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Quando e come un Papa favorisce l'eresia... (2)

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2018 01:10
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23/12/2016 17:06
 
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  LA SAGGEZZA DI IPAZIA GATTA ROMANA. LA SCIATTERIA CLERICALE È DIVENUTA QUELL’OTTAVO SACRAMENTO CHE IL SOMMO PONTEFICE ESALTA. APPELLO: REGALATE UN SATURNO DI CASTORINO AL PADRE ARIEL, SARÀ LIETO DI INDOSSARLO

Oggi, per udire il Santo Padre usare la parola «vergogna», bisogna respingere i colonizzatori islamici dell’Europa, o chiudere le porte a delinquenti e potenziali terroristi fatti passare in modo truffaldino per profughi, oppure bisogna indossare una talare; quella talare che da sempre, i preti, hanno usato come segno di sobrietà e di distacco dalla mondanità, ma anche come segno di quella riconoscibilità da alcuni pagata sino allo spargimento del proprio sangue.

Autore Ipazia gatta romana
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Ipazia gatta romana
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Preti mondani vanitosi come le donne – il Beato Rolando Rivi, seminarista, in talare e saturno, ucciso a 15 anni in odio alla fede cattolica per essersi rifiutato di togliersi la talare di dosso

Durante un briefing col Gruppo della Azione Gattolica Italiana dedicato a Gatto Pio, martire della rivoluzione spagnola del 1937, commentando l’ultima perla uscita della Domus Sanctae Marthae diffusa da Zenit [cf. QUI], gattopardesca agenzia stampa fondata dai Legionari di Cristo, emblema ieri del rigore e dellasanta tradizione sotto i pontificati di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, oggi ridotta ad una succursale della Teologia della Liberazione, ho espresso a gatti e gatte che se il mio direttore spirituale, il Padre Ariel S. Levi di Gualdo, fosse il rettore di un seminario, oggi avrebbe difficoltà a istruire i candidati al sacerdozio. Per esempio sullo stile di linguaggio del sacerdote, che può essere anche deciso e duro, quando il caso lo richiede. Come a volte sono richiesti giudizi netti, laddove non è possibile chiamare diversamente il male, che tale va’ sempre chiamato, indicato e fuggito. Ammesso che in tal senso il Vangelo e la letteratura di San Paolo Apostolo abbiano sempre un significato ben preciso.

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Preti mondani vanitosi come le donne – il cadavere del Presbitero Umberto Pessina, ucciso in odio alla fede cattolica e morto dentro la sua mondana talare

Il parlare del Sacerdote, ad alto o basso tono, amorevole o severo secondo quanto richiesto dal caso, deve essere mosso sempre da spirito di imparzialità. Il sacerdote deve essere equilibrato, non lasciarsi influenzare dagli umori personali e meno che mai dall’orgoglio ferito.

Per meglio trasmettere il messaggio, potrei portare più esempi di vita vissuta del mio direttore spirituale, che ogni tanto si confida con me, specie la sera prima di dormire, quando io mi metto sul suo letto in fondo ai suoi piedi recitando la coroncina a Gatto Pio. Ricordo per esempio che il mio buon Padre fu chiamato anni fa da due prelati per dare un parere su un certo sacerdote, al quale essi stavan guardando per un particolare incarico. Questo sacerdote, quando il mio buon Padre si stava preparando ai sacri ordini, tentò di rendergli il percorso vocazionale un inferno, d’impedirgli l’accesso al sacerdozio, ma soprattutto di divenire sacerdote in quella diocesi, ricorrendo a tal fino a illazioni, alla semina di veleni e via dicendo. Ciò non perché vi fossero motivi, ma perché aveva deciso di nutrire verso di lui antipatia. Tutto questo motivato dal fatto che in lui, anziché un futuro confratello, aveva deciso di vedere un potenziale concorrente, secondo lo stile di quei preti che considerano il presbiterio un pollaio del quale si sentono i galletti incontrastati.

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Preti mondani vanitosi come le donne – il Presbitero Giovanni Minzoni, ucciso a bastonate dentro la sua mondana talare

Quale occasione migliore poteva presentarsi al mio buon Padre? Due prelati dai quali dipendeva quell’incarico, che si rimettevano al suo parere, sapendo che lui conosceva il soggetto in questione, loro no. Quell’episodio mi ha insegnato, come futura filosofa metafisica, che gli uomini dotati dell’animo sacerdotale e dello spirito di governo pastorale, non devono mai cedere agli umori personali …

… fu così che il mio buon Padre rispose nel merito della domanda a lui rivolta su uno dei suoi più feroci nemici, affermando in modo imparziale: «Per questo genere di incarico non vedrei elemento migliore di questo giovane sacerdote al quale voi avete pensato, non ultimo anche in considerazione del livello molto basso dei membri di quel presbitèrio».

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Preti mondani vanitosi come le donne – se questo prete non fosse stato un rigido e un mondano, si sarebbe fatto fucilare in bermuda con al collo una stola fatta coi colori della bandiera della pace.

Questo galletto seguita tutt’oggi a odiare il mio buon Padre, mosso da un malanimo affatto mitigato ma accresciuto nel corso degli anni. Lungi dal darsi pace, ha tentato di creargli ulteriori problemi in quel presbiterio, usando come braccio armato la propria adorante corte di omuncoli, se non peggio didonnette. Forse costui pensa che l’incarico avuto a suo tempo dipenda da chissà qualiprelatoni ammaliati dalla sua scienza e dal suo irresistibile fascino intellettuale, mentre invece – come a volte può accadere nella Chiesa –, dipende dal giudizio positivo dato da un prete imparziale relegato da sempre nei margini più periferici di quella struttura ecclesiastica sempre più simile allaCamorra, alla N’drangheta ed a Cosa Nostra. Giudizio – quello del mio buon Padre – che a suo tempo fu preso letteralmente come oro colato, proprio perché considerato leale e imparziale. 

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Preti mondani vanitosi come le donne – il Presbitero Virginio Icardi, un altro giovane mondano ucciso dentro la sua talare

Al ché mi chiedo – sempre se per ipotesi il mio buon Padre fosse rettore di un seminario – in che modo potrebbe istruire i seminaristi alla imparzialità e alla fuga dall’agire umorale? Correrebbe il rischio che qualche seminarista dotato di un neurone in più, gli risponda: «Il Papa, però, in quanto a parzialità, spirito umorale e giudizi avventati giocati sul caricaturale e persino sul discredito altrui, non è che ci vada poi tanto leggero».

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Preti mondani vanitosi come le donne – il Presbitero Mario Borzaga, altro giovane prete vanitoso ucciso dentro la sua talare

In effetti, il Sommo Pontefice ha gridato quasi allo scandalo verso i preti “mondani” con la talare e col saturno in testa, ma non ha mai espresso una parola sui numerosi preti che disattendendono le norme canoniche, per esempio andando in giro con i jeans e le magliette variopinte. Non una parola ha mai espresso il Santo Padre su quei preti che in estate si presentano in sacrestia con i bermuda a fiori e le ciabatte ai piedi, indossando un camice e una sciarpina coi colori arcobaleno che vorrebbe essere una stola, ed andando parati in modo così indecente all’altare per celebrare la Santa Messa. Può essere però che quelli, per il Santo Padre, non siano preti mondani, ma preti di frontiera, pretidi periferia, preti di strada, forse prossimi alla nomina episcopale, mica come queimondanacci che osano indossare sempre le talari, memori non ultimo di quanti loro confratelli, anche in tempi recenti, dentro le talari ci sono morti di morte violenta.

Prendo quindi atto che il mio buon Padre è un prete mondano, perché la talare la indossa sempre, tutti i giorni. E le sue talari sono di eccellente fattura, fatte su misura dal sarto e rigorosamente pagate da sua madre e da suo fratello, i quali più volte, quando gli hanno chiesto di che cosa in particolare avesse bisogno, in varie occasioni si sono sentiti rispondere: «Una bella talare nuova, perché usandola tutti i giorni, già si cominciano a vedere i segni del tempo».

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Preti mondani vanitosi come le donne – il Presbitero Francesco Spoto, morto martire in odio alla fede dentro la sua talare

Tra il mio buon Padre, che rientra a quanto pare nella categoria dei mondani, ed i preti sociali, preti di strada, preti di periferia e di frontiera oggi tanto di moda e tanto beneamati dal Santo Padre, c’è però una gran differenza: dopo che il suo cellulare pagato 48 euro ad un discount si spense dopo tre anni di uso e non si riaccese mai più, sua cognata gli regalò un suo vecchio telefono cellulare di seconda mano e di quarta generazione addietro. E ciò al contrario dei tanti preti sociali, preti di strada, preti di periferia e di frontiera oggi tanto di moda e tanto beneamati dal Santo Padre, i quali sempre e di rigore hanno gli ultimi e più costosi modelli di telefono cellulare.

Dall’anno 2010 il mio buon Padre usa un computer portatile acquistato durante le liquidazioni ai magazzini vaticani, mentre i tanti preti sociali, preti di strada, preti di periferia e di frontiera oggi tanto di moda e tanto beneamati dal Santo Padre, quelli per intendersi che si presentano a far gioire l’Augusto Inquilino della Domus Sanctae Marthae con i loroclergyman scollacciati e sdruciti, hanno di prassi e di rigore i gadget elettronici di ultima generazione, più costosi e soprattutto più inutili, il costo dei quali equivale a tre volte tanto quello di una talare di buona fattura. E molti di costoro non esitano a celebrare la Santa Messa dentro i cocci di terracotta colorata, semmai spiegando ai fedeli che «Papa Francesco vuole una Chiesa povera per i poveri». Però, dopo avere messo il Preziosissimo Corpo e Sangue di Cristo dentro scodelle di terracotta, nelle loro abitazioni private hanno maxi schermi televisivi pagati migliaia di euro.
Il mio buon Padre, emblema della mondanità in talare, è stato per anni senza avere il televisore in casa; e quando infine lo ha acquistato – non reputando opportuno privarne il suo collaboratore che da anni vive con lui –, ha speso 188 euro per acquistare una modesta sottomarca anonima. Però … è unmondano in talare. E non approfondiamo neppure il tema dei tanti preti sociali, preti di strada, preti di periferia e di frontiera oggi tanto di moda e tanto beneamati dal Santo Padre, che pur provedendo da famiglie povere o molto modeste, dopo essere entrati in seminario con le pezze attaccate addosso e dopo essere stati mantenuti per tutto il ciclo formativo dalle diocesi o da qualche benefattore, dopo avere indossato per tutta la vita abiti civili squallidi e paramenti sintetici logori e puzzolenti per le sacre celebrazioni, alla loro morte lasciano in eredità due o tre appartamenti di pregio agli amati nipoti e un consistente gruzzolo di danaro, ed al tempo stesso le spese del funerale da pagare a carico diocesi. E vogliamo forse parlare dei tanti preti sociali, preti di strada, preti di periferia e di frontiera oggi tanto di moda e tanto beneamati dal Santo Padre, che hanno venduto agli antiquari ed ai collezionisti d’arte preziosi paramenti antichi, suppellettili d’altare e opere d’arte? Perché se qualcuno crede che lo abbiano fatto per sfamare i poveri, in tal caso mostrerebbe di vivere veramente nella fantasia diAlice nel Paese delle Meraviglie.

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Preti mondani vanitosi come le donne – il giovane Presbitero Ubaldo Marchionne, ucciso all’altare a colpi di mitra mentre stava distribuendo la Comunione.

Mi dispiace che il Santo Padre abbia abbinato la talare alla mondanità, ben guardandosi però dal parlare dei preti mondani in jeans e maglietta variopinta che spesso traboccano vizi pessimi e quasi di rigore sempre molto costosi. Ma soprattutto, una cosa che respingo al Venerabile Mittente, è l’infelice paragone tra la vanitosità delle donne e certi indossatori di talari. La respingo per un motivo semplice: il mio buon Padre la talare la porta anche per nascondere in modo discreto ciò che ci porta sotto dalla vita in giù. Perché di questi tempi e in questa Chiesa così mal ridotta, per diventare preti occorrono, oltre al dono di grazia di una fede granitica, anche degli attributi virili notevoli e pure lodevoli. Attributi che sarebbe sconveniente far intravedere dai pantaloni. Anche per questo motivo egli porta la talare, per una questione di comune senso del pudore.

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Preti mondani vanitosi come le donne – la pisside forata da un proiettile tenuta in mano dal giovane Presbitero Ubaldo Marchionne ucciso rivestito delle insegne sacerdotali col Santissimo Sacramento in mano

Detto questo rimando i Lettori ad un articolo pubblicato in passato da Ariel S. Levi di Gualdo per le nostre colonne di Theologica, dove si parla e si spiega l’alto valore spirituale, pastorale e anche sociologico dell’abito del prete, che per la legge ecclesiastica disattesa, malgrado alcuni decenni di richiami in tal senso da parte dei tre predecessori del Pontefice Regnante, rimane la talare, ma soprattutto rimane sempre obbligatoria. Perché dunque, il Santo Padre, invece di ricordare che la talare è obbligatoria e che ilclergyman può essere usato solo in alternativa, nei casi di necessità e mai di usuale prassi, si è preso invece beffa di chi rispetta ancor oggi una legge canonica della Chiesa, dopo avere indicato in varie altre circostanze il rispetto della legge come rigidità e l’uso dell’abito ecclesiastico come sinonimo di mondanità ?

modello di saturno in castorino, sarebbe un ottimo regalo natalizio per il Padre Ariel [cf. QUI]

Ma d’altronde, oggi,per udire il Santo Padre usare la parola «vergogna», bisogna respingere i colonizzatori islamici dell’Europa, o chiudere le porte a delinquenti e potenziali terroristi fatti passare in modo truffaldino per profughi, oppure bisogna indossare una talare; quella talare che da sempre, i preti, hanno usato come segno di sobrietà e di distacco dalla mondanità, ma anche come segno di quella riconoscibilità da alcuni pagata sino allo spargimento del proprio sangue. E quando il bene è mutato in male ed il male in bene, il rispetto delle leggi canoniche è sbeffeggiato come rigidità e lo sprezzo delle leggi canoniche elevato a segno di grande apertura pastorale e sociale; quando il decoro esteriore della dignità sacerdotale è mutato in mondana vanità e la sciatteria pretesca elevata a rango di grande apertura sociale e di alta pastoralità, vuol dire che siamo messi molto male, o come dice un triste ma saggio detto popolare: «Il pesce puzza a partire dalla testa».

arresto-e-schedatura
Romolo, gatto del quartiere Centocelle, condannato a due anni e tre mesi per atti di vandalismo, è uno dei diversi gatti assistiti in carcere dall’Azione Gattolica Italiana di Ipazia gatta romana

Se in occasione del Santo Natale, qualche Lettore volesse donare un saturno di castorino al Padre Ariel, egli sarà ben lieto di indossarlo in memoria del Beato Antonio Rivi, il giovane seminarista ucciso in odio alla fede dopo che gli fu comandato di togliersi di dosso la talare. Rispose il martire ragazzino: «Non me la tolgo, perché è il segno che io appartengo a Gesù».

Ricordo ai nostri Lettori che col Gruppo dell’Azione Gattolica Italiana, sono dedita all’assistenza dei gatti in carcere, ai quali garantiremo una particolare vicinanza spirituale durante questo Santo Natale. 

 

vedere articolo  cliccando sotto:

I MUSULMANI OSTENTANO, I PRETI SI NASCONDONO. IL CONCETTO TEOLOGICO DELL’ABITO SACERDOTALE E RELIGIOSO: «SIA CHE MANGIATE, SIA CHE BEVIATE …»



NOVITA' PER IL 2017
 

È ormai palese l'intenzione di procedere all'ordinazione di "probati viri" in Amazzonia, con il pretesto di supplire alla scarsità di clero nelle aree di indigeni, la cui cultura non comprenderebbe il celibato. Ragioni già smentite dalla Vergine di Guadalupe, ma si vuole aprire la porta all'abolizione del celibato sacerdotale.

di Guido Villa
Amazzonia
 

Dato il ruolo che il portale Vatican Insider riveste nel farsi interprete e portavoce degli umori e delle intenzioni che muovono i Sacri Palazzi, non può passare inosservato l’articolo “Amazzonia, dove i preti sono un lusso” (vedi qui), pubblicato il 21 dicembre a firma di Rafael Marcoccia, nel quale viene rivelato un importante progetto prossimo venturo: l’ordinazione sacerdotale in Amazzonia di “probati viri”, anche sposati. Conseguenza di tale iniziativa sarebbe, prima o poi, l’abolizione dell’obbligo del celibato sacerdotale nella Chiesa cattolica di rito latino.

Come sempre accade quando si vogliono introdurre novità eclatanti, ciò viene passato gradualmente: è la nota tecnica della “rana bollita”, che se fosse subito gettata nell’acqua bollente, reagirebbe, quindi si cerca di bollirla a fuoco lento, affinché non se ne accorga.

Nel caso concreto, la novità viene introdotta in aree limitate, cercando la “situazione limite” che apparentemente ne giustifichi l’attuazione senza troppe proteste: per l’ordinazione sacerdotale dei “probati viri” quale area di sperimentazione si è scelto il Brasile, più precisamente l’area amazzonica, vastissima dal punto di vista territoriale e con pochi sacerdoti attivi.

Nell’articolo di Rafael Marcoccia si sottolinea la necessità di “soluzioni concrete e coraggiose” che la Chiesa amazzonica attenderebbe, e cioè che «papa Francesco possa annunciare a breve delle iniziative per facilitare il lavoro di evangelizzazione e la celebrazione più frequente della Messa in un’area sterminata e con severa scarsità di sacerdoti». L’idea centrale è quella di creare un clero autoctono e indigeno che possa prendersi cura delle comunità più isolate. Tale clero dovrebbe essere «coinvolto realmente nella cultura, nella storia, nei problemi, nei sogni e nei progetti del popolo amazzonico, includendo in modo particolare l’universo dei popoli indigeni, che sono i popoli originari della regione». 

Il motivo per il quale si insiste molto sul fatto che si debba trattare di clero autoctono che è testimone vivente della cultura locale viene espresso senza mezzi termini: «Potrebbero essere scelti anche uomini sposati che notoriamente guidano con saggezza le loro famiglie. “Questo sarebbe importante perché la cultura indigena non comprende il celibato”, afferma il vescovo di São Gabriel da Cachoeira». Il celibato non è compreso dalle popolazioni amazzoniche, quindi va tolto di mezzo.

A parole, la dottrina quindi non cambierebbe, muterebbe solamente l’applicazione pastorale della stessa - un concetto già espresso durante il dibattito sui sacramenti ai divorziati risposati - e soprattutto è da applicare caso per caso, cioè deve rispettare le culture locali e sottomettersi a essa.

Ma una dottrina che si pieghi agli usi e costumi delle varie popolazioni cui viene annunciata, non è più dottrina cattolica, cioè universale. A questo proposito, il Cielo ha parlato, proprio in America latina, mostrando la totale estraneità di tali affermazioni con la fede cattolica: quando la Beata Vergine Maria, oggi venerata come Nostra Signora di Guadalupe - la Morenita -, impresse la propria immagine sul mantello di san Juan Diego nel Messico nel 1531, ella si mostrò con i capelli sciolti, segno che per la cultura azteca stava ad indicare la verginità. 

In questo modo la Madonna presentava non solamente la sua natura di eternamente vergine, bensì anche il valore della verginità perpetua per il Regno dei Cieli, cosa del tutto sconosciuta alle popolazioni indigene. La Madonna ribadiva quindi la dottrina eterna della Chiesa, non annacquandola agli usi locali, bensì, semplicemente, utilizzando un linguaggio comprensibile per i fedeli del posto.

Un aspetto essenziale della questione della progettata ordinazione sacerdotale dei “probati viri” è che questo esperimento, sebbene per il momento limitato alla sola area amazzonica, verrebbe subito reclamato da altri. Che differenza c’è, ad esempio, tra le difficoltà provocate dalla scarsità di sacerdoti in Amazzonia e quelle esistenti in Germania, Belgio, o Francia? L’eccezione diventerebbe subito regola, e l’inevitabile conseguenza dello spuntare un po’ ovunque del clero uxorato rappresentato dai probati viri ordinati sacerdoti, porterebbe subito gli altri sacerdoti a reclamare anche per sé la possibilità di abbandonare da subito il celibato.

Lo stesso accade con l’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati: dal ‘caso per caso’ si passerà subito a una regola generale che permetterà a tutti loro di accedere ai sacramenti pur continuando a vivere in uno stato matrimoniale irregolare. Così anche il card. Kasper, a proposito della cosiddetta ‘Intercomunione’, chiede che essa sia autorizzata solamente per i casi di coppie miste cattolico-protestanti (vedi qui), poi, dal caso eccezionale, si passerebbe molto presto a una regola generale che l’autorizza per tutti i fedeli cattolici e protestanti.

La notizia delle possibili ordinazioni di “probati viri” in Brasile non rappresenta una novità: alla fine del 2014 il vaticanista Marco Tosatti rivelò l’esistenza di una lettera di papa Francesco al cardinale Hummes, brasiliano, già prefetto della Congregazione per il clero, che trattava appunto la possibilità di ordinazione dei “viri probati” per le diocesi dell’Amazzonia (vedi qui). Rispose il portavoce vaticano, con quella che a molti apparve un’excusatio non petita: padre Lombardi smentì l’esistenza di una lettera del Papa che riguardasse il celibato sacerdotale, cosa che Tosatti non aveva scritto, limitandosi a parlare dell’ordinazione di “probati viri” (vedi qui).

La questione è quindi assai grave. In questi giorni anche l’ex frate francescano brasiliano Leonardo Boff (vedi qui l'originale, e qui come è stata riportata in italiano da Marco Tosatti) chiede egualmente il clero uxorato per supplire il problema della mancanza di sacerdoti. Del resto, mentre Vatican Insider va con i piedi di piombo perché diretto a un pubblico italiano, in Germania il portale ufficiale della Conferenza Episcopale Tedesca, katholisch.de riporta le parole di Boff con malcelata soddisfazione (vedi qui), come se fosse un’iniziativa della quale i vescovi tedeschi attendono con ansia gli sviluppi per poterla applicare anche in Germania. 



[Modificato da Caterina63 03/01/2017 15:33]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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