A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Cari Vescovi, vi supplichiamo, non tacete più, gridate dai tetti la Verità (6)

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2017 09:55
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.987
Sesso: Femminile
04/10/2017 22:20
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


Correctio filialis un primo bilancio

(di Roberto de Mattei) Il 25 settembre, all’indomani della pubblicazione della Correctio filialis a papa Francesco, il portavoce della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, ha smentito con ironica sufficienza la notizia diffusa dall’Ansa, secondo la quale l’accesso al sito della Correctio sarebbe stato bloccato dalla Santa Sede: «Figurarsi se facciamo questo per una lettera con 60 nomi». Il direttore della Sala Stampa, che giudica le iniziative in base al numero dei “followers”, può essere interessato a sapere che www.correctiofilialis.org, a otto giorni dalla sua messa on-line, ha avuto oltre 180mila singoli visitatori e 330 mila pagine visitate. Le visite vengono da 200 diversi paesi dei cinque continenti. L’Italia e gli Stati Uniti guidano il numero degli accessi.

Inoltre, la lettera di correzione indirizzata a papa Francesco da 62 studiosi, è stata condivisa, al 3 ottobre, da 216 teologi, pastori, professori, studiosi di tutte le nazionalità, le cui firme sono visibili sul sito. Ad essi vanno aggiunti decine di migliaia di aderenti,che hanno apposto le loro firme sul sito ufficiale o su altri siti cattolici, che sostengono attivamente l’iniziativa quali onepeterfive.com, lifesitenews.com, katholisches.Info.

Guido Mocellin, su Avvenire del 27 settembre, ha dovuto ammettere che, nella «blogosfera ecclesiale», grazie a un «moderno sito web in sei lingue», «i post sulla «correzione filiale» rivolta a Papa Francesco «in ragione della propagazione di eresie» sono stati i più presenti negli scorsi giorni: hanno costituito il 30% di tutti quelli che ho potuto consultare tra sabato 24 e lunedì 26 settembre». Se si vuole rimanere sul piano delle cifre, il numero dei cardinali, vescovi e teologi che si sono levati contro la Correctio, in difesa della Amoris laetitia, è irrilevante. Perfino il cardinale più vicino a papa Francesco, il segretario di Stato Pietro Parolin, ha assunto un atteggiamento di quasi equidistanza, dichiarando che «le persone che non sono d’accordo esprimono il loro dissenso ma su queste cose si deve ragionare, cercare di capirsi».

Ciò che manca di peso, al di là del numero, è la sostanza delle argomentazioni con cui si è tentato di replicare alla Correctio. Lo sforzo maggiore, fino a raggiungere le acrobazie dei sofisti, lo si deve al deputato-filosofo Rocco Buttiglione su Vaticaninsider del 3 ottobre. Il passaggio centrale della Amoris laetitia cricato dai firmatari della Correctio, secondo Buttiglione, è «una cosa assolutamente tradizionale, che abbiamo studiato tutti da bambini nel catechismo della Chiesa cattolica, non solo in quello nuovo di san Giovanni Paolo II ma anche in quello vecchio di san Pio X».

È vero – ammette Buttiglione che esiste «una impossibilità assoluta di dare la comunione a chi sia in peccato mortale (e questa regola è di diritto Divino e quindi inderogabile) ma se, a causa della mancanza di piena avvertenza e deliberato consenso, non vi sia peccato mortale, la comunione si può dare, dal punto di vista della teologia morale, anche ad un divorziato risposato». Per Buttiglione, come per il teologo di fiducia di papa Bergoglio, mons. Victor Manuel Fernández, il problema di fondo sarebbe quello della “imputabilità” degli atti.

Una imputabilità che difetterebbe alla larga maggioranza dei conviventi more uxorio, perché le concrete situazioni in cui essi vivono attenuano la loro consapevolezza e, soprattutto, rendono loro praticamente impossibile osservare la legge del Signore. Con il che si contraddice tranquillamente il Concilio di Trento, che colpisce di anatema chi dice che «per l’uomo giustificato e costituito in grazia, i comandamenti di Dio sono impossibili da osservare» (Denz-H, n. 1568). «Dio infatti non comanda l’impossibile; ma quando comanda ci ammonisce di fare quello che puoi, di chiedere quello che non puoi, e ti aiuta perché Tu possa» (Denz-H, n. 1356).       

D’altronde, i vescovi che applicano l’insegnamento di papa Francesco, non si ispirano né al catechismo di Pio X, né a quello nuovo di Giovanni Paolo II. Nelle loro diocesi, i divorziati risposati, perfettamente consapevoli della loro situazione, esigono la comunione e ad essi, secondo l’Amoris laetitia, la comunione viene concessa come un legittimo diritto. Per giustificare questa pratica immorale, si arriva a falsificare il pensiero di san Tommaso d’Aquino. Ma un valente moralista italiano che ha sottoscritto la Correctio, don Alfredo Morselli, ha mostrato, su Messainlatinodel 3 ottobre, l’impossibilità di armonizzare l’Esortazione di papa Francesco con la dottrina di san Tommaso.

Don Morselli ricorda alcuni passi inequivoci del Dottore Angelico che affermano il contrario del § 301 della Amoris laetitia: «La buona intenzione non è sufficiente a determinare la bontà di un atto: poiché un atto può essere in sé cattivo, e in nessun modo può diventare buono» (Super Sent., lib. 2 d. 40 q. 1 a. 2 co.). «Vi sono alcune [azioni umane] che hanno una deformità annessa inseparabilmente, come la fornicazione, l’adulterio, e altre cose di questo genere, che non possono essere compiute moralmente bene in alcun modo» (Quodlibet IX, q. 7 a. 2 co.).

In coerenza con l’autentico tomismo, mons. Fernando Ocáriz oggi Prelato dell’Opus Dei, in occasione di un convegno promosso per celebrare i 20 anni dell’Humanae Vitae, ricordava che «l’esistenza di norme particolari di morale naturale, aventi un valore universale ed incondizionato appartiene alla dottrina cattolica, ed anzi è una verità di fede» (Humanae Vitae 20 anni dopo, Edizioni Ares, Milano 1989, p. 129).

Tra queste il divieto della contraccezione e la proibizione dell’adulterio. È cambiato o cambierà l’insegnamento delle Università di Santa Croce e di Navarra, promotrici di quel convegno, assieme all’Istituto Giovanni Paolo II? C’è da chiederselo, dopo l’intervista del 30 settembre a Infovaticana.com, in cui l’attuale vicario dell’Opus Dei Mariano Fazio, censura altri membri della prelatura che hanno firmato la Correctio, accusandoli di «scandalizzare tutta la Chiesa». L’intervista è curiosa: né i vescovi argentini né quelli maltesi, che autorizzano l’adulterio nelle loro diocesi sono colpevoli di scandalizzare la Chiesa, ma lo è chi protesta contro questi scandali.

Il Papa, secondo Fazio, si può criticare, ma in circoli privati, mai pubblicamente. Nella valanga di commenti contrari, che ha sommerso il blog di Infovaticana, ce n’è uno lapidario: «E san Paolo?» Non fu proprio san Paolo a correggere pubblicamente san Pietro (Gal. 2, 7-14)? La franchezza apostolica di san Paolo e l’umiltà del principe degli apostoli Pietro sono rimasti da allora come il modello della giusta relazione tra chi esercita l’autorità e chi ad essa filialmente, ma non acriticamente, obbedisce. La fede non può mai contraddire la ragione. Ma rifiutare di pensare fa comodo, soprattutto quando l’esercizio della ragione costringe ad assumersi responsabilità sgradite.

Non rifiuta di pensare uno dei più autorevoli firmatari della Correctio, il teologo e filosofo della scienza don Alberto Strumia, che in un’intervista del 30 settembre al quotidiano Il Giornale, ha spiegato:

«La “dottrina della Chiesa” non è inventata dai teologi e neppure dai Papi, ma è fondata sulla Scrittura e radicata nella tradizione della Chiesa. Il Papa è al servizio, come custode e garante di questa continuità e non può spezzarla neppure velatamente, lasciando intendere, con formulazioni ambigue, che oggi si possa credere e fare il contrario di ciò che è stato insegnato finora, dal Magistero, su questioni essenziali come la dottrina dei sacramenti o la morale familiare, con la motivazione che i tempi sono cambiati e il mondo esige un adeguamento. Per questo è un dovere di carità, che ha come scopo la “salvezza delle anime”, come si diceva un tempo, e la difesa della stessa dignità del soglio di Pietro e di colui che lo occupa, mettere con il massimo rispetto in risalto queste ambiguità». (…) «Osare di indirizzare una correzione dottrinale al Papa lo si può e lo si deve fare solo quando è in pericolo la verità della fede e quindi la salvezza degli appartenenti al popolo di Dio».

In un’epoca di ottenebramento delle coscienze, la Correctio filialis esprime il sensus fidei di decine di migliaia di cattolici che ricordano filialmente al loro Supremo Pastore che la salvezza delle anime è il loro massimo bene e che per nessuna ragione al mondo si può commettere il male o transigere con esso.

(Roberto de Mattei)




UN LETTORE CI CHIEDE AIUTO: «LA MIA RAGAZZA NON RIESCE AD APRIRSI ALLE NOVITÀ DI QUESTO SINODO»

Un lettore ci chiede aiuto: «La mia ragazza non riesce ad aprirsi alle novità di questo Sinodo»

Cari amici del Timone, 

se capisco bene, secondo quanto emerso dalla prima parte di questo Sinodo una “situazione irregolare” (come può essere quella di due conviventi o di una coppia gay) deve essere considerata a partire dal bene che c’è in essa e non liquidata a partire dalla violazione della legge divina o morale che essa comporta.

Va inoltre applicato il principio della gradualità: per far sì che tale situazione irregolare evolva verso il bene pieno, bisogna farla avvicinare un passo alla volta a tale bene, valorizzando sempre il positivo compiuto o contenuto in essa, non mettendola di fronte a una scelta del tipo “o tutto o niente”.

La Chiesa, insomma, mi sembra che voglia dire questo alla “situazione irregolare” e ai suoi protagonisti: “Coraggio, Dio è misericordia. Dio non vi condanna ma vi ama come siete. E vi aspetta, attende paziente che vi avviciniate a lui secondo le vostre forze, secondo i vostri ritmi, senza impuntarvi su precetti, norme o requisiti da rispettare, che sono importanti ma sono sempre superati dall’amore infinito di Dio”.

Queste indicazioni parziali del Sinodo mi hanno colpito, nel mio vissuto. Sono infatti fidanzato da quattro anni con una ragazza splendida che chiamerò Virginia. Ma da due anni sul posto di lavoro ho anche allacciato una relazione con una collega che chiamerò Samantha, di cui mi sono infatuato. Ho cercato di interrompere questa storia a più riprese, ma non ci sono mai riuscito fino in fondo. Io so che la mia strada è con Virginia, di questo ho una consapevolezza intima, ma non posso negare di provare qualcosa di speciale anche per Samantha. Non è qualcosa su cui possa costruire un futuro: è qualcosa che chiamerei passione, qualcosa di istintivo, difficile da reprimere e che lega.

Sono stati due anni, come potrete capire, molto difficili per me ma le indicazioni dei padri sinodali mi hanno illuminato e dato fiducia per uscire dal cono d’ombra di una doppia vita.

L’altra sera ho deciso quindi di parlare francamente con Virginia. Le ho confessato la mia “situazione irregolare”. Le ho anche detto che, così come il Signore è buono e non giudica, ma guarda al bene (addirittura ai semi di santità) nei conviventi o nelle coppie di omosessuali e aspetta paziente che essi (con l’aiuto altrettanto misericordioso della Chiesa) facciano il loro cammino verso di lui, per gradi, senza dover affrontare scelte del tipo “o tutto o niente”, così anch’io confidavo nel suo amore.

Io mi sento orientato sinceramente verso il bene che è Virginia e che sarà un giorno, spero, il nostro matrimonio. E mi avvicinerò ad esso, ma passo dopo passo. Perché a troncare la mia storia con Samantha, di netto, dall’oggi al domani, non riesco e non posso. La farei soffrire troppo.

Il mio stupore, però, cari amici del Timone, è che Virginia non sembra aver capito per nulla l’ermeneutica del Concilio che i padri sinodali hanno proposto per l’amore umano. Con un gesto dal netto sapore pre-conciliare ha preso il posacenere che stava usando per fumare in salotto e me lo ha scagliato addosso, procurandomi un serio ematoma all’avambraccio sinistro. E lo ha fatto aggiungendo parole dal sapore pre-Concilio Vaticano I, che non oso riportare. Non paga di questo, la mattina dopo ha aspettato che Samantha uscisse di casa per venire al lavoro e, dopo averle rigato la macchina nuova con una chiave, scrivendole sul cofano una frase dal sapore pre-tridentino, meglio tomistico, turpiter facit meretrix in hoc quod est meretrix, l’ha riempita di botte.

Ho provato allora a scriverle, a citarle testualmente il passo bellissimo della relatio post disceptationem del Sinodo che recita così: “Alcuni si domandano se sia possibile che la pienezza sacramentale del matrimonio non escluda la possibilità di riconoscere elementi positivi anche nelle forme imperfette che si trovano al di fuori di tale realtà nuziale, ad essa comunque ordinate”.  E le ho chiesto se non dovessimo essere considerati così anche io e Samantha, che oltretutto siamo ora una coppia ferita (Samantha con cinque punti in fronte) quindi ancora più meritevole di misericordia e di accoglienza secondo i padri sinodali.

Ma Virginia non ha capito. Sembra inchiodata nel suo passato addirittura veterotestamentario. Mi sono trovato la portiera della macchina rigata con queste parole: “Io ti amo, ma ricordati che come il Signore anch’io sono ‘un Dio geloso’ (Esodo 20,5)”.

Lettera firmata e inventata 



AL, i vescovi polacchi stoppano le fughe in avanti

I vescovi polacchi

La Conferenza Episcopale polacca si è riunita nei giorni scorsi a Lublino per discutere e redigere un documento relativo alle linee guida con cui leggere l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, e che La Nuova BQ presenta in anteprima. I vescovi rifiutano la possibilità di accesso alla comunione alle coppie che vivono "more uxorio" e leggono il documento in continuità con Familiaris Consortio.

La Conferenza Episcopale polacca si è riunita nei giorni scorsi a Lublino per discutere e redigere un documento relativo alle linee guida con cui leggere l’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Alla riunione era presente anche il nunzio Salvatore Pennacchio, da poco più di un anno rappresentante del Pontefice presso la Chiesa polacca. Si ignora quando il documento stilato dai vescovi polacchi sarà pubblicato; ma siamo in grado di anticipare alcuni punti, sia pure sommariamente, che però sono centrali, e indicativi della lettura che l’episcopato ha dato dell’esortazione. Una lettura che è in linea piena con la “Familiaris Consortio” di Giovanni Paolo II. E’ evidente che nel momento in cui le linee guida approvate a Lublino saranno rese pubbliche, si evidenzierà ancora di più la confusione creata da Amoris Laetitia, e soprattutto dalle sue interpretazioni “aperturiste”. E diventerà sempre più chiaro quanto sia imbarazzante e foriero di nuova confusione il silenzio ostinato del Pontefice a fronte delle richieste di chiarificazione.

Secondo indiscrezioni di ottima fonte, possiamo dire che i vescovi polacchi rifiutano la possibilità di accesso alla comunione alle coppie che vivono "more uxorio", cioè senza essere unite dal Sacramento del matrimonio. E’ evidente che lo stesso accade per le coppie che convivono. Naturalmente questa decisione riguarda anche le coppie dei divorziati risposati, in cui per la Chiesa sia ancora valida la prima unione. Essi non possono accedere alla Comunione sacramentale, e neanche alla comunione spirituale finché si trovino in una situazione esistenziale che contrasta apertamente con l’eucarestia; che rappresenta legame sponsale del Signore con la sua Chiesa fedele, un legame indissolubile e fecondo.

I vescovi sottolineano con forza però che la Chiesa non intende rifiutare né tantomeno discriminare persone. Ad esse vanno offerti e presentati tutti i possibili mezzi di salvezza (Parola, ritiri, formazione, adorazione, partecipazione alle messe. La loro situazione pubblica però impedisce che possano ricevere l’Eucarestia. E viene mantenuto per loro il divieto di diventare padrini e madrine al battesimo; così come non possono nei casi in cui questo è concesso ai laici, neanche distribuire la comunione. E non possono nemmeno insegnare la dottrina, cioè il catechismo.

Ai sacerdoti viene chiesto di esercitare una pastorale di accompagnamento di queste coppie e famiglie, aiutandoli a risolvere gli impedimenti oggettivi della loro situazione tramite la preghiera, penitenza e speranza.

Il documento legge Amoris Laetitia nel contesto dell'insegnamento secolare della Chiesa, e del Magistero più recente. In questo senso è stata data molta attenzione e importanza alle impostazioni stabilite da "Familiaris consortio" di San Giovanni Paolo II; al decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1994 e a quanto insegnato ed esposto dal Catechismo della Chiesa Cattolica.

Una nota finale: l’Università Cattolica di Lublino, “Giovanni Paolo II” dopo la plenaria dei vescovi ha annunciato il conferimento di una laurea honoris causa al cardinal Gerhard Mueller per la sua opera di “timone di retta dottrina”.


[Modificato da Caterina63 17/10/2017 08:21]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:41. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com