Papa Francesco \ Messa a Santa Marta
Il Papa durante l'omelia a Santa Marta
24/11/2016 11:43
La corruzione è una forma di bestemmia, il linguaggio di Babilonia per la quale “non c’è Dio” ma solo il “il dio denaro, il dio benessere, il dio sfruttamento”. E’ quanto sottolineato dal Papa nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta
Papa Francesco celebra Messa a S. Marta
22/11/2016 10:26
La fine della nostra vita e il giudizio davanti a Dio: nella Messa a Casa S.Marta, il Papa invita a riflettere sulla traccia che lasciamo nella nostra esistenza e a non cadere nell'inganno delle cose superficiali
Il Papa nella Cappella di Santa Marta
18/11/2016 09:36
La gente non perdona un sacerdote attaccato ai soldi, il Signore ci dia la grazia della povertà cristiana: è quanto ha detto il Papa durante la Messa a Casa Santa Marta. Erano presenti i segretari dei nunzi apostolici
Il Papa nella Messa a Casa Santa Marta
17/11/2016 10:30
L’amore "pazzo" di Dio per il suo popolo e la nostra infedeltà. Ruota attorno a questi due poli il cuore dell’omelia del Papa nella Messa mattutina a Casa Santa Marta
Papa Francesco a Santa Marta
15/11/2016 10:31
Guardarsi dal diventare “cristiani tiepidi”, perché così perdiamo di vista il Signore. E’ l’ammonimento di Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta
11/11/2016 10:34
L’amore del cristiano è concreto, non è l’amore “soft” di una telenovela. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha messo in guardia da quelle ideologie e intellettualismi che “scarnificano la Chiesa”
Il Papa durante la Messa a Santa Marta
10/11/2016 10:41
Dobbiamo vincere la tentazione di una religione dello spettacolo che cerca sempre rivelazioni nuove, come fuochi d’artificio: è quanto ha affermato il Papa nella Messa a Santa Marta. Il regno di Dio – ha sottolineato – cresce se custodiamo la speranza nella vita di ogni giorno
08/11/2016 10:30
Per servire bene il Signore dobbiamo guardarci dall’essere sleali e ricercare il potere. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta
Papa: corruzione è bestemmia, civiltà del "dio denaro" cadrà
Il Papa durante l'omelia a Santa Marta - OSS_ROM
La corruzione è una forma di bestemmia, il linguaggio di Babilonia per la quale “non c’è Dio” ma solo il “il dio denaro, il dio benessere, il dio sfruttamento”. E’ quanto sottolineato dal Papa nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta. Francesco ricorda che in quest’ultima settimana dell’Anno liturgico, la Chiesa fa riflettere sulla fine del mondo e sulla nostra fine.
L’omelia di Francesco ripercorre la Lettura dell’Apocalisse che parla di tre voci. La prima è il grido dell’angelo: “E’ caduta Babilonia”, la grande città, “quella che seminava la corruzione nei cuori della gente” e che porta “tutti noi per la strada della corruzione”.
La corruzione è una forma di bestemmia
“La corruzione è il modo di vivere nella bestemmia, la corruzione è una forma di bestemmia”, spiega Francesco, “il linguaggio di questa Babilonia, di questa mondanità, è bestemmia, non c’è Dio: c’è il dio denaro, il dio benessere, il dio sfruttamento”. Questa mondanità che seduce i grandi della terra cadrà:
“Ma questa cadrà, questa civiltà cadrà e il grido dell’angelo è un grido di vittoria: ‘E’ caduta’, è caduta questa che ingannava con le sue seduzioni. E l’impero della vanità, dell’orgoglio, cadrà, come è caduto Satana, cadrà”.
La voce dell'adorazione del popolo di Dio, peccatore ma non corrotto, che cerca la salvezza in Gesù Cristo
Contrariamente al grido dell’angelo, che era un grido di vittoria per la caduta di “questa civiltà corrotta”, c’è un’altra voce potente, sottolinea Francesco, il grido della folla che dà lode a Dio: “Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio”:
“E’ la voce potente dell’adorazione, dell’adorazione del popolo di Dio che si salva e anche del popolo in cammino, che ancora è sulla terra. Il popolo di Dio, peccatore ma non corrotto: peccatore che sa chiedere perdono, peccatore che cerca la salvezza di Gesù Cristo”.
Questo popolo si rallegra quando vede la fine e la gioia della vittoria si fa adorazione. Non si può rimanere soltanto col primo grido dell’angelo, se non c’è “questa voce potente dell’adorazione di Dio”. Per i cristiani però “non è facile adorare”, rileva il Papa: “siamo bravi quando preghiamo chiedendo qualcosa” ma la preghiera di lode “non è facile farla”. Bisogna però impararla, “dobbiamo impararla da adesso per non impararla di fretta quando arriveremo là”, ammonisce Francesco che sottolinea la bellezza della preghiera di adorazione, davanti al Tabernacolo. Una preghiera che dice soltanto: “Tu sei Dio. Io sono un povero figlio amato da te”.
La voce soave di Dio che invita al banchetto
Infine la terza voce è un sussurro. L’angelo che dice di scrivere: “Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!”. L’invito del Signore infatti non è un grido ma “una voce soave”. Come quando Dio parla a Elia. Francesco sottolinea la bellezza di questo parlare al cuore con voce soave. “La voce di Dio - dice il Papa - quando parla al cuore è così: come un filo di silenzio sonoro”. E questo invito alle “nozze dell’agnello” sarà la fine, “la nostra salvezza”, dice Francesco. Quelli che sono entrati nel banchetto, secondo la parabola di Gesù, sono infatti coloro che erano nei crocevia dei cammini, “buoni e cattivi, ciechi, sordi, zoppi, tutti noi peccatori ma con l’umiltà sufficiente per dire: ‘Sono un peccatore e Dio mi salverà’”. “E se abbiamo questo nel cuore Lui ci inviterà”, aggiunge il Papa, e sentiremo “questa voce sussurrata” che ci invita al banchetto:
“E il Vangelo finisce con questa voce: ‘Quando cominceranno ad accadere queste cose - ossia la distruzione della superbia, della vanità, tutto questo - risollevatevi e alzate il capo, la vostra liberazione è vicina’, cioè ti stanno invitando alle nozze dell’Agnello. Il Signore ci dia questa grazia di aspettare quella voce, di prepararci a sentire questa voce: ‘Vieni, vieni, vieni servo fedele - peccatore ma fedele – vieni, vieni al banchetto del tuo Signore’”.
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)