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Quando e come un Papa favorisce l'eresia... (2)

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2018 01:10
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20/09/2017 08:26
 
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Famiglia, attacco all'eredità di Giovanni Paolo II



Un nuovo Motu Proprio - Summa Familiae Cura - dà l'assalto all'Istituto per il Matrimonio e la famiglia creato da san Giovanni Paolo II, che cambia denominazione e status. Un forte segnale di discontinuità che sottolinea la totale diversità di giudizio, rispetto a Giovanni Paolo II, sulla realtà attuale della famiglia e della società e sul compito della Chiesa.

di Riccardo Cascioli

«Con il presente Motu proprio istituisco il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, che, legato alla Pontificia Università Lateranense, succede, sostituendolo, al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia (…) il quale pertanto, viene a cessare». L’articolo 1 del Motu Proprio Summa Familiae Cura, pubblicato ieri, sancisce così un altro atto di rottura con il Magistero di san Giovanni Paolo II che l’Istituto aveva creato nel 1982 con la Costituzione apostolica Magnum Matrimonii Sacramentum. Significativamente il documento porta la data dell’8 settembre, due giorni dopo la morte del cardinale Carlo Caffarra che, su incarico di Giovanni Paolo II, l’Istituto per gli Studi su matrimonio e Famiglia aveva fondato.

Sebbene nel Motu Proprio papa Francesco si ricolleghi alla «lungimirante intuizione di san Giovanni Paolo II», è evidente il segnale di forte discontinuità con il passato, anche se poi – va precisato – quello sancito ieri è ancora un passaggio, visto che la vera battaglia si giocherà ora sugli statuti dell’Istituto Teologico, che decideranno eventuali cambiamenti nella struttura dei corsi, nelle materie insegnate e nei docenti. Fino ad allora la vita dell’istituto dovrebbe continuare con gli stessi docenti e gli stessi corsi svolti finora, secondo quanto afferma il Motu Proprio e secondo quanto assicurato da monsignor Vincenzo Paglia, Gran Cancelliere dell’Istituto, nell’assemblea in cui ha presentato in anteprima il documento al corpo docente. Nessuno però si fa troppe illusioni, la determinazione a cambiare indirizzo politico costituirà una forma di pressione sugli attuali docenti, in massima parte “figli” di Giovanni Paolo II e del cardinale Caffarra, a cui si cercherà di affiancare qualche altro nuovo docente almeno fino alla battaglia decisiva.

Quanto ai contenuti è evidente che l'esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia è diventata il paradigma di ogni intervento, con la sua accentuazione pastorale e il costante riferimento ai segni dei tempi con non meglio precisate «richieste e appelli dello Spirito» che «risuonano anche negli stessi avvenimenti della storia». E mentre la Amoris Laetitia è fondamento del nuovo corso, sparisce dall’atto costitutivo del nuovo istituto qualsiasi riferimento all’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae, che era stata invece indicata come risposta adeguata ai tempi attuali da san Giovanni Paolo II.

Del resto la retorica sui tempi che sono cambiati e le sfide nuove che necessitano di «un approccio analitico e diversificato» per cui non è più possibile proporre «pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato», non reggono alla prova della realtà.  Rileggendo la Magnum Matrimonii Sacramentum che aveva creato l’Istituto per Matrimonio e Famiglia – e più in generale ripercorrendo il magistero di Giovanni Paolo II - è evidente che le situazioni di disagio e il disfacimento della famiglia erano ben presenti e dibattute anche 30 anni fa.

Ciò che davvero fa la differenza è il giudizio sul mondo e sul compito della Chiesa. San Giovanni Paolo II aveva una chiara coscienza di un attacco in corso alla famiglia che assume i contorni dello scontro apocalittico. «La grandezza e la sapienza di Dio – diceva nel 1997 – si manifestano nelle Sue opere. Tuttavia, oggi sembra che i nemici di Dio, più che attaccare frontalmente l’Autore del creato, preferiscano colpirLo nelle sue opere. L’uomo è il culmine, il vertice delle Sue opere visibili. (…) Tra le verità oscurate nel cuore dell’uomo (…) sono particolarmente colpite tutte quelle che riguardano la famiglia. Attorno alla famiglia e alla vita si svolge oggi la lotta fondamentale della dignità dell’uomo». In tutto il magistero di Giovanni Paolo II è evidente il riconoscere la centralità della famiglia per il bene dell’uomo, famiglia sottoposta a violenti attacchi dalle «forze delle tenebre» che ne offuscano la verità causando quella devastazione sociale che ben conosciamo.

Di questa centralità della battaglia intorno alla famiglia e all’uomo si perde invece qualsiasi riferimento nella pastorale oggi proposta. Rimane la consapevolezza che «il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa», ma è una affermazione estranea a qualsiasi clima di conflittualità. Non c’è più un “mondo” ostile che vuole la distruzione della famiglia, ma tanti feriti, anche se non si sa bene da chi e perché.

Ben diversa si presenta dunque anche la missione della Chiesa. Per Giovanni Paolo II la creazione dell’Istituto per studi su Matrimonio e famiglia faceva parte di quel dovere fondamentale della Chiesa «di dichiarare a tutti il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia, di cui è tenuta ad assicurare il pieno vigore e la promozione umana e cristiana». Davanti all’attacco del mondo Giovanni Paolo II voleva formare un piccolo corpo speciale che approfondisse in modo scientifico «la verità su matrimonio e famiglia» così che «laici, religiosi e sacerdoti possano ricevere in materia una formazione scientifica sia filosofica-teologica, sia nelle scienze umane, in maniera che il loro ministero pastorale ed ecclesiale venga svolto in modo più adatto ed efficace per il bene del Popolo di Dio».

Oggi tutto diventa più sfumato, si parla di complessità e di «luci e ombre», l’affermazione della verità su matrimonio e famiglia viene considerata “divisiva”, creatrice di muri, per cui si preferisce allargare il discorso. Lo ha detto monsignor Paglia a Vatican Insider: «il Papa allarga la prospettiva» perché «ha ben compreso il compito storico della famiglia, sia nella Chiesa che nella società. E la famiglia non è un ideale astratto, ma una realtà maggioritaria della società, che deve riscoprire la sua vocazione nella storia». Dietro alla cortina fumogena di frasi a effetto, è chiara la questione: la verità su matrimonio e famiglia è un ideale astratto, bisogna mettersi in cammino con tanti altri alla riscoperta di ciò che può andare bene a tutti. È questo pensiero che spiega, ad esempio, come mai le nuove nomine nella Pontificia Accademia per la Vita includano personaggi favorevoli all’aborto o che fanno ricerca sugli embrioni, e spiega anche quale indirizzo si voglia dare al nuovo Istituto teologico per le Scienze su Matrimonio e Famiglia.

Sì, Giovanni Paolo II è stato fatto santo, ma si cerca di distruggere tutte le sue opere.




- IL DOCUMENTO IN SINTESIa cura di Lorenzo Bertocchi

Con la lettera apostolica in forma di Motu proprio Summa familiae cura, papa Francesco rifonda l’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. L’istituto voluto dal santo papa polacco fu definito nel 1982 e affidato, come primo preside, alle cure del cardinale Carlo Caffarra, oggi apparentemente cambia solo il nome, in realtà muta anche l’orizzonte di riferimento.

LA LINEA DI AMORIS LAETITIA

Le parole del Motu proprio chiariscono subito che come Giovanni Paolo II diede seguito al Sinodo sulla famiglia del 1980 con la costituzione dell’Istituto, così ora, dopo il doppio sinodo sulla famiglia del 2014 e 2015, papa Francesco ritiene di rifondarlo e rinominarlo. Non sarà più  Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, ma è Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, legato alla Pontificia Università Lateranense.

Il doppio sinodo sfociato nell’esortazione Amoris laetitia, si legge nel testo, «ha portato la Chiesa a una rinnovata consapevolezza del vangelo della famiglia e delle nuove sfide pastorali a cui la comunità cristiana è chiamata a rispondere». Secondo i cardini della «conversione pastorale» e della «trasformazione missionaria della Chiesa», indicati in Evangelii gaudium, il documento programmatico del papato di Bergoglio, «anche a livello di formazione accademica, nella riflessione sul matrimonio e sulla famiglia  non vengano mai meno la prospettiva pastorale e l’attenzione alle ferite dell’umanità».

E’ l’approccio presente in Amoris laetitia, quello di una maggiore attenzione alle sfide per una “Chiesa in uscita”, piuttosto che alla dottrina. Questo, in estrema sintesi, è il nuovo orizzonte che il Papa ha voluto indicare all’Istituto rifondato. «Il cambiamento antropologico-culturale, che influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato, non ci consente di limitarci a pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato».

AMPLIAMENTI

«Sono venuto alla deliberazione di istituire un Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, ampliandone il campo di interesse», scrive papa Francesco, «sia in ordine alle nuove dimensioni del compito pastorale e della missione ecclesiale, sia in riferimento agli sviluppi delle scienze umane e della cultura antropologica in un campo così fondamentale per la cultura della vita».

Sarà molto importante capire come i nuovi statuti che dovranno essere approvati specificheranno meglio quali siano queste «nuove dimensioni del compito pastorale» e a quali «sviluppi delle scienze umane e della cultura antropologica» si farà riferimento. Per ora queste parole sono sufficientemente vaghe per potervi intendere molte realtà e significati, tutti da scoprire nei futuri programmi e insegnamenti.

Secondo quanto dichiarato da monsignor Vincenzo Paglia, il Gran Cancelliere dell’Istituto, quello di papa Francesco è un rilancio  che amplia la prospettiva, passando da una focalizzata solo sulla teologia morale e sacramentale, ad un'altra che includa anche quella «biblica, dogmatica e storica, che tiene conto delle sfide contemporanee».

Se leggiamo oggi le parole che papa Francesco scrisse nell’estate 2016 nel chirografo riservato a monsignor Paglia per la doppia nomina a Gran Cancelliere dell'Istituto Giovanni Paolo II e a presidente della Pontificia Accademia per la Vita, possiamo capire come il progetto di rifondazione dell’Istituto abbia una genesi tracciata da tempo. «Dal Concilio Ecumenico Vaticano II ad oggi», scriveva Francesco a Paglia, «il Magistero della Chiesa su tali temi si è sviluppato in maniera ampia ed approfondita. E il recente Sinodo sulla Famiglia, con l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia, ne ha ulteriormente allargato e approfondito i contenuti. È mia intenzione che gli Istituti posti sotto la tua guida si impegnino in maniera rinnovata nell’approfondimento e nella diffusione del Magistero, confrontandosi con le sfide della cultura contemporanea».

ALCUNE CARATTERISTICHE

All’art. 3 si sottolinea «lo speciale rapporto del nuovo Istituto Teologico con il ministero e il magistero della Santa Sede» che sarà « avvalorato dalla privilegiata relazione che esso stabilirà, nelle forme che saranno reciprocamente concordate, con la Congregazione per l’Educazione Cattolica, con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e con la Pontificia Accademia per la Vita».

Il “nuovo” istituto teologico «ha la facoltà di conferire iure proprio ai suoi studenti i seguenti gradi accademici: il Dottorato in Scienze su Matrimonio e Famiglia; la Licenza in Scienze su Matrimonio e Famiglia; il Diploma in Scienze su Matrimonio e Famiglia».

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A colpi di motu propri papa Francesco legittima la “sua Chiesa”

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Arriva Summa Familiae cura per distruggere definitivamente la Familiaris consortio. Del resto, Giovanni Giolitti († 1928) cinicamente ma realisticamente sentenziava: «Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano».

Estate infuocata, come abbiamo raccontato qui, analizzando le notizie di cronaca papale. E se durante la siccità l’unico fluido è stato un magistero estivo caldo e soffocante, ora con l’arrivo delle bombe d’acqua, nubifragi e l’allerta arancioni, ci ritroviamo con uno tsunami di Motu Propri atti a mettere la parola fine alla vera dottrina della Chiesa Cattolica.

Non ci soffermeremo sulla questione liturgica recentemente discussa da un altro MP di Bergoglio e abilmente trattato dal domenicano padre Riccardo Barile, vedi qui e pure qui, piuttosto vogliamo soffermarci sul MP uscito proprio stamani e che riguarda la Famiglia – clicca qui – Summa Familiae cura, un vero suffragio (si fa per dire, sic!) alla memoria di San Giovanni Paolo II e del cardinale Caffarra…. ed è forse meglio dire che è questo una lapide tombale alla Familiaris Consortio.

L’ultimo incontro fra il card. Caffarra e papa Bergoglio. Un abbraccio di circostanza davanti alle telecamere.

Perché parliamo di lapide tombale? Perché mentre la Familiaris Consortio è una esortazione apostolica, documento magisteriale papale a seguito di un sinodo e dunque di carattere pastorale, il Motu Proprio ha valore esecutivo e legale, è, in un certo senso, più canonico, più importante ai fini della sua applicazione e perché obbliga i cattolici alla sua applicazione.

E’ interessante che tranne per un passaggio, il resto del MP cita se stesso… cioè, Papa Francesco, pur ribadendo di restare nel solco della Familiaris Consortio, in realtà cita se stesso per affondarla, ecco un passaggio inquietante ed aberrante: “Il cambiamento antropologico-culturale, che influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato, non ci consente di limitarci a pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato. Dobbiamo essere interpreti consapevoli e appassionati della sapienza della fede in un contesto nel quale gli individui sono meno sostenuti che in passato dalle strutture sociali, nella loro vita affettiva e familiare. Nel limpido proposito di rimanere fedeli all’insegnamento di Cristo, dobbiamo dunque guardare, con intelletto d’amore e con saggio realismo, alla realtà della famiglia, oggi, in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre…”.

Abbiamo inteso bene? Forme e modelli del passato? Perché quanti ce n’erano?? aiutateci a capire!! L’unica forma e modello del passato – e biblico – è uno solo: uomo+donna=famiglia, figli…. (e per i battezzati, naturalmente, un solo Sacramento del Matrimonio). Esiste forse una “pratica della pastorale e della missione” del passato che riflettono altri modelli? Dunque, afferma el Papa Francisco, che dobbiamo – dovremmo… – farci interpreti e consapevoli DI NUOVE FORME E MODELLI… e come al solito, senza specificare mai di cosa si tratta.

Ci domandiamo, leggendo il Documento: se dobbiamo rimanere fedeli all’insegnamento di Cristo, dove sta scritto, nei Vangeli, che esistono altri modelli ed altre forme di FAMIGLIA? La Divina Famiglia non è forse il modello e la forma che Dio stesso scelse per darcene testimonianza? Luci ed ombre ci sono sempre state nella vita degli uomini single, come nella famiglia, negli sposati, nelle storie dei fidanzati, nelle storie dei consacrati, ma forma e modello è sempre stato uno solo.

Non si può rimanere “nel limpido proposito” di piacere a Dio se, sotto, sotto, si impone ai fedeli, si impone alle future generazioni, si impone alle nuove catechesi e ai preti che esistono altre forme ed altri modelli di famiglia, perché questo è FALSO! E ben profetizzava il Patriarca di Venezia nel 1883, mentre difendeva già allora l’Istituto della Famiglia espresso dall’allora Pontefice Leone XIII, e affermava: “Solo rimedio a tutto questo noi lo vediamo nei santi principi, onde la famiglia fu rialzata e ristorata da Gesù Cristo; nel Sacramento che dà la grazia necessaria agli sposi per mantenersi reciprocamente quell’ affetto che diventa un dovere…” clicca qui per il testo.

E se qualcosa vi fosse ancora sfuggito, ecco la marchetta che definiamo essere la lapide tombale sia sulla Familiaris Consortio sia sul cardinale Caffarra dal momento che, tutto il suo accurato magistero in materia, è ora legalmente sepolto, ecco le parole del MP: “Con il presente Motu proprio istituisco il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, che, legato alla Pontificia Università Lateranense, succede, sostituendolo, al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, stabilito dalla Costituzione apostolica Magnum Matrimonii sacramentum, il quale pertanto, viene a cessare. Sarà, comunque, doveroso che l’originaria ispirazione che diede vita al cessato Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia continui a fecondare il più vasto campo di impegno del nuovo Istituto Teologico, contribuendo efficacemente a renderlo pienamente corrispondente alle odierne esigenze della missione pastorale della Chiesa…”.

Capito bene?  Il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, voluto da San Giovanni Paolo II che mise a capo il cardinale Caffarra, il quale si oppose alle derive dottrinali dei due recenti sinodi sulla Famiglia, è oggi sostituito da Papa Francesco con nuove norme e nuove dottrine. E si legge anche la presa per i fondelli, laddove si dice che “l’ispirazione che diede vita all’Istituto” deve continuare a fecondare… ma fecondare che cosa? Il cambiamento antropologico-culturale della Famiglia… è ovvio! Ed è altrettanto ovvio che non era questo lo spirito con il quale venne fondato l’originario Istituto, non è questa la dottrina della Chiesa sulla Famiglia.

Oggi è Memoria delle Apparizioni de La Salette, a Maria Santissima, Regina della Famiglia, quella voluta e fondata da Dio, quella che è sempre è stata e sempre sarà fino alla fine del mondo, illumini il Clero e i Vescovi, e aiuti noi piccolo gregge nella resistenza e nella buona battaglia contro l’eresia.

IPXE DIXIT

«Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’Anticristo» (Nostra Signora di La Salette, 19 settembre 1846).

«Verranno mode che offenderanno molto Gesù. Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La Chiesa non ha mode. Gesù è sempre lo stesso… I peccati che portano più anime all’inferno sono i peccati della carne» (Santa Giacinta Marto di Fatima, “Le memorie di Suor Lucia Dos Santo”).

«Lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio»(Suor Lucia Dos Santos in una lettera al card. Carlo Caffarra).

«La Chiesa di Roma corre il rischio di spaccarsi in due… False teorie sull’Eucaristia, sui sacramenti, sulla dottrina, sul sacerdozio, sul matrimonio e sulla procreazione dei figli. Essi vengono traviati e tentati dallo spirito della falsità, da satana e dal modernismo. La dottrina divina e le leggi valgono per tutte le epoche e sono come nuove per ogni tempo. (…) La Chiesa di Roma deve rimanere la Chiesa di Roma» (Nostra Signora di Amsterdam, 31 maggio 1965).

«Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine» (Bruno Cornacchiola, 21 settembre 1988.  “Il veggente. Il segreto delle Tre Fontane”, di Saverio Gaeta, Salani editore).

«Le tenebre di Satana stanno oscurando ormai tutto il mondo e stanno oscurando anche la Chiesa di Dio. Preparatevi a vivere quanto io avevo svelato alle mie piccole figlie di Fatima»(Nostra Signora di Civitavecchia, 19 settembre 1995).



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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