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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Cari Vescovi, vi supplichiamo, non tacete più, gridate dai tetti la Verità (6)

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2017 09:55
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24/09/2017 12:47
 
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ATTENZIONE – IL SITO COOPERATORE-VERITATIS ADERISCE ALLA DOLOROSA INIZIATIVA DELLA “CORREZIONE FILIALE”

Una lettera di 25 pagine firmata da 40 sacerdoti e studiosi laici cattolici è stata spedita a Papa Francesco l’11 agosto. Per il fatto che non è stata ricevuta nessuna risposta dal S. Padre, la si rende pubblica quest’oggi, 24 settembre, Festa della Madonna della Mercede e di Nostra Signora di Walsingham. La lettera, che è aperta a nuovi firmatari, ora porta i nomi di 62 sacerdoti e studiosi cattolici provenienti da 20 nazioni, i quali rappresentano anche altri che però non hanno la necessaria libertà di parlare. La lettera ha un titolo latino: Correctio filialis de haeresibus propagatis (letteralmente, Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie). In essa si dichiara che il papa, mediante la sua Esortazione Apostolica Amoris laetitia e mediante altri parole, atti e omissioni ad essa collegate, ha sostenuto 7 posizioni eretiche, riguardanti il matrimonio, la vita morale e la recezione dei sacramenti, e ha causato la diffusione di queste opinioni eretiche nella Chiesa Cattolica. Queste 7 eresie sono formulate dai firmatari in latino, lingua officiale della Chiesa.

Questa lettera di correzione ha 3 parti principali. Nella prima parte, i firmatari, in qualità di cattolici credenti e praticanti, spiegano perché hanno il diritto e il dovere di rivolgere una tale correzione al supremo pontefice. La legge stessa della Chiesa richiede che persone competenti non rimangano silenti quando i pastori della Chiesa disorientano il gregge. Ciò non comporta nessun conflitto con il dogma cattolico dell’infallibilità papale, dal momento che la Chiesa insegna che il papa deve attenersi a dei criteri ben precisi prima che le sue affermazioni siano considerate infallibili. Papa Francesco non si è attenuto a questi criteri. Egli non ha dichiarato che queste posizioni eretiche siano da essere considerate insegnamento definitivo della Chiesa o che i cattolici debbano crederle con un assenso di fede.  La Chiesa insegna che nessun papa può asserire che Dio gli abbia rivelato qualche nuova verità che sarebbe obbligatoria da credere per i cattolici.

La seconda parte della lettera è quella essenziale in quanto contiene la “Correzione” propriamente detta. In essa si redige una lista di passaggi di Amoris laetitia in cui si insinuano o si incoraggiano posizioni eretiche; quindi si fa una lista di parole, atti e omissioni di Papa Francesco i quali rendono chiaro, oltre ogni ragionevole dubbio, che questi desidera un’interpretazione dei suddetti passaggi da parte dei cattolici in un modo che, di fatti, è eretico. In particolare, direttamente o indirettamente, il papa ha permesso che si credesse che l’obbedienza alla Legge di Dio possa essere impossibile o indesiderabile e che la Chiesa talvolta dovrebbe accettare l’adulterio in quanto compatibile con l’essere cattolici praticanti.

La parte finale, con il titolo “Delucidazione”, espone due cause di questa crisi singolare. Una causa è il “Modernismo”. Teologicamente parlando, il Modernismo sostiene che Dio non ha consegnato verità definite alla Chiesa che essa deve continuare ad insegnare esattamente nello stesso senso fino alla fine del tempo. I modernisti ritengono che Dio comunichi al genere umano solo esperienze, sulle quali gli essere umani possono riflettere e così dichiarare cose varie circa Dio, la vita e la religione, ma tali dichiarazioni sono solo provvisorie, mai dogmi fissi. Il Modernismo fu condannato dal Papa S. Pio X all’inizio del XX secolo, ma riemerse durante la metà di questo secolo. La grande e continua confusione causata dal Modernismo nella Chiesa Cattolica obbliga i firmatari a descrivere il vero significato di “fede”, “eresia”, “rivelazione” e “magistero”.

La seconda causa della crisi è l’apparente influenza delle idee di Martin Lutero su Papa Francesco. La lettera mostra come Lutero, il fondatore del Protestantesimo, abbia idee su matrimonio, divorzio, perdono e legge divina che corrispondono a quelle che il papa ha promosso mediante parole, atti e omissioni. Si mette in evidenza anche la lode esplicita e senza precedenti attribuita da Papa Francesco all’eresiarca tedesco.

I firmatari non si azzardano a giudicare il grado di consapevolezza con il quale Papa Francesco ha propagato le 7 eresie elencate. Ma rispettosamente insistono che egli condanni queste eresie, da lui sostenute direttamente o indirettamente.

I firmatari professano la loro lealtà alla Santa Chiesa Romana, assicurano al Papa loro preghiera e chiedono la sua benedizione apostolica.

VISUALIZZA QUI IL DOCUMENTO

Non più 4 ma ben 62 firme per 7 Dubia al Santo Padre Francesco.

 

“Beatissimo Padre,

con profondo dolore, ma mossi dalla fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, dall’amore alla Chiesa e al papato, e dalla devozione filiale verso di Lei, siamo costretti a rivolgerLe una correzione a causa della propagazione di alcune eresie sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica Amoris laetitia e mediante altre parole, atti e omissioni di Vostra Santità. Ci è consentito fare questa correzione in virtù della legge naturale, della legge di Cristo e della legge della Chiesa, tre cose che Vostra Santità è chiamato dalla divina Provvidenza a proteggere…”

Con queste parole inizia una dolorosa lettera, firmata da ben 62 Cattolici di cui 40 sono sacerdoti, clicca qui per il testo integrale,  indirizzata a Papa Francesco per tornare a chiedere chiarimenti sulla posizione dottrinale di un grave documento papale, che non ha precedenti nella storia della Santa Chiesa.

Tutti noi sappiamo, o dovremo sapere, che di fatto non è il Pontefice che si scrive da solo encicliche o esortazioni, questi Documenti vengono redatti da più mani poi il Pontefice decide per l’approvazione apportando la sua firma e ordinando la pubblicazione. Un lavoro di squadra apprezzabilissimo perché prevede così anche un lavoro collegiale, il Papa ascolta anche gli altri, invoca esperti del settore, ma la decisione finale è tutta sua.

Nel caso di Amoris Laetitia apparve subito che qualcosa non andava. I due precedenti Sinodi sulla Famiglia avevano già messo in guardia i veri “Custodi della Fede” per una gestione più equa e dottrinale del documento papale con la famosa Lettera  sui Dubia, ma sappiamo come è andata a finire, per ora, il Papa ha snobbato i 4 cardinali firmatari dei quali due sono deceduti recentemente. Per tutta risposta Papa Francesco ha firmato il Motu Proprio, clicca qui, che di fatto distrugge l’Istituto per la Famiglia, fondato da Giovanni Paolo II per difendere la Famiglia proprio da quelle eresie che il testo papale Amoris Laetita, invece, propaga in tutta superbia e attraverso l’imposizione della prassi ossia: non si vuole toccare la dottrina – si dice – ma di fatto la si cambia nella pastorale integrando in essa l’eresia.

Non sappiamo, e non possiamo prevedere, come reagirà Papa Francesco su questa ulteriore e accorata iniziativa, ma sappiamo come reagiranno i soliti bergogliosi, la squadra modernista sulla quale Bergoglio ha voluto fondare la redazione dei suoi testi, nomi noti all’interno della Chiesa a causa delle loro più disperate affermazioni eretiche. Persone queste che, protette dallo stesso Bergoglio, si accaniranno contro i firmatari accusandoli di scisma e di anti-papismo.

Sappiamo di non contare nulla nella Chiesa, sappiamo di essere nulla, sappiamo di non essere indispensabili e che la Santa Chiesa è ben protetta dallo Sposo e dal Cuore Immacolato di Maria, da San Michele Arcangelo, tuttavia sappiamo bene che nostro dovere è difendere la vera Fede anche a costo della propria vita, e di metterla in pratica nella nostra quotidianità. Per questo noi ci aggreghiamo ai cardinali firmatari dei Dubia, ci uniamo filialmente ai nuovi 62 firmatari, ci uniamo pregando per il Papa e soffrendo per la Chiesa assediata da questi parassiti dell’eresia Modernista denunciata per tempo da San Pio X ed oggi assoldati nella squadra bergogliosa attraverso Motu Propri e documenti papali atti a distruggere e a devastare la sana dottrina della Chiesa.

Nel nostro piccolo chiediamo a tutto il Clero, ma anche ai laici, di leggere con attenzione il n. 1650 del Catechismo della Chiesa Cattolica per comprendere la gravità delle scelte fatte da Bergoglio e che vanno nella direzione opposta:

1650 “Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (« Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio »: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.”

La motivazione è palese, non è un Papa che ha deciso questo, ma la Legge divina, la fedeltà alla Parola di Gesù Cristo, mentre un papa oggi, Papa Francesco, sta imponendo a tutta la Chiesa la via opposta alla parola di Dio. Non è un caso se questo articolo del Catechismo è completamente assente in Amoris Laetitia. Fino al 2013 la Chiesa si esprimeva a seconda della parola di Gesù Cristo e per fedeltà a questa parola, da allora assistiamo ad un capovolgimento dell’interpretazione magisteriale su questa parola, assistiamo ad un pontificato che ha deciso di avanzare con nuove dottrine contro la Legge divina.

Con questo non ci si accusi di anti-papismo, la provocazione non regge ed è ridicola! Proprio perché amiamo il Papa (in quanto Vicario di Cristo e associato al ruolo petrino, e non certo riguardo alla figura personale di Bergoglio) chiediamo di applicare il n. 1650 del Catechismo della Chiesa Cattolica – senza se e senza ma –  al quale anche un Pontefice deve obbedire. Papa Francesco in una solita intervista del 25 novembre 2016 aveva affermato: «È bene essere criticato, a me piace questo, sempre. La vita è fatta anche di incomprensioni e di tensioni. E quando sono critiche che fanno crescere, le accetto, rispondo….», ebbene, auspichiamo di cuore che il Papa stesso accetti e risponda. Purtroppo tra il dire e il fare c’è di mezzo un abisso, e Papa Francesco non solo non risponde e non accetta la critica onesta e costruttiva, ma sta remando contro la Parola di Dio in materia dottrinale.

Ricordiamo che la dottrina non è stata inventata da un Pontefice del passato o dai capricci di qualcuno, ma dalla Parola di Dio che la Chiesa ha fissato attraverso Norme e dottrine che non possono essere modificate da nessuno, neppure da un Papa, anzi, il Papa deve essere il primo ad obbedire, un Papa può confermare gli altri nella Fede quando lui stesso si è convertito alla Parola di Dio magistralmente indottrinata dalla Chiesa.

Concludiamo con le parole profetiche di San Pio X che descrivono bene la situazione e ci confermano nella Veritas, parole oscurate dal sito Vaticano, che non troverete lì dentro«…che cos’è diventato il cattolicesimo… un tale fiume limpido e impetuoso è stato captato, nel suo corso, dai moderni nemici della Chiesa e d’ora innanzi forma solo un misero affluente del grande movimento di apostasia , organizzato, in tutti i paesi, per l’instaurazione di una Chiesa universale, che non avrà né dogmi, né regole per lo spirito, né freno per le passioni, e che, con il pretesto della libertà e della dignità umana, ristabilirebbe nel mondo, qualora potesse trionfare, il regno legale dell’astuzia e della forza… Abbiamo la convinzione che la questione sociale e la scienza sociale non sono nate ieri; che in ogni tempo la Chiesa e lo Stato, felicemente concertati, hanno suscitato a questo scopo organizzazioni feconde; che la Chiesa, che non ha mai tradito la felicità del popolo con alleanze compromissorie, non deve distaccarsi dal passato (..) infatti i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti…» (San Pio X – Lettera Notre charge apostolique – 25 agosto 1910).

Testo dalla Correctio Filialis in pdf (cliccare qui).



BXVI: possibile e necessaria la critica a pronunciamenti papali senza copertura nella Scrittura e nel Credo

BXVI: POSSIBILE E NECESSARIA LA CRITICA A PRONUNCIAMENTI PAPALI SENZA COPERTURA NELLA SCRITTURA E NEL CREDO
di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI
 
da Fede, ragione, verità e amore (Lindau 2009, p. 400)
 
«Si dovrebbe evitare soprattutto l’impressione che il papa (o l’ufficio in genere) possa solo raccogliere ed esprimere di volta in volta la media statistica della fede viva, per cui non sia possibile una decisione contraria a questi valori statistici medi (i quali sono poi anche problematici nella loro constatabilità).
 
La fede si norma sui dati oggettivi della Scrittura e del dogma, che in tempi oscuri possono anche spaventosamente scomparire dalla coscienza della (statisticamente) maggior parte della cristianità, senza perdere peraltro in nulla il loro carattere impegnante e vincolante.
 
In questo caso la parola del papa può e deve senz’altro porsi contro la statistica e contro la potenza di un’opinione, che pretende fortemente di essere la sola valida; e ciò dovrà avvenire con tanta più decisione quanto più chiara sarà (come nel caso ipotizzato) la testimonianza della tradizione.
 
Al contrario, sarà possibile e necessaria una critica a pronunciamenti papali, nella misura in cui manca a essi la copertura nella Scrittura e nel Credo, nella fede della Chiesa universale.
 
Dove non esiste né l'unanimità della Chiesa universale né una chiara testimonianza delle fonti, là non è possibile una decisione impegnante e vincolante; se essa avvenisse formalmente, le mancherebbero le condizioni indispensabili e si dovrebbe perciò sollevare il problema circa la sua legittimità».

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Il cardinal Burke a tutto campo su Papa, Dubia, Müller, santi e “media peccatori”

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Sua Eminenza il cardinale Raymond Leo Burke ha rilasciato al giornalista Jordan Grantham di Catholic Outlook, un giornale australiano, una lunga intervista (VEDI QUI) affrontando vari argomenti. Di seguito un florilegio delle sue risposte.

Quello che i media sbagliano circa il Santo Padre è il considerarlo «l’agente di una qualche rivoluzione nella Chiesa», mentre è «il successore di San Pietro e non ha niente a che fare con le rivoluzioni. Infatti, ha a che fare con il mantenere la Chiesa in unione con la sua lunga e costante tradizione».

Alcuni media «vedono anche Papa Francesco come in qualche modo completamente distinto dalla tradizione secolare della Chiesa e dal suo insegnamento e dalla sua pratica», ma «questo non è possibile, perché il Romano Pontefice è questo principio di unità, unità che non è solo presente, ma unità con coloro che sono passati nei secoli. Infatti, i due sono uno. Quando siamo uniti con i santi e soprattutto con i grandi maestri della fede nei secoli, allora troviamo anche l’unità l’un con l’altro».

In merito a presunti conflitti tra il cardinale americano e il Papa, Burke risponde: «è tutta una montatura. Essi descrivono Papa Francesco come una persona meravigliosa e aperta e non c’è niente di sbagliato, ma mi rappresentano come il contrario. In realtà il Papa non è favorevole al loro ordine del giorno. Usano questa tecnica per far apparire come loro il Papa ma questo è fondamentalmente disonesto. Stanno facendo una caricatura di qualcuno che chiede chiarezza su determinate questioni, dicono “beh, è ​​il nemico del Papa” e stanno cercando di costruire opposizione al Papa, cosa che naturalmente non è così».

Alcuni, dice Burke, dicono che «io non sia pastorale, che sia solo interessato alla dottrina e alla legge. Credo che chiunque abbia avuto esperienza con me come prete o vescovo direbbe che sono molto pastorale e in effetti non vedo nessuna contraddizione tra l’essere pastorale e l’essere fedele nell’annunciare l’insegnamento della Chiesa e seguirne la sua legge».

Mi accusano «in qualche modo di essere una persona che non è in contatto con i tempi e che vive nel Medioevo e così via. Sono molto consapevole della cultura quotidiana in cui viviamo e cerco di affrontarla, ma in un modo pieno di compassione nel senso di che l’insegnamento della Chiesa va calato nella situazione culturale per cercare di condurre la cultura a una vera trasformazione, che è certamente necessaria, ad esempio in termini di rispetto della vita umana e rispetto dell’integrità della famiglia e rispetto della libertà religiosa. Questi sono solo tre esempi molto importanti di aspetti fondamentali della cultura contemporanea su cui la Chiesa offre la sua direzione».

«Ho sempre cercato di dare speranza e di condurre i fedeli a riflettere sulla verità e dire che Nostro Signore rimane sempre con noi nella Chiesa. È il nostro capo, sacerdote e guida, e quindi dobbiamo avere fiducia e condurre una vita cristiana. Se facciamo la volontà del Signore troveremo ciò che è realmente la nostra felicità e così faremo anche ciò che è meglio per il prossimo e per il nostro mondo. Questo è il tipo di messaggio che ho cercato di trasmettere».

«La mia speranza per la Chiesa e per il mondo è che ognuno conosca Gesù Cristo, lo ami e lo serva perché questo è il bene più grande del nostro mondo e di noi come individui».

«Non importa quale confusione o addirittura quali divisioni ci siano nella Chiesa, non dovremmo mai rinunciare alla speranza. Dobbiamo aggrapparci ancor più fedelmente a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato. E in questo modo veramente salveremo le nostre anime, con l’aiuto della grazia di Dio. Se noi cattolici viviamo la nostra fede, il nostro rapporto con Nostro Signore Gesù Cristo con fedeltà, con chiarezza e con coraggio, saremo un lievito in tutto il mondo per la trasformazione della nostra cultura».

Nella Congregazione per i Santi studiamo «intensivamente le vite degli uomini e delle donne, laici fedeli, sacerdoti, vescovi, persone consacrate, che sono vissute nel corso dei secoli, soprattutto quelli di epoca più recente. Attraverso questo studio, vedo come il rapporto personale con Nostro Signore, attraverso i sacramenti, l’insegnamento della fede e la disciplina della vita, ha portato le persone a diventare eroi della fede e anche dell’umanità».

Mi ha colpito molto «il miracolo attribuito al Venerabile Fulton J. Sheen per la sua beatificazione. Il miracolo coinvolse un bambino che alla nascita era stato strangolato dal cordone ombelicale e non respirò per 61 minuti. Poi, attraverso l’intercessione del Ven. Fulton J. Sheen, il bambino, all’improvviso, cominciò a respirare e, miracolo nel miracolo, non c’era alcun danno al cervello, anche se il bambino non aveva respiro per circa 60 minuti. Attraverso l’invocazione dell’intercessione dei santi, Dio ha concesso grandi favori spirituali. Non molto tempo fa ho studiato la causa della canonizzazione di San José Sánchez del Río, giovane adolescente, che durante la guerra dei Cristeros in Messico, quando la Chiesa era stata così crudelmente perseguitata all’inizio del XX secolo, si rifiutò di negare la sua fede cattolica. Morì dicendo “Viva Cristo Rey!, Viva la Vergine di Guadalupe!”. Questa è una storia edificante anche per il nostro tempo».

Il cardinale Burke sente che «c’è molta confusione, a volte la gente non la trova la Chiesa come punto di riferimento sicuro. Alcuni sentono anche un certo sconvolgimento e cercano una presentazione molto più forte della dottrina della Chiesa. Certamente, come buoni cattolici amano il Papa, con completa obbedienza all’ufficio di Pietro. Al tempo stesso non accettano interpretazioni discutibili di  Amoris Laetitia, interpretazioni che in realtà contraddicono ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato. Non c’è chiarezza su queste questioni. Queste persone sono in uno stato molto difficile. È dimostrabile, è un dato di fatto che abbiamo conferenze di Vescovi che contraddicono l’un l’altro Amoris Laetitia, Vescovi che si contraddicono l’uno con l’altro; abbiamo fedeli che si contendono su questo o quell’altro aspetto; tanti sacerdoti soffrono in particolare perché i fedeli si rivolgono a loro aspettandosi alcune cose che ritengono adesso possibili, perché hanno ricevuto erronee interpretazioni di  Amoris Laetitia.  Di conseguenza, non comprendono più l’insegnamento della Chiesa. Nella Chiesa abbiamo solo una guida, il Magistero, l’insegnamento della Chiesa, ma ora sembriamo divisi in “campi politici”».

«I cosiddetti popoli liberali, che invocano la rivoluzione nella Chiesa, vogliono il dialogo finché tu concordi con loro. Nel momento in cui sollevi una domanda, diventano molto licenziosi, fanno attacchi personali, ciò che chiamiamo argomenti ad hominem, e così via. Questo non è veramente utile. Stiamo parlando di verità, stiamo parlando di fatti e non c’è posto per questi tipi di attacchi. È un modo molto mondano di avvicinarsi alle cose, non ha posto nella Chiesa. Anche la gente fa commenti disperati su altre persone, quando non sono d’accordo con loro. Io chiedo ‘Che cosa ho detto che non è vero?’. Penso che ci sia un solo modo per svolgere una conversazione su queste questioni e cioè offrire la dottrina della Chiesa. Questo è ciò che ci unifica».

«Io prego per i Cardinali o per le figure che mi attaccano».

«Celebro entrambe le forme della Messa e spesso in privato celebro la Forma Straordinaria».

«Sono rimasto completamente sconvolto dalla situazione dell’Ordine di Malta e rimango preoccupato di una vera riforma dell’Ordine, una riforma che rispetta la sua storia secolare e rispetta l’ispirazione che lo Spirito Santo ha dato al Beato Gerardo quando ha fondato l’Ordine per la Difesa della Fede e per la cura dei poveri. Questo scandalo che implica la distribuzione dei contraccettivi deve essere affrontato in modo efficace affinché l’Ordine non diventi semplicemente un’agenzia governativa ma rimanga un’agenzia di Cristo stesso. Quando le persone ricevono la carità dall’Ordine riconoscono innanzitutto che questo è proveniente da Nostro Signore stesso».

«Non ho nessuna informazione riguardante la decisione del Santo Padre di non rinnovare il cardinale Gerhard Ludwig Müller a prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Certamente, il cardinale Müller è un professore di teologia rispettato, che ha pubblicato molti libri e articoli in varie lingue. A causa della sua eccezionale preparazione e della lunga esperienza di professore di teologia, era particolarmente adatto a dirigere la Congregazione».

La morte del Cardinale Joachim Meisner il 5 luglio e la morte del cardinale Carlo Caffarra («Amava Cristo e il suo corpo mistico, la Chiesa, con tutto il suo cuore. Per questo motivo ha sofferto profondamente dal fatto che la situazione attuale di confusione e di errore nella Chiesa ha portato al grave danno delle anime») il 6 settembre di quest’anno «significa che io e il cardinale Walter Brandmüller faremo il possibile per arrivare alla risoluzione dei dubia. Mentre siamo tristi di aver perso la collaborazione terrena di questi due grandi pastori e prelati, siamo certi che continueranno ad assisterci con le loro preghiere ispirate alla loro carità pastorale duratura. L’urgenza di una risposta ai dubia deriva dal danno fatto agli animi dalla confusione e dall’errore finché le questioni fondamentali sollevate non vengono risolte in accordo con l’insegnamento e la pratica costante della Chiesa. L’urgenza pesa molto sul mio cuore».



[Modificato da Caterina63 26/09/2017 22:03]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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