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VULTUM DEI QUAERERE Documento del Papa sulla Vita Contemplativa

Ultimo Aggiornamento: 23/07/2016 09:48
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23/07/2016 09:48
 
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  il commento di La Bussola a firma Lorenzo Bertocchi


Dopo 66 anni dalla pubblicazione della precedente,Sponsa Christi firmata da Papa Pio XII, oggi è la volta di Vultum Dei quarere, la costituzione apostolica di papa Francesco sulla vita contemplativa femminile. È giusto sottolineare subito che a questo testo seguirà, in armonia con le sue disposizioni finali, un ulteriore documento con «le indicazioni applicative particolari», emanato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. 

Monsignor José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazioneper gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, durante la presentazione del testo ha sottolineato che il primo elemento messo in evidenza è quello della formazione. Una novità è rappresentata in particolare dall’auspicio di una forma di collaborazione tra monasteri «attraverso», ha sottolineato il segretario, «varie modalità: scambio di materiale, uso prudente dei mezzi digitali, case di formazione iniziale comuni, disponibilità data da sorelle preparate ad aiutare i monasteri con meno risorse». In questo senso va il numero 7 delle disposizioni finali laddove si dice che «per assicurare una formazione di qualità, secondo le circostanze, si promuoveranno case di formazione iniziale comuni a vari monasteri». 

Sul tema delle vocazioni c’è il richiamo a non «lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e della efficienza» (n°15) che può essere letto insieme a quanto il Papa scrive nelle conclusioni dispositive a proposito del “reclutamento” vocazionale nei paesi del Terzo Mondo: «Nonostante la costituzione di comunità internazionali e multiculturali manifesti l’universalità del carisma, si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero. Siano elaborati dei criteri per assicurare il compimento di ciò».

Un tema quest’ultimo che sta a cuore a Francesco.  Infatti, in un incontro con i superiori religiosi del dicembre 2013 aveva ricordato la denuncia operata dai vescovi delle Filippine nel sinodo ordinario del 1994, quando parlarono apertamente di “tratta delle novizie”. «Coscienti che “nessuno costruisce il futuro isolandosi, né soltanto con le proprie forze, ma riconoscendosi nella verità di una comunione che sempre si apre all’incontro, al dialogo, all’ascolto, all’aiuto reciproco”, abbiate cura di preservarvi “dalla malattia dell’autoreferenzialità” e custodite il valore della comunione tra i diversi monasteri come cammino che apre al futuro». 

La sottolineatura del Papa va nella direzione indicata all’art. 9 §1 delle disposizioni conclusive in cui si dice che «inizialmente tutti i monasteri dovranno far parte di una federazione. Se per ragioni speciali un monastero non potrà essere federato, con il voto del capitolo, si chieda il permesso alla Santa Sede, alla quale compete fare l’adeguato discernimento, per consentire al monastero di non appartenere ad una federazione». Questo sembra andare in analogia a quanto è stato fatto con un recente rescritto per gli Istituti diocesani di nuova fondazione, per cui non è più sufficiente il placet del vescovo, ma occorre passare dalla Santa Sede per la loro costituzione. Con Vultum Dei quarere anche i nuovi monasteri che si collocassero fuori dal solco della federazione da cui originano devono «chiedere il permesso alla Santa Sede».

Sempre nell’orizzonte di una maggior attitudine “federativa” «si favorirà l’associazione, anche giuridica, dei monasteri all’Ordine maschile corrispondente. Si favoriranno anche le Confederazioni e la costituzione di Commissioni internazionali dei diversi Ordini, con statuti approvati dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.» Per quanto riguarda la clausura, monsignor Carballo ha detto che «vengono ridefiniti i tre tipi di clausura già contemplati in certo modo da Vita consacrata 59, cioè clausura papale, costituzionale e monastica, consentendo ai singoli monasteri un discernimento attento, che rispetti il diritto proprio, per chiedere eventualmente alla Santa Sede di poter abbracciare una forma di clausura diversa da quella vigente. Prevedendo che questo possa comportare la scelta di diversi tipi di clausura all’interno dello stesso Ordine, il Santo Padre sottolinea che “la pluralità di modi di osservare la clausura deve essere considerata una ricchezza e non un impedimento alla comunione”; comunione che “potrà concretizzarsi in diverse forme di incontro e collaborazione, soprattutto nella formazione iniziale e permanente” (ivi 31)».

Infine, vogliamo soffermarci su alcune parole del Papa che mostrano quale grande dono sia la vita contemplativa monastica per la Chiesa: «Carissime sorelle contemplative, che ne sarebbe senza di voi della Chiesa e di quanti vivono nelle periferie dell’umano e operano negli avamposti dell’evangelizzazione? La Chiesa apprezza molto la vostra vita interamente donata. La Chiesa conta sulla vostra preghiera e sulla vostra offerta per portare agli uomini e alle donne del nostro tempo la buona notizia del Vangelo. La Chiesa ha bisogno di voi!»



La promozione di una adeguata formazione; la centralità della lectio divina; criteri specifici per l’autonomia delle comunità contemplative; la appartenenza dei monasteri ad una federazione: sono questi alcuni punti della Costituzione Apostolica Vultum Dei quaerere – La ricerca del volto di Dio, firmata da Papa Francesco il 29 giugno e dedicata alla vita contemplativa femminile. A motivare il documento, spiega il Pontefice, sono il cammino compiuto dalla Chiesa e «il rapido progresso della storia umana» a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II. 

Di qui, la necessità di intessere un dialogo con la societàcontemporanea, salvaguardando però «i valori fondamentali» della vita contemplativa, le cui caratteristiche – silenzio, ascolto, stabilità – «possono e devono costituire una sfida per la mentalità di oggi». Introdotta da un’ampia riflessione sull’importanza delle monache e delle contemplative per la Chiesa e per il mondo, il documento indica 12 temi di riflessione e discernimento per la vita consacrata in generale e si conclude con 14 articoli dispositivi.

L’IMPORTANZA DELLA VITA CONTEMPLATIVA

In un mondo che cerca Dio, anche inconsapevolmente – scrive il Papa – le persone consacrate devono «diventare interlocutori sapienti» per «riconoscere le domande che Dio e l’umanità pongono». Per questo, la loro ricerca di Dio non si deve fermare mai. Francesco esprime apprezzamento per le «sorelle contemplative», ribadendo che «la Chiesa ha bisogno» di loro per portare «la buona notizia del Vangelo» all’uomo contemporaneo. E non si tratta di una missione facile, considerata la realtà attuale che «obbedisce a logiche di potere, economiche e consumistiche». Tuttavia, la sfida indicata dal Pontefice alle contemplative è proprio questa: essere «fari e fiaccole» che guidano ed accompagnano il cammino dell’umanità, «sentinelle del mattino» che indicano al mondo Cristo, «via, verità e vita».

«Dono inestimabile ed irrinunciabile» per la Chiesa, si legge nella Costituzione – «la vita consacrata è una storia di amore appassionato per il Signore e per l’umanità», che si dipana attraverso «l’appassionata ricerca del volto di Dio», di fronte al quale «tutto si ridimensiona», perché guardato con «occhi spirituali» che permettono di contemplare «il mondo e le persone con lo sguardo di Dio».  Di fronte alle “tentazioni”, poi, il Papa esorta le contemplative a «sostenere coraggiosamente il combattimento spirituale», vincendo con tenacia, in particolare, «la tentazione che sfocia nell’apatia, nella routine, nella demotivazione, nell’accidia paralizzante».

 I 12 TEMI DI RIFLESSIONE E DISCERNIMENTO

* Formazione e preghiera: Quindi, il Papa invita a «riflettere e discernere su dodici temi della vita consacrata in generale e, in particolare, della tradizione monastica», così da «aiutare le contemplative a raggiungere il fine proprio della loro vocazione». Il primo tema è quello della formazione: itinerario che «deve portare alla configurazione a Gesù», essa rappresenta un processo senza fine, che «richiede una continua conversione a Dio». Di qui, il richiamo del Pontefice ai monasteri affinché «prestino grande attenzione al discernimento vocazione e spirituale, senza lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e dell’efficienza». Inoltre, il Papa ricorda che la formazione richiede «un ampio spazio di tempo», tra i nove ed i dodici anni. 

Il secondo tema indicato è la preghiera: «midollo della vita consacrata», essa non deve essere vissuta come «un ripiegamento» della vita monastica su se stessa, bensì come un «allargare il cuore per abbracciare l’intera umanità», in particolare i sofferenti come i carcerati, i migranti, i rifugiati e perseguitati, le famiglie ferite, i disoccupati, i poveri, i malati, le vittime delle dipendenze. «Pregate ed intercedete per le sorti dell’umanità», scrive il Papa alle contemplative; in tal modo, le comunità diverranno «vere scuole di preghiera», alimentata dalla «bellezza scandalosa della Croce».

* Parola di Dio, Eucaristia e Riconciliazione: come terzo tema di riflessione Francesco indica lacentralità della Parola di Dio: «prima fonte di ogni spiritualità e principio di comunione per le comunità», essa si esplicita nella lectio divina che aiuta a passare «dal testo biblico alla vita», a «colmare la distanza tra spiritualità e quotidianità», portando «dall’ascolto alla conoscenza all’amore». La parola di Dio dunque – è la raccomandazione del Papa – deve scandire la giornata «personale e comunitaria» delle contemplative, aiutandole, grazie ad «una sorta di istinto soprannaturale», a «discernere ciò che viene da Dio e ciò che invece può allontanare da Lui». 

Infine, Francesco ricorda che la lectio divina deve trasformarsi in actio, ossia divenire «dono per glialtri nella carità». Successivamente, come quarto punto, la Costituzione ricorda l’importanza dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione, suggerendo in particolare di «prolungare la celebrazione con l’adorazione eucaristica» e di vivere la pratica della penitenza come «occasione privilegiata per contemplare il volto misericordioso del Padre». Sperimentando il perdono di Dio, infatti, si può diventare «profeti e ministri di misericordia e strumenti di riconciliazione, perdono e pace» di cui il mondo di oggi ha «particolarmente bisogno».

* Vita fraterna e autonomia dei monasteri: il quinto tema indicato dalla Costituzione apostolica èquello della vita fraterna in comunità, intesa come «riflesso del modo di donarsi di Dio» e «prima forma di evangelizzazione». Per questo, il Papa sottolinea la necessità di «un continuo processo di crescita della vita comunitaria» che conduca ad una «autentica comunione fraterna». «Una comunità esiste in quanto nasce e si edifica con l’apporto di tutti», scrive il Pontefice, nell’ottica di «una forte spiritualità di comunione» e di «mutua appartenenza». E questa è una testimonianza quanto mai necessaria «in una società segnata da divisioni e disuguaglianze: È possibile e bello vivere insieme – si legge nel documento – nonostante le differenze di generazione, formazione e cultura». Anzi, tali diversità non impediscono la via fraterna, ma «la arricchiscono», perché «unità e comunione non significano uniformità». Al contempo, si ricorda l’importanza di «venerare gli anziani ed amare i giovani», armonizzando «la memoria ed il futuro» delle comunità stesse. 

Il sesto tema, invece, riguarda l’autonomia dei monasteri: a tal proposito, Francesco sottolinea che  se, da una parte, l’autonomia favorisce la stabilità, l’unità e la contemplazione di una comunità, dall’altra «non deve significare indipendenza o isolamento». In quest’ottica, le contemplative vengono esortate a non ammalarsi di “autoreferenzialità”.

* Federazioni e clausura: strettamente legato a questo è il settimo tema, in cui il Papa richiamal’importanza delle Federazioni come «strutture di comunione tra monasteri che condividono lo stesso carisma». Mirate alla promozione della vita contemplativa nei monasteri e all’aiuto nella formazione e nelle necessità concrete degli stessi, le Federazioni – è l’indicazione del Pontefice – «dovranno essere favorite e moltiplicate». 

L’ottavo tema, invece, è relativo alla clausura. «Segno dell’unione esclusiva della Chiesa sposa con ilsuo Signore», essa si articola in varie forme, da quella “papale” che «esclude compiti esterni di apostolato» a quella “comune” che è invece «meno chiusa». Tuttavia, tale pluralità, all’interno di uno stesso Ordine, dovrà essere considerata «una ricchezza e non impedimento alla comunione».

* Lavoro e silenzio: come nono punto, poi, Papa Francesco indica il lavoro: tenendo a mente il mottobenedettino “Ora et labora”, le contemplative sono esortate a compiere il lavoro «con devozione e fedeltà, senza lasciarsi condizionare dalla mentalità efficientistica e dall’attivismo della cultura contemporanea» che potrebbero portare ad «estinguere lo spirito di contemplazione». Il lavoro, quindi, andrà inteso come «contributo all’opera della creazione, servizio all’umanità e solidarietà con i poveri», affinché si mantenga «un rapporto equilibrato tra la tensione verso l’Assoluto e l’impegno nelle responsabilità quotidiane». 

Il decimo tema riportato dalla Vdq è il silenzio, da intendere come «ascolto e ruminatio della Parola», «vuoto di sé per fare spazio all’accoglienza», silenzio che «ascolta Dio e il grido dell’umanità». Un modello di tutto ciò – scrive il Papa – è Maria che «ha saputo accogliere la Parola perché era donna del silenzio», un silenzio «ricco di carità».

I mezzi di comunicazione e l’ascesi: consapevole, poi, dei mutamenti della società e della «culturadigitale» che «influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo», come undicesimo tema Francesco pone i mezzi di comunicazione. «Strumenti utili per la formazione e la comunicazione», li definisce il Papa che, tuttavia, esorta le contemplative ad «un prudente discernimento» affinché tali mezzi non siano occasione di «dissipazione o di evasione dalla vita fraterna, danno alla vocazione o ostacolo alla contemplazione». 

Infine, il dodicesimo e ultimo tema è dedicato all’ascesi che si articola in «sobrietà, distacco dallecose mondane, consegna di se stessi nell’obbedienza e trasparenza nelle relazioni» comunitarie. In quanto scelta di una vita di stabilità, inoltre, l’ascesi diventa un «segno eloquente di fedeltà» in un mondo globalizzato e senza radici, così come un esempio, per «l’umanità segnata e lacerata da tante divisioni», di come «restare accanto» al prossimo anche di fronte a diversità, tensioni, conflitti, fragilità. L’ascesi non è una fuga dal mondo «per paura» – sottolinea Francesco – perché le monache «continuano a stare nel mondo, senza essere del mondo». La loro profezia, allora, sarà quella di «intercedere costantemente per l’umanità» presso il Signore, ascoltando il grido di chi è «vittima della cultura dello scarto». Così, in «profonda comunione con la Chiesa», le contemplative saranno la «scala» attraverso la quale Dio scende incontro all’uomo e l’uomo sale incontro a Dio.

I 14 articoli dispositivi. La Conclusione dispositiva della Vdq si suddivide in 14 articoli che, di fatto,definiscono in termini giuridici quanto detto dal Pontefice in precedenza. In particolare:

- l’art. 3, dedicato alla formazione permanente ed al discernimento vocazionale, stabilisce che si possono frequentare corsi formativi «anche al di fuori del proprio monastero, mantenendo un clima adeguato e coerente» con il carisma delle contemplative, e che «si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero». L’art. 7 esorta le contemplative che esercitano “il ministero dell’autorità» a «favorire un clima gioioso di libertà e responsabilità”, così da «promuovere la comunicazione nella verità».

L’articolo 8 elenca i requisiti necessari all’autonomia giuridica di una comunità, tra cui la capacitàformativa e di governo, l’inserimento nella Chiesa locale e la possibilità di sussistenza. Qualora tali requisiti non sussistano, la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata «valuterà l’opportunità di costituire una commissione ad hoc» per «una rivitalizzazione del monastero oppure per la sua chiusura». L’art. 9 sottolinea che «inizialmente tutti i monasteri dovranno far parte di una federazione», che potrà essere configurata secondo criteri sia geografici che di affinità di spirito e tradizioni. Se un monastero non potrà confederarsi, la Vdq ribadisce che si dovrà chiedere il permesso alla Santa Sede, alla quale compete «un adeguato discernimento».

Infine, l’articolo 14 stabilisce che la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata emani indicazioni applicative per l’attuazione dei dodici temi indicati in precedenza secondo i carismi delle diverse famiglie monastiche. Tali indicazioni applicative dovranno essere approvate dalla Santa Sede.

   


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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