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Il caso enigmatico di padre Riccardo Lombardi, Fatima e la rivoluzione nella Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2016 15:04
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30/04/2016 13:56
 
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Progetto clericale per un Mondo Migliore

Il «Movimento per un Mondo Migliore» fu, in quello stesso periodo, un progetto animato da chierici connessi in qualche modo con gli avvisi di Fatima.
Il suo fondatore fu il noto gesuita padre Riccardo Lombardi ed ebbe entusiastico appoggio da parte di Pio XII.
Per la storia è importante conoscere questo movimento e padre Lombardi, poiché, attraverso questo personaggio chiave del Pontificato di Pio XII, si può capire meglio la dimensione dei problemi di quel momento.
Essi stavano ingenerando quella crisi pre-conciliare che sarebbe sfociata nello smarrimento religioso di una moltitudini
di chierici, di religiosi e di fedeli.
Per descriverlo faremmo un breve riassunto del libro «Pio XII per un mondo migliore», di padre Lombardi, pubblicato nel 1954, a Roma da La Civiltà Cattolica, dei Gesuiti (sigla Mm).
Movimento e libro si rifanno allo spirito delle parole dell’esortazione papale: «per un mondo migliore», del 10 febbraio 1952 e della serie di discorsi di Pio XII legati a questa speranza in quel momento storico.
Il lavoro si apre con una lettera della Segreteria di Stato di Sua Santità del 18 Maggio 1953, con la quale è assicurato l’appoggio ed è espressa la riconoscenza del Papa per il lavoro di diffusione di questo movimento per il mondo migliore.
La lettere è firmata G. B. Montini che diverrà in futuro Paolo VI.
Un nuovo ordine cristiano per il mondo presente «avviato verso la rovina» e che «occorre rifare dalle fondamenta» è la mèta del progetto.
Perciò si proclama il «grande risveglio», l’annunzio che «è tempo di scuotere il funesto letargo».
Dato che «solo la Chiesa può essere alla testa di così grande impresa», il Papa, avendo «ripetutamente annunziato la necessità di un ordine universale migliore, assumeva davanti all’avvenire la parte di primo costruttore» (Mm, pagina 25).
Ecco la ragione perché il piano conta sulla «certezza che l’ora grande verrà» e, in tale prospettiva, l’allocuzione del 10 febbraio, da cui parte il movimento, e la risposta dei cattolici, sarebbe un «atto storico».
Una nuova controriforma cattolica?

E’ il titolo che segue e che include il sottotitolo «La nuova controffensiva di Dio», quando si parla di affrontare l’uguaglianza nell’odio del comunismo insegnando e vivendo il mistero della fraternità umano-divina.
Ecco la lotta dichiarata contro l’apostasia moderna, legata al dovere di rinnovamento della Chiesa attraverso l’Azione Cattolica, ecc.
E per attuare questo piano si vuole «tutte le diocesi chiamate al Mondo migliore».
In occasione di un’importante radiomessaggio di Pio XII, il 13 ottobre 1952 (Mm, pagina 240) in cui è
ricordato che il vero nemico è lo spirito di ribellione a Dio e contro Gesù, cioè la rivoluzione di sempre, padre Lombardi associa l’appello al Mondo migliore a Fatima e menziona la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato fatta dal Papa in giugno.
Non menziona, però, che tale atto rimase incompleto per la mancata partecipazione dei vescovi del mondo catto¬lico.
Per la salvezza universale.

«Sta a noi adesso ubbidire al mandato, che attraverso il Papa ci giunge dalla Vergine Maria. Oh, se un giorno si potesse riconoscere nella storia, che il prodigioso passaggio della silenziosa statua della Vergine di Fatima in tante nazioni cattoliche, protestanti, anche pagane, fu il discreto annunzio della Mamma per quel Mondo migliore, che ad onore di suo Figlio fu poi costruito su tutta la terra per impulso del Vicario di Gesù! Certo Pio XII volle scegliere per proclama iniziale del movimento il 10 febbraio, cioè la vigilia di una festa mariana, e ci tenne a dichiararlo fin dal primo momento perché i due nomi si unissero per sempre: Mondo migliore e Maria, mondo rinato da una pioggia di grazie e la Mediatrice di ogni grazia» (Mm, pagina 59).
La civiltà moderna, padrona di forze stupefacenti, andrebbe battezzata per la maggior gloria di Gesù
Cristo.
In verità, questo tenore millenarista delle idee ventilate dal suo direttore rende evidente una mancanza di sintonia del movimento con le parole di Fatima, anche se le usa.
Un altro esempio di questo millenarismo si trova nella pagina 66: «La stupefacente civiltà moderna, padrona di forze gigantesche e tuttavia agonizzante perché priva di anima, riceva lo spirito del Vangelo e domini i secoli con una nuova mirabile armonia: terra e cielo. Canti ai millenni la gloria di Gesù».
Vi è in queste frasi un ottimismo in rapporto al progresso tecnologico che non avrebbe sopravvissuto nemmeno venti anni di dura realtà.

Nel Messaggio mariano, al contrario, vi sono delle scure previsioni sul disordinato potere umano che finisce a servizio delle guerre e delle persecuzioni all’ordine cristiano.
Per smontare tale minaccia esso esprime come necessità prioritaria la conversione della Russia.
Ma attenzione, nemmeno in queste condizioni le sue parole esprimono un ottimismo millenarista.
Infatti alla fine della frase è detto soltanto: «Allora sarà concesso al mondo un periodo di pace».
Un’espressione in anticipo del Vaticano II è quella espressa dal «Movimento per un Mondo Migliore» dicendo che i suoi corsi in alcune diocesi italiane sembrava attuassero una nuova Pentecoste.
In tal senso si cita il telegramma di incoraggiamento del Papa dell’8 agosto 1953: «Sua Santità vivamente compiacendosi fraterno convegno sacerdotale Fognano promosso per studi urgente attuazione Mondo Migliore, invoca larga effu¬sione divini lumi aiuti conforto mentre invia di cuori numerosi partecipanti implorata benedizione – Montini» (Mm, pagina 84).
Preparare le categorie responsabili della Chiesa alla grande ora!
E’ curioso come già allora potesse passare inosservato il contrasto che si palesa continuamente nel «Movimento» tra l’ottimismo organizzativo che prepara «per la grande ora» e le parole ripetute da Pio XII nel descrivere il mondo avviato all’abisso.
Infatti, il movimento pare guidato da una doppia visione: da un lato quella papale del mondo in pericolo crescente; dall’altro l’euforia riformista pre-conciliare improntata al progresso del mondo, da parte dei mentori del movimento.
Ciò sarà chiaro nel piano in 140 punti scelti come qualificanti della «Dottrina Pontificia per un Mondo Migliore» (Mm, pagine 101-105).

Un nuovo ordine nazionale e internazionale i cui princìpi sono la libertà, la sicurezza, il rispetto per le minoranze, la spartizione della materia-prima, la riduzione degli armamenti e gli accordi internazionali, nella libertà di azione della Chiesa e nella dignità e nei diritti della persona umana.
Molte idee lodevoli, ma il cui ambito non è religioso; alcune un po’ utopiche, che ripetono i discorsi politici di moda.
Ma poiché esse sono prese qua e là da discorsi papali, «Il Sommo Pontefice stesso si proclama l’araldo di un Mondo migliore, che dichiara voluto da Dio... [esso] è l’ardente aspirazione del suo cuore» (pagina 103).
Il punto 138 dice: «La Chiesa crede alla pace e non si stancherà di promuoverla. Però tiene conto delle potenze oscure che hanno sempre agito nella storia e perciò diffida delle propagande pacifiste» (pagina 115).
Ciò svela che in questi punti importa più il concetto di propaganda che quello della pace cristiana da
distinguere della pace del mondo.
Il piano del «Mondo migliore» definito dai 140 punti di Lombardi, dopo Pio XII, avrebbe ricevuto grand’attenzione e impulso con il Vaticano II.
Tutto fa pensare che allora bastasse dare a un piano il titolo di «crociata del Papa» per renderlo
accettabile.
Ora, lo stesso spirito ha pervaso i piani e anche la lettera del concilio di Giovanni XXIII.
Allora però tutto sarebbe ammesso, ma a condizione di essere spurgato dalla parola «crociata», e dal suo profeta Lombardi.
Si vedrà perciò la storia di questo dilemma un po’ più avanti.
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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