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GESÙ CRISTO PORTATORE DELL’ACQUA VIVA. UNA RIFLESSIONE CRISTIANA SUL "NEW AGE"

Ultimo Aggiornamento: 09/06/2017 23:55
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09/06/2017 23:43
 
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3. NEW AGE E SPIRITUALITÀ CRISTIANA

3.1. Il New Age come spiritualità

I suoi promotori definiscono spesso il New Age come « nuova spiritualità ». È un po' ironico definirlo « nuovo » quando tante delle sue idee derivano da antiche religioni e culture. Ciò che è veramente nuovo, tuttavia, è la ricerca consapevole di un'alternativa alla cultura occidentale e alle sue radici giudaico-cristiane. Il termine « spiritualità », dunque, si riferisce all'esperienza interiore di armonia e di unità con tutta la realtà che elimina il senso di imperfezione e di finitezza che affligge la persona umana. Le persone scoprono un profondo legame con la forza o energia universale sacra che è il nucleo di tutta la vita. Dopo aver fatto questa scoperta, uomini e donne possono intraprendere un cammino di perfezione che permetterà loro di indirizzare la propria vita personale e il rapporto con il mondo, e di assumere un proprio ruolo nel processo universale del divenire e nella nuova genesi di un mondo in costante evoluzione. Il risultato è una mistica cosmica,51 basato sulla consapevolezza di un universo che si evolve con energie dinamiche. Quindi, l'energia cosmica, la vibrazione, la luce, Dio, l'amore, anche il Sé superiore, si riferiscono tutti alla stessa e unica realtà, la fonte primaria presente in ogni essere.

Questa spiritualità consta di due elementi distinti, uno metafisico e l'altro psicologico. La componente metafisica deriva dalle radici esoteriche e teosofiche del New Age e fondamentalmente è una nuova forma di gnosi. Si accede al divino svelando misteri nascosti grazie alla ricerca dell'individuo del « reale dietro ciò che è solo apparente, dell'origine al di là del tempo, del trascendente al di là di ciò che è mera fugacità, della tradizione primordiale oltre la tradizione semplicemente effimera, dell'altro al di là dell'io, della divinità cosmica al di là dell'individuo incarnato ». La spiritualità esoterica « è un'indagine dell'Essere al di là della separatezza degli esseri, una sorta di nostalgia dell'unità perduta ».52 

« Qui si può vedere la matrice gnostica della spiritualità esoterica, che appare evidente quando i figli dell'Acquario cercano l'Unità Trascendente delle religioni. Delle religioni storiche tendono a cogliere soltanto il nucleo esoterico, di cui sostengono di essere i custodi. In un certo qual modo negano la storia e rifiutano l'idea che la spiritualità possa essere radicata nel tempo o in qualche istituzione. Gesù di Nazaret non è Dio, ma una delle numerose manifestazioni del Cristo universale e cosmico ».53

La componente psicologica di questo tipo di spiritualità scaturisce dall'incontro fra cultura esoterica e psicologia (cf. 2.32). Il New Age diviene quindi un'esperienza di trasformazione psico-spirituale personale, considerata analoga all'esperienza religiosa. Per alcuni questa trasformazione assume la forma di una profonda esperienza mistica, che segue una crisi personale o una lunga ricerca spirituale. Per altri scaturisce dalla pratica della meditazione o da qualche tipo di terapia o ancora da esperienze paranormali che alterano gli stati di coscienza e permettono di percepire l'unità della realtà.54

 

3.2. Narcisismo spirituale?

Diversi autori considerano la spiritualità del New Age come una specie di narcisismo spirituale o di pseudomisticismo. È interessante osservare come queste critiche siano state mosse perfino da un esponente importante del New Age, David Spangler che, nelle sue ultime opere, ha preso le distanze dagli aspetti più esoterici di questa corrente di pensiero.

Egli ha scritto che, nelle forme più popolari del New Age, « gli individui e i gruppi realizzano le proprie fantasie di avventura e di potere, in genere di forma occulta o millenarista... la caratteristica principale di questo livello è l'attaccamento a un mondo privato di realizzazione dell'io e un conseguente (sebbene non sempre manifesto) ritrarsi dal mondo. A questo livello, il New Age è popolato di esseri strani ed esotici, maestri, adepti, extraterrestri; è un luogo di poteri psichici e di misteri occulti, di cospirazioni e di dottrine nascoste ».55

In un'opera successiva, David Spangler elenca quelli che considera elementi negativi o « ombre » del New Age: « alienazione dal passato in nome del futuro, attaccamento al nuovo in quanto tale...; indiscriminazione e mancanza di discernimento in nome dell'integrità e della comunione, quindi mancata comprensione o mancato rispetto del ruolo dei limiti; confusione fra fenomeni psichici e conoscenza, fra channeling (cf. glossario al § 7.2, n.d.t.) e spiritualità, fra la prospettiva del New Age e la verità ultima ».56 Comunque Spangler è convinto che l'egoismo e il narcisismo irrazionale siano caratteristiche di un numero ridotto di seguaci del New Age. E sottolinea come aspetti positivi la funzione del New Age come simbolo di cambiamento e come incarnazione del sacro, essendo un movimento in cui le persone, per la maggior parte, sono « ricercatori molto seri della verità », e lavorano per la vita e la crescita spirituale.

David Toolan, un gesuita americano che ha frequentato per diversi anni l'ambiente del New Age, analizza l'aspetto commerciale di molti prodotti e terapie etichettati come New Age. Egli osserva come i seguaci del New Age abbiano scoperto la vita interiore e siano affascinati dalla prospettiva di essere responsabili del mondo, ma vengano facilmente sopraffatti dalla tendenza all'individualismo e a vedere tutto come un oggetto di consumo. In questo senso, pur non essendo cristiana, la spiritualità del New Age non è nemmeno buddista poiché non implica la negazione di sé. Il sogno dell'unione mistica sembra condurre, in pratica, a un'unione meramente virtuale, che alla fine lascia le persone più sole e insoddisfatte.

 

3.3. Il Cristo Cosmico

Nei primi tempi del cristianesimo, i credenti in Gesù Cristo furono costretti ad affrontare le religioni gnostiche. Non le ignorarono, ma presero questa sfida positivamente e applicarono a Cristo stesso i termini utilizzati per le divinità cosmiche. L'esempio più chiaro di questo è il famoso inno a Cristo contenuto nella Lettera che San Paolo rivolge alla comunità cristiana di Colossi:

Egli è l'immagine del Dio invisibile,
generato prima di ogni creatura;poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni, Principati e Potestà.
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.
Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa;
il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti,
per ottenere il primato su tute le cose.
Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza
e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose,
rappacificando con il sangue della sua croce
cioè per mezzo di lui,
le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli (Col 1, 15-20).

Per questi primi cristiani non c'era alcuna nuova era cosmica da attendere. Con questo inno celebravano il compimento di tutte le cose iniziato con Cristo. « Il tempo in realtà si è compiuto per il fatto stesso che Dio, con l'incarnazione, si è calato dentro la storia dell'uomo. L'eternità è entrata nel tempo: quale “compimento” più grande di questo? Quale altro “compimento” sarebbe possibile? ».57 Il credo gnostico nei poteri cosmici e in un qualche oscuro tipo di destino nega la possibilità di un rapporto con un Dio personale rivelato in Cristo. Per i cristiani, il vero Cristo cosmico è colui che è attivamente presente nei vari membri del suo corpo, che è la Chiesa. Non si rivolgono a poteri cosmici impersonali, ma alla sollecitudine amorevole di un Dio personale. Per loro il biocentrismo cosmico va trasferito in un insieme di rapporti sociali (nella Chiesa). Inoltre, i cristiani non sono bloccati in un modello ciclico di eventi cosmici, ma si concentrano sul Gesù storico, in particolare sulla sua crocifissione e resurrezione. Noi troviamo nella Lettera ai Colossesi e nel Nuovo Testamento una dottrina su Dio differente da quella implicita nel pensiero New Age: la concezione cristiana di Dio è quella di una Trinità di Persone che ha creato la razza umana per il desiderio di condividere la comunione della vita trinitaria con le creature. Compreso nella maniera esatta, ciò significa che l'autentica spiritualità non è tanto la nostra ricerca di Dio ma Dio che cerca noi.

Nei circoli del New Age si è diffusa un'altra idea totalmente diversa del significato cosmico di Cristo. « Il Cristo Cosmico è il modello divino che trova connessione nella persona di Gesù Cristo (ma non si limita a questa persona). Il modello divino di questa connessione si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 14). Il Cristo Cosmico... conduce ad un nuovo esodo dalla schiavitù e dal pessimismo di un universo newtoniano, meccanicistico, pieno di competizione, con vincitori e vinti, dualismi, antropocentrismo, nonché dal tedio di veder il nostro entusiasmante universo descritto come una macchina priva di mistero e misticismo. Il Cristo Cosmico è locale e storico, davvero legato intimamente alla storia umana. Il Cristo Cosmico può vivere alla porta accanto o persino all'interno del più profondo e autentico sé di ognuno ».58 Sebbene questa spiegazione può non soddisfare tutti coloro che hanno a che fare con il New Age, è molto incisiva e mostra con chiarezza assoluta dove siano le differenze fra queste due visioni di Cristo. Per il New Age il Cristo Cosmico è un modello che può ripetersi in molte persone, luoghi e tempi; è il portatore di un enorme mutamento di paradigmi; è, in definitiva, un potenziale dentro di noi.

Per la fede cristiana, Gesù Cristo non è un modello, ma una persona divina la cui figura umano-divina rivela il mistero dell'amore del Padre per ogni essere umano attraverso la storia (Gv. 3, 16). Egli vive in noi perché condivide con noi la sua vita, ma questo non è né imposto né automatico. Tutti gli uomini e tutte le donne sono invitati a partecipare alla sua vita, a vivere « in Cristo ».

 

3.4. Mistica cristiana e mistica New Age

Per i cristiani la vita spirituale è un rapporto con Dio che gradualmente, attraverso la sua grazia, diviene più profondo e in questo processo illumina anche il nostro rapporto con il prossimo e con l'universo. Spiritualità, in termini New Age, significa sperimentare stati di coscienza dominati da un senso di armonia e fusione con il Tutto. Dunque la « mistica » non si riferisce all'incontro con un Dio trascendente nella pienezza dell'amore, ma all'esperienza scatenata dal rivolgersi a se stessi, da un senso esaltante di essere tutt'uno con l'universo, di lasciare affondare la propria individualità nel grande oceano dell'Essere.59

Questa distinzione fondamentale appare chiara a tutti i livelli di confronto tra la mistica cristiana e quella del New Age. La via di purificazione di quest'ultimo si basa sulla consapevolezza del disagio o alienazione, da superare mediante quest'immersione nel Tutto. Per cambiare, bisogna utilizzare tecniche che portino all'esperienza dell'illuminazione. Quest'ultima trasforma la coscienza di una persona e la pone in contatto con la divinità, intesa come l'essenza più profonda della realtà.

Le tecniche e i metodi offerti da questo sistema religioso immanentista, che non concepisce Dio come persona, procedono « dal basso ». Sebbene implichino un'immersione nelle profondità del proprio cuore e della propria anima, costituiscono un'impresa essenzialmente umana da parte di una persona che cerca di ascendere alla divinità mediante le proprie forze. Spesso si tratta di « un'ascesa » a livello di coscienza verso quanto è inteso come una consapevolezza liberatrice del « dio interiore ». Non tutti hanno accesso a queste tecniche, i cui benefici sono ristretti a una « aristocrazia » spirituale privilegiata.

Invece, l'elemento essenziale della fede cristiana è la discesa di Dio fra le creature, in particolare le più umili, deboli e meno dotate secondo i valori del « mondo ». Esistono tecniche spirituali che è utile apprendere, ma Dio è in grado di superarle o di farne a meno. « Il modo cristiano di avvicinarsi a Dio non si fonda su alcuna tecnica nel senso stretto della parola. Ciò contraddirebbe lo spirito d'infanzia richiesto dal Vangelo. La mistica cristiana autentica non ha niente a che vedere con la tecnica: è sempre un dono di Dio, di cui chi ne beneficia si sente indegno ».60 

Per i cristiani convertirsi significa rivolgersi al Padre, attraverso il Figlio, e con docilità al potere dello Spirito Santo. Più si progredisce nel rapporto con Dio, che è sempre e in ogni modo un dono libero, più diviene impellente il bisogno di abbandonare il peccato, la miopia spirituale e l'infatuazione di sé, tutte cose che impediscono l'abbandonarsi fiducioso a Dio e l'apertura al prossimo.

Tutte le tecniche di meditazione vanno depurate dalla vanità e dalla presunzione. La preghiera cristiana non è un esercizio di auto- contemplazione, di staticità e svuotamento di sé, ma un dialogo d'amore, che «  implica un'atteggiamento di conversione, un esodo dall'io verso il Tu di Dio ».61 Ciò conduce ad arrendersi sempre più alla volontà di Dio, per mezzo della quale siamo invitati a una profonda e autentica solidarietà con i nostri fratelli e le nostre sorelle.62

 

3.5. Il « dio interiore » e la « theosis »

Questo è un punto cruciale di contrasto fra il cristianesimo e il New Age. Molta letteratura New Age è pervasa dalla convinzione che non esista alcun essere divino « là fuori » o veramente distinto dal resto della realtà. Da Jung in poi moltissime persone hanno professato il credo nel « dio interiore ». Il nostro problema, secondo il New Age, è l'incapacità di riconoscere la nostra divinità, un'incapacità che si può superare con l'aiuto di una guida e con l'uso di una serie di tecniche volte a schiudere il nostro potenziale (divino) nascosto. L'idea fondamentale è che « Dio » è profondamente all'interno di noi. Siamo Dei e scopriamo il nostro potere illimitato eliminando strati e strati di inautenticità.63 Più riconosciamo questo potenziale più esso si realizza e in questo senso il New Age ha una propria idea di theosis, del divenire divini, più precisamente, del riconoscere e accettare la nostra natura divina. Secondo alcuni viviamo « in un'epoca in cui la nostra comprensione di Dio va interiorizzata: dal Dio Onnipotente esteriore al Dio forza dinamica e creativa che si trova al centro esatto di tutto l'essere: Dio come Spirito ».64 

Nella Prefazione al Libro V dell'opera Adversus Haereses Sant'Ireneo fa riferimento a « Gesù Cristo, che, attraverso il Suo amore trascendente, è divenuto ciò che siamo, così da portarci ad essere perfino ciò che è egli stesso ». Qui la theosis, la comprensione cristiana della divinizzazione, non avviene soltanto grazie ai nostri sforzi, ma con l'assistenza della grazia di Dio che opera in noi e attraverso di noi. Ciò presuppone necessariamente la consapevolezza basilare di essere incompleti e persino peccatori e in nessun modo l'esaltazione del sé. Inoltre, si presenta come un'introduzione alla vita della Trinità, un caso perfetto di distinzione al centro dell'unità: una sinergia piuttosto che una fusione. Tutto ciò è frutto di un incontro personale, un'offerta di un nuovo tipo di vita. La vita in Cristo non è qualcosa di così personale e privato da essere limitato all'ambito della coscienza né si tratta soltanto di un nuovo livello di consapevolezza. Implica la trasformazione della nostra anima e del nostro corpo mediante la partecipazione alla vita sacramentale della Chiesa.



 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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