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Breve saggio sulla DIVINA VOLONTA' di Luisa Piccarreta mistica terziaria domenicana

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2017 22:15
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05/04/2017 22:11
 
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Gli SCRITTI sulla DIVINA VOLONTA'

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* L' AGIRE di DIO *

Il 19 maggio 1938 (vol. 36) Luisa scrive: "...Pensavo al grande sacrificio di scrivere, alle mie ripugnanze, alle lotte che ho subito per mettere la penna sulla carta, ché solo il pensiero di dispiacere il mio caro Gesù, mi faceva fare il sacrificio di ubbidire a chi mi comandava di farlo. Dicevo tra me: ' Chissà come andrà a finire, in quali mani potranno andare, chissà quanti cavilli, quante opposizioni faranno, quanti dubbi! ' E mi sentivo irrequieta; la mia mente era funestata da tale apprensione che mi sentivo morire... ".

( Ma Gesù la tranquillizza: )

" Figlia mia, non ti turbare! Questi Scritti sono i miei, non tuoi; nelle mani di chi potranno andare nessuno potrà toccarli per sciuparli. Io li saprò custodire e difendere, perché è roba che Mi appartiene e, chiunque li prenderà con buona e retta volontà, troverà una catena di luce e di amore con cui amo le creature. Questi Scritti li posso chiamare lo sfogo del mio amore, follie, deliri, eccessi del mio amore con cui voglio vincere le creature, affinché ritornino nelle mie braccia, per far loro sentire quanto le amo e per far maggiormente loro conoscere quanto le amo. Voglio giungere all'eccesso di dar loro il gran dono della mia Volontà come vita, perché solo con Essa l'uomo potrà mettersi al sicuro e sentire le fiamme del mio amore, le mie ansie di quanto lo amo. Sicché chi leggerà questi scritti con l'intenzione di trovare la Verità, sentirà le mie fiamme e si sentirà trasformato in amore e Mi amerà di più.

Chi poi li leggerà per trovare cavilli e dubbi, la sua intelligenza resterà accecata e confusa dalla mia luce e dal mio amore. Figli miei, il bene che le mie Verità producono, ha due effetti, uno contrario all'altro: ai disposti è luce per formare l'occhio nella loro intelligenza e vita, per dar vita di santità che le mie Verità racchiudono. Gli indisposti invece, li acceca e li priva del bene che le mie Verità racchiudono ".

Poi ha soggiunto: " Figlia mia, fatti coraggio, non volerti turbare. Ciò che ha fatto il tuo Gesù, era necessario al mio amore ed all'importanza di ciò che ti dovevo manifestare sulla mia Divina Volontà. Posso dire che doveva servire alla mia stessa vita, ed a farmi compiere l'opera della Creazione; perciò era necessario che al principio di questo tuo stato, usassi con te tanti stratagemmi d'amore, cercassi tante intimità con te; ha dell'incredibile come Io giunsi a tanto! Ti feci pure tanto soffrire, per vedere se tu ti sottoponevi a tutto, poi ti affogavo con le mie grazie, col mio amore e ti sottoponevo di nuovo alle pene, per essere sicuro che tu non mi avresti negato nulla. E questo, per vincere la tua volontà... Tutto ciò che ho fatto al principio di questo tuo stato era necessario e doveva servire come fondo, come decoro, preparazione, santità e disposizione alla grande Verità che ti dovevo manifestare sulla mia Divina Volontà. Perciò, degli Scritti avrò più interesse Io che tu, perché sono i miei, ed una sola Verità sul mio FIATMi costa tanto che supera il valore di tutta la Creazione e Opera mia. Invece la mia Verità è Vita mia, è Vita che voglio dare alle creature e lo puoi comprendere da ciò che hai sofferto e dalle grazie che ti ho fatto, per giungere a manifestarti le mie Verità sul mio Santo Volere; perciò, quietati ed amiamoci, figlia mia, non spezziamo il nostro amore, perché ci costa assai a tutti e due: tu col tenere la tua vita sacrificata a mia disposizione, ed Io col sacrificarmi per te ".

(Luisa Piccarreta riflettendo tra sé su questi fatti, il 24 gennaio 1921 vol. 12 scrive:) << ... Possibile tutto questo? Ce ne sono tante e se è vero che ha scelto me, mi sembra che sia una delle solite pazzie di Gesù. E poi, che cosa potrei fare e dire dentro di un letto, mezzo storpiata ed inetta qual sono? Potrei io far fronte alla molteplicità ed infinità del Fiat della Creazione e della Redenzione? Essendo il mio Fiat simile agli altri due Fiat, io devo correre insieme con loro, fare il bene che fanno loro, intrecciarmi con loro: ' Gesù, pensa a ciò che fai, io non sono da tanto! ' >>

(E il 24 gennaio 1921 vol. 12) "...Figlia mia, calmati! Io scelgo chi mi piace. Sappi che tutte le mie opere cominciano tra Me ed una sola creatura; poi, esse vengono diffuse. Infatti, chi fu il primo spettatore del Fiat della mia Creazione? Adamo e, poi, Eva. Non fu certamente una moltitudine di gente; dopo anni ed anni, sono stati spettatori, turbe e moltitudini di popoli.

Nel Secondo Fiat fu spettatrice soltanto la mia Mamma; neppure San Giuseppe seppe qualcosa. La mia Mamma si trovava più o meno nelle tue condizioni; era tanta la grandezza della forza creatrice dell'opera mia che sentiva in Sé, che, confusa, non sentiva la forza di farne parola ad alcuno. E se poi San Giuseppe lo seppe, fui Io che glielo manifestai. Onde, nel suo seno verginale come seme germogliò questo Fiat ; si formò la spiga per moltiplicare il seme; poi, la spiga uscì alla luce del giorno. Chi furono gli spettatori? Pochissimi. Nella stanza di Nazareth, i soli spettatori furono la mia cara Mamma e San Giuseppe. Quando la mia Umanità crebbe, uscii e Mi feci conoscere, ma non a tutti; poi il Secondo Fiat si diffuse di più e si diffonderà ancora.

Così sarà per il Terzo Fiat: germoglierà in te e si formerà la spiga. Il sacerdote soltanto ne avrà conoscenza; poi, poche anime; poi, si diffonderà, si diffonderà e farà lo stesso percorso dei Fiat della Creazione e della Redenzione. Quanto più ti senti schiacciata, tanto più cresce in te e si feconda la spiga del Terzo Fiat. Perciò, sii attenta e fedele ".

" ... E' mio solito scegliere le anime più abbiette, inabili e povere per le mie opere più grandi. La mia stessa Mamma nulla aveva di straordinario nella sua vita esteriore; nessun miracolo, nessun segno aveva che la facesse distinguere dalle altre donne. Il suo solo distintivo era la perfetta virtù, cui quasi nessuno faceva attenzione; e se agli altri Santi ho dato il distintivo del miracolo, ed altri li ho fregiati con le mie piaghe, alla mia Mamma nulla, nulla. Eppure era il portento dei portenti, il miracolo dei miracoli, la vera e perfetta Crocifissa, nessun'altra simile a Lei.

Così faccio Io.

Quanto più grande è l'opera che voglio fare, tanto più scelgo anime abbiette, povere, ignoranti, senza nessuna esteriorità: il loro stato abbietto serve come sicura custodia dell'opera mia. I ladri della propria stima e dell'amor proprio
non faranno loro attenzione, conoscendo la loro inabilità; e l'anima umile e tremante disimpegnerà l'ufficio da Me affidato, conoscendo che non essa,
ma Io ho fatto tutto in lei ". (17.1.1921 vol. 12)

Non lasciamo che per altro tempo ancora rimanga senza risposta divina d'amore, questa storia d'amore del nostro Creatore, ma moltiplichiamo subito, per Lui, all'infinito, nella sua Volontà Divina, il nostro Ti amo nel suo ti amo(4.2.1922 vol. 14)

" Figlia mia, voglio refrigerio alle mie fiamme, voglio sfogare il mio Amore, ma il mio Amore è respinto dalle creature. Tu devi sapere che Io nel creare l'uomo misi fuori, da dentro la mia Divinità, una quantità d'amore che doveva servire come vita primaria delle creature, per arricchirle, per sostenerle, per fortificarle, e per aiuto in tutti i loro bisogni. Ma l'uomo respinge questo amore, e il mio Amore va ramingo dacché fu creato l'uomo e gira sempre senza mai fermarsi; e respinto da uno corre ad un altro per darsi, e come respinto dà in singhiozzo di pianto. Sicché l'incorrispondenza fa il singhiozzo di pianto dell'Amore.

Onde mentre il mio Amore va ramingo e corre per darsi, se vede uno debole e povero, debole nella vita dell'anima, povero della mia Grazia, dà in singhiozzo di pianto e gli dice: ' Ahi, se non Mi facessi andare ramingo e Mi avessi dato alloggio nel tuo cuore, saresti stato forte e nulla ti mancherebbe! ' Se vede un altro caduto nella colpa, dà in singhiozzo: ' Ah, se Mi avessi dato entrata nel tuo cuore, non saresti caduto! ' Per quell'altro che vede trascinato dalle passioni, infangato di terra, l'Amore piange, e singhiozzando gli ripete: ' Ahi, se avessi preso il mio amore, le passioni non avrebbero vita in te, la terra non ti toccherebbe, il mio Amore ti basterebbe per tutto ' ... Sicché in ogni male dell'uomo, piccolo oppure grande, Lui ha un singhiozzo di pianto, e continua ad andar ramingo per darsi all'uomo.

E quando nell'orto del Getsemani si presentarono tutti i peccati innanzi alla mia Umanità, ogni colpa aveva il singhiozzo del mio Amore; e tutte le pene della mia Passione, ogni colpa di flagello, ogni spina, ogni piaga, era accompagnata dal singhiozzo del mio Amore. Perché se l'uomo avesse amato, nessun male poteva venire; la mancanza d'amore ha germogliato tutti i mali ed anche le mie stesse pene.

Io, nel creare l'uomo, feci come un Re che, volendo rendere felice il suo Regno, prende un tesoro di milioni e lo mette in giro, affinché chi ne vuole ne prenda; ma per quanto gira, appena qualcuno prende qualche centesimo. Ora, il Re è ansioso di sapere se i popoli prendono il bene che loro vuole fare, e domanda se il suo tesoro è finito, per mettere fuori altri milioni, e gli viene risposto: ' Maestà, appena qualche centesimo hanno preso '. Il Re sente il dolore nel sentire che il suo popolo non riceve i suoi doni né li apprezza. Onde, uscendo in mezzo ai suoi sudditi, incomincia a vedere, chi coperto di stracci, chi infermo, chi digiuno, chi tremante di freddo, chi senza tetto, ed il Re nel suo dolore dà in singhiozzo di pianto e dice: ' Ah, se avessero preso i miei soldi, non vedrei nessuno coperti di stracci, che mi fanno disonore, ma ben vestiti, né infermi, ma sani; non vedrei nessuno digiuno e quasi morto per la fame, ma sazi; se avessero preso i miei soldi, nessuno sarebbe senza tetto; avrebbero potuto benissimo fabbricarsi una stanza per ricoverarsi ... ' Insomma, in ogni sventura che vede nel suo regno, lui ha un dolore, una lacrima, e rimpiange i suoi milioni che l'ingratitudine del popolo respinge. Ma è tanta la bontà di questo re, che ad onta di tanta ingratitudine non ritira questi milioni, li fa continuare a girare, sperando che altre generazioni possano prendere il bene che gli altri hanno respinto, e così ricevere la gloria del bene che ha fatto al suo regno.

Così faccio Io.

Il mio Amore uscito non lo ritirerò; continuerà ad andare ramingo; il suo singhiozzo durerà ancora, fino a tanto che trovi anime che prendano questo mio Amore fino all'ultimo centesimo, affinché cessi il mio pianto e possa ricevere la gloria della dote dell'amore che ho messo fuori a bene delle creature.

Ma sai tu chiede Gesù a Luisa chi saranno le fortunate che faranno cessare all'Amore il singhiozzo del pianto? Sono le anime che vivranno nel mio Volere.

Loro prenderanno tutto l'amore respinto dalle altre generazioni, con la potenza della mia Volontà Creatrice lo moltiplicheranno quanto vogliono
per quante creature Me lo hanno respinto, ed allora cesserà il mio inghiozzo,
ed in ricambio sottentrerà il singulto della gioia, e l'Amore appagato darà alle fortunate tutti i beni e la felicità che gli altri non hanno voluto ".



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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