ella vuole osservare l'obedienzia de' consigli di Cristo, pigliando, in ordine approvato, il giogo della santa obedienzia. E non è dubbio, figliuoli miei, che ella è cosa più sicura e più provata. Chè, perché noi vediamo e' religiosi infermi, non essendo osservatori dell'ordine; nondimeno l'ordine non inferma mai: chè ella è fondata e fatta dallo Spirito Santo.

Onde, se sentite che Dio vi chiama a obedienzia, rispondetegli. E se vi venisse in pensiero di non contentarvi per gli Ordini che sono così venuti meno, e per poco amore v'ha di molti traversi; io rispondo a questo pensiero, che molti monasteri ci ha, che al tutto ogni cattiva barba n'è uscita fuori; che, avendo voi volontà della religione, sarebbe molto bene e onore di Dio che voi n'andassi, essendovi un buono capo. E fra gli altri monasteri, vi so dire di Santo Antimo, il quale; come don Giovanni vi dirà, ha uno abbate, che è specchio d'umiltà e di povertà e d'umiltà: che egli non vuole essere il maggiore, ma il più minimo. Dio per la sua infinita bontà ne dispensi quello che debba essere più suo onore,e il meglio per voi.

Legatevi, legatevi insieme, figliuoli miei, caritativamente; l'uno sopporti e comporti e' difetti dell'altro; acciò che siate legati, e non sciolti, in Cristo dolce Gesù. Amatevi, amatevi insieme: chè voi sapete che questo è il segno che Cristo lassò a' discepoli suoi, dicendo che ad altro non sono cognosciuti e' figliuoli di Dio, se non all'unità dell'amore che l'uomo ha col prossimo suo in perfettissima carità.

Ho avuta grandissima consolazione delle buone novelle dell'unità ch'io ho udita che avete insieme. Crescete. E non vollete il capo addietro; sì che io possa dire con santo Pavolo, quando disse a' discepoli suoi, che eglino erano il suo gaudio, la sua letizia e la sua corona. Onde io vi prego che adopriate sì, che io il possa dire. Altro non vi dico. Bagnatevi nel sangue di Cristo crocifisso, e legatevi insieme col legame dell'amore. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.



XCVI - A Pietro Canigiani in Firenze

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo padre e figliuolo in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi fondato in vero e perfettissimo amore, acciò che siate vestito del vestimento nuziale della perfetta carità. Senzail quale vestimento non possiamo entrare a nozze della vita durabile, alle quali siamo invitati; ma saremo scacciati, e sbanditi di vita eterna con grandissima vergogna. Oh quanta confusione sarà a quell'anima, che nell'ultima estremità della morte, quand'ella è per entrare alle nozze della patria sua, ella per sua colpa se ne trovi privata e sbandita, trovandosi terminata la vita sua senza questo dolce e grazioso vestimento. Confusione truova nel cospetto di Dio, nell'aspetto degli angeli e degli uomini, e nella coscienzia sua, la quale è uno vermine che sempre rode; e nella visione delle dimonia, delle quali ella si fece serva, servendo loro, al mondo e alla propria sensualità. E 'l merito che ella ne riceve, si è confusionee rimproverio, con molto supplicio e tormento. Riceve da loro quello che hanno in sè. Questo gli avviene perch'ella va al convito senza vestimento nuziale.

Chi ne l'ha privato? L'amore proprio di sè medesimo. Perocchè colui ch'ama sè di proprio amore sensitivo, non può amare Dio nè sè d'amore ragionevole; perché l'uno amore è contrario all'altro, in tanto che neuna conformità hanno insieme. O carissimo padre, ragguardate quanto essi sono differenti; e quanto è pericoloso e penoso l'amore sensitivo, e quanto è dolce il divino amore! La differenzia è questa: che colui ch'ha posto l'affetto suo nel mondo, ama e cerca tutte quelle cose nelle quali si possa dilettare sensitivamente. Egli cerca onori, stati e ricchezze del mondo: dove il servo di Dio gli fugge come veleno, perché n'ha levato l'affetto e l'amore, e trattone il cuor suo, e postolo solamente nel suo Creatore, reputandosi a gloria d'esser privato de' suoi stati e ricchezze, diletti e piaceri, e ricevere grandipersecuzioni e rimproverio dal mondo e da' suoi seguaci. Ogni cosa porta con vera e santa pazienzia, perché tutto ha conculcato co' piei dell'affetto suo. Fatto è signore del mondo, perché pienamente l'ha lassato, non a mezzo, ma in tutto; e se non attualmente, almeno col santo e vero desiderio; apprezzando il mondo per quello che vale, e non per più, e spregiando la propria fragilità,tenendola per serva sottoposta alla donna della ragione. Dove l'amatore di sè medesimo si fa Dio de 'l mondo, e suoi piaceri, e di sè: cioè, che quel tempo che egli debbe spendere in servire il suo Creatore, egli lo spende in opere vane e transitorie, e nel corpo suo fragile che oggi è, domane non è, però ch'egli è cibo de' vermini e cibo di morte, ed è un sacco pieno di sterco. Egli ama la superbia, e Dio l'umiltà; egli è impaziente, e Dio vuole la pazienzia: egli ha il cuore stretto, che non vi cape Dio nè'l prossimo per amore; Dio è largo e liberale. E però e' servi di Dio seguitatori della divina Carità, che in veritàvanno per la dottrina di Cristo crocifisso, si dispongono a dare la vita per l'onore di Dio e in salute del prossimo:e 'l misero uomo servo del mondo il rode co' denti dell'invidia e dell'odio, e con ira e dispiacere divora le carni sue con appetito di vendetta. Questi si diletta nel loto dell'immondizia; e il servo di Dio nell'odore della purità e continenzia. Eziandio stando allo stato legittimo del matrimonio, egli s'ingegna, per amore della virtù, di sentire e gustare l'odore della continenzia. In tutte quante le cose troviamo ch'egli è contrario l'uno all'altro; e però non possono stare insieme, ma l'uno caccia l'altro.

Onde vediamo che quando l'uomo si volta a cognoscere la miseria sua, e la poca fermezza e stabilità del mondo e la sua incostanzia, subito l'odia, e con l'odio caccia l'amore. E perché senza l'amore non può l'anima vivere, subito ama quello che col lume dell'intelletto ha veduto e cognosciuto nell'affetto della divina carità, trovando in sè la gran bontà di Dio, la fermezza e stabilità che riceve da lui, vedendosi ricreato a Grazia nel sangue dell'umile e immacolato Agnello, che per amore ha lavata la faccia dell'anima sua col proprio sangue. Onde, vedendosi tanto amare, non può fare che non ami. E però ci è molto necessario il lume per cognoscere l'amore che Dio ci ha, e le grazie e doni che riceviamo continuamente da lui. Questo amore fa l'uomo grato e cognoscente a Dio e al prossimo suo; siccome l'amore proprio il fa ingrato e scognoscente, perché attribuisce al suo proprio sapere quello ch'egli ha. E chi mostra che egli è così? La ingratitudine sua: la quale ingratitudine si mostra per le colpe che tutto di egli commette; come la gratitudine dimostra che l'anima retribuisce solo a Dio ciò ch'ella ha, eccetto il peccato, che non é: e la virtù dimostra la gratitudine. Bene è dunque vero che in ogni cosa sono differenti.

Dico che 'l servo del mondo, amatore di sè, porta grandissime e intollerabili fadighe; perocchè, come dice santo Angustino, il Signore ha permesso che l'uomo il quale disordinatamente ama, sia incomportabile a sè medesimo. Questi porta la croce del dimonio: perocchè, s'egli acquista diletti, egli gli acquista con pena; e avendoli, li tiene con fadiga, per timore di non perdergli; e seegli li perde, ne è cruciato con grandissima impazienzia; e se non gli può avere, ha pena, perché gli vorrebbe. Tanto è cieco, che perde la libertà sua, facendosi servo e schiavo del peccato, e del mondo con le sue delizie, e della propria fragilità. Queste sono pene generali agli amatori del mondo: ma quante sono le particolari, tutto dì il vediamo, le fadighe che portano gli uomini in servigio del dimonio. Oimè! Per acquistare l'inferno, essi non curano la morte corporale, nè rifiutano veruna fadiga: E io (misera me!) per avere Dio, e per acquistare Dio, non sostenni mai una piccola cosa. L'ombra mia mi ha fatto paura. Veramente io confesso che i figliuoli delle tenebre fanno vergogna e confusione alli figliuoli della luce, perché vanno con più sollecitudine ed esercizio, e con maggiore fadiga all'inferno, che i figliuoli della luce a vita eterna. Sicchè la fadiga è grande, e l'amaritudine è molta che dà questo perverso e miserabile amore.

Ma il vero e perfettissimo amore è di tanto diletto, dolcezza e soavità, che neuna amaritudine gli può tollere la dolcezza sua; nè l'amaritudine il può conturbare; ma molto più fortifica la mente, perché accosta più l'anima al suo creatore; e in lui gusta la dolcezza della sua carità,tenendo con fede viva, che ciò che Dio gli dà e permette, il fa per suo bene e per sua santificazione. Chi gliel'ha mostrato? Il sangue di Cristo, nel quale vide col lume della fede; che se egli avesse voluto altro che 'l nostro bene, non ci averebbe Dio dato siffatto ricomperatore, quanto fu il Verbo del suo Figliuolo, e il Figliuolo non averebbe data la vita la quale diè con tanto fuoco d'amore, fabbricando le nostre iniquità sopra il corpo suo. Egli riempie l'anima di fortezza e di lunga perseveranzia; non vollendo il capo in dietro a mirare l'arato. Egli non si scandalizza nè in sè nè nel prossimo suo; ma con benivolenzia e carità fraterna porta e sopporta i suoi difetti. Non ha pena per privazione di stato; nè, se egli l'ha, il possiede con pena; e se egli non l'ha, nol cerca, nèha fadiga per averlo; perché l'affetto suo è ordinato e drizzato secondo la volontà di Dio, nella quale ha occisa la volontà sua propria, la quale volontà è quella cosa che ci dà pena e fadiga.

Questo amore il taglia dal mondo, e uniscelo in Dio per affetto d'amore; ordina la memoria a ritenere li beneficii suoi, illumina l'occhio dell'intelletto in cognoscere la verità nella dottrina di Cristo crocifisso; e drizza l'affetto ad amarlo con tutto il cuore con ansietato e grande desiderio: Ordina ancora gl'istrumenti del corpo, cioè che tutti i suoi esercizi corporali e spirituali sono drizzati in onore di Dio e in amore della virtù. Allora si truova in verità avere risposto a Dio che l'ha invitata alle nozze di vita eterna dal principio della sua creazioneinfino all'ultimo. Questa, come grata, s'ha messo il vestimento nuziale dell'affetto della carità, perché s'è spogliata dell'amore sensitivo, odiandolo; e ama Dio e sè in amore ragionevole. E così si truova vestita di carità; chè in altro modo non poteva giugnere al termine suo.

Onde, considerando me, che altra via non ci è, dissi che io desideravo di vedervi fondato in vero e perfettissimo amore. E così voglio che facciate in questo punto del tempo che Dio ci ha servato per misericordia, che ora di nuovo cominciate a spogliarvi di voi e vestirvi di Cristo crocifisso. Lassate oggimai i morti seppellire e' morti, e voi seguitate lui con ogni verità. Lassate oggimai gli affanni del mondo; lassate la sollecitudine in cui ella debbe essere, e voi furate il tempo ne' santi esercizicon le vere e reali virtù: e non aspettate il tempo; però che non siamo sicuri d'averlo. Amate, amate; chè ineffabilmente sete amato. Pigliate diletto e spasso con li servidi Dio, avendo la loro conversazione. Confessatevi molto spesso (bench'io non credo che bisogni dire); e la comunione ricevete per tutte le pasque solenni, acciò che più perfettamente possiate acquistare questo dolce vestimento. E studiate che la famiglia s'allevi col timore santo di Dio. Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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