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Cari Vescovi, vi supplichiamo, non tacete più, gridate dai tetti la Verità (6)

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2017 09:55
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19/12/2017 13:04
 
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Cardinale Betori tutta l’Italia pagherà la sua superba “generosità”

«L’islam invaderà l’Europa»… profetizzava san Giovanni Paolo II e mons. Betori offre loro la Toscana su di un piatto d’argento.

Sant’Agostino d’Ippona nei suoi Sermones (164, 14) afferma: Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere (“cadere nell’errore è stato proprio dell’uomo, ma è diabolico insistere nell’errore per superbia”), da qui la  locuzione latina errare humanum est, perseverare autem diabolicum, che tradotta letteralmente significa “commettere errori è umano, ma perseverare (nell’errore) è diabolico”.

E’ di questi giorni il “regalo di Natale” di mons. Giuseppe Betori, arcivescovo cardinale di Firenze, a riguardo della vendita di un territorio della diocesi per darlo ai musulmani che vi costruiranno una Moschea. Di questi tempi sarebbe una “non notizia” vista l’assillante imposizione, l’obbligo del dialogo “ad ogni costo”, del volemose bene e di un “ammmore” che non sarà mai corrisposto, anzi, come un Cavallo di Troia si stanno offrendo all’Islam le “chiavi delle città”, delle città italiane, con conseguenze future drammatiche.

In una intervista il gesuita padre Samir Kahlil esperto dell’argomento e del mondo islamico, alla Nuova Bussola Quotidiana, vedi qui, ha messo tutto nero su bianco, è tutto talmente ben spiegato che suggeriamo di tenere conservata questa intervista, quando gli eventi precipiteranno e sapremo chi, in parte, dovremo “ringraziare” per i massacri che ci saranno. Sappiamo bene che i “profeti di sventura” non piacciono alla cultura relativista predominante in Europa come nella Chiesa di oggi, ma far finta che il problema non esista, o che non importa loro se ciò dovesse accadere quando loro non ci saranno più, non è amare il prossimo. Se è vero che prevenire è meglio che curare, la prevenzione è saggezza.

Viene anche da pensare al fatto che molte Famiglie italiane non hanno una casa…. se una diocesi possiede terreni, non dovrebbe forse facilitarne l’uso più consono per loro e più evangelico anziché trarre dei guadagni e lasciare le Famiglie senza una casa, un terreno?  Ecco perché parliamo di superbia e, ci aggiungiamo, di AVIDITA’. Sappiamo bene come tutti, comprese le diocesi, risentiamo della crisi economica e che mantenere tutto l’apparato ecclesiale di una diocesi costa caro oggi e che “240mila euro“, per la vendita del terreno all’Islam, in fondo sono bruscolini.

Ma ciò che doveva sapere mons. Betori è che con questi soldi avrebbe venduto la vita degli italiani non soltanto cattolici, ma di tutti, persino di quei musulmani che oggi, integrati da anni nel nostro territorio, al momento della resa dei conti dovranno decidere da che parte stare, per aver salva la propria vita: o contro di noi o con l’Islam.

Non siamo noi i catastrofisti, basta avere un poco di conoscenza dell’Islam e, soprattutto, riconoscere che il dialogo interreligioso non risparmierà l’ecatombe dei Cristiani in Europa. Bisogna infatti sapere che per l’Islam non esiste la “laicità” di uno stato e che tutto ciò che essi stanno facendo oggi, per presentarsi in amicizia e in dialogo, ha un fine ed uno scopo: islamizzare l’Europa, specialmente l’Italia il cui sogno musulmano si infranse con la vittoria della famosa Battaglia di Lepanto.

Il gesto di mons. Betori non ha nulla di evangelico, basta leggere gli Atti degli Apostoli per capire e sapere come venivano usate le proprietà. O il suo gesto è talmente disperato che aveva bisogno di quei soldi, fino a vendere la sicurezza futura degli italiani, oppure è stato semplicemente un ingordo filantropico e in entrambi i casi a farne le spese saranno i Cristiani. Ma forse chissà, ci piacerebbe pensare, anche, che l’abbia fatto per accelerare in qualche modo il nostro MARTIRIO, ricordarci che un vero Cristiano è votato alla morte di Croce per la Fede in Cristo Gesù.

L’Islam infatti non fa sconti a nessunoL’Islam è talmente fedele al Corano che la sua applicazione è letterale. Per l’Islam o si è musulmani o si è “infedeli”, non esiste altra via. Per l’Islam ogni territorio conquistato, o comprato, diventa luogo sacro nel quale vige la legge del Corano, non esiste l’integrazione ma la paziente conquista. Il loro senso del dialogo interreligioso ha secondi fini: avvicinare tutto ciò che non è musulmano, per convertirlo o con le buone o con le cattive. Nei casi in cui resistono amicizie miste il motivo è che quel musulmano non è “praticante” e il cristiano lo è all’acqua di rose o non lo è affatto. Come spiega Padre Samir si può essere amici per una partita a calcetto ma: “il loro ragionamento è: più ci sono immigrati profughi, più conquistiamo pezzo per pezzo, ci vorrà un secolo, ma ce la faremo. E’ un’invasione programmata, non illudiamoci…

E monsignore Betori, che evidentemente non capisce nulla di Islam come la maggior parte dei Vescovi – duole dirlo – si è fatto bello nel presente a discapito dei Cristiani – e degli italiani – del futuro.

Il Corano IMPONE LA LEGGE ISLAMICA, possibile che non lo capiscono? Ecco perché parliamo di superbia. La Legge Islamica, a sua volta, IMPONE che il Cristiano RINUNCI A CREDERE NELLA SANTISSIMA TRINITA’ e in Gesù Cristo in quanto vero Figlio di Dio “generato non creato, della stessa sostanza del Padre“.

Questa realtà non porta noi Cristiani a non avere dialogo con i musulmani, tanti fra noi hanno amici musulmani e molti di loro sono persone bellissime, e molti di loro subiscono attacchi violenti dal fondamentalismo islamico. Ma credere o pensare che esista un Islam moderato è pura follia. Come abbiamo spiegato, i musulmani che oggi ci sono Amici, domani dovranno decidere se morire per noi e con noi, oppure tradirci perché non avranno altra scelta neppure lorolo dice il Corano, la guerra santa (jihād) viene chiaramente posta come un obbligo collettivo di tutti i mussulmani.

Ammoniva il cardinale Giacomo Biffi: “I ‘cattolici’, lasciando sbiadire in se stessi la consapevolezza della verità posseduta e sostituendo all’ansia apostolica il puro e semplice dialogo a ogni costo, inconsciamente preparano (umanamente parlando) la propria estinzione…” (Discorso sull’immigrazione 30 settembre 2000)

Qualcuno fa accenno alla “Fratellanza Musulmana (con sede al Cairo, quella con la quale papa Francesco ha stretto baci e abbracci) per dimostrare che l’Islam è cambiato e che esiste un Islam “moderato” e che il fondamentalismo o il terrorismo non ha nulla da spartire con l’Islam vero e proprio. Ebbene, pur nulla togliendo alle singole persone molte delle quali veri Amici… non bisogna distogliere l’attenzione dal fatto che – chi è musulmano –  o obbedisce all’Islam, al Corano, alla Fratellanza musulmana, oppure è esso stesso un nemico dell’Islam, un traditore, un infedele da convertire oppure abbattere.

Quando i Fratelli insegnano dogma teologico detto al-walà wa-al-barà, ovverosia “fedeltà [a tutto ciò che è islamico] e disapprovazione [di ciò che non lo è], insinuano nello spirito di un giovane una logica binaria mortale, ovvero che all’interno della società, esiste un “noi” e  un “loro”. “Noi”, il gruppo salvato, e “loro”, il gruppo maledetto. “Noi”, le vittime, e “loro”, i carnefici. “Noi”, la comunità migliore, e “loro”, la comunità perversa. Peggio ancora, si trasmette al giovane che in nome dell’islam è vietato amare “loro” e che, in nome della fede, dobbiamo odiare “loro”. L’odio nei confronti dell’altro diventa un atto di fede, un atto di adorazione. Nel programma educativo dei Fratelli, c’è un capitolo fondamentale intitolato Amare per Allah e odiare per Allah.

Queste parole non sono di uno storico occidentale o cristiano studioso dell’Islam, ma di un musulmano che ha fatto la propria scelta di abbandonare l’Islam, di lasciare la Fratellanza Musulmana spiegandone le trappole, gli intrighi e il vero scopo di tanta amicizia… vedi qui testo integrale. Si tratta di Mohammed Louizi, di origine marocchina, ma residente a Lille in Francia, è un ex Fratello musulmano che ha vissuto la Fratellanza sia in Marocco che in Francia, come Presidente dell’organizzazione Etudiants Musulmans de France, membro del Forum delle Organizzazioni Giovanili e Studentesche Europee (FEMYSO) di cui fanno parte anche i Giovani Musulmani d’Italia (GMI). Louizi ha avuto il coraggio non solo di lasciare gli incarichi e l’affiliazione alla Fratellanza, ma anche di denunciarne il progetto globale.

E a noi preoccupa che un arcivescovo venda i cristiani ignorando le conseguenze del suo gesto! E sì, perché che Gesù è morto è talmente una palese ovvietà con la quale oggi sono concordi tutti i libri di testo, le enciclopedie, gli studiosi. Oltre al criterio di antichità, a conferma della morte di Gesù gioca il criterio di imbarazzo: mai al mondo gli Evangelisti gli avrebbero attribuito una morte così umiliante e infame, e non a caso occorre aspettare l’inizio del V secolo per vedere una raffigurazione cristiana di Gesù in croce, nel portone della basilica di santa Sabina a Roma.

Il problema è che la morte di Gesù non è riconosciuta dal Corano e dalla tradizione islamica. Non solo non è riconosciuta, ma andarlo a dire o crederci è serio motivo di persecuzione. Secondo l’Islam Gesù era un profeta di Dio, inferiore a Maometto (Corano 2,87.136.253; 3,45; 4,171; 5,75; 57,27; 61,6) e come tale non poteva fare una fine del genere: “Non l’hanno né ucciso, né crocifisso, ma così parve loro” (Corano 4,157). Chi effettivamente sarebbe stato crocifisso al posto di Gesù, il Corano non lo dice. Tuttavia una risposta esplicita si trova nel testo attribuito a Barnaba, apocrifo medievale non a caso di origine islamica che spiega come: fu crocifisso Giuda Iscariota, miracolosamente reso simile a Gesù e crocifisso al suo posto….

Di conseguenza è ERESIA per l’Islam parlare della morte e della Risurrezione di Gesù! Una eresia che può costare la vita a chi affermasse il contrario. E’ evidente che se Gesù non è morto in croce, il Cristianesimo è falso e l’Islam può vantare la ragione della sua battaglia contro gli infedeli e falsari cristiani… ma se Gesù è morto in croce ed è veramente risorto, come afferma letteralmente san Luca (24,24) e come noi sosteniamo da duemila anni e per la qual ragione abbiamo migliaia di Martiri e di Santi, abbiamo la Chiesa e lo stesso mons. Betori… allora ciò è devastante per la convinzione dell’Islam di essere la vera religione di Dio, poiché il Corano sbaglia. E poiché l’ispirazione divina del Corano è quella della dettatura, se il Corano sbaglia non è divinamente ispirato, e il fondamento dell’Islam poggia sulla falsità….

Infine due parole sulla questione della convivenza fra Cristiani e Musulmani cercando di attenerci ai fatti, sintetizzandoli per offrirvi una riflessione immediata, qui un testo interessante per chi vuole approfondire.

Fin dall’inizio, questa convivenza con l’Islam, non è affatto pacifica e non per colpa dei Cristiani che non avevano affatto progetti espansionistici, ma perchè è proprio dell’Islam la “conquista”il sottomettere al Corano ogni essere vivente. La violenza con la quale questo avviene nasce dal fatto che se non convertono “gli infedeli” all’Islam, loro rischiano di andare all’inferno perdendo il diritto al paradiso. Naturalmente inferno e paradiso non sono gli stessi professati dalla dottrina cattolica!

La storia stessa insegna la realtà della dura lotta fra la guerra e la pace, ma dobbiamo imparare di nuovo il vero significato, perché pare l’abbiamo dimenticato: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada” (Mt.10,34); “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.” (Lc.12,51), e questo non perché il nostro Dio sia un Dio a cui piace fare la guerra, ma perchè la pace che ci ha portato, pagandola a caro prezzo, non è il pacifismo, non è la convivenza tranquilla o pacifista, ma è Lui stesso: « Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore…»” (Gv.14,23-27); «Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Gv.16,33). La guerra di cui si parla è il peccato, il mondo con le sue lusinghe! La Pace è così quel dimorare in CristoAvremo perciò tribolazioni nel mondo, non convivenze pacifiste!

Il gesto compiuto da mons. Betori è un vero tradimento al Vangelo e a tutti i Cristiani, è anche un tradimento all’Italia e a tutti gli italiani. Nel 2016 – LibertàePersona – faceva questo articolo del quale condividiamo la chiusura:

“La Cristologia cristiana è dunque diversa dalla Cristologia islamica; la teologia cristiana diversa dalla teologia islamica (il Dio con noi, incarnato, è tutt’altro dal Dio lontano dell’Islam; la trascendenza islamica è differente da quella biblica; il Cristianesimo non è, come l’Islam, una “religione del libro”, semmai la vicenda di un Dio raccontata anche in un libro; gli islamici, inoltre, affermano che la Bibbia dei cristiani è falsificata…), se oggi esiste il terrorismo islamico, che non è attribuibile solo e soltanto alla religione islamica, ma ha con essa, comunque, un qualche rapporto, in tutto il mondo islamico i cristiani vengono oggi uccisi e crocifissi, ma nessun cattolico ha mai compiuto un attentato terroristico (e se lo facesse sarebbe in contrasto evidente con l’insegnamento di Cristo e del magistero della Chiesa).”

Cattolici che uccidono, violentano, agiscono contro i Dieci Comandamenti, saranno giudicati da Dio molto severamente, fino a rischiare l’inferno eterno se non si convertiranno cambiando la propria condotta. Ma non esiste un magistero, o un Catechismo della Chiesa che abbia mai indotto i Cristiani alla violenza, alla persecuzione dei popoli, all’imposizione della propria fede.

«L’islam invaderà l’Europa»… profetizzava san Giovanni Paolo II e mons. Betori offre loro la Toscana su di un piatto d’argento. Alla fine finirà che dovremo pure ringraziarlo, per averci aperto le porte al massacro per difendere la Fede in Cristo Gesù.

Dopo la Vittoria di Lepanto e un secolo dopo il tentativo dei Musulmani di riprendere l’Europa da Vienna, il sultano Solimano fa una strana profezia. Passando in rassegna le truppe avrebbe detto loro: “ci rivedremo alla Mela Rossa“. La “Mela Rossa” era per l’Islam il “frutto proibito” nella conquista delle città cristianizzate. Ma c’è un’altra profezia che attribuita a Solimano è molto inquietante. Dopo la sconfitta di Vienna (quella del 1683), al generale che rimise in piedi le truppe gli chiese quando avesse voluto ritentare l’attacco, il Sultano rispose: “No! Riconquisteremo l’Europa quando i cristiani avranno abbandonato il loro Dio“.

Nel punto in cui ci troviamo, e nel quale stiamo affossando l’Europa Cristiana, vedi qui, non è più importante approfondire la credibilità di certe “profezie” o aneddoti, quel che conta in questo momento è ciò che stiamo vivendo, e il destino suicida al quale ci siamo votati. Possiamo però prendere in considerazione “La visione di Giovanni Paolo II: «L’islam invaderà l’Europa»… vedi quiVedo la Chiesa del terzo millennio afflitta da una piaga mortale, si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’Occidente all’Oriente: dal Marocco alla Libia, dall’Egitto fino ai paesi orientali… l’Europa sarà una cantina, vecchi cimeli, penombra, ragnatele…. dovrete contenere l’invasione. Ma non con le armi, le armi non basteranno, con la vostra fede vissuta con integrità…».

Laudetur Jesus Christus

 





  • BIOTESTAMENTO/CAVINA

"Medici, per la vita si deve andare controcorrente"

Nuovo affondo di un vescovo a favore dell'obiezione di coscienza, assente dalla legge sul Biotestamento. E' il turno di Cavina (Carpi): "Non c’è altra via all’obiezione di coscienza". 

-GLI INTERVENTI DI: CREPALDIRUINI, BAGNASCO, NOSIGLIA E NEGRI


«A questo punto l’elemento più grave di questa legge è la mancanza di qualunque riferimento all’obiezione di coscienza». Risponde così monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, sollecitato da La Nuova BQ sulla recente approvazione della legge sulle Dat.

Monsignore, cosa pensa di questa norma approvata dal Parlamento?
«Condivido quanto dichiarato dal cardinale Angelo Bagnasco, non mi sembra proprio che possa ritenersi un segno di civiltà».

Per quale motivo?
«Per diverse ragioni, ne cito una. Questa legge finisce per ridurre idratazione e alimentazione come delle terapie e, quindi, come tali si può arrivare a sospenderle. E qui si apre l’ulteriore gravissimo vulnus di questa legge: la mancanza di ogni riferimento all’obiezione di coscienza».

Cosa può fare un medico cattolico, ma anche un non cattolico, che si trovi in una situazione che lo mette di fronte ad un problema di coscienza di questo tipo?
«Come ha detto l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, occorre saper testimoniare andando controcorrente. Qui si tratta di dover commettere atti contro la vita che non sono mai negoziabili. Perciò non c’è altra via all’obiezione di coscienza, come ha sottolineato don Carmine Arice, superiore generale del Cottolengo».

Mancando il riferimento all’obiezione di coscienza questa legge sembra aver dimenticato uno dei capisaldi dei tanto decantati diritti umani.
«Certamente c’è una strana contraddizione. Da una parte si dice di voler difendere i diritti delle persone sofferenti, mentre dall’altra si omette un caposaldo della dichiarazione universale dei diritti umani quale è, appunto, il riferimento all’obiezione di coscienza. E’ una schizofrenia che purtroppo vediamo sempre più spesso, soprattutto su certi cosiddetti “nuovi diritti” per cui si fanno grandi battaglie civili, ma poi si riduce lo spazio della libertà di coscienza. Un cortocircuito che dovrebbe far riflettere tutti».

 


 

[Modificato da Caterina63 20/12/2017 09:55]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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