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Ultimo Aggiornamento: 01/05/2017 11:39
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Sesso: Femminile
07/04/2017 17:46
 
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Quel Terzo segreto svelato a Fatima e la crisi della Chiesa


 

 



19 Agosto 1917 – La quarta delle sei apparizioni della Madonna a Valinhos (invece che alla Cova da Iria)


Il 19 agosto, Francesco, accompagnato dal fratello Giovanni, e Lucia portano il gregge a pascolare ai Valinhos  Verso le quattro del pomeriggio Lucia ha la premonizione che la Madonna sta per apparire e manda Giovanni a chiamare Giacinta in gran fretta. Poco dopo l’arrivo di Giacinta appare Nostra Signora, anche questa volta al di sopra di un piccolo leccio.
Lucia chiede alla Madonna:

– Che cosa vuole da me Vostra Grazia?
– Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il 13, che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni. L’ultimo mese io farò il miracolo affinché tutti credano. Se non vi avessero portati in città [a Ourem] il miracolo sarebbe stato più conosciuto. Verrà San Giuseppe con il Bambin Gesù per donare la pace al mondo. Nostro Signore verrà a benedire il popolo. Verranno anche Nostra Signora del Rosario e la Madonna Addolorata.
– Che cosa volete che si faccia del denaro che la gente lascia alla Cova da Iria?
– Si facciano due barelle da processione. Tu ne porterai una con Giacinta ed altre due ragazzine vestite di bianco. L’altra sarà di Francesco che la porterà con tre altri ragazzini come lui, vestiti con un camice bianco. Questo sarà per la festa di Nostra Signora del Rosario. Ciò che avanzerà servirà per aiutare a costruire una cappella che si farà fare.
– Vorrei domandarvi la guarigione di diversi ammalati
– Sì, ne guarirò qualcuno entro l’anno.
E prendendo un’aria più triste aggiunse:
– Pregate, pregate molto e fate dei sacrifici per i peccatori! Vi sono molte anime che vanno all’inferno perché non c’è nessuno che si sacrifichi e preghi per loro.
Poi, come le altre volte, cominciò ad innalzarsi nella direzione di levante.

Dopo la pubblicazione da parte della Santa Sede della seconda parte del terzo segreto di Fatima, con una interpretazione dell’allora Cardinale Ratzinger, -nell’anno del giubileo-, sono sorte non poche polemiche tra quella parte di teologi e fatimiti propensi a dare una spiegazione diversa a ciò che la Vergine aveva svelato ai pastorelli della Cova di Iria. Ripercorriamo la storia, del “terzo segreto”, con le parole di Davide Malacaria:  È il 13 maggio del 2000 quando il cardinale Angelo Sodano comunica che il Santo Padre ha deciso di rivelare il terzo segreto di Fatima. L’occasione è data dalla beatificazione, avvenuta in Portogallo, di Francesco e Giacinta Marto, due dei pastorinhos ai quali nel lontano 1917 era apparsa la Madonna. L’annuncio fa subito il giro del mondo: quel segreto, custodito gelosamente dal Vaticano, era stato per decenni al centro di indiscrezioni, polemiche e intrighi internazionali. Nell’occasione, il Segretario di Stato accenna al contenuto del segreto, ma per conoscerlo nella sua interezza occorrerà aspettare circa un mese, quando verrà pubblicato a opera della Congregazione per la dottrina della fede. Il testo è accompagnato da una breve presentazione firmata dall’allora segretario della Congregazione, monsignor Tarcisio Bertone, e da un breve commento teologico del prefetto dello stesso dicastero, il Cardinale Joseph Ratzinger.

Il segreto, in estrema sintesi, consiste nella visione desolante di una città in rovina disseminata dei cadaveri di martiri, attraverso la quale cammina, afflitto, «un vescovo vestito di bianco» (di cui suor Lucia scrive: «Abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre») seguito da vescovi e religiosi. Il corteo sale sulla sommità di una collina su cui si trova una croce, ai piedi della quale il Papa viene ucciso. Fin dall’annuncio del cardinale Sodano, il Vaticano ha identificato il «vescovo vestito di bianco» con papa Giovanni Paolo II e la sua uccisione con l’attentato subito a opera di Ali Agca nel 1981. Ma, da subito, questa rivelazione e la correlata interpretazione ufficiale hanno destato perplessità. Tra l’altro molti hanno fatto notare una difformità tra quanto aveva detto il cardinale Sodano il mese precedente a Fatima, quando aveva parlato di un papa che«cade a terra come morto», e lo scritto, nel quale si legge di un papa inequivocabilmente«ucciso». A complicare le cose, per il Vaticano, si aggiungono le tante aggregazioni di fedeli nate attorno a Fatima, laici, sacerdoti e studiosi che conoscono vita, morte e, è il caso di dirlo, miracoli di tutto quel che è accaduto attorno a quella prodigiosa apparizione. E proprio da questi ambienti si sono levate le critiche più pungenti. Tra il 2006 e il 2007, tali critiche si condensano in due libri-inchiesta: Il quarto segreto di Fatima, di Antonio Socci,e La profezia di Fatima, di Marco Tosatti. Di seguito accenneremo al contenuto di questi volumi.

La Madonna aveva previsto Ali Agca? Una delle controversie più accese riguarda l’identificazione del vescovo vestito di bianco con Karol Wojtyla. In altre parole: la Madonna aveva profetizzato davvero l’attentato a Giovanni Paolo II? Nel suo libro, Socci fa notare che l’interpretazione vaticana del segreto, in realtà, non è così univoca. E ciò fin dall’annuncio del cardinale Sodano, le cui parole sono riportate nel documento dedicato al segreto di Fatima: il presule spiega che le vicende descritte nella visione «sembrano ormai appartenere al passato». «La Signora del messaggio sembra leggere con una singolare perspicacia i “segni dei tempi”. Insomma, secondo Socci, sembra che il presule abbia un certo timore a usare espressioni troppo assertive. Non è il solo. Nella nota teologica, il cardinale Ratzinger spiega la coincidenza tra il papa del messaggio e Wojtyla attraverso una «elegante» espressione interrogativa: «Non doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981 si fece portare il testo della terza parte del “segreto”, riconoscervi il proprio destino?». Al di là di queste annotazioni, che possono apparire semplici sottigliezze, è ovvio che, trattandosi di rivelazioni private, non siamo di fronte a contenuti di fede. È lo stesso cardinale Ratzinger a precisare, in un’intervista rilasciata il 19 maggio del 2000 a la Repubblica, che non esistono «interpretazioni obbligatorie».D’altronde basta osservare il documento ufficiale vaticano per vedere fugato ogni dubbio in proposito. Infatti, un capitolo del commento teologico s’intitola significativamente:«Un tentativo di interpretazione del “segreto” di Fatima» (Il corsivo è nostro). In ogni caso, e a prescindere da altre considerazioni, i detrattori della versione ufficiale hanno buon gioco a chiedersi: se il segreto faceva riferimento solo alle persecuzioni subite dai cristiani in questo secolo e all’attentato al Papa avvenuto nel 1981, perché attendere tanto a renderlo pubblico?

Segreti pubblici e dubbi segreti. Se l’interpretazione del segreto ha suscitato tante controversie, è ben poca cosa rispetto alle polemiche nate attorno al testo stesso. Per maggiore chiarezza, è meglio partire dall’inizio, da quando cioè a suor Lucia, nella clausura del Carmelo di Coimbra, perviene la richiesta del suo vescovo di scrivere della rivelazione. La suora redige diverse memorie di quanto ha visto e sentito in quel lontano 1917 alla Cueva de Iría: la prima è del 1935, la seconda del 1937, la terza è datata agosto 1941. In questo terzo scritto, spiega Socci, la suora «rivela le prime due parti del segreto […] fa sapere che c’è anche una“terza parte” che per ora non rivela. Alcuni mesi dopo scrive la quarta memoria (datata 8 dicembre 1941), nella quale ricopia esattamente la precedente, ma quando arriva alla fine del secondo segreto […] aggiunge una nuova frase, che non c’era nel testo dell’estate: “Em Portugal se conservará sempre o dogma da fé etc. [In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede etc.,ndr]”». Infine, nel gennaio del ’44, annoterà il cosiddetto terzo segreto. I primi due segreti, nei quali si preconizzava la Rivoluzione russa e la Seconda guerra mondiale, vennero resi pubblici negli anni Quaranta, mentre il terzo segreto, farà sapere Lucia, dovrà essere rivelato solo nel 1960.

    continua.....



[Modificato da Caterina63 07/04/2017 17:47]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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