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Il caso enigmatico di padre Riccardo Lombardi, Fatima e la rivoluzione nella Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2016 15:04
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30/04/2016 14:13
 
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Un clima di tensione a Roma, risultante dalla divisione ecclesiale sulla posizione da assumere di fronte alla crescente sovversione anche in seno all’Azione cattolica, è quanto Lombardi trova al ritorno.
Pio XII condanna i preti-operai e appoggia Gedda nel senso di un irrigidimento della politica vaticana, indebolita da troppe incertezze.
La situazione è grave e non sembra che ci sia modo per contenerla.

«Quanto a Montini, le sue difficoltà sembrano accresciute da quando i suoi ben noti legami con De Gasperi, Fanfani, La Pira e con i dirigenti dell’Azione cattolica giovanile, hanno contribuito a stendere sui suoi quotidiani rapporti col Papa un velo leggerissimo, quasi impalpabile e tuttavia inquietante di pena, quel minimo disagio che basta a insinuare tra loro il dubbio o la reticenza. E’ qualcosa di più che un sospetto se Rotondi ha sussurrato all’orecchio di Lombardi, già dall’estate, un segreto: ‘Il Papa ha ora sempre più la sensazione di essere servito male da qualcuno molto vicino a lui’» (MD, p. 333).
Il modo come suor Pascalina, la governate di Pio XII, trattò Montini, fa capire che pesa su di lui un sospetto di tradimento.
Lui era il «monsignore che aveva osato ‘tradire’ il termine era molto forte - la battaglia antisocialista oltre che anticomunista di Pacelli».

Suor Pascalina aveva visto piangere il Papa, deluso per l’atteggiamento aperturista di Montini.

Il monsignore aveva già attirato l’attenzione del prosegretario del Sant’Uffizio, cardinale Ottaviani, un capofila, insieme a Gedda, di quanti accusavano Montini di trescare con Fanfani e di aspirare a una Democrazia Cristiana autonoma dal Vaticano. Si andava oltre volendo far credere che il monsignore avesse perfino assistito a certe messe nere.

Fu padre Lombardi a darne notizia al Papa, e lui, in una nuova crisi di pianto, esclamava: «Non è vero! Non è possibile! Assolutamente non è possibile crederci» (A. Spinosa, «Pio XII, l’ultimo Papa», Mondadori,1992, pagina 358; MD, pagina 356).

In vista delle gravi informazioni su Montini, che non si limitano solo a sospetti d’ordine politico, è alquanto strano che questo potente monsignore abbia scelto allora di sfogare la sua afflizione proprio andando alla Civiltà Cattolica, il 16 novembre 1953.

«L’impressione che ne riceve Lombardi è piuttosto lugubre. Il quadro della situazione, quale risulta dall’analisi del prosegretario di Stato, inclina al peggio».

«Senza dirlo esplicitamente, ha fatto capire bene» riferisce Lombardi nel Diario «che attribuiva al metodo del Papa la crisi gravissima d’autorità che c’è nei supremi organi della Chiesa».

Quanto alle proposte caldeggiate da Lombardi per il movimento riformatore in Italia, Montini assicu¬ra il suo appoggio, benché dichiari il suo scetticismo sull’esito dell’esecutivo episcopale che dovrebbe assumere il comando complessivo... con il Papa «sempre più chiuso, più diffidente»...
«Sono confidenze gravi, c’è anche Rotondi a raccoglierle» (ibidem).

Qui si palesa un tentativo di Montini di capovolgere un sospetto e un giudizio: Non sarebbe lui, una delle massime autorità vaticane, dopo il Papa, a tradire la sua fiducia tessendo una politica contraria alle direttive papali per arginare il comunismo, ma lo stesso Pio XII chiamato in causa come responsabile della crisi di autorità, secondo l’analisi formulata da chi l’ha tradita! E per completare il quadro è lo stesso Montini che «parla con estremo pessimismo della situazione politica italiana. Egli vede il comunismo avanzare inesorabile e per vie legali. Però, bisogna tentare tutto» (ibidem) [Ogni compromesso?].

Poteva Lombardi credere a questa messinscena del frequentatore di messe nere e architetto dell’apertura a sinistra e del compromesso storico?
O avrebbe finto di crederlo per conservare l’appoggio al suo movimento di un potente che aveva in mano mezza politica vaticana?

Ora, Lombardi era al corrente che il Sant’Officio aveva aperto un dossier segreto su Montini: lui stesso l’ha denunciato «come responsabile di una politica personale verso i regimi comunisti dell’Europa orientale e verso alcuni Paesi latino-americani» (MD, pagina 355).

Ma lui sapeva pure che il «castigo» inflitto al «traditore» sarebbe la riprova che esso era più forte del cosiddetto «partito romano» che all’interno della curia faceva capo allo stesso Ottaviani e a Pizzardo, con appoggi nell’università Lateranense e nella Civiltà Cattolica e che voleva l’allontanamento di Montini dalla sua mansione nella Segreteria di Stato, da affidare al conservatore Tardini.
Infatti, il Papa scelse monsignore Dell’Acqua e quanto a liberarsi di Montini, non ha saputo far di meglio che inviarlo come arcivescovo a Milano, di modo che sembrasse a tutti di aver promosso e non rimosso il sospetto personaggio.

Si è solo guardato dal farlo cardinale!

E’ uno squarcio delle trame vaticane a cui partecipò padre Lombardi, che allora ebbe da Pio XII l’appoggio al suo movimento e l’approvazione del suo libro «Pio XII per un Mondo Migliore», le cui bozze erano dal Papa da mesi: «Una sistemazione organica del magistero pontificio circa l’ordine internazionale e sul ruolo della Chiesa romana per la ricostruzione spirituale e politica del mondo. In questo orizzonte autorevole Lombardi ha fatto emergere la esigenza di una riforma del cattolicesimo, anzi di una ‘nuova controriforma’, per contrasto con ‘la più recente spaventosa apostasia della società moderna’».

«Si tratta di cominciare l’aggiornamento sistematico dell’intero campo nostro di fronte al mondo moderno» scrive Lombardi (MD, pagina 334).

Il Papa ha rivisto personalmente le bozze, emendando qua e là - e togliendo la parola «rivoluzione», molto frequente in quel testo.

Nello stesso periodo Lombardi riesce a ricucire lo strappo col Generale dei Gesuiti, Janssens, e il consenso per una sede del Movimento indipendente dalla Compagnia di Gesù, adeguata all’impresa troppo grande per continuare nella sede di Civiltà Cattolica.

«Con l’aiuto di Ortolani e dei suoi amici - che hanno costituito una Associazione Maria Mediatrice per assicurare al Movimento una relativa autonomia finanziaria - viene affittato un villino di quindici stanze, per il quale Pio XII si affretta a decretare l’indulto dell’oratorio domestico, con la facoltà di conservare l’Eucarestia.[…] l’utopia ha finalmente un tetto ma egli si sente di colpo solo».

«Umanamente è una follia» confida al Diario in quei tormenti. «Siamo senza personale, senza danaro. Sono andato come alla cieca, senza sapere quasi cosa facevo. Ora mi sveglio».
Motivo in più per abbandonarsi alla fede: «Mamma, per il tuo Gesù, guida tu tutto. Se l’opera è vostra, qui cade nell’assurdo e nel ridicolo» (MD, pagina 335).

Si noti che tutto questo attivismo per seguire alla cieca un’utopia lasciava da parte giustamente il piano rappresentato da una richiesta-offerta da parte della Madre di Dio a Fatima.
Chi legge quel Messaggio può non trovare lì tutto un programma di rinnovamento cattolico, dettato dalla «Piena di Grazia», programma che giustificherebbe ogni movimento universale e anche un concilio ecumenico?
Quale aiuto potrebbe essere più forte?

Ora, i chierici di vocazione rivoluzionaria credevano nell’intervento di Dio nella storia, ma attraverso le loro iniziative.
Si noti questo: per il suo movimento padre Lombardi viaggiò e si appellò a tutte le diocesi del mondo cattolico; ma senza ricordare che la richiesta della Madonna di Fatima rimaneva disattesa.
Il che significa dare la priorità al progetto umano sull’indicazione divina; ecco una delle vere mancanze di sintonia del movimento lombardiano con gli eventi straordinari di Fatima, e ciò veniva anche confermato dalla riforma da esso espressa.

Si può quindi concludere crudamente che alla fine dei conti si assumeva Fatima al servizio di quell’idea di riforma e non il contrario.
Dire questo non significa giudicare delle intenzioni degli autori di tale movimento, ma del suo risultato oggettivo.
E allora si può vedere nel gesuita padre Riccardo Lombardi un prototipo del religioso in crisi tra la Chiesa guida a un miglior mondo e una «nuova Pentecoste» per stabilire una nuova Chiesa al servizio del Mondo Migliore.
Per la storia di Fatima è dunque importante conoscere attraverso questo personaggio chiave, la crisi di un’intera classe clericale, che seguendo un tale percorso pre-conciliare fu sorda al Messaggio di Maria Santissima.
«Fai sapere ai Miei Ministri...»




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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