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VULTUM DEI QUAERERE Documento del Papa sulla Vita Contemplativa

Ultimo Aggiornamento: 23/07/2016 09:48
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22/07/2016 18:15
 
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Accompagnamento e guida della Chiesa


7. Il Magistero conciliare e pontificio ha manifestato sempre una particolare sollecitudine nei confronti di tutte le forme di vita consacrata attraverso importanti pronunciamenti. Tra questi, particolare attenzione meritano i grandi documenti del Concilio Vaticano II: la Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium e il Decreto sul rinnovamento della vita religiosa Perfectae caritatis.


Il primo colloca la vita consacrata all’interno dell’ecclesiologia del popolo di Dio, al quale appartiene a pieno titolo, per la comune chiamata alla santità e per le sue radici nella consacrazione battesimale[25]. Il secondo chiede ai consacrati un rinnovamento adeguato alle mutate condizioni dei tempi, offrendo i criteri irrinunciabili di tale rinnovamento: fedeltà a Cristo, al Vangelo, al proprio carisma, alla Chiesa e all’uomo di oggi[26].


Non possiamo dimenticare l’Esortazione apostolica post-sinodale Vita consecrata, del mio predecessore san Giovanni Paolo II. Questo documento, che raccoglie la ricchezza del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata, contiene elementi sempre molto validi per continuare il rinnovamento della vita consacrata e rinvigorirne la significatività evangelica nel nostro tempo (cfr soprattutto nn. 59 e 68).


Ma neppure possiamo dimenticare, a dimostrazione del costante e illuminante accompagnamento di cui è stata oggetto la vostra vita contemplativa, i seguenti documenti:


- Le Norme direttive emanate dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (CIVCSVA)Potissimum Institutioni, del 2 febbraio 1990, con ampi spazi interamente dedicati alla vostra forma specificamente contemplativa di vita consacrata (cap. IV, 78-85).


- Il documento interdicasteriale Sviluppi, del 6 gennaio 1992, che rileva il problema della scarsità delle vocazioni alla vita consacrata in generale e, in misura minore, alla vostra (n. 81).


- Il Catechismo della Chiesa Cattolica, promulgato con la Cost. ap. Fidei depositum l’11 ottobre 1992, importantissimo per far conoscere e comprendere a tutti i fedeli la vostra forma di vita: in particolare nn. 915-933 dedicati a tutte le forme; n. 1672 sulla vostra consacrazione non sacramentale e sulla benedizione degli Abati e delle Abbadesse; n. 1974 con il 2102 sul collegamento fra i dieci comandamenti e la professione dei consigli evangelici; n. 2518 che presenta il vincolo stretto fra la purezza del cuore proclamata dalla sesta Beatitudine, garante della visione di Dio, e l’amore alle verità della fede; nn. 1691 e 2687 che esaltano la perseverante intercessione a Dio elevata nei monasteri contemplativi, luoghi insostituibili per armonizzare preghiera personale con preghiera condivisa; e n. 2715 che pone, quale prerogativa dei contemplativi, lo sguardo fisso su Gesù e sui misteri della sua vita e del suo ministero.


- L’Istruzione della CIVCSVA Congregavit nos, del 2 febbraio 1994, che ai nn. 10 e 34 collega il silenzio e la solitudine con le esigenze profonde della comunità di vita fraterna e sottolinea la coerenza fra separazione dal mondo e atmosfera quotidiana di raccoglimento.


- L’Istruzione della CIVCSVA Verbi Sponsa, Ecclesia, del 13 maggio 1999 che, agli artt. 1-8, offre una mirabile sintesi storico-sistematica dell’intero Magistero supremo precedente sul senso missionario escatologico della vita claustrale delle monache contemplative.


- Infine, l’Istruzione della CIVCSVA Ripartire da Cristo, del 19 maggio 2002, che invita con grande forza a contemplare sempre il volto di Cristo; presenta le monache e i monaci al vertice della lode corale e della preghiera silenziosa della Chiesa (n. 25) e, al tempo stesso, li loda per aver sempre privilegiato e posto al centro la Liturgia delle Ore e la celebrazione eucaristica (ibid.).


8. A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, dopo le dovute consultazioni e attento discernimento, ho ritenuto necessario offrire alla Chiesa, con particolare riferimento ai monasteri di rito latino, la presente Costituzione Apostolica, che tenesse conto sia dell’intenso e fecondo cammino percorso dalla Chiesa stessa negli ultimi decenni, alla luce degli insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, sia delle mutate condizioni socio-culturali. Questo tempo ha visto un rapido progresso della storia umana: con essa è opportuno intessere un dialogo che però salvaguardi i valori fondamentali su cui è fondata la vita contemplativa, la quale, attraverso le sue istanze di silenzio, di ascolto, di richiamo all’interiorità, di stabilità, può e deve costituire una sfida per la mentalità di oggi.


Con questo Documento desidero ribadire il mio personale apprezzamento, unitamente al riconoscimento grato di tutta la Chiesa, per la singolare forma di sequela Christi che conducono le monache di vita contemplativa, che per non poche è vita integralmente contemplativa, dono inestimabile e irrinunciabile che lo Spirito Santo continua a suscitare nella Chiesa.


Nei casi in cui si rendesse necessario o comunque opportuno, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica esaminerà le questioni e stabilirà accordi con la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e la Congregazione per le Chiese Orientali.


Elementi essenziali della vita contemplativa


9. La vita contemplativa, dai primi secoli fino ai nostri giorni, è rimasta sempre viva nella Chiesa, nel succedersi di periodi di grande vigore ed altri di decadenza, grazie alla presenza costante del Signore, unita alla capacità propria della Chiesa stessa di rinnovarsi e di adattarsi ai cambiamenti della società: sempre essa ha mantenuto viva la ricerca del volto di Dio e l’amore incondizionato a Cristo, quale suo elemento specifico e caratteristico.


La vita consacrata è una storia di amore appassionato per il Signore e per l’umanità: nella vita contemplativa questa storia si dipana, giorno dopo giorno, attraverso l’appassionata ricerca del volto di Dio, nella relazione intima con Lui. A Cristo Signore, che «ci ha amato per primo» (1 Gv 4,19) e «ha dato se stesso per noi» (Ef 5,2), voi donne contemplative rispondete con l’offerta di tutta la vostra vita, vivendo in Lui e per Lui, «a lode della Sua gloria» (Ef 1,12). In questa dinamica di contemplazione siete voce della Chiesa che instancabilmente loda, ringrazia, geme e supplica per tutta l’umanità, e con la vostra preghiera siete collaboratrici di Dio stesso e rialzate le membra cadenti del suo corpo ineffabile.[27]


A partire dalla preghiera personale e comunitaria, voi scoprite il Signore come tesoro della vostra vita (cfr Lc 12,34), il vostro bene, «tutto il bene, il sommo bene»la vostra «ricchezza a sufficienza»[28] e, certe nella fede che «solo Dio basta»,[29] avete scelto la parte migliore (cfr Lc 10,42). Avete consegnato la vostra vita, fissando il vostro sguardo nel Signore, ritirandovi nella cella del vostro cuore (cfr Mt 6,5), nella solitudine abitata del chiostro e nella vita fraterna in comunità. In questo modo siete immagine di Cristo che cerca l’incontro con il Padre sul monte (cfr Mt 14,23).


10. La Chiesa nei secoli ci ha sempre indicato Maria quale summa contemplatrix.[30] Dall’annunciazione alla risurrezione, attraverso il pellegrinaggio della fede culminato ai piedi della croce, Maria resta in contemplazione del Mistero che la abita. In Maria intravediamo il cammino mistico della persona consacrata, stabilita nell’umile sapienza che gusta il mistero del compimento ultimo.


Sull’esempio della Vergine Madre, il contemplativo è la persona centrata in Dio, è colui per il quale Dio è l’unum necessarium (cfr Lc10,42), di fronte a cui tutto si ridimensiona, perché guardato con occhi nuovi. La persona contemplativa capisce l’importanza delle cose, ma queste non rubano il suo cuore e non bloccano la sua mente, sono anzi una scala per arrivare a Dio: tutto per lei «porta significazione»[31] dell’Altissimo! Chi si immerge nel mistero della contemplazione vede con occhi spirituali: questo gli permette di contemplare il mondo e le persone con lo sguardo di Dio, là dove invece gli altri «hanno occhi e non vedono» (Sal 115,5; 135,16; cfr Ger 5,21), perché guardano con gli occhi della carne.


11. Contemplare, allora, è avere, in Cristo Gesù, che ha il volto costantemente rivolto verso il Padre (cfr Gv 1,18), uno sguardo trasfigurato dall’azione dello Spirito, sguardo in cui fiorisce lo stupore per Dio e le sue meraviglie; è avere una mente limpida, in cui risuonano le vibrazioni del Verbo e la voce dello Spirito quale soffio di brezza leggera (cfr 1 Re 19,12). Non a caso la contemplazione nasce dalla fede, che della contemplazione è porta e frutto: solo attraverso l’“eccomi” fidente (cfr Lc 2,38) si può entrare nel Mistero.


In questa quiete silenziosa e assorta della mente e del cuore si possono insinuare varie tentazioni, per cui la vostra contemplazione può diventare terreno di combattimento spirituale, che voi sostenete coraggiosamente a nome e a beneficio della Chiesa intera, che vi sa sentinelle fedeli, forti e tenaci nella lotta. Tra le tentazioni più insidiose per un contemplativo, ricordiamo quella chiamata dai padri del deserto “demonio meridiano”: è la tentazione che sfocia nell’apatia, nella routine, nella demotivazione, nell’accidia paralizzante. Come ho scritto nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, questo porta lentamente alla «psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come “il più prezioso degli elisir del demonio”».[32]




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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