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Quando e come un Papa favorisce l'eresia... (2)

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2018 01:10
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30/09/2017 23:57
 
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"La verità della fede in pericolo". E firma la correzione a Bergoglio





La Chiesa vive un periodo di forte dibattito interno. Il professor Strumia, firmatario della "correzione filiale" e teologo di fama internazionale, spiega il perché







La Chiesa vive un periodo di forte dibattito interno. Don Alberto Strumia è stato docente ordinario di fisica-matematica presso le università di Bologna e Bari ed è attualmente docente invitato alla facoltà teologica dell'Emilia Romagna.



 

Ma è anche uno dei sacerdoti che ha firmato la "correzione filiale" su Amoris Laetitia, l'esortazione apostolica del Papa che tanto sta facendo discutere il mondo cattolico e non. La firma di don Strumia ha suscitato scalpore, essendogli pacificamente riconosciuta una competenza di carattere internazionale tanto in materia teologica quanto in ambito scientifico.

Professor Strumia, perché ha firmato la "correzione filiale" su Amoris Laetitia?


Perché ho ritenuto doveroso farlo, pur non avendo mai immaginato prima di ora che si sarebbe dovuti arrivare ad una decisione così estrema e dolorosa. Osare di indirizzare una correzione dottrinale al Papa lo si può e lo si deve fare solo quando è in pericolo la verità della fede e quindi la salvezza degli appartenenti al popolo di Dio. Il realismo dinanzi agli accadimenti non mi fa illudere che la correzione verrà presa seriamente in considerazione, dal momento che neppure i dubia sollevati da quattro Cardinali hanno ricevuto finora risposta, ma se siamo in tanti a sollecitare il chiarimento c'è una maggiore possibilità anche a causa della visibilità pubblica favorita dalla mediaticità dei nostri giorni. Sono in molti, nella Chiesa, a sentirsi soffocati da un clima negativo nel quale l'abuso del potere viene non di rado a sostituire l'autorevolezza.


In chiave dottrinale, può un sacerdote contraddire il Papa?


La "dottrina della Chiesa" non è inventata dai teologi e neppure dai Papi, ma è fondata sulla Scrittura e radicata nella tradizione della Chiesa. Il Papa è al servizio, come custode e garante di questa continuità e non può spezzarla neppure velatamente, lasciando intendere, con formulazioni ambigue, che oggi si possa credere e fare il contrario di ciò che è stato insegnato finora, dal Magistero, su questioni essenziali come la dottrina dei sacramenti o la morale familiare, con la motivazione che i tempi sono cambiati e il mondo esige un adeguamento. Per questo è un dovere di carità, che ha come scopo la "salvezza delle anime", come si diceva un tempo, e la difesa della stessa dignità del soglio di Pietro e di colui che lo occupa, mettere con il massimo rispetto in risalto queste ambiguità.


Questo dibattito teologico è strumentalizzato? C'è uno scambio meramente dottrinale o sta emergendo nella dialettica una divisione già esistente nella Chiesa?


E' evidente che oggi emerge, nella Chiesa, a livello di vertice, ciò che da cinquant'anni si è innescato dalla base fino a più in alto. La liturgia è divenuta sempre meno sacra e sempre più incentrata sull'inventiva più o meno istrionica dei celebranti e sul protagonismo di animatori sempre più preoccupati di esibire se stessi che di esaltare la centralità del Sacrificio di Cristo, che forse non comprendono nemmeno più. Le omelie sono diventate melense e sentimentali, o comizi politici, e il canto sempre meno liturgico. Chi avrebbe dovuto correggere, si è messo talvolta ad imitare queste stesse tendenze.


Una delle critiche che i tradizionalisti muovono al Pontefice è relativa ad una presunta svolta modernista. E' così?


Intanto bisognerebbe smettere di vedere tutto ciò che sta accadendo nella Chiesa come una contrapposizione tra correnti: "i tradizionalisti" e i "progressisti". La Chiesa non è un partito e le questioni fondamentali della dottrina e della morale non sono riducibili ad "opinioni" di una parte o di un'altra. Qui si tratta di essere cattolici o non di esserlo, cattolici o protestanti, cattolici o gnostici, cattolici o sostenitori di "tutte le religioni sono equivalenti", tanto la "misericordia" (!), autorizza a fare quello che si vuole e non c'è bisogno di nessuna conversione, se non quella che aderisce al "pensiero unico" che crede nel "nuovo ordine mondiale". Come dicevo prima si tratta di una tendenza di matrice modernista e protestantizzante che è in atto da una cinquantina d'anni e che ora è venuta allo scoperto del tutto in questi ultimi anni. Era un fuoco sotto la cenere che ora è stato rinvigorito.


Ma esiste davvero una contrapposizione tra "conservatori" e "progressisti"? Insomma, la parola di Dio non è una sola? Da laici è difficile comprendere queste differenze di visione...


La divisione interna alla Chiesa è un dato di fatto che non si può e non si deve negare: se non ci fosse nessuna divisione, oggi anche sulle questioni fondamentali, sulla dottrina e sul modo di applicarla nella pratica pastorale, non saremmo qui a parlarne. Ma come ho detto è scorretto parlare di una contrapposizione tra "progressisti" e "conservatori". Se il problema fosse solo quello di due linee di tendenza "opinabili" saremmo di fronte ad un pluralismo di scuola che potrebbe essere anche utile alla ricerca teologica, e uno stimolo a gareggiare nell'intraprendere opere culturali e caritative. Ma oggi non è così: quando le divergenze vanno ad intaccare i fondamenti della dottrina, allora non siamo più di fronte a due correnti di pensiero, a due opinioni ammissibili, ma a due dottrine contrapposte, a due chiese separate, di fatto, anche se non giuridicamente. Come due "separati in casa".


Qual è il rapporto della linea dottrinale di questo Pontificato con Martin Lutero e la dottrina protestante?


Si direbbe che Lutero è guardato come un profeta e come un santo, che ha capito con largo anticipo ciò che la Chiesa cattolica non ha compreso finora, condannandosi ad un ritardo storico che sarebbe giunta l'ora di risanare. Eppure, la biografia di Lutero è tutt'altro che presentabile come un capitolo di "agiografia!” La Chiesa si è lentamente, ma inesorabilmente protestantizzata... E il "cavallo di Troia" per far avanzare questo processo è divenuto quello dell' "ambiguità", nelle parole e nei gesti, insieme ad una concezione di "misericordia senza pentimento nè conversione" che ricorda tanto il pecca fortiter et crede fortius ( pecca fortemente e credi ancor più fortemente) di luterana memoria. E di fronte a tutto questo come non si poteva non muovere una "correzione filiale" che mettesse allo scoperto la gravità della situazione?


 

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Bux e Valli. Che cosa sta accadendo, oggi, nella Chiesa?

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di Riccardo Zenobi

Venerdì 29 settembre sono riprese le conferenze promosse dall’Associazione Culturale Oriente Occidente, delle quali si è parlato quiqui e qui. Gli incontri si tengono, come avvenuto precedentemente, nella sala conferenze della chiesa san Carlo Borromeo, in via Vincenzo Gentiloni 4 ad Ancona.

La prima conferenza di questo secondo ciclo di appuntamenti è stata una conversazione ‘a due voci’ con gli interventi di Aldo Maria Valli (giornalista, vaticanista del TG1, laureato in scienze politiche all’università cattolica di Milano) e di mons. Nicola Bux (sacerdote dell’arcidiocesi di Bari, esperto di liturgia orientale e di sacramentaria, consultore della congregazione della dottrina della Fede e della congregazione per le cause dei santi, collabora con la rivista Communio). Lo spunto di riflessione da cui ha preso avvio l’incontro è la parola “confusione”, termine che viene usato sempre più spesso dai fedeli, che vivono in un crescente disorientamento; la causa di tutto ciò in cosa è rintracciabile? Nella penetrazione di pensieri spuri nella Chiesa? Stiamo vivendo ciò che il beato Paolo VI dichiarò a Jean Guitton, ossia che siamo di fronte alla presenza dentro la Chiesa cattolica di un pensiero non cattolico il quale, seppur divenisse maggioritario, non sarà mai il pensiero ufficiale della Chiesa?

La conversazione si è aperta con l’intervento di Aldo Maria Valli, per il quale la confusione è l’elemento distintivo dell’epoca moderna, non solo nella Chiesa; ma lo stato interno di quest’ultima sconcerta molti, tanto che sempre più persone si chiedono: dove stiamo andando? Cosa ne sarà della Fede? Queste domande coinvolgono persone che prima non si ponevano problemi a riguardo, e nell’ultimo anno è aumentato enormemente il numero di tali persone. Nel giugno 2016, appena uscì, il libro “266” (nel quale si pongono tali interrogativi) era una sorta di avanguardia, ma nel giro di poco più di un anno lo sconcerto si è allargato moltissimo – e sono stati avanzati dei Dubia da parte di cardinali. I primi che si posero tale domanda erano essi stessi incerti del loro proprio sconcerto, cosa del resto comprensibile: chi si espone per primo è sempre titubante, poiché potrebbe essere una semplice impressione personale a muoverlo e non un reale problema. Ora però lo sconcerto c’è: Pietro parla in modo strano, anche i contenuti sono strani; c’è ambiguità, superficialità, e non si è in linea con la tradizione dottrinale. Si contano sempre più le dichiarazioni rilasciate in occasioni colloquiali, nelle quali non si approfondisce, e si cede al “gioco al massacro” di portare l’intervistato dove vuole il giornalista. Ci si può guardare da tali pericoli, serve prudenza e una adesione a quello che è il ruolo del Sommo Pontefice, confermare nella Fede. Oltre a tali questioni di modo, ci sono anche perplessità sui contenuti dei messaggi, che sono esplose con Amoris Laetitia, la quale ha interpellato Valli in quanto fedele, il quale in una digressione ha parlato di alcuni aspetti della sua vita di fede: nato e cresciuto a Milano, si è assunto l’avventura di costruire una famiglia numerosa grazie al ruolo fondamentale delle catechesi di Giovanni Paolo II sul matrimonio cristiano. Si era tra gli anni ’70 e gli ’80, quando molti (più o meno come oggi) consigliavano di andare a convivere; Valli prese invece il rischio di andare controcorrente, sfidando anche i medici i quali, di fronte alla patologia della moglie, dissero di non fare figli.
Tale digressione fa capire quale sia l’importanza di avere dei maestri e cui fare riferimento nella verità, e tante gioie nella vita di Valli non sarebbero arrivate se Giovanni Paolo II non avesse parlato chiaro: non si può giocare con le parole, quando si hanno dei problemi. Amoris Laetitia ad una prima lettura non crea molti problemi, ma approfondendo si trovano delle perplessità nel capitolo VIII, nel quale si rintraccia la modalità espressiva “sì, ma anche”: va bene così, ma in fondo è il soggetto che decide di fronte a Dio qualità morale dell’atto. Questo soggettivismo porta l’uomo ad essere come Dio, a decidere al Suo posto, di autogiustificarsi. Il buon Josef Seifert segnala che si arriverebbe addirittura, nel discorso sulla retta coscienza, ad affermare che Dio può chiedere di fare un comportamento non in linea con la legge divina, in determinate circostanze: sotto questa ambiguità passa l’eresia.
Se un semplice fedele si accorge di ciò, cosa fare? Uscire allo scoperto, con massima umiltà e senza pose, schierandosi dalla parte della Verità della Fede, la quale va testimoniata senza cadere in contrapposizioni, ma alzando il livello dello scontro, il quale troppo spesso liquida tale posizione con un’etichetta o uno slogan.

Mons. Bux ha rintracciato i contenuti della confusione, che affonda le sue radici su equivoci e deformazioni riguardo 3 aspetti della Fede:
1- Chi è Gesù Cristo? È il Figlio di Dio fatto uomo per salvarci dal peccato, sollevandoci da una situazione di male, incarnandosi ha portato la salvezza dentro l’umano. Cominciare a credere in Gesù converte la vita, è perciò fondamentale da parte dei vescovi e dei sacerdoti parlare di Gesù e della salvezza che ci viene offerta nella Verità, invece di trattare temi politici e di attualità, i quali non competono loro. Molti esponenti delle gerarchie non hanno negato apertamente ed esplicitamente tutto ciò (al limite hanno pubblicato libri per un pubblico ristretto di intellettuali), ma c’è una letteratura su Gesù Cristo che ridimensiona portata epocale dell’evento cristiano, equiparandolo ad altri “personaggi religiosi”. Negli ultimi decenni il catechismo è stato distrutto: non c’è più un prontuario di domande e risposte chiare su ciò che c’è da sapere su Dio e la redenzione, su chi è Gesù (per molti bimbi è solo “un amico”).
2- Cosa è e a cosa serve la Chiesa? Per qual motivo Gesù Cristo ha fondato la Chiesa? Per far conoscere sé stesso e il messaggio salvifico a tutta l’umanità, rendendo discepole tutte le nazioni, perché nessun altro salva. Il paganesimo dell’epoca negava l’esclusività salvifica di Cristo: a ben guardare, c’erano moltissime “vie” e “salvatori”, ma solo Gesù è la via e il salvatore. Vorremmo sentir dire che senza Gesù non c’è salvezza, e annunciare ai 4 venti che non c’è altro nome nel quale si possa essere salvati. Solo in Cristo c’è riscatto dal peccato e trovano significato la morte e la sofferenza, attraverso la quale l’uomo salva sé stesso e il mondo. La Chiesa non è un’agenzia ONG che fa da concorrente all’ONU, all’UNESCO o quant’altro. Possibile che Gesù volesse ciò per la sua Chiesa? Questo non fa altro che confermare i lontani nella loro lontananza, perché passa il messaggio che vivono bene, e quindi sono confermati nella loro vita.
3- Qual è la natura della liturgia e del culto divino? I sacramenti si sono ridotti a cerimonie più o meno attraenti, ma così si è snaturato il loro senso. I sacramenti sono essenziali, sono “farmaco salvavita”, mezzi di salvezza: non solo Gesù ha predicato la salvezza, ma ha dato anche i mezzi. Sono amministrati come un patrimonio, che non va sperperato e, come i farmaci, hanno delle controindicazioni (si può commettere sacrilegio fruendone male) e dei modi d’utilizzo. Non sono utilizzabili da chiunque, in qualunque momento e in ogni circostanza. Non si è padroni dei sacramenti: essi appartengono a Dio, e nella liturgia non si può improvvisare. Cambiare la formula del sacramento implica renderlo invalido.

Un ultimo intervento ha riguardato il punto di vista dei relatori sulla Correzione Filiale. Per Valli, essa mette il dito nella piaga, è una iniziativa importante che dà voce e struttura filosofica e teologica alla confusione che vediamo. Sulla stessa linea si muove Bux, affermando che se ci riteniamo cattolici dobbiamo sapere cosa vuol dire essere tali, e dunque è necessario, in questi tempi di confusione, mettersi al lavoro per conoscere i contenuti della propria Fede.

Il prossimo incontro si terrà sabato 7 ottobre alle 17:15, sempre nella chiesa san Carlo Borromeo, e avrà come ospite Massimo Viglione.


«VERRANNO IL PAPA SANTO E IL GRANDE MONARCA E RESTAURERANNO OGNI COSA»: Ven. Holzhauser



Le testimonianze profetiche circa l’avvento del « regno di Maria » (= trionfo del Cuore Immacolato di Maria) e le sue caratteristiche sono state numerose nel corso dei secoli. Grazie ad esse si può rinsaldare la fede in questa divina promessa mostrando che esiste un plurisecolare carisma profetico suscitato da Dio che garantisce che queste speranze ed attese non sono di certo vaneggiamenti della mente né ragioni teologiche di semplice opportunità o convenienza ma vera rivelazione di Dio, infallibile perché reiterata in modo costante dai veri profeti e dalle vere anime mistiche. La rassegna è corposa. In questo post vorrei offrirne una delle più significative e precise, quella della eccezionale figura del venerabile Bartolomeo Holzhauser (†1658).

Nel XVII secolo si leva, imperiosa, l’importante figura del VENERABILE BARTOLOMEO HOLZHAUSER, sacerdote tedesco, mistico e fondatore della Congregazione de "I confratelli uniti". È famoso per le sue visioni profetiche, alcune delle quali si sono già realizzate. È noto anche per il suo importante commento all’Apocalisse. In esso si legge, riguardo all’epoca di cui stiamo parlando:

« Prima che cali la tenebrosa notte del regno dell’Anticristo, Dio consolerà ancora una volta la sua Chiesa […]. Nella sesta età della Chiesa, gli eretici verranno vinti e convertiti, la Chiesa gioirà della più grande consolazione, il dominio turco [islamico] verrà profondamente umiliato, la fede cattolica brillerà per terra e per mare, la disciplina ecclesiastica verrà restaurata e perfezionata […]. Subito prima degli ultimi tempi, la Chiesa sarà immensa, essa verrà come ricostruita e riconsacrata al suo Sposo Gesù Cristo […]. Gli uomini vivranno in pace, e questa verrà concessa perché le genti avranno fatto pace con Dio » (4);

« Il sesto periodo inizierà con il potente Monarca e il Pontefice Santo […], durerà fino alla rivelazione dell’Anticristo. In questo periodo, Dio consolerà la sua Santa Chiesa per le afflizioni e le grandi tribolazioni che ha patito durante il quinto periodo. Tutte le nazioni diverranno cattoliche. Le vocazioni saranno abbondanti come non mai, e tutti gli uomini cercheranno solo il Regno di Dio e la sua giustizia. Gli uomini vivranno in pace e questa verrà concessa perché la gente farà pace con Dio […].

Per mano di Dio onnipotente, durante il sesto periodo avverrà un così meraviglioso cambiamento che nessuno può umanamente immaginarlo […]. Dio Onnipotente opererà un meraviglioso cambiamento, qualcosa di apparentemente impossibile, secondo la ragione umana […]. Le persecuzioni cesseranno e la giustizia regnerà […]. Tutte le nazioni verranno ad adorare Dio nella vera fede cattolica e romana. Ci saranno molti santi e dottori [della Chiesa] sulla terra. La pace regnerà su tutta la terra perché Dio legherà Satana per un certo numero di anni prima dei giorni del figlio della perdizione [l’Anticristo].

Nessuno potrà distorcere la Parola di Dio; durante il sesto periodo ci sarà un Concilio ecumenico che sarà il più grande di tutti i concili. Con la grazia di Dio, con la potenza del Grande Monarca, con l’autorità del Santo Pontefice e con l’unione di tutti i principi più devoti, l’ateismo e ogni eresia saranno banditi dalla terra » (1)

Note

1) Venerabile Bartolomeo Holzhauser, Interprétation de l’Apocalypse, Groupe Saint Rémi, Cadillac 2000, vol. 2, pp. 150, 3, 18, 136. Per approfondire le profezie del Venerabile rimando a questa pagina web: biscobreak.altervista.org/…/venerabile-bart…

 



[Modificato da Caterina63 14/10/2017 16:09]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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