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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Non dimentichiamo le Anime del Purgatorio, Anime a noi Care, Sante, Defunti da amare in Cristo

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2016 10:01
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14/07/2016 08:41
 
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  PREGHIERE PER LE POVERE ANIME

PRESENTAZIONE

Con l'andazzo che da qualche tempo ha preso piede in larghi strati della comunità cristiana, a causa dei "nuovi teologi" e di cattivi pastori d'anime, sono molte le verità che ne hanno fatto le spese, o perché sono state negate o perché sono state e sono tuttora taciute.
Una di queste verità e quella che ci parla dell'esistenza del purgatorio. C'è chi nega che il purgatorio esista e c'è chi, pur credendoci, non ne parla mai o quasi mai.
E così, viene a mancare il presupposto per una delle dimen-sioni irrinunciabili della carità: quella verso le anime che, tro-vandosi in stato di purificazione e quindi di dolore, sono ancora in attesa del paradiso e bisognose di aiuto.
La carità a cui il Signore ci chiama con tanta insistenza non conosce confini, neanche quelli che separano questa vita dall'al-dilà. Anche le anime del purgatorio sono nostro prossi-mo e per molte ragioni. Non ci è lecito perciò dimenti-carle nelle loro sofferenze.
Preghiera, penitenza e opere di carità sono tre modi concreti di dare aiuto alle anime di questi nostri fratelli che hanno già lasciato la vita terrena, ma non ancora ottenuto la vita eterna.

La Chiesa, fedele al mandato del suo Signore, conosce e pra-tica la carità verso le anime del purgatorio.

è per questo che in ogni Messa che viene celebrata ricorda al suo Dio oltre ai vivi anche i defunti e chiede misericordia per loro. Ed è per questo che nel corso dei secoli, tra le altre pre-ghiere tradizionali che ha insegnato ai suoi figli, ha inserito an-che "L'eterno riposo..." una preghiera breve, facile e accessi-bile a tutti, anche ai bambini.
E per questo che ha fissato un giorno, il 2 novembre, per ce-lebrare la commemorazione di tutti i defunti. Ed è per questo che dà la possibilità ai vivi di ottenere, a certe condizio-ni, delle indulgenze anche per i defunti.
La Chiesa, che è Madre, non può dimenticarsi di nessuno dei suoi figli: prega e onora i suoi figli migliori, quelli che già si trovano nella gloria del paradiso; prega per i suoi figli che sono ancora sulla terra e li ammaestra con la verità, li guida con le sue decisioni e li santifica con i suoi Sacramenti.
E infine prega e presenta al Padre i meriti guada-gnati dal Sangue di Cristo per quei suoi figli che stan-no ancora scontando in purgatorio le conseguenze dei loro peccati. Se non pregasse anche per loro, la Chiesa sareb-be matrigna e non più madre.

Un giorno gli Apostoli chiesero al Signore: "Sono molti quelli che si salveranno?". Gesù non ha risposto fornendo il numero dei salvati, ma dicendoci che sono molti a camminare su strade pericolose che portano verso la perdizione.
E tra coloro che si salveranno, sono molti quelli che andran-no direttamente in Paradiso? Anche su questo non abbiamo ri-sposte certe, ma lasciano molto pensare le parole di Santa Te-resa d'Avila: "Di tante anime elette da me conosciute in vita, ne ho viste tre soltanto volare direttamente al Cie-lo senza passare per il purgatorio".
Se si pensa al gran numero di visioni che Santa Teresa ebbe sul purgatorio durante la sua vita e alla quantità di anime san-te che fiorivano allora nella Chiesa di Dio, questa sua testimo-nianza non può non farci riflettere.

Aiutando le anime di questi nostri fratelli assetati di Dio e della gioia che viene da Lui, attiriamo su noi stessi una più grande benevolenza da parte del Signore.
Scopo di questo libretto, che mi auguro venga largamente diffuso, è quello di risvegliare l'attenzione su queste verità oggi poco considerate, stimolare chi lo legge a dar più consistenza, più calore, più continuità alla preghiera per le povere anime del purgatorio, e rendere più viva la nostra speranza del paradiso.

Don Enzo Boninsegna


UN PO' DI CATECHESI SUL PURGATORIO

PERCHE' PREGARE PER LE ANIME DEL PURGATORIO

Chi di noi non si porta nel cuore il confortante e doloroso ricordo di qualche defunto? Persone a noi care con cui abbiamo condiviso gioie e dolori, fatiche e speranze per pochi (talvolta troppo pochi) o molti anni della vita.

Con la loro morte è totalmente finito il nostro rapporto di amore? Di quel legame di affetto che ci univa ed era fonte di gioia non resta più nulla? Solo il ricordo...? Sarebbe troppo poco, perché i ricordi non solo non bastano a rasserenare il cuore, ma riaprono la ferita e riacutizzano la nostalgia di una presenza che non c'è più.
Che cosa resta dunque di questo legame di amore con i nostri cari defunti che si trovano in stato di purificazione? Lo domandia-mo alla nostra ragione... ma, avvolta come dalla nebbia, la ragio-ne non sa darci risposte. Lo domandiamo al nostro cuore... ma anche il cuore non sa che dirci: riesce solo a soffrire. Lo doman-diamo allora alla fede... e la fede ci risponde: l'amore tra i vivi e i defunti è possibile, è vantaggioso ed è un preciso dovere per tutti.
è possibile... perché la morte non ha cancellato i nostri cari dalla vita, li ha solo trasferiti in una dimensione diversa a noi ancora sconosciuta. II legame di amore tra noi che siamo vivi e i defunti ha perso solo la visibilità, la vicinanza fisica, la possibilità di un contatto diretto e sensibile, ma può e deve sopravvivere per il bene loro e nostro.
è vantaggioso... per loro (se non sono ancora nella piena co-munione con Dio) e... per noi, che siamo ancora in cammino in mezzo ai mille pericoli della vita. I defunti non dannati sicuramente pregano per noi e noi possiamo pregare per loro. Due mondi lonta-ni si incontrano, si parlano e si aiutano in Dio.

Noi cattolici crediamo nella "comunione dei santi" cioè nell'in-terscambio delle ricchezze spirituali tra la terra, il Cielo e il purgato-rio: il Cielo può aiutare noi e le anime del purgatorio, queste possono aiutare noi e noi possiamo aiutare loro.
è doveroso... pregare, perché hanno bisogno dei nostro aiuto. La settima opera di misericordia spirituale ci comanda infatti di "pregare Dio per i vivi e per i morti".


DIO GRADISCE IL SUFFRAGIO PER I DEFUNTI

La prima testimonianza che Dio gradisce la preghiera e ogni sa-crificio che gli viene offerto a vantaggio dei defunti la troviamo nella Bibbia, nel secondo Libro dei Maccabei.
Giuda, l'eroe che coordinava la difesa degli ebrei contro i nemici pagani che occupavano la loro terra, avendo scoperto che i soldati caduti in battaglia il giorno prima avevano peccato di idolatria, "fatta una colletta, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Geru-salemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, compiendo così un'azione molto nobile e buona, suggerita dal pensiero della risurrezione... la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fosse-ro assolti dal peccato" (2Mac 12, 43-45). E prima dei sacrificio "ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commes-so fosse pienamente perdonato" (2Mac 12, 42).
Sulla preghiera e sul sacrificio che Giuda e il suo popolo hanno offerto per ottenere il perdono ai loro caduti, Dio esprime la sua piena approvazione: la giudica infatti "un'azione molto nobile e buona... una considerazione santa e devota".

Per quale motivo Dio permette che le nostre preghiere e le no-stre opere buone vadano immediatamente a beneficio delle povere anime? Per la loro gioia e per la gioia sua.
è perché, amandole di un amore infinito, vuole che godano al più presto la gioia di possederlo, per cui sono state create, e perché attende con infinito desiderio, quasi con impazienza, di poter stringere al suo Cuore di Padre queste anime, create a sua immagine e somiglianza e redente dal Sangue di Gesù.

ANIME TROPPO DIMENTICATE

Nel nostro tempo l'attenzione degli uomini, anche di troppi cri-stiani, è quasi del tutto rivolta all'al di qua; all'aldilà ci si pensa so-lo quando la morte di una persona cara ci inchioda davanti alla realtà dell'altra vita, ma anche allora spesso lo si fa con un certo fastidio, il meno possibile e in modo confuso e quindi... con poco frutto!
è dovere di ogni cristiano pensare all'altra vita per essere sem-pre pronto all'incontro con Cristo Giudice. Ed è gravissimo dovere dei sacerdoti ricordare ai fedeli molto spesso e con forza, come facevano Gesù e gli Apostoli, questa fondamentale realtà. E questo sia perché è in gioco la loro salvezza eterna e sia perché, col loro suffragio, possano offrire un aiuto alle anime dei purgatorio.

Ma purtroppo oggi molti sacerdoti non parlano mai di queste ve-rità e alcuni tra i pochi che lo fanno usano quasi sempre termini fin troppo sfumati (e talvolta equivoci) che rendono impossibile a! fedeli percepire la gravità della posta in gioco.
E dovrebbero parlarne con convinzione anche i genitori e i ca-techisti, certamente di più di quanto non facciano ora. E anche i semplici cristiani non dovrebbero aver timore di far entrare qual-che volta nei loro discorsi l'argomento della vita eterna.

Scrive la mistica tedesca Anna Caterina Emmerich:

"è triste che si venga così poco in aiuto della povere anime! Ogni opera buona, ogni elemosina, ogni sofferenza offerta per loro produce immediatamente il suo effetto, ed esse ne gioi-scono come una persona sfinita alla quale venga offerta una bevanda rinfrescante."
Aiutiamole dunque!
Ma anche cerchiamo il loro aiuto. Ricorriamo alle povere anime del purgatorio quando abbiamo bisogno di qualche grazia. In cam-bio, offriamo per loro qualche sacrificio e preghiamo con fiducia perché in noi si compia in tutto la volontà di Dio, e constateremo che esse non ci deluderanno: sono amiche fedeli!


COME SI AIUTANO LE ANIME DEL PURGATORIO

Possiamo offrire il nostro aiuto alle povere anime che si stanno purificando in vari modi: con la preghiera, col sacrificio, con l'ele-mosina, con le indulgenze e... tenendo viva la fede nel purgato-rio.

1 - LA PREGHIERA. Come già si è visto, il Signore gradisce la preghiera per i defunti, così come gradisce quella che possiamo fare per noi stessi o per altre persone viventi. Però dev'essere fatta con fede, con grande amore e con perseveranza.
A ogni sacerdote la Chiesa affida il compito di pregare e di offri-re il Sacrificio Eucaristico "per i vivi e per i defunti" e in ogni Santa Messa ricorda al Signore i suoi figli che non sono più sulla terra e non sono ancora in paradiso.
Alla preghiera comunitaria è bene che si unisca anche la nostra preghiera personale.
Non deve passare alcun giorno senza che ci ricordiamo dei nostri fratelli defunti e parliamo di loro al Signore.

2 - IL SACRIFICIO. Se il Signore sollecita le nostre preghiere per le povere anime, ancor più sollecita e gradisce l'offerta dei no-stri sacrifici: quelli che ci cascano addosso non scelti da noi e quelli scelti liberamente. La preghiera, infatti, può essere facile e gradita all'anima, ma il sacrificio è sempre ripugnante; la preghiera può consolare, ma il sacrificio costa sempre fatica.
E del resto, se il Padre ha accettato il sacrificio di Gesù per liberare l'umanità dal peccato, perché non dovrebbe accettare anche i nostri sacrifici, se patiti e offerti in unione a quello di suo Figlio?

3 - L'ELEMOSINA. Ascolta cosa ti dice il Signore: "L'acqua spegne un fuoco acceso, l'elemosina espia i peccati" (Sir 3, 29)... i peccati nostri e quelli dei nostri fratelli. "Sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti" (Dn 4, 24)... "L'elemosina libera dalla morte e salva dall'andare tra le tenebre" (Tb 4, 10). Dunque, il primo beneficiario dell'elemosi-na è colui che la fa, perché riduce o forse annulla del tutto il suo debito con Dio e il carico di dolore che dovrebbe soppor-tare nell'altra vita prima di entrare in paradiso.
Ma poi ne traggono vantaggio anche le anime del purgato-rio, soprattutto se quell'atto di carità lo offriamo per loro.

4 - LE INDULGENZE. La Chiesa ha ricevuto dal suo Signore, tra gli altri compiti, anche quello di amministrare i meriti che Gesù ha guadagnato per noi con la sua passione e morte. Sappiamo che la Confessione toglie la colpa, ma non toglie del tutto il debito che abbiamo contratto con Dio a causa dei nostri peccati. E, in questa vita, si può pagare questo debito con la preghiera, col sacrificio e con l'elemosina e quel che resta, se preghiera, sacrificio ed elemosina sono scarsi... lo si paga in purgatorio.
Ma Gesù, per la sua onnipotenza, può far giungere l'efficacia del suo Sacrificio anche in purgatorio e lo fa per mezzo della Chiesa che amministra i suoi meriti a vantaggio delle anime che si stanno purificando. Per poter ottenere delle indulgenze dobbiamo fare al-cune pratiche di pietà che la Chiesa ci indica, pratiche che devo-no innestarsi ovviamente su un sincero spirito di conversione.
In cambio la bontà del Signore ci dona o, per mezzo nostro, do-na alle anime del purgatorio, grandi vantaggi spirituali.

Un esempio può aiutarci a comprendere meglio.
Una mamma dice al suo bambino: "Non andare a giocare fuori perché in cortile c'è troppo fango, ci sono delle pozzanghere e ti sporcheresti". Ma il bambino, incurante di quanto gli ha detto la mamma, disobbedisce e va a giocare in cortile. Le previsioni della mamma si avverano: il bambino risale in casa col vestito tutto spor-co. Questa sua disobbedienza provoca due conseguenze:

1° - si incrina la serenità di rapporto tra la mamma e il suo bam-bino, tanto è vero che volano due sberle e...

2° - inoltre, ora c'è il vestito da lavare.

Prima di mandarlo a letto la mamma perdona al figlio quella sua disobbedienza; ma il perdono della mamma elimina uno solo dei guasti causati dal figlio e cioè il loro rapporto ridiventa sereno; non elimina però l'altra conseguenza e cioè il vestito resta sporco e c'è ora da lavarlo. E a lavarlo dovrebbe provvedere chi lo ha sporcato, ma la mamma, vedendo che suo figlio non sa farlo, si sostituisce a lui e pur con sacrificio lava quel vestito.
La mamma è la Chiesa... il bambino è ogni cristiano peccato-re... la disobbedienza del bambino rappresenta i nostri peccati... la rottura del rapporto tra la mamma e il bambino indica la rottura del nostro rapporto col Signore e la perdita della grazia... il vestito sporco è la condizione della nostra anima dopo il peccato... lavare quel vestito rappresenta il debito che dobbiamo pagare o di qua o di là... il perdono della mamma a suo figlio è ciò che produce in noi la Confessione: ci riporta tra le braccia dei Signore... e infine che la mamma lavi il vestito sporco di suo figlio sta a indicare la purificazione che la Chiesa, nostra madre, ottiene con le indulgen-ze per i suoi figli vivi o defunti.
Se dunque l'infinita misericordia di Dio è messa a nostra dispo-sizione grazie al Sacrificio di Gesù e alla mediazione della Chiesa, perché non approfittarne, in senso buono, per il bene nostro e delle anime del purgatorio? Non è forse crudeltà lasciare che quelle anime soffrano pene indicibili visto che anche per mezzo delle indulgenze ci è data, dalla bontà del Signore, la possibilità di alleviare il loro immenso dolore?
è nostro dovere informarci bene sulle indulgenze per non lascia-re che vada sprecato un tesoro così grande.

5 - TENER VIVA LA FEDE NEL PURGATORIO. Facendo que-sto porterai altre persone a offrire preghiere, sacrifici ed elemosine e a procurare indulgenze per le anime dei defunti e questo immen-so atto di amore ti verrà generosamente ripagato da quelle anime e dal buon Dio, che ti sarà riconoscente per aver affrettato l'incontro tanto atteso con quei suoi figli che dall'eternità aspetta in Cielo.

DALLE "VISIONI" DI ANNA CATERINA EMMERICH

"Le povere anime hanno tanto da soffrire per le loro negligenze, per la loro pietà troppo comoda, per la mancanza di zelo per Dio e per la salvezza del prossimo.
Come si può portare loro aiuto se non con un amore di ri-parazione offerto a loro vantaggio? I Santi in cielo non possono più espiare in loro favore, questo possiamo farlo solo noi sulla terra. Quanto sospirano questo nostro aiuto le povere anime!
Nessun pensiero o desiderio buono, nessuna azione buona offerta da una persona viva in loro favore re-sterà senza effetto.
Eppure quanto poche sono le persone che si preoccupano di loro! Chi potesse vedere ciò che vedo io, certamente fa-rebbe di tutto per venire loro in aiuto!"

  continua.....


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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